EL ELIXIR DE AMOR
Personajes
ADINA NEMORINO BELCORE DULCAMARA GIANNETTA |
Rica aldeana Enamorado de Adina Sargento Médico ambulante Aldeana |
Soprano Tenor Barítono Bajo Soprano |
La acción se desarrolla en la Italia rural, en una época indeterminada
ATTO PRIMO Scena Prima (Il teatro rappresenta l'ingresso d'una fattoria. Campagna in fondo ove scorre un ruscello, sulla cui riva alcune lavandaie preparano il bucato. In mezzo un grande albero, sotto il quale riposano Giannetta, i mietitori e le mietitrici. Adina siede in disparte leggendo. Nemorino l'osserva da lontano.) GIANNETTA, CORO Bel conforto al mietitore, quando il sol più ferve e bolle, sotto un faggio, appiè di un colle riposarsi e respirar! Del meriggio il vivo ardore Tempran l'ombre e il rio corrente; ma d'amor la vampa ardente ombra o rio non può temprar. Fortunato il mietitore che da lui si può guardar! NEMORINO (osservando Adina, che legge) Quanto è bella, quanto è cara! Più la vedo, e più mi piace... ma in quel cor non son capace lieve affetto ad inspirar. Essa legge, studia, impara... non vi ha cosa ad essa ignota... Io son sempre un idiota, io non so che sospirar. Chi la mente mi rischiara? Chi m'insegna a farmi amar? ADINA (ridendo) Benedette queste carte! È bizzarra l'avventura. GIANNETTA Di che ridi? Fanne a parte di tua lepida lettura. ADINA È la storia di Tristano, è una cronaca d'amor. CORO Leggi, leggi. NEMORINO (fra sè) A lei pian piano vo' accostarmi, entrar fra lor. ADINA (legge) "Della crudele Isotta il bel Tristano ardea, né fil di speme avea di possederla un dì. Quando si trasse al piede di saggio incantatore, che in un vasel gli diede certo elisir d'amore, per cui la bella Isotta da lui più non fuggì." TUTTI Elisir di sì perfetta, di sì rara qualità, ne sapessi la ricetta, conoscessi chi ti fa! ADINA (legge) "Appena ei bebbe un sorso del magico vasello che tosto il cor rubello d'Isotta intenerì. Cambiata in un istante, quella beltà crudele fu di Tristano amante, visse a Tristan fedele; e quel primiero sorso per sempre ei benedi". TUTTI Elisir di sì perfetta, di sì rara qualità, ne sapessi la ricetta, conoscessi chi ti fa! Scena Seconda (Suono di tamburo: tutti si alzano. Giunge Belcore guidando un drappello di soldati, che rimangono schierati nel fondo. Si appressa ad Adina, la saluta e le presenta un mazzetto.) BELCORE Come Paride vezzoso porse il pomo alla più bella, mia diletta villanella, io ti porgo questi fior. Ma di lui più glorioso, più di lui felice io sono, poiché in premio del mio dono ne riporto il tuo bel cor. ADINA (alle donne) È modesto il signorino! GIANNETTA, CORO Sì davvero. NEMORINO (fra sè) Oh! mio dispetto! BELCORE Veggo chiaro in quel visino ch'io fo breccia nel tuo petto. Non è cosa sorprendente; son galante, son sergente; non v'ha bella che resista alla vista d'un cimiero; cede a Marte iddio guerriero, fin la madre dell'amor. ADINA (alle donne) È modesto! GIANNETTA, CORO (Sì, davvero!) NEMORINO (fra sè) Essa ride... Oh, mio dolor! BELCORE Or se m'ami, com'io t'amo, che più tardi a render l'armi? Idol mio, capitoliamo: in qual dì vuoi tu sposarmi? ADINA Signorino, io non ho fretta: un tantin pensar ci vo'. NEMORINO (fra sè) Me infelice, s'ella accetta! Disperato io morirò. BELCORE Più tempo invan non perdere: volano i giorni e l'ore: in guerra ed in amore è fallo l'indugiar. Al vincitore arrenditi; da me non puoi scappar. ADINA Vedete di quest'uomini, vedete un po' la boria! Già cantano vittoria innanzi di pugnar. Non è, non è sì facile Adina a conquistar. NEMORINO (fra sè) Un po' del suo coraggio amor mi desse almeno! Direi siccome io peno, pietà potrei trovar. Ma sono troppo timido, ma non poss'io parlar. GIANNETTA, CORO (fra sè) Davver saria da ridere se Adina ci cascasse, se tutti vendicasse codesto militar! Sì, sì; ma è volpe vecchia, e a lei non si può far. BELCORE Intanto, o mia ragazza, occuperò la piazza. Alcuni istanti concedi a' miei guerrieri al coperto posar. ADINA Ben volentieri. Mi chiamo fortunata di potervi offerir una bottiglia. BELCORE Obbligato. (fra sè) Io son già della famiglia. ADINA (coro) Voi ripigliar potete gl'interrotti lavori. Il sol declina. TUTTI Andiam, andiamo. (Partono Belcore, Giannetta e il coro.) |
ACTO PRIMERO Escena Primera (Una granja. Un río en el que algunas lavanderas preparan la colada. En el medio de la escena un gran árbol, sobre el cual reposan Giannetta, segadores y segadoras. Adina, separada del resto, se encuentra leyendo. Nemorino la observa de lejos) GIANNETTA Y CORO ¡Buen consuelo para el segador, cuando el sol está más ardiente, poder reposar y respirar en el valle, al pie de un árbol! El vivo ardor del mediodía templan el río y la umbría; pero del amor la llama ardiente ni sombra ni río pueden apagar. ¡Afortunado el segador que resguardarse de eso es capaz! NEMORINO (observando a Adina que lee) ¡Qué belleza y qué adorable! Más la veo, y más me gusta, pero en aquel corazón soy incapaz de inspirar el más leve afecto. Ella lee, estudia, aprende... No he visto cosa que ella ignore... Yo soy un idiota y sólo sé suspirar. ¿Quién la mente me iluminará? ¿Quién me enseñará a hacerme amar? ADINA (riendo) ¡Bendito sea este libro! ¡Es una bizarra aventura! GIANNETTA ¿De qué te ríes? Déjanos participar de tu agradable lectura. ADINA Es la historia de Tristán. Es una historia de amor... CORO ¡Léela, léela! NEMORINO (para sí) A ella despacio me acercaré, para mezclarme con ellos. ADINA (leyendo) "Por la cruel Isolda el bello Tristán ardía, y en su alma enamorada pensaba en poseerla un día. Cuando se puso a los pies de un sabio hechicero, que le dio un vaso con cierto elixir de amor. Por lo que la bella Isolda de él no, no pudo huir jamás." CORO Qué elixir tan perfecto y de rara calidad, ¡Quién conociera su receta, o fuera capaz de hacerlo! ADINA (continúa leyendo) "Apenas él bebió un sorbo del mágico brebaje y el rebelde corazón de Isolda se estremeció. Cambiada en un instante aquella cruel belleza, fue de él la amante, y vivió fiel a Tristán; y aquel primer sorbo por siempre veneró." CORO Qué elixir tan perfecto y de rara calidad, ¡Quién conociera su receta, o fuera capaz de hacerlo! Escena Segunda (Suena el tambor y entra en escena Belcore, encabezando una tropilla de soldados que permanecen alineados al fondo. Se acerca a Adina, la saluda y le ofrece flores) BELCORE Así como el galante Paris, |
Scena Terza NEMORINO Una parola, o Adina. ADINA L'usata seccatura! I soliti sospir! Faresti meglio a recarti in città presso tuo zio, che si dice malato e gravemente. NEMORINO Il suo mal non è niente appresso al mio. Partirmi non poss'io... Mille volte il tentai... ADINA Ma s'egli more, e lascia erede un altro?... NEMORINO E che m'importa?... ADINA Morrai di fame, e senza appoggio alcuno. NEMORINO O di fame o d'amor... per me è tutt'uno. ADINA Odimi. Tu sei buono, modesto sei, né al par di quel sergente ti credi certo d'ispirarmi affetto; così ti parlo schietto, e ti dico che invano amor tu speri: che capricciosa io sono, e non v'ha brama che in me tosto non muoia appena è desta. NEMORINO Oh, Adina!... e perché mai?... ADINA Bella richiesta! Chiedi all'aura lusinghiera perché vola senza posa or sul giglio, or sulla rosa, or sul prato, or sul ruscel: ti dirà che è in lei natura l'esser mobile e infedel. NEMORINO Dunque io deggio?... ADINA All'amor mio rinunziar, fuggir da me. NEMORINO Cara Adina!... Non poss'io. ADINA Tu nol puoi? Perché? NEMORINO Perché! Chiedi al rio perché gemente dalla balza ov'ebbe vita corre al mar, che a sé l'invita, e nel mar sen va a morir: ti dirà che lo strascina un poter che non sa dir. ADINA Dunque vuoi?... NEMORINO Morir com'esso, ma morir seguendo te. ADINA Ama altrove: è a te concesso. NEMORINO Ah! possibile non è. ADINA Per guarir da tal pazzia, ché è pazzia l'amor costante, dèi seguir l'usanza mia, ogni dì cambiar d'amante. Come chiodo scaccia chiodo, così amor discaccia amor. In tal guisa io rido e godo, in tal guisa ho sciolto il cor. NEMORINO Ah! te sola io vedo, io sento giorno e notte e in ogni oggetto: d'obbliarti in vano io tento, il tuo viso ho sculto in petto... col cambiarsi qual tu fai, può cambiarsi ogn'altro amor. Ma non può, non può giammai il primiero uscir dal cor. (partono) Scena Quarta (Paesani, che vanno e vengono occupati in vane faccende. Odesi un suono di tromba: escono dalle case le donne con curiosità: vengono quindi gli uomini, ecc) DONNE Che vuol dire codesta sonata? UOMINI La gran nuova venite a vedere. DONNE Che è stato? UOMINI In carrozza dorata è arrivato un signor forestiere. Se vedeste che nobil sembiante! Che vestito! Che treno brillante! TUTTI Certo, certo egli è un gran personaggio... Un barone, un marchese in viaggio... Qualche grande che corre la posta... Forse un prence... fors'anche di più. Osservate... si avanza... si accosta: giù i berretti, i cappelli giù, giù. Scena Quinta (Il dottore Dulcamara in piedi sopra un carro dorato, avendo in mano carte e bottiglie. Dietro ad esso un servitore, che suona la tromba. Tutti i paesani lo circondano.) DULCAMARA Udite, udite, o rustici attenti non fiatate. Io già suppongo e immagino che al par di me sappiate ch'io sono quel gran medico, dottore enciclopedico chiamato Dulcamara, la cui virtù preclara e i portenti infiniti son noti in tutto il mondo... e in altri siti. Benefattor degli uomini, riparator dei mali, in pochi giorni io sgombero io spazzo gli ospedali, e la salute a vendere per tutto il mondo io vo. Compratela, compratela, per poco io ve la do. È questo l'odontalgico mirabile liquore, dei topi e delle cimici possente distruttore, i cui certificati autentici, bollati toccar vedere e leggere a ciaschedun farò. Per questo mio specifico, simpatico mirifico, un uom, settuagenario e valetudinario, nonno di dieci bamboli ancora diventò. Per questo Tocca e sana in breve settimana più d'un afflitta vedova di piangere cessò. O voi, matrone rigide, ringiovanir bramate? Le vostre rughe incomode con esso cancellate. Volete voi, donzelle, ben liscia aver la pelle? Voi, giovani galanti, per sempre avere amanti? Comprate il mio specifico, per poco io ve lo do. Ei move i paralitici, spedisce gli apoplettici, gli asmatici, gli asfittici, gl'isterici, i diabetici, guarisce timpanitidi, e scrofole e rachitidi, e fino il mal di fegato, che in moda diventò. Comprate il mio specifico, per poco io ve lo do. L'ho portato per la posta da lontano mille miglia mi direte: quanto costa? quanto vale la bottiglia? Cento scudi?... Trenta?... Venti? No... nessuno si sgomenti. Per provarvi il mio contento di sì amico accoglimento, io vi voglio, o buona gente, uno scudo regalar. CORO Uno scudo! Veramente? Più brav'uom non si può dar. DULCAMARA Ecco qua: così stupendo, sì balsamico elisire tutta Europa sa ch'io vendo niente men di dieci lire: ma siccome è pur palese ch'io son nato nel paese, per tre lire a voi lo cedo, sol tre lire a voi richiedo: così chiaro è come il sole, che a ciascuno, che lo vuole, uno scudo bello e netto in saccoccia io faccio entrar. Ah! di patria il dolce affetto gran miracoli può far. CORO È verissimo: porgete. Oh! il brav'uom, dottor, che siete! Noi ci abbiam del vostro arrivo lungamente a ricordar. |
Escena Tercera NEMORINO ¡Una palabra, oh Adina! ADINA ¡El mismo fastidio! ¡Los mismos suspiros! Harías mejor en irte a la ciudad, a ver a tu tío, dicen que está muy enfermo. NEMORINO Lo de él no es nada, comparado con lo mío. Partir no puedo... Miles de veces lo he intentado... ADINA ¿Pero si muere y deja como heredero a otro? NEMORINO ¿Qué me importa? ADINA De hambre morirás, y sin apoyo alguno... NEMORINO ¡De hambre o de amor!... para mí es lo mismo. ADINA Óyeme. Tu eres bueno y modesto, no como aquel sargento que cree inspirarme afecto; por eso te hablo claro y te digo que en vano esperas amor. Soy caprichosa y no hay ningún deseo que en mí no muera apenas haya nacido. NEMORINO ¡Oh!... ¡Adina!... Y eso ¿por qué?... ADINA ¡Vaya pregunta! Pregúntale al brisa luminosa por qué vuela sin descanso sobre la azucena, la rosa el prado o el arroyo; te dirá que es su naturaleza la de ser voluble e infiel. NEMORINO ¿Entonces debo?... ADINA ¡A mi amor renunciar, y huir de mí! NEMORINO ¡Querida Adina!... No puedo. ADINA ¿No puedes? ¿Por qué? NEMORINO ¡Por qué! Pregúntale al río por qué desde la gruta en donde nace se dirige raudo hasta el mar y en el seno del mar muere; te dirá que está hechizado por un poder que no sabrá decirte. ADINA ¿Entonces quieres?... NEMORINO ¡Morir como él, morir siguiéndote! ADINA Ama a otra: nadie te lo impide. NEMORINO ¡Ah! No es posible... ADINA Para sanar de esa locura, pues locura es el amor constante, debes seguir mi ejemplo y cambiar cada día de amante. Como un clavo saca otro clavo, así el amor aleja al amor. De esta manera yo disfruto, de esta manera tengo libre el corazón. NEMORINO ¡Ah! En cada objeto que esta a mi vista, te veo, te siento solo a ti: en vano intento olvidarte, tu rostro grabado está en mi pecho... Cambiando como tú haces, puede cambiarse cualquier otro amor, pero jamás podré borrarte de mi corazón. (salen) Escena Cuarta (Plaza de la ciudad. Gente que va y viene. Se oye una trompeta. Salen mujeres del interior de las casas, por curiosidad) MUJERES ¿Qué significará esa trompeta? HOMBRES ¡La gran novedad, venid a ver! MUJERES ¿Qué sucede? HOMBRES En una carroza dorada ha llegado un señor forastero. ¡Ved qué noble semblante! ¡Qué vestiduras! ¡Qué brillante equipaje! TODOS Cierto, cierto, debe ser un gran personaje... Un barón o un marqués de viaje... Alguien muy importante... Quizás un duque... o algo más. Observad... avanza, se acerca: ¡Quitaos las gorras, vamos, vamos! Escena Quinta (El Doctor Dulcamara, de pie en la dorada carroza, teniendo en la mano papeles y botellas. Detrás de él, un servidor toca la trompeta. Todos los campesinos lo rodean) DULCAMARA Oid, oid, rústicos campesinos; atentos y no digáis ni una palabra. Ya supongo e imagino que lo mismo que yo sabéis que soy aquel gran medico, doctor enciclopédico, llamado Dulcamara, cuya virtud distinguida y su infinito portento son conocidos en el universo... y otros lados. Soy benefactor de los hombres, curador de males, en pocos días evacuo y limpio los hospitales, y voy vendiendo la salud por todo el mundo. Compradla, compradla, que os la doy barato. Y es este odontológico y admirable licor, de insectos y ratones poderoso destructor, cuyo certificado auténtico, embotellado, tocarlo, mirarlo y leerlo a cualquiera dejo yo. Gracias a este específico y simpático milagroso, un hombre sexagenario valetudinario aún se convirtió en abuelo de diez niños. Por este "toca y sana" en breves semanas más de una afligida viuda de llorar cesó. Vosotras, severas matronas ¿queréis rejuvenecer? Vuestras arrugas incomodas con esto se quitarán. ¿Queréis, doncellas, tener suave la piel? ¿Queréis, jóvenes galantes tener siempre amantes? ¡Compradme mi específico que por poco lo doy! Mueve al paralítico, sana al apopléjico, al asmático, al asfixiado, al histérico, al diabético, restablece el tímpano, robustece al raquítico, y hasta cura el dolor de hígado que últimamente está muy de moda. ¡Compradme mi específico que por poco lo doy! Lo he traído por correo desde miles de millas lejanas. Me diréis: ¿cuánto cuesta? ¿Cuánto vale la botella? ¿Cien escudos?... ¿Treinta?... ¿Veinte? No... que nadie se desanime. Para probar mi agradecimiento por tan cálido recibimiento os lo dejaré, oh buena gente, por un escudo nada mas. CORO ¡Un escudo! ¿Es verdad? Hombre más generoso nunca habrá. DULCAMARA ¡Aquí esta: el estupendo, el balsámico elixir! A toda Europa lo he vendido a no menos de nueve liras: pero como es cierto que he nacido en este país, por tres liras os lo dejo; solo tres liras a vosotros pido: Esta claro como el sol que cualquiera que lo quiera un escudo contante y sonante en su bolsillo hago entrar. ¡Ah, cálido afecto de la patria! ¡Grandes milagros puedes hacer! CORO ¡Es verdad: traed acá! ¡Que gran doctor sois! Tendremos de vuestra llegada un largo y prolongado recuerdo. |
Scena Sesta NEMORINO (fra sè) Ardir. Ha forse il cielo mandato espressamente per mio bene quest'uom miracoloso nel villaggio. Della scienza sua voglio far saggio. (dottore) Dottore... perdonate... È ver che possediate segreti portentosi?... DULCAMARA Sorprendenti. La mia saccoccia è di Pandora il vaso. NEMORINO Avreste voi... per caso... la bevanda amorosa della regina Isotta? DULCAMARA Ah!... Che?... Che cosa? NEMORINO Voglio dire... lo stupendo elisir che desta amore... DULCAMARA Ah! sì, sì, capisco, intendo. Io ne son distillatore. NEMORINO E fia vero. DULCAMARA Se ne fa gran consumo in questa età. NEMORINO Oh, fortuna!... e ne vendete? DULCAMARA Ogni giorno a tutto il mondo. NEMORINO E qual prezzo ne volete? DULCAMARA Poco... assai... cioè... secondo.. NEMORINO Un zecchin... null'altro ho qua... DULCAMARA È la somma che ci va. NEMORINO Ah! prendetelo, dottore. DULCAMARA Ecco il magico liquore. NEMORINO Obbligato, ah sì, obbligato! Son felice, son rinato. Elisir di tal bontà! Benedetto chi ti fa! DULCAMARA (fra sè) Nel paese che ho girato più d'un gonzo ho ritrovato, ma un eguale in verità non ve n'è, non se ne dà.) NEMORINO Ehi!... dottore... un momentino... In qual modo usar si puote? DULCAMARA Con riguardo, pian, pianino la bottiglia un po' si scuote... Poi si stura... ma, si bada che il vapor non se ne vada. Quindi al labbro lo avvicini, e lo bevi a centellini, e l'effetto sorprendente non ne tardi a conseguir. NEMORINO Sul momento? DULCAMARA A dire il vero, necessario è un giorno intero. (fra sè) Tanto tempo è sufficiente per cavarmela e fuggir. NEMORINO E il sapore?... DULCAMARA Egli è eccellente... (fra sè) È bordò, non elisir. NEMORINO Obbligato, ah sì, obbligato! Son felice, son rinato. Elisir di tal bontà! Benedetto chi ti fa! DULCAMARA (fra sè) Nel paese che ho girato più d'un gonzo ho ritrovato, ma un eguale in verità non ve n'è, non se ne dà. (in alta voce) Giovinotto! Ehi, ehi! NEMORINO Signore? DULCAMARA Sovra ciò... silenzio... sai? Oggidì spacciar l'amore è un affar geloso assai: impacciar se ne potria un tantin l'autorità. NEMORINO Ve ne do la fede mia: neanche un'anima il saprà. DULCAMARA Va, mortale avventurato; un tesoro io t'ho donato: tutto il sesso femminino te doman sospirerà. (fra sè) Ma doman di buon mattino ben lontan sarò di qua. NEMORINO Ah! dottor, vi do parola ch'io berrò per una sola: né per altra, e sia pur bella, né una stilla avanzerà. (fra sè) Veramente amica stella ha costui condotto qua. (Dulcamara entra nell'osteria.) Scena Settima NEMORINO Caro elisir! Sei mio! Sì tutto mio... Com'esser dee possente la tua virtù se, non bevuto ancora, di tanta gioia già mi colmi il petto! Ma perché mai l'effetto non ne poss'io vedere prima che un giorno intier non sia trascorso? Bevasi. Oh, buono! Oh, caro! Un altro sorso. Oh, qual di vena in vena dolce calor mi scorre!... Ah! forse anch'essa... Forse la fiamma stessa incomincia a sentir... Certo la sente... Me l'annunzia la gioia e l'appetito Che in me si risvegliò tutto in un tratto. (siede sulla panca dell'osteria: si cava di saccoccia pane e frutta: mangia cantando a gola piena) La ra, la ra, la ra. |
Escena Sexta NEMORINO (para sí) ¡Coraje! Quizás el cielo mando, expresamente por mi bien, a este hombre milagroso al pueblo. Su ciencia pondré a prueba... (en voz alta al doctor) ¡Doctor!... perdone... ¿Es verdad que poseéis portentosos secretos?... DULCAMARA ¡Sorprendentes! Mis bolsillos son como la Caja de Pandora. NEMORINO ¿Entonces tendréis... por ejemplo... el brebaje amoroso de la reina Isolda? DULCAMARA ¡Ah!... ¿qué?... ¿qué cosa? NEMORINO Quiero decir... el estupendo elixir que el amor despierta. DULCAMARA ¡Ah! Sí, sí, ahora entiendo. Yo mismo lo destilo. NEMORINO ¿Es cierto entonces? DULCAMARA Sí. Es de gran consumo en esta época. NEMORINO ¡Oh! ¡Fortuna!... y ¿lo vende? DULCAMARA Cada día, a todo el mundo. NEMORINO ¿Y el precio? DULCAMARA Poco... bastante... es... de acuerdo... NEMORINO Un ducado... nada más tengo... DULCAMARA Es el precio exacto. NEMORINO ¡Ah! ¡Démelo, doctor! DULCAMARA Aquí está el mágico licor. NEMORINO ¡Gracias, ah! ¡Sí, muchas gracias! Soy feliz, estoy contento. Elixir de tal bondad, ¡Bendito el que te creó! DULCAMARA (para sí) Por los países que he recorrido, más de un tonto encontré, pero uno igual a este, en verdad que no se encuentra, no. NEMORINO ¡Eh!... Doctor... un momentito... ¿De qué modo debe usarse? DULCAMARA Con cuidado, muy despacio. La botella se agita un poco... Luego se destapa... pero ten cuidado que el vapor no se esparza. Luego a los labios la acercas y lo bebes a sorbitos, y el sorprendente efecto no tardarás en sentir. NEMORINO ¿Al momento? DULCAMARA A decir verdad, es necesario un día entero. (para sí) Tiempo suficiente para irme de aquí y huir. NEMORINO ¿Y el sabor?... DULCAMARA ¡Excelente! (para sí) ¡Es vino de Burdeos, no elixir! NEMORINO ¡Gracias, ah! ¡Sí, muchas gracias! Soy feliz, estoy contento. Elixir de tal bondad, ¡Bendito el que te creó! DULCAMARA (para sí) Por los países que he recorrido, más de un tonto encontré, pero uno igual a este, en verdad que no se encuentra, no. (en voz alta) ¡Jovencito, hey, hey! NEMORINO ¡Señor! DULCAMARA Sobre todo, ni una palabra... silencio... En estos tiempos despertar el amor es un negocio muy envidiado, las autoridades podrían enojarse un poco. NEMORINO Le doy mi palabra: ni un alma siquiera lo sabrá. DULCAMARA Ve, mortal afortunado un tesoro te he entregado: todo el sexo femenino bajo tu dominio suspirará. (para sí) Pero mañana al alba estaré bien lejos de acá. NEMORINO ¡Ah! Doctor, le doy mi palabra que lo beberé por una sola: por otra cualquiera aunque sea más bella, ni una gota cataré. (para sí) Verdaderamente una estrella benéfica lo ha guiado hasta acá. (Dulcamara entra en la posada) Escena Séptima NEMORINO Querido elixir ¡Eres mío! Sí, todo mío... ¡Qué potente debe ser tu virtud que, aún antes de haberlo bebido, de tanta alegría ya me colmas el corazón! ¿Pero por qué razón el efecto no se podrá ver sin que transcurra un día? Bebamos. ¡Oh, qué bueno! ¡Oh, excelente! Otro sorbo más. ¡Oh, de una vena a otra me recorre un dulce calor!... ¡Ah! Quizás también... Quizás ella... pueda sentir la misma llama Me lo anuncia el apetito y el júbilo que en mí se ha revelado en apenas un instante. (se sienta en una mesa de la posada comenzando a cantar) Trallaralara, la, la, la, la. |
Scena Ottava ADINA (fra sè) Chi è quel matto? Traveggo, o è Nemorino? Così allegro! E perché? NEMORINO (fra sè) Diamine! È dessa... (si alza per correre a lei, ma si arresta e siede di nuovo) Ma no... non ci appressiam. De' miei sospiri non si stanchi per or. Tant'è... domani adorar mi dovrà quel cor spietato. ADINA (fra sè) Non mi guarda neppur! Com'è cambiato! NEMORINO La ra, la ra, la lera! La ra, la ra, la ra. ADINA (fra sè) Non so se è finta o vera la sua giocondità. NEMORINO (fra sè) Finora amor non sente. ADINA (fra sè) Vuol far l'indifferente. NEMORINO (fra sè) Esulti pur la barbara per poco alle mie pene: domani avranno termine, domani mi amerà. ADINA (fra sè) Spezzar vorria lo stolido, gettar le sue catene, ma gravi più del solito pesar le sentirà. NEMORINO La ra, la ra... ADINA (avvicinandosi a lui) Bravissimo! La lezion ti giova. NEMORINO È ver: la metto in opera così per una prova. ADINA Dunque, il soffrir primiero? NEMORINO Dimenticarlo io spero. ADINA Dunque, l'antico foco?... NEMORINO Si estinguerà fra poco. Ancora un giorno solo, e il core guarirà. ADINA Davver? Me ne consolo... Ma pure... si vedrà. Scena Nona BELCORE (cantando) Tran tran, tran tran, tran tran. In guerra ed in amore l'assedio annoia e stanca. ADINA (fra sè) A tempo vien Belcore. NEMORINO (fra sè) È qua quel seccator. BELCORE (uscendo) Coraggio non mi manca in guerra ed in amor. ADINA Ebben, gentil sergente la piazza vi è piaciuta? BELCORE Difesa è bravamente e invano ell'è battuta. ADINA E non vi dice il core che presto cederà? BELCORE Ah! lo volesse amore! ADINA Vedrete che vorrà. BELCORE Quando? Saria possibile! NEMORINO (fra s}e) A mio dispetto io tremo. BELCORE Favella, o mio bell'angelo; quando ci sposeremo? ADINA Prestissimo. NEMORINO (fra sè) Che sento! BELCORE Ma quando? ADINA (guardando Nemorino) Fra sei dì. BELCORE Oh, gioia! Son contento. NEMORINO (ridendo) Ah, ah! va ben cosi. BELCORE (fra sè) Che cosa trova a ridere cotesto scimunito? Or or lo piglio a scopole se non va via di qua. ADINA (fra sè) E può si lieto ed ilare sentir che mi marito! Non posso più nascondere la rabbia che mi fa. NEMORINO (fra sè) Gradasso! Ei già s'immagina toccar il ciel col dito: ma tesa è già la trappola, doman se ne avvedrà. |
Escena Octava ADINA (para sí) ¿Quién es aquel loco? ¿Estoy soñando, o es Nemorino? ¡Tan alegre! ¿Y por qué? NEMORINO (para sí) ¡Demonios! Es ella... (se levanta para correr hacia ella, pero se detiene y se sienta de nuevo) Pero no... no debo tener prisa. Mis suspiros no la deben cansar por ahora. Da lo mismo... mañana me adorará ese corazón ingrato. ADINA (para sí) ¡Ni siquiera me mira! ¡Cómo ha cambiado NEMORINO Trallaralala, la, la, la, la. Trallaralala, la, la, la, la. ADINA (para sí) No se si su alegría es fingida o de verdad NEMORINO (para sí) Por ahora aún no siente amor. ADINA (para sí) Quiere hacerse el indiferente. NEMORINO (para sí) ¡Ríete cruel, por poco tiempo de mis penas! Mañana todo habrá terminado, mañana me amarás. ADINA (para sí) El muy desgraciado, en vano quiere romper sus cadenas; pero más pesadas ahora las sufrirá. NEMORINO Trallaralala, la, la, la, la. ADINA (acercándose le da una bofetada) ¡Muy bien! ¡Aprende esta lección! NEMORINO Es verdad: la estoy poniendo a prueba. ADINA ¿Y tus penas? NEMORINO Olvidarlas, eso espero. ADINA ¿Y el antiguo ardor? NEMORINO Se extinguirá poco a poco. Sólo hay que esperar un día y el corazón sanará. ADINA Me alegro... pero eso ya lo veremos. Escena Novena BELCORE (Entra cantando) Tran, tran, tran, tran, tran, tran. En la guerra y en el amor el asedio aburre y cansa. ADINA (para sí) A tiempo llega Belcore. NEMORINO (para sí) Aquí llega ese pesado. BELCORE (cantando) Uso arma blanca en la guerra y en el amor... ADINA Y bien, gentil sargento, ¿la plaza ha sido de su agrado? BELCORE Se defiende con valentía, y es vano el ataque. ADINA ¿Y el corazón no le dice que pronto cederá? BELCORE ¡Ah! ¡Ojalá fuera ese el deseo de Cupido! ADINA Quizás si lo desea. BELCORE ¿Cuándo? ¿Será posible? NEMORINO (para sí) ¡Demonios, tiemblo! BELCORE Habla entonces, oh ángel bello; ¿Cuándo nos casaremos? ADINA Muy pronto. NEMORINO (para sí) ¿Qué escucho? BELCORE ¿Pero cuando? ADINA (mirando a Nemorino) Dentro de seis días. BELCORE ¡Oh! ¡Alegría! ¡Dichoso soy! NEMORINO (riendo) ¡Ah, ah! Todo marcha bien. BELCORE (para sí) ¿De qué se reirá ese estúpido? Terminare golpeándolo, si de aquí no se va. ADINA (para sí) ¡Y se queda tan alegre y feliz cuando oye que me caso! No pudo esconder más la rabia que me da. NEMORINO (para sí) ¡Fanfarrón! Ya se imagina tocando el cielo con las manos. Pero al borde de la trampa mañana se encontrará. |
Scena Decima (Suono di tamburo: esce Giannetta colle contadine, indi accorrono i soldati di Belcore.) GIANNETTA Signor sergente, signor sergente, di voi richiede la vostra gente. BELCORE Son qua! Che è stato? Perché tal fretta? SOLDATO Son due minuti che una staffetta non so qual ordine per voi recò. BELCORE (leggendo) Il capitano... Ah! Ah! va bene. Su, camerati: partir conviene. CORO Partire!.. E quando? BELCORE Doman mattina. CORO O ciel, sì presto! NEMORINO (fra sè) Afflitta è Adina. BELCORE Espresso è l'ordine, che dir non so. CORO Maledettissima combinazione! Cambiar sì spesso di guarnigione! Dover le/gli amanti abbandonar! BELCORE Espresso è l'ordine, non so che far. (ad Adina) Carina, udisti? Domani addio! Almen ricordati dell'amor mio. NEMORINO (fra sè) Si sì, domani ne udrai la nova. ADINA Di mia costanza ti darò prova: la mia promessa rammenterò. NEMORINO (fra sè) Si sì, domani te lo dirò. BELCORE Se a mantenerla tu sei disposta, ché non anticipi? Che mai ti costa? Fin da quest'oggi non puoi sposarmi? NEMORINO (fra sè) Fin da quest'oggi! ADINA (osservando Nemorino, fra sè) Si turba, parmi. (a Belcore) Ebben; quest'oggi... NEMORINO Quest'oggi! di', Adina! Quest'oggi, dici?... ADINA E perché no?... NEMORINO Aspetta almeno fin domattina. BELCORE E tu che c'entri? Vediamo un po'. NEMORINO Adina, credimi, te ne scongiuro... Non puoi sposarlo... te ne assicuro... Aspetta ancora... un giorno appena... un breve giorno... io so perché. Domani, o cara, ne avresti pena; te ne dorresti al par di me. BELCORE Il ciel ringrazia, o babbuino, ché matto, o preso tu sei dal vino. Ti avrei strozzato, ridotto in brani se in questo istante tu fossi in te. In fin ch'io tengo a fren le mani, va via, buffone, ti ascondi a me. ADINA Lo compatite, egli è un ragazzo: un malaccorto, un mezzo pazzo: si è fitto in capo ch'io debba amarlo, perch'ei delira d'amor per me. (fra sè) Vo' vendicarmi, vo' tormentarlo, vo' che pentito mi cada al piè. GIANNETTA Vedete un poco quel semplicione! CORO Ha pur la strana presunzione: ei pensa farla ad un sergente, a un uom di mondo, cui par non è. Oh! sì, per Bacco, è veramente la bella Adina boccon per te! ADINA (con risoluzione) Andiamo, Belcore, si avverta il notaro. NEMORINO (smanioso) Dottore! Dottore... Soccorso! riparo! GIANNETTA e CORO È matto davvero. NEMORINO Dottore! Dottore! ADINA (fra sè) Me l'hai da pagar. (a tutti) A lieto convito, amici, v'invito. BELCORE Giannetta, ragazze, vi aspetto a ballar. GIANNETTA, CORO Un ballo! Un banchetto! Chi può ricusar? ADINA, BELCORE, GIANNETTA, CORO Fra lieti concenti gioconda brigata, vogliamo contenti passar la giornata: presente alla festa amore verrà. (guarda a Nemorino) Ei perde la testa: da rider mi fa. NEMORINO Mi sprezza il sergente, mi burla l'ingrata, zimbello alla gente mi fa la spietata. L'oppresso mio core più speme non ha. Dottore! Dottore! Soccorso! Pietà. (Adina dà la mano a Belcore e si avvia con esso. Raddoppiano le smanie di Nemorino; gli astanti lo dileggiano.) |
Escena Décima (Suena el tambor. Entran Giannetta con las muchachas y los soldados de Belcore) GIANNETTA Señor sargento, señor sargento, le requieren sus compañeros. BELCORE Estoy aquí. ¿Qué sucede? ¿Por qué tanta prisa? SOLDADO Hace dos minutos que en una carreta ha llegado un correo para vos. BELCORE (leyendo) ¡El Capitán... ah! ¡Todo va bien! ¡Vamos, camaradas: debemos partir! CORO ¡Partir!... ¿Y cuando? BELCORE Mañana al alba. CORO ¡Oh, cielos! ¡Tan pronto! NEMORINO (para sí) Adina está afligida. BELCORE Expresa es la orden. No sé qué hacer. CORO ¡Maldito oficio! ¡Cambiar a menudo de guarnición! ¡El deber nos hace a los amantes abandonar! BELCORE Expresa es la orden. No sé que haré. (a Adina) ¡Querida! ¿Oíste? ¡Mañana, adiós! Al menos recuerda mi amor. NEMORINO (para sí) Sí, sí, mañana oirás algo nuevo. ADINA De mi constancia una prueba te daré: recordaré mi promesa NEMORINO (para sí) Sí, sí, mañana te la repetiré. BELCORE Si a mantenerla estas dispuesta, ¿Por qué no anticiparla? ¿Qué te cuesta? ¿Por qué no casarnos hoy mismo? NEMORINO (para sí) ¿Hoy mismo? ADINA (para sí, mirando a Nemorino) Parece perturbado. (a Belcore) Está bien: ¡hoy mismo!... NEMORINO ¡Hoy mismo! ¡Oh, Adina! ¿Hoy mismo, dices?.. ADINA ¿Y por qué no? NEMORINO Espera al menos hasta mañana BELCORE ¿Y tu por qué te metes? ¿Qué te importa? NEMORINO Adina, créeme, te lo ruego... No puedes casarte... te lo aseguro... Espera tan solo... un día. Un breve día... yo sé por qué. Mañana, querida, te arrepentirías y lo sentirás igual que yo BELCORE ¡Da gracias al cielo, babuino, que, o estás loco, o preso del alcohol! Te estrangularía, te haría mil pedazos si estuvieras en tus cabales. Pero aprovecha que hoy estoy de buenas... ¡Vete! ¡Desaparece de mi vista! ADINA Compadécelo, tan sólo es un muchacho: imprudente y medio loco. Se ha empeñado que debo amarlo, porque por mí delira de amor. (para sí) Voy a vengarme, voy a atormentarlo, hasta que arrepentido caiga a mis pies GIANNETTA ¡Mirad a ese ingenuo! CORO Tiene la osada presunción de buscárselas con un sargento. a un hombre de mundo, sin par. ¡Oh, sí, por Baco, la bella Adina es un bocado demasiado bueno para ti! ADINA (con resolución) ¡Vamos Belcore, vayamos a buscar al notario! NEMORINO (inquieto) ¡Doctor, doctor! ¡Socorro! ¡Ayuda! GIANNETTA, CORO Está loco de verdad. NEMORINO ¡Doctor, doctor! ADINA (para sí) Me las pagarás. (a los demás) ¡A un banquete festivo, amigos, os invito! BELCORE ¡Giannetta, muchachas, espero que hoy bailen! GIANNETTA, CORO ¡Un baile! ¡Un banquete! ¿Cómo podríamos rechazarlo? ADINA, GIANNETTA, BELCORE, CORO Entre alegría y armonía, queridos amigos, vayamos contentos a pasar la jornada. Presente en la fiesta el Amor estará. (para sí, mirando a Nemorino) Él pierde la cabeza: me hace reír. NEMORINO El sargento me desprecia, se burla de mí la muy ingrata, soy el hazmerreír de toda la aldea. Mi corazón oprimido no tiene ya esperanzas. ¡Doctor, socorro! ¡Piedad! (Adina da la mano a Belcore y salen. Nemorino se enfurece aún más y sale corriendo entre risas y burlas del coro.) |