LOS BANDOLEROS

 

 

Personajes

MAXIMILIANO

CARLOS

FRANCISCO

AMALIA

ARMINIO

MOSER

ROLLA
Conde de Moor

Hijo de Maximiliano

Hijo de Maximiliano

Sobrina de Maximiiano

Chambelán

Pastor

Camarada de Carlos
Bajo
 
Tenor
 
Barítono
 
Soprano
 
Tenor
 
Bajo
 
Tenor

 

La acción se desarrolla en Alemania, a principios del siglo XVIII.

 

ATTO I


Scena Prima 

(Taverna al confine della Sassonia. Carlo Moor
immerso nella lettura d'un libro)

CARLO
Quando io leggo in Plutarco, 
ho noia, ho schifo
di questa età d'imbelli!...
Oh, se nel freddo cenere 
de' miei padri
ancor vivesse 
dello spirito d'Arminio 
una scintilla!
Vorrei Lamagna tutta
far libera così 
che Sparta e Atene
sarieno al paragon 
serve in catene.

VOCI
(fra le scene)
Una banda, una banda; 
eroi di strada...
Col pugnale e col bicchier
nessun vale il masnadier!

CARLO
Son gli ebbri, inverecondi
miei compagni d'errore!...
Quanto, o padre, 
mi tarda il tuo perdono
Per lasciar tai perversi 
in abbandono!
O mio castel paterno,
colli di verde eterno,
come fra voi quest'anima
redenta esulterà!
Amalia! a te m'appresso,
m'apri il tuo casto amplesso!
Fammi, o gentil, rivivere
nella mia prima età.

Scena Seconda

(Parecchi giovani entrano frettolosi)

CORO
(a Carlo)
Ecco un foglio a te diretto...

(Carlo lo strappa loro di mano)

Tremi tu?

CARLO
Beato io sono!
Questo, amici, 
è il mio perdono.

(Apre e legge la lettera)

CORO
(fra loro)
Come imbianca e muta aspetto!

CARLO
Tristo me! di mio fratello!

(Fugge precipitoso lasciando cadere la lettera)

ROLLA
(raccogliendola)
Per mia fe', 
lo scritto è bello!
"T'annuncia il padre tuo 
per la mia bocca
di non far sul ritorno 
alcun pensiero,
Se non vuoi 
solitario e prigioniero
d'acqua e pane cibarti 
in una rôcca."

CORO
Pane ed acqua! 
Il cibo è grasso!

CARLO
(ritorna fieramente agitato)
Fiere umane, umane fiere,
dure più d'alpestre sasso!...
Così calde e pie preghiere
non l'han tocco, intenerito?
Ah, potessi il mar, la terra,
sollevar con un ruggito,
contro l'uomo unirli in guerra!

CORO
Senti, o Moor!

CARLO
Dov'è la spada 
che dà morte a tai serpenti?

CORO
Noi l'abbiam. 
Ti calma e senti.
Comporremo una masnada...

CARLO
(con un sobbalzo)
Ladri noi? chi v'ha piovuto, 
spirti iniqui, 
un tal pensiero?

CORO
E tu capo condottiero.

CARLO
Per la morte, io non rifiuto!

CORO
Nostro?

CARLO
Vostro! Ecco la mano.

CORO
(con grido di gioia, traendo le spade)
Viva, viva il Capitano!

CARLO
Nell'argilla maledetta
l'ira mia que' ferri immerga!
Vo' la strage alle mie terga,
lo spavento innanzi a me.
Furie voi della vendetta,
meco avvolti in una sorte,
qui dovete a questa forte
mano mia giurare la fe'.

CORO
Noi giuriamo a questa forte
mano tua la nostra fe'.

(Partono tumultuosamente) 

Scena Terza

(Franconia. Camera nel castello dei Moor. 
Francesco Moor solo) 

FRANCESCO
(dopo qualche meditazione)
Vecchio! 
Spiccai da te quell'odiato
primogenito tuo! 
La piangolosa lettera
ch'ei ti scrisse 
io l'ho distrutta:
Una mia ne leggesti, 
ove tel pinsi
con sì cari colori...
Alfin la colpa
della natura, 
che minor mi fece,
castigai nel fratello; 
ora nel padre
punir la debbo...Il dritto!
La coscienza! 
Spauracchi egregi
per le fiacche animucce. 
Osa, Francesco!
Spàcciati del vecchiardo...
È vivo a stento
questo logoro ossame; 
un buffo... è spento.
La sua lampada vitale
langue, è ver, ma troppo dura.
Se va lenta la natura,
giuro al ciel! l'affretterò.
Mente mia, trova un pugnale
che trapassi il core umano,
nè svelare possa la mano
che lo strinse e lo vibrò.

(Ricade nei suoi pensieri, indi prosegue)

Trionfo, trionfo! 
colpito ho nel segno... 
Arminio, t'avanza!

Scena Quarta

(Arminio, Francesco) 

ARMINIO
Signor, che volete?

FRANCESCO
Mi sei tu fedele?

ARMINIO
Qual dubbio n'avete?

FRANCESCO
Or ben!
Secondarmi tu devi 
un disegno.
Travestiti in modo
che niun ti ravvisi;
poi vanne a mio padre; 
gli narra che spento
sul campo di Praga, 
fra un monte d'uccisi,
lasciasti il suo Carlo.

ARMINIO
Ma s'io vi consento
darammi poi fede?

FRANCESCO
Berrà la tua nova,
mel credi; fornirti vogl'io 
di tale una prova,
che l'uom più sagace 
cadrebbe in errore.

(Arminio parte)

Scena Quinta

(Francesco)

FRANCESCO
Fra poco, Francesco, 
sarai qui signore!
Tremate, o miseri, 
voi mi vedrete
nel mio verace 
terribile aspetto;
d'un vecchio debole 
che non temete,
più non vi modera 
la stanca man.
Al riso, al giubilo 
succederanno
singulti, lagrime, 
timor, sospetto;
l'inedia, il carcere, 
l'onta, l'affanno
strazio ineffabile 
di voi faran.

(Parte) 

Scena Sesta

(Camera da letto nel castello. Massimiliano Moor 
addormentato in una seggiola. Amalia si accosta 
pian piano e si ferma a contemplarlo)

(Amalia, Massimiliano) 

AMALIA
Venerabile, o padre, 
è il tuo sembiante
come il volto d'un santo. 
Oh, sia tranquillo
il sonno tuo! T'involi
al dolor della vita, 
e ti consoli.
M'hai bandito il mio Carlo; 
ogni mia gioia
per tua cagion perdei,
ma con te corrucciarmi 
non potrei.

(come colta da pensiero improvviso)

Lo sguardo avea degli angeli
che Dio creò d'un riso...
I baci suoi stillavano
gioir di paradiso.
Nelle sue braccia!...
Un vortice
d'ebbrezza n'avvolgea,
come due voci unisone
sul core il cor battea.
Anima uniasi ad anima
fuse ad un foco istesso;
e terra e ciel pareano
stemprarsi in quell'amplesso.
Dolcezze ignote all'estasi
d'un immortal gustai;
sogno divin! ma sparvero,
né torneran più mai.

MASSIMILIANO
(in sogno)
Mio Carlo...

AMALIA
Ei sogna.

MASSIMILIANO
Oh, quanto misero sei!

AMALIA
Ti sveglia, amato padre;
e le tue larve spariran.

MASSIMILIANO
(sempre sognando)
Francesco!
Pur nel sogno mel togli?

AMALIA
Io son, mi guarda;
la tua figlia son io.

MASSIMILIANO
(apre gli occhi)
Tu qui?...pur or sognava
di Carlo nostro. 
O povera fanciulla!
L'april delle tue gioie 
disfiorai.
Non maledirmi...

AMALIA
Maledirti? oh mai!!

MASSIMILIANO
Carlo! io muoio...
ed, ahi! lontano
tu mi sei nell'ultim'ore;
una fredda, ingrata mano
nell'avel mi comporrà.
Caro è il pianto 
all'uom che muore,
ma per me chi piangerà?

AMALIA
Oh, lasciarti io pur vorrei
dolorosa umana vita,
or che tutto io qui perdei,
nè la terra un fior mi dà!

(con entusiasmo)

E per sempre a Carlo unita
spaziar l'eternità!

Scena Settima

(Francesco ed Arminio travestito. I precedenti)

FRANCESCO
Un messaggero 
di trista novella!
Vi piace udirlo?

MASSIMILIANO
(ad Arminio)
Che porti? favella!

ARMINIO
Di Carlo vostro 
contezza vi reco...

AMALIA
Dov'è?

MASSIMILIANO
Viv'egli?...

ARMINIO
Compagno fu meco
fra le colonne di re Federico
che lo raccolse 
fuggiasco, mendico.

AMALIA
Misero!

ARMINIO
A Praga pugnò quell'ardito,
fin che nel corpo 
fu tutto ferito...

FRANCESCO
(avventandosi ad Arminio)
Taci, spietato!

(Massimiliano fa cenno ad Arminio di continuare)

ARMINIO
Parlavami a stento...
"Porta a mio padre 
quel ferro cruento, e digli: 
il figlio da voi ributtato
fra l'armi e le stragi 
morì disperato."

MASSIMILIANO
(con uno scoppio di dolore)
Son io quel padre 
dal ciel maledetto!

ARMINIO
Ed era Amalia 
l'estremo suo detto.

AMALIA
(con disperazione)
La trista io sono 
che al pianto sorvisse!

FRANCESCO
(mostra ad Amalia la spada)
Leggi! il tuo Carlo 
col sangue vi scrisse:
"Dal giuro, Amalia, 
ci scioglie la morte.
Sii tu, Francesco, 
d'Amalia consorte."

AMALIA
Ah Carlo, Carlo, 
mai non m'amasti!

MASSIMILIANO
(a se stesso)
Tigre feroce, 
qual sangue versasti!
Sul capo mio colpevole
l'ira de ciel discenda!

(Si getta sopra Francesco)

Ma tu che svelta, o perfido
m'hai la bestemmia orrenda,
rendimi tu, tu rendimi
l'ucciso mio figliuol!

AMALIA
Padre! lo assunse ai martiri
il Dio dei travagliati,
perché quaggiù 
non fossimo
come nel ciel beati;
ma lo vedrem, consolati!
là tra le stelle e 'l sol.

FRANCESCO
(fra sè)
Grazie, o dimon! 
Lo assalgono
dolor, rimorso ed ira.
La disperanza or mescivi,
potente, ultima dira;
fenda quel cor! ne dissipi
la poca aura vital.

ARMINIO
(fra sè)
Non so, non so più reggere
al suo dolor paterno!
Questa menzogna orribile
mi fia rimorso eterno;
fitto l'ho già nell'anima
come infocato stral.

(Massimiliano sviene)

AMALIA
Ei muore!... 
È morto...oh Dio!...

(Manda un grido e fugge)

FRANCESCO
(giubilante)
Morto?...Signor son io!



ATTO II


Scena Prima

(Recinto attiguo alla chiesa del castello. Vi sorgono 
in disparte alcuni sepolcri gotici. In uno recente è 
scolpito il nome di Massimiliano Moor)

AMALIA
(genuflessa innanzi al sepolcro di Massimiliano)
Dopo breve silenzio alzandosi)
Dall'infame banchetto 
io m'involai, padre, 
e qui mi rifuggo, all'obliato
sepolcro tuo che sola
la furtiva mia lagrima consola.

CORO
(interno)
Godiam, chè fugaci
son l'ore del riso:
Dai calici ai baci
ne guida il piacer.
La fossa, una croce
ne manda un avviso:
La vita è veloce,
t'affretta a goder.

AMALIA
Empio!

CORO
Lasciamo i lamenti
di stupido rito;
plorar sugli spenti
è folle dolor.

AMALIA
Empio!

CORO
Non turbino i negri
colori il convito,
qui brilli e n'allegri
la tazza e l'amor.

AMALIA
Tripudia, esulta, iniquo,
sull'ossa di tuo padre!

CORO
La sorte futura
de' fiacchi è terrore,
ma sillaba oscura
de' forti al pensier.
Godiam, chè fugaci
del riso son l'ore;
dai calici ai baci
ne guidi il piacer.

AMALIA
Oh! mia la pace
che nella vita gli rapisti, 
in morte 
funestar non gli puoi! 
No! non penetra
l'esecrata tua voce 
in quella pietra.

(volgendosi alla tomba)

Tu del mio Carlo al seno
volasti, alma beata,
e il tuo soffrir terreno
or si fa gioia in ciel.
Sol io qui vivo in pianto
deserta e sconsolata;
oh! quanto invidio! oh, quanto,
il tuo felice avel!

Scena Seconda

(Arminio, Amalia) 

ARMINIO
(entra agitato)
Ah, signora!

AMALIA
Che vuoi!

ARMINIO
D'un gran misfatto 
chieggo perdone...

AMALIA
Mi lascia!

ARMINIO
Uditemi...

AMALIA
Importuno!

ARMINIO
Il vostro Carlo...vive!

AMALIA
Che parli?

ARMINIO
Il vero: e vostro zio...
vive ancor esso...

(Fugge)

AMALIA
Arrestati!...gran Dio!

(dopo un momento di stupore)

Carlo vive? O caro accento,
melodia di paradiso!
Dio raccolse il mio lamento,
fu pietoso al mio dolor.
Carlo vive?...
Or terra e cielo
si riveston d'un sorriso;
gli astri, 
il sol non han più velo;
l'universo è tutto amor.

Scena Terza

(Francesco, Amalia) 

FRANCESCO
Perchè fuggisti al canto
del festivo convito?

AMALIA
Un'altra voce
mi sonava nel cor; 
la pia preghiera
che trasse a quella tomba 
il padre tuo.

FRANCESCO
Vuoi piangerlo in eterno?...
Ah, smetti alfine
questo cordoglio 
che m'irrita, e questa
che mi cela i tuoi vezzi 
oscura vesta.
Io t'amo, Amalia! io t'amo
d'immenso ardente amore!
Meco a regnar ti chiamo
t'offro la mano e il core;
il tuo sovrano ed arbitro
schiavo ti cade al pie'.

AMALIA
Tu che pur dianzi a morte
traevi il mio diletto,
m'inviti or tua consorte
a nuzial banchetto?
Empio! all'infame talamo
non salirai con me!

FRANCESCO
Tracotante! or ben sapranno
rabbassar la tua cervice
quattro mura...

AMALIA
O vil tiranno,
da te lungi io son felice.

FRANCESCO
Tu lo speri? oh no, proterva!
Qui starai! 
Mia druda e serva.

AMALIA
Ah!...

FRANCESCO
Sì, mia druda! Al sol tuo nome
vo'che arrossi ogni persona:
voglio trarti per che chiome...

(Cerca trascinarla con sè)

AMALIA
Io t'offesi...A me perdona!

(Simula d'abbracciarlo e gli strappa la spada)

Ti scosta, o malnato,
se pur non t'è caro
sentirti l'acciaro
confitto nel cor!
Mi regge, mi guida
la spada omicida
lo spirto indignato
del tuo genitor.

FRANCESCO
O vil femminetta,
chi sfidi non sai;
col sangue dovrai
l'oltraggio scontar.
Catene, flagelli,
tormenti novelli
per te la vendetta
mi debbe insegnar.

Scena Quarta 

(La selva boema. Praga in lontananza mezzo 
ascosa fra gli alberi. Entrano alcuni masnadieri)

ALCUNI
(entrando)
Tutto quest'oggi 
le mani in mano.

ALTRI
(accorrendo)
Oh! non sapete?

I PRIMI
Che v'ha di strano?

I SECONDI
Rolla è prigione!

I PRIMI
Prigion? che sento!

I SECONDI
Darà, vi dico, 
de' calci al vento.

I PRIMI
Che disse il Capo?

I SECONDI
Disse e giurò
che far di Praga 
vuole un falò.

I PRIMI
Se l'ha giurato, lo manterrà.
Povera Praga.

I SECONDI
Tu n'hai pietà?
Povero il Rolla 
che va tra poco...

(Una fiamma lontana vedesi rosseggiare fra gli alberi)

Oh! non vedete quel vasto foco?

I PRIMI
Eccovi il cero! 
Là non è fola,
il Capitano tenne parola.

TUTTI
Che fuoco orrendo! 
Che mai seguì?

(Grida interne; quindi sbucano dagli 
alberi donne scapigliate con fanciulli)

DONNE
La terra trema, 
s'abbuia il dì,
Oh! noi perdute!...
Soccorso! aiuto!
Il finimondo certo è venuto.

(Spariscono di nuovo fra gli alberi)

Scena Quinta 

(Rolla ed altri Masnadieri, poi Carlo Moor)

MASNADIERI
Morte e demonio! 
Chi si fa presso?
L'ombra del Rolla?...
Per Dio, egli è desso!
D'onde ne vieni così serrato?

ROLLA
(anelante)
Io?...dalla forca 
dritto filato.
Dell'acquavite! non reggo più.

MASNADIERI
(Gli mescono un bicchiere d'acquavite)
Bevi e poi narra.

ROLLA
(ad uno della masnada)
Narralo tu.

ALCUNI MASNADIERI
I cittadini correano 
alla festa e noi, 
lanciate più cànape ardenti,
gridammo: "al foco!" 
da questa e da quella.
Ed ecco pressa, 
tumulto, lamenti...
La polveriera 
scoppiò con tempesta,
e la paura confuse i sergenti;
il duce allora piombò 
sulla folla
e trasse il laccio 
dal capo del Rolla.

ALTRI MASNADIERI
Viva! Vittoria 
di braccio e pensier;
chi gli sovrasti 
non ha il masnadier.

ROLLA
Sì! m'ha tirato fuor dalla fossa.

(Carlo entra pensieroso)

MASNADIERI
Eccolo!
Ha l'aria mesta e commossa!
Capitano! qual'è la tua mente?

CARLO
Noi partiam coll'aurora vegnente.

(La masnada si perde nella selva) 

MASNADIERI
Viva, viva il masnadier!

Scena Sesta

(Carlo)

CARLO
(solo, contemplando il sole che tramonta)
Come splendido e grande 
il sol tramonta!
Degno è ben che s'adori! 
In questa forma
cade un eroe!... 
Natura! oh, sei pur bella!
Sei pur bella e stupenda; 
ed io deforme,
orribile così!...
Tutto è qui riso,
io sol trovo l'inferno 
in paradiso!
Di ladroni attorniato,
al delitto incatenato
dalla terra io son reietto,
maledetto io son dal ciel.
Cara vergine innocente!
se mi corre a te la mente,
più mi duol la mia catena,
la mia pena è più crudel.

Scena Settima

(La masnada precipitosa,. Carlo Moor)

MASNADIERI
Capitano! noi siamo cerchiati...

CARLO
Da quant'armi?

MASNADIERI
Da mille soldati.

CARLO
Su, fratelli; 
stringetevi insieme,
non temete di gente che teme!

TUTTI
Su, fratelli, 
corriamo, alla pugna
come lupi di questa boscaglia!
Trionfar 
d'una schiava ciurmaglia
ne farà disperato valor.
Nella destra 
un esercito impugna
chi bandisce la libera spada;
basta un sol 
della nostra masnada
per la rotta di tutti costor.

(Partono precipitosi)
ACTO I


Escena Primera 

(Taberna en las fronteras de Sajonia. Carlos 
Moor está inmerso en la lectura de un libro) 

CARLOS
¡Cuando leo a Plutarco, 
me fastidia, me repugna 
esta época de imbéciles!
¡Ay, si en las frías cenizas 
de mis padres 
existiera aún una chispa 
del espíritu de Arminio!
Igual que a él,
desearía liberar toda Alemania 
de tal modo que,
Esparta y Atenas 
fueran en comparación, 
siervas encadenadas.

VOCES
(fuera de escena)
Una cuadrilla, una banda; 
héroes del camino...
¡Con el puñal y la copa 
nadie iguala al bandolero!

CARLOS
¡Esos borrachos son, mis desvergonzados 
compañeros de aventuras!...
¡Oh padre, cuánto tarda tu perdón 
para que yo pueda abandonar 
a estos malhechores!
¡Oh, castillo paterno, 
colinas de eterno verdor, 
cómo, entre vosotras, 
mi alma redimida será feliz!
¡Amalia! ¡Hacia ti me dirijo!
¡Ábreme tus castos brazos!
¡Hazme, oh amada, 
revivir mis días 
de juventud!

Escena Segunda

(Varios jóvenes entran apresurados) 

CORO
(a Carlos)
¡Una carta para ti!...

(Carlos se las arranca de las manos)

¿Tiemblas?

CARLOS
¡Bendito sea!
¡Esto, amigos, 
es mi perdón!

(Carlos abre y lee la carta) 

CORO
(para si mismo)
¡Cómo empalidece y cambia de aspecto!

CARLOS
¡Pobre de mí! ¡Es de mi hermano!

(Sale precipitadamente dejando caer la carta) 

ROLLA
(Recogiendo la carta, lee)
¡A fe mía, 
qué hermoso es el mensaje!
"Te anuncia tu padre, 
por mi boca, 
que no debes pensar, en modo alguno, 
en regresar, 
si no quieres ser 
detenido y encerrado, 
a pan y agua, 
en una tenebrosa prisión."

CORO
¡Pan y agua! 
¡Qué gran comida!

CARLOS
(regresando muy agitado)
¡Fieras humanas, bestias más duras 
que las piedras de las montañas!
Entonces ¿mis cálidos y piadosos ruegos 
no han logrado enternecerlo?
¡Ay, si yo pudiera unir el mar y la tierra, 
para lanzarlos 
contra la humanidad!

CORO
¡Escucha, Moor!

CARLOS
¿Dónde está la espada 
que dará muerte a tales serpientes?

CORO
Nosotros la tenemos. 
Cálmate y escucha.
Formaremos una cuadrilla de bandoleros... 

CARLOS
(con un estremecimiento)
¿Nosotros bandoleros? 
¿De dónde habéis sacado, 
almas inicuas, semejante idea?

CORO
Y tú serás nuestro jefe.

CARLOS
¡Por la muerte, que no me opongo!

CORO
¿Eres de los nuestros?

CARLOS
¡Desde luego! He aquí mi mano.

CORO
(con un grito de alegría, sacando las espadas)
¡Viva, viva el Capitán!

CARLOS
¡En la odiosa playa 
que mi ira hunda la espada!
Quiero con mis armas arrasarlo todo
y sembrar el terror ante mí.
Vosotros, furias de la venganza, 
unidos a mí en un mismo destino, 
debéis jurar fidelidad aquí mismo.
¡Mi mano no temblará!

CORO
Juramos lealtad
ante tu firme mano.

(Salen tumultuosamente) 

Escena Tercera 

(Franconia. Cámara en el castillo de los Moor. 
Francisco Moor solo)

FRANCISCO
(meditativo)
¡Viejo! 
¡Olvídate de ese odiado 
primogénito tuyo! 
La lacrimosa carta 
que él te escribió 
yo la he destruido.
Tú has leído una 
escrita por mí, 
donde narro 
todo a mi manera... 
Finalmente castigué 
a la naturaleza, 
que me hizo menor que mi hermano.
Ahora debo castigarla
a través de mi padre... 
¡Justicia! ¡Conciencia! 
Palabras huecas
dignas de los débiles.
¡Atrévete, Francisco! 
Elimina al viejo... 
Apenas puede seguir viviendo
ese lúgubre esqueleto,
Un soplo... y se acabó. 
Su fuerza vital languidece, es verdad, 
pero dura demasiado. 
Si la naturaleza es lenta, 
juro al cielo, que yo la aceleraré.
Inteligencia mía, encuentra un puñal 
que traspase el corazón humano, 
que no titubee en la mano 
del que lo empuña y lo clava. 

(Sigue meditando, luego continúa)

¡Triunfo, triunfo! 
Tengo un plan...
¡Arminio, acércate!

Escena Cuarta 

(Arminio, Francisco) 

ARMINIO
¿Señor, qué queréis?

FRANCISCO
¿Me eres fiel?

ARMINIO
¿Qué duda os cabe?

FRANCISCO
¡Pues bien!
Deberás secundarme 
en mi plan.
Disfrázate de modo 
que nadie pueda reconocerte.
Luego, ve junto a mi padre.
Dile que he muerto 
en el sitio de Praga.
Entre un montón de cadáveres, 
viste por última vez a su hijo Carlos.

ARMINIO
Pero si lo hago
¿me creerá?

FRANCISCO
Creerá en tu informe, 
te lo aseguro.
Te daré una prueba
capaz de engañar
al hombre más sagaz.

(Arminio sale) 

Escena Quinta 

(Francisco) 

FRANCISCO
¡Dentro de poco, 
Francisco será el único señor!
¡Temblad, oh miserables!
Vais a verme
en mi verdadero 
y terrible aspecto.
De un viejo débil 
al que no teméis, 
ya no sentiréis 
la cansada mano. 
A la risa y al júbilo 
sucederán 
el llanto, las lágrimas, 
el temor y la sospecha.
El hambre, la cárcel, 
la afrenta y la desazón 
serán para vosotros 
una tortura inefable.

(Sale) 

Escena Sexta 

(Dormitorio en el castillo. Maximiliano 
Moor dormido en una silla. Amalia se acerca 
lentamente y se detiene a contemplarlo) 

(Amalia y Maximiliano) 

AMALIA
¡Oh, padre venerable!
Tu semblante 
es como el rostro de un santo. 
¡Ah, que tu sueño 
sea tranquilo!
Que te aleje del dolor de la vida
y consuele.
Has exiliado a mi Carlos.
Toda mi alegría, por tu culpa,
he perdido, pero,
así y todo,
no podría enojarme contigo.

(como asaltada por una repentina idea) 

La mirada tenía de los ángeles 
que Dios creó de un hálito...
Sus besos destilaban 
la alegría de paraíso.
¡En sus brazos!... 
Un remolino 
de embriaguez nos envolvía.
Como dos voces al unísono 
nuestros corazones palpitaban.
Nuestras almas se unían 
fundidas en un mismo ardor.
Y la tierra y el cielo parecían 
reflejarse en aquel abrazo.
Experimenté un dulce éxtasis, 
desconocido a los inmortales.
¡Sueño divino!... Pero desapareció
y no regresará nunca más.

MAXIMILIANO
(soñando)
Mi Carlos... 

AMALIA
Está soñando.

MAXIMILIANO
¡Ay, qué desgraciado eres!

AMALIA
¡Despiértate, querido padre,
y aleja los fantasmas!

MAXIMILIANO
(siempre soñando)
¡Francisco!
¿Aún en sueños me lo arrebatas?

AMALIA
¡Soy yo, mírame!
¡Soy yo, tu hija!

MAXIMILIANO
(abre los ojos)
¿Tú aquí?... Estaba soñando 
en nuestro Carlos. 
¡Oh, pobre muchacha!
La alegría de tu primavera 
marchité.
No me maldigas...

AMALIA
¿Maldecirte?... ¡Ay. jamás!!

MAXIMILIANO
¡Carlos! Me muero... y tú, ¡ay! 
Lejos estás 
en mi última hora.
Una fría e ingrata mano 
a la tumba me llevará.
Apreciado es el llanto 
para el hombre que muere, 
pero por mí, ¿quién llorará?

AMALIA
¡Ay, también yo querría dejar 
la dolorosa vida humana.
Ahora que todo lo he perdido, 
la tierra ni una flor me da.

(con entusiasmo)

¡Y por siempre, junto a Carlos,
abrazar la eternidad!

Escena Séptima

(Entran Francisco y Arminio disfrazado) 

FRANCISCO
¡Un mensajero 
con malas noticias!
¿Queréis oírlo?

MAXIMILIANO
(a Arminio)
¿Qué noticias traes? ¡Habla!

ARMINIO
De Carlos 
vuestro hijo os traigo...

AMALIA
¿Dónde está?

MAXIMILIANO
¿Está vivo?... 

ARMINIO
Fuimos compañeros
entre las tropas del rey Federico,
quien lo recogió 
fugitivo y mendicante.

AMALIA
¡Mísero!

ARMINIO
En Praga lucho valientemente, 
hasta que fue herido 
mortalmente...

FRANCISCO
(dirigiéndose a Arminio)
¡Calla, despiadado!

(Maximiliano indica a Arminio que continúe) 

ARMINIO
Con voz entrecortada me dijo...
"Lleva a mi padre 
esta espada ensangrentada 
y dile que el hijo al que repudió, 
en cruel combate 
murió desesperado."

MAXIMILIANO
(con un estallido de dolor)
¡Soy un padre 
maldecido por el cielo!

ARMINIO
Y para Amalia fueron
sus últimas palabras.

AMALIA
(con desesperación)
¡Desgraciada de mí
que aún vivo!

FRANCISCO
(muestra la espada a Amalia)
¡Lee! Tu Carlos 
con su sangre te escribió:
"De nuestro juramento, Amalia, 
nos libera la muerte. 
Se tú, Francisco, 
de Amalia el esposo."

AMALIA
¡Ay Carlos, Carlos, 
nunca me amaste!

MAXIMILIANO
(para sí)
¡Tigre feroz, 
cuánta sangre vertiste!
¡Sobre mi cabeza culpable 
la ira del cielo descienda!

(Se arroja sobre Francisco)

Pero tú, pérfido, 
que me empujaste a cometer 
esa horrorosa infamia, 
¡devuélveme a mi difunto hijo!

AMALIA
¡Padre! El Dios de los afligidos
lo ha reunido con los mártires 
para que aquí abajo no fuéramos 
tan felices como en el cielo.
¡Pero consuélate, 
lo veremos allá 
entre las estrellas y el sol!

FRANCISCO
(para sí)
¡Gracias, oh demonios! 
Lo asaltan el dolor, 
el remordimiento y la ira.
¡La desesperación lo abatirá
y destrozará su corazón,
disipando la poca aura vital 
que le queda!

ARMINIO
(para sí mismo)
¡No puedo, no puedo soportar 
su dolor paterno! 
Esta horrible mentira será para mí 
causa de un remordimiento eterno.
Siempre la tendré clavada
en el alma como una lanza. 

(Maximiliano se desmaya) 

AMALIA
¡Se muere!... 
¡Está muerto!... ¡Oh, Dios!...

(lanza un grito y sale) 

FRANCISCO
(con alegría)
¿Ha muerto?... ¡Yo soy ahora el señor!



 ACTO II


 Escena Primera

(Lugar junto a la iglesia del castillo. Se observan
algunos sepulcros góticos. En una lápida reciente 
está tallado el nombre de Maximiliano Moor) 

AMALIA
(Se encuentra arrodillada ante el sepulcro de 
Maximiliano. Tras un breve silencio se levanta)
Del infame banquete 
logré huir, padre, 
y aquí me refugio, 
en tu olvidado sepulcro que sólo 
mis furtivas lágrimas consuelan.

CORO
(fuera de escena)
¡Gocemos, pues las horas 
para reír son fugaces!
De las copas a los besos 
nos conduce el placer.
La tumba y la cruz 
nos mandan una advertencia:
la vida es breve, 
hay que apresurarse a gozarla.

AMALIA
¡Impío!

CORO
Desechemos los lamentos 
del estúpido ritual.
Llorar sobre los muertos
es un vano dolor.

AMALIA
¡Impío!

CORO
Que no turben los negros colores 
este banquete.
Que brillen y nos alegren
las copas y el amor.

AMALIA
¡Disfruta, regocíjate, inicuo, 
sobre el cadáver de tu padre!

CORO
El futuro 
para los débiles es el terror, 
pero para los fuertes
es una deslumbrante senda. 
¡Gocemos, pues las horas 
para reír son fugaces!
De las copas a los besos 
nos conduce el placer.

AMALIA
¡Ay, la paz 
que en vida le arrebataste, 
en la muerte 
no la puedes turbar! 
¡No! No atraviesa 
tu execrable voz 
en esa lápida.

(volviéndose hacia la tumba) 

Tú robaste de mi seno a mi amado Carlos, 
alma bendita, 
y tu sufrimiento terrenal 
se volverá alegría en el cielo.
Sólo yo permanezco aquí llorando,
miserable y desconsolada.
¡Ay, cuánto envidio, 
oh, cuánto envidio, tu sepulcro feliz!

Escena Segunda 

(Arminio, Amalia) 

ARMINIO
(entra agitado)
¡Ay, señora!

AMALIA
¡Qué quieres!

ARMINIO
Por un gran crimen 
pido perdón...

AMALIA
¡Déjame!

ARMINIO
¡Oídme!...

AMALIA
¡No insistas!

ARMINIO
Vuestro Carlos... ¡vive!

AMALIA
¿Qué dices?

ARMINIO
La verdad. Y vuestro tío...
también vive aún.

(Huye) 

AMALIA
¡Detente!... ¡Dios mío!

(después de un momento de estupor) 

¿Carlos vive? ¡Oh, hermosas palabras!
¡Melodía del paraíso!
Dios oyó mi lamento
y fue piadoso con mi dolor.
¿Carlos vive?... 
Ahora la tierra y el cielo 
se cubren con una sonrisa.
Las estrellas y el sol 
ya no están ocultos.
Todo el universo es amor.

Escena Tercera 

(Francisco, Amalia) 

FRANCISCO
¿Por qué abandonaste la algarabía 
del festivo banquete?

AMALIA
Otra voz 
resonaba en mi corazón.
La piadosa plegaria 
me arrastró hasta 
la tumba de tu padre.

FRANCISCO
¿Quieres llorarlo eternamente?... 
¡Ah, abandona ese pesar que me irrita
y esos negros vestidos
que ocultan tus encantos!
¡Yo te amo, Amalia! 
¡Te amo con 
un inmenso y ardiente amor!
Te pido que reines junto a mí,
te ofrezco mi mano y mi corazón.
Tu soberano y señor 
cae ahora esclavo 
a tus pies.

AMALIA
Tú, que hace poco 
has provocado esta muerte
¿ahora me propones 
ser tu esposa?
¡Impío! ¡Al infame tálamo 
no irás conmigo!

FRANCISCO
¡Arrogante! Ahora aprenderás 
a inclinar la cabeza 
entre cuatro paredes...

AMALIA
¡Oh, vil tirano, 
lejos de ti seré feliz!

FRANCISCO
¿Eso esperas? ¡Ah no, arrogante!
¡Permanecerás aquí! 
Serás mi amante y sirvienta.

AMALIA
¡Ay!... 

FRANCISCO
¡Sí, mi amante! Al oír tu nombre 
quiero que todos se avergüencen.
Voy a arrastrarte de lo pelo...

(procura arrastrarla consigo) 

AMALIA
Te he ofendido... ¡Perdóname! 

(Simula abrazarlo y le arrebata la espada) 

¡Apártate, oh malnacido, 
si no quieres 
sentir este acero 
clavándose en tu corazón!
Me alienta y me guía 
con esta espada homicida 
el espíritu indignado 
de tu progenitor.

FRANCISCO
¡Oh vil mujerzuela, 
no sabes a quién desafías!
Con tu sangre deberás 
pagar este ultraje. 
Cadenas, castigos 
y nuevas torturas, 
la venganza me dictará
para ti.

Escena Cuarta 

(Un bosque en Bohemia. A lo lejos, se 
vislumbra Praga. Entran algunos bandoleros) 

ALGUNOS BANDOLEROS
(entrando)
Hemos estado todo el día
sin hacer nada.

OTROS
(acudiendo presurosos)
¡Oh! ¿No lo sabéis?

LOS PRIMEROS
¿Qué hay de nuevo?

LOS SEGUNDOS
¡Rolla en prisión!

LOS PRIMEROS
¿En prisión? ¡Qué oigo!

LOS SEGUNDOS
Y casi seguro 
lo colgarán.

LOS PRIMEROS
¿Qué dijo el Jefe?

LOS SEGUNDOS
Juró que quiere 
hacer de Praga 
una gran hoguera.

LOS PRIMEROS
Si lo ha jurado, lo cumplirá.
Desdichada Praga.

LOS SEGUNDOS
¿No te da lástima de ella?
Pobre Rolla 
que dentro de poco...

(Llamas lejanas se ven brillar entre los árboles) 

¡Oh! ¿No veis aquellas llamaradas?

LOS PRIMEROS
¡Un incendio! 
El Capitán no bromeaba,
cumplió su palabra.

TODOS
¡Qué fuego tan espantoso! 
¿Qué habrá sucedido?

(Gritos fuera de escena. Aparecen de entre los 
árboles mujeres desesperadas con sus niños) 

MUJERES
La tierra tiembla
y se oscurece el día.
¡Ay! ¡Estamos perdidas! 
¡Socorro! ¡Ayuda!
El fin del mundo ha llegado.

(Desaparecen de nuevo entre los árboles) 

Escena Quinta 

(Rolla y otros bandidos, luego Carlos Moor) 

BANDOLEROS
¡Muerte y demonios! 
¿Quién se acerca?
¿El fantasma de Rolla?... 
¡Por Dios, que es él!
¿De dónde vienes tan deprisa?

ROLLA
(jadeando)
¿Yo?... Escapo de la horca.
¡Dadme aguardiente! 
No aguanto más.

BANDOLEROS
(Le sirven un vaso de aguardiente)
Bebe y luego nos cuentas.

ROLLA
(a uno de los que lo acompañan)
Cuéntalo tú.

ALGUNOS BANDOLEROS
El pueblo acudía gozoso
a presenciar la ejecución.
Cuando nosotros, 
lanzando antorchas, 
gritamos por doquier
"¡fuego!" 
Se produjeron,
alborotos y gritos... 
El polvorín estalló con violencia 
y el miedo confundió a los guardias. 
Entonces, el jefe cayó 
sobre la muchedumbre 
y rescató de la horca 
a Rolla.

OTROS BANDOLEROS
¡Viva! Victoria completa, 
en hechos e ideas.
No hay quien pueda dominar 
a los bandoleros.

ROLLA
¡Sí, me ha rescatado de la tumba!

(Carlos entra pensativo) 

BANDOLEROS
¡Aquí está!
¡Tiene aspecto triste y doliente!
¡Capitán! ¿En qué piensas?

CARLOS
Partiremos con la próxima aurora.

(La banda se oculta en el bosque) 

BANDOLEROS
¡Vivan, vivan los bandoleros!

Escena Sexta 

(Carlos) 

CARLOS
(solo, contemplando el sol que se pone)
¡Qué espléndido y grande 
es el sol al ponerse!
¡Bien digno de ser adorado! 
¡Así cae un héroe!... 
Naturaleza, 
¡qué hermosa eres! 
Tú bella y yo,
tan deforme 
y horrible...
¡Todo aquí son risas, 
sólo yo encuentro 
el infierno en el paraíso! 
Rodeado de ladrones, 
encadenado al delito,
en la tierra soy perseguido 
y en el cielo maldecido.
¡Amada virgen inocente!
Cuando pienso en ti, 
más me duelen estas cadenas
y más cruel es mi pena.

Escena Séptima 

(La banda que entra alborotada) 

BANDOLEROS
¡Capitán, estamos rodeados!...

CARLOS
¿Cuántos son?

BANDOLEROS
Mil soldados.

CARLOS
¡Adelante, hermanos!
¡Luchemos codo con codo!
¡No temáis a esos cobardes!

TODOS
¡Adelante, hermanos!
¡Corramos a la lucha
como lobos del bosque!
El valor desesperado 
nos permitirá vencer 
a esa chusma de esclavos.
En su mano 
lleva un ejército 
quien blande la espada de la libertad.
Basta uno solo de los nuestros
para derrotar 
a todos esos soldados.

(Salen precipitadamente) 

Acto III