EL TEMPLARIO

 

 

 

 

Personajes

CEDRICO

REBECA

BRIANO

WILFREDOO

ISAAC

ROVENA

DUQUE
 
Noble sajón

Joven judía

Caballero templario

Hijo de Cedrico

Padre de Rebeca

Enamorada de Wilfredo

Gran Maestre templario
Bajo

Contralto

Barítono

Tenor

Tenor

Soprano

Tenor

 

La acción se desarrolla en York, Inglaterra, en la segunda mitad del siglo XII.

   

ATTO PRIMO
 
 
 
Scena Prima
 
(Gran padiglione eretto per l’incoronazione 
del cavaliere vincitore nel torneo d'Ashby. 
Il fondo è aperto, dal quale vedesi l’ entrata 
dell' anfiteatro. Cedrico, Rovena, Emma, 
cavalieri sassoni e normanni, donzelle 
sassoni,armigeri, araldi, popolo)
 
TUTTI 
Delle trombe il suon guerriero, 
Eccheggiando in questo lido, 
Levi al cielo in lieto grido 
Il coraggio ed il valor 
Dell’ignoto cavaliere, 
Dell'invitto vincitor. 
 
CEDRICO, CAVALLIERI
Qual v'ha prode in Inghilterra 
Che di lui maggior si estimi, 
Se un eroe fra i nostri primi 
Che resista a lui non v' è? 
Se Brian, sì chiaro in guerra, 
Gli cadea conquiso al piè? 
 
CORO 
Sia quel prode in plauso accolto, 
Ci apprestiamo a l’onorar. 
 
CEDRICO, ROVENA 
Ah! perchè del forte il volto 
Non ci è dato ravvisar? 
 
Scena Seconda
 
(Entra Vilfredo con visiera abbassata fra altri 
Araldi, uno dei quali porta il suo scudo, 
col motto diseredato, ed un altro la corona 
di lauro destinata al vincitore del torneo)
 
VILFREDO
Sia meco avverso il fato, 
Solo il valor mi basta, 
L'elmo, lo scudo e l’asta 
Sono ogni ben per me. 
Al patrio suol beato 
Quando farò ritorno, 
A me darà quel giorno 
De' mali miei mercè. 
 
GLI ALTRI 
Prode così y sì forte 
In Anglia eroe non v'è. 
 
CEDRICO 
La man che debbe cingerti 
Del meritato alloro 
Fra le donzelle eleggere 
E sacro dritto in te. 
 
VILFREDO 
Eccola: il fregio ingenuo 
Della beltade onoro, 
 
(additando Rovena)
 
L'allór che a me destinasi 
Di lei depongo al piè. 
 
ROVENA
(Fra sè)
Io! qual ventura! porgere 
Il serto al giovili prode!
 
VILFREDO
(Fra sè)
Qual io mi sono esprimere 
Dato per or non m'è.
 
(l'araldo presenta !a corona a Rovena;
Vilfredo s'inchina innanzi a lei ed essa 
pone il serto sull’ elmo di lui.)
 
CEDRICO 
Or suoni intorno il cantico 
Ripeta ognun la lode 
Che attende la vittoria 
Dai figli dell' onor. 
 
Inno d' incoronazione.
 
TUTTI 
Più dell'oro il lauro splende, 
Che del prode il crin circonda, 
Nè la sacra eterna fronda 
Teme l’onta dell' età. 
 
CEDRICO 
O prode, alfin palèsatif 
 
ROVENA 
Nella visiera ignoto 
A che il guerriero ascondesi? 
 
VILFREDO 
A ciò mi astringe un voto, 
Se pria la donna ond' ardo 
Fedel non troverò. 
 
ROVENA
(Fra sè)
Quai detti, quale sguardo 
In me l’eroe vibrò!
 
CEDRICO
Ebben, d'un core ingenuo 
Il voto in te rispetto. 
Ne' lari miei ricovero 
Io t'offro... 
 
VILFREDO 
Ed io l’accetto. 
 
CEDRICO 
Ad onorar mie soglie dunque verrai? 
 
VILFREDO
Verrò. 
 
CORO 
Felice ostel che accoglie 
Chi in Ashby trionfò. 
 
CORO, EMMA, CEDRICO 
Vieni, o prode, ove t'invita 
Chi t'ammira e ti dà lode; 
Questo giorno di tua vita 
Caro a tutti ognor sarà. 
Viva il forte... viva il prode 
Vincitor di nostra età. 
 
ROVENA
(Fra sè)
Forse è desso, o lieta sorte, 
Il sospir dei miei prim'anni! 
Forse il ciel de' lunghi affanni 
Consolarmi ormai vorrà.
 
(Forte)
 
Viva il prode,.viva il forte 
Vincitor di nostra età. 
 
VILFREDO
(Fra sè)
Lieto giorno avventurato! 
Oggi ha fin la mia sventura, 
Rivedrò le patrie mura, 
L'alma mia respirerà.
 
(Forte)
 
Lode al Ciel, che m' ha spirato 
Un valor che egual non ha! 
 
(tutti partono)
 
Scena Terza
 
(Briano e due schiavi saraceni, 
indi i Normanni suoi seguaci)
 
BRIANO
Della oriental la traccia 
Cauti esplorin da l'unge i fidi miei. 
 
(gli schiavi partono) 
 
Oh mio rossore! Il forte, 
L'invincibil Briano 
Vinto cader per mano 
D'ignoto avventurier, innanzi a quanto 
Ha d' eletto Inghilterra.... innanzi a lei 
Che tiranna sprezzò gli affetti miei!... 
Qual mai ragion la trasse 
Dall'Asia in questo suol tanto remoto? 
Ma presso a me ti guida 
Un arcano poter, che sembra arrida 
All'amor mio... Viver non posso ornai 
Senza di te. Se ad altri ti destina 
La sorte... ahi pria cader estinto io bramo. 
Più del mio onor, 
più di me stesso io t'amo. 
Io per te nel cor talora 
Quel tuo sguardo avverso ancora 
A sperar quest’alma invita: 
Parmi un astro che mia vita 
Giunger possa a serenar. 
Io per te d amore appresi 
Dolcemente a sospirar. 
Quel tuo sguardo avverso ancora
A sperar quest’alma invita:
Parmi un astro che mia vita
Guinger posa serenar.
Chi vien? 
 
(entrano i seguaci di Briano.
S' ode celere calpestio e voci) 
 
CORO 
Brian! 
 
BRIANO 
Son essi. 
Narrate a me sommessi 
Che avvenne, ove rivolgesi 
La bella d' oriente? 
 
CORO 
(parlando sotto voce) 
Chiusa nel vel dileguasi 
Dall' assiepata gente, 
Or per sentier inospito, 
Ove la selva è folta. 
Alla regale Eboraco (*) 
Col tardo padre è volta, 
Ivi. se il vuoi, sorprenderla 
Facil per noi sarà. 
 
(*) Antico nome di York. 
 
BRIANO 
Rapirla!... e deggio imprenderlo! 
Opra nefanda è questa!... 
Ma troppo il sen mi strazia 
Fiamma d' amor funesta; 
Il core opporsi agli impeti 
D ' immenso ardor non sa. 
Se in mio poter la rende 
La gran ragion del forte, 
Di me, di lei la sorte 
Compita allor vedrò. 
L’amor che in me s’accende 
Fia pago in quell’istante, 
O dell' offeso amante 
Vendetta in lei farò. 
 
CORO 
Ah! no, la bella errante 
Sottrarsi a noi non può. 
 
(partono) 
 
Scena Quarta
 
(Grande atrio nel castello di Cedrico; 
in fondo fra gli archi si vedono le amenità 
di un giardino con boschetti e fontane,
Emma e le donzelle Sassoni, indi Rovena)
 
CORO 
Del cielo britanno 
Rovena è la stella, 
Più cara, più bella 
Di puro splendor. 
Se amore l’affanno 
Nel core le aduna 
Rassembra la luna 
Nel grato pallor.. 
Se a lei pel contento 
Sfavillan le ciglia, 
II sole somiglia 
Che invita a gioir. 
Se muove un accento, 
Se tacita resta, 
Nell’alma ridesta 
D' amore il sospir. 
 
ROVENA
Cessate, amiche: l’amor vostro io bramo 
Non le lodi. Per or cure segrete 
Mi dividon da voi. 
 
(partono Emma, e le donzelle) 
 
Il cor gli affanni suoi 
Vorria celare a tutti, al mondo intero. 
Oh ciel! quel cavaliero 
Sì dolce mi parlò... quel vago aspetto... 
I moti... il guardo 
che dall’elmo ardente 
Vidi brillar, che mi giungeva al core... 
Saria mai vero? 
O ciel! m'illude amore! 
Oh bel sogno lusinghier! 
Io rividi il tuo sembiante, 
Scender dolce il noto accento 
Io sentia nel core amante: 
Questo arcano sentimento 
Àh! non fosse menzogner! 
Cara immagine del cor, 
Deh ritorna al mio pensiere, 
Fia conforto al lungo pianto 
Un istante di piacere: 
Ch'io ti vegga ognor d'accanto 
Nel sorriso dell' amor. 
Che fu!., riedon le ancelle... 
Qual nuovo affanno io scorgo in volto a quelle? 
 
Scena Quinta
 
(Rovena, Emma, donzelle, Rebecca ed Isacco)
 
REBECCA.
Aita! aita!... ah salvaci, 
Bella e gentil britanna! 
 
(si prostra) 
 
ROVENA
Sorgi. Sei meco... acquetati... 
Parla: che mai t'affanna? 
 
REBECCA
(timida) 
Gente per voi proscritta 
Io sono e il genitor... 
 
ROVENA
Sol veggo in te l’afflitta, 
Rispetto il tuo dolor. 
 
(l´alza) 
 
REBECCA
Per via solinga e tacita 
Movea col padre allato, 
Quando improvvisi erompono 
Guerrier' da chiuso aguato; 
Con brandi ignudi ardiscono 
Me separar dal padre... 
Ma già d' appresso mormora 
Suon di novelle squadre... 
Gli empi aggressori dileguansi, 
La tema impenna il piè... 
Destra del ciel benefico 
Ne tragge innanzi a te. 
 
ROVENA
Della infedel le lagrime 
Destan pietade in me. 
 
ISACCO DONCELLE
Al lagrimar de' miseri 
Chiuso quel cor non è. 
 
(Rov. esitanfe cerca nascondere 
la sua commozione) 
 
REBECCA
Ah! quel guardo non celar 
Se ti move il mio dolor 
Veggo in esso balenar 
La pietà del tuo bel cor. 
Per te rieda in questo sen 
La speranza a scintillar: 
Ah! per te sia sacro almen 
Degli oppressi il sospirar. 
 
DONCELLE
La pietà ci desta in sen 
Dell' oppressa il sospirar. 
 
ROVENA
Tregua al dolore, abbracciami 
 
(si volge commossa 
ed abbraccia Rebecca) 
 
Qui puoi restar sicura. 
 
REBECCA
Respiro!... 
 
ISACCO 
Oh cor benefico! 
 
ROVENA
D' un sassone le mura 
Sede ospitale apprestano 
Agl’infelici ognor. 
D'Ashby l' eroe rinserrano... 
 
REBECCA
(Fra sè)
 Oh gioia! alle armi note 
Seppe il mio cor distinguerlo; 
Ah l’obbli'ar chi puote?...
 
ISACCO 
Ah! della figlia tenera 
Sorride alfine il cor. 
 
DONCELLE
Non paventare, i miseri 
Son qui securi ognor. 
 
REBECCA
(a Rovena) 
Per te vegg' io sorridere 
Il ciel con noi placato; 
Dinanzi a te dimentico 
Gli affanni ed il dolor. 
 
(Fra sè)
 
Raffrena in seno i palpiti, 
O core innamorato; 
La gioia dèi nascondere 
Che desta in te l' amor.
 
ROVENA, EMMA, DONCELLE
Le pene tue dimentica, 
Ti sta Rovena allato: 
Temer non dèi le insidie 
D' ignoto traditore 
 
ISACCO 
O figlia, rassicurati, 
Ci sta Rovena allato: 
Più non temiain le insidie 
D'ignoto traditor. 
 
(entrano tutti nel castello) 
 
Scena Sesta
 
(Briano co’ suoi seguaci normanni 
e saraceni entrano circospetti 
e parlano sotto voce)
 
CORO 
Qui sostiam, la meta è questa:, 
Tutto è sgombro il loco intorno; 
Niun ci arresta - niun ci toglie 
D' involar colei di qua. 
Mal nasconda a noi la preda 
D' un vii sassone il soggiorno -, 
Mal si creda - in queste soglie 
Esser giunta in securtà. 
 
BRIANO
Si celi ognun, e ad un mio cenno accorra. 
I pochi imbelli, onde Cedrico è cinto, 
Facil fia l'atterrir. 
Abbiam già vinto, 
 
(si ritirano tutti da varie parti, 
resta Briano con un solo scudiere) 
 
S' annunzi il mio venir. 
 
(lo scudiero dà fiato al corno e 
gli viene risposto dal castello) 
 
Vedrem se ardisce 
II sassone Cedric per la infedele 
Provocar l’ira mia. 
 
Scena Settima
 
(Esce Cedrico ed alcuni domestici inermi)
 
CEDRICO
(con sorpresa) 
Brian! 
 
BRIANO
Son io. 
 
CEDRICO
Quale cagion invia 
Te, normanno, d'un sassone all' ostello? 
 
BRIANO
In questo tuo castello 
Celar osavi una infedel, che il dritto 
Della guerra già un dì mia schiava fece. 
Renderla devi... il voglio. 
 
CEDRICO
Il voler tuo, quell'insultante orgoglio 
Leggi non son per me. Rebecca accolta 
Da Rovena qui fu: 
 
(ad un domestico che parte) 
s‘ odano entrambe.
 
BRIANO
E dubitar puoi tu de’dritti miei? 
 
CEDRICO 
I miei conosco, e noto a me tu sei. 
 
Scena Ottava
 
(Rovena tenendo per mano 
Rebecca, Isacco, Emma, 
donzelle e detti, indi Vilfredo)
 
CEDRICO
Te Rebecca il cavaliero 
Qual sua schiava a noi richiede, 
 
REBECCA 
Ciel! che intesi!... ah menzognero! 
 
(lo riconosce)
 
Ai tuo dir chi può dar fede? 
Di rapirmi il vile eccesso 
Qua ti rechi a consumar? 
 
CEDRICO, ROVENA, EMMA
Ei l’audace?... 
 
ISACCO
Oh amata figlia! 
Tu in sua man!... m'uccidi in pria! 
 
CEDRICO
Tanto ardir chi a te consiglia? 
 
BRIANO
Vel dirà la spada mia; 
Il mio dritto appieno espresso 
Voi vedrete in questo acciar. 
 
(mentre egli pone mano 
alla spada, viene a visiera 
alzata e s'intromette) 
 
VILFREDO
Ferma, insano! 
 
TUTTI
Oh ciel! Vilfredo! 
 
VILFREDO 
(a Briano) 
Questa man conosci... e basta. 
 
CEDRICO
(Esitante. Fra sè)
E il mio figlio! appena il credo!
 
GLI ALTRI 
Qual mai sorte a noi sovrasta? 
 
VILFREDO
(volto con rispetto a Cedrico) 
Padre, il vil punir degg' io, 
Quindi a te mi prostrerò. 
 
DONCELLE
Qual mai sdegno in esso, o Dio, 
Dal lor guardo balenò! 
 
Tutti
 
VILFREDO
Chiuso nel sen di fremere 
Pago non è il mio sdegno: 
Ah! se turbar del perfido 
Dato non m’è il disegno, 
Ei col suo sangue tergere 
L'onta crudel dovrà. 
 
BRIANO
Chiuso nel sen di fremere 
Pago non è il mio sdegno: 
Ah!... se l’amor che m'agita 
Giunge a turbar l’indegno, 
Ei col suo sangue tergere 
L' onta crudel dovrà. 
 
CEDRICO
Ah! padre io son: di fremere 
Cessa per lui lo sdegno: 
Ah dell'amor che m'agita 
No, non è il figlio indegno; 
Ei ch' è pietoso ai miseri 
Abbia la mia pietà. 
 
RebECCA, RovENA EMma
IsaCCO, DonCELLE
Chi può sottrar me / la misera 
Da così vii disdegno! 
Cielo pietoso, ahi salva mi / la 
Accorri in mio /suo sostegno: 
Braccio mortai difende mi / la 
Da uom sì reo non sa. 
 
BRIANO
(a Vilfredo) 
Di dannata infida gente 
Difensor chi mai ti rese? 
 
VILFREDO
(a Briano) 
Contro inerme ed impotente, 
Nuovo eroe, che mai ti accese? 
Li rispetta: il ciel soltanto 
Giudicar di lor potrà. 
Già per lei da orrenda morte 
Mi salvò la man di Dio: 
Or difender la sua sorte, 
I suoi giorni, sì, degg' io!... 
T' allontana, o vil!
 
BRIANO 
(gridando nella scena) 
Cotanto iI furor t’accieca?... Olà. 
 
Scena Nona
 
(Prorompono improvvisamente i seguaci 
di Briano: alcuni afferrano Rebecca, altri 
tengono in freno i pochi domestici di Cedrico)
 
REBECCA
Padre! 
 
ISACCO
Oh ciel! 
 
GLI ALTRI 
Qual rio comando! 
 
VILFREDO
(pone mano alla spada) 
Quale ardir! 
 
BRIANO
(a Vilfredo) 
Per lei paventa! 
Se snudar si ardisce un brando 
A un mio cenno ella è qui spenta. 
 
TUTTI 
(meno Briano ed i suoi)
Oh delitto! oh tradimento! 
 
ISA. 
Ah! di lei, di lei pietà! 
 
BRIANO, NORMANNI
Ah! d' opporvi l’ardimento 
Sangue a voi costar dovrà. 
 
GLI ALTRI 
L' inaudito tradimento 
Sangue a voi costar dovrà. 
 
BRIANO
(a Cedrico) 
L' ardita ripulsa - me rende feroce, 
Non odo la voce - d'insana pietà. 
Se ingiusto m' appelli - se chiedi vendetta 
Briano t’aspetta - risponder saprà. 
 
CEDRICO, E TUTTI GLI ALTRI 
(a Briano) 
Ah! d' opra sì ria d'eccesso sì atroce 
Quel core feroce per poco godrà. 
Del mondo, del cielo l’orrenda vendetta 
Al varco t' aspetta 
sul capo ti sta. 
 
SEGUITO DI BRIANO 
E dessa in man del vincitor. 
Da noi sottrarsi non potrà: 
Ah! non osate opporvi ancor, 
O il vostro sangue scorrerà. 
 
DONCELLE
Dell’opra rea quell’empio cor 
Per poco ancor goder potrà. 
Del ciel sul capo al traditor 
Vendetta orrenda piomberà. 
 
(Briano ed alcuni normanni 
traggono Rebecca semivira; 
gli altri si oppongono ai sassoni, 
perchè non inseguano i rapitori.) 
 
 
 
ATTO SECONDO
 
Scena Prima
 
(Stanza nella sommità della torre nella 
commenda dei tempiarli. Un gran balcone 
praticabile in fondo. Due porte laterali.
 
REBECCA 
(esce come sonnolenta, barcollando 
rinviene un sedile e vi si abbandona.) 
Vilfredo!. oh nome!... oh rimembranza!. Il volto 
Tingea pallor di morte! 
Aperto il petto Vivo sangue versava... 
alle mie cure in lui tornò la vita... 
Ma da quel dì ferita 
Da acuto strai quest' alma 
Solo in lui vive... oh gioia! a te vicino 
 
(si scuote) 
 
Si cangia il mio destino!... 
Che dissi? ove son io? 
qual luogo è questo? 
Da grata illusione a qual mi desio 
Orrenda verità... la lena al petto 
Mi manca... all' aere aperto... 
 
(corre al balcone e se ne ritrae inorridita) 
 
Oh vista! oh mio terrori qual mai profonda 
Voragin si disserra a' piedi miei! - 
Padre, padre, ove sei? 
Quale fragor risuona a me dappresso? 
Qui la figlia a salvar giunge egli stesso! 
 
Scena Seconda
 
(Briano e Rebecca)
 
REBECCA
(spaventata) 
Oh cielo!
 
BRIANO
Non fuggir, che il tenti invano! 
Ti trassero in mia mano 
Il fato, il mio poter, l'ardir, l’amore... 
 
REBECCA
Taci. D'amor non favellar! 
 
BRIANO
M' ascolta. 
Or di salvezza a te la speme è tolta, 
Se il mio destin tu meco non dividi, 
Se pronta non t' affidi 
A un uom che t' ama. 
 
REBECCA
Io te seguir? giammai! 
Nemico o difensore orror mi fai. 
 
BRIANO
Ah spietata! a entrambi è certa 
La più orribile sventura. 
 
REBECCA
Io l’attendo. 
 
BRIANO
Discoperta 
Se sarai fra queste mura, 
Fia tremenda la tua sorte, 
Più salvarti non potrò. 
 
REBECCA
Non la temo: colla morte 
Io da te mi salverò. 
 
BRIANO
Se la morte non paventi 
Al’onore almen provvedi. 
 
REBECCA
Quale ardire! 
quali accenti! 
 
BRIANO
Tu serbarlo illeso or credi? 
 
REBECCA
Seduttore iniquo e rio, 
Tu favelli a me d' onor? 
 
BRIANO
Cara... io t’amo, e l’amor mio... 
 
REBECCA
L’amor tuo mi desta orror. 
 
BRIANO
Ebben, piangente e supplice 
Brian ti cade ai piedi, 
Ignote a lui le lagrime, 
Versarne or tu lo vedi. 
Ei di sè stesso immemore, 
Ei sol per te vivrà. 
Sicuro asil propizio 
Amor ne appresterà. 
 
REBECCA
Ch' io ceder possa, o perfido, 
Invan da te si spera. 
La fede innalza duplice 
Fra noi fatai barriera: 
Il giuro tuo terribile 
Nel ciel segnato sta... 
Impunemente infrangerlo 
Uman voler non sa. 
 
BRIANO
Vieni: ancora è mio l’impero 
Del recesso tuo segreto; 
Ma se giunge quel severo 
Reggitor del nostro ceto, 
Se squillar la tromba io sento 
Più a sperar per noi non v' è. 
 
REBECCA
Io non spero non pavento, 
li vigor s' accresce in me. 
 
BRIANO
L' ira mia nel sen ristretta 
Già mi pon la benda al ciglio, 
Il tuo sprezzo il mio periglio 
Io non basto a sopportar. 
Il destin che entrambi aspetta 
Mi trasporta a delirar. 
 
REBECCA
La sventura in me rispetta, 
M' abbandona al mio periglio 
De' nemici al fero artiglio 
Forte un Dio mi può sottrar. 
Ma del cielo la vendetta 
Veggo in te già balenar. 
 
BRIANO
(si avventa a Rebecca per afferrarla) 
Cedi. 
 
REBECCA
(si slancia sul balcone) 
No! 
 
BRIANO 
Terribil punto! 
 
REBECCA
Un sol passo, e salva io soni... 
 
(Rebecca sta per precipitarsi. Pausa.
 Si ascolta in questo momento il 
segnale dell'arrivo del Gran Maestro) 
 
BRIANO
Fatal squilla! il veglio è giunto: 
Suon di morte è a noi quel suon! 
Ecco, o donna forsennata, 
Per entrambi il punto estremo, 
Tu il volesti, insiem cadremo, 
Vana è a noi l'altrui pietà. 
 
REBECCA
Al rigor di sorte irata 
Io non palpito, non tremo: 
La virtù nel fato estremo 
Paventar, cader non sa. 
 
(Briano esce furibondo; Rebecca 
entra nella stanza interna) 
 
Scena Terza
 
(Sala d' armi nella Commenda. Porta 
d' ingresso in mezzo, d'onde si scorge 
un vestibolo e poi la campagna: due 
porte laterali, delle quali una conduce 
nella sala del giudizio, con grande
 insegna dell'ordine, l’ altra mette al 
resto della Commenda. Molti uomini 
d'arme sono schierati nel vestibolo. 
Al suono di una marcia solenne entrano 
i Cavalieri templari. Preceduto da un 
vessillifero colla grande bandiera 
dell'ordine, accompagnato da quattro 
Commendatori entra Luca di Beaumanoir.
Al giunger suo tutti s' inchinano.
templari, Luca, indi Isacco, poi Briano)
 
CORO 
Morte al leon vorace! 
Quel grido vincitor 
Già mille prodi aduna, 
La mussulmana luna 
Già s' oscurò. 
Il nostro antico onor 
Più bello ancor riluce, 
Per quell’invitto duce 
 
(giunge Luca di Beau.) 
 
Che il ciel donò, 
 
LUCA 
Sorgete, o prodi; la celeste mano 
Regga il vostro valor, la vostra fede. 
Il brando che ci onora 
Vano arnese non sia. 
Si percuota il leon: la fame ria 
Ch' ha dell'alme fedeli in lui si spenga; 
Sì per voi si sostenga 
L'onor del tempio, e l'odio de' nemici 
Sul lor capo ricada. 
 
CORO 
Sì, di nuovo il giuriam su questa spada. 
 
ISACCO
(entrando precipitosamente e 
gettandosi ai piedi del gran Mastro) 
Pietà! pietà, signor! 
 
LUCA 
A che rivolti i passi hai qui? 
 
ISACCO 
La figlia a me rendete. 
 
LUCA 
Tua figlia? 
 
ISACCO 
A me la toglie 
II barbaro Brian! In queste soglie 
La cela al padre, a voi. 
 
LUCA
(fa cenno ad Isa. di alzarsi) 
Innanzi a noi si appelli il cavaliero. 
 
(due cavalieri partono) 
(Fra sè)
 
In densa nube si ravvolge il vero.
 
CORO 
Qui tua figlia? 
 
LUCA
(ad Isacco) 
Di colei già son l' arti a noi palesi; 
Chi la istrusse or svelar dèi. 
 
ISACCO 
Fu Miriam. 
 
CORO 
Miriam! 
 
LUCA 
Che intesi! 
Qual nomasti fattucchiera! 
Fu l’orror di nostra età. 
 
CORO 
E l'alunna menzognera 
In tua figlia perirà. 
Vien Briano. 
 
LUCA 
(Fra sè)
E in quale stato!
 
(Briano entra estatico e fuori di sè) 
 
LUCA 
(a Briano) 
Col mio labbro il ciel t' appella: 
Che mai festi, o sciagurato? 
 
(Briano tace) 
 
Io l'impongo a te, favella! 
 
BRIANO.
(Fra sè)
Più non reggo'.
 
LUCA 
Chi ti ha mosso qui una perfida a celar? 
 
CORO 
Ti discolpa. 
 
BRIANO
(Fra sè)
Oh ciel! non posso.
 
CORO 
Non gli è dato il favellar. 
 
LUCA 
(volto con isdegno ad Isacco) 
Per la rea non è concesso 
Di parlare al cavaliero. 
 
CORO 
Vien Briano! Al gran consesso 
Palesar tu devi il vero. 
 
BRIANO
Io fra voi seder?... giammai! 
 
CORO 
S'apra il sacro limitar! 
 
(si apre la porta della sala del giudizio)
(a Luca) 
 
Indugiar non devi omai 
La maliarda a fulminar. 
 
LUCA, CORO
Alla legge a noi si spetta 
Far del Tempio in lei vendetta; 
Dannerem la rea fra poco. 
E nel fuoco perirà. 
 
ISACCO 
Per la figlia or tutto invoco, 
Dio d'Abram, la tua pietà. 
 
BRIANO 
Il poter d'averno invoco, 
Che tremendo in cor mi stà. 
 
LUCA, CORO
Dell'errore il regno cada, 
Si disperda l’infedel: 
Noi pel ciel brandiam la spada, 
E trionfi ognora il ciel! 
 
BRIANO
Qual prepara orrenda sorte 
Il desitin con me crudel! 
 
ISACCO 
Ah! salvarla dalla morte 
Solo può la man del ciel! 
 
(Entrano tutti nella sala, anche 
Isacco trattovi duramente da due 
guardie, e se ne chiude la porta. 
Briano parte dalla parte opposta) 
 
Scena Quarta
 
(Atrio nel castello di Cedrico 
come nell'atto primo. Cedrico, 
indi Vilfredo, poi Rovena)
 
CEDRICO
Desso mio figlio! il forte, 
Il temuto guerrier del gran torneo! 
Oh gioja! ah sento che per lui s' estingue 
Lo sdegno mio; ma pur non fia ch'io ceda; 
Tutta egli merta l’ira del genitor.
Chi vien! Cielo! egli stesso: 
Si fugga: a lui dappresso 
Vacillerebbe l’ira nel cor mio... 
 
(per partire) 
 
Sì l’amo ancora... ah... genitor son io! 
 
VILFREDO
Deh! non fuggirmi, arrestati, 
Frena l' antico sdegno...
 
CEDRICO
Che parli ingrato? 
 
VILFREDO
Ah credilo, 
Di te non sono indegno... 
 
CEDRICO
Tu le bandiere, o perfido, 
Seguisti di Riccardo... 
Involati al mio sguardo, 
Io figlio più non ho. 
 
VILFREDO
Ferma: ah! non fia possibile 
Che t' abbandoni mai, 
Se il tuo perdono... 
 
CEDRICO
Lasciami, 
Da me tu non l’avrai. 
 
VILFREDO
Nè il pianto mai d’un figlio 
In te potrà?... 
 
CEDRICO
(Fra sè)
 Gran Dio! 
I moti del cor mio 
Ah! più frenar non so.
 
VILFREDO 
Se ogni speme di perdono 
Tu mi togli sulla terra, 
Questa vita, che è tuo dono, 
Ti riprendi, o padre, ancor. 
Che mi val coraggio e brando? 
Che mi val d' alloro il serto? 
Son ramingo, son deserto, 
Se mi sprezza il genitor. 
 
CEDRICO
(Fra sè)
A que' detti a gara in seno 
Mille affetti a me fan guerra; 
Ma so vr' essi il sento appieno 
E l’amore vincitor. 
Già languendo, vacillando 
Sta lo sdegno nel mio petto, 
Sol di padre il dolce affetto 
Or favella a questo cor. 
 
VILFREDO 
(s ' inginocchia) 
Padre amato!... 
 
CEDRICO 
(avviandosi) 
Vanne. 
 
ROVENA 
Ah! fermati. 
A' suoi prieghi unisco i miei! 
Sai ch' io l’amo... 
 
VILFREDO 
Ah sì! 
 
ROVENA
Più vivere di lui priva non potrei. 
 
CEDRICO 
(Fra sè)
 Giusto ciel!
 
ROVENA
Tu sei commosso. 
 
CEDRICO 
(Fra sè)
Ah più reggere non posso.
 
VILFREDO
Mi perdona... 
 
ROVENA
Ai preghi arrenditi. 
 
CEDRICO
(dopo alcuni istanti di esitazione) 
Sì. 
 
VILFREDO, ROVENA 
Fia ver? 
 
CEDRICO
Sorgete, ah! sì. 
Al mio sen deh! vieni, o figlio 
Taccia l’ira e parli amore. 
 
VILFREDO
Me felice! ah, genitore!.. 
 
CEDRICO
Ella è tua, vi unite. 
 
ROVENA
Oh giubilo! 
 
VILFREDO
Oh contento! 
oh lieto dì! 
 
Trio
 
VILFREDO, ROVENA
Al pensier che mia / mio tu sei 
L' alma ho in estasi rapita, 
Scordo appien gli affanni miei, 
Torna in me novella vita; 
Nel tuo sguardo, nel tuo riso 
Avrò in terra un paradiso; 
Come un angelo si adora, 
Cara /Carto ognor t’adorerò. 
 
CEDRICO
Nel mirarli appien felici 
L'alma ho in estasi rapita; 
Ciel, tu ad essi benedici, 
Dolce rendi a lor la vita. 
un dell’altro nel sorriso 
Fa che s’abbia un paradiso, 
E tranquillo, e pago allora 
L’ultim' ora attenderò. 
 
(partono) 
 
 
 
ATTO TERZO
 
 
Scena Prima
 
(Spianato innanzi alla Commenda dei 
templari, che torreggia nel fondo: a 
destra una pira; a sinistra l'ingresso dello 
steccato che si suppone estendersi dentro 
la scena. Quattro schiavi saraceni ai lati 
della pira; due di essi con faci accese, 
il popolo d' ambo i sessi viene affollandosi 
a destra. Àl suono di marcia solenne 
escono dalla Commenda i Trombetti. Un 
Araldo, collo stendardo de' templari, 
ì cavalieri e Luca; indi Briano armato, ed 
a cavallo ; poi Rebecca fra militi armati: 
essa è con i capelli sciolti, 
vestita dì un semplice saio bianco)
 
TEMPLARI 
Morte al leon vorace! 
A Lui che tutto può 
Ceda di averno il regno; 
Del tempio il sacro segbo 
Trionferà. 
La rea che Dio dannò 
Non fia dall' uom protetta: 
Del cielo la vendetta 
Su lei cadrà. 
 
(Disposti tutti all' intorno esce dalla 
Commenda Rebecca: al suo apparire 
si eccita commozione nel popolo. 
Luca, che sta in posto elevato, dà 
cenno che si dia il primo intimo colla 
tromba. Suono e pausa.) 
 
DONCELLE 
Infelice! in tale istante 
Di salvarla alcun non cura: 
Noi leggiamo in quei sembiante 
L'innocenza e la sventura: 
Ah! se il ciel non la difende 
Nelle fiamme perirà. 
 
TEMPLARI
Per sottrarsi al rogo infame 
La convinta fattucchiera, 
Nella prova d’un certame 
Di trovar salute spera; 
Il campion ch'or qui s' attende 
Con Brian pugnar dovrà. 
 
(Durante il coro precedente, Rebecca 
vien condotta vicino al rogo.) 
 
LUCA 
Sì ripeta il segnai. 
 
(Suono di trombe e pausa) 
(a Rebecca) 
 
Vedi, infedele, 
Il ciel che tu invocasti, 
Il ciel t' abbandonò. 
 
(al popolo) 
 
Tanto vi basti 
Per abborrire in lei 
Del potere infernal gli effetti rei. 
Non vi ha chi la difenda: Pera.
 Il rogo fatale alfin s' incenda. 
 
(Mentre due schiavi afferrano Rebecca, 
ed altri due stanno per incendere la pira, 
s'ode crescente calpestio) 
 
DONCELLE
V'arrestate: qui giunge un cavaliero... 
 
REBECCA. 
Oh Ciel! fia vero! 
 
(guarda, lo riconosce e lasciata 
dagli schiavi, si slancia dal rogo 
e cade genuflessa) 
 
E desso! 
 
REBECCA, DONCELLE
Per lui mi / la salva Iddio. 
 
Scena Seconda
 
(Vilfredo, Cedrico, Isacco e detti)
 
VILFREDO
Dell' infelice il difensor son io. 
 
BRIANO
Qui ancor Vilfredo! 
 
VILFREDO
(scende da cavallo) 
Io teco son, Briano; 
È di te degna, il sai, questa mia mano. 
 
Tutti
 
VILFREDO
Tentasti, o folle, invano 
Sottrarti al mio cospetto, 
Son io dal cielo eletto 
Ad umiliarti ancor. 
 
BRIANO
Del ciel l’irata mano 
Minaccia in quell’aspetto, 
Innanzi a lui nel petto 
S’accresce il mio terror. 
 
REBECCA, ISACCO 
Ah! tu celeste mano, 
Tu nell’eroe diletto 
Mi porgi un segno eletto 
Di speme e di favor, 
 
CEDRICO 
De' suoi trascorsi invano 
Memoria io serbo in petto, 
Pel figlio mio diletto 
S' accresce in me l’amor. 
 
LUCA, TEMPLARI
Impallidir Briano 
Veggiamo a quell’aspetto; 
Tanto potè in quel petto 
Lo spirto insidiatore 
 
DONCELLE
Dalla celeste mano 
Sia quell’eroe protetto, 
Per lui del ver l’aspetto 
Dilegui alfin l’error. 
 
VILFREDO.
Aperto è il campo, affrettati 
Se vil timor non hai. 
 
BRIANO
D' Ashby la macchia tergere 
Col sangue tuo dovrai. 
 
LUCA, TEMPLARI 
Orsù le trombe squillino 
In minaccioso carme. 
 
VILFREDO, BRIANO
(snudano le spade) 
I brandi ornai si snudino. 
 
LUCA 
All’arme! 
 
VILFREDO, BRIANO 
All’arme! 
 
TUTTI 
All’arme! 
 
VILFREDO, BRIANO
Del ciel la destra vindice 
Riman su te sospesa: 
Per questo acciar terribile 
Sul capo tuo cadrà. 
Vedrai che è questa, o perfido, 
Per te l’estrema impresa: 
Lo stolto ardor che t' agita 
Per me si spegnerà. 
 
REBECCA
Il cielo in mia difesa 
Vilfredo assisterà. 
 
TUTTI 
Fra voi la gran contesa 
Il ciel deciderà. 
 
(Vilfredo e Briano, montati a cavallo, 
entrano nello steccato. Tutti li seguono 
eccetto Rebecca, Isacco, le donne del 
popolo, e gli schiavi) 
 
Scena Terza
 
(Rebecca, Isacco e le donne)
 
REBECCA
Signor de' padri miei, 
Sai che innocente io sono: 
Palese è al tuo gran trono 
D’ogni mortale il cor. 
Rapire a me que’rei 
Ardiano onore e vita: 
Deh! tu mi porgi aita, 
Mi salva vita e onor. 
 
ISACCO, DONCELLE
Ciel! non voler colei 
Lasciare in abbandono: 
Ah! parli al tuo gran trono 
L'ingiusto suo dolor. 
Rapire a lei que' rei 
Ardiano onore e vita: 
Deh! tu le porgi aita, 
Le salva vita e onor. 
 
VOCI DI DENTRO
Vittoria! vittoria! 
 
REBECCA, DONCELLE
Quai grida! chi vinse? 
 
VOCI DI DENTRO
Trionfa Vilfredo, 
è a terra Briano. 
 
REBECCA, DONCELLE
Fia ver! 
 
VOCI DI DENTRO
Non la spada, il cielo lo estinse. 
 
TUTTI 
Del cielo la mano - Rebecca salvò. 
 
Scena Ultima
 
(S'ingombra la scena. Appena Vilfredo 
apparisce, Rebecca ed Isacco gli si 
precipitano ai piedi. Cedrico e Sassoni)
 
REBECCA
Signor... a' tuoi piedi... 
 
VILFREDO 
Sorgete. 
 
REBECCA 
Nol posso 
La vita mi rendi, mi salvi la fama... 
Ma l’alma confusa... 
ma il core commosso 
Consuma una brama - che dirti non so. 
 
ISACCO
(alza la figlia e la vuol trarre seco) 
Oh figlia! che parli? 
 
REBECCA
Oh cielo! consiglio! 
 
(disperata) 
 
Smarrita ho la mente, il core squarciato. 
 
CEDRICO
(a Vilfredo) 
Ah! vieni al mio seno! 
 
VILFREDO
Mìo padre! 
 
CEDRICO 
Mio figlio! 
 
TUTTI 
Onore a Vilfredo, che il vile atterrò, 
 
VlLFREDO
(avviandosi col padre) 
Felici vivete! 
 
REBECCA
Ah! parti?... t'arresta... 
O almeno deh! 
lascia ch'io segua il tuo fato. 
 
ISACCO 
(alla figlia) 
Vaneggi? 
 
CEDRICO
Quai detti! 
 
REBECCA
(fuori di sè) 
Crudele, funesta 
Mi fora la vita divisa da te! 
 
VILFREDO
Che ascolto! 
 
CORO 
Infelice! il senno perdè. 
 
REBECCA 
Da quell'istante, sappilo... 
Che il ciglio tuo mirai... 
Io palpitai, fui misera, 
Vilfredo... ah! sì!... t'amai! 
Tremante io ti guardava, 
Pe' giorni tuoi pregava... 
Ah! un sogno egli era - a gemere 
Il ciel mi condannò. 
Ma non farò di lagrime 
Più a lungo il suol bagnato, 
D'affanino ornai y di duolo, 
D'amore io morirò. 
 
GLI ALTRI 
Ah! tu gran Dio sorreggila 
In si crudele stato, 
Piova su lei quel raggio, 
Che tutto in terra può. 
 
VILFREDO
Ah! se tu m'ami... tacilo... 
Non me lo dir più mai... 
Prendi un addio... mi lascia... 
Scordarmi tu potrai. 
Del tuo candore adorna 
Al patrio suol ritorna... 
Che a te la vita io deggio 
Ognor rammenterò. 
Vivi... e conforto siati 
Neil' infierir del fato 
Questa pietosa lagrima 
Che il ciglio mio bagnò. 
 
CEDRICO 
Vieni, Vilfredo. 
 
VILFREDO 
(a Rebecca) 
Addio! 
 
REBECCA. 
Ei parte... ah! 
padre mio, Io manco. 
 
(sviene nelle braccia del padre) 
 
CORO 
Al prode gloria 
Che il perfido svenò.




ACTO PRIMERO 
 
 
 
Escena Primera
 
(Gran pabellón erigido para la coronación del 
jinete vendedor en el torneo de Ashby. Por la parte 
posterior, abierta, se puede ver la entrada del 
anfiteatro. Cedrico, Rovena, Emma, caballeros 
sajones y normandos, doncellas sajonas, soldados, 
heraldos y pueblo)
 
TODOS 
Que el son guerrero de las trompetas, 
retumbando en estos parajes, 
eleven al cielo, en feliz grito,
el coraje y el valor 
del desconocido caballero, 
del invicto vencedor. 
 
CEDRICO, CABALLEROS
¿Qué valiente hay en Inglaterra 
al que se estime más que a él, 
si entre nuestros mejores caballeros 
no existe un héroe que lo pueda enfrentar? 
¡Briano, el mejor en el combate, 
cayó vencido a sus pies!
 
CORO 
¡Que el valiente sea recibido con aplausos!
¡Aprestémonos a rendirle honores!
 
CEDRICO, ROVENA
¡Ah! ¿Por qué el rostro del valiente 
no nos es permitido observar?
 
Escena Segunda 
 
(Wilfredo entra con la visera baja entre 
heraldos, uno de los cuales lleva su escudo
con el lema:“Desheredado”, y otro la corona 
de laureles destinada al ganador del torneo)
 
WILFREDO
Aunque el destino me sea adverso, 
sólo el coraje me basta.
El yelmo, el escudo y la lanza 
todos ellos son buenos para mí. 
Cuando regrese 
a mi bendita tierra natal, 
ese día obtendré
merced para mis males.
 
LOS OTROS 
¡No existe en Inglaterra 
un héroe más fuerte y valiente!
 
CEDRICO
La mano que debe ceñirte 
los merecidos laureles 
debes elegir entre las doncellas.
¡Ése es tu sagrado derecho!
 
WILFREDO
Esta es la beata insignia de la belleza 
a la que honro.
 
(señalando a Rovena) 
 
Los laureles que a mi fueron destinados,
los pongo a sus pies.
 
ROVENA
(Para sí)
¿Yo? ¡Qué felicidad! 
¡Poder entregar la corona al valiente joven!
 
WILFREDO
(Para sí)
Aquello que quisiera manifestar,
 no me es dado hacerlo.
 
(El heraldo presenta la corona a 
Rovena. Wilfredo, inclinado ante ella,
recibe la corona sobre su yelmo)
 
CEDRICO
Que resuene por doquier 
el himno de gloria 
que tan merecida victoria 
ha obtenido tan honorablemente.
 
Himno de la Coronación.
 
TODOS 
Más que el oro brillan los laureles
que rodean la frente del valiente caballero.
Que la verde y sagrada fronda 
preserve por siempre el honor del valiente.
 
CEDRICO
¡Oh, valiente! ¿Puedes identifícate?
 
ROVENA
¿Por qué el guerreo desconocido 
se esconde tras la visera de su yelmo?
 
WILFREDO
¡Una promesa me obliga a preservar mi identidad!
Hasta tanto no encuentre 
a una mujer que sea fiel a mi amor.
 
ROVENA
(Para sí)
¡Esas palabras, esa mirada del héroe 
me conmueven!
 
CEDRICO.
Está bien, 
respeto el voto de un corazón valiente. 
Y en mi hogar 
te ofrezco refugio... 
 
WILFREDO
Y yo lo acepto. 
 
CEDRICO
¿Vendrás a honrar mí casa? 
 
WILFREDO
Iré. 
 
CORO 
¡Feliz albergue que acoge 
a quien triunfó en el torneo de Ashby!
 
CORO, EMMA, CEDRICO
Ve ¡ oh, valiente! donde te invita
quien te admira y te alaba.
Este glorioso día
siempre será recordado por todos. 
¡Viva el grande!... 
¡Viva el valiente vencedor! 
 
ROVENA
(Para sí)
¿Tal vez sea él ¡oh, destino feliz!
por quien suspiraba en mi juventud?
¿Tal vez el cielo, tras tantas angustias, 
me consolará ahora?
 
(En voz alta)
 
¡Viva el valiente, viva el héroe!
¡Viva el vencedor!
 
WILFREDO
(Para sí)
¡Feliz día venturoso! 
Hoy concluye mi desventura, 
pues veré de nuevo las murallas nativas.
¡Ahora mi alma podrá descansar!
 
(En voz alta)
 
¡Alabado sea el cielo 
que me ha inspirado un valor sin igual!
 
(Todos se marchan)
 
Escena Tercera
 
(Briano y dos esclavos sarracenos; luego, 
sus seguidores normandos)
 
BRIANO
Cautamente siguen el rastro de la oriental 
mis fieles servidores.
 
(los esclavos salen) 
 
¡Oh, vergüenza! 
¡El fuerte, el invencible Briano, 
cayó vencido por manos 
de un ignoto aventurero! 
Y ante lo más selecto de los caballeros ingleses...
¡Ante aquella que despreció mis sentimientos! 
¿Qué motivo la arrastró desde el Asia 
hasta estas tierras tan remotas? 
Pero me guía un poder poderoso, 
el poder de mi ardoroso amor...
¡No puedo vivir sin ti!
Si a otro te tiene reservada el destino... 
¡ay! antes preferiría caer muerto.
Más que a mi honor, 
más que a mí mismo te amo. 
A veces, en mi corazón,
tu mirada, aunque adversa, 
me invita a tener esperanza.
Eres como un astro que brilla
para que mi vida obtenga sosiego.
Por ti, he aprendido 
a suspirar de amor.
Tu mirada, aunque adversa, 
me invita a tener esperanza.
Eres como un astro que brilla
para que mi vida obtenga sosiego.
Mas... ¿quién viene?
 
(Se oyen voces y pasos acelerados.
Entran los seguidores Briano)
 
CORO 
¡Briano! 
 
BRIANO
¡Ah, sois vosotros!
Decidme: ¿dónde se encuentra?
¿Hacia dónde dirigió sus pasos
la hermosa muchacha oriental?
 
CORO
(en voz baja) 
Cubierta con un velo 
desapareció de entre la multitud.
Por un sendero inhóspito, 
donde el bosque es más tupido,
a la real Eboraco (*) 
con su anciano padre regresó.
Allí, si lo deseáis, 
será fácil sorprenderla.
 
(*) Nombre antiguo de York.
 
BRIANO
¿Secuestrarla?... ¡Sí, eso debo hacer! 
Sin embrago, será una acción atroz... 
Mas mi pecho está destrozado
por la funesta llama del amor.
Mi corazón no sabe oponerse 
a los impulsos de la enorme pasión. 
Si en mis manos la pone 
el derecho de la fuerza,
en mi y en ella 
se verá cumplido el destino.
El amor que en mí se enciende 
será recompensado en ese instante,
de lo contrario, el ofendido amante 
sabrá obtener venganza sobre ella.
 
CORO 
¡Ah, no, la bella fugitiva 
no se nos escapará!
 
(Salen)
 
Escena Cuarta
 
(Gran vestíbulo en el castillo de Cedrico.
En la parte posterior, entre arcos, se puede 
apreciar un jardín con arboleda y fuentes.
Emma y las doncellas sajonas, luego Rovena)
 
CORO 
Del cielo británico 
Rovena es la estrella; 
la más querida, la más bella,
es puro esplendor. 
Si el amor la inquieta 
y en su corazón anida,
asemeja a la luna 
con su beata palidez.
Si por felicidad 
le brillan los ojos, 
parecería que el sol 
anida en ellos. 
Tanto si dice una palabra
como si permanece callada, 
en el alma despierta 
suspiros de amor. 
 
ROVENA
Callad, amigas, sólo deseo de vosotras 
cariño, no alabanzas. 
Y ahora, es mi deseo permanecer a solas. 
 
(salen Emma y las doncellas) 
 
Mi corazón querría ocultar a todos
sus secretos afanes. 
¡Oh, cielos! Ese caballero que me habló 
con tanta dulzura... su aspecto apuesto... 
sus palabras... su mirada...
Tras la visera de su dorado yelmo
vi brillar una mirada que me llegó al corazón... 
¿Será cierto? 
¡Oh, cielos! ¡El amor me ilusiona! 
¡Oh, hermoso sueño lisonjero! 
Volver a ver tu rostro...
Oír descender sus dulces palabras 
en mi corazón lleno de amor.
Este arcano sentimiento, 
¡ah, no es falso!
Apreciada imagen para mi corazón, 
¡ regresa a mis pensamientos!
Que un instante de placer 
sea el consuelo para mi prolongado llanto.
¡Que vea siempre a mi lado 
la sonrisa del amor!
Pero... ¿qué sucede?... Las doncellas gritan... 
¿Qué ansiedad descubro en sus rostros?
 
Escena Quinta
 
(Rovena, Emma, las doncellas, Rebeca e Isaac)
 
REBECA
¡Ayuda! ¡Auxilio!... 
¡Sálvanos, bella y gentil británica! 
 
(se postra ante Rovena) 
 
ROVENA
¡Levántate!... Estás conmigo... ¡Cálmate!... 
¡Habla! ¿Qué te aflige?
 
REBECA
(tímidamente) 
Mi padre y yo 
somos gente proscrita... 
 
ROVENA
Sólo veo en ti la aflicción.
Respeto tu dolor. 
 
(la hace levantar) 
 
REBECA
Por una camino solitario y silencioso 
avanzaba yo junto a mi padre, 
cuando de repente irrumpieron 
guerreros que se hallaban emboscados.
Con sus espadas desnudas 
pugnaban por separarme de mi padre... 
Pero, de pronto, se oyó el ruido 
de nuevos grupos de soldados que llegaban... 
Los impíos atacantes se dispersaron...
El temor aceleró nuestros pasos
y la mano del benéfico cielo 
nos condujo ante ti. 
 
ROVENA 
Las lágrimas de esta infiel 
despiertan mi compasión. 
 
ISAAC, DONCELLAS
Ante el llanto de la desdichada,
tu corazón no puede permanecer cerrado. 
 
(Rovena, dubitativa, trata 
de ocultar su emoción) 
 
REBECA
¡Ah, no ocultes tu mirada 
si nuestro dolor te conmueve!
Veo en ella resplandecer 
la piedad de tu hermoso corazón. 
Por ti, vuelve a revivir 
la esperanza en mi pecho.
¡Ah, que sean sagrados para ti 
los suspiros de los oprimidos!
 
DONCELLAS
¡Los suspiros de la perseguida
despiertan compasión en el corazón!
 
ROVENA
Da tregua a tu dolor... ¡Abrázame!
 
(Se vuelve emocionada 
y abraza a Rebeca) 
 
¡Aquí estaréis a salvo!
 
REBECA
¡Respiro aliviada!... 
 
ISAAC
¡Oh, qué corazón tan bondadoso! 
 
ROVENA
Las murallas sajonas
brindan siempre refugio 
a los desdichados. 
Incluido al héroe de Ashby... 
 
REBECA 
(Para sí)
¡Oh, alegría! Mi corazón 
lo reconoció por su valor en el combate. 
¡Ah! ¿Quién puede olvidarlo?...
 
ISAAC
¡Ah! Finalmente el corazón 
 mi querida hija sonríe.
 
DONCELLAS
No temáis, aquí los desdichados 
siempre encuentran refugio.
 
REBECA
(A Rovena) 
Por ti, al fin veo sonreír 
al apaciguado cielo.
Las angustias y el sufrimiento
desaparecen ante ti.
 
(Para sí)
 
Refrena en mi pecho los latidos,
¡oh, corazón enamorado!
debes esconder la dicha 
que en ti despierta el amor.
 
ROVENA, EMMA, DONCELLAS. 
Olvidad vuestras penas, 
pues Rovena está a vuestro lado.
No tengáis miedo a la insidia 
de un ignoto traidor. 
 
ISAAC
¡Oh, hija, siéntete protegida,
pues estás al amparo de Rovena!
No hay que temer las trampas 
en un traidor desconocido.
 
(todos entran en el castillo)
 
Escena Sexta
 
(Briano, con sus seguidores normandos 
y sarracenos, llega circunspecto
y hablando en voz baja)
 
CORO 
¡Detengámonos aquí! 
Hemos alcanzado nuestro objetivo.
Todo está despejado en los alrededores.
Nadie nos detiene, nadie nos impedirá raptarla 
Mal esconde nuestra presa 
el castillo de un vil sajón...
Se equivoca si cree que en entre sus paredes 
se encuentra segura.
 
BRIANO
¡Ocultaos, y a una señal mía, acudid prestos!
A los cobardes con quien Cedrico se rodea, 
será fácil de asustar. 
Ya hemos ganado, 
 
(se retiran todos por diversos sitios, 
sólo queda Briano con un escudero) 
 
Que anuncien mi llegada. 
 
(El escudero hace sonar su corno y 
le responden desde el castillo) 
 
Veremos si se atreve el sajón Cedrico 
a provocar mi ira 
defendiendo a la infiel. 
 
Escena Séptima
 
(Sale Cedrico y algunos sirvientes desarmados)
 
CEDRICO
(sorprendido) 
¡Briano! 
 
BRIANO
¡Sí, soy yo! 
 
CEDRICO
¿Qué motivo te trae, a ti, un normando, 
a la morada de un sajón? 
 
BRIANO
En tu castillo osas ocultar 
a una infiel que el derecho de guerra 
hizo mi esclava. 
¡Debo recuperarla!... Eso te pido. 
 
CEDRICO
Tu deseo, y ese tono orgullo y ofensivo, 
no son ley para mí. 
Rebeca está bajo la protección de Rovena.
 
(a un sirviente que parte) 
¡Que acudan ambas!
 
BRIANO
¿Acaso pones en duda mi derecho?
 
CEDRICO
¡Conozco el mío, y a ti también!
 
Escena Octava
 
(Rovena llevando de la mano a 
Rebeca. Isaac, Emma, doncellas 
y los antedichos; luego, Wilfredo)
 
CEDRICO
A ti Rebeca, este caballero 
te reclama como su esclava.
 
REBECA
¡Cielos! ¿Qué escucho?... ¡Ah, miente!
 
(lo reconoce) 
 
¿Quién puede dar fe de lo que dices? 
¿Intentas, en un vil exceso,
consumar aquí mi secuestro? 
 
CEDRICO, ROVENA, EMMA
¡Audaz!... 
 
ISAAC
¡Oh, amada hija! 
¿Tú en sus manos?... ¡Antes la muerte! 
 
CEDRICO
¿Quién te incita a tanta audacia? 
 
BRIANO
¡Te lo dirá mi espada!
Mi derecho proclamo 
con el filo de este acero.
 
(Mientras Briano pone mano a su 
espada, llega Wilfredo con la visera 
levantada y se interpone entre ambos)
 
WILFREDO
¡Detente, demente! 
 
TODOS 
¡Cielos! ¡Wilfredo! 
 
WILFREDO 
(A Briano.) 
Esta mano conoces... y eso es suficiente. 
 
CEDRICO
(dubitativo, para sí)
¡Es mi hijo! ¡Apenas puedo creerlo!
 
LOS OTROS 
¿Qué destino nos espera? 
 
WILFREDO
(volviéndose con respeto a Cedrico) 
Padre, debo castigar a este vil caballero...
Luego, ante ti me postraré. 
 
DONCELLAS
¡Oh, Dios! 
¡Qué furia brilla en su mirada!
 
Concertante
 
WILFREDO
Encerrada en mi pecho enardecido 
mi ira aún no ha sido satisfecha.
¡Ah! Si no me es dado desbaratar 
los planes de este pérfido, 
él, con su sangre, 
deberá lavar la cruel ofensa. 
 
BRIANO
Encerrada en mi pecho enardecido 
mi ira aún no ha sido satisfecha.
¡Ah! Si ese indigno viene a turbar
el amor que me atormenta, 
él, con su sangre, 
deberá lavar la cruel ofensa. 
 
CEDRICO
¡Ah, soy padre! 
El desdén hacia él ha dejado de bramar en mí.
¡Ah! Del amor que me domina, 
no, no es mi hijo indigno.
Él, que es compasivo con los miserables,
reciba también mi piedad. 
 
REBECA, ROVENA, EMMA
ISAAC, DONCELLAS
¿Quién puede sustraer-me/ la, 
pobre desdichada, de un plan tan malvado? 
Cielo compasivo, ¡oh, sálvame / la!
Acude en mi / su auxilio.
Los brazos mortales no saben defender-me / la 
de un hombre tan cruel. 
 
BRIANO
(A Wilfredo)
¿Quién te transformó en el defensor 
de estos malditos infieles?
 
WILFREDO
(A Briano)
Héroe advenedizo, ¿quién te impulsa 
a atacar a los indefensos y débiles?
¡Respétalos, pues el cielo 
únicamente juzgarlos podrá!
Gracias a ella, la mano de Dios
me salvó de una horrible muerte;
ahora debo yo defender su suerte y su vida. 
¡Sí!...
¡Aléjate, oh vil!
 
BRIANO
(Gritando) 
¿Tanto te ciega la furia?... ¡Basta ya! 
 
Escena Novena 
 
(De pronto, irrumpen los secuaces de Briano.
Unos aferran a Rebeca mientras otros mantienen 
bajo control a los pocos servidores de Cedrico)
 
REBECA
¡Padre! 
 
ISAAC 
¡Oh, cielos! 
 
LOS OTROS 
¡Qué cruel situación! 
 
WILFREDO
(trata de desenvainar su espada) 
¡Qué audacia!
 
BRIANO
(A Wilfredo) 
¡Teme por ella! 
Si te atreves a desenvainar la espada 
a una señal mía, ella morirá. 
 
TODOS 
(Menos Briano y sus seguidores)
¡Oh, crimen! ¡Oh, traición! 
 
ISAAC
¡Ah, ten piedad de ella! 
 
BRIANO, NORMANDOS 
¡Ah, la ofensa de tanta audacia 
deberá costarles sangre!
 
LOS OTROS
Esta inaudita traición 
deberá cortarles la vida. 
 
BRIANO
(A Cedrico) 
El audaz rechazo me pone furioso, 
no escucho la voz de tan insana piedad. 
Si injusto me llamas, si pides venganza, 
Briano te espera y responderte sabrá. 
 
CEDRICO, LOS DEMÁS 
(A Briano) 
¡Ah! De tan cruel acción, de este atroz exceso,
tu feroz corazón poco podrá disfrutar. 
Del mundo y del cielo 
la horrible venganza 
pendiendo sobre tu cabeza está. 
 
LOS SEGUIDORES DE BRIANO 
Ella está en manos del vencedor. 
De nosotros no podrá escapar.
¡Ah! No oséis enfrentarnos
o vuestra sangre fluirá. 
 
DONCELLAS
De tan cruel acción, ese corazón impío 
poco tiempo podrá disfrutar. 
Desde el cielo, sobre la cabeza del traidor, 
una venganza horrenda caerá. 
 
(Briano y algunos normandos arrastran 
a Rebeca desmayada, mientras que otros 
se enfrentan a los sajones, para que no 
persigan a los secuestradores)
 
 
 
ACTO SEGUNDO
  
Escena Primera 
 
(Habitación en la parte superior de la torre 
del palacio templario. Un gran balcón abierto. 
Dos puertas laterales)
 
REBECCA 
(aparece tambaleándose, como en 
sueños, y se deja caer sobre una silla.) 
¡Wilfredo! ¡Ese nombre!... ¡Oh, recuerdos! 
¡Su rostro tenía la palidez de la muerte! 
Herido, su pecho manaba abundante sangre...
Por mis cuidados, la vida regresó a él... 
Y desde aquel día, herida por una aguda saeta,
mi alma sólo por ti vive... 
¡Qué alegría poder estar cerca de ti!
 
(se agita) 
 
¡Cambió mi destino!... 
¿Qué dije? ¿Dónde estoy? 
¿Qué lugar es éste? 
De una grata ilusión, de un deseo, 
a qué horrible realidad he llegado... 
Me falta la respiración... respiraré al aire libre.
 
(corre al balcón y retrocede horrorizada)
 
¡Oh, qué visión! ¡Oh, qué terror, 
qué profundo abismo se abre bajo mis pies! 
¡Padre, Padre! ¿Dónde estás? 
¿Qué fragor resuena cerca de mí? 
¡Aquí llega para salvar a su hija!
 
Escena Segunda
 
(Briano y Rebeca)
 
REBECA
(espantada) 
¡Oh, cielos! 
 
BRIANO 
¡No conseguirás huir! 
¡Estás en mis manos!
El destino, mi poder, la audacia, el amor... 
 
REBECA 
¡Calla, no hables de amor!
 
BRIANO
Escúchame. 
Ya no tienes ninguna esperanza.
Si mi suerte no compartes, 
si dispuesta no te confías 
al hombre que te ama. 
 
REBECA 
¿Seguirte? ¡Jamás! Tanto como enemigo 
o como defensor, me causas horror.
 
BRIANO 
¡Ah, despiadada! A ambos nos espera
la más horrible de las desventuras. 
 
REBECA 
¡La esperaré!
 
BRIANO
Si fueras descubierta 
entre estos muros, 
sería tremenda tu suerte, 
y yo no podría salvarte. 
 
REBECA 
No la temo, pues con la muerte 
me libraré de ti. 
 
BRIANO 
Si no temes a la muerte,
al menos preserva tu honor. 
 
REBECA 
¡Qué audacia! 
¡Qué palabras! 
 
BRIANO 
¿Piensas conservarlo indemne? 
 
REBECA 
Seductor inicuo y malvado, 
¿y tú me hablas de honor? 
 
BRIANO 
Querida... Yo te amo, y mi amor... 
 
REBECA 
¡Tu amor me despierta horror!
 
BRIANO 
Pues bien, llorando y suplicando,
Briano se postra a tus pies.
Desconocidas para él las lágrimas, 
ahora las está derramando como lo puedes ver. 
Él, olvidándose de sí mismo, 
sólo por ti vivirá. 
Un seguro refugio 
el amor nos deparará. 
 
REBECA 
Que yo pueda ceder, 
en vano lo esperas. 
La fe levanta entre nosotros 
una doble barrera.
Tu terrible juramento 
en el cielo está registrado... 
El poder humano 
no podrá quebrarlo.
 
BRIANO 
Ven, aún soy el dueño 
del secreto de tu desaparición.
Pero si arribara el severo 
regidor de nuestra orden, 
si la trompeta sonara,
ya no habría esperanza para nosotros. 
 
REBECA 
No tengo esperanza, no temo, 
el vigor se acrecienta en mí. 
 
BRIANO 
La furia que encierro en mi pecho 
pone una venda sobre mis ojos.
Tu desprecio y mi peligro 
no puedo soportar. 
El destino que a ambos nos espera 
me lleva al delirio. 
 
REBECA 
¡Respeta mi desventura!
Déjame sola en mi peligro.
De las garras de los enemigos 
un Dios poderoso me sustraerá. 
Pero del cielo 
la venganza veo sobre ti brillar. 
 
BRIANO 
(salta sobre Rebeca) 
¡Cede!
 
REBECA
(Se precipita hacia el balcón) 
¡No! 
 
BRIANO
¡Qué terrible momento! 
 
REBECA. 
Un sólo paso más y estaré salvada... 
 
(Rebeca amenaza con precipitarse. 
Pausa. Se escucha en este momento la 
señal de la llegada del Gran Maestre) 
 
BRIANO
¡Fatal toque! El anciano ha llegado.
Sonido de muerte es para nosotros esa trompeta. 
Ha llegado ¡oh, mujer demente!
para ambos el momento extremo.
Tú lo has querido, caeremos juntos, 
vana es para nosotros la merced de otros.
 
REBECA
El rigor del destino airado 
no lo temo.
La virtud en el momento final 
no sabrá temer la caída. 
 
(Briano sale furioso; Rebeca 
entra en el aposento)
 
Escena Tercera
 
(Sala de armas del palacio templario.
Puerta de ingreso central, desde la que puede 
verse un vestíbulo y luego la campiña. Dos 
puertas laterales, una de las cuales conduce 
a la sala del juicio, con un gran escudo de 
la orden templaria; la otra, comunica con 
el resto del palacio. Muchos militares 
están alineados en el vestíbulo. Al son de 
una marcha solemne entran los caballeros 
de la Orden del Temple. Precedido por un 
portaestandarte con una gran bandera y 
acompañado por cuatro comendadores entra 
Luca de Beaumanoir. A su entrada todos se 
inclinan. Templarios, Luca, después, Isaac, 
luego, Briano)
 
CORO
¡Muerte al león voraz! 
Ese grito victorioso 
ya convoca a mil valientes.
La luna de los musulmanes 
ya se oscureció. 
Nuestro antiguo honor 
reluce aún más hermoso
gracias al invicto conductor 
 
(entra Luca de Beaumanoir.) 
 
que el cielo nos otorgó. 
 
LUCA 
¡Levantaos, oh valientes! Que la mano celestial 
mantenga vuestro valor y vuestra fe. 
Que la espada que nos honra 
no sea una herramienta vana. 
Que ella hiera al león, que el hambre feroz 
que tiene de almas fieles en él se apague.
Sí, que por vosotros se sostenga 
el honor de los templarios y el odio 
a los enemigos, caiga sobre sus cabezas. 
 
CORO 
¡Sí, lo juramos sobre esta espada!
 
ISAAC
(Entra precipitadamente y se arroja a 
los pies del Gran Maestre) 
¡Piedad! ¡Piedad, señor! 
 
LUCA 
¿Qué te trae por aquí?
 
ISAAC
¡Devolvedme a mi hija!
 
LUCA 
¿Tu hija? 
 
ISAAC 
¡Me la arrebató el bárbaro Briano!
En este castillo la oculta 
a su padre y a vos. 
 
LUCA 
(indica a Isaac que se levante) 
¡Que se convoque al caballero ante nosotros!
 
(Dos caballeros salen)
(Para sí)
 
Una densa nube esconde la verdad...
 
CORO 
¿Aquí, tu hija? 
 
LUCA
(a Isaac) 
De ella ya conocemos sus malas artes,
ahora debes revelar quien la instruyó.
 
ISAAC
Fue Miriam.
 
CORO 
¡Miriam! 
 
LUCA 
¡Qué oigo! 
¡Qué bruja has mencionado! 
Fue el horror de nuestro tiempo. 
 
CORO 
Y la discípula mentirosa 
en tu hija perecerá. 
¡Aquí llega Briano!
 
LUCA 
(Para sí)
¡Y en qué estado!
 
(Briano entra estático y fuera de sí) 
 
LUCA 
(a Briano) 
Por mis labios el cielo te llama.
¿Qué has hecho, desgraciado? 
 
(Briano se mantiene callado) 
 
¡Te lo ordeno, habla! 
 
BRIANO
(Para sí)
No lo soporto más.
 
LUCA 
¿Qué te ha movido a ocultar aquí a una infiel? 
 
CORO 
¡Excúsate!
 
BRIANO 
(Para sí)
¡Oh cielos! No puedo.
 
CORO 
¿No respondes? 
 
LUCA 
(volviéndose con indignación, a Isaac)
Por la rea no le es permitido 
hablar al caballero. 
 
CORO 
¡Vamos Briano! Al Gran Consejo 
debes revelarle la verdad. 
 
BRIANO
¿Sentarme ante vosotros? ... ¡Jamás! 
 
CORO 
¡Que se inicie el Juicio de Dios!
 
(Se abre la puerta de la sala de los juicios) 
(a Luca) 
 
¡No te demores 
en aniquilar a la bruja!
 
LUCA, CORO
Por ley, a nosotros nos corresponde 
ejecutar la venganza de los templarios.
Castigaremos a la rea muy pronto.
Y en el fuego perecerá.
 
ISAAC
Por mi hija todo lo invoco.
¡Al Dios de Abraham y a tu compasión!
 
BRIANO
Invoco el tremendo poder del averno, 
que está en mi corazón. 
 
LUCA, CORO
¡Que caiga el reino del error, 
que se dispersen los infieles!
¡Empuñemos la espada de Dios, 
para que triunfe por siempre el cielo! 
 
BRIANO
Qué horrible suerte prepara 
el cruel destino para mí. 
 
ISAAC
¡Ah, sólo la mano del cielo 
puede salvarla de la muerte! 
 
(Todos ellos entran en la sala.
Isaac es arrastrado por dos 
guardias. Se cierra la puerta. 
Briano sale por el lado opuesto)
 
Escena Cuarta
 
(Una sala en el castillo de Cedrico 
como en el primer acto. Cedrico, 
luego, Wilfredo, a continuación, Rovena)
 
CEDRICO
¡Él, mi hijo! ¡El valiente, 
el temido guerrero del gran torneo! 
¡Qué alegría! Siento que por él se extingue 
mi cólera; pero sin embargo no he de ceder.
Él merece toda la ira de su padre...
¿Quién viene? ¡Cielos, es él! 
Huyamos, pues a su lado 
podría vacilar la ira de mi corazón... 
 
(a punto de salir) 
 
Sí, todavía lo amo... ¡ah, soy su padre! 
 
WILFREDO
¡No me eludas, detente!
Domina tu antiguo desdén...
 
CEDRICO
¿Qué dices, ingrato? 
 
WILFREDO
¡Oh, créeme, 
no soy indigno de ti!... 
 
CEDRICO
Tú, traidor, seguiste 
las banderas de Ricardo... 
¡Aléjate de mi vista, 
ya no tengo hijo!
 
WILFREDO
¡Detente! Que no sea posible 
que yo te abandone 
sin haber obtenido tu perdón... 
 
CEDRICO
¡Déjame!
No lo obtendrás de mí.
 
WILFREDO
¿Ni siquiera el llanto de un hijo 
podrá ablandarte?... 
 
CEDRICO
(Para sí)
¡Gran Dios! 
Los impulsos de mi corazón 
 no los puedo refrenar.
 
WILFREDO
Si toda la esperanza de perdón 
me arrebatas en la tierra, 
esta vida que es me has dado, 
vuelve a tomarla de nuevo, ¡oh, padre!
¿De qué me valen el coraje y la espada? 
¿De qué me sirve la corona de laurel? 
Soy un vagabundo, soy un miserable, 
si me desprecia mi propio padre. 
 
CEDRICO
(Para sí)
¡Ah, esas palabras se debaten en mi corazón!
Mil sentimientos me acosan.
Sobre todos ellos siento 
que el amor es el vencedor. 
Ya va languideciendo y vacilando, 
la rabia en mi pecho, 
sólo el dulce afecto de padre 
habla ahora a mi corazón. 
 
WILFREDO
(se arrodilla) 
¡Padre amado!... 
 
CEDRICO
(encaminándose hacia la salida) 
Vete. 
 
ROVENA
¡Ah, detente!
¡A sus ruegos uno los míos! 
Ya sabes que lo amo...
 
WILFREDO
¡Ah! 
 
ROVENA
Privada de él, no podría vivir. 
 
CEDRICO
(Para sí)
¡Dios mío!
 
ROVENA 
Estás conmovido. 
 
CEDRICO 
(Para sí)
¡Ah, no puedo sostenerme!
 
WILFREDO
Perdóname... 
 
ROVENA
Acepta sus ruegos. 
 
CEDRICO 
(Luego de un momento de vacilación) 
Sí. 
 
WILFREDO, ROVENA. 
¿Será verdad?
 
CEDRICO
¡Levántate! ¡Sí!
¡Ah, ven a mis brazos, oh hijo!
¡Que la ira calle y hable el amor! 
 
WILFREDO
¡Soy feliz! ¡Ah, padre!.. 
 
CEDRICO
Ella es tuya, puedes desposarla.
 
ROVENA
¡Qué alegría!
 
WILFREDO
¡Oh, qué felicidad! 
¡Oh, qué día dichoso! 
 
Trío
 
WILFREDO, ROVENA
Ante la idea de que tú eres mía / mío 
mi alma es arrebatada por el éxtasis.
Olvido todas mis angustias, 
llega hasta mí una vida renovada.
En tu mirada, en tu sonrisa, 
voy a tener un paraíso en la tierra.
Como se adora a un ángel, 
querida / querido siempre te adoraré. 
 
CEDRICO
Al verlos tan felices 
mi alma es arrebatada por el éxtasis.
¡Dios mío, bendícelos, 
otórgales una vida dulce!
Con su sonrisa, el uno al otro,
hace que se abran las puertas del paraíso.
Y yo, tranquilo y satisfecho, 
mi última hora esperaré. 
 
(Salen)
 
 
 
ACTO TERCERO
 
 
Escena Primera
 
(Explanada ante el palacio templario que se 
eleva en el fondo de la escena. A la derecha 
una pira; a la izquierda, la entrada a un vallado
que se supone que se extiende fuera de escena. 
Cuatro esclavos sarracenos a los lados de la 
pira; dos de ellos con antorchas encendidas.
La gente se está reuniendo a la derecha. Al 
son de una marcha solemne, salen del palacio 
los trompeteros, un heraldo, con el estandarte 
templario, los caballeros y Luca. Luego, Briano 
armado y montado a caballo; después Rebeca 
escoltada por soldados armados. Ella tiene el 
pelo suelto y va vestida con un simple hábito 
blanco)
 
TEMPLARIOS 
¡Muerte a león voraz! 
Ante Él, que todo puede,
ceda el averno su reino.
El sagrado signo del templo 
triunfará. 
Que la pecadora, que Dios condenó,
no sea protegida por los hombres.
Del cielo, la venganza 
sobre ella caerá.
 
(Dispuestos todos los detalles, sale del 
palacio Rebeca. Cuando aparece, 
aumenta la conmoción de la gente. 
Luca, que está sobre un sitial, da 
la señal para que se haga la primera 
llamada de trompeta. Silencio)
 
MUJERES
¡Infeliz! En este instante 
nadie se preocupa por salvarla.
Leemos en su semblante 
la inocencia y la desventura.
¡Ah, si el cielo no la defiende, 
perecerá en la hoguera!
 
TEMPARIOS 
Para salvarse de la hoguera infame,
la convicta hechicera
espera hallar su salvación 
en el resultado de una justa. 
El campeón que se presente, 
con Briano deberá combatir. 
 
(Durante el coro anterior, Rebeca es 
conducida junto a la hoguera.) 
 
LUCA 
¡Que repitan la señal!
 
(Sonido de trompeta y pausa) 
(a Rebeca.) 
 
Mira, infiel, 
el cielo que tú invocaste, 
ese cielo te abandonó. 
 
(al pueblo) 
 
¿Qué necesitáis 
para reconocer en ella 
los viles poderes infernales?
¿No hay quien la defienda? Que perezca, pues...
¡Encended la fatal hoguera!
 
(Mientras que dos esclavos aferran a 
Rebeca, y otros dos están por encender 
la pira, se oye un creciente galope)
 
MUJERES 
¡Deteneos, llega un caballero!... 
 
REBECA. 
¡Oh, cielos! ¿Será verdad?
 
(Observa, lo reconoce y soltándose de 
los esclavos, desciende de la pira y 
cae de rodillas) 
 
¡Es él! 
 
REBECA, MUJERES 
¡Por él Dios me / la salva!.
 
Escena Segunda
 
(Wilfredo, Cedrico, Isaac y los antedichos)
 
WILFREDO
¡Yo soy el defensor de esta desdichada!
 
BRIANO
¿Wilfredo, tú aquí?
 
WILFREDO
(desmonta) 
Estoy contigo, Briano.
Mi mano, bien lo sabes, es digna de ti. 
 
Concertante
 
WILFREDO 
Buscaste ¡oh, necio! en vano 
evitar enfrentarme.
He sido elegido por el cielo 
para humillarte de nuevo. 
 
BRIANO
La mano airada del cielo 
me amenaza con su sola presencia.
Ante él se acrecienta 
en mi pecho el terror. 
 
REBECA, ISAAC
¡Ah, tu mano celestial, 
por medio del héroe querido,
me trae una señal clara 
de esperanza y favor!
 
CEDRICO
De su pasado en vano 
conservo el recuerdo en mi pecho, 
por mi hijo amado 
se acrecienta el amor. 
 
LUCA, TEMPLARIOS 
Vemos palidecer 
el rostro de Briano.
¿Tanto puede lograr en su pecho
el espíritu del mal?
 
MUJERES 
Que por mano del cielo 
sea protegido el héroe;
que el rostro de la verdad 
disipe finalmente el error. 
 
WILFREDO
La palestra está preparada, 
apresúrate si un vil temor no te invade.
 
BRIANO
La afrenta que me hiciste en Ashby,
deberás lavar con tu sangre. 
 
LUCA
¡Que las trompetas toquen 
su amenazadora llamada!
 
WILFREDO, BRIANO
(Desenvainan sus espadas)
¡Las espadas están desnudas! 
 
LUCA 
¡A las armas! 
 
WILFREDO, BRIANO
¡A las armas! 
 
TODOS 
¡A las armas! 
 
WILFREDO, BRIANO
La mano vengadora del cielo
permanece suspendida sobre ti.
Este terrible acero 
caerá sobre tu cabeza.
Verás que es ésta ¡oh, pérfido!
la última justa para ti.
¡La necia pasión que te agita,
será apagada por mi mano!
 
REBECA
¡El cielo en mi defensa 
a Wilfredo asistirá!
 
TODOS 
¡La gran disputa 
el cielo decidirá!
 
(Wilfredo y Briano, a caballo, se 
dirigen hacia la palestra. Todos 
los siguen excepto Rebeca, Isaac, 
las mujeres del pueblo, y los esclavos)
 
Escena Tercera
 
(Rebeca, Isaac y las mujeres)
 
REBECA
Dios de mis padres, 
Tú sabes que soy inocente.
En tu gran trono bien se conoce
el corazón de todos los mortales. 
Esos osados quieren arrebatarme 
mi honor y mi vida.
¡Oh, acude en mi ayuda, 
salva mi vida y mi honor!
 
ISAAC, MUJERES 
¡Dios, no abandones a esta mujer!
Que sea reconocido 
ante tu gran trono 
el injusto dolor que sufre. 
Esos malvados quieren arrebatarle 
el honor y la vida.
¡Oh, acude en su ayuda, 
salva su vida y su honor!
 
VOCES FUERA DE ESCENA. 
¡Victoria! ¡victoria! 
 
REBECA, MUJERES 
¡Qué gritos! ¿Quién triunfó?
 
VOCES FUERA DE ESCENA. 
¡Triunfó Wilfredo, 
Briano cayó derribado a tierra!
 
REBECA, MUJERES 
¿Es cierto?
 
VOCES FUERA DE ESCENA. 
No fue la espada, fue el cielo quien lo abatió. 
 
TODOS 
¡La mano del cielo a Rebeca salvó!
 
Escena Última
 
(Se oscurece la escena. Apenas aparece 
Wilfredo, Rebeca e Isaac se arrojan a sus 
pies. Cedrico y los sajones)
 
REBECA
Señor... a tus pies... 
 
WILFREDO
¡Levántate! 
 
REBECA
No puedo hacerlo, 
la vida me devolviste y salvaste mi reputación... 
Pero a mi alma confundida... 
Pero a mi corazón conmovido,
los consume un deseo que no sé expresarte. 
 
ISAAC
(Levanta a su hija y procura llevársela) 
¡Oh, hija! ¿Qué estás diciendo? 
 
REBECA
¡Oh, cielos! ¿Qué hacer?
 
(desesperada) 
 
Perdida tengo la razón y el corazón desgarrado. 
 
CEDRICO
(a Wilfredo) 
¡Ah, ven a mis brazos! 
 
WILFREDO 
¡Padre mío! 
 
CEDRICO
¡Hijo mío!
 
TODOS 
¡Honra a Wilfredo, que derribó al vil!
 
WILFREDO
(aproximándose a su padre) 
¡Vive feliz! 
 
REBECA
¡Ah! ¿Te marchas?... ¡Detente!... 
O al menos ¡ay! 
déjame seguir tu destino. 
 
ISAAC
(a su hija) 
¿Deliras? 
 
CEDRICO
¿Esas palabras? 
 
REBECA
(Fuera de sí) 
¡Cruel y funesta 
será mi vida separada de ti! 
 
WILFREDO. 
¿Qué oigo?
 
CORO 
¡Infeliz, perdió la razón!
 
REBECA
Debes saberlo.
Desde aquél instante que miré tus ojos,
sentí mi corazón palpitar... ¡Ay de mi! 
Wilfredo... ¡Ah! ¡Sí!... ¡Te amé! 
Temblando te miraba
y por tu vida rezaba... 
¡Ah, eras mi sueño!
Pero el cielo me condenó a sufrir. 
Aunque no voy a soportar
el llanto por mucho tiempo, 
ahora, de ansiedad, de dolor, 
y de amor moriré. 
 
LOS DEMÁS 
¡Ah, gran Dios, ayúdala 
en esta cruel situación!
Que caiga sobre ella el rayo 
que todo lo puede en la tierra.
 
WILFREDO 
¡Ah! si me amas... ocúltalo…
No me lo vuelvas a decir... 
Despidámonos... déjame... 
Podrás recordarme. 
Regresa a tu tierra natal 
engalanada con tu candor... 
Que yo te debo mi vida 
siempre lo recordaré. 
Vive... y que sean tu consuelo 
en el devenir del destino 
estas piadosas lágrimas 
que bañan mis ojos. 
 
CEDRICO 
¡Vamos, Wilfredo!
 
WILFREDO. 
(a Rebeca.) 
¡Adiós! 
 
REBECA
Se marcha... ¡ah! 
¡Padre, no lo resisto!
 
(Se desmaya en brazos de su padre)
 
CORO 
¡Gloria al valiente caballero 
que al pérfido derrotó!
 
 
 
Digitalizado y Traducido por:
José Luis Roviaro 2018