IDOMENEO, REY DE CRETA

 

Personajes

IDOMENEO

IDAMANTE

ILIA

ELECTRA

ARBACES

SACERDOTE

Rey de Creta

Hijo de Idomeneo

Princesa prisionera Troyana

           Princesa Griega refugiada en Creta           

Amigo de Idamante

Sacerdote de Neptuno

Tenor

Soprano

         Soprano

Soprano

Tenor

Tenor

 

La acción se desarrolla en la antigua Creta.

 

OUVERTURE                                                                             

ATTO PRIMO

(Appartamenti d'Ilia nel palazzo reale,
in fondo al prospetto una galleria)

Scena 1

Recitativo

ILIA
Quando avran fine ormai l'aspre sventure
mie? Ilia infelice! Di tempesta crudel
misero avanzo, del genitor e de' germani
priva, del barbaro nemico misto col
sangue il sangue vittime generose, a 
qual sorte più rea ti riserbano i Numi?...
Pur vendicaste voi di Priamo e di Troia 
i danni e l'onte? Perì la flotta Argiva, 
e Idomeneo pasto forse sarà d'orca
vorace... ma che mi giova, oh ciel! se 
al primo aspetto di quel prode Idamante,
che all'onde mi rapì, l'odio deposi, e pria
fu schiavo il cor, che m'accorgessi
d'essere prigioniera. Ah qual contrasto,
oh Dio! d'opposti affetti mi destate nel
sen odio, ed amore! Vendetta deggio a
chi mi diè la vita, gratitudine a chi vita
mi rende... oh Ilia! oh genitor! Oh
prence! oh sorte! oh vita sventurata! Oh
dolce morte! Ma che? m'ama Idamante?
... ah no; l'ingrato per Elettra sospira, e
quell'Elettra meschina principessa, esule
d'Argo, d'Oreste alle sciagure a queste
arene fuggitiva, raminga, è mia rivale.
Quanti mi siete intorno carnefici
spietati?... orsù sbranate vendetta,
gelosia, odio, ed amore sbranate sì
quest'infelice core!

No. 1 Aria

ILIA
Padre, germani, addio!
Voi foste, io vi perdei.
Grecia, cagion tu sei.
E un greco adorerò?
D'ingrata al sangue mio
So che la colpa avrei;
Ma quel sembiante, oh Dei!
Odiare ancor non so.

Recitativo

ILIA
Ecco Idamante, ahimè! sen vien. Misero
core tu palpiti, e paventi. Deh cessate 
per poco, oh miei tormenti!

Scena 2

Recitativo

IDAMANTE 
(al seguito)
Radunate i Troiani, ite, e la corte 
sia pronta questo giorno a celebrar.

(ad Ilia)

Di dolce speme a un raggio scema il mio
duol. Minerva della Grecia protettrice
involò al furor dell'onde il padre mio; in
mar di qui non lunge comparser le sue
navi; indaga Arbace il sito, che a noi
toglie l'augusto aspetto.

ILIA 
(con ironia)
Non temer? difesa da Minerva è 
la Grecia, e tutta ormai scoppiò 
sovra i Troian l'ira de' Numi.

IDAMANTE
Del fato de Troian più non dolerti. 
Farà il figlio per lor quanto farebbe 
il genitor e ogn'altro vincitor generoso.
Ecco: abbian fine, principessa, i lor 
guai: rendo lor libertade, e omai fra noi
sol prigioniero fia, sol fia, che porta, 
che tua beltà legò care ritorte.

ILIA
Signor che ascolto? non saziaron ancora 
gl'implacabili Dei l'odio, lo sdegno
d'Ilion le gloriose or diroccate mura, 
ah non più mura, ma vasto, e piano 
suol? a eterno pianto dannate son le
nostre egre pupille?

IDAMANTE
Venere noi punì, di noi trionfa. Quanto 
il mio genitor, ahi rimembranza! Soffrì
de' flutti in sen? Agamemnone vittima 
in Argo alfin, a caro prezzo comprò que'
suoi trofei, e non contenta di tante stragi 
ancor la Dea nemica, che fè? il mio cor
trafisse, Ilia, co' tuoi bei lumi più
possenti de' suoi, e in me vendica adesso
i danni tuoi.

ILIA
Che dici?

IDAMANTE
Sì, di Citerea il figlio incogniti 
tormenti stillommi in petto; a te 
pianto e scompiglio Marte portò, 
cercò vendetta Amore in me de' mali
tuoi, quei vaghi rai, quei tuoi vezzi
adoprò... ma all'amor mio d'ira e 
rossor tu avvampi?

ILIA
In questi accenti mal soffro un 
temerario ardir, deh pensa, pensa
Idamante, oh Dio! il padre tuo qual 
è, qual era il mio.

No. 2 Aria

IDAMANTE
Non ho colpa, e mi condanni
Idol mio, perché t'adoro.
Colpa è vostra, oh Dei tiranni,
E di pena afflitto io moro
D'un error che mio non è.
Se tu brami, al tuo impero
Aprirommi questo seno,
Ne' tuoi lumi il leggo, è vero,
Ma me'l dica il labbro almeno
E non chiedo altra mercè.

Recitativo

ILIA 
(vede condurre i prigionieri)
Ecco il misero resto de' Troiani, dal
nemico furor salvi.

IDAMANTE
Or quei ceppi io romperò, vuo'
consolarli adesso.

(Da sè)

Ahi! perché tanto far non so a me stesso!

Scena 3

Recitativo

IDAMANTE
Scingete le catene,

(si levano a' prigionieri le catene, 
li quali dimostrano gratitudine)

ed oggi il mondo, oh fedele Sidon,
suddita nostra, vegga due gloriosi 
popoli in dolce nodo avvinti, e stretti 
di perfetta amistà. Elena armò la 
Grecia e l'Asia, ed ora disarma e 
riunisce ed Asia e Grecia eroina 
novella, principessa più amabile, 
e più bella.

No. 3 Coro

TUTTI
Godiam la pace,
Trionfi Amore:
Ora ogni core
Giubilerà.

DUE CRETESI
Grazie a chi estinse
Face di guerra:
Or sì la terra
Riposo avrà.

TUTTI
Godiam la pace,
Trionfi Amore:
Ora ogni core
Giubilerà.

DUE TROIANI
A voi dobbiamo
Pietosi Numi,
E a quei bei lumi
La libertà.

TUTTI
Godiam la pace,
Trionfi Amore:
Ora ogni core
Giubilerà.

Scena 4

Recitativo

ELETTRA 
(agitata da gelosia)
Prence, signor, tutta la Grecia oltraggi; 
tu proteggi il nemico.

IDAMANTE
Veder basti alla Grecia vinto il 
nemico. Opra di me più degna a 
mirar s'apparecchi, oh principessa: 
vegga il vinto felice.

(vede venire Arbace)

Arbace viene.

Scena 5

Recitativo

IDAMANTE 
(timoroso)
Ma quel pianto che annunzia?

ARBACE
Mio signore, de' mali 
il più terribil...

IDAMANTE 
(ansioso)
Più non vive il genitor?

ARBACE
Non vive: quel che Marte far non 
poté finor, fece Nettuno, l'insorabil
Nume, e degl'eroi il più degno, ora il
riseppi, presso a straniera sponda
affogato morì!

IDAMANTE
Ilia, de' viventi eccoti il più meschin. 
Or sì dal cielo soddisfatta sarai... 
barbaro fato!... Corrasi al lido... 
ahimè! son disperato!

(parte)

ILIA 
Dell'Asia i danni ancora troppo risento, 
e pur d'un grand'eroe al nome, al caso, il
cor parmi commosso, e negargli i sospir
ah no, non posso.

(parte sospirando)

Scena 6

Recitativo

ELETTRA
Estinto è Idomeneo?... Tutto a miei
danni, tutto congiura il ciel! Può a 
suo talento Idamante disporre d'un
impero, e del cor, e a me non resta
ombra di speme? A mio dispetto, 
ahi lassa! vedrò, vedrà la Grecia a 
suo gran scorno, una schiava Troiana 
di quel soglio e del talamo ha parte... 
invano Elettra ami l'ingrato... e soffre
una figlia d'un re, ch'ha re vassalli, 
ch'una vil schiava aspiri al grand'
acquisto? ... Oh sdegno! oh smanie! 
oh duol! ... più non resisto.

No.4 Aria

ELETTRA
Tutte nel cor vi sento,
Furie del crudo averno,
Lunge a sì gran tormento
Amor, mercè, pietà.
Chi mi rubò quel core,
Quel che tradito ha il mio,
Provi dal mio furore,
Vendetta e crudeltà.
Tutte nel cor vi sento, ecc.

Scena 7

(Spiagge del mare ancora agitato, 
attorniate da dirupi. Rottami di 
navi sul lido)

No 5 Coro

CORO VICINO
Pietà! Numi!, pietà!
Aiuto oh giusti Numi!
A noi volgete i lumi...

CORO LONTANO
Pietà! Numi, pietà!
Il ciel, il mare, il vento
Ci opprimon di spavento...

CORO VICINO
Pietà! Numi, pietà!
In braccio a cruda morte
Ci spinge l'empia sorte...
OBERTURA

ACTO PRIMERO

(Galería en el palacio real, al fondo
los apartamentos destinados a Ilia)

Escena 1

Recitativo

ILIA
Cuándo terminará mi desventura?
¡Infeliz Ilia! Superviviente a una cruel
tempestad que me priva de mi padre 
y de mis hermanos... Del bárbaro
enemigo, víctimas soy, ¿para esta
suerte te preservaron los Dioses?
¿Habéis vengado acaso de Príamo, y
de Troya la pérdida y la vergüenza?
La flota Argiva destruida e, Idomeneo
¿será, quizá, pasto de orca voraz...?
Mas, ¿qué me importa? Si, con sólo 
la primera mirada del orgulloso
Idamante, que me salvó de las olas,
depuse el odio y mi corazón cayó
esclavo, antes de darme cuenta de que
era prisionera. ¡Oh Dios! ¡Cariños
opuestos has hecho nacer en mi
pecho...! ¡Y, amor...! Venganza le
debo a quien me dio la vida; gratitud
a quien me la regala... ¡Oh Ilia! ¡Oh
padre! ¡Oh dulce muerte! Y, ¿qué?
Acaso me ama Idamante? ¡Ah, no! 
El ingrato por Electra suspira y, esa
Electra, mezquina princesa, exiliada
de Argos, a estas playas voló fugitiva
y vagabunda; ella es mi rival.
Venganza, odio y amor, ¡despedazad
este infeliz corazón!

Nº. 1 Aria

ILIA 
Padre, hermanos, ¡adiós! 
Os fuisteis; yo os perdí. 
Grecia tú eres la causa 
Y, yo, ¿he de adorar a un griego?
Ingrata soy a mi propia sangre; 
sé que ésta es mi culpa 
Pero, a aquel semblante, ¡oh Dioses! 
aún no lo sé odiar.

Recitativo

ILIA
¡Ahí está Idamante! Cuando viene
hacia mí, el corazón palpita y tiembla.
¡Oh, cesad un poco, tormentos míos!

Escena 2

Recitativo

IDAMANTE
(al séquito) 
Reunid a los troyanos. Que la corte 
se prepare para celebrar este día

(A Ilia) 

Un rayo de esperanza aminora mi
dolor. Minerva de Grecia protectora,
salvó, de la furia de las olas, a mi
padre. No lejos de aquí, han avistado
su nave. Arbace busca el lugar que
nos impide ver su augusto semblante.

ILIA
(Con ironía)
No temáis; defendida está Grecia por
Minerva, pues ella ya descargó sobre
los troyanos la ira de los Dioses.

IDAMANTE
Del destino de los troyanos no temas.
Hará el hijo igual que haría el padre y
cualquier vencedor generoso. Tendrán
fin, princesa, sus penas; les doy la
libertad. Entre nosotros, sólo quede
prisionero, aquél que soporta las
dulces cadenas que tu belleza ató.

ILIA
Señor, ¿qué estoy oyendo? ¿Aún no
se saciaron los implacables Dioses,
del odio, del desdén por Ilión, la
gloriosa, después de derrocados 
sus muros...? ¿A un eterno llanto
condenaste nuestras pupilas?

IDAMANTE
Venus nos ha castigado. ¿Cuánto mi
padre habrá sufrido en el del mar?
Agamenón, víctima en Argos, a un
alto precio compró sus trofeos. No
contenta con todo ello, la Diosa
enemiga mi corazón ha traspasado.
Ilia, con la luz de tus ojos, más
poderosos que los suyos, en mi, 
venga ahora, todas tus desgracias.

ILIA
¿Qué estás diciendo?

IDAMANTE
Sí; el hijo de Citerea ha destilado
grandes tormentos en mi corazón; a 
ti, Marte te trajo llanto y tormento.
Busca venganza sobre mí, Amor, a
través de la hermosura de tus ojos, de
tu belleza... Mas, a causa de mi amor,
¿te inflamas de rabia y rubor?

ILIA 
No puedo soportar el atrevimiento 
de tus palabras... Piensa, piensa,
Idamante, ¡oh Dios! quién es tu 
padre y quién era el mío.

Nº. 2 Aria 

IDAMANTE 
No es culpa mía y me condenas, 
ídolo mío, porque te adoro. 
¡La culpa es vuestra Dioses tiranos! 
Y, afligido por esta pena, yo muero, 
por un error que no he cometido. 
Si tú lo deseas, a una orden tuya 
me abriré el pecho; 
en tus ojos lo leo, es cierto, mas,
que, al menos me lo digan tus labios...
¡no pido otra suerte!

Recitativo

ILIA
(Ve conducir a los prisioneros) 
Ahí están los restos de los troyanos, 
salvados del furor del enemigo. 

IDAMANTE 
Sus grilletes rompo en este momento;
les daré consuelo

(Para sí)

¡Ay! ¿Porqué no sé hacerlo conmigo?

Escena 3

Recitativo

IDAMANTE
¡Quitadles las cadenas!

(quitan las cadenas a los prisioneros,
que demuestran su gratitud)

Y hoy el mundo, oh fiel Sidón,
súbdita nuestra, ve a dos gloriosos
pueblos, unidos en un único lazo y
estrechados por una perfecta amistad.
Elena armó a Grecia y a Asia y,
ahora, una nueva heroína, una
princesa más conciliadora y más
bella, desarma y une a Asia y a Grecia

Nº. 3 Coro

TODOS
Gocemos de la paz, 
que triunfe Amor: 
ahora todos los corazones 
se alegrarán.

DOS CRETENSES 
Gracias a aquél que ha extinguido 
las antorchas de guerra: 
Ahora sí, la Tierra 
reposo hallará.

TODOS 
Gocemos de la paz, 
que triunfe Amor: 
ahora todos los corazones 
se alegrarán.

DOS TROYANOS
Os lo debemos
Dioses misericordiosos
Y esos son los bellos ojos
que nos han traído la libertad

TODOS 
Gocemos de la paz, 
que triunfe Amor: 
ahora todos los corazones 
se alegrarán.

Escena 4

Recitativo

ELECTRA
(Agitada por los celos) 
Príncipe, señor, a toda Grecia ultrajas
protegiendo al enemigo.

IDAMANTE
Baste a Grecia, ver vencido al
enemigo. Obra más digna de mi,
prepárate a admirar, Oh princesa, 
¡mira feliz al vencido!

(Ve venir a Arbace)

Arbace viene

Escena 5

Recitativo

IDAMANTE
(Temeroso)
Pero... ¿qué anuncia ese llanto?

ARBACE
Mi señor, de entre los males, 
el más terrible...

IDAMANTE
(Ansioso)
¿No está vivo mi padre?

ARBACE
No vive; lo que Marte no había
podido hacer, lo ha hecho Neptuno, el
inexorable Dios y, ¡de los héroes el
más digno, ahora, junto a una playa
extranjera, ha muerto ahogado!

IDAMANTE 
Ilia, he aquí al más infeliz de los
hombres. Ahora sí te ha dado
satisfacción el cielo. ¡Destino atroz...!
¡Corramos hacia la playa! 

(Se va)

ILIA
Aún recuerdo los males de Asia, pero
ante el nombre de un gran héroe, se
conmueve mi corazón, Y negarle mis
anhelos, ¡ah! ¡No puedo!

(Se va suspirando)

Escena 6

Recitativo

ELECTRA
¿Muerto está Idomeneo? ¡Se conjura
el cielo contra mí! Puede, a su
voluntad, Idamante disponer del
imperio, y de su corazón y, a mi, ¿no
me queda ni sombra de esperanza?
¡Abandonada...! Grecia verá, para 
su vergüenza, a una esclava troyana
compartir el trono y el tálamo real...
En vano ama Electra a ese ingrato...
¿Debe, la hija de un rey cuyos
vasallos son reyes, sufrir que una vil
esclava aspire a conseguir los más
altos dones? ¡Oh furia! ¡No lo resisto!

Nº. 4 Aria

ELECTRA
¡Todas os tengo en el corazón,
furias del crudo Averno!
Alejad tan fieros tormentos,
amor, favor, piedad...
quien me ha robado el corazón,
ése que ha traicionado al mío,
¡que sienta mi furor,
mi venganza y mi crueldad!
¡Todas os tengo en el corazón, etc.

Escena 7

(Playas de un mar agitado, rodeadas
por acantilados. Restos del naufragio
de naves en la bahía)

Nº. 5 Coro

CORO CERCANO
¡Piedad! ¡Dioses, piedad!
¡Socorro, oh justos Dioses!
¡Volved la mirada sobre nosotros..!

CORO LEJANO 
¡Piedad! ¡Dioses, piedad! 
El cielo, el mar, el viento 
nos oprimen de terror..

CORO CERCANO 
¡Piedad! ¡Dioses, piedad! 
En brazos de una muerte cruel 
nos arroja esta impía suerte...

Scena 8

Pantomima

(Nettuno comparisce sul mare.Fa
cenno ai venti di ritirarsi alle loro
spelonche. Il mare poco a poco si
calma. Idomeneo, vedendo il Dio
del mare, implora la sua potenza.
Nettuno riguardandolo con occhio
torvo e minaccevole si tuffa nell'onde
e sparisce)

Recitativo

IDOMENEO
Eccoci salvi alfin.

Scena 9

Recitativo

IDOMENEO  
(al suo seguito)
Oh voi, di Marte e di Nettuno all'ire, 
alle vittorie, ai stenti fidi seguaci miei, 
lasciatemi per poco qui solo respirar, 
e al ciel natio confidar il passato 
affanno mio.

(Il seguito si ritira ed Idomeneo
solo s'inoltra sul lido, contemplando.)

Tranquillo è il mar, aura soave spira 
di dolce calma, e le cerulee sponde 
il biondo Dio indora, ovunque io miro, 
tutto di pace in sen riposa, e gode. Io sol,
io sol su queste aride spiagge d'affanno 
e da disagio estenuato quella calma, oh
Nettuno, in me non provo, che al tuo
regno impetrai. Oh voto insano, atroce!
giuramento crudel! ah qual de' Numi mi
serba ancor in vita, oh qual di voi mi
porge almen aita?

No.6 Aria

IDOMENEO
Vedrommi intorno
L'ombra dolente,
Che notte e giorno:
Sono innocente
M'accennerà.
Nel sen trafitto
Nel corpo esangue
Il mio delitto,
Lo sparso sangue
M'additerà.
Qual spavento,
Qual dolore!
Di tormento
Questo core
Quante volte morirà!

(Vede un uomo che s'avvicina)

Recitativo

IDOMENEO
Cieli! che veggo? Ecco, la sventurata 
vittima, ahimè! s'appressa... e queste
mani le ministre saran? ... mani
esecrande! Barbari, ingiusti Numi! 
are nefande!

Scena 10

Recitativo

IDAMANTE
Spiagge romite, e voi, scoscese rupi
testimoni al mio duol siate, e cortesi 
di questo vostro albergo a un agitato 
cor ... quanto spiegate di mia sorte il
rigor solinghi orrori!... Vedo fra quelli
avanzi di fracassate navi su quel lido
sconosciuto guerrier... voglio ascoltarlo,
vuo' confortarlo, e voglio in letizia
cangiar, quel suo cordoglio.

(S'appressa e parla ad Idomeneo)

Sgombra, oh guerrier, qual tu ti sia, 
il timore; eccoti pronto a tuo soccorso 
quello, che in questo clima offrir te'l può.

IDOMENEO  
(Da sè)
Più il guardo, 
più mi strugge il dolor.

(Ad Idamante)

De' giorni miei il resto a te dovrò, 
tu quale avrai premio da me?

IDAMANTE
Premio al mio cor sarà l'esser pago 
d'averti sollevato, difeso: ahi troppo, 
amico, dalle miserie mie instrutto 
io fui a intenerirmi alle miserie altrui.

IDOMENEO  
(Da sè)
Qual voce, 
qual pietà il mio sen trafigge!

(Ad Idamante)

Misero tu? che dici? 
ti son conte le tue sventure appien?

IDAMANTE
Dell'amor mio, cielo! il più caro 
oggetto, in quelli abissi spinto giace
l'eroe Idomeneo estinto. Ma tu sospiri, 
e piangi? t'è noto Idomeneo?

IDOMENEO
Uom più di questo deplorabil non v'è, 
non v'è chi plachi il fato suo austero.

IDAMANTE
Che favelli? 
vive egli ancor?

(Da sè)

Oh Dei! torno a sperar.

(Ad Idomeneo)

Ah dimmi amico, dimmi, dov'è, 
dove quel dolce aspetto vita mi 
renderà?

IDOMENEO
Ma d'onde nasce questa, che per lui 
nutri tenerezza d'amor?

IDAMANTE  
(con enfasi)
Ah, ch'egli è il padre...

IDOMENEO  
(interrompendolo impaziente)
Oh Dio! Parla: 
di chi è egli il padre?

IDAMANTE
(con voce fiacca)
È il padre mio!

IDOMENEO
(Da sè)
Spietatissimi Dei!

IDAMANTE
Meco compiangi del padre 
mio il destin?

IDOMENEO
(dolente)
Ah figlio!...

IDAMANTE  
(tutto giulivo)
Ah padre!... ah Numi! dove son io? ... 
oh qual trasporto! ... Soffri, genitor 
adorato, che al tuo seno...

(vuole abbracciarlo)

e che un amplesso...

(il padre si ritira turbato)

ahimè! perché ti sdegni? 
disperato mi fuggi? ... 
ah dove, ah dove?

IDOMENEO
Non mi seguir, te'l vieto: meglio per 
te saria il non avermi veduto or qui; 
paventa, paventa il rivedermi!

(parte in fretta)

IDAMANTE
Ah qual gelido orror m'ingombra i sensi!
... lo vedo appena, il riconosco, e a miei
teneri accenti in un balen s'invola.
Misero! in che l'offesi, e come mai quel
sdegno io meritai, quelle minacce? ...
vuo' seguirlo e veder, oh sorte dura!
qual mi sovrasti ancor più rea sventura.

No.7 Aria

IDAMANTE
Il padre adorato
Ritrovo, e lo perdo.
Mi fugge sdegnato
Fremendo d'orror.
Morire credei
Di gioia e d'amore;
Or, barbari Dei!
M'uccide il dolor.

(parte addolorato)

Intermezzo

(il mare è tutto tranquillo. Sbarcano le
truppe Cretesi arrivate con Idomeneo.
I guerrieri cantano il seguente coro in
onore di Nettuno. Le donne Cretesi
accorrono ad abbracciare i loro
felicemente arrivati e sfogano la
vicendevole gioia con un ballo generale,
che termina col coro. Marcia guerriera
durante lo sbarco)

No. 8 Marcia

No. 9 Coro

TUTTI
Nettuno s'onori,
Quel nome risuoni,
Quel Nume s'adori,
Sovrano del mar;
Con danze e con suoni
Convien festeggiar.

SOLI
Da lunge ei mira
Di Giove l'ira,
E in un baleno
Va all'Eghe in seno,
Da regal sede
Tosto provvede,
Fa i generosi
Destrier squamosi,
Ratto accoppiar.
Dall'onde fuore
Suonan sonore
Tritoni araldi
Robusti e baldi
Buccine intorno.
Già ride il giorno,
Che il gran tridente
Il mar furente
Seppe domar.

TUTTI
Nettuno s'onori,
Quel nome risuoni,
Quel Nume s'adori,
Sovrano del mar;
Con danze e con suoni
Convien festeggiar.

SOLI
Su conca d'oro,
Regio decoro
Spira Nettuno.
Scherza Portuno
Ancor bambino
Col suo delfino,
Con Anfitrite;
Or noi di Dite
Fè trionfar.
Nereide amabili,
Ninfe adorabili,
Che alla gran Dea,
Con Galatea
Corteggio fate,
Deh ringraziate
Per noi quei Numi,
Che i nostri lumi
Fero asciugar.

TUTTI
Nettuno s'onori,
Quel nome risuoni,
Quel Nume s'adori,
Sovrano del mar;
Con danze e con suoni
Convien festeggiar.
Or suonin le trombe,
Solenne ecatombe
Andiam preparar.

Escena 8

Pantomima

(Neptuno aparece sobre el mar. Con
un gesto, indica a los vientos que se
retiren a sus cavernas. El mar se va
calmando, poco a poco. Idomeneo,
viendo al Dios, implora su potencia,
Neptuno le devuelve una mirada
torva y amenazante, se zambulle
entre las olas y desaparece)

Recitativo

IDOMENEO
A salvo estamos al fin.

Escena 9

Recitativo

IDOMENEO
(A su séquito)
¡Vosotros, valientes, que a la victoria
me seguisteis contra la ira de Marte y
Neptuno, dejadme respirar un poco y,
al cielo natal, confiarle mis afanes
pasados.

(El séquito se retira e Idomeneo, solo,
camina hacia la bahía, pensativo). 

Tranquilo está el mar, suave brisa
alienta una dulce calma, y las azules
playas el rubio Dios las dora, 
dondequiera que miro todo reposa 
en paz. Yo solo, sobre estas áridas
playas, extenuado por la fatiga, ¡oh
Neptuno!, no siento en mí, la calma
que obtuve en tu reino. ¡Oh, voto
insano, atroz! ¡Cruel juramento!
¿Cuál de los dioses me quiere aún con
vida ¿Cuál me prestará su ayuda?

Nº. 6 Aria

IDOMENEO
Veré, en torno a mí, 
la sombra doliente, 
que, noche y día: 
¡Soy inocente!
me gritará.
En el traspasado pecho, 
en el cuerpo exangüe, 
mi delito,
la sangre derramada
me señalará
¡Qué miedo!
¡Qué dolor!
De tormento,
este corazón,
¡cuántas veces morirá...!

(Ve aproximarse a un hombre)

Recitativo

IDOMENEO
¡Cielos! ¿Qué estoy viendo! ¡La
desventurada víctima, ay, se acerca!
¿y, estas manos, su verdugo serán?
¡Execrables manos! ¡bárbaros,
injustos Dioses! ¡Nefandos altares!

Escena 10

Recitativo

IDAMANTE
Solitarias playas, acantilados rocosos,
sed testigos de mi dolor, consuelo 
y cobijo de mi corazón agitado...
¡cuanto se parece mi cruel suerte a
vuestra dureza! Veo en la bahía, ende
aquellos restos de naufragadas naves,
a un guerrero desconocido. Quiero
escucharlo, consolarlo y, transformar
en alegría, la angustia suya.

(Se acerca y habla a Idomeneo)

Aparta tu temor, ¡oh guerrero!, 
quienquiera que seas; ante ti tienes,
a quien puede ayudarte.

IDOMENEO
(Para sí)
Cuanto más lo miro, 
más me consumo de dolor.

(A Idamante)

Estaré en deuda contigo por siempre...
¿cómo puedo recompensarte?

IDAMANTE
Mi corazón se siente pagado con
haberte salvado. Amigo mío, mis
penas me han enseñado a comprender 
las desgracias de otros.

IDOMENEO
(Para sí)
¡Esa voz! 
¡Esa compasión me parte el corazón!

(A Idamante)

¿Infeliz tú? Qué estás diciendo 
¡Es acaso tanta tu desventura?

IDAMANTE
El más querido objeto de mi amor,
en esos abismos yace. Ha muerto el
héroe Idomeneo. Mas, ¿tú suspiras y
lloras? ¿Conocías acaso a Idomeneo?

IDOMENEO
Hombre más desgraciado no existe;
no hay quien pueda aplacar su sino.

IDAMANTE
¿Qué estás diciendo? 
Él... ¿aún está vivo?

(Para si)

¡Oh Dioses! ¡Recobro la esperanza!

(A Idomeneo)

Dime, amigo; dime, ¿dónde está?
¿Dónde, ese dulce semblante, me
devolverá la vida?

IDOMENEO
Mas, ¿de dónde te nace el amor 
que por él alimentas?

IDAMANTE
(Con énfasis)
¡Ah...! Él es el padre...

IDOMENEO
(Interrumpiéndolo, impaciente)
¡Oh Dios! ¡Habla! 
¿De quién es el padre?

IDAMANTE
(Con la voz quebrada
¡Es mi padre!

IDOMENEO
(Para si
¡Despiadadísimos Dioses!

IDAMANTE  
¿Conmigo compartes el llanto por 
el destino de mi padre?

IDOMENEO
(Doliente)
¡Ah, hijo...!

IDAMANTE
(Muy alegre
¡Ah padre...! ¡Ah Dioses! ¿Dónde
estoy...? ¡Oh, qué placer...! Adorado
padre, permite que a tu pecho...

(Quiere abrazarlo

me abrace...

(El padre se aparta, turbado

¡Ay de mi! ¿Por qué me rechazas? 
¿Desesperado, huyes de mi? 
¡Ah! ¿Dónde? ¿Dónde?

IDOMENEO
No me sigas; te lo prohíbo. Más te
valdría no haberme visto aquí. 
¡Teme, teme volverme a ver!

(Apresuradamente, se va)

IDAMANTE
¡Ah! ¡Qué gélido horror aturde mis
sentidos! Lo veo, apenas lo reconozco
y, al cariño de mis palabras, huye.
¡Infeliz! ¿En qué le ofendí? ¿Cómo 
es que he merecido este desprecio?
Quiero seguirlo, y ver ¡oh suerte!,
qué cruel destino me reservas

Nº. 7 Aria

IDAMANTE
El padre adorado 
encuentro de nuevo, y lo pierdo. 
Me huye, desdeñoso, 
estremeciéndose de horror. 
Morir, creía 
de alegría y de amor... 
¡Oh, bárbaros Dioses! 
¡Me mata el dolor!

(Se va dolorido)

Intermedio

(mar sereno. Desembarcan las tropas
cretenses, que llegan con Idomeneo.
Los guerreras cantan en honor a
Neptuno. Las mujeres cretenses
acuden a abrazar a los suyos. Han
llegado felizmente y desahogan su
alegría con un baile general, que
termina con un coro. Marcha
guerrera durante el desembarco)

Nº. 8 Marcha

Nº. 9 Coro

TODOS
Hónrese a Neptuno,
resuene su nombre,
adórese a este Dios,
soberano del mar.
Con danzas y sones
Conviene festejar.

SOLISTAS
Él, desde lejos, observa 
la ira de Júpiter, y, 
como un relámpago, se hunde 
en las profundidades del Mar. 
Se aposenta en su trono real 
y, enseguida quiere emparejar,
uncidos con escamas,
a sus fogosos corceles 
lujosamente engalanados.
De las olas surgen 
Robustos y ardientes tritones 
que hacen sonar 
viva, esplendorosamente, 
sus trompetas, por doquier. 
Vuelve la luz del día 
que, el gran tridente, 
al mar furioso 
supo domar.

TODOS
Hónrese a Neptuno, 
resuene su nombre, 
adórese a este Dios, 
soberano del mar. 
Con danzas y sones 
conviene festejar.

SOLISTAS
En su concha de oro, 
regio decoro 
exhala Neptuno. 
Juega Portuno, 
infante aún, 
con su delfín, 
y Anfítrites. 
Hoy, sobre Dites, 
nos ha hecho triunfar. 
Nereidas amables, 
adorables ninfas 
que, a la gran Diosa, 
con Galatea, 
cortejo hacéis;
agradeced, 
por nosotros, a esos Dioses 
que, las lágrimas de nuestros ojos 
han podido enjugar.

TODOS
Hónrese a Neptuno, 
resuene su nombre, 
adórese a este Dios, 
soberano del mar. 
Con danzas y sones 
conviene festejar. 
Que suenen las trompas, 
mientras, el solemne sacrificio, 
nos disponemos a preparar.

Acto II