ATTO  TERZO                                                      


Scena Prima 

(Palazzo di Monforte) 

MONFORTE
Sì, m'aborriva ed a ragion! 
Cotanto Ver lei fui reo, 
che giunsi un dì a rapirla!
E mi fuggiva e odiava,
e per tre lustri
all'amplesso paterno 
il figlio ascose,
e lo nudrì
nell'orror di suo padre!
Tu più crudel di me,
crudel, crudel me chiami!
Ah!, presso alla sua morte
dettò la fatal donna
questo novello oltraggio
al cor, al cor d'un padre!

(Leggendo una lettera) 

"Oh tu, cui nulla è sacro!
Se la scure sanguinosa
minaccia il prode Arrigo,
onor del patrio suolo,
risparmia almen 
quell'innocente capo!
È quel del figlio tuo"
Oh figlio, o figlio!

Scena Seconda

(entra Bethune) 

BETHUNE
Il cavaliero ricusava 
protervo qui venire, 
e qui fu tratto a forza!

MONFORTE 
Sta ben!

BETHUNE
Qual pena inflitta a lui sarà?

MONFORTE
Non cale;
ei si rispetti 
e in alto onor si tenga.
Or va, Bethune.
Al mio cospetto ei venga!

(Bethune esce) 

Scena Terza 

MONFORTE
In braccio alle dovizie,
nel seno degli onor,
un vuoto immenso, orribile
regnava nel mio cor! ecc.
D'un avvenir beato
splende il sorriso a me,
se viver mi fia dato,
figlio, viver vicino a te!
L'odio invan a me toglie,
vincerà quel fero cor,
sì, nel fulgor 
di queste soglie,
cor paterno, 
immenso amor,
sì, lo vinca
amore del genitor!
Ah! In braccio 
alle dovizie, ecc.
O figlio, o figlio!
Io son beato
se viver mi fia dato
vicino a te!

Scena Quarta 

(Arrigo entra) 

ARRIGO
(fra sé)
Sogno, o son desto? 
Umile e sollecito accorre
ognuno a' miei desiri, 
e d'un mio cenno
lieto si mostra!

(A Monforte)

Novel giuoco è questo
inver di strana sorte,
se da te non m'aspetto 
altro che morte!

MONFORTE
La speri invan! 
Senza timore omai
libero in queste soglie
tu puoi chiamarmi ingiusto,
e vane insidie 
contro me tramare!

ARRIGO
Difender la sua terra
è nobil opra. 
Io combatto un tiran!

MONFORTE
Ma da vil combatti!
Colla spada io ferisco, 
e tu tratti il pugnal!
Nè tu oseresti, audace,
fissarmi in volto! 
Or mira! A te dinanzi
senza difesa io sto!

ARRIGO
Per mia sventura!

MONFORTE
Oh stolto, cui salvò
la mia clemenza,
a sì dura mercè
m'hai tu serbato?
Generoso ti credi
e fosti ingrato!

ARRIGO
Ah, che fia?

MONFORTE
Quando al mio sen
per te parlava
pietà sincera 
d'un cieco error,
quando un ribelle 
in te salvava, 
Arrigo!
nulla ti disse il cor?

ARRIGO
(fra sé)
Alla sua voce rabbrividisco,
invan bandisco
il mio terrore!
Sventurato!

MONFORTE
E al duol intenso 
che m'ange intanto,
la giovin alma non palpitò?
Eppur tu vedi,
stilla di pianto
sul mesto ciglio ecco spuntò!

ARRIGO
A qual tormento novel,
spietato,
l'ingiusto fato mi condannò!

MONFORTE
Ebben, Arrigo! 
Se il mio tormento 
il duro core non ti colpì,
della tua madre 
leggi l'accento...

ARRIGO
Di mia madre?

MONFORTE
Sì, ingrato! Sì!
Mentre contemplo 
quel volto amato,
balzar di gioia
mi sento il cor.
Alfine in terra io son beato,
chè dire io posso:
mio figlio ancor!

ARRIGO
(leggendo il foglio)
Gioia! E fia ver? 
Sogno, o son desto?
Cifre materne!
Qui sul mio cor!
Oh ciel! Che scopro!
Arcan funesto mi si rivela.
Freno d'orror!
Arcan funesto, ecc.

MONFORTE
Mentre contemplo
quel volto amato,
benchè cosparso d'atro dolor,
l'alma è commossa,
chè dir m'è dato:
ecco mio figlio,
son padre ancor!
Ma che? Fuggi
il mio sguardo, oh figlio?

ARRIGO 
Ah, inorridisco!

MONFORTE
Non sai tu dunque qual mi son?

ARRIGO
(fra sé)
O donna! lo t'ho perduta!

MONFORTE
Il mio potere, Arrigo,
sconosciuto t'è dunque?
Monforte io son!

ARRIGO
(fra sé)
O donna! O donna!
Io t'ho perduta!

MONFORTE
Sol che tu accenni, 
a te concesso 
sera fia dal mio poter 
quanto domandi e speri.
Beni, titoli, 
onor, dovizie,
quanto ambizion desia,
dare a te potrò!

ARRIGO
Al mio destin mi lascia,
mi lascia, e pago allor sarò!

MONFORTE
Ma tu non sai 
che splendida fama
suonò di me?
È il nome mio glorioso.

ARRIGO
Nome esecrato egli è!

MONFORTE
Parola fatale!
Insulto mortale!
La gioia è svanita
che l'alma sperò!
Giustizia è suprema!
Tremendo anatema
che un barbaro figlio
sul padre scagliò!

ARRIGO
Ah, rendimi, oh fato,
l'oscuro mio stato!
La speme è svanita
che l'alma sognò!
Giustizia suprema!
Tremendo anatema,
che un figlio percuote,
che al padre imprecò!

MONFORTE
T'arresta, Arrigo! 

ARRIGO
Ah, lasciami!

MONFORTE
Ah, t'arresta, Arrigo! 

ARRIGO
Ah, lasciami! Ah, mi lascia,
o crudo, al mio dolor!

MONFORTE
Plachisi quell'ostinato cor!
Ah! Figlio,
invano crudo mi chiami;
del padre vincati la prece,
il duolo!

ARRIGO
S'è ver che m'ami,
fuggir mi lascia, sì, fuggir,
ad altro lido, 
ad altro suol,
fuggire ad altro suol
s'è ver che m'ami, ecc.

MONFORTE
Ah! Figlio, invano, ecc.

ARRIGO
Ah, volar al tuo seno vorrei,
ma nol poss'io!

MONFORTE
Chi te lo vieta, ingrato?

ARRIGO
L'imago di mia madre,
che tra di noi si pone!
Sui carnefice fosti...

MONFORTE 
Mio figlio!

ARRIGO
... ed ho rossore, ho rossore,
se vacillar tra voi
poteva il core,
se vacillar poteva il cor!

MONFORTE
Ah, figlio mio! Mio figlio!

ARRIGO
Ombra diletta, 
che in ciel riposi,
la forza rendimi 
che il cor perdè.
Su me i tuoi sguardi 
veglin pietosi,
e prega, o madre,
e prega per me! ecc.

MONFORTE
L'ardente prego del genitore
è nulla, o Arrigo, 
nulla per te?
Apri il tuo seno, 
a un santo amore,
t'arrendi alfine, 
o figlio, a me! ecc.

(Arrigo s'allontana di Monforte) 

Scena Quinta 

Ballet 

(Magnifica sala in palazzo di Monforte. Ballo 
in maschera. Danza de Quattro Stazioni)  

CORO
Oh splendide feste!
Oh notti feconde
di danze gioconde,
di rare beltà!
Son raggio celeste
quei vivi splendori,
che infondon nei cori
amor, voluttà!
Son raggio celeste, ecc.

Scena Sesta 

PROCIDA
(sottovoce)
Arrigo, su te veglia l'amistade!

ARRIGO
(fra sé)
O ciel! Il cor non m'ingannò?

ELENA
(Sottovoce)
Arrigo, su te veglia l'amistade!

ARRIGO
Ah, qual voce al sen vibrò!

(Elena e Procida se toglie le maschere)
 
Tu qui, donna! Tu stessa!
Qual sorpresa!
Per voi gelo di spavento!
Qui perchè vi siete resa?

ELENA
Per salvarti!

PROCIDA
Ed ogni oppresso vendicar.

ARRIGO
Ciel, deh, parla piano!
Io per me, nulla omai pavento;
sono libero, ma voi...
L'ira sua temer dovete,
e sfuggir gli sdegni suoi.

PROCIDA
Sii tranquillo, il traditor...

ARRIGO
(I soldati entrano)
Zitto! Ci odon! 

(fra sé) 

Oh, terror!

PROCIDA, ARRIGO, ELENA
Oh splendide feste, ecc.

ELENA
(Ad Arrigo, sottovoce)
Qui fra gli allegri vortici
delle intrecciate danze...

PROCIDA
...sotto le larve ascondono
i fidi le sembianze.

ELENA
(Elena mette un nastro ad Arrigo)
A tal di nastri serici nodo, 
ciascun fia noto!

PROCIDA
Quei forti bracci intrepidi
non colpiranno a vuoto!

ELENA
E in brevi istanti vindici
qui brilleranno i ferri.

PROCIDA
Tra' suoi feroci sgherri
Monforte perirà!

ARRIGO
Ah! Gran Dio! 

(Fra sé) 

Chi lo salverà?

PROCIDA
Impallidisci?

ARRIGO 
Udirti alcun potrebbe!

ELENA
E chi?

(Procida guarda a Monforte qui entra) 

PROCIDA
Ei stesso!

ARRIGO 
(Fra sé)
Oh giorno infausto!

PROCIDA 
(A Arrigo)
Tra pochi istanti, qui!

TUTTI
O splendide feste! ecc.

(Monforte s'approssima ad Arrigo) 

Scena Settima

MONFORTE
(A Arrigo)
Di tai piacer, 
per te novelli, 
pago sei tu?

ARRIGO
Per te fatale aura 
qui spira, va!

MONFORTE
Che temer degg'io,
che temer nelle mie stanze?

ARRIGO
Io dir nol posso, eppure!
Ten prego! Vanne!
Tremo pei giorni tuoi!

MONFORTE
A mia salvezza or vegli 
e per me tremi, tremi per me?
Ah! S'apre alfin quell'alma
al mio paterno affetto!
Tuoi primi error dimentico,
vien che ti stringa al petto!

ARRIGO
Ah, mai! T'arretra!

MONFORTE 
Io resto allor!

ARRIGO 
(Con ardore)
Incauto! E tu cadrai
segno a vendetta lor!

MONFORTE
Non l'oseran giammai!

ARRIGO
(mostra a Monforte il nastro) 
Su questo segno,
io pur giurava.

MONFORTE
Invano!
Segno del disonor!
Io te lo strappo, insano!

(strappando il nastro di Arrigo) 

Fremi? Dei tradimenti
tutto l'orror tu senti.
Lo veggo! Il franco sangue
nel sen ti ferve ancor!

ARRIGO 
No, no, non è colpevol
che serve al patrio onor!
Ma tu, deh, m'odi: salvati!
Ai voti miei, deh, cedi! Va!

MONFORTE
Vano sperar!

(Danieli e alcun siciliano avanzano) 

ARRIGO
Già a te s'appressan vedi!
Già ti circondan! Ecco!
Gli acciar brillan su te!

(Elena, Procida e i siciliani circondan Monforte) 

PROCIDA 
L'ultimo di
per francesi egli è!
Feriam! A noi, Sicilia!

ARRIGO 
Fermate!

(Arrigo protegge a Monforte) 

MONFORTE
Su, Francia, a me!

(Bethune, Vaudemont e soldati francesi entrano)

Fra ceppi, olà, 
s'adduca ognun
che fregio orna simil.

(indica il nastro de Procida)  

La scure a lor!

(guarda ad Arrigo)

Costui sia salvo!
Ei fu leal nemico!

PROCIDA 
Oh tradimento!

MONFORTE
Ei protesse i miei dì! 
Svelò le trame,
che valsero ai felloni
il ceppo infame!

PROCIDA, ELENA, 
DANIELI, SICILIANI
Colpo orrendo, inaspettato!
Ei sì perfido, sì ingrato!
Gli sia pena il suo rossor!
Onta al vil, 
al traditor! Sì! ecc.

ARRIGO
Nel mio petto esterrefatto
cessò il battito del core!
L'onta rea di tal misfatto
fa palese il mio rossor! ecc.

MONFORTE, BETHUNE, FRANCESI
Dio possente, a te la lode
salga umil dai nostri cori!
Ch'è salvasti il sen del prode
dal pugnale dei traditor! ecc.

ELENA, DANIELI, PROCIDA
Ah, patria adorata,
mio primo sospiro,
ti lascio prostrata
nel sangue, nel duol!
Il santo tuo spiro
più bello s'accenda,

(guardando ad Arrigo) 

e fosca a lui splenda
la luce del sol!

MONFORTE, BETHUNE
(Ad Arrigo.)
Rivolgi ora grato
alla Francia il sospiro!
Dell'Eden beato
è specchio il suo suol!
Più nobil deliro
il petto t'accenda,
più viva ti splenda
la luce del sol!

ARRIGO
(fra sé)
Per colpa del fato
in preda al deliro,
di sangue bagnato
ho il patrio mio suol!
Oh speme, il tuo spiro
nel seno è già spento,
non veggo, non sento
che lutto, che duol!

ELENA, DANIELI, PROCIDA
Il santo tuo spiro, ecc.

SICILIANI
E fosca a lui splenda, ecc.

FRANCESI
Più viva ti splenda, ecc.

(Arrigo s'approssima a Procida, Elena e siciliani) 

ARRIGO
Ah, donna! Pietate, amici!
Vi muova il mio dolor!

PROCIDA, SICILIANI
No, no; ei mente,
indietro il traditor!
o traditor!

MONFORTE
(Ad Arrigo)
Io ti saprò difender,
lieto con me vivrai!

ARRIGO
No! Giammai! Mi lascia!

SICILIANI
Indietro, indietro,
o traditor!

PROCIDA
(Ad Arrigo)
Or che quell'empio
è scudo a te,
di doppia infamia
segno sarai. 

SICILIANI
Sì, sì!

PROCIDA
A noi la gloria,
la morte a me!

SICILIANI
(ad Arrigo)
Sì, a noi la gloria!
L'infamia a te!

PROCIDA, ELENA, 
DANIELI, SICILIANI
Oh patria adorata, ecc.
A voi l'infamia,
a noi la gloria, ecc.

ARRIGO
Per colpa del fato, ecc.
A me l'infamia,
a voi la gloria, ecc.

MONFORTE, BETHUNE, FRANCESI
Rivolgi ora grato, ecc.
A voi l'infamia,
la gloria a noi! ecc.

(I soldati francesi prendono ad Elena, 
Procida, Danieli e siciliani)
ACTO  TERCERO 


Escena Primera 

(Palacio de Monforte) 

MONFORTE
Sí, ¡me aborrecía y con razón!
¡Tan malvado fui con ella 
que llegué un a raptarla!
¡Me odiaba y huyó de mí!
Durante tres lustros
al abrazo paternal 
escabulló al hijo oculto.
¡Lo educó en el horror al padre!
Tú que eres cruel:
¿cruel me llamas a mí?
En la proximidad de su muerte 
escribió, 
la fatal mujer,
un nuevo insulto
para el corazón paternal.

(Lee una carta que ha sacado de la pechera) 

"¡Para ti, que nada respetas!
Si el hacha sangrienta 
amenaza al valeroso Arrigo, 
honor del suelo patrio,
respeta al menos 
su inocente cabeza.
¡Pues es la de tu hijo!"
¡Oh, hijo, mi hijo!

Escena Segunda 

(entra Bethune) 

BETHUNE
El caballero rehusaba, obstinado,
venir aquí, 
¡y ha sido traído a la fuerza!

MONFORTE 
Está bien.

BETHUNE
¿Qué pena le será infligida?

MONFORTE
Ninguno.
Se le debe respetar 
y tener en alto honor.
¡Ve, Bethune, 
llámalo a mi presencia!

(Bethune sale) 

Escena Tercera 

MONFORTE
En brazos de la riqueza,
en el seno de los honores,
un vacío inmenso y horrible
reinaba en mi corazón.
Pero un porvenir feliz
ahora se abre ante de mí
si vivir me es dado, hijo, 
vivir junto a ti.
El odio, en vano te separó de mí.
¡Tu corazón orgulloso cederá!
Sí, con el brillo 
de este palacio
y con el paternal 
e inmenso amor,
el corazón de un padre
vencerá.
En brazos 
de la riqueza, etc.
¡Oh hijo, oh hijo!
Seré feliz
si vivir me es dado
vivir junto a ti.

Escena Cuarta 

(Arrigo entra precedido de dos pajes) 

ARRIGO
(para sí)
¿Sueño, o estoy despierto?
Humildes y solícitos 
todos acuden a satisfacer
a mis deseos;
a un gesto mío, todos felices se muestran.

(Dirigiéndose a Monforte.) 

Este es un nuevo juego
y en verdad bastante extraño,
pues de ti no espero 
mas que la muerte.

MONFORTE
¡La esperas en vano!
Sin temor ahora,
libre en este palacio,
puedes llamarme injusto
y vanas insidias 
contra mí tramar.

ARRIGO
Defender la patria 
es una noble misión. 
¡Yo combato a un tirano!

MONFORTE
¡Pero como un cobarde combates!
Con la espada yo hiero 
mientras tú lo haces con el puñal.
¡No te atreves 
ni a mirarme a la cara, 
audaz!
¡Ante ti indefenso estoy!

ARRIGO
¡Para mi desgracia!

MONFORTE
¡Oh necio, 
a quien salvó mi clemencia!
¿Tan dura recompensa me reservas?
Te crees generoso 
y sin embargo,
posees un corazón ingrato!

ARRIGO
¿Qué quieres decir?

MONFORTE
Cuando en mi pecho 
por ti hablaba
la piedad sincera 
de un ciego error, 
cuando un rebelde 
en ti salvaba,
Arrigo,
¿nada te dijo el corazón?

ARRIGO
(para sí)
A su voz me estremezco.
¡En vano 
ahuyento el terror!
¡Desgraciado!

MONFORTE
¿Y ante el dolor intenso 
que me oprimía
tu joven alma no palpitó?
¡Y sin embargo, ya lo ves,
un lágrima aparece
en mis tristes ojos!

ARRIGO
¿A qué tormento nuevo y despiadado,
el cruel destino
me condena?

MONFORTE
¡Está bien, Arrigo!
Si mi tormento 
a tu ingrato corazón no conmueve, 
lee entonces las palabras 
de tu madre...

ARRIGO
¿Qué? ¿De mi madre?

MONFORTE
¡Sí, ingrato! ¡Sí!
Mientras contemplo 
ese rostro amado
siento que mi alma 
se llena de dicha.
Por fin soy feliz en esta tierra
pues puedo volver a decir:
¡hijo!

ARRIGO
(Leyendo el papel)
¡Qué alegría! ¿Será verdad?
¿Sueño o estoy despierto?
¡Una carta de mi madre,
aquí, sobre mi corazón!
¡Oh, cielos! ¿Qué descubro?
Un secreto funesto se me revela.
¡Tiemblo de horror!
Un secreto funesto, etc.

MONFORTE
Mientras contemplo 
ese rostro amado
aunque lleno de dolor,
mi alma se llena de dicha
pues puedo volver a decir:
¡He aquí a mi hijo!
¡Vuelvo a ser padre!
Pero ¿qué te sucede?
¿Rehúyes mi mirada, oh hijo?

ARRIGO 
¡Estoy horrorizado!

MONFORTE
¿No sabes entonces quien soy yo?

ARRIGO
(para sí)
¡Oh mujer, te he perdido!

MONFORTE
¿Desconoces mi poder, 
Arrigo?
¡Soy Monforte!

ARRIGO
(para sí)
¡Oh mujer!
¡La he perdido!

MONFORTE
Gracias a mi poder
y sólo con que lo indiques,
te será concedido
cuanto pidas y esperes.
¡Títulos, honores, 
riquezas, bienes,
todo lo que ambiciones
yo te lo daré!

ARRIGO
Abandóname a mi suerte,
déjame y ¡seré feliz!

MONFORTE
Pero ¿no sabes 
qué espléndida fama 
tengo?
Mi nombre es glorioso.

ARRIGO
¡Tu nombre es execrable!

MONFORTE
¡Palabra fatal!
¡Insulto mortal!
¡Se ha desvanecido el gozo
que mi alma esperó!
¡Justicia suprema!
¡Tremendo anatema alcanza 
a un cruel hijo
que reniega del padre!

ARRIGO
¡Ah devuélveme, oh destino,
a mi oscuro estado!
¡Se ha desvanecido la esperanza
que mi alma sonó!
¡Justicia suprema!
¡Tremendo anatema 
la que cae sobre un hijo
que a su padre imprecó!

MONFORTE
¡Detente, Arrigo!

ARRIGO
¡Ah, déjame!

MONFORTE
¡Detente, Arrigo!

ARRIGO
¡Ah, déjame, oh cruel,
con mi dolor!

MONFORTE
¡Dulcifica tu cruel corazón!
¡En vano, oh hijo, 
cruel me llamas!
¡Que te venza el dolor
de tu padre!

ARRIGO
¡Déjame huir 
si es verdad que me amas!
¡Déjame marchar 
a otro país, 
a otro suelo!
¡Sí, déjame huir!

MONFORTE
¡Ah hijo, en vano, etc.

ARRIGO
¡Ah, arrojarme en tu pecho quisiera,
pero no puedo!

MONFORTE
¿Qué te lo impide, ingrato?

ARRIGO
¡El espectro de mi madre
se interpone entre nosotros!
Fuiste su verdugo...

MONFORTE 
¡Oh, hijo mío!

ARRIGO
... y mi alma sería culpable
si vacilara entre ella y tú.
¡Me avergüenzo de que 
mi corazón dude!

MONFORTE
¡Ah, hijo mío! ¡Hijo mío!

ARRIGO
Sombra amada, 
que en el cielo reposas,
devuélveme la fuerza 
que mi corazón perdió.
Que sobre mí 
tu mirada vele piadosa,
y ruega ¡oh madre! 
ruega por mí. Etc.

MONFORTE
El ardiente ruego de tu padre
¿no es nada, Arrigo, 
no es nada para ti?
Abre tu pecho
a un santo amor,
¡Entrégate, oh hijo, 
a mí! Etc.

(Arrigo se deshace del abrazo paterno)

Escena Quinta 

Ballet 

(Magnífica sala del palacio de Monforte. Baile 
de máscaras. Danza de Las Cuatro Estaciones) 

CORO
¡Oh, espléndidas fiestas!
¡Oh noches fecundas
de danzas alegres
y raras bellezas!
Son como rayos celestes
esos vivos esplendores
que infunden en los corazones
amor y voluptuosidad!
Son como rayos celestes, etc.

Escena Sexta

PROCIDA
(En voz baja)
¡Arrigo, sobre ti velan tus amigos!

ARRIGO
(para sí)
¡Cielos! ¿No me engaña el corazón?

ELENA
(En voz baja)
¡Arrigo, sobre ti velan tus amigos!

ARRIGO
¡Ah! ¿Qué voz vibra en mi pecho?

(Procida y Elena se quitan la mascara) 

¡Tú aquí, mujer! 
¡Oh, qué sorpresa!
¡Temo por vuestra seguridad!
¿Por qué habéis venido?

ELENA
¡Para salvarte!

PROCIDA
¡Y vengar a los oprimidos!

ARRIGO
¡Por Dios, hablad bajo!
Por mí nada ahora temo,
pues soy libre, pero vosotros...
Su ira debéis temer
y huir de su odio.

PROCIDA
Puedes estar tranquilo, el traidor...

ARRIGO
(señala a algunos franceses que entran)
¡Silencio! ¡Pueden oírnos! 

(para sí) 

¡Oh, terror!

PROCIDA, ARRIGO, ELENA
¡Oh, espléndidas fiestas! Etc.

ELENA
(A Arrigo y a media voz.)
Entre las alegres vueltas
de las entrelazadas danzas...

PROCIDA
... nuestros seguidores
ocultan sus rostros bajo las máscaras.

ELENA
(Poniendo una cinta en el pecho de Arrigo)
¡Por esta cinta de seda
nos reconoceremos unos a otros!

PROCIDA
¡Sus fuertes e intrépidos brazos
no golpearán en vano!

ELENA
Dentro de breves instantes
los aceros vengadores aquí brillarán.

PROCIDA
¡Junto a sus feroces esbirros
Monforte perecerá!

ARRIGO
¡Gran Dios! 

(para sí) 

¿Quién lo salvará?

PROCIDA 
¿Empalideces?

ARRIGO 
¡Nos podrían oír!

ELENA
¿Quién?

(Procida ve entrar a Monforte) 

PROCIDA
¡Él mismo!

ARRIGO 
(Aparte y tembloroso.)
¡Oh, día infausto!

PROCIDA 
(A Arrigo.)
¡Dentro de poco aquí nos juntaremos!

TODOS
¡Oh, espléndidas fiestas! Etc.

(Monforte se acerca a Arrigo)

Escena Séptima 

MONFORTE
(A Arrigo.)
Por estos placeres, 
nuevos para ti, 
¿no estás agradecido?

ARRIGO
Aquí sopla para ti 
un viento siniestro. ¡Vete!

MONFORTE
¿Qué mal puedo temer
en mi propia morada?

ARRIGO
¡No puedo decirlo! 
Sin embargo, te lo ruego... ¡Vete!
¡Temo por tu vida!

MONFORTE
¿Por mi salvación velas 
y por mí temes?
¡Ah, se abre por fin tu alma
a mi paternal afecto!
Tus errores olvido,
¡ven, deja que te estreche contra mi pecho!

ARRIGO
¡Jamás! ¡Detente!

MONFORTE 
¡Entonces me quedaré!

ARRIGO 
(Con calor.)
¡Incauto! 
¡Caerás bajo su venganza!

MONFORTE
¡No se atreverán jamás!

ARRIGO
(Le muestra a Monforte la cinta
¡Sobre esta señal 
he hecho un juramento!

MONFORTE
¡Tonterías!
¡Sería una muestra de cobardía! 
¡Quítatelo, insensato! 

(Le arranca el lazo.) 

¿Tiemblas? 
Sientes el horror de la traición.
¡Lo veo! 
¡La sangre francesa aún hierve en tu pecho!

ARRIGO 
¡No, no, no es culpable
quien sirve al patrio honor!
Pero tú ¡ah, escúchame! ¡Vete!
¡Cede a mis ruegos, ah! ¡Márchate!

MONFORTE
¡Lo esperas en vano!

(los conjurados van rodeando a Monforte)

ARRIGO
¡Ya se acercan, ves!
¡Ya te rodean! ¡Aquí están!
¡Sus aceros brillan sobre ti!

(Elena, Procida y los demás, rodean a Monforte) 

PROCIDA
¡Sea éste el último
día para los franceses!
¡Ataquemos, por Sicilia!

ARRIGO 
¡Detente!

(Arrigo defiende con su cuerpo a Monforte) 

MONFORTE
¡A mí, Francia!

(los soldados franceses entran) 

¡A prisión, 
detened a todos los que lleven 
un adorno igual!

(Señala el lazo de Procida) 

¡El hacha para todos ellos!

(Indicando a Arrigo.) 

¡Que éste quede libre!
¡Ha sido un leal enemigo!

PROCIDA 
¡Oh, traición!

MONFORTE
¡Él protegió mi vida!
¡Desveló la intriga
que a esos malvados
llevará a la muerte!

PROCIDA, ELENA
DANIELI, SICILIANOS
¡Golpe horrible e inesperado!
¡Tan pérfido, tan ingrato!
¡Que la vergüenza sea su castigo!
¡Deshonor al vil, 
al traidor! Etc.

ARRIGO
¡Mi corazón ha dejado de latir
de puro horror!
¡Mi infame conducta
me llena de vergüenza!

MONFORTE, BETHUNE, FRANCESES
¡Dios, que hasta Ti llegue
nuestra alabanza!
¡Salvaste su pecho 
del traidor puñal! Etc.

ELENA, DANIELI, PROCIDA
¡Oh, patria adorada,
tú fuiste mi primer amor
y ahora te dejo postrada
en la sangre y el dolor!
¡Que tu santo espíritu
más bello se encienda

(Señalando a Arrigo.) 

y se oscurezca para él
la luz del sol!

MONFORTE, BETHUNE
(A Arrigo)
¡Vuelve tu mirada
a Francia!
¡Su suelo es un espejo
del Edén!
¡Que se encienda en ti
una noble pasión 
y brille para tu corazón
la luz del sol! 

ARRIGO
(para sí)
¡Por culpa del destino,
presa del delirio,
de sangre he bañado
el patrio suelo!
¡Oh esperanza, tu aliento
en mi pecho ha muerto,
no veo, no siento
más que luto y dolor!

ELENA, DANIELI, PROCIDA
¡Tu santo espíritu, etc.

SICILIANOS
Y se oscurezca para él, etc.

FRANCESES
Y brille para su corazón, etc.

(Arrigo se acerca a los conjurados) 

ARRIGO
¡Ah, mujer! ¡Piedad, amigos!
¡Apiadaros de mi dolor!

PROCIDA, SICILIANOS
¡No, no, mientes!
¡Atrás, traidor!
¡Traidor!

MONFORTE
(A Arrigo)
¡Yo te defenderé
y vivirás feliz conmigo!

ARRIGO
¡No! ¡Jamás! ¡Déjame!

SICILIANOS
¡Atrás, traidor!
¡Traidor!

PROCIDA
(A Arrigo)
Veo que te escudas 
en este malvado.
Ahora una doble infamia 
ha caído sobre ti.

SICILIANOS
¡Sí, sí!

PROCIDA
¡Para nosotros la gloria,
la muerte para mí!

SICILIANOS
(a Arrigo)
¡Sí, para nosotros la gloria!
¡La infamia para él!

PROCIDA, ELENA
DANIELI, SICILIANOS
¡Oh, patria adorada, etc.
¡A vosotros la infamia,
para nosotros la gloria! Etc.

ARRIGO
Por culpa del destino, etc.
¡Para ellos la gloria,
para mí la infamia! Etc.

MONFORTE, BETHUNE, FRANCESES
¡Vuelve tu mirada a Francia, etc.
¡Para vosotros la infamia,
para nosotros la gloria! Etc.

(A un gesto de Monforte, son arrestados 
Procida, Elena y los sicilianos)

Acto IV