LOS BANDOLEROS
Personajes
MAXIMILIANO CARLOS FRANCISCO AMALIA ARMINIO MOSER ROLLA |
Conde
de Moor Hijo de Maximiliano Hijo de Maximiliano Sobrina de Maximiiano Chambelán Pastor Camarada de Carlos |
Bajo Tenor Barítono Soprano Tenor Bajo Tenor |
La acción se desarrolla en Alemania, a principios del siglo XVIII.
ATTO I Scena Prima (Taverna al confine della Sassonia. Carlo Moor immerso nella lettura d'un libro) CARLO Quando io leggo in Plutarco, ho noia, ho schifo di questa età d'imbelli!... Oh, se nel freddo cenere de' miei padri ancor vivesse dello spirito d'Arminio una scintilla! Vorrei Lamagna tutta far libera così che Sparta e Atene sarieno al paragon serve in catene. VOCI (fra le scene) Una banda, una banda; eroi di strada... Col pugnale e col bicchier nessun vale il masnadier! CARLO Son gli ebbri, inverecondi miei compagni d'errore!... Quanto, o padre, mi tarda il tuo perdono Per lasciar tai perversi in abbandono! O mio castel paterno, colli di verde eterno, come fra voi quest'anima redenta esulterà! Amalia! a te m'appresso, m'apri il tuo casto amplesso! Fammi, o gentil, rivivere nella mia prima età. Scena Seconda (Parecchi giovani entrano frettolosi) CORO (a Carlo) Ecco un foglio a te diretto... (Carlo lo strappa loro di mano) Tremi tu? CARLO Beato io sono! Questo, amici, è il mio perdono. (Apre e legge la lettera) CORO (fra loro) Come imbianca e muta aspetto! CARLO Tristo me! di mio fratello! (Fugge precipitoso lasciando cadere la lettera) ROLLA (raccogliendola) Per mia fe', lo scritto è bello! "T'annuncia il padre tuo per la mia bocca di non far sul ritorno alcun pensiero, Se non vuoi solitario e prigioniero d'acqua e pane cibarti in una rôcca." CORO Pane ed acqua! Il cibo è grasso! CARLO (ritorna fieramente agitato) Fiere umane, umane fiere, dure più d'alpestre sasso!... Così calde e pie preghiere non l'han tocco, intenerito? Ah, potessi il mar, la terra, sollevar con un ruggito, contro l'uomo unirli in guerra! CORO Senti, o Moor! CARLO Dov'è la spada che dà morte a tai serpenti? CORO Noi l'abbiam. Ti calma e senti. Comporremo una masnada... CARLO (con un sobbalzo) Ladri noi? chi v'ha piovuto, spirti iniqui, un tal pensiero? CORO E tu capo condottiero. CARLO Per la morte, io non rifiuto! CORO Nostro? CARLO Vostro! Ecco la mano. CORO (con grido di gioia, traendo le spade) Viva, viva il Capitano! CARLO Nell'argilla maledetta l'ira mia que' ferri immerga! Vo' la strage alle mie terga, lo spavento innanzi a me. Furie voi della vendetta, meco avvolti in una sorte, qui dovete a questa forte mano mia giurare la fe'. CORO Noi giuriamo a questa forte mano tua la nostra fe'. (Partono tumultuosamente) Scena Terza (Franconia. Camera nel castello dei Moor. Francesco Moor solo) FRANCESCO (dopo qualche meditazione) Vecchio! Spiccai da te quell'odiato primogenito tuo! La piangolosa lettera ch'ei ti scrisse io l'ho distrutta: Una mia ne leggesti, ove tel pinsi con sì cari colori... Alfin la colpa della natura, che minor mi fece, castigai nel fratello; ora nel padre punir la debbo...Il dritto! La coscienza! Spauracchi egregi per le fiacche animucce. Osa, Francesco! Spàcciati del vecchiardo... È vivo a stento questo logoro ossame; un buffo... è spento. La sua lampada vitale langue, è ver, ma troppo dura. Se va lenta la natura, giuro al ciel! l'affretterò. Mente mia, trova un pugnale che trapassi il core umano, nè svelare possa la mano che lo strinse e lo vibrò. (Ricade nei suoi pensieri, indi prosegue) Trionfo, trionfo! colpito ho nel segno... Arminio, t'avanza! Scena Quarta (Arminio, Francesco) ARMINIO Signor, che volete? FRANCESCO Mi sei tu fedele? ARMINIO Qual dubbio n'avete? FRANCESCO Or ben! Secondarmi tu devi un disegno. Travestiti in modo che niun ti ravvisi; poi vanne a mio padre; gli narra che spento sul campo di Praga, fra un monte d'uccisi, lasciasti il suo Carlo. ARMINIO Ma s'io vi consento darammi poi fede? FRANCESCO Berrà la tua nova, mel credi; fornirti vogl'io di tale una prova, che l'uom più sagace cadrebbe in errore. (Arminio parte) Scena Quinta (Francesco) FRANCESCO Fra poco, Francesco, sarai qui signore! Tremate, o miseri, voi mi vedrete nel mio verace terribile aspetto; d'un vecchio debole che non temete, più non vi modera la stanca man. Al riso, al giubilo succederanno singulti, lagrime, timor, sospetto; l'inedia, il carcere, l'onta, l'affanno strazio ineffabile di voi faran. (Parte) Scena Sesta (Camera da letto nel castello. Massimiliano Moor addormentato in una seggiola. Amalia si accosta pian piano e si ferma a contemplarlo) (Amalia, Massimiliano) AMALIA Venerabile, o padre, è il tuo sembiante come il volto d'un santo. Oh, sia tranquillo il sonno tuo! T'involi al dolor della vita, e ti consoli. M'hai bandito il mio Carlo; ogni mia gioia per tua cagion perdei, ma con te corrucciarmi non potrei. (come colta da pensiero improvviso) Lo sguardo avea degli angeli che Dio creò d'un riso... I baci suoi stillavano gioir di paradiso. Nelle sue braccia!... Un vortice d'ebbrezza n'avvolgea, come due voci unisone sul core il cor battea. Anima uniasi ad anima fuse ad un foco istesso; e terra e ciel pareano stemprarsi in quell'amplesso. Dolcezze ignote all'estasi d'un immortal gustai; sogno divin! ma sparvero, né torneran più mai. MASSIMILIANO (in sogno) Mio Carlo... AMALIA Ei sogna. MASSIMILIANO Oh, quanto misero sei! AMALIA Ti sveglia, amato padre; e le tue larve spariran. MASSIMILIANO (sempre sognando) Francesco! Pur nel sogno mel togli? AMALIA Io son, mi guarda; la tua figlia son io. MASSIMILIANO (apre gli occhi) Tu qui?...pur or sognava di Carlo nostro. O povera fanciulla! L'april delle tue gioie disfiorai. Non maledirmi... AMALIA Maledirti? oh mai!! MASSIMILIANO Carlo! io muoio... ed, ahi! lontano tu mi sei nell'ultim'ore; una fredda, ingrata mano nell'avel mi comporrà. Caro è il pianto all'uom che muore, ma per me chi piangerà? AMALIA Oh, lasciarti io pur vorrei dolorosa umana vita, or che tutto io qui perdei, nè la terra un fior mi dà! (con entusiasmo) E per sempre a Carlo unita spaziar l'eternità! Scena Settima (Francesco ed Arminio travestito. I precedenti) FRANCESCO Un messaggero di trista novella! Vi piace udirlo? MASSIMILIANO (ad Arminio) Che porti? favella! ARMINIO Di Carlo vostro contezza vi reco... AMALIA Dov'è? MASSIMILIANO Viv'egli?... ARMINIO Compagno fu meco fra le colonne di re Federico che lo raccolse fuggiasco, mendico. AMALIA Misero! ARMINIO A Praga pugnò quell'ardito, fin che nel corpo fu tutto ferito... FRANCESCO (avventandosi ad Arminio) Taci, spietato! (Massimiliano fa cenno ad Arminio di continuare) ARMINIO Parlavami a stento... "Porta a mio padre quel ferro cruento, e digli: il figlio da voi ributtato fra l'armi e le stragi morì disperato." MASSIMILIANO (con uno scoppio di dolore) Son io quel padre dal ciel maledetto! ARMINIO Ed era Amalia l'estremo suo detto. AMALIA (con disperazione) La trista io sono che al pianto sorvisse! FRANCESCO (mostra ad Amalia la spada) Leggi! il tuo Carlo col sangue vi scrisse: "Dal giuro, Amalia, ci scioglie la morte. Sii tu, Francesco, d'Amalia consorte." AMALIA Ah Carlo, Carlo, mai non m'amasti! MASSIMILIANO (a se stesso) Tigre feroce, qual sangue versasti! Sul capo mio colpevole l'ira de ciel discenda! (Si getta sopra Francesco) Ma tu che svelta, o perfido m'hai la bestemmia orrenda, rendimi tu, tu rendimi l'ucciso mio figliuol! AMALIA Padre! lo assunse ai martiri il Dio dei travagliati, perché quaggiù non fossimo come nel ciel beati; ma lo vedrem, consolati! là tra le stelle e 'l sol. FRANCESCO (fra sè) Grazie, o dimon! Lo assalgono dolor, rimorso ed ira. La disperanza or mescivi, potente, ultima dira; fenda quel cor! ne dissipi la poca aura vital. ARMINIO (fra sè) Non so, non so più reggere al suo dolor paterno! Questa menzogna orribile mi fia rimorso eterno; fitto l'ho già nell'anima come infocato stral. (Massimiliano sviene) AMALIA Ei muore!... È morto...oh Dio!... (Manda un grido e fugge) FRANCESCO (giubilante) Morto?...Signor son io! ATTO II Scena Prima (Recinto attiguo alla chiesa del castello. Vi sorgono in disparte alcuni sepolcri gotici. In uno recente è scolpito il nome di Massimiliano Moor) AMALIA (genuflessa innanzi al sepolcro di Massimiliano) Dopo breve silenzio alzandosi) Dall'infame banchetto io m'involai, padre, e qui mi rifuggo, all'obliato sepolcro tuo che sola la furtiva mia lagrima consola. CORO (interno) Godiam, chè fugaci son l'ore del riso: Dai calici ai baci ne guida il piacer. La fossa, una croce ne manda un avviso: La vita è veloce, t'affretta a goder. AMALIA Empio! CORO Lasciamo i lamenti di stupido rito; plorar sugli spenti è folle dolor. AMALIA Empio! CORO Non turbino i negri colori il convito, qui brilli e n'allegri la tazza e l'amor. AMALIA Tripudia, esulta, iniquo, sull'ossa di tuo padre! CORO La sorte futura de' fiacchi è terrore, ma sillaba oscura de' forti al pensier. Godiam, chè fugaci del riso son l'ore; dai calici ai baci ne guidi il piacer. AMALIA Oh! mia la pace che nella vita gli rapisti, in morte funestar non gli puoi! No! non penetra l'esecrata tua voce in quella pietra. (volgendosi alla tomba) Tu del mio Carlo al seno volasti, alma beata, e il tuo soffrir terreno or si fa gioia in ciel. Sol io qui vivo in pianto deserta e sconsolata; oh! quanto invidio! oh, quanto, il tuo felice avel! Scena Seconda (Arminio, Amalia) ARMINIO (entra agitato) Ah, signora! AMALIA Che vuoi! ARMINIO D'un gran misfatto chieggo perdone... AMALIA Mi lascia! ARMINIO Uditemi... AMALIA Importuno! ARMINIO Il vostro Carlo...vive! AMALIA Che parli? ARMINIO Il vero: e vostro zio... vive ancor esso... (Fugge) AMALIA Arrestati!...gran Dio! (dopo un momento di stupore) Carlo vive? O caro accento, melodia di paradiso! Dio raccolse il mio lamento, fu pietoso al mio dolor. Carlo vive?... Or terra e cielo si riveston d'un sorriso; gli astri, il sol non han più velo; l'universo è tutto amor. Scena Terza (Francesco, Amalia) FRANCESCO Perchè fuggisti al canto del festivo convito? AMALIA Un'altra voce mi sonava nel cor; la pia preghiera che trasse a quella tomba il padre tuo. FRANCESCO Vuoi piangerlo in eterno?... Ah, smetti alfine questo cordoglio che m'irrita, e questa che mi cela i tuoi vezzi oscura vesta. Io t'amo, Amalia! io t'amo d'immenso ardente amore! Meco a regnar ti chiamo t'offro la mano e il core; il tuo sovrano ed arbitro schiavo ti cade al pie'. AMALIA Tu che pur dianzi a morte traevi il mio diletto, m'inviti or tua consorte a nuzial banchetto? Empio! all'infame talamo non salirai con me! FRANCESCO Tracotante! or ben sapranno rabbassar la tua cervice quattro mura... AMALIA O vil tiranno, da te lungi io son felice. FRANCESCO Tu lo speri? oh no, proterva! Qui starai! Mia druda e serva. AMALIA Ah!... FRANCESCO Sì, mia druda! Al sol tuo nome vo'che arrossi ogni persona: voglio trarti per che chiome... (Cerca trascinarla con sè) AMALIA Io t'offesi...A me perdona! (Simula d'abbracciarlo e gli strappa la spada) Ti scosta, o malnato, se pur non t'è caro sentirti l'acciaro confitto nel cor! Mi regge, mi guida la spada omicida lo spirto indignato del tuo genitor. FRANCESCO O vil femminetta, chi sfidi non sai; col sangue dovrai l'oltraggio scontar. Catene, flagelli, tormenti novelli per te la vendetta mi debbe insegnar. Scena Quarta (La selva boema. Praga in lontananza mezzo ascosa fra gli alberi. Entrano alcuni masnadieri) ALCUNI (entrando) Tutto quest'oggi le mani in mano. ALTRI (accorrendo) Oh! non sapete? I PRIMI Che v'ha di strano? I SECONDI Rolla è prigione! I PRIMI Prigion? che sento! I SECONDI Darà, vi dico, de' calci al vento. I PRIMI Che disse il Capo? I SECONDI Disse e giurò che far di Praga vuole un falò. I PRIMI Se l'ha giurato, lo manterrà. Povera Praga. I SECONDI Tu n'hai pietà? Povero il Rolla che va tra poco... (Una fiamma lontana vedesi rosseggiare fra gli alberi) Oh! non vedete quel vasto foco? I PRIMI Eccovi il cero! Là non è fola, il Capitano tenne parola. TUTTI Che fuoco orrendo! Che mai seguì? (Grida interne; quindi sbucano dagli alberi donne scapigliate con fanciulli) DONNE La terra trema, s'abbuia il dì, Oh! noi perdute!... Soccorso! aiuto! Il finimondo certo è venuto. (Spariscono di nuovo fra gli alberi) Scena Quinta (Rolla ed altri Masnadieri, poi Carlo Moor) MASNADIERI Morte e demonio! Chi si fa presso? L'ombra del Rolla?... Per Dio, egli è desso! D'onde ne vieni così serrato? ROLLA (anelante) Io?...dalla forca dritto filato. Dell'acquavite! non reggo più. MASNADIERI (Gli mescono un bicchiere d'acquavite) Bevi e poi narra. ROLLA (ad uno della masnada) Narralo tu. ALCUNI MASNADIERI I cittadini correano alla festa e noi, lanciate più cànape ardenti, gridammo: "al foco!" da questa e da quella. Ed ecco pressa, tumulto, lamenti... La polveriera scoppiò con tempesta, e la paura confuse i sergenti; il duce allora piombò sulla folla e trasse il laccio dal capo del Rolla. ALTRI MASNADIERI Viva! Vittoria di braccio e pensier; chi gli sovrasti non ha il masnadier. ROLLA Sì! m'ha tirato fuor dalla fossa. (Carlo entra pensieroso) MASNADIERI Eccolo! Ha l'aria mesta e commossa! Capitano! qual'è la tua mente? CARLO Noi partiam coll'aurora vegnente. (La masnada si perde nella selva) MASNADIERI Viva, viva il masnadier! Scena Sesta (Carlo) CARLO (solo, contemplando il sole che tramonta) Come splendido e grande il sol tramonta! Degno è ben che s'adori! In questa forma cade un eroe!... Natura! oh, sei pur bella! Sei pur bella e stupenda; ed io deforme, orribile così!... Tutto è qui riso, io sol trovo l'inferno in paradiso! Di ladroni attorniato, al delitto incatenato dalla terra io son reietto, maledetto io son dal ciel. Cara vergine innocente! se mi corre a te la mente, più mi duol la mia catena, la mia pena è più crudel. Scena Settima (La masnada precipitosa,. Carlo Moor) MASNADIERI Capitano! noi siamo cerchiati... CARLO Da quant'armi? MASNADIERI Da mille soldati. CARLO Su, fratelli; stringetevi insieme, non temete di gente che teme! TUTTI Su, fratelli, corriamo, alla pugna come lupi di questa boscaglia! Trionfar d'una schiava ciurmaglia ne farà disperato valor. Nella destra un esercito impugna chi bandisce la libera spada; basta un sol della nostra masnada per la rotta di tutti costor. (Partono precipitosi) |
ACTO I Escena Primera (Taberna en las fronteras de Sajonia. Carlos Moor está inmerso en la lectura de un libro) CARLOS ¡Cuando leo a Plutarco, me fastidia, me repugna esta época de imbéciles! ¡Ay, si en las frías cenizas de mis padres existiera aún una chispa del espíritu de Arminio! Igual que a él, desearía liberar toda Alemania de tal modo que, Esparta y Atenas fueran en comparación, siervas encadenadas. VOCES (fuera de escena) Una cuadrilla, una banda; héroes del camino... ¡Con el puñal y la copa nadie iguala al bandolero! CARLOS ¡Esos borrachos son, mis desvergonzados compañeros de aventuras!... ¡Oh padre, cuánto tarda tu perdón para que yo pueda abandonar a estos malhechores! ¡Oh, castillo paterno, colinas de eterno verdor, cómo, entre vosotras, mi alma redimida será feliz! ¡Amalia! ¡Hacia ti me dirijo! ¡Ábreme tus castos brazos! ¡Hazme, oh amada, revivir mis días de juventud! Escena Segunda (Varios jóvenes entran apresurados) CORO (a Carlos) ¡Una carta para ti!... (Carlos se las arranca de las manos) ¿Tiemblas? CARLOS ¡Bendito sea! ¡Esto, amigos, es mi perdón! (Carlos abre y lee la carta) CORO (para si mismo) ¡Cómo empalidece y cambia de aspecto! CARLOS ¡Pobre de mí! ¡Es de mi hermano! (Sale precipitadamente dejando caer la carta) ROLLA (Recogiendo la carta, lee) ¡A fe mía, qué hermoso es el mensaje! "Te anuncia tu padre, por mi boca, que no debes pensar, en modo alguno, en regresar, si no quieres ser detenido y encerrado, a pan y agua, en una tenebrosa prisión." CORO ¡Pan y agua! ¡Qué gran comida! CARLOS (regresando muy agitado) ¡Fieras humanas, bestias más duras que las piedras de las montañas! Entonces ¿mis cálidos y piadosos ruegos no han logrado enternecerlo? ¡Ay, si yo pudiera unir el mar y la tierra, para lanzarlos contra la humanidad! CORO ¡Escucha, Moor! CARLOS ¿Dónde está la espada que dará muerte a tales serpientes? CORO Nosotros la tenemos. Cálmate y escucha. Formaremos una cuadrilla de bandoleros... CARLOS (con un estremecimiento) ¿Nosotros bandoleros? ¿De dónde habéis sacado, almas inicuas, semejante idea? CORO Y tú serás nuestro jefe. CARLOS ¡Por la muerte, que no me opongo! CORO ¿Eres de los nuestros? CARLOS ¡Desde luego! He aquí mi mano. CORO (con un grito de alegría, sacando las espadas) ¡Viva, viva el Capitán! CARLOS ¡En la odiosa playa que mi ira hunda la espada! Quiero con mis armas arrasarlo todo y sembrar el terror ante mí. Vosotros, furias de la venganza, unidos a mí en un mismo destino, debéis jurar fidelidad aquí mismo. ¡Mi mano no temblará! CORO Juramos lealtad ante tu firme mano. (Salen tumultuosamente) Escena Tercera (Franconia. Cámara en el castillo de los Moor. Francisco Moor solo) FRANCISCO (meditativo) ¡Viejo! ¡Olvídate de ese odiado primogénito tuyo! La lacrimosa carta que él te escribió yo la he destruido. Tú has leído una escrita por mí, donde narro todo a mi manera... Finalmente castigué a la naturaleza, que me hizo menor que mi hermano. Ahora debo castigarla a través de mi padre... ¡Justicia! ¡Conciencia! Palabras huecas dignas de los débiles. ¡Atrévete, Francisco! Elimina al viejo... Apenas puede seguir viviendo ese lúgubre esqueleto, Un soplo... y se acabó. Su fuerza vital languidece, es verdad, pero dura demasiado. Si la naturaleza es lenta, juro al cielo, que yo la aceleraré. Inteligencia mía, encuentra un puñal que traspase el corazón humano, que no titubee en la mano del que lo empuña y lo clava. (Sigue meditando, luego continúa) ¡Triunfo, triunfo! Tengo un plan... ¡Arminio, acércate! Escena Cuarta (Arminio, Francisco) ARMINIO ¿Señor, qué queréis? FRANCISCO ¿Me eres fiel? ARMINIO ¿Qué duda os cabe? FRANCISCO ¡Pues bien! Deberás secundarme en mi plan. Disfrázate de modo que nadie pueda reconocerte. Luego, ve junto a mi padre. Dile que he muerto en el sitio de Praga. Entre un montón de cadáveres, viste por última vez a su hijo Carlos. ARMINIO Pero si lo hago ¿me creerá? FRANCISCO Creerá en tu informe, te lo aseguro. Te daré una prueba capaz de engañar al hombre más sagaz. (Arminio sale) Escena Quinta (Francisco) FRANCISCO ¡Dentro de poco, Francisco será el único señor! ¡Temblad, oh miserables! Vais a verme en mi verdadero y terrible aspecto. De un viejo débil al que no teméis, ya no sentiréis la cansada mano. A la risa y al júbilo sucederán el llanto, las lágrimas, el temor y la sospecha. El hambre, la cárcel, la afrenta y la desazón serán para vosotros una tortura inefable. (Sale) Escena Sexta (Dormitorio en el castillo. Maximiliano Moor dormido en una silla. Amalia se acerca lentamente y se detiene a contemplarlo) (Amalia y Maximiliano) AMALIA ¡Oh, padre venerable! Tu semblante es como el rostro de un santo. ¡Ah, que tu sueño sea tranquilo! Que te aleje del dolor de la vida y consuele. Has exiliado a mi Carlos. Toda mi alegría, por tu culpa, he perdido, pero, así y todo, no podría enojarme contigo. (como asaltada por una repentina idea) La mirada tenía de los ángeles que Dios creó de un hálito... Sus besos destilaban la alegría de paraíso. ¡En sus brazos!... Un remolino de embriaguez nos envolvía. Como dos voces al unísono nuestros corazones palpitaban. Nuestras almas se unían fundidas en un mismo ardor. Y la tierra y el cielo parecían reflejarse en aquel abrazo. Experimenté un dulce éxtasis, desconocido a los inmortales. ¡Sueño divino!... Pero desapareció y no regresará nunca más. MAXIMILIANO (soñando) Mi Carlos... AMALIA Está soñando. MAXIMILIANO ¡Ay, qué desgraciado eres! AMALIA ¡Despiértate, querido padre, y aleja los fantasmas! MAXIMILIANO (siempre soñando) ¡Francisco! ¿Aún en sueños me lo arrebatas? AMALIA ¡Soy yo, mírame! ¡Soy yo, tu hija! MAXIMILIANO (abre los ojos) ¿Tú aquí?... Estaba soñando en nuestro Carlos. ¡Oh, pobre muchacha! La alegría de tu primavera marchité. No me maldigas... AMALIA ¿Maldecirte?... ¡Ay. jamás!! MAXIMILIANO ¡Carlos! Me muero... y tú, ¡ay! Lejos estás en mi última hora. Una fría e ingrata mano a la tumba me llevará. Apreciado es el llanto para el hombre que muere, pero por mí, ¿quién llorará? AMALIA ¡Ay, también yo querría dejar la dolorosa vida humana. Ahora que todo lo he perdido, la tierra ni una flor me da. (con entusiasmo) ¡Y por siempre, junto a Carlos, abrazar la eternidad! Escena Séptima (Entran Francisco y Arminio disfrazado) FRANCISCO ¡Un mensajero con malas noticias! ¿Queréis oírlo? MAXIMILIANO (a Arminio) ¿Qué noticias traes? ¡Habla! ARMINIO De Carlos vuestro hijo os traigo... AMALIA ¿Dónde está? MAXIMILIANO ¿Está vivo?... ARMINIO Fuimos compañeros entre las tropas del rey Federico, quien lo recogió fugitivo y mendicante. AMALIA ¡Mísero! ARMINIO En Praga lucho valientemente, hasta que fue herido mortalmente... FRANCISCO (dirigiéndose a Arminio) ¡Calla, despiadado! (Maximiliano indica a Arminio que continúe) ARMINIO Con voz entrecortada me dijo... "Lleva a mi padre esta espada ensangrentada y dile que el hijo al que repudió, en cruel combate murió desesperado." MAXIMILIANO (con un estallido de dolor) ¡Soy un padre maldecido por el cielo! ARMINIO Y para Amalia fueron sus últimas palabras. AMALIA (con desesperación) ¡Desgraciada de mí que aún vivo! FRANCISCO (muestra la espada a Amalia) ¡Lee! Tu Carlos con su sangre te escribió: "De nuestro juramento, Amalia, nos libera la muerte. Se tú, Francisco, de Amalia el esposo." AMALIA ¡Ay Carlos, Carlos, nunca me amaste! MAXIMILIANO (para sí) ¡Tigre feroz, cuánta sangre vertiste! ¡Sobre mi cabeza culpable la ira del cielo descienda! (Se arroja sobre Francisco) Pero tú, pérfido, que me empujaste a cometer esa horrorosa infamia, ¡devuélveme a mi difunto hijo! AMALIA ¡Padre! El Dios de los afligidos lo ha reunido con los mártires para que aquí abajo no fuéramos tan felices como en el cielo. ¡Pero consuélate, lo veremos allá entre las estrellas y el sol! FRANCISCO (para sí) ¡Gracias, oh demonios! Lo asaltan el dolor, el remordimiento y la ira. ¡La desesperación lo abatirá y destrozará su corazón, disipando la poca aura vital que le queda! ARMINIO (para sí mismo) ¡No puedo, no puedo soportar su dolor paterno! Esta horrible mentira será para mí causa de un remordimiento eterno. Siempre la tendré clavada en el alma como una lanza. (Maximiliano se desmaya) AMALIA ¡Se muere!... ¡Está muerto!... ¡Oh, Dios!... (lanza un grito y sale) FRANCISCO (con alegría) ¿Ha muerto?... ¡Yo soy ahora el señor! ACTO II Escena Primera (Lugar junto a la iglesia del castillo. Se observan algunos sepulcros góticos. En una lápida reciente está tallado el nombre de Maximiliano Moor) AMALIA (Se encuentra arrodillada ante el sepulcro de Maximiliano. Tras un breve silencio se levanta) Del infame banquete logré huir, padre, y aquí me refugio, en tu olvidado sepulcro que sólo mis furtivas lágrimas consuelan. CORO (fuera de escena) ¡Gocemos, pues las horas para reír son fugaces! De las copas a los besos nos conduce el placer. La tumba y la cruz nos mandan una advertencia: la vida es breve, hay que apresurarse a gozarla. AMALIA ¡Impío! CORO Desechemos los lamentos del estúpido ritual. Llorar sobre los muertos es un vano dolor. AMALIA ¡Impío! CORO Que no turben los negros colores este banquete. Que brillen y nos alegren las copas y el amor. AMALIA ¡Disfruta, regocíjate, inicuo, sobre el cadáver de tu padre! CORO El futuro para los débiles es el terror, pero para los fuertes es una deslumbrante senda. ¡Gocemos, pues las horas para reír son fugaces! De las copas a los besos nos conduce el placer. AMALIA ¡Ay, la paz que en vida le arrebataste, en la muerte no la puedes turbar! ¡No! No atraviesa tu execrable voz en esa lápida. (volviéndose hacia la tumba) Tú robaste de mi seno a mi amado Carlos, alma bendita, y tu sufrimiento terrenal se volverá alegría en el cielo. Sólo yo permanezco aquí llorando, miserable y desconsolada. ¡Ay, cuánto envidio, oh, cuánto envidio, tu sepulcro feliz! Escena Segunda (Arminio, Amalia) ARMINIO (entra agitado) ¡Ay, señora! AMALIA ¡Qué quieres! ARMINIO Por un gran crimen pido perdón... AMALIA ¡Déjame! ARMINIO ¡Oídme!... AMALIA ¡No insistas! ARMINIO Vuestro Carlos... ¡vive! AMALIA ¿Qué dices? ARMINIO La verdad. Y vuestro tío... también vive aún. (Huye) AMALIA ¡Detente!... ¡Dios mío! (después de un momento de estupor) ¿Carlos vive? ¡Oh, hermosas palabras! ¡Melodía del paraíso! Dios oyó mi lamento y fue piadoso con mi dolor. ¿Carlos vive?... Ahora la tierra y el cielo se cubren con una sonrisa. Las estrellas y el sol ya no están ocultos. Todo el universo es amor. Escena Tercera (Francisco, Amalia) FRANCISCO ¿Por qué abandonaste la algarabía del festivo banquete? AMALIA Otra voz resonaba en mi corazón. La piadosa plegaria me arrastró hasta la tumba de tu padre. FRANCISCO ¿Quieres llorarlo eternamente?... ¡Ah, abandona ese pesar que me irrita y esos negros vestidos que ocultan tus encantos! ¡Yo te amo, Amalia! ¡Te amo con un inmenso y ardiente amor! Te pido que reines junto a mí, te ofrezco mi mano y mi corazón. Tu soberano y señor cae ahora esclavo a tus pies. AMALIA Tú, que hace poco has provocado esta muerte ¿ahora me propones ser tu esposa? ¡Impío! ¡Al infame tálamo no irás conmigo! FRANCISCO ¡Arrogante! Ahora aprenderás a inclinar la cabeza entre cuatro paredes... AMALIA ¡Oh, vil tirano, lejos de ti seré feliz! FRANCISCO ¿Eso esperas? ¡Ah no, arrogante! ¡Permanecerás aquí! Serás mi amante y sirvienta. AMALIA ¡Ay!... FRANCISCO ¡Sí, mi amante! Al oír tu nombre quiero que todos se avergüencen. Voy a arrastrarte de lo pelo... (procura arrastrarla consigo) AMALIA Te he ofendido... ¡Perdóname! (Simula abrazarlo y le arrebata la espada) ¡Apártate, oh malnacido, si no quieres sentir este acero clavándose en tu corazón! Me alienta y me guía con esta espada homicida el espíritu indignado de tu progenitor. FRANCISCO ¡Oh vil mujerzuela, no sabes a quién desafías! Con tu sangre deberás pagar este ultraje. Cadenas, castigos y nuevas torturas, la venganza me dictará para ti. Escena Cuarta (Un bosque en Bohemia. A lo lejos, se vislumbra Praga. Entran algunos bandoleros) ALGUNOS BANDOLEROS (entrando) Hemos estado todo el día sin hacer nada. OTROS (acudiendo presurosos) ¡Oh! ¿No lo sabéis? LOS PRIMEROS ¿Qué hay de nuevo? LOS SEGUNDOS ¡Rolla en prisión! LOS PRIMEROS ¿En prisión? ¡Qué oigo! LOS SEGUNDOS Y casi seguro lo colgarán. LOS PRIMEROS ¿Qué dijo el Jefe? LOS SEGUNDOS Juró que quiere hacer de Praga una gran hoguera. LOS PRIMEROS Si lo ha jurado, lo cumplirá. Desdichada Praga. LOS SEGUNDOS ¿No te da lástima de ella? Pobre Rolla que dentro de poco... (Llamas lejanas se ven brillar entre los árboles) ¡Oh! ¿No veis aquellas llamaradas? LOS PRIMEROS ¡Un incendio! El Capitán no bromeaba, cumplió su palabra. TODOS ¡Qué fuego tan espantoso! ¿Qué habrá sucedido? (Gritos fuera de escena. Aparecen de entre los árboles mujeres desesperadas con sus niños) MUJERES La tierra tiembla y se oscurece el día. ¡Ay! ¡Estamos perdidas! ¡Socorro! ¡Ayuda! El fin del mundo ha llegado. (Desaparecen de nuevo entre los árboles) Escena Quinta (Rolla y otros bandidos, luego Carlos Moor) BANDOLEROS ¡Muerte y demonios! ¿Quién se acerca? ¿El fantasma de Rolla?... ¡Por Dios, que es él! ¿De dónde vienes tan deprisa? ROLLA (jadeando) ¿Yo?... Escapo de la horca. ¡Dadme aguardiente! No aguanto más. BANDOLEROS (Le sirven un vaso de aguardiente) Bebe y luego nos cuentas. ROLLA (a uno de los que lo acompañan) Cuéntalo tú. ALGUNOS BANDOLEROS El pueblo acudía gozoso a presenciar la ejecución. Cuando nosotros, lanzando antorchas, gritamos por doquier "¡fuego!" Se produjeron, alborotos y gritos... El polvorín estalló con violencia y el miedo confundió a los guardias. Entonces, el jefe cayó sobre la muchedumbre y rescató de la horca a Rolla. OTROS BANDOLEROS ¡Viva! Victoria completa, en hechos e ideas. No hay quien pueda dominar a los bandoleros. ROLLA ¡Sí, me ha rescatado de la tumba! (Carlos entra pensativo) BANDOLEROS ¡Aquí está! ¡Tiene aspecto triste y doliente! ¡Capitán! ¿En qué piensas? CARLOS Partiremos con la próxima aurora. (La banda se oculta en el bosque) BANDOLEROS ¡Vivan, vivan los bandoleros! Escena Sexta (Carlos) CARLOS (solo, contemplando el sol que se pone) ¡Qué espléndido y grande es el sol al ponerse! ¡Bien digno de ser adorado! ¡Así cae un héroe!... Naturaleza, ¡qué hermosa eres! Tú bella y yo, tan deforme y horrible... ¡Todo aquí son risas, sólo yo encuentro el infierno en el paraíso! Rodeado de ladrones, encadenado al delito, en la tierra soy perseguido y en el cielo maldecido. ¡Amada virgen inocente! Cuando pienso en ti, más me duelen estas cadenas y más cruel es mi pena. Escena Séptima (La banda que entra alborotada) BANDOLEROS ¡Capitán, estamos rodeados!... CARLOS ¿Cuántos son? BANDOLEROS Mil soldados. CARLOS ¡Adelante, hermanos! ¡Luchemos codo con codo! ¡No temáis a esos cobardes! TODOS ¡Adelante, hermanos! ¡Corramos a la lucha como lobos del bosque! El valor desesperado nos permitirá vencer a esa chusma de esclavos. En su mano lleva un ejército quien blande la espada de la libertad. Basta uno solo de los nuestros para derrotar a todos esos soldados. (Salen precipitadamente) |