ATTO UNICO
SILVIA
Maledetto l'amor! Non ho più lacrime.
Son la crudel signora
che ognun sempre adorò, che ognuno adora.
Ognun col labbro rispettoso sfiora
la mia man: ma l'ardore
del bacio non salì fino al mio core.
M'uccide il tedio. Le silenziose
chiare notti d'estate,
che pajon fatte per le serenate,
danno a' poeti il destro
di sfogar l'estro,
ed ecco... in onor mio dispiegan l'ali
scipiti madrigali.
Il soldato, il mercante, il podestà
ai piè mi gittan l'oro,
ma disprezzo costoro
e la lor vanità.
Soffro! Viver così, senza un amore,
viver non è. Non mi ricorda un fiore
qualche affetto gentil.
Firenze splende
laggiù, lontana, nel sereno; e tende,
forse, lo sguardo al cielo un giovinetto
che m'ha vista una volta, e sente in petto
battere il cor per me, per me l'indegna.
Se a traverso la mia
strada fatal si trovi... oh! non isperi
di fuggirsene via...
e non sarò la sola disgraziata!
ZANETTO
Cuore,
come un fiore
si dischiude in te l'Amore:
la canzon non è gioconda,
l'odi tu, piccina bionda.
Cuore!
V'è il dolore tra il profumo e lo splendore...
par che il pianto si nasconda
in quel fior, piccina bionda.
SILVIA
Dolce è la melodia: la voce tocca
il cuor. Ma queste fole,
queste fole d'amore, io non l'intendo più.
ZANETTO
Le notti estive ridono al viaggio,
e si va della luna al chiaro raggio.
Ma di lassù le stelle infondono coraggio
con le pupille d'or.
Son giunto. Ama Firenze
il suono del liuto e la canzon d'amor?
Non posso in quest'arnese
picchiare alla locanda del paese.
Mi converrà dormire all'aria aperta.
SILVIA
Oh, poveretto! ed io che avevo in uggia
questa serenità!
Debbo chiamarlo ed ospitalità
Debbo offrirgli? Ma che! Dorme di già.
Il silenzio, i profumi della sera,
questo fanciul dormente,
mi turban forse? Un palpito
novo m'agita il core. Ahimè! somiglia
al sogno mio! Su! Destati.
ZANETTO
La bianca visione - che in sogno mi ridea.
SILVIA
Bambino! solo un pallido
raggio di stella l'occhio tuo vedea.
ZANETTO
No, no, tu sei la bella
realtà del mio sogno: questa voce divina
l'udivo a me vicina!
SILVIA
Son, se ti piace, un ospite
Gradita al viandante!
ZANETTO
Grazie. Ho cenato tardi,
E il sonno mi svanì.
SILVIA
(fra sè)
Silvia, sii buona! È l'amor tuo funesto...
ed un fanciullo è questo.
(a Zanetto)
Ma, dimmi, non potrò saper chi sei?
ZANETTO
Sono Zanetto: un nomade
suonator; mi diletto
ogni dì nel cambiar d'aria e di tetto.
Venti mestieri inutili
mi fan campar la vita:
so condurre col fragile
remo la barca rapida;
slancio nell'aria il falco
a volo in corsa ardita;
domo col morso l'agile
puledro; e in un sonetto
chiudo le rime fulgide
in cerchio d'oro stretto.
SILVIA
E non saranno rare
le volte in cui ti manca il desinare!
ZANETTO
Talvolta sì... Ma se trovo in paese
qualche signor cortese,
io sono il benvenuto;
m'accettano alla mensa, il mio liuto
rallegra la brigata,
e per quel dì la cena è assicurata!
SILVIA
Firenze è la tua meta?
ZANETTO
Non so. Se mai più florido
qualche sentier mi piaccia,
lo seguirò. La strana fantasia
segue l'ardita traccia
segnata dall'augel nell'aria azzurra.
Ancor su 'l mio cammino
non trovai la fortuna.
SILVIA
Ma non sognasti un giorno di riposo
nel correr tuo fantastico e dubbioso?
E non l'hai mai veduta una casetta
bianca tra i verdi pampini
d'onde una giovinetta
un rapido buon giorno ti mandò?
ZANETTO
Sì, qualche volta. Ma qual io mi sono,
penso ai padri, ai tutori, e non mi piace
delle famiglie disturbar la pace.
SILVIA
Nè ti fermasti mai se la fanciulla
il fiore ti gettò che aveva in petto?
ZANETTO
Un bacio, e seguitavo la mia strada.
La libertà m'è cara:
non voglio altro fardello
che il liuto e la piuma del cappello.
Un amore dentro il core
è un bagaglio troppo grave!
SILVIA
L'augel di bosco non vuol gabbia!
ZANETTO
Mai!
SILVIA
Chi sa che un giorno non t'alletti il nido!
ZANETTO
No, no! L'amor mi fa paura. Sai?
È così bello andarsene
via come le libellule
che van per l'aria, libere!
SILVIA
Ma non sarai felice...
E vieni qui dal fato
tenuto per la mano,
o il vol di qualche rondine
seguisti da lontano?
ZANETTO
Quasi!
SILVIA
Ti guida dunque una speranza?
ZANETTO
Appena un sogno.
SILVIA
Parla!
ZANETTO
Io qui potrei
forse restare. Senti: i pari miei
padre e madre non hanno.
Son figlio d'un marchese o d'un villano?
E chi lo sa? Pel mondo
Corsi fin d'ora, libero e giocondo,
nè mai vita migliore ho sospirato.
Ma da quando ho gustato
la cara voce tua, madonna bella,
ho sognato d'avere una sorella;
quando m'hai sussurrato
dell'intima dolcezza
di una casetta, lunge dai rumori
del mondo, in mezzo ai fiori,
allora sì, mi son sentito solo!
Io cedo ai tuoi consigli.
Oh, se volessi
trattenerti vicin quest'usignolo
randagio! Io resterei
teco, sempre d'accanto
mi avresti, e col mio canto
le tue lunghe giornate abbrevierei!
SILVIA
Bambino!
(fra sè)
Come il core mi
sussulta! Che è mai questo timore?
Averlo sempre meco, qui udirlo delirante
darmi il nome d'amante!
Oh il mio sogno avverato!
ZANETTO
Vuoi?
SILVIA
Se voglio?
(fra sè)
Oh no, mai!
Pur è lui che mi supplica!
ZANETTO
Madonna, domandai
troppo, lo so; ma vuoi?
SILVIA
(fra sè)
Saprà chi son domani!
ZANETTO
Ancor una volta, vuoi?
SILVIA
Non posso!
ZANETTO
E perché?
SILVIA
Son vedova, son povera, nè musici
posso ospitar, nè poeti erranti.
ZANETTO
Uno scudier non hai?
SILVIA
No!
ZANETTO
Un paggio?
SILVIA
No!
ZANETTO
Io con un frutto desino!
SILVIA
Deh, taci!
ZANETTO
Ma...
SILVIA
Son vedova,
Vivo nel pianto, sola.
ZANETTO
Ed io non vo' che starmene a' tuoi piedi!
SILVIA
È impossibile, credi!
ZANETTO
Dunque per sempre addio,
bel sogno mio!
Avrò forse domani
più fortuna con Silvia.
SILVIA
Che dice?
ZANETTO
Poi che vani
furono i preghi miei,
io chiederti vorrei
di Silvia fiorentina.
La dicono regina
d'ogni bellezza,
dicono che il suo sguardo vellutato
è una carezza
che conquista e innamora,
dicon che è bella e pallida...
al par di te, signora;
e poi ch'è ricca e prodiga...
Andavo a cercar lei!
SILVIA
Mio Dio!
ZANETTO
Forse potrei
entrar fra i suoi scudieri.
Ma intesi mormorare
che la strana bellezza
di quell'altiera donna
e il pazzo viver suo recan sventura.
Ti confesso, madonna, che ho paura.
Che debbo far, consigliami.
Debbo andare da Silvia?
SILVIA
(fra sè)
Sarebbe ritornato!
Questo fanciullo ignoto,
che mi colmò di tenerezza l'anima,
la sorte me l'invia.
È la felicità, debbo cacciarlo via?
ZANETTO
T'ho così poco amica,
che non mi vuoi rispondere?
SILVIA
(fra sè)
È infame... ma cosi volle il destino!
ZANETTO
Ebben?
SILVIA
Senti, bambino.
Non cercar di colei. La tua bell'anima
non conosce il pericolo!
S'io non posso proteggerti,
ospitarti, potrò salvarti. Ascoltami.
No, non andar da Silvia!
Pagare il pane, il letto
colla canzon gioconda
che ti fiorisce sulla labbra è bello,
ma bisogna conoscere
che pan, che letto è quello.
O Zanetto, Zanetto,
Se mi commuovo è perchè t'amo... come
un bambinel che si vuol salvare.
Oh, seguita a cantare
del bosco fra le chiome!
E se poi, quando olezza il novo aprile,
presso la soglia d'un umil casetta
vedrai, sovra il lavoro
china, una giovinetta
da gli occhi neri e dai capelli d'oro,
oh fermati, cantore,
quello è il nido d'amore!
ZANETTO
Ti obbedirò. Ma può darsi che Silvia.
Certo la ferita del povero tuo core ho riaperto!
Tu m'hai detto che hai l'anima
triste! Un fratello amato,
un caro fidanzato la Silvia t'ha rubato!
Non temi sol per me... tu sei gelosa!
SILVIA
Immagini una cosa
non vera... Va, va... parti!...
Tu non puoi figurarti
quanto, quanto mi dolga
dirti che tu rivolga
lontano il piè dall'intrapresa via!
Ma, prima che tu vada
per la tua strada,
mi puoi rendere grazie:
io t'ho salvato!
(fra sè)
Tutto è finito. Ahimè!
se m'avesse scoperto.
ZANETTO
Partirò. Te n'accerto,
non anderò da Silvia
dopo quel che m'hai detto.
Io partirò, portando meco un balsamo
soave e sconosciuto:
qualche cosa di tenero
c'era nel tuo rifiuto!
E avrò di te soltanto la memoria
che se non hai potuto
ajutarmi, o madonna, in qualche canto
del tuo core hai provato
e dolore e rimpianto?
SILVIA
No, certo, e quest'anello
ti ricordi di me.
ZANETTO
Perdona... troppo bello,
troppo ricco è il gioiello...
Grazie, madonna, accettarlo non posso.
Ma, dimmi, non sei tu vedova e povera?
SILVIA
(fra sè)
M'abbia riconosciuto,
ed una prova sia questo rifiuto?
(a Zanetto)
Ma che vuoi ch'io ti dia?
ZANETTO
Un ricordo... non voglio l'elemosina...
un nulla, ma che sia
caro a te. Guarda. Il fiore
che fra i tuoi splendidi
capelli muore.
SILVIA
Eccoti il fior. Prima che sia spuntato
il dì, morrà nella tua mano il candido
fiore... ma la sua morte
io voglio ti rammenti la mia sorte;
quando sarà appassito,
dimenticami. Addio.
ZANETTO
O madonna, di grazia,
una parola ancora!
Io tremo nel riprender l'infinito
mio viaggio, e mi pare
che di qui non ci sieno
più sentieri che portino
alla gioia. Ho paura.
di scegliere. La mia buona ventura
ti guidi. Scegli tu
per me. Farò il cammino
che m'imporrà la tua piccola mano!
SILVIA
E sia!... Dunque, di là,
dove splende l'aurora!
(fra sè)
Sia benedetto Amore, posso piangere ancora!
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ACTO ÚNICO
SILVIA
¡Maldito sea el amor! ¡Ya no tengo más lágrimas!
Soy la cruel señora, a la que todos adoraron
y que cada uno adora.
Cada uno con sus labios
respetuosamente besa mi mano,
pero el ardor del beso no sube hasta mi corazón.
Me mata el tedio.
Las silenciosas y claras noches de verano,
que parecen hechas para las serenatas,
dan a los poetas ocasión
de desahogar su inspiración y aquí están...
en honor mío despliegan sus alas:
¡insulsos madrigales!
El soldado, el mercader y el gobernador
a mis pies ponen el oro,
pero los desprecio a todos y a su vanidad.
¡Sufro!
Vivir así, sin un amor, no es vivir.
No me recuerda a una flor
cualquier frase amable.
Florencia resplandece lejana allí abajo.
Quizás un joven dirige su mirada hacia el cielo
y al verme por primera vez,
siente en el pecho
que su corazón late por mí,
¡por mí, la indigna!
Si fatalmente se cruzara en mi camino...
¡Oh, que no espere poder escapar!...
¡Y no seré yo la única desgraciada!
ZANETTO
Corazón,
como una flor nace en ti el Amor:
la canción no es jubilosa,
la oyes tú, pequeña rubia.
¡Corazón!
En él está el dolor
entre el perfume y el esplendor...
parece que el llanto se esconde
en aquella flor, pequeña rubia.
SILVIA
Dulce es la melodía : la voz toca al corazón.
Pero esta locura, esta locura de amor,
ya no la entiendo.
ZANETTO
Las noches de verano resplandecen en el viaje,
y se ve el claro rayo de la luna.
Pero desde ahí arriba las estrellas infunden valor
con sus pupilas de oro.
He llegado. ¿Ama Florencia
el sonido del laúd y la canción de amor?
No puedo con este aspecto
llamar a la posada del pueblo.
Me convendrá dormir al aire libre.
SILVIA
¡Oh, pobrecillo!
¡Y a mí que me aburría tanta serenidad!
¿Debo llamarle y ofrecerle hospitalidad?
Pero... ¡Si ya está dormido!
El silencio y los perfumes de la noche
hacen dormir a este joven amante.
Un pálpito me agita el corazón.
¡Ay de mí, es igual que en mi sueño!
¡Vamos, despiértate!
ZANETTO
Una blanca visión... en el sueño me sonreía.
SILVIA
¡Chiquillo, tus ojos sólo han visto
un pálido rayo de estrella!
ZANETTO
No, no, tú eres la bella
realidad de mis sueños.
Esa divina voz... ¡la he oído tan cerca de mí!
SILVIA
Soy, si lo prefieres,
¡una grata acogedora del caminante!
ZANETTO
Gracias.
He cenado tarde y el sueño ya se me fue.
SILVIA
(para sí)
Silvia, ¡sé buena!
Tu amor es funesto... y éste es sólo un chiquillo.
(a Zanetto)
Pero... ¿no me dirás quién eres?
ZANETTO
Soy Zanetto, un músico ambulante.
Me gusta cambiar
de aires y de techo cada día.
Veinte oficios inútiles
me sirven para ganarme la vida:
sé llevar con rapidez una barca
simplemente con un remo;
lanzo al aire un halcón
en arriesgado y veloz vuelo;
domo al ágil y nervioso potro;
y compongo sonetos
encerrando las rimas fúlgidas
en estrechos círculos de oro.
SILVIA
¡Y no serán raras
las veces en que te falte de comer!
ZANETTO
A veces sí... Pero si encuentro en el pueblo
algún amable señor
que me acepta en su mesa,
soy bienvenido cuando mi laúd
alegra la reunión y...
¡para ese día la cena ya está asegurada!
SILVIA
¿Florencia es tu meta?
ZANETTO
No sé.
Puesto que nunca he sido afortunado
cualquier sendero que me guste, lo seguiré.
Mi extraña fantasía sigue a la estela
que dibuja el pájaro en el firmamento azul.
A lo largo de mi camino
aún no he encontrado la dicha.
SILVIA
Pero ¿no soñaste con un día de reposo
en tu loca y fantástica carrera?
¿No has soñado nunca con una blanca casita,
entre los pámpanos verdes,
donde una jovencita
te dé los buenos días?
ZANETTO
Sí, alguna vez. Pero también pienso
en los padres y los tutores...
¡No quiero perturbar la paz de las familias!
SILVIA
¿Nunca te enalteciste cuando la jovencita
te lanzó la flor que llevaba en su pecho?
ZANETTO
Un beso... y continuaba mi camino.
Amo la libertad
y no deseo otro equipaje
que el laúd y la pluma de mi sombrero.
¡Un amor dentro del corazón
es un equipaje demasiado pesado!
SILVIA
¡El pájaro del bosque detesta la jaula!
ZANETTO
¡Así es!
SILVIA
¡Quién sabe si algún día no te atrapará un nido!
ZANETTO
¡No, no, el amor me da miedo!
¿Sabes?
Es tan bello vagar como las libélulas...
¡Por el aire, libres!
SILVIA
Pero no serás feliz...
Por eso tu destino
te ha traído de la mano hasta aquí.
¿O es que has seguido, quizás,
el vuelo de alguna alondra?
ZANETTO
¡Casi!
SILVIA
¿Te guía pues una esperanza?
ZANETTO
Apenas un sueño.
SILVIA
¡Habla!
ZANETTO
Aquí, quizás, podría quedarme.
Escucha : no tengo ni padre ni madre.
¿Soy hijo de un marqués o de un villano?
¿Quién lo sabe?
Hasta ahora, he recorrido el mundo
libre y feliz,
nunca he deseado una mejor vida.
Pero desde que he oído tu dulce voz,
dueña mía,
he soñado que tenía una hermana.
Cuando me has insinuado
la intima dulzura de una casita,
lejos de los rumores del mundo
y en medio de las flores, entonces sí,
¡me he sentido solo!
Cedo a tus consejos.
¡Oh, si quisieses retener cerca de ti
a este pajarillo vagabundo!
Me quedaría contigo,
siempre a tu lado me tendrías
y con mi canto
tus largos días acortaría.
SILVIA
¡Chiquillo!
(para sí)
¡Cómo se estremece mi corazón!
¿Qué es pues, este temor?
¡Tenerlo siempre conmigo!
¡Oírle delirar llamándome amante!
¡Oh, mi sueño hecho realidad!
ZANETTO
¿Quieres?
SILVIA
¿Que si quiero?
(para sí)
¡Oh no, nunca!
¡Aunque sea él quien me lo suplica!
ZANETTO
Dueña mía, pregunto demasiado, lo sé;
pero ¿quieres?
SILVIA
(para sí)
Mañana, él sabrá quién soy yo...
ZANETTO
Una vez más, ¿quieres?
SILVIA
¡No puedo!
ZANETTO
¿Y por qué?
SILVIA
Soy viuda y pobre,
no puedo alojar ni músicos ni poetas errantes.
ZANETTO
¿No tienes un escudero?
SILVIA
¡No!
ZANETTO
¿Un paje?
SILVIA
¡No!
ZANETTO
¡Yo con una simple fruta me alimento!
SILVIA
¡Va, calla!
ZANETTO
Pero...
SILVIA
¡Soy viuda!
Vivo solitaria con mi llanto.
ZANETTO
Y yo sólo deseo quedarme a tus pies.
SILVIA
¡Es imposible, créelo!
ZANETTO
Así pues, ¡adiós para siempre,
bello sueño mío!
Tendré quizá mañana
más fortuna con Silvia.
SILVIA
¿Qué dices?
ZANETTO
Puesto que vanos
fueron mis ruegos,
querría preguntarte
por Silvia, la florentina.
La llaman la reina
de toda belleza.
Dicen que su mirada aterciopelada
es una caricia
que conquista y enamora.
Dicen que es bella y pálida...
como tú, señora.
Y además que es rica y pródiga...
¡Andaba buscándola!
SILVIA
¡Dios mío!
ZANETTO
Quizá podría
entrar entre sus escuderos.
Pero he oído murmurar
que la extraña belleza
de esa altiva mujer
y su loco vivir traen desventura.
Te confieso, mi dueña, que tengo miedo.
¿Qué debo hacer? Aconséjame.
¿Debo ir donde Silvia?
SILVIA
(para sí)
¡Debo retenerlo!
La suerte me envía
a este joven desconocido,
que me colma de ternura y felicidad el alma.
¿Debo echarlo?
ZANETTO
Te veo tan poco amiga...
¿Por qué no me quieres responder?
SILVIA
(para sí)
Es infame... ¡pero así lo quiere el destino!
ZANETTO
¿Y bien?
SILVIA
Escucha, chiquillo.
No intentes eso.
¡Tu bella alma, no conoce el peligro!
No puedo protegerte, acogerte,
pero sí podré salvarte.
Escúchame. No, ¡no vayas a casa de Silvia!
Pagar el pan y la cama
con las alegres canciones
que te brotan de los labios es bello,
pero es necesario que conozcas
qué pan y qué lecho es ése.
¡Oh Zanetto, Zanetto!
Si me emociono es por que te amo...
como a un niño al que se quiere salvar.
¡Oh, continúa cantando
a las frondas del bosque!
Y si después, cuando perfume de nuevo abril,
ves en el umbral de una humilde casita,
inclinada sobre su trabajo,
a una jovencita
de ojos negros y cabellos de oro...
¡Oh, detente, cantor,
este es el nido del amor!
ZANETTO
Te obedeceré, pero puede ocurrir
que Silvia haya sido calumniada.
¡Veo que la herida de tu corazón se ha reabierto!
¡Me has dicho que tienes el alma triste!
¡Silvia te ha robado un hermano o un prometido!
No temes sólo por mí... ¡Estás celosa!
SILVIA
Imaginas una cosa
que no es verdadera...
Vamos, vamos... ¡vete!...
No puedes figurarte cuánto,
cuánto deploro decirte que
¡te vayas lejos,
por el mismo camino que has traído!
Pero, antes que retomes tu camino,
me puedes dar las gracias:
¡Yo te he salvado!
(para sí)
Todo ha acabado.
¡Ay de mí, si me hubiese descubierto!
ZANETTO
Me marcharé.
Te aseguro, que no iré a casa de Silvia
después de lo que me has dicho.
Me marcharé, llevando conmigo
un bálsamo suave y desconocido:
¡algo tierno hay en tu rechazo!
De ti me quedará el recuerdo,
aunque no hayas podido ayudarme,
¡oh mi dueña!
de que en algún rincón de tu corazón
haya anidado
el dolor y el remordimiento.
SILVIA
¡No, no es cierto!
Toma, este anillo hará que te acuerdes de mí.
ZANETTO
Perdona... es demasiado bello...
Es una joya demasiado costosa...
Gracias, mi dueña, no puedo aceptarlo pues...
dime, ¿no eres viuda y pobre?
SILVIA
(para sí)
¿Me habrá reconocido
y por eso me rechaza?
(a Zanetto)
Pero ¿qué quieres que te dé?
ZANETTO
Un recuerdo... no quiero una limosna...
Cualquier cosa, pero que sea querida por ti...
Mira, esa flor que
entre tus espléndidos cabellos
muere.
SILVIA
Aquí tienes la flor.
Antes de que despunte el día,
esta cándida flor morirá en tu mano.
Su muerte quiero que te recuerde a mi suerte.
Cuando se haya marchitado, olvídame.
¡Adiós!
ZANETTO
¡O mi dueña,
tan solo una palabra aún!
Temo continuar mi infinito viaje
pues me parece que desde aquí
ya no hay más senderos
que lleven a la alegría.
Tengo miedo de elegir.
Tú eres mi buena ventura...
¡Guíame tú!
Elige por mí.
¡Haré el camino que me imponga tu mano!
SILVIA
¡Así sea!... Ve entonces por ahí...
¡Por donde resplandece la aurora!
(para sí)
¡Bendito sea el Amor, que aun me hace llorar!
Escaneado y Traducido por:
Amelia Gianni 2005
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