EL TEMPLARIO
Personajes
CEDRICO REBECA BRIANO WILFREDOO ISAAC ROVENA DUQUE |
Noble sajón Joven judía Caballero templario Hijo de Cedrico Padre de Rebeca Enamorada de Wilfredo Gran Maestre templario |
Bajo Contralto Barítono Tenor Tenor Soprano Tenor |
La acción se desarrolla en York, Inglaterra, en la segunda mitad del siglo XII.
ATTO PRIMO
Scena Prima
(Gran padiglione eretto per l’incoronazione
del cavaliere vincitore nel torneo d'Ashby.
Il fondo è aperto, dal quale vedesi l’ entrata
dell' anfiteatro. Cedrico, Rovena, Emma,
cavalieri sassoni e normanni, donzelle
sassoni,armigeri, araldi, popolo)
TUTTI
Delle trombe il suon guerriero,
Eccheggiando in questo lido,
Levi al cielo in lieto grido
Il coraggio ed il valor
Dell’ignoto cavaliere,
Dell'invitto vincitor.
CEDRICO, CAVALLIERI
Qual v'ha prode in Inghilterra
Che di lui maggior si estimi,
Se un eroe fra i nostri primi
Che resista a lui non v' è?
Se Brian, sì chiaro in guerra,
Gli cadea conquiso al piè?
CORO Sia quel prode in plauso accolto,
Ci apprestiamo a l’onorar.
CEDRICO, ROVENA
Ah! perchè del forte il volto
Non ci è dato ravvisar?
Scena Seconda
(Entra Vilfredo con visiera abbassata fra altri
Araldi, uno dei quali porta il suo scudo,
col motto diseredato, ed un altro la corona
di lauro destinata al vincitore del torneo)
VILFREDO
Sia meco avverso il fato,
Solo il valor mi basta,
L'elmo, lo scudo e l’asta
Sono ogni ben per me.
Al patrio suol beato
Quando farò ritorno,
A me darà quel giorno
De' mali miei mercè.
GLI ALTRI Prode così y sì forte
In Anglia eroe non v'è.
CEDRICO La man che debbe cingerti
Del meritato alloro
Fra le donzelle eleggere
E sacro dritto in te.
VILFREDO Eccola: il fregio ingenuo
Della beltade onoro,
(additando Rovena)
L'allór che a me destinasi
Di lei depongo al piè.
ROVENA
(Fra sè)
Io! qual ventura! porgere
Il serto al giovili prode!
VILFREDO
(Fra sè)
Qual io mi sono esprimere
Dato per or non m'è.
(l'araldo presenta !a corona a Rovena;
Vilfredo s'inchina innanzi a lei ed essa
pone il serto sull’ elmo di lui.)
CEDRICO Or suoni intorno il cantico
Ripeta ognun la lode
Che attende la vittoria
Dai figli dell' onor.
Inno d' incoronazione.
TUTTI
Più dell'oro il lauro splende,
Che del prode il crin circonda,
Nè la sacra eterna fronda
Teme l’onta dell' età.
CEDRICO O prode, alfin palèsatif
ROVENA
Nella visiera ignoto
A che il guerriero ascondesi?
VILFREDO
A ciò mi astringe un voto,
Se pria la donna ond' ardo
Fedel non troverò.
ROVENA
(Fra sè)
Quai detti, quale sguardo
In me l’eroe vibrò!
CEDRICO
Ebben, d'un core ingenuo
Il voto in te rispetto.
Ne' lari miei ricovero
Io t'offro...
VILFREDO
Ed io l’accetto.
CEDRICO
Ad onorar mie soglie dunque verrai?
VILFREDO
Verrò.
CORO Felice ostel che accoglie
Chi in Ashby trionfò.
CORO, EMMA, CEDRICO
Vieni, o prode, ove t'invita
Chi t'ammira e ti dà lode;
Questo giorno di tua vita
Caro a tutti ognor sarà.
Viva il forte... viva il prode
Vincitor di nostra età.
ROVENA
(Fra sè)
Forse è desso, o lieta sorte,
Il sospir dei miei prim'anni!
Forse il ciel de' lunghi affanni
Consolarmi ormai vorrà.
(Forte)
Viva il prode,.viva il forte
Vincitor di nostra età.
VILFREDO
(Fra sè)
Lieto giorno avventurato!
Oggi ha fin la mia sventura,
Rivedrò le patrie mura,
L'alma mia respirerà.
(Forte)
Lode al Ciel, che m' ha spirato
Un valor che egual non ha!
(tutti partono)
Scena Terza
(Briano e due schiavi saraceni,
indi i Normanni suoi seguaci)
BRIANO
Della oriental la traccia
Cauti esplorin da l'unge i fidi miei.
(gli schiavi partono)
Oh mio rossore! Il forte,
L'invincibil Briano
Vinto cader per mano
D'ignoto avventurier, innanzi a quanto
Ha d' eletto Inghilterra.... innanzi a lei
Che tiranna sprezzò gli affetti miei!...
Qual mai ragion la trasse
Dall'Asia in questo suol tanto remoto?
Ma presso a me ti guida
Un arcano poter, che sembra arrida
All'amor mio... Viver non posso ornai
Senza di te. Se ad altri ti destina
La sorte... ahi pria cader estinto io bramo.
Più del mio onor,
più di me stesso io t'amo.
Io per te nel cor talora
Quel tuo sguardo avverso ancora
A sperar quest’alma invita:
Parmi un astro che mia vita
Giunger possa a serenar.
Io per te d amore appresi
Dolcemente a sospirar.
Quel tuo sguardo avverso ancora
A sperar quest’alma invita:
Parmi un astro che mia vita
Guinger posa serenar.
Chi vien?
(entrano i seguaci di Briano.
S' ode celere calpestio e voci)
CORO
Brian!
BRIANO
Son essi.
Narrate a me sommessi
Che avvenne, ove rivolgesi
La bella d' oriente?
CORO
(parlando sotto voce)
Chiusa nel vel dileguasi
Dall' assiepata gente,
Or per sentier inospito,
Ove la selva è folta.
Alla regale Eboraco (*)
Col tardo padre è volta,
Ivi. se il vuoi, sorprenderla
Facil per noi sarà.
(*) Antico nome di York.
BRIANO Rapirla!... e deggio imprenderlo!
Opra nefanda è questa!...
Ma troppo il sen mi strazia
Fiamma d' amor funesta;
Il core opporsi agli impeti
D ' immenso ardor non sa.
Se in mio poter la rende
La gran ragion del forte,
Di me, di lei la sorte
Compita allor vedrò.
L’amor che in me s’accende
Fia pago in quell’istante,
O dell' offeso amante
Vendetta in lei farò.
CORO Ah! no, la bella errante
Sottrarsi a noi non può.
(partono)
Scena Quarta
(Grande atrio nel castello di Cedrico;
in fondo fra gli archi si vedono le amenità
di un giardino con boschetti e fontane,
Emma e le donzelle Sassoni, indi Rovena)
CORO
Del cielo britanno
Rovena è la stella,
Più cara, più bella
Di puro splendor.
Se amore l’affanno
Nel core le aduna
Rassembra la luna
Nel grato pallor..
Se a lei pel contento
Sfavillan le ciglia,
II sole somiglia
Che invita a gioir.
Se muove un accento,
Se tacita resta,
Nell’alma ridesta
D' amore il sospir.
ROVENA
Cessate, amiche: l’amor vostro io bramo
Non le lodi. Per or cure segrete
Mi dividon da voi.
(partono Emma, e le donzelle)
Il cor gli affanni suoi
Vorria celare a tutti, al mondo intero.
Oh ciel! quel cavaliero
Sì dolce mi parlò... quel vago aspetto...
I moti... il guardo
che dall’elmo ardente
Vidi brillar, che mi giungeva al core...
Saria mai vero?
O ciel! m'illude amore!
Oh bel sogno lusinghier!
Io rividi il tuo sembiante,
Scender dolce il noto accento
Io sentia nel core amante:
Questo arcano sentimento
Àh! non fosse menzogner!
Cara immagine del cor,
Deh ritorna al mio pensiere,
Fia conforto al lungo pianto
Un istante di piacere:
Ch'io ti vegga ognor d'accanto
Nel sorriso dell' amor.
Che fu!., riedon le ancelle...
Qual nuovo affanno io scorgo in volto a quelle?
Scena Quinta
(Rovena, Emma, donzelle, Rebecca ed Isacco)
REBECCA. Aita! aita!... ah salvaci,
Bella e gentil britanna!
(si prostra)
ROVENA
Sorgi. Sei meco... acquetati...
Parla: che mai t'affanna?
REBECCA
(timida) Gente per voi proscritta
Io sono e il genitor...
ROVENA
Sol veggo in te l’afflitta,
Rispetto il tuo dolor.
(l´alza)
REBECCA
Per via solinga e tacita
Movea col padre allato,
Quando improvvisi erompono
Guerrier' da chiuso aguato;
Con brandi ignudi ardiscono
Me separar dal padre...
Ma già d' appresso mormora
Suon di novelle squadre...
Gli empi aggressori dileguansi,
La tema impenna il piè...
Destra del ciel benefico
Ne tragge innanzi a te.
ROVENA
Della infedel le lagrime
Destan pietade in me.
ISACCO DONCELLE
Al lagrimar de' miseri
Chiuso quel cor non è.
(Rov. esitanfe cerca nascondere
la sua commozione)
REBECCA
Ah! quel guardo non celar
Se ti move il mio dolor
Veggo in esso balenar
La pietà del tuo bel cor.
Per te rieda in questo sen
La speranza a scintillar:
Ah! per te sia sacro almen
Degli oppressi il sospirar.
DONCELLE
La pietà ci desta in sen
Dell' oppressa il sospirar.
ROVENA
Tregua al dolore, abbracciami
(si volge commossa
ed abbraccia Rebecca)
Qui puoi restar sicura.
REBECCA
Respiro!...
ISACCO Oh cor benefico!
ROVENA
D' un sassone le mura
Sede ospitale apprestano
Agl’infelici ognor.
D'Ashby l' eroe rinserrano...
REBECCA
(Fra sè)
Oh gioia! alle armi note
Seppe il mio cor distinguerlo;
Ah l’obbli'ar chi puote?...
ISACCO Ah! della figlia tenera
Sorride alfine il cor.
DONCELLE
Non paventare, i miseri
Son qui securi ognor.
REBECCA
(a Rovena)
Per te vegg' io sorridere
Il ciel con noi placato;
Dinanzi a te dimentico
Gli affanni ed il dolor.
(Fra sè)
Raffrena in seno i palpiti,
O core innamorato;
La gioia dèi nascondere
Che desta in te l' amor.
ROVENA, EMMA, DONCELLE
Le pene tue dimentica,
Ti sta Rovena allato:
Temer non dèi le insidie
D' ignoto traditore
ISACCO O figlia, rassicurati,
Ci sta Rovena allato:
Più non temiain le insidie
D'ignoto traditor.
(entrano tutti nel castello)
Scena Sesta
(Briano co’ suoi seguaci normanni
e saraceni entrano circospetti
e parlano sotto voce)
CORO Qui sostiam, la meta è questa:,
Tutto è sgombro il loco intorno;
Niun ci arresta - niun ci toglie
D' involar colei di qua.
Mal nasconda a noi la preda
D' un vii sassone il soggiorno -,
Mal si creda - in queste soglie
Esser giunta in securtà.
BRIANO
Si celi ognun, e ad un mio cenno accorra.
I pochi imbelli, onde Cedrico è cinto,
Facil fia l'atterrir.
Abbiam già vinto,
(si ritirano tutti da varie parti,
resta Briano con un solo scudiere)
S' annunzi il mio venir.
(lo scudiero dà fiato al corno e
gli viene risposto dal castello)
Vedrem se ardisce
II sassone Cedric per la infedele
Provocar l’ira mia.
Scena Settima
(Esce Cedrico ed alcuni domestici inermi)
CEDRICO
(con sorpresa) Brian!
BRIANO
Son io.
CEDRICO
Quale cagion invia
Te, normanno, d'un sassone all' ostello?
BRIANO
In questo tuo castello
Celar osavi una infedel, che il dritto
Della guerra già un dì mia schiava fece.
Renderla devi... il voglio.
CEDRICO
Il voler tuo, quell'insultante orgoglio
Leggi non son per me. Rebecca accolta
Da Rovena qui fu:
(ad un domestico che parte)
s‘ odano entrambe.
BRIANO
E dubitar puoi tu de’dritti miei?
CEDRICO I miei conosco, e noto a me tu sei.
Scena Ottava
(Rovena tenendo per mano
Rebecca, Isacco, Emma,
donzelle e detti, indi Vilfredo)
CEDRICO
Te Rebecca il cavaliero
Qual sua schiava a noi richiede,
REBECCA Ciel! che intesi!... ah menzognero!
(lo riconosce)
Ai tuo dir chi può dar fede?
Di rapirmi il vile eccesso
Qua ti rechi a consumar?
CEDRICO, ROVENA, EMMA
Ei l’audace?...
ISACCO
Oh amata figlia!
Tu in sua man!... m'uccidi in pria!
CEDRICO
Tanto ardir chi a te consiglia?
BRIANO
Vel dirà la spada mia;
Il mio dritto appieno espresso
Voi vedrete in questo acciar.
(mentre egli pone mano
alla spada, viene a visiera
alzata e s'intromette)
VILFREDO
Ferma, insano!
TUTTI
Oh ciel! Vilfredo!
VILFREDO (a Briano) Questa man conosci... e basta.
CEDRICO
(Esitante. Fra sè)
E il mio figlio! appena il credo!
GLI ALTRI Qual mai sorte a noi sovrasta?
VILFREDO
(volto con rispetto a Cedrico)
Padre, il vil punir degg' io,
Quindi a te mi prostrerò.
DONCELLE
Qual mai sdegno in esso, o Dio,
Dal lor guardo balenò!
Tutti
VILFREDO
Chiuso nel sen di fremere
Pago non è il mio sdegno:
Ah! se turbar del perfido
Dato non m’è il disegno,
Ei col suo sangue tergere
L'onta crudel dovrà.
BRIANO
Chiuso nel sen di fremere
Pago non è il mio sdegno:
Ah!... se l’amor che m'agita
Giunge a turbar l’indegno,
Ei col suo sangue tergere
L' onta crudel dovrà.
CEDRICO
Ah! padre io son: di fremere
Cessa per lui lo sdegno:
Ah dell'amor che m'agita
No, non è il figlio indegno;
Ei ch' è pietoso ai miseri
Abbia la mia pietà.
RebECCA, RovENA EMma
IsaCCO, DonCELLE
Chi può sottrar me / la misera
Da così vii disdegno!
Cielo pietoso, ahi salva mi / la
Accorri in mio /suo sostegno:
Braccio mortai difende mi / la
Da uom sì reo non sa.
BRIANO
(a Vilfredo)
Di dannata infida gente
Difensor chi mai ti rese?
VILFREDO
(a Briano) Contro inerme ed impotente,
Nuovo eroe, che mai ti accese?
Li rispetta: il ciel soltanto
Giudicar di lor potrà.
Già per lei da orrenda morte
Mi salvò la man di Dio:
Or difender la sua sorte,
I suoi giorni, sì, degg' io!...
T' allontana, o vil!
BRIANO (gridando nella scena)
Cotanto iI furor t’accieca?... Olà.
Scena Nona
(Prorompono improvvisamente i seguaci
di Briano: alcuni afferrano Rebecca, altri
tengono in freno i pochi domestici di Cedrico)
REBECCA
Padre!
ISACCO
Oh ciel!
GLI ALTRI Qual rio comando!
VILFREDO
(pone mano alla spada) Quale ardir!
BRIANO
(a Vilfredo) Per lei paventa!
Se snudar si ardisce un brando
A un mio cenno ella è qui spenta.
TUTTI
(meno Briano ed i suoi)
Oh delitto! oh tradimento!
ISA. Ah! di lei, di lei pietà!
BRIANO, NORMANNI Ah! d' opporvi l’ardimento
Sangue a voi costar dovrà.
GLI ALTRI L' inaudito tradimento
Sangue a voi costar dovrà.
BRIANO
(a Cedrico) L' ardita ripulsa - me rende feroce,
Non odo la voce - d'insana pietà.
Se ingiusto m' appelli - se chiedi vendetta
Briano t’aspetta - risponder saprà.
CEDRICO, E TUTTI GLI ALTRI
(a Briano)
Ah! d' opra sì ria d'eccesso sì atroce
Quel core feroce per poco godrà.
Del mondo, del cielo l’orrenda vendetta
Al varco t' aspetta
sul capo ti sta.
SEGUITO DI BRIANO
E dessa in man del vincitor.
Da noi sottrarsi non potrà:
Ah! non osate opporvi ancor,
O il vostro sangue scorrerà.
DONCELLE
Dell’opra rea quell’empio cor
Per poco ancor goder potrà.
Del ciel sul capo al traditor
Vendetta orrenda piomberà.
(Briano ed alcuni normanni
traggono Rebecca semivira;
gli altri si oppongono ai sassoni,
perchè non inseguano i rapitori.)
ATTO SECONDO
Scena Prima
(Stanza nella sommità della torre nella
commenda dei tempiarli. Un gran balcone
praticabile in fondo. Due porte laterali.
REBECCA (esce come sonnolenta, barcollando
rinviene un sedile e vi si abbandona.) Vilfredo!. oh nome!... oh rimembranza!. Il volto
Tingea pallor di morte!
Aperto il petto Vivo sangue versava...
alle mie cure in lui tornò la vita...
Ma da quel dì ferita
Da acuto strai quest' alma
Solo in lui vive... oh gioia! a te vicino
(si scuote)
Si cangia il mio destino!...
Che dissi? ove son io?
qual luogo è questo?
Da grata illusione a qual mi desio
Orrenda verità... la lena al petto
Mi manca... all' aere aperto...
(corre al balcone e se ne ritrae inorridita)
Oh vista! oh mio terrori qual mai profonda
Voragin si disserra a' piedi miei! -
Padre, padre, ove sei?
Quale fragor risuona a me dappresso?
Qui la figlia a salvar giunge egli stesso!
Scena Seconda
(Briano e Rebecca)
REBECCA
(spaventata) Oh cielo!
BRIANO
Non fuggir, che il tenti invano!
Ti trassero in mia mano
Il fato, il mio poter, l'ardir, l’amore...
REBECCA
Taci. D'amor non favellar!
BRIANO
M' ascolta.
Or di salvezza a te la speme è tolta,
Se il mio destin tu meco non dividi,
Se pronta non t' affidi
A un uom che t' ama.
REBECCA
Io te seguir? giammai!
Nemico o difensore orror mi fai.
BRIANO
Ah spietata! a entrambi è certa
La più orribile sventura.
REBECCA
Io l’attendo.
BRIANO
Discoperta
Se sarai fra queste mura,
Fia tremenda la tua sorte,
Più salvarti non potrò.
REBECCA
Non la temo: colla morte
Io da te mi salverò.
BRIANO
Se la morte non paventi
Al’onore almen provvedi.
REBECCA
Quale ardire!
quali accenti!
BRIANO
Tu serbarlo illeso or credi?
REBECCA
Seduttore iniquo e rio,
Tu favelli a me d' onor?
BRIANO
Cara... io t’amo, e l’amor mio...
REBECCA
L’amor tuo mi desta orror.
BRIANO
Ebben, piangente e supplice
Brian ti cade ai piedi,
Ignote a lui le lagrime,
Versarne or tu lo vedi.
Ei di sè stesso immemore,
Ei sol per te vivrà.
Sicuro asil propizio
Amor ne appresterà.
REBECCA
Ch' io ceder possa, o perfido,
Invan da te si spera.
La fede innalza duplice
Fra noi fatai barriera:
Il giuro tuo terribile
Nel ciel segnato sta...
Impunemente infrangerlo
Uman voler non sa.
BRIANO
Vieni: ancora è mio l’impero
Del recesso tuo segreto;
Ma se giunge quel severo
Reggitor del nostro ceto,
Se squillar la tromba io sento
Più a sperar per noi non v' è.
REBECCA
Io non spero non pavento,
li vigor s' accresce in me.
BRIANO
L' ira mia nel sen ristretta
Già mi pon la benda al ciglio,
Il tuo sprezzo il mio periglio
Io non basto a sopportar.
Il destin che entrambi aspetta
Mi trasporta a delirar.
REBECCA
La sventura in me rispetta,
M' abbandona al mio periglio
De' nemici al fero artiglio
Forte un Dio mi può sottrar.
Ma del cielo la vendetta
Veggo in te già balenar.
BRIANO
(si avventa a Rebecca per afferrarla) Cedi.
REBECCA
(si slancia sul balcone) No!
BRIANO Terribil punto!
REBECCA
Un sol passo, e salva io soni...
(Rebecca sta per precipitarsi. Pausa.
Si ascolta in questo momento il
segnale dell'arrivo del Gran Maestro)
BRIANO
Fatal squilla! il veglio è giunto:
Suon di morte è a noi quel suon!
Ecco, o donna forsennata,
Per entrambi il punto estremo,
Tu il volesti, insiem cadremo,
Vana è a noi l'altrui pietà.
REBECCA
Al rigor di sorte irata
Io non palpito, non tremo:
La virtù nel fato estremo
Paventar, cader non sa.
(Briano esce furibondo; Rebecca
entra nella stanza interna)
Scena Terza
(Sala d' armi nella Commenda. Porta
d' ingresso in mezzo, d'onde si scorge
un vestibolo e poi la campagna: due
porte laterali, delle quali una conduce
nella sala del giudizio, con grande
insegna dell'ordine, l’ altra mette al
resto della Commenda. Molti uomini
d'arme sono schierati nel vestibolo.
Al suono di una marcia solenne entrano
i Cavalieri templari. Preceduto da un
vessillifero colla grande bandiera
dell'ordine, accompagnato da quattro
Commendatori entra Luca di Beaumanoir.
Al giunger suo tutti s' inchinano.
templari, Luca, indi Isacco, poi Briano)
CORO Morte al leon vorace!
Quel grido vincitor
Già mille prodi aduna,
La mussulmana luna
Già s' oscurò.
Il nostro antico onor
Più bello ancor riluce,
Per quell’invitto duce
(giunge Luca di Beau.)
Che il ciel donò,
LUCA Sorgete, o prodi; la celeste mano
Regga il vostro valor, la vostra fede.
Il brando che ci onora
Vano arnese non sia.
Si percuota il leon: la fame ria
Ch' ha dell'alme fedeli in lui si spenga;
Sì per voi si sostenga
L'onor del tempio, e l'odio de' nemici
Sul lor capo ricada.
CORO Sì, di nuovo il giuriam su questa spada.
ISACCO
(entrando precipitosamente e
gettandosi ai piedi del gran Mastro)
Pietà! pietà, signor!
LUCA A che rivolti i passi hai qui?
ISACCO La figlia a me rendete.
LUCA Tua figlia?
ISACCO A me la toglie
II barbaro Brian! In queste soglie
La cela al padre, a voi.
LUCA
(fa cenno ad Isa. di alzarsi)
Innanzi a noi si appelli il cavaliero.
(due cavalieri partono)
(Fra sè)
In densa nube si ravvolge il vero.
CORO Qui tua figlia?
LUCA
(ad Isacco) Di colei già son l' arti a noi palesi;
Chi la istrusse or svelar dèi.
ISACCO Fu Miriam.
CORO Miriam!
LUCA Che intesi!
Qual nomasti fattucchiera!
Fu l’orror di nostra età.
CORO E l'alunna menzognera
In tua figlia perirà.
Vien Briano.
LUCA (Fra sè)
E in quale stato!
(Briano entra estatico e fuori di sè)
LUCA (a Briano) Col mio labbro il ciel t' appella:
Che mai festi, o sciagurato?
(Briano tace)
Io l'impongo a te, favella!
BRIANO. (Fra sè)
Più non reggo'.
LUCA Chi ti ha mosso qui una perfida a celar?
CORO Ti discolpa.
BRIANO
(Fra sè)
Oh ciel! non posso.
CORO Non gli è dato il favellar.
LUCA (volto con isdegno ad Isacco) Per la rea non è concesso
Di parlare al cavaliero.
CORO Vien Briano! Al gran consesso
Palesar tu devi il vero.
BRIANO
Io fra voi seder?... giammai!
CORO S'apra il sacro limitar!
(si apre la porta della sala del giudizio)
(a Luca)
Indugiar non devi omai
La maliarda a fulminar.
LUCA, CORO
Alla legge a noi si spetta
Far del Tempio in lei vendetta;
Dannerem la rea fra poco.
E nel fuoco perirà.
ISACCO Per la figlia or tutto invoco,
Dio d'Abram, la tua pietà.
BRIANO Il poter d'averno invoco,
Che tremendo in cor mi stà.
LUCA, CORO Dell'errore il regno cada,
Si disperda l’infedel:
Noi pel ciel brandiam la spada,
E trionfi ognora il ciel!
BRIANO
Qual prepara orrenda sorte
Il desitin con me crudel!
ISACCO Ah! salvarla dalla morte
Solo può la man del ciel!
(Entrano tutti nella sala, anche
Isacco trattovi duramente da due
guardie, e se ne chiude la porta.
Briano parte dalla parte opposta)
Scena Quarta
(Atrio nel castello di Cedrico
come nell'atto primo. Cedrico,
indi Vilfredo, poi Rovena)
CEDRICO
Desso mio figlio! il forte,
Il temuto guerrier del gran torneo!
Oh gioja! ah sento che per lui s' estingue
Lo sdegno mio; ma pur non fia ch'io ceda;
Tutta egli merta l’ira del genitor.
Chi vien! Cielo! egli stesso:
Si fugga: a lui dappresso
Vacillerebbe l’ira nel cor mio...
(per partire)
Sì l’amo ancora... ah... genitor son io!
VILFREDO
Deh! non fuggirmi, arrestati,
Frena l' antico sdegno...
CEDRICO
Che parli ingrato?
VILFREDO
Ah credilo,
Di te non sono indegno...
CEDRICO
Tu le bandiere, o perfido,
Seguisti di Riccardo...
Involati al mio sguardo,
Io figlio più non ho.
VILFREDO
Ferma: ah! non fia possibile
Che t' abbandoni mai,
Se il tuo perdono...
CEDRICO
Lasciami,
Da me tu non l’avrai.
VILFREDO
Nè il pianto mai d’un figlio
In te potrà?...
CEDRICO
(Fra sè)
Gran Dio!
I moti del cor mio
Ah! più frenar non so.
VILFREDO Se ogni speme di perdono
Tu mi togli sulla terra,
Questa vita, che è tuo dono,
Ti riprendi, o padre, ancor.
Che mi val coraggio e brando?
Che mi val d' alloro il serto?
Son ramingo, son deserto,
Se mi sprezza il genitor.
CEDRICO
(Fra sè)
A que' detti a gara in seno
Mille affetti a me fan guerra;
Ma so vr' essi il sento appieno
E l’amore vincitor.
Già languendo, vacillando
Sta lo sdegno nel mio petto,
Sol di padre il dolce affetto
Or favella a questo cor.
VILFREDO (s ' inginocchia) Padre amato!...
CEDRICO (avviandosi) Vanne.
ROVENA Ah! fermati.
A' suoi prieghi unisco i miei!
Sai ch' io l’amo...
VILFREDO Ah sì!
ROVENA
Più vivere di lui priva non potrei.
CEDRICO (Fra sè)
Giusto ciel!
ROVENA
Tu sei commosso.
CEDRICO (Fra sè)
Ah più reggere non posso.
VILFREDO
Mi perdona...
ROVENA
Ai preghi arrenditi.
CEDRICO
(dopo alcuni istanti di esitazione) Sì.
VILFREDO, ROVENA Fia ver?
CEDRICO
Sorgete, ah! sì.
Al mio sen deh! vieni, o figlio
Taccia l’ira e parli amore.
VILFREDO
Me felice! ah, genitore!..
CEDRICO
Ella è tua, vi unite.
ROVENA
Oh giubilo!
VILFREDO
Oh contento!
oh lieto dì!
Trio
VILFREDO, ROVENA
Al pensier che mia / mio tu sei
L' alma ho in estasi rapita,
Scordo appien gli affanni miei,
Torna in me novella vita;
Nel tuo sguardo, nel tuo riso
Avrò in terra un paradiso;
Come un angelo si adora,
Cara /Carto ognor t’adorerò.
CEDRICO
Nel mirarli appien felici
L'alma ho in estasi rapita;
Ciel, tu ad essi benedici,
Dolce rendi a lor la vita.
un dell’altro nel sorriso
Fa che s’abbia un paradiso,
E tranquillo, e pago allora
L’ultim' ora attenderò.
(partono)
ATTO TERZO
Scena Prima
(Spianato innanzi alla Commenda dei
templari, che torreggia nel fondo: a
destra una pira; a sinistra l'ingresso dello
steccato che si suppone estendersi dentro
la scena. Quattro schiavi saraceni ai lati
della pira; due di essi con faci accese,
il popolo d' ambo i sessi viene affollandosi
a destra. Àl suono di marcia solenne
escono dalla Commenda i Trombetti. Un
Araldo, collo stendardo de' templari,
ì cavalieri e Luca; indi Briano armato, ed
a cavallo ; poi Rebecca fra militi armati:
essa è con i capelli sciolti,
vestita dì un semplice saio bianco)
TEMPLARI Morte al leon vorace!
A Lui che tutto può
Ceda di averno il regno;
Del tempio il sacro segbo
Trionferà.
La rea che Dio dannò
Non fia dall' uom protetta:
Del cielo la vendetta
Su lei cadrà.
(Disposti tutti all' intorno esce dalla
Commenda Rebecca: al suo apparire
si eccita commozione nel popolo.
Luca, che sta in posto elevato, dà
cenno che si dia il primo intimo colla
tromba. Suono e pausa.)
DONCELLE
Infelice! in tale istante
Di salvarla alcun non cura:
Noi leggiamo in quei sembiante
L'innocenza e la sventura:
Ah! se il ciel non la difende
Nelle fiamme perirà.
TEMPLARI
Per sottrarsi al rogo infame
La convinta fattucchiera,
Nella prova d’un certame
Di trovar salute spera;
Il campion ch'or qui s' attende
Con Brian pugnar dovrà.
(Durante il coro precedente, Rebecca
vien condotta vicino al rogo.)
LUCA Sì ripeta il segnai.
(Suono di trombe e pausa)
(a Rebecca)
Vedi, infedele,
Il ciel che tu invocasti,
Il ciel t' abbandonò.
(al popolo)
Tanto vi basti
Per abborrire in lei
Del potere infernal gli effetti rei.
Non vi ha chi la difenda: Pera.
Il rogo fatale alfin s' incenda.
(Mentre due schiavi afferrano Rebecca,
ed altri due stanno per incendere la pira,
s'ode crescente calpestio)
DONCELLE
V'arrestate: qui giunge un cavaliero...
REBECCA. Oh Ciel! fia vero!
(guarda, lo riconosce e lasciata
dagli schiavi, si slancia dal rogo
e cade genuflessa)
E desso!
REBECCA, DONCELLE
Per lui mi / la salva Iddio.
Scena Seconda
(Vilfredo, Cedrico, Isacco e detti)
VILFREDO
Dell' infelice il difensor son io.
BRIANO
Qui ancor Vilfredo!
VILFREDO
(scende da cavallo) Io teco son, Briano;
È di te degna, il sai, questa mia mano.
Tutti
VILFREDO
Tentasti, o folle, invano
Sottrarti al mio cospetto,
Son io dal cielo eletto
Ad umiliarti ancor.
BRIANO
Del ciel l’irata mano
Minaccia in quell’aspetto,
Innanzi a lui nel petto
S’accresce il mio terror.
REBECCA, ISACCO Ah! tu celeste mano,
Tu nell’eroe diletto
Mi porgi un segno eletto
Di speme e di favor,
CEDRICO De' suoi trascorsi invano
Memoria io serbo in petto,
Pel figlio mio diletto
S' accresce in me l’amor.
LUCA, TEMPLARI
Impallidir Briano
Veggiamo a quell’aspetto;
Tanto potè in quel petto
Lo spirto insidiatore
DONCELLE
Dalla celeste mano
Sia quell’eroe protetto,
Per lui del ver l’aspetto
Dilegui alfin l’error.
VILFREDO. Aperto è il campo, affrettati
Se vil timor non hai.
BRIANO
D' Ashby la macchia tergere
Col sangue tuo dovrai.
LUCA, TEMPLARI Orsù le trombe squillino
In minaccioso carme.
VILFREDO, BRIANO
(snudano le spade) I brandi ornai si snudino.
LUCA All’arme!
VILFREDO, BRIANO All’arme!
TUTTI All’arme!
VILFREDO, BRIANO
Del ciel la destra vindice
Riman su te sospesa:
Per questo acciar terribile
Sul capo tuo cadrà.
Vedrai che è questa, o perfido,
Per te l’estrema impresa:
Lo stolto ardor che t' agita
Per me si spegnerà.
REBECCA
Il cielo in mia difesa
Vilfredo assisterà.
TUTTI Fra voi la gran contesa
Il ciel deciderà.
(Vilfredo e Briano, montati a cavallo,
entrano nello steccato. Tutti li seguono
eccetto Rebecca, Isacco, le donne del
popolo, e gli schiavi)
Scena Terza
(Rebecca, Isacco e le donne)
REBECCA
Signor de' padri miei,
Sai che innocente io sono:
Palese è al tuo gran trono
D’ogni mortale il cor.
Rapire a me que’rei
Ardiano onore e vita:
Deh! tu mi porgi aita,
Mi salva vita e onor.
ISACCO, DONCELLE
Ciel! non voler colei
Lasciare in abbandono:
Ah! parli al tuo gran trono
L'ingiusto suo dolor.
Rapire a lei que' rei
Ardiano onore e vita:
Deh! tu le porgi aita,
Le salva vita e onor.
VOCI DI DENTRO
Vittoria! vittoria!
REBECCA, DONCELLE
Quai grida! chi vinse?
VOCI DI DENTRO
Trionfa Vilfredo,
è a terra Briano.
REBECCA, DONCELLE
Fia ver!
VOCI DI DENTRO
Non la spada, il cielo lo estinse.
TUTTI Del cielo la mano - Rebecca salvò.
Scena Ultima
(S'ingombra la scena. Appena Vilfredo
apparisce, Rebecca ed Isacco gli si
precipitano ai piedi. Cedrico e Sassoni)
REBECCA
Signor... a' tuoi piedi...
VILFREDO Sorgete.
REBECCA Nol posso
La vita mi rendi, mi salvi la fama...
Ma l’alma confusa...
ma il core commosso
Consuma una brama - che dirti non so.
ISACCO
(alza la figlia e la vuol trarre seco)
Oh figlia! che parli?
REBECCA
Oh cielo! consiglio!
(disperata)
Smarrita ho la mente, il core squarciato.
CEDRICO
(a Vilfredo)
Ah! vieni al mio seno!
VILFREDO
Mìo padre!
CEDRICO Mio figlio!
TUTTI Onore a Vilfredo, che il vile atterrò,
VlLFREDO
(avviandosi col padre) Felici vivete!
REBECCA
Ah! parti?... t'arresta...
O almeno deh!
lascia ch'io segua il tuo fato.
ISACCO (alla figlia)
Vaneggi?
CEDRICO
Quai detti!
REBECCA
(fuori di sè) Crudele, funesta
Mi fora la vita divisa da te!
VILFREDO
Che ascolto!
CORO Infelice! il senno perdè.
REBECCA Da quell'istante, sappilo...
Che il ciglio tuo mirai...
Io palpitai, fui misera,
Vilfredo... ah! sì!... t'amai!
Tremante io ti guardava,
Pe' giorni tuoi pregava...
Ah! un sogno egli era - a gemere
Il ciel mi condannò.
Ma non farò di lagrime
Più a lungo il suol bagnato,
D'affanino ornai y di duolo,
D'amore io morirò.
GLI ALTRI Ah! tu gran Dio sorreggila
In si crudele stato,
Piova su lei quel raggio,
Che tutto in terra può.
VILFREDO
Ah! se tu m'ami... tacilo...
Non me lo dir più mai...
Prendi un addio... mi lascia...
Scordarmi tu potrai.
Del tuo candore adorna
Al patrio suol ritorna...
Che a te la vita io deggio
Ognor rammenterò.
Vivi... e conforto siati
Neil' infierir del fato
Questa pietosa lagrima
Che il ciglio mio bagnò.
CEDRICO Vieni, Vilfredo.
VILFREDO (a Rebecca) Addio!
REBECCA. Ei parte... ah!
padre mio, Io manco.
(sviene nelle braccia del padre)
CORO
Al prode gloria
Che il perfido svenò.
|
ACTO PRIMERO
Escena Primera
(Gran pabellón erigido para la coronación del
jinete vendedor en el torneo de Ashby. Por la parte
posterior, abierta, se puede ver la entrada del
anfiteatro. Cedrico, Rovena, Emma, caballeros
sajones y normandos, doncellas sajonas, soldados,
heraldos y pueblo)
TODOS
Que el son guerrero de las trompetas,
retumbando en estos parajes,
eleven al cielo, en feliz grito,
el coraje y el valor
del desconocido caballero,
del invicto vencedor.
CEDRICO, CABALLEROS
¿Qué valiente hay en Inglaterra
al que se estime más que a él,
si entre nuestros mejores caballeros
no existe un héroe que lo pueda enfrentar?
¡Briano, el mejor en el combate,
cayó vencido a sus pies!
CORO
¡Que el valiente sea recibido con aplausos!
¡Aprestémonos a rendirle honores!
CEDRICO, ROVENA
¡Ah! ¿Por qué el rostro del valiente
no nos es permitido observar?
Escena Segunda
(Wilfredo entra con la visera baja entre
heraldos, uno de los cuales lleva su escudo
con el lema:“Desheredado”, y otro la corona
de laureles destinada al ganador del torneo)
WILFREDO
Aunque el destino me sea adverso,
sólo el coraje me basta.
El yelmo, el escudo y la lanza
todos ellos son buenos para mí.
Cuando regrese
a mi bendita tierra natal,
ese día obtendré
merced para mis males.
LOS OTROS
¡No existe en Inglaterra
un héroe más fuerte y valiente!
CEDRICO
La mano que debe ceñirte
los merecidos laureles
debes elegir entre las doncellas.
¡Ése es tu sagrado derecho!
WILFREDO
Esta es la beata insignia de la belleza
a la que honro.
(señalando a Rovena)
Los laureles que a mi fueron destinados,
los pongo a sus pies.
ROVENA
(Para sí)
¿Yo? ¡Qué felicidad!
¡Poder entregar la corona al valiente joven!
WILFREDO
(Para sí)
Aquello que quisiera manifestar,
no me es dado hacerlo.
(El heraldo presenta la corona a
Rovena. Wilfredo, inclinado ante ella,
recibe la corona sobre su yelmo)
CEDRICO
Que resuene por doquier
el himno de gloria
que tan merecida victoria
ha obtenido tan honorablemente.
Himno de la Coronación.
TODOS
Más que el oro brillan los laureles
que rodean la frente del valiente caballero.
Que la verde y sagrada fronda
preserve por siempre el honor del valiente.
CEDRICO
¡Oh, valiente! ¿Puedes identifícate?
ROVENA
¿Por qué el guerreo desconocido
se esconde tras la visera de su yelmo?
WILFREDO
¡Una promesa me obliga a preservar mi identidad!
Hasta tanto no encuentre
a una mujer que sea fiel a mi amor.
ROVENA
(Para sí)
¡Esas palabras, esa mirada del héroe
me conmueven!
CEDRICO. Está bien,
respeto el voto de un corazón valiente.
Y en mi hogar
te ofrezco refugio...
WILFREDO
Y yo lo acepto.
CEDRICO
¿Vendrás a honrar mí casa?
WILFREDO
Iré.
CORO ¡Feliz albergue que acoge
a quien triunfó en el torneo de Ashby!
CORO, EMMA, CEDRICO Ve ¡ oh, valiente! donde te invita
quien te admira y te alaba.
Este glorioso día
siempre será recordado por todos.
¡Viva el grande!...
¡Viva el valiente vencedor!
ROVENA
(Para sí)
¿Tal vez sea él ¡oh, destino feliz!
por quien suspiraba en mi juventud?
¿Tal vez el cielo, tras tantas angustias,
me consolará ahora?
(En voz alta)
¡Viva el valiente, viva el héroe!
¡Viva el vencedor!
WILFREDO
(Para sí)
¡Feliz día venturoso!
Hoy concluye mi desventura,
pues veré de nuevo las murallas nativas.
¡Ahora mi alma podrá descansar!
(En voz alta)
¡Alabado sea el cielo
que me ha inspirado un valor sin igual!
(Todos se marchan)
Escena Tercera
(Briano y dos esclavos sarracenos; luego,
sus seguidores normandos)
BRIANO
Cautamente siguen el rastro de la oriental
mis fieles servidores.
(los esclavos salen)
¡Oh, vergüenza!
¡El fuerte, el invencible Briano,
cayó vencido por manos
de un ignoto aventurero!
Y ante lo más selecto de los caballeros ingleses...
¡Ante aquella que despreció mis sentimientos!
¿Qué motivo la arrastró desde el Asia
hasta estas tierras tan remotas?
Pero me guía un poder poderoso,
el poder de mi ardoroso amor...
¡No puedo vivir sin ti!
Si a otro te tiene reservada el destino...
¡ay! antes preferiría caer muerto.
Más que a mi honor,
más que a mí mismo te amo.
A veces, en mi corazón, tu mirada, aunque adversa, me invita a tener esperanza. Eres como un astro que brilla para que mi vida obtenga sosiego. Por ti, he aprendido a suspirar de amor. Tu mirada, aunque adversa, me invita a tener esperanza. Eres como un astro que brilla para que mi vida obtenga sosiego. Mas... ¿quién viene?
(Se oyen voces y pasos acelerados.
Entran los seguidores Briano)
CORO ¡Briano!
BRIANO
¡Ah, sois vosotros! Decidme: ¿dónde se encuentra? ¿Hacia dónde dirigió sus pasos la hermosa muchacha oriental? CORO (en voz baja) Cubierta con un velo desapareció de entre la multitud. Por un sendero inhóspito, donde el bosque es más tupido, a la real Eboraco (*) con su anciano padre regresó. Allí, si lo deseáis, será fácil sorprenderla. (*) Nombre antiguo de York.
BRIANO
¿Secuestrarla?... ¡Sí, eso debo hacer!
Sin embrago, será una acción atroz...
Mas mi pecho está destrozado
por la funesta llama del amor.
Mi corazón no sabe oponerse
a los impulsos de la enorme pasión.
Si en mis manos la pone
el derecho de la fuerza,
en mi y en ella
se verá cumplido el destino.
El amor que en mí se enciende
será recompensado en ese instante,
de lo contrario, el ofendido amante
sabrá obtener venganza sobre ella.
CORO ¡Ah, no, la bella fugitiva
no se nos escapará!
(Salen)
Escena Cuarta
(Gran vestíbulo en el castillo de Cedrico.
En la parte posterior, entre arcos, se puede
apreciar un jardín con arboleda y fuentes.
Emma y las doncellas sajonas, luego Rovena)
CORO Del cielo británico Rovena es la estrella; la más querida, la más bella, es puro esplendor. Si el amor la inquieta y en su corazón anida, asemeja a la luna con su beata palidez. Si por felicidad le brillan los ojos, parecería que el sol anida en ellos. Tanto si dice una palabra como si permanece callada, en el alma despierta suspiros de amor. ROVENA
Callad, amigas, sólo deseo de vosotras
cariño, no alabanzas.
Y ahora, es mi deseo permanecer a solas.
(salen Emma y las doncellas)
Mi corazón querría ocultar a todos
sus secretos afanes.
¡Oh, cielos! Ese caballero que me habló
con tanta dulzura... su aspecto apuesto...
sus palabras... su mirada...
Tras la visera de su dorado yelmo
vi brillar una mirada que me llegó al corazón...
¿Será cierto?
¡Oh, cielos! ¡El amor me ilusiona!
¡Oh, hermoso sueño lisonjero!
Volver a ver tu rostro...
Oír descender sus dulces palabras
en mi corazón lleno de amor.
Este arcano sentimiento,
¡ah, no es falso!
Apreciada imagen para mi corazón,
¡ regresa a mis pensamientos!
Que un instante de placer
sea el consuelo para mi prolongado llanto.
¡Que vea siempre a mi lado
la sonrisa del amor!
Pero... ¿qué sucede?... Las doncellas gritan...
¿Qué ansiedad descubro en sus rostros?
Escena Quinta
(Rovena, Emma, las doncellas, Rebeca e Isaac)
REBECA
¡Ayuda! ¡Auxilio!...
¡Sálvanos, bella y gentil británica!
(se postra ante Rovena)
ROVENA
¡Levántate!... Estás conmigo... ¡Cálmate!...
¡Habla! ¿Qué te aflige?
REBECA
(tímidamente) Mi padre y yo
somos gente proscrita...
ROVENA
Sólo veo en ti la aflicción.
Respeto tu dolor.
(la hace levantar)
REBECA
Por una camino solitario y silencioso
avanzaba yo junto a mi padre,
cuando de repente irrumpieron
guerreros que se hallaban emboscados.
Con sus espadas desnudas
pugnaban por separarme de mi padre...
Pero, de pronto, se oyó el ruido
de nuevos grupos de soldados que llegaban...
Los impíos atacantes se dispersaron...
El temor aceleró nuestros pasos
y la mano del benéfico cielo
nos condujo ante ti.
ROVENA Las lágrimas de esta infiel
despiertan mi compasión.
ISAAC, DONCELLAS
Ante el llanto de la desdichada,
tu corazón no puede permanecer cerrado.
(Rovena, dubitativa, trata
de ocultar su emoción)
REBECA
¡Ah, no ocultes tu mirada
si nuestro dolor te conmueve!
Veo en ella resplandecer
la piedad de tu hermoso corazón.
Por ti, vuelve a revivir
la esperanza en mi pecho.
¡Ah, que sean sagrados para ti
los suspiros de los oprimidos!
DONCELLAS
¡Los suspiros de la perseguida
despiertan compasión en el corazón!
ROVENA
Da tregua a tu dolor... ¡Abrázame!
(Se vuelve emocionada
y abraza a Rebeca)
¡Aquí estaréis a salvo!
REBECA
¡Respiro aliviada!...
ISAAC
¡Oh, qué corazón tan bondadoso!
ROVENA
Las murallas sajonas
brindan siempre refugio
a los desdichados.
Incluido al héroe de Ashby...
REBECA (Para sí)
¡Oh, alegría! Mi corazón
lo reconoció por su valor en el combate.
¡Ah! ¿Quién puede olvidarlo?...
ISAAC
¡Ah! Finalmente el corazón
mi querida hija sonríe.
DONCELLAS
No temáis, aquí los desdichados
siempre encuentran refugio.
REBECA
(A Rovena) Por ti, al fin veo sonreír
al apaciguado cielo.
Las angustias y el sufrimiento
desaparecen ante ti.
(Para sí)
Refrena en mi pecho los latidos,
¡oh, corazón enamorado!
debes esconder la dicha
que en ti despierta el amor.
ROVENA, EMMA, DONCELLAS. Olvidad vuestras penas,
pues Rovena está a vuestro lado.
No tengáis miedo a la insidia
de un ignoto traidor.
ISAAC
¡Oh, hija, siéntete protegida,
pues estás al amparo de Rovena!
No hay que temer las trampas
en un traidor desconocido.
(todos entran en el castillo)
Escena Sexta
(Briano, con sus seguidores normandos
y sarracenos, llega circunspecto
y hablando en voz baja)
CORO ¡Detengámonos aquí!
Hemos alcanzado nuestro objetivo.
Todo está despejado en los alrededores.
Nadie nos detiene, nadie nos impedirá raptarla
Mal esconde nuestra presa
el castillo de un vil sajón...
Se equivoca si cree que en entre sus paredes
se encuentra segura.
BRIANO
¡Ocultaos, y a una señal mía, acudid prestos!
A los cobardes con quien Cedrico se rodea,
será fácil de asustar.
Ya hemos ganado,
(se retiran todos por diversos sitios,
sólo queda Briano con un escudero)
Que anuncien mi llegada.
(El escudero hace sonar su corno y
le responden desde el castillo)
Veremos si se atreve el sajón Cedrico
a provocar mi ira
defendiendo a la infiel.
Escena Séptima
(Sale Cedrico y algunos sirvientes desarmados)
CEDRICO
(sorprendido)
¡Briano!
BRIANO
¡Sí, soy yo!
CEDRICO
¿Qué motivo te trae, a ti, un normando,
a la morada de un sajón?
BRIANO
En tu castillo osas ocultar
a una infiel que el derecho de guerra
hizo mi esclava.
¡Debo recuperarla!... Eso te pido.
CEDRICO
Tu deseo, y ese tono orgullo y ofensivo,
no son ley para mí.
Rebeca está bajo la protección de Rovena.
(a un sirviente que parte)
¡Que acudan ambas!
BRIANO
¿Acaso pones en duda mi derecho?
CEDRICO
¡Conozco el mío, y a ti también!
Escena Octava
(Rovena llevando de la mano a
Rebeca. Isaac, Emma, doncellas
y los antedichos; luego, Wilfredo)
CEDRICO
A ti Rebeca, este caballero
te reclama como su esclava.
REBECA
¡Cielos! ¿Qué escucho?... ¡Ah, miente!
(lo reconoce)
¿Quién puede dar fe de lo que dices?
¿Intentas, en un vil exceso,
consumar aquí mi secuestro?
CEDRICO, ROVENA, EMMA
¡Audaz!...
ISAAC
¡Oh, amada hija!
¿Tú en sus manos?... ¡Antes la muerte!
CEDRICO
¿Quién te incita a tanta audacia?
BRIANO
¡Te lo dirá mi espada!
Mi derecho proclamo
con el filo de este acero.
(Mientras Briano pone mano a su
espada, llega Wilfredo con la visera
levantada y se interpone entre ambos)
WILFREDO
¡Detente, demente!
TODOS
¡Cielos! ¡Wilfredo!
WILFREDO (A Briano.) Esta mano conoces... y eso es suficiente.
CEDRICO
(dubitativo, para sí)
¡Es mi hijo! ¡Apenas puedo creerlo!
LOS OTROS
¿Qué destino nos espera?
WILFREDO
(volviéndose con respeto a Cedrico)
Padre, debo castigar a este vil caballero...
Luego, ante ti me postraré.
DONCELLAS
¡Oh, Dios!
¡Qué furia brilla en su mirada!
Concertante
WILFREDO
Encerrada en mi pecho enardecido
mi ira aún no ha sido satisfecha.
¡Ah! Si no me es dado desbaratar
los planes de este pérfido,
él, con su sangre,
deberá lavar la cruel ofensa.
BRIANO
Encerrada en mi pecho enardecido
mi ira aún no ha sido satisfecha.
¡Ah! Si ese indigno viene a turbar
el amor que me atormenta,
él, con su sangre,
deberá lavar la cruel ofensa.
CEDRICO
¡Ah, soy padre!
El desdén hacia él ha dejado de bramar en mí.
¡Ah! Del amor que me domina,
no, no es mi hijo indigno.
Él, que es compasivo con los miserables,
reciba también mi piedad.
REBECA, ROVENA, EMMA
ISAAC, DONCELLAS
¿Quién puede sustraer-me/ la,
pobre desdichada, de un plan tan malvado?
Cielo compasivo, ¡oh, sálvame / la!
Acude en mi / su auxilio.
Los brazos mortales no saben defender-me / la
de un hombre tan cruel.
BRIANO
(A Wilfredo)
¿Quién te transformó en el defensor
de estos malditos infieles?
WILFREDO
(A Briano)
Héroe advenedizo, ¿quién te impulsa a atacar a los indefensos y débiles? ¡Respétalos, pues el cielo únicamente juzgarlos podrá! Gracias a ella, la mano de Dios me salvó de una horrible muerte; ahora debo yo defender su suerte y su vida. ¡Sí!... ¡Aléjate, oh vil! BRIANO
(Gritando) ¿Tanto te ciega la furia?... ¡Basta ya!
Escena Novena
(De pronto, irrumpen los secuaces de Briano.
Unos aferran a Rebeca mientras otros mantienen
bajo control a los pocos servidores de Cedrico)
REBECA
¡Padre!
ISAAC ¡Oh, cielos!
LOS OTROS
¡Qué cruel situación!
WILFREDO
(trata de desenvainar su espada)
¡Qué audacia!
BRIANO
(A Wilfredo)
¡Teme por ella!
Si te atreves a desenvainar la espada
a una señal mía, ella morirá.
TODOS (Menos Briano y sus seguidores)
¡Oh, crimen! ¡Oh, traición!
ISAAC
¡Ah, ten piedad de ella!
BRIANO, NORMANDOS
¡Ah, la ofensa de tanta audacia
deberá costarles sangre!
LOS OTROS
Esta inaudita traición
deberá cortarles la vida.
BRIANO
(A Cedrico)
El audaz rechazo me pone furioso,
no escucho la voz de tan insana piedad.
Si injusto me llamas, si pides venganza,
Briano te espera y responderte sabrá.
CEDRICO, LOS DEMÁS
(A Briano) ¡Ah! De tan cruel acción, de este atroz exceso,
tu feroz corazón poco podrá disfrutar.
Del mundo y del cielo
la horrible venganza
pendiendo sobre tu cabeza está.
LOS SEGUIDORES DE BRIANO
Ella está en manos del vencedor.
De nosotros no podrá escapar.
¡Ah! No oséis enfrentarnos
o vuestra sangre fluirá.
DONCELLAS
De tan cruel acción, ese corazón impío
poco tiempo podrá disfrutar.
Desde el cielo, sobre la cabeza del traidor,
una venganza horrenda caerá.
(Briano y algunos normandos arrastran
a Rebeca desmayada, mientras que otros
se enfrentan a los sajones, para que no
persigan a los secuestradores)
ACTO SEGUNDO
Escena Primera
(Habitación en la parte superior de la torre
del palacio templario. Un gran balcón abierto.
Dos puertas laterales)
REBECCA (aparece tambaleándose, como en
sueños, y se deja caer sobre una silla.)
¡Wilfredo! ¡Ese nombre!... ¡Oh, recuerdos!
¡Su rostro tenía la palidez de la muerte!
Herido, su pecho manaba abundante sangre...
Por mis cuidados, la vida regresó a él...
Y desde aquel día, herida por una aguda saeta,
mi alma sólo por ti vive...
¡Qué alegría poder estar cerca de ti!
(se agita)
¡Cambió mi destino!...
¿Qué dije? ¿Dónde estoy?
¿Qué lugar es éste?
De una grata ilusión, de un deseo, a qué horrible realidad he llegado... Me falta la respiración... respiraré al aire libre. (corre al balcón y retrocede horrorizada) ¡Oh, qué visión! ¡Oh, qué terror, qué profundo abismo se abre bajo mis pies! ¡Padre, Padre! ¿Dónde estás?
¿Qué fragor resuena cerca de mí?
¡Aquí llega para salvar a su hija!
Escena Segunda
(Briano y Rebeca)
REBECA
(espantada)
¡Oh, cielos!
BRIANO
¡No conseguirás huir!
¡Estás en mis manos!
El destino, mi poder, la audacia, el amor...
REBECA ¡Calla, no hables de amor!
BRIANO
Escúchame.
Ya no tienes ninguna esperanza.
Si mi suerte no compartes,
si dispuesta no te confías
al hombre que te ama.
REBECA ¿Seguirte? ¡Jamás! Tanto como enemigo
o como defensor, me causas horror.
BRIANO
¡Ah, despiadada! A ambos nos espera
la más horrible de las desventuras.
REBECA ¡La esperaré!
BRIANO
Si fueras descubierta
entre estos muros,
sería tremenda tu suerte,
y yo no podría salvarte.
REBECA No la temo, pues con la muerte
me libraré de ti.
BRIANO
Si no temes a la muerte,
al menos preserva tu honor.
REBECA ¡Qué audacia!
¡Qué palabras!
BRIANO
¿Piensas conservarlo indemne?
REBECA
Seductor inicuo y malvado,
¿y tú me hablas de honor?
BRIANO
Querida... Yo te amo, y mi amor...
REBECA
¡Tu amor me despierta horror!
BRIANO
Pues bien, llorando y suplicando,
Briano se postra a tus pies.
Desconocidas para él las lágrimas,
ahora las está derramando como lo puedes ver.
Él, olvidándose de sí mismo,
sólo por ti vivirá.
Un seguro refugio
el amor nos deparará.
REBECA Que yo pueda ceder,
en vano lo esperas.
La fe levanta entre nosotros
una doble barrera.
Tu terrible juramento
en el cielo está registrado...
El poder humano
no podrá quebrarlo.
BRIANO
Ven, aún soy el dueño
del secreto de tu desaparición.
Pero si arribara el severo
regidor de nuestra orden,
si la trompeta sonara,
ya no habría esperanza para nosotros.
REBECA
No tengo esperanza, no temo,
el vigor se acrecienta en mí.
BRIANO
La furia que encierro en mi pecho
pone una venda sobre mis ojos.
Tu desprecio y mi peligro
no puedo soportar.
El destino que a ambos nos espera
me lleva al delirio.
REBECA
¡Respeta mi desventura!
Déjame sola en mi peligro.
De las garras de los enemigos
un Dios poderoso me sustraerá.
Pero del cielo
la venganza veo sobre ti brillar.
BRIANO
(salta sobre Rebeca)
¡Cede!
REBECA
(Se precipita hacia el balcón) ¡No!
BRIANO
¡Qué terrible momento!
REBECA. Un sólo paso más y estaré salvada...
(Rebeca amenaza con precipitarse.
Pausa. Se escucha en este momento la
señal de la llegada del Gran Maestre)
BRIANO
¡Fatal toque! El anciano ha llegado.
Sonido de muerte es para nosotros esa trompeta.
Ha llegado ¡oh, mujer demente!
para ambos el momento extremo.
Tú lo has querido, caeremos juntos,
vana es para nosotros la merced de otros.
REBECA
El rigor del destino airado
no lo temo.
La virtud en el momento final
no sabrá temer la caída.
(Briano sale furioso; Rebeca
entra en el aposento)
Escena Tercera
(Sala de armas del palacio templario.
Puerta de ingreso central, desde la que puede
verse un vestíbulo y luego la campiña. Dos
puertas laterales, una de las cuales conduce
a la sala del juicio, con un gran escudo de
la orden templaria; la otra, comunica con
el resto del palacio. Muchos militares
están alineados en el vestíbulo. Al son de
una marcha solemne entran los caballeros
de la Orden del Temple. Precedido por un
portaestandarte con una gran bandera y
acompañado por cuatro comendadores entra
Luca de Beaumanoir. A su entrada todos se
inclinan. Templarios, Luca, después, Isaac,
luego, Briano)
CORO
¡Muerte al león voraz!
Ese grito victorioso
ya convoca a mil valientes.
La luna de los musulmanes
ya se oscureció.
Nuestro antiguo honor
reluce aún más hermoso
gracias al invicto conductor
(entra Luca de Beaumanoir.)
que el cielo nos otorgó.
LUCA ¡Levantaos, oh valientes! Que la mano celestial
mantenga vuestro valor y vuestra fe.
Que la espada que nos honra
no sea una herramienta vana.
Que ella hiera al león, que el hambre feroz
que tiene de almas fieles en él se apague.
Sí, que por vosotros se sostenga
el honor de los templarios y el odio
a los enemigos, caiga sobre sus cabezas.
CORO
¡Sí, lo juramos sobre esta espada!
ISAAC
(Entra precipitadamente y se arroja a
los pies del Gran Maestre)
¡Piedad! ¡Piedad, señor!
LUCA
¿Qué te trae por aquí?
ISAAC
¡Devolvedme a mi hija!
LUCA ¿Tu hija?
ISAAC ¡Me la arrebató el bárbaro Briano!
En este castillo la oculta
a su padre y a vos.
LUCA (indica a Isaac que se levante) ¡Que se convoque al caballero ante nosotros!
(Dos caballeros salen)
(Para sí)
Una densa nube esconde la verdad...
CORO ¿Aquí, tu hija?
LUCA
(a Isaac) De ella ya conocemos sus malas artes,
ahora debes revelar quien la instruyó.
ISAAC
Fue Miriam.
CORO
¡Miriam!
LUCA ¡Qué oigo!
¡Qué bruja has mencionado!
Fue el horror de nuestro tiempo.
CORO Y la discípula mentirosa
en tu hija perecerá.
¡Aquí llega Briano!
LUCA (Para sí)
¡Y en qué estado!
(Briano entra estático y fuera de sí)
LUCA
(a Briano)
Por mis labios el cielo te llama.
¿Qué has hecho, desgraciado?
(Briano se mantiene callado)
¡Te lo ordeno, habla!
BRIANO
(Para sí)
No lo soporto más.
LUCA
¿Qué te ha movido a ocultar aquí a una infiel?
CORO ¡Excúsate!
BRIANO
(Para sí)
¡Oh cielos! No puedo.
CORO ¿No respondes?
LUCA (volviéndose con indignación, a Isaac)
Por la rea no le es permitido
hablar al caballero.
CORO ¡Vamos Briano! Al Gran Consejo
debes revelarle la verdad.
BRIANO
¿Sentarme ante vosotros? ... ¡Jamás!
CORO ¡Que se inicie el Juicio de Dios!
(Se abre la puerta de la sala de los juicios)
(a Luca)
¡No te demores
en aniquilar a la bruja!
LUCA, CORO
Por ley, a nosotros nos corresponde ejecutar la venganza de los templarios. Castigaremos a la rea muy pronto. Y en el fuego perecerá.
ISAAC
Por mi hija todo lo invoco.
¡Al Dios de Abraham y a tu compasión!
BRIANO
Invoco el tremendo poder del averno,
que está en mi corazón.
LUCA, CORO
¡Que caiga el reino del error,
que se dispersen los infieles!
¡Empuñemos la espada de Dios,
para que triunfe por siempre el cielo!
BRIANO
Qué horrible suerte prepara
el cruel destino para mí.
ISAAC
¡Ah, sólo la mano del cielo
puede salvarla de la muerte!
(Todos ellos entran en la sala.
Isaac es arrastrado por dos
guardias. Se cierra la puerta.
Briano sale por el lado opuesto)
Escena Cuarta
(Una sala en el castillo de Cedrico
como en el primer acto. Cedrico,
luego, Wilfredo, a continuación, Rovena)
CEDRICO
¡Él, mi hijo! ¡El valiente,
el temido guerrero del gran torneo!
¡Qué alegría! Siento que por él se extingue
mi cólera; pero sin embargo no he de ceder.
Él merece toda la ira de su padre...
¿Quién viene? ¡Cielos, es él!
Huyamos, pues a su lado
podría vacilar la ira de mi corazón...
(a punto de salir)
Sí, todavía lo amo... ¡ah, soy su padre!
WILFREDO
¡No me eludas, detente!
Domina tu antiguo desdén...
CEDRICO
¿Qué dices, ingrato?
WILFREDO
¡Oh, créeme,
no soy indigno de ti!...
CEDRICO
Tú, traidor, seguiste
las banderas de Ricardo...
¡Aléjate de mi vista,
ya no tengo hijo!
WILFREDO
¡Detente! Que no sea posible
que yo te abandone
sin haber obtenido tu perdón...
CEDRICO
¡Déjame!
No lo obtendrás de mí.
WILFREDO
¿Ni siquiera el llanto de un hijo
podrá ablandarte?...
CEDRICO
(Para sí)
¡Gran Dios!
Los impulsos de mi corazón
no los puedo refrenar.
WILFREDO
Si toda la esperanza de perdón
me arrebatas en la tierra,
esta vida que es me has dado,
vuelve a tomarla de nuevo, ¡oh, padre!
¿De qué me valen el coraje y la espada?
¿De qué me sirve la corona de laurel?
Soy un vagabundo, soy un miserable,
si me desprecia mi propio padre.
CEDRICO
(Para sí)
¡Ah, esas palabras se debaten en mi corazón!
Mil sentimientos me acosan.
Sobre todos ellos siento
que el amor es el vencedor.
Ya va languideciendo y vacilando,
la rabia en mi pecho,
sólo el dulce afecto de padre
habla ahora a mi corazón.
WILFREDO
(se arrodilla) ¡Padre amado!...
CEDRICO
(encaminándose hacia la salida) Vete.
ROVENA
¡Ah, detente!
¡A sus ruegos uno los míos!
Ya sabes que lo amo...
WILFREDO
¡Ah!
ROVENA
Privada de él, no podría vivir.
CEDRICO
(Para sí)
¡Dios mío!
ROVENA Estás conmovido.
CEDRICO (Para sí)
¡Ah, no puedo sostenerme!
WILFREDO
Perdóname...
ROVENA
Acepta sus ruegos.
CEDRICO (Luego de un momento de vacilación)
Sí.
WILFREDO, ROVENA.
¿Será verdad?
CEDRICO
¡Levántate! ¡Sí!
¡Ah, ven a mis brazos, oh hijo!
¡Que la ira calle y hable el amor!
WILFREDO
¡Soy feliz! ¡Ah, padre!..
CEDRICO
Ella es tuya, puedes desposarla.
ROVENA
¡Qué alegría!
WILFREDO
¡Oh, qué felicidad!
¡Oh, qué día dichoso!
Trío
WILFREDO, ROVENA
Ante la idea de que tú eres mía / mío
mi alma es arrebatada por el éxtasis.
Olvido todas mis angustias,
llega hasta mí una vida renovada.
En tu mirada, en tu sonrisa,
voy a tener un paraíso en la tierra.
Como se adora a un ángel,
querida / querido siempre te adoraré.
CEDRICO
Al verlos tan felices
mi alma es arrebatada por el éxtasis.
¡Dios mío, bendícelos,
otórgales una vida dulce!
Con su sonrisa, el uno al otro,
hace que se abran las puertas del paraíso.
Y yo, tranquilo y satisfecho,
mi última hora esperaré.
(Salen)
ACTO TERCERO
Escena Primera
(Explanada ante el palacio templario que se
eleva en el fondo de la escena. A la derecha
una pira; a la izquierda, la entrada a un vallado
que se supone que se extiende fuera de escena.
Cuatro esclavos sarracenos a los lados de la
pira; dos de ellos con antorchas encendidas.
La gente se está reuniendo a la derecha. Al
son de una marcha solemne, salen del palacio
los trompeteros, un heraldo, con el estandarte
templario, los caballeros y Luca. Luego, Briano
armado y montado a caballo; después Rebeca
escoltada por soldados armados. Ella tiene el
pelo suelto y va vestida con un simple hábito
blanco)
TEMPLARIOS
¡Muerte a león voraz!
Ante Él, que todo puede,
ceda el averno su reino.
El sagrado signo del templo
triunfará.
Que la pecadora, que Dios condenó,
no sea protegida por los hombres.
Del cielo, la venganza
sobre ella caerá.
(Dispuestos todos los detalles, sale del
palacio Rebeca. Cuando aparece,
aumenta la conmoción de la gente.
Luca, que está sobre un sitial, da
la señal para que se haga la primera
llamada de trompeta. Silencio)
MUJERES
¡Infeliz! En este instante
nadie se preocupa por salvarla.
Leemos en su semblante
la inocencia y la desventura.
¡Ah, si el cielo no la defiende,
perecerá en la hoguera!
TEMPARIOS
Para salvarse de la hoguera infame,
la convicta hechicera
espera hallar su salvación
en el resultado de una justa.
El campeón que se presente,
con Briano deberá combatir.
(Durante el coro anterior, Rebeca es
conducida junto a la hoguera.)
LUCA ¡Que repitan la señal!
(Sonido de trompeta y pausa) (a Rebeca.)
Mira, infiel,
el cielo que tú invocaste,
ese cielo te abandonó.
(al pueblo)
¿Qué necesitáis
para reconocer en ella
los viles poderes infernales?
¿No hay quien la defienda? Que perezca, pues...
¡Encended la fatal hoguera!
(Mientras que dos esclavos aferran a
Rebeca, y otros dos están por encender
la pira, se oye un creciente galope)
MUJERES ¡Deteneos, llega un caballero!...
REBECA. ¡Oh, cielos! ¿Será verdad?
(Observa, lo reconoce y soltándose de
los esclavos, desciende de la pira y
cae de rodillas)
¡Es él!
REBECA, MUJERES ¡Por él Dios me / la salva!.
Escena Segunda
(Wilfredo, Cedrico, Isaac y los antedichos)
WILFREDO
¡Yo soy el defensor de esta desdichada!
BRIANO
¿Wilfredo, tú aquí?
WILFREDO
(desmonta)
Estoy contigo, Briano.
Mi mano, bien lo sabes, es digna de ti.
Concertante
WILFREDO Buscaste ¡oh, necio! en vano
evitar enfrentarme.
He sido elegido por el cielo
para humillarte de nuevo.
BRIANO
La mano airada del cielo
me amenaza con su sola presencia.
Ante él se acrecienta
en mi pecho el terror.
REBECA, ISAAC
¡Ah, tu mano celestial,
por medio del héroe querido,
me trae una señal clara
de esperanza y favor!
CEDRICO
De su pasado en vano
conservo el recuerdo en mi pecho,
por mi hijo amado
se acrecienta el amor.
LUCA, TEMPLARIOS
Vemos palidecer
el rostro de Briano.
¿Tanto puede lograr en su pecho
el espíritu del mal?
MUJERES Que por mano del cielo
sea protegido el héroe;
que el rostro de la verdad
disipe finalmente el error.
WILFREDO
La palestra está preparada,
apresúrate si un vil temor no te invade.
BRIANO
La afrenta que me hiciste en Ashby,
deberás lavar con tu sangre.
LUCA
¡Que las trompetas toquen
su amenazadora llamada!
WILFREDO, BRIANO
(Desenvainan sus espadas)
¡Las espadas están desnudas!
LUCA ¡A las armas!
WILFREDO, BRIANO
¡A las armas!
TODOS
¡A las armas!
WILFREDO, BRIANO La mano vengadora del cielo permanece suspendida sobre ti. Este terrible acero caerá sobre tu cabeza. Verás que es ésta ¡oh, pérfido! la última justa para ti. ¡La necia pasión que te agita, será apagada por mi mano! REBECA
¡El cielo en mi defensa
a Wilfredo asistirá!
TODOS
¡La gran disputa
el cielo decidirá!
(Wilfredo y Briano, a caballo, se
dirigen hacia la palestra. Todos
los siguen excepto Rebeca, Isaac,
las mujeres del pueblo, y los esclavos)
Escena Tercera
(Rebeca, Isaac y las mujeres)
REBECA
Dios de mis padres,
Tú sabes que soy inocente.
En tu gran trono bien se conoce
el corazón de todos los mortales.
Esos osados quieren arrebatarme
mi honor y mi vida.
¡Oh, acude en mi ayuda,
salva mi vida y mi honor!
ISAAC, MUJERES
¡Dios, no abandones a esta mujer!
Que sea reconocido
ante tu gran trono
el injusto dolor que sufre.
Esos malvados quieren arrebatarle
el honor y la vida.
¡Oh, acude en su ayuda,
salva su vida y su honor!
VOCES FUERA DE ESCENA. ¡Victoria! ¡victoria!
REBECA, MUJERES
¡Qué gritos! ¿Quién triunfó?
VOCES FUERA DE ESCENA. ¡Triunfó Wilfredo,
Briano cayó derribado a tierra!
REBECA, MUJERES
¿Es cierto?
VOCES FUERA DE ESCENA. No fue la espada, fue el cielo quien lo abatió.
TODOS
¡La mano del cielo a Rebeca salvó!
Escena Última
(Se oscurece la escena. Apenas aparece
Wilfredo, Rebeca e Isaac se arrojan a sus
pies. Cedrico y los sajones)
REBECA
Señor... a tus pies...
WILFREDO
¡Levántate!
REBECA
No puedo hacerlo,
la vida me devolviste y salvaste mi reputación...
Pero a mi alma confundida...
Pero a mi corazón conmovido,
los consume un deseo que no sé expresarte.
ISAAC
(Levanta a su hija y procura llevársela) ¡Oh, hija! ¿Qué estás diciendo?
REBECA
¡Oh, cielos! ¿Qué hacer?
(desesperada)
Perdida tengo la razón y el corazón desgarrado.
CEDRICO
(a Wilfredo)
¡Ah, ven a mis brazos!
WILFREDO
¡Padre mío!
CEDRICO
¡Hijo mío!
TODOS
¡Honra a Wilfredo, que derribó al vil!
WILFREDO
(aproximándose a su padre) ¡Vive feliz!
REBECA
¡Ah! ¿Te marchas?... ¡Detente!...
O al menos ¡ay!
déjame seguir tu destino.
ISAAC
(a su hija) ¿Deliras?
CEDRICO
¿Esas palabras?
REBECA
(Fuera de sí)
¡Cruel y funesta
será mi vida separada de ti!
WILFREDO. ¿Qué oigo?
CORO ¡Infeliz, perdió la razón!
REBECA
Debes saberlo.
Desde aquél instante que miré tus ojos,
sentí mi corazón palpitar... ¡Ay de mi!
Wilfredo... ¡Ah! ¡Sí!... ¡Te amé!
Temblando te miraba
y por tu vida rezaba...
¡Ah, eras mi sueño!
Pero el cielo me condenó a sufrir.
Aunque no voy a soportar
el llanto por mucho tiempo,
ahora, de ansiedad, de dolor,
y de amor moriré.
LOS DEMÁS
¡Ah, gran Dios, ayúdala
en esta cruel situación!
Que caiga sobre ella el rayo
que todo lo puede en la tierra.
WILFREDO ¡Ah! si me amas... ocúltalo…
No me lo vuelvas a decir...
Despidámonos... déjame...
Podrás recordarme.
Regresa a tu tierra natal
engalanada con tu candor...
Que yo te debo mi vida
siempre lo recordaré.
Vive... y que sean tu consuelo
en el devenir del destino
estas piadosas lágrimas
que bañan mis ojos.
CEDRICO
¡Vamos, Wilfredo!
WILFREDO. (a Rebeca.)
¡Adiós!
REBECA
Se marcha... ¡ah!
¡Padre, no lo resisto!
(Se desmaya en brazos de su padre)
CORO ¡Gloria al valiente caballero
que al pérfido derrotó!
Digitalizado y Traducido por:
José Luis Roviaro 2018
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