UN BAILE DE MÁSCARAS

 

Personajes

RICARDO

RENATO

AMELIA

ULRICA

ÓSCAR

SILVANO

SAMUEL

TOM

         Conde de Warwick, Gobernador de Boston     

Secretario de Ricardo

Esposa de Renato

Adivina Negra

Paje de Ricardo

Un Marinero

Conspirador

Conspirador

Tenor

Barítono

Soprano

     Contralto

Soprano

Bajo

Bajo

Bajo

 

La acción tiene lugar en Boston (EE.UU), colonia inglesa, a finales del siglo XVII.

 

ATTO PRIMO                               


Quadro 1

(In fondo, l'ingresso nelle
stanze del conte. È il mattino. Deputati, 
gentiluomini, popolani, ufficiali; sul
dinanzi, Samuel, Tom e loro ardenti. 
Tutti aspettano che si desti Riccardo)

UFFICIALI, GENTILUOMINI 
Posa in pace, 
a' bei sogni ristora, 
O Riccardo, il tuo nobile cor. 
A te scudo su questa dimora 
Sta d'un vergine mondo l'amor.

SAMUEL, TOM, ARDERENTI 
E sta l'odio che prepara il fio, 
Ripensando ai caduti per te. 
Come speri, disceso l'oblio 
Sulle tombe infelici non è.

(Entra Oscar dalla stanze del conte.)

OSCAR 
S'avanza il conte.

RICCARDO
(salutando gli astanti)
Amici miei... Soldati...

(ai deputati nel ricevere delle 
suppliche)

E voi del par diletti a me! Porgete: 
A me s'aspetta; io deggio 
Su' miei figli vegliar, perchè sia pago 
Ogni voto, se giusto. 
Bello il poter non è, che de' soggetti 
Le lagrime non terge, e ad incorrotta 
Gloria non mira.

OSCAR 
(a Riccardo)
Leggere vi piaccia 
Delle danze l'invito.

RICCARDO 
Avresti alcuna 
Beltà dimenticato?

OSCAR 
(porgendogli un foglio)
Eccovi i nomi.

RICCARDO 
(leggendo, tra sè )
Amelia... ah, dessa ancor! 
L'anima mia in lei rapita 
ogni grandezza oblia! 

La rivedrà nell'estasi 
Raggiante di pallore...
E qui sonar d'amore 
La sua parola udrà. 
O dolce notte, scendere 
Tu puoi gemmata a festa: 
Ma la mia stella è questa 
Che il ciel non ha!

SAMUEL, TOM, ADERENTI 
(sommessamente)
L'ora non è, che tutto 
Qui d'operar ne toglie 
Dalle nemiche soglie 
Meglio l'uscir sarà.

OSCAR, UFFICIALI, GENTILUOMINI 
Con generoso affetto 
Entro se stesso assorto, 
Il nostro bene oggetto 
De' suoi pensier farà.

RICCARDO 
(fra sè)
Ah! E qui sonar d'amore 
La sua parola udrà...

(ad Oscar)

Il cenno mio di là con essi attendi.

(Tutti s'allontanano. Oscar esce per 
ultimo e incontra Renato al limitare)

OSCAR 
(a Renato)
Libero è il varco a voi.

RENATO 
(fra sè)
Deh, come triste appar!

RICCARDO 
(fra sè)
Amelia!

RENATO 
(chinandosi)
Conte...

RICCARDO 
O ciel! lo sposo suo!

RENATO 
(accostandosi)
Turbato il mio 
Signor, mentre dovunque il nome suo 
Inclito suona?

RICCARDO 
Per la gloria è molto, 
Nulla per col. Segreta, acerba cura 
M'opprime.

RENATO 
E d'onde?

RICCARDO 
Ah no... non più...

RENATO 
Dirolla Io la cagion.

RICCARDO 
(fra sè)
Gran Dio!

RENATO 
So tutto...

RICCARDO 
E che?

RENATO 
So tutto. 
Già questa soglia istessa 
Non t'è securo asilo.

RICCARDO 
Prosegui.

RENATO 
Un reo disegno 
Nell'ombre si matura, 
I giorni tuoi minaccia.

RICCARDO 
(con gioia)
Ah!... gli è di ciò che parli? 
Altro non sai?

RENATO 
Se udir ti piace i nomi...

RICCARDO 
Che importa? Io li disprezzo.

RENATO 
Svelarli è mio dover.

RICCARDO 
Taci: nel sangue 
Contaminarmi allor dovrei. Non fia, 
Nol vo'. Del popol mio 
L'amor mi guardi 
e mi protegga Iddio.

RENATO 
Alla vita che t'arride 
Di speranze e gaudio piena, 
D'altre mille e mille vite 
Il destino s'incatena! 
Te perduto, ov'è la patria 
Col suo splendido avvenir? 

E sarà dovunque, sempre 
Chiuso il varco alle ferite, 
Perchè scudo del tuo petto 
È del popolo l'affetto? 

Dell'amor più desto è l'odio 
Le sue vittime a colpir.

OSCAR 
(all'entrata)
Il primo giudice.

RICCARDO 
S'avanzi.

GIUDICE 
(offrendogli dispacci a firmare)
Conte!

RICCARDO 
Che leggo!... 
il bando ad una donna! 
Or d'onde? 
Qual è il suo nome?... di che rea?

GIUDICE 
S'appella Ulrica, dell'immondo 
Sangue de' negri.

OSCAR 
Intorno a cui s'affollano 
Tutte le stirpi. Del futuro l'alta 
Divinatrice...

GIUDICE 
Che nell'antro abbietto 
Chiama i peggiori, d'ogni reo consiglio 
Sospetta già. Dovuto è a lei l'esilio, 
Nè muta il voto mio.

RICCARDO 
(ad Oscar)
Che ne di' tu?

OSCAR 
Difenderla vogl'io. 

Volta la terrea 
Fronte alle stelle, 
Come sfavilla 
La sua pupilla, 
Quando alle belle 
Il fin predice 
Mesto o felice 
Dei loro amor! 
È con Lucifero 
D'accordo ognor.

RICCARDO 
Che vaga coppia . . . 
Che protettor!

OSCAR 
Chi la profetica 
Sua gonna afferra, 
O passi 'l mare, 
Voli alla guerra, 
Le sue vicende 
Soavi, amare 
Da questa apprende 
Nel dubbio cor. 
È con Lucifero 
D'accordo ognor...

GIUDICE 
Sia condannata!

OSCAR 
(verso il conte)
Assolverla degnate.

GIUDICE
¡Condannata!

RICCARDO 
Ebben, tutti chiamate: 
Or v'apro un mio pensier.

(Renato ed Oscar invitano a rientrar 
gli usciti)

RICCARDO 
Signori: oggi d'Ulrica 
Alla magioni v'invito, 
Ma sotto altro vestito; 
Io là sarò.

RENATO 
Davver?

RICCARDO 
Sì, vo' gustar la scena.

RENATO 
L'idea non è prudente.

OSCAR 
La trovo anzi eccellente, 
Feconda di piacer.

RENATO 
Te ravvisar taluno Ivi potria.

RICCARDO 
Qual tema!

SAMUEL, TOM 
(sogghignando)
Ve', ve', 
di tutto trema 
Codesto consiglier.

RICCARDO 
(ad Oscar)
E tu m'appronta un abito 
Da pescator.

SAMUEL, TOM, ADERENTI 
(sottovoce)
Chi sia 
Che alla vendetta l'adito 
Non s'apra alfin colà?

RICCARDO 
Ogni cura si doni al diletto, 
E s'accorra nel magico tetto: 
Tra la folla de' creduli ognuno 
S'abbandoni e folleggi con me...

RENATO 
E s'accorra, ma vegli 'l sospetto 
Sui perigli che fremono intorno, 
Ma protegga il magnanimo petto 
Di chi nulla paventa per sè.

OSCAR 
L'indovina ne dice di belle, 
E sta ben che l'interroghi anch'io; 
Sentirò se m'arridon le stelle, 
Di che sorti benefica m'è. 

RICCARDO 
Ogni cura si doni al piacer...

RENATO 
E s'accorra e si vegli.

RICCARDO 
Dunque, signori, aspettovi, 
Incognito, alle tre 
Nell'antro dell'oracolo, 
Della gran maga al piè. 

OSCAR, UFFICIALI, GENTILUOMINI 
Teco sarem di subito, 
Incogniti, alle tre 
Nell'antro dell'oracolo, 
Della gran maga al piè.

RENATO 
E s'accorra, 
ma vegli 'l sospetto...

SAMUEL, TOM, ADERENTI 
Senza posa vegliamo all'intento, 
Nè si perda ove scocchi il momento. 
Forse l'astro che regge il suo fato 
Nell'abisso là spegnersi de'.

RICCARDO 
Alle tre nell'antro dell'oracolo. 
Ogni cura si doni al diletto, 
E s'accorra al fatidico tetto: 
Per un di si folleggi, si scherzi, 
Mai la vita più cara non è.

OSCAR, CORO
Si, si

RENATO 
Ma protegga il magnanimo petto 
Di chi nulla paventa per sè...

OSCAR 
Sentirò se m'arridon le stelle, 
Qual presagio le dettan per me...

SAMUEL, TOM, ADERENTI 
Forse l'astro che regge il suo fato 
Nell'abisso là spegnersi de'...

UFFICIALI, GENTILUOMINI 
Sì! Alfin brilli d'un po' di follia 
Questa vita che il cielo ne diè....

RICCARDO 
La vita mai si cara non è...
Alle tre, alle tre... 
Dunque, signori, aspettovi, ecc.

TUTTI GLI ALTRI 
Alle tre, alle tre!
Teco sarem di subito, ecc.
ACTO PRIMERO


Escena 1

(Una sala en la casa del Gobernador.
Es de mañana. Diputados, burgueses,
ciudadanos, oficiales, en primer
término; Samuel, Tom y sus secuaces, 
todos a la espera de Ricardo)

OFICIALES, CORO
Descansa en paz ¡oh, Ricardo!
y que bellos sueños 
reconforten tu corazón.
Como escudo tuyo sobre esta morada
está el amor de una tierra virgen, etc.

SAMUEL, TOM, SECUACES
Y está el odio que prepara el castigo,
por los que han caído por tu culpa.
No nos hemos olvidado.
Sobre sus infelices tumbas, no etc.

(Entra Óscar)

ÓSCAR
Viene el Conde.

RICARDO
(saludando a los presentes)
Amigos míos... Soldados...

(a los diputados, recibiendo
peticiones)

¡Vosotros, queridos míos! Dádmelas.
A mí me corresponde :
debo velar por mis hijos,
para satisfacer todo deseo, si es justo.
No es bueno el poder que no enjuga
las lágrimas de los súbditos, 
y a una incorrupta gloria no aspira.

ÓSCAR
(a Ricardo)
Haced el favor de leer
las invitaciones al baile.

RICARDO
¿Te habrás olvidado
de alguna beldad?

ÓSCAR
(entregándole un papel)
Aquí tenéis los nombres.

RICARDO
(leyendo, aparte)
¡Amelia... ah, ella otra vez! 
¡Mi alma arrebatada por ella 
toda grandeza olvida!

Volve a verla, 
radiante de palidez...
Y aquí oír de nuevo 
el amoroso sonido de su palabra.
Oh dulce noche, puedes 
descender enjoyada:
¡pero mi estrella, ah, es ésta
que ni el cielo posee!

SAMUEL, TOM, SECUACES
(para sí)
Aún no es la hora, ya que aquí
todo nos impide actuar.
Será mejor salir
de este lugar enemigo, etc.

ÓSCAR, OFICIALES, CORO
Con generoso afecto
en sí mismo absorto
de nuestro bien el objeto
de sus pensamientos hará, etc.

RICARDO
(para sí)
¡Ah! Y aquí el amoroso sonido, 
de sus palabras...

(a Óscar)

Espera mis órdenes, allí con ellos.

(Todos se alejan. Óscar, el último,
encuentra a Renato en el umbral.)

ÓSCAR
(a Renato)
El camino está libre para vos.

RENATO
(aparte)
¡Ay, qué triste parece!

RICARDO
(aparte)
¡Amelia!

RENATO
(inclinándose)
Conde...

RICARDO
¡Oh, cielos! ¡Su esposo!

RENATO
(acercándose)
¿Mi señor está turbado,
mientras por todas partes 
su nombre ínclito suena?

RICARDO
Es mucho para la gloria,
nada para el corazón. 
Una amarga inquietud me oprime.

RENATO
¿Por qué?

RICARDO
Ah, no... ya no...

RENATO
Os diré yo la razón.

RICARDO
(aparte)
¡Gran Dios!

RENATO
Lo sé todo.

RICARDO
¿Qué?

RENATO
Lo sé todo.
Este mismo lugar ya no es
un refugio seguro para ti.

RICARDO
Continúa.

RENATO
Un malvado designio
madura en la sombra,
y amenaza tus días.

RICARDO
(con alegría)
¡Ah!... ¿Te referías a eso?
¿No sabes nada más?...

RENATO
Si deseas conocer sus nombres...

RICARDO
¿Qué importa? Les desprecio.

RENATO
Mi deber es revelarlos.

RICARDO
Calla: pues debería 
verter su sangre.
No quiero que eso ocurra. 
Que me guarde el amor de mi pueblo 
y que Dios me proteja.

RENATO
¡A la vida que te sonríe
de esperanzas y gozo llena,
se encadena el destino
de otros miles y miles de vidas!
Si mueres, ¿qué será de la patria
con su espléndido porvenir?

¿Y estás en todas partes
protegido de las heridas,
porque el escudo de tu pecho
sea el afecto del pueblo?

El odio es más diestro que el amor
para atacar a sus víctimas, etc.

ÓSCAR
(en la entrada)
El primer juez.

RICARDO
Que pase.

JUEZ
(con despachos para firmar)
¡Conde!

RICARDO
¡Qué leo! 
¡El exilio para una mujer! ¿Por qué?
¿Cuál es su nombre? 
¿De qué se le acusa?

JUEZ
Se llama Ulrica, 
de la inmunda sangre de los negros.

ÓSCAR
En torno a ella se agolpan
todas las razas. 
Es la gran adivina del futuro...

JUEZ
A su abyecto antro sólo acuden
truhanes, es sospechosa
de todo vil consejo. Merece el exilio,
no cambiaré mi veredicto.

RICARDO
(a Óscar)
¿Y tú que dices?

ÓSCAR
Yo quiero defenderla.

Vuelta la terrosa
frente a las estrellas
¡cómo centellea
su pupila,
cuando a las bellas
el fin predice
triste o feliz
de sus amores!
Está siempre
de acuerdo con Lucifer, etc., sí, sí.

RICARDO
Bonita pareja...
¡Vaya protector!

ÓSCAR
Quien a su profética
falda se aferra,
ya cruce el mar,
ya vuele a la guerra,
su destino,
dulce o amargo,
conocerá 
en su turbado corazón.
Está siempre
de acuerdo con Lucifer... 

JUEZ
¡Que sea condenada!

ÓSCAR
(al Conde)
¡Dignaos absolverla!

JUEZ
¡Condenada!

RICARDO
Bien: llamad a todos.
Os diré lo que he pensado.

(Renato y Óscar invitan a entrar 
a los que habían salido.)

RICARDO
Señores: hoy os invito
a la morada de Ulrica,
pero disfrazado
allí yo estaré.

RENATO
¿De verdad?

RICARDO
Sí, quiero disfrutar de la escena.

RENATO
La idea no es prudente.

ÓSCAR
Al contrario, la encuentro excelente,
fecunda de placer.

RENATO
Alguien podría reconocerte allí.

RICARDO
¡Qué miedo!

SAMUEL, TOM
(sonriendo malignamente)
¡Mira, mira! 
Cualquier cosa hace temblar
a este consejero.

RICARDO
(a Óscar)
Y tú prepárame 
unas ropas de pescador.

SAMUEL, TOM Y SUS SECUACES
(en voz baja)
¿Quién sabe
si la ocasión para la venganza
no se nos presentará al fin allí?

RICARDO
Prestemos toda la atención al deleite,
y acudamos al mágico techo:
que entre la multitud de los crédulos
cada uno se divierta conmigo...

RENATO
Acudamos, pero que vele la sospecha
sobre los peligros que se agitan allí,
que proteja el magnánimo pecho
de quien nada teme para sí.

ÓSCAR
La adivina dice la buenaventura,
la interrogaré también yo;
oiré si me sonríen las estrellas,
y me anuncian un destino feliz.

RICARDO
Prestemos toda la atención al placer...

RENATO
Acudamos...

RICARDO
Pues, señores, os espero,
de incógnito, a las tres.
En el antro del oráculo,
a los pies de la gran maga.

ÓSCAR, OFICIALES, NOBLES
Contigo estaremos enseguida,
de incógnito, a las tres.
En el antro del oráculo,
a los pies de la gran maga.

RENATO
Acudamos, 
pero que vele la sospecha...

SAMUEL, TOM, SECUACES
Sin pausa ocupémonos del intento,
no perdamos, si surge, la ocasión.
Quizás el astro que rige su destino
deba extinguirse allí en el abismo.

RICARDO
A las tres. En el antro del oráculo.
Prestemos toda la atención al deleite
y acudamos al fatídico techo:
por un día divirtámonos, bromeemos,
nunca la vida más preciosa es.

ÓSCAR Y CORO
Sí, sí.

RENATO
Pero proteja el magnánimo pecho
de quien nada teme para sí...

ÓSCAR
Oiré si me sonríen las estrellas,
y me anuncian un destino feliz...

SAMUEL, TOM, SECUACES
Quizás el astro que rige su destino
deba extinguirse allí en el abismo...

OFICIALES, NOBLES
Que al fin brille la diversión
en esta vida que el cielo nos dio...

RICARDO
La vida nunca tan preciosa es....
¡A las tres, a las tres!... 
Así pues señores os espero...

TODOS
¡A las tres, a las tres!
Contigo estaremos en seguida...

Quadro 2

(A sinistra un camino, il fuoco è acceso,
e la caldaia magica fuma sovra un
treppiè; dallo stesso lato l'uscio d'un
oscuro recesso. Sul davanti, una piccola
porta segreta. Nel fondo, l'entrata della
porta maggiore con ampia finestra 
da lato. In mezzo, una rozza tavola, 
e pendenti dal tetto e dalle pareti
stromenti ed arredi analoghi che al
luogo.Nel fondo uomini e donne del
popolo. Ulrica presso la tavola; poco
distanti, un fanciullo ed una giovinetta
che le domandano la buona ventura.)

POPOLANE 
Zitti... l'incanto non dessi turbare. 
Il demonio tra breve halle a parlare.

ULRICA 
Re dell'abisso, affrettati, 
Precipita per l'etra, 
Senza librar la folgore 
Il tetto mio penetra. 
Omai tre volte l'upupa 
Dall'alto sospirò; 
La salamandra ignivora 
Tre volte sibilò... 
E delle tombe il gemito 
Tre volte a me parlò.

(Riccardo entra vestito da pescatore,
avanzandosi tra la folla, nè scorgendo 
alcuno dei suoi)

RICCARDO 
(fra sè)
Arrivo il primo!

POPOLANE 
Villano, dà indietro. 

(Riccardo s'allontana ridendo)

Oh, come tutto riluce di tetro!

ULRICA 
(con esaltazione, declamando)
È lui, è lui! ne' palpiti 
Come risento adesso 
La voluttà riardere 
Del suo tremendo amplesso! 
La face del futuro 
Nella sinistra egli ha. 
M'arrise al mio scongiuro, 
rifolgorar la fa: 
Nulla, più nulla ascondersi 
Al guardo mio potrà!

(Batte al suolo esparisce)

POPOLANE 
Evviva la maga!

ULRICA 
(di sotterra)
Silenzio, silenzio!

SILVANO 
(rompendo la calca)
Su, fatemi largo, 
saper vo' il mio fato. 
Del conte sono servo, 
son suo marinaro: 
La morte per esso 
più volte ho sfidato; 
Tre lustri son corsi del vivere amaro, 
Tre lustri che nulla s'è fatto per me.

ULRICA 
(ricomparendo)
E chiedi?

SILVANO 
Qual sorte pel sangue 
versato mi attende.

RICCARDO 
(fra sè)
Favella da franco soldato

ULRICA 
(a Silvano)
La mano.

SILVANO 
Prendete.

ULRICA 
(osservando la mano)
Rallegrati omai: 
In breve dell'oro e un grado t'avrai.

(Riccardo trae un rotolo e vi scrive su)

SILVANO 
Scherzate?

ULRICA 
Va pago.

RICCARDO 
(ponendolo in tasca a Cristiano 
che non s'avvede)
Mentire non de'

SILVANO 
A fausto presagio 
ben vuolsi mercè.

(Frugando trova il rotolo su cui legge
estatico:)

"Riccardo al suo caro 
Silvano uffiziale." 
Per Bacco!... non sogno! 
dell'oro ed un grado! 
Evviva! Evviva!

POPOLANE 
Evviva la nostra Sibilla immortale, 
Che spande su tutti ricchezze e piacer.

POPOLANE 
(S'ode picchiare alla piccola porta)
Si batte!

(Ulrica va ad aprire ed entra un servo)

RICCARDO 
(fra sè)
Che veggo! sull'uscio segreto 
Un servo d'Amelia!

SERVO 
(sommessamente ad Ulrica, ma inteso 
da Riccardo)
Sentite: 
la mia Signora, 
che aspetta là fuori,
vorria pregarvi in segreto d'arcano parer.

RICCARDO 
Amelia!

ULRICA 
S'inoltri, ch'io tutti allontano.

RICCARDO 
Non me. 

(Il servo parte)

ULRICA 
Perchè possa rispondere a voi 
È d'uopo che innanzi 
m'abbocchi a Satana; 
Uscite, lasciate ch'io scruti nel ver.

SILVANO, POPOLANE 
Usciamo, 
si lasci che scruti nel ver.

(Mentre tutti s'allontanano, Riccardo
s'asconde. Amelia entra agitatissima)

ULRICA 
Che v'agita cosi?

TUTTI
Usciamo, si lasci che scruti nel ver.

ULRICA
Che v'agita così?

AMELIA 
Segreta, acerba 
Cura che amor destò...

RICCARDO 
(nascosto)
Che ascolto!

ULRICA 
E voi cercate?

AMELIA 
Pace... 
Svellermi dal petto 
Chi sì fatale e desïato impera! 
Lui, che su tutti il ciel arbitro pose.

RICCARDO 
(fra sè)
Che ascolto? Anima mia!

ULRICA 
L'oblio v'è dato. 
Arcane stille conosco 
d'una magic' erba, 
Che rinnovella il cor... 
Ma chi n'ha d'uopo 
Spiccarla debbe di sua man 
nel fitto delle notti. 
Funereo è il loco.

AMELIA 
Ov'è?

ULRICA 
L'osate voi?

AMELIA 
(risoluta)
Sì, qual esso sia.

ULRICA 
Dunque ascoltate: 

Della città all'occaso, 
Là dove al tetro lato 
Batte la luna pallida 
Sul campo abbominato . . . 
Abbarbica gli stami, 
A quelle pietre infami, 
Ove la colpa scontasi 
Coll'ultimo sospir!...

AMELIA 
Mio Dio! qual loco!

ULRICA 
Attonita e già tremante siete?

RICCARDO 
Povero cor!

ULRICA 
V'esanima?

AMELIA 
Agghiaccio...

ULRICA 
E l'oserete?

AMELIA 
Se tale è il dover mio 
Troverò possa anch'io.

ULRICA 
Stanotte?

AMELIA 
Sì.

RICCARDO 
(fra sè)
Non sola: 
Chè te degg'io seguir.

AMELIA 
Consentimi, o Signore, 
Virtù ch'io lavi 'l core. 
E l'infiammato palpito 
Nel petto mio sopir.

ULRICA 
Va, non tremar, l'incanto 
Inaridisce il pianto. 
Osa e berrai nel farmaco 
L'oblio de' tuoi martir...

RICCARDO 
(fra sè)
Ah! Ardo, e seguirla ho fisso 
Se fosse nell'abisso, 
Pur ch'io respiri, Amelia, 
L'aura de' tuoi sospir.

VOCI 
(dal fondo)
Figlia d'averno, schiudi la chiostra, 

(spinte alla porta)

E tarda meno a noi ti mostra. 

ULRICA 
(ad Amelia)
Presto, partite... Addio.

AMELIA 
Stanotte... Addio.

(Amelia fugge per la porta segreta)

RICCARDO 
Non sola: chè te degg'io seguir!

(Ulrica apre l'entrata maggiore: 
entrano Samuel, Tom e aderenti, 
Oscar, gentiluomini e ufficiali 
travestiti bizzarramente, ai quali 
s'unisce Riccardo)

SAMUEL, TOM, CORO 
Su, profetessa, monta il treppiè, 
Canta il futuro,

OSCAR 
Ma il re dov'è?

RICCARDO 
(fattosi presso a lui)
Taci, nascondile che qui son io. 

(poi volto rapidamente ad Ulrica)

Or tu, Sibilla, che tutto sai, 
Della mia stella mi parlerai.

SAMUEL, TOM, CORO 
Canta il futuro, canta il futuro!

RICCARDO 
Di' tu se fedele 
Il flutto m'aspetta, 
Se molle di pianto 
La donna diletta 
Dicendomi addio 
Tradì l'amor mio. 
Con lacere vele 
E l'alma in tempesta, 
I solchi so franger 
Dell'onda funesta, 
L'averno ed il cielo 
Irati sfidar. 
Sollecita esplora, 
Divina gli eventi: 
Non possono i fulmin, 
La rabbia de' venti, 
La morte, l'amore 
Sviarmi dal mar.

OSCAR, SAMUEL, TOM, CORO 
Non possono i fulmin, 
La rabbia de' venti, 
La morte, l'amore 
Sviarlo dal mar.

RICCARDO 
Sull'agile prora 
Che m'agita in grembo, 
Se scosso mi sveglio 
Ai fischi del nembo, 
Ripeto fra' tuoni 
Le dolci canzoni, 
Le dolci canzoni 
Del tetto natio, 
Che i baci ricordan 
Dell'ultimo addio, 
E tutte raccendon 
Le forze tua profezia, 
Di ciò che può sorger 
Dal fato qual sia; 
Nell'anime nostre 
Non entra terror.

OSCAR, SAMUEL, TOM, CORO, 
Nell'anime nostre 
Non entra terror.

ULRICA 
Chi voi siate, l'audace parola 
Può nel pianto prorompere un giorno, 
Se chi sforza l'arcano soggiorno 
Va la colpa nel duolo a lavar. 
Se chi sfida il suo fato insolente 
Deve l'onta nel fato scontar.

RICCARDO 
Orsù, amici.

SAMUEL 
Ma il primo chi fia?

OSCAR 
Io.

RICCARDO 
(offrendo la palma ad Ulrica)
L'onore a me cedi.

OSCAR 
E lo sia.

ULRICA 
(solennemente, esaminando la mano)
È la destra d'un grande, vissuto 
Sotto gli astri di Marte.

OSCAR 
Nel vero ella colse.

RICCARDO 
Tacete.

ULRICA 
(staccandosi da lui)
Infelice... Va... mi lascia...
Non chieder di più.

RICCARDO 
Su, prosegui.

ULRICA 
No... lasciami. 

RICCARDO 
Parla.

ULRICA 
(evitando)
Va... Te ne prego.

RICCARDO
Parla!

ULRICA
Te ne prego!

OSCAR, SAMUEL, TOM, CORO 
(a Ulrica)
Eh, finiscila omai.

RICCARDO 
Te lo impongo.

ULRICA 
Ebben, presto morrai.

RICCARDO 
Se sul campo d'onor, 
ti so grado.

ULRICA 
(con più forza)
No... per man d'un amico. 

OSCAR 
Gran Dio! 
Quale orror!

SAMUEL, TOM, CORO 
Quale orror!

ULRICA 
Così scritto è lassù. 

OSCAR, SAMUEL, TOM ,CORO
Quale orror!

RICCARDO 
(guardandosi intorno)
È scherzo od è follia 
Siffatta profezia: 
Ma come fa da ridere 
La lor credulità!

ULRICA 
(passando innanzi a Samuel e Tom)
Ah voi, signori, a queste 
Parole mie funeste 
Voi non osate ridere; 
Che dunque in cor vi sta?

SAMUEL, TOM 
La sua parola è dardo, 
È fulmine lo sguardo, 

OSCAR, CORO 
Ah! Tal fia dunque il fato? 
Ch'ei cada assassinato? 
Al sol pensarci l'anima 
Abbrividendo va...

RICCARDO 
È scherzo od è follia... 

ULRICA
Ah, voi, signori, aqueste parole...

SAMUEL, TOM
La sua parola è dardo, 
È fulmine lo sguardo.
Dal confidente demone
Tutto costei risà...

RICCARDO 
(con vivacità)
Finisci il vaticino. 
Di', chi fia dunque l'uccisor?

ULRICA 
Chi primo 
Tua man quest'oggi stringerà.

RICCARDO
Benissimo.

(offrendo la destra ai circostanti 
che non osano toccare)

Qual è di voi, che provi 
L'oracolo bugiardo? 
Nessuno!

(Renato appare all'entrata)

RICCARDO 
(accorrendo a lui e stringendogli 
la mano)
Eccolo.

TUTTI
È desso!

SAMUEL, TOM 
(ai loro aderenti)
Respiro; 
il caso ne salvò.

CORO 
(contro Ulrica)
L'oracolo mentiva.

RICCARDO 
Sì; perchè la man che stringo 
È del più fido amico mio!

RENATO 
Riccardo!

ULRICA 
(riconoscendo il conte)
Il conte!...

RICCARDO 
(a lei)
Nè chi fossi il genio tuo 
Ti rivelò, nè che voleano al bando 
Oggi dannarti.

ULRICA 
Me?

RICCARDO 
(gettandole una borsa)
T'acqueta e prendi.

ULRICA 
Magnanimo tu sei, ma v'ha fra loro 
Il traditor; più d'uno 
Forse...

SAMUEL, TOM 
Gran Dio!

RICCARDO 
Non più.

SILVANO, CORO 
(da lontano)
Viva Riccardo!

TUTTI
Quai voci?

CORO 
(da lontano)
Viva!

SILVANO
(dal fondo, volto ai suoi)
È lui, ratti movete, è lui: 
Il nostro amico e padre.

(Marinai, uomini e donne del 
popolo s'affollano all'entrata)

Tutti con me chinatevi al suo piede 
E l'inno suoni della nostra fè. 

SILVANO, CORO 
O figlio d'Inghilterra, 
Amor di questa terra! 
Reggi felice, arridano 
Gloria e salute a te.

OSCAR 
Il più superbo alloro 
Che vince ogni tesoro 
Alla tua chioma intrecciano 
Riconoscenza a fè.

RICCARDO 
E posso alcun sospetto 
Alimentar nel petto, 
Se mille cuori battono 
Per immolarsi a me?

RENATO 
Ma la sventura è cosa 
Pur ne' trionfi ascosa, 
Là dove il fato ipocrita 
Veli una rea mercè.

SAMUEL, TOM, ADERENTI 
(fra loro)
Chiude al ferir la via 
Questa servil genia, 
Che sta lambendo l'idolo, 
E che non sa il perchè.

ULRICA 
Non crede al proprio fato 
Ma pur morrà piagato. 
Sorrise al mio presagio 
Ma nella fossa ha il piè.

OSCAR
Ah! Invitato alloro
Che vince ogmo tesoro...

RICCARDO 
E posso alcun sospetto 
Alimentar nel petto...

ULRICA 
Non crede al proprio fato 
Ma pur morrà piagato...

RENATO 
Ma la sventura è cosa 
Pur ne' trionfi ascosa...

SAMUEL, TOM, ADERENTI 
Chiude al ferir la via 
Questa servil genia...

SILVANO, CORO 
O figlio d'Inghilterra, 
Amor di questa terra! 
Escena 2

(Choza de Ulrica. A la izquierda una
chimenea; el fuego está encendido, y
la caldera mágica humea sobre un
trípode. En el mismo lado, la entrada
de una habitación oscura. A la
derecha una escalera que se pierde
en la bóveda y al final de la misma
una puerta secreta. Al fondo, la 
puerta de entrada y una gran
ventana. Hombres y mujeres del
pueblo. Ulrica junto a la mesa; un
muchacho y una jovencita le piden 
la buenaventura)

GENTE DEL PUEBLO
Callad... no debe turbarse el encanto.
El demonio no tardará en hablarle.

ULRICA
Rey del abismo, apresúrate,
precipítate por el éter,
y sin lanzar el rayo
penetra mi techo.
Ya tres veces la abubilla
desde lo alto suspiró,
la salamandra ígnea
tres veces silbó...
y de las tumbas el gemido
tres veces me habló etc.

(Ricardo vestido de pescador, 
se adelanta de entre la multitud sin 
ser reconocido)

RICARDO
(para sí)
¡Soy el primero en llegar!

GENTE DEL PUEBLO
Atrás, villano.

(él se aleja riendo)

¡Oh, qué tétrico luce todo!

ULRICA
(con exaltación, declamando)
¡Es él, es él! ¡En mis latidos
vuelvo de nuevo a sentir
la voluptuosidad
de su tremendo abrazo!
En su mano izquierda tiene
la faz del futuro.
Sonríe a mi conjuro,
la hace otra vez fulgurar:
¡nada, ya nada podrá
esconderse a mi mirada!

(golpea el suelo y desaparece)

TODOS
¡Viva la maga!

ULRICA
(bajo tierra)
¡Silencio, silencio!

SILVANO
(Silvano se abre paso entre el gentío)
Vamos, dejadme paso, 
quiero conocer mi destino. 
Soy siervo del Conde,
soy su marino: 
por él he desafiado la muerte; 
tres lustros de amarga vida he pasado,
tres lustros en los que nada 
se ha hecho por mí.

ULRICA
(reapareciendo)
¿Qué buscas?

SILVANO
Qué suerte me espera por la sangre
que he vertido.

RICARDO
(aparte)
Habla con la franqueza de un soldado.

ULRICA
(a Silvano)
La mano.

SILVANO
¡Tómala.!

ULRICA
(observando la mano)
Alégrate ya:
pronto tendrás oro y un ascenso.

(Ricardo escribe en un papel)

SILVANO
¿Bromeáis?

ULRICA
Vete satisfecho.

RICARDO
(poniéndole en el bolsillo a Silvano,
un papel y una moneda)
Ella no debe mentir.

SILVANO
Un presagio tan fausto 
bien merece una recompensa.

(hurgando en su bolsillo encuentra el
rollo en el que lee )

«Ricardo a su querido
Oficial Silvano».
¡Por Baco!... ¡No sueño!
¡Oro y un ascenso!
¡Viva! ¡Viva!

CORO
¡Viva nuestra Sibila inmortal;
que a todos nos da riquezas y placer!

TODOS
(llaman a la puertecilla)
¡Golpean!

(Ulrica va abrir y entra un siervo)

RICARDO
(aparte)
¡Qué veo, en la puerta secreta,
un criado de Amelia!

CRIADO
(en voz baja a Ulrica,
pero oído por Ricardo)
Escucha: mi señora, 
que espera allí fuera, 
quisiera que le dierais, en secreto, 
la opinión del arcano.

RICARDO
¡Amelia!

ULRICA
Que pase, haré salir a todos.

RICARDO
¡A mí no!

(el criado sale)

ULRICA
Para que pueda responderos
es preciso que primero 
consulte a Satanás; salid, 
dejad que yo escrute en la verdad.

SILVANO, TODOS
Salgamos, 
dejemos que escrute en la verdad.

(Mientras todos se alejan, Ricardo
se esconde. Amelia entra agitada)

ULRICA
¡Salid, salid!

TODOS
Salgamos, salgamos.

ULRICA
¿Qué es lo que os agita así?

AMELIA
Una secreta y amarga
inquietud que el amor despertó...

RICARDO
(aparte)
¡Qué oigo!

ULRICA
¿Y qué buscáis?

AMELIA
¡Paz, arrancarme del pecho a quien 
tan fatal y deseado en él impera!
A aquel que el cielo 
nos puso como gobernante.

RICARDO
(aparte, con viva emoción de alegría)
¿Qué oigo? ¡Alma mía!

ULRICA
El olvido os es posible. 
Conozco unas arcanas gotas 
de una hierba mágica, 
que renueva el corazón. 
Pero quien la necesite 
debe arrancarla con sus propias manos
en lo más denso de la noche. 
Fúnebre es el lugar.

AMELIA
¿Dónde es?

ULRICA
¿Os atrevéis?

AMELIA
(resuelta)
Sí, sea donde sea.

ULRICA
Entonces escuchad:

Al oeste de la ciudad,
allí en el tétrico lugar
donde la luna pálida da
sobre el campo abominado...
¡La hierba echa sus raíces
entre aquellas piedras infames,
donde se expían las culpas
con el último suspiro!...

AMELIA
¡Dios mío! ¡Qué sitio!

ULRICA
¿Ya estáis atónita y temblorosa?

RICARDO
¡Pobre corazón!

ULRICA
¿Os acobardáis?

AMELIA
Estoy helada...

ULRICA
¿Os atreveréis a hacerlo?

AMELIA
Si ése es mi deber
también yo encontraré fuerzas.

ULRICA
¿Esta noche?

AMELIA
Sí.

RICARDO
(aparte)
Pero no sola:
pues yo te seguiré.

AMELIA
Concédeme ¡oh, Señor!
la virtud para purificar mi corazón.
Sosiega el inflamado latido 
de mi pecho.

ULRICA
Ve, no tiembles, 
el encanto seca el llanto.
Atrévete y beberás en el elixir
el olvido de tus tormentos...

RICARDO
(aparte)
Ardo, y a seguirla estoy decidido
aunque fuera al fondo del abismo, 
con tal que yo respire, Amelia,
el aire de tus suspiros.

VOCES
(desde el fondo)
Hija del Averno, abre la gruta,

(empujan la puerta)

y tarda menos en mostrarte a nosotros.

ULRICA
(a Amelia)
¡Pronto, partid!...¡Adiós!

AMELIA
Esta noche...¡Adiós!

(huye por la puerta secreta)

RICARDO
¡No irás sola: voy a ir contigo!

(Ulrica abre la puerta principal.
Entran Samuel, Tom y sus secuaces,
Óscar, Nobles y ofíciales disfrazados
caprichosamente, a los cuales se une
Ricardo)

SAMUEL, TOM, CORO
Vamos, sibila, súbete al trípode,
preságianos el futuro.

ÓSCAR
Pero, ¿dónde está el Conde?

RICARDO
(se coloca a su lado)
Calla, que ella no sepa que estoy aquí.

(volviéndose a Ulrica)

Ahora tú, Sibila, que todo lo sabes,
háblame de mi estrella.

SAMUEL, TOM, CORO
¡Presagia el futuro, presagia el futuro!

RICARDO
Dime tú si leales
las olas me esperan,
si en llanto bañada
la mujer amada
diciéndome adiós
mi amor traicionó.
Con las velas rasgadas
y el alma tempestuosa,
los surcos sé romper
de las olas funestas;
y el Averno y el cielo
airados desafiar.
Solicita escruta
y adivina los eventos:
no pueden los rayos,
ni la furia de los vientos,
ni la muerte o el amor
apartarlo del mar.

ÓSCAR, SAMUEL, TOM, CORO
No pueden los rayos,
ni la furia de los vientos,
ni la muerte o el amor
apartarlo del mar.

RICARDO
Sobre la ágil proa
que me agita en su regazo,
si me despierto sacudido
por el silbido de la tormenta,
repito entre los truenos
las dulces canciones
de mi solar nativo,
que recuerdan los besos
del último adiós,
y vuelven a encender mi corazón.
Vamos, pues, 
que resuene tu profecía,
pues lo que pueda surgir del destino,
sea lo que sea;
en nuestras almas
no hay sitio para el terror.

ÓSCAR, SAMUEL, TOM, CORO, 
En nuestras almas
no hay sitio para el terror.

ULRICA
Quienquiera que seáis, vuestra audaz
palabra en llanto puede transformarse.
El que fuerza la morada del arcano
sus culpas en el dolor deberá pagar,
el que, insolente, desafía a su destino
en su mismo sino expiará la afrenta.

RICARDO
¡Ánimo, amigos!

SAMUEL
Pero, ¿quién será el primero?

ÓSCAR
¡Yo!

RICARDO
(tendiendo su mano a Ulrica)
Cédeme el honor.

ÓSCAR
Así sea.

ULRICA
(solemnemente, examinando la mano)
Es la diestra de un gran hombre, 
que ha vivido bajo el signo de Marte.

ÓSCAR
Ha acertado plenamente.

RICARDO
¡Cállate!

ULRICA
(apartándose de él)
Infeliz...¡Vete, déjame, 
no preguntes nada más!

RICARDO
¡Vamos, continúa!

ULRICA
No, ¡déjame!

RICARDO
¡Habla!

ULRICA
(evitándolo)
¡Vete!

RICARDO
¡Habla!

ULRICA
¡No insistas!

ÓSCAR, SAMUEL, TOM, CORO
(a ella)
¡Eh, acaba de una vez!

RICARDO
¡Te lo ordeno!

ULRICA
¡Pues bien: pronto morirás!

RICARDO
Si es en el campo del honor, 
te lo agradezco.

ULRICA
(con más fuerza)
No... por manos de un amigo.

ÓSCAR
¡Gran Dios!
¡Qué horror!

SAMUEL, TOM, CORO
¡Qué horror!

ULRICA
¡Así está escrito allí arriba!

ÓSCAR, SAMUEL, TOM, CORO
¡Qué horror!

RICARDO
(mirando a su alrededor)
Es broma o es locura
semejante profecía:
¡pero qué risa me da
su credulidad!

ULRICA
(acercándose a Samuel y Tom)
¡Ah, vosotros, señores, vosotros
que no os atrevéis a reíros
de mis funestas palabras!
¿Qué tenéis, pues, en el corazón?

SAMUEL, TOM
Su palabra es un dardo,
su mirada es un rayo.

ÓSCAR Y CORO
¡Ah! ¿Éste es, pues, su destino?
¿Que él caiga asesinado?
De sólo pensarlo el alma
se me estremece...

RICARDO
Es broma o es locura...

ULRICA
¡Ah, vosotros, señores, vosotros...

SAMUEL, TOM
Su palabra es un dardo,
su mirada es un rayo.
Por su diabólico confidente
ella conoce todo...

RICARDO
(con vivacidad)
Acaba tu vaticinio.
Dime, ¿quién será, pues, el asesino?

ULRICA
El primero
que estreche hoy tu mano.

RICARDO
Muy bien.

(ofreciendo su diestra a los que lo
rodean, que no se atreven a tocarla)

¿Quién de vosotros quiere probar
la falsedad del oráculo?
¡Nadie!

(Renato entra)

RICARDO
(yendo hacia Renato le da su diestra
al amigo)
¡Helo aquí!

TODOS
¡Es él!

SAMUEL Y TOM
(a los suyos)
Respiremos tranquilos, 
el azar nos ha salvado.

CORO
(contra Ulrica)
El oráculo ha mentido.

RICARDO
¡Sí, pues la mano que estreché
es la de mi más fiel amigo!

RENATO
¡Ricardo!

ULRICA
(reconociendo al Conde)
¡El Conde!

RICARDO
(a ella)
Tu genio no te reveló quién era yo, 
ni que al exilio querían
hoy condenarte.

ULRICA
¿A mí?

RICARDO
(dándole una bolsa)
Cálmate y toma esto.

ULRICA
Eres magnánimo, pero entre ellos 
hay un traidor, 
quizás más de uno...

SAMUEL Y TOM
¡Gran Dios!

RICARDO
Basta ya.

SILVANO, CORO
(desde lejos)
¡Viva Ricardo!

TODOS
¿Qué voces son ésas?

CORO
(desde lejos)
¡Viva!

SILVANO
(desde el fondo, a los suyos)
Es él, venid enseguida, es él:
nuestro amigo y padre.

(marinos, hombres y mujeres del
pueblo se agolpan en la entrada)

¡Inclinaos a sus pies y que suene 
el himno de nuestra lealtad!

SILVANO, CORO
¡Oh, hijo de Inglaterra
amor de esta tierra!
¡Gobierna feliz, y que
la gloria y la salud te sonrían!

ÓSCAR
El más soberbio laurel
que supera cualquier tesoro
en tu cabellera entrelazan
Lealtad y Fe.

RICARDO
¿Y puedo alguna sospecha
alimentar en mi pecho,
cuando mil corazones laten
prestos a sacrificarse por mí?

RENATO
Pero la desventura es algo
que hasta en los triunfos se esconde.
Allí donde el destino hipócrita,
encubre una malvada recompensa.

SAMUEL, TOM, SECUACES,
(aparte)
Nos cierra el camino para herirle
este servil gentío
que danza en torno a su ídolo,
sin siquiera saber por qué.

ULRICA
No cree en su destino
pero morirá cubierto de heridas,
se rió de mi augurio
pero en la fosa tiene un pie.

ÓSCAR
¡Ah! Envidiado laurel,
que supera cualquier tesoro...

RICARDO
¡Ah!¿Y puedo alguna sospecha
alimentar en mi pecho?...

ULRICA
No cree en su destino
y morirá cubierto de heridas...

RENATO
Pero la desventura es algo que hasta
en los triunfos se esconde...

SAMUEL, TOM, SECUACES
Nos cierra el camino para herirle
este servil gentío...

SILVANO Y CORO
¡Oh, hijo de Inglaterra,
amor de esta tierra!

Acto II