STIFFELIO

 

Personajes

STIFFELIO

LINA

STANKAR

RAFAEL LEUTHOLD

JORGE

FEDERICO

DOROTEA

Pastor Luterano (Pietista)

Esposa de Stiffelio

Padre de Lina

Amante de Lina

Viejo Pastor Luterano

Primo de Lina

Prima de Lina

Tenor

Soprano

Barítono

Tenor

Bajo

Tenor

Mezzosoprano

 

La acción se desarrolla en Salzburgo, a finales del siglo XVII.

 

ATTO I 


Scena Prima 

(Sala terrena nel castello del conte di Stankar; nel                   
fondo una porta nel centro, con finestra a sinistra, 
un caminetto ardente a diritta. Davanti la finestra, 
verso la metà della scena; una gran tavola con varii 
libri, tra i quali uno piuttosto grande legato in tutto 
lusso con fermaglio chiuso a chiave. L'occorrente 
per iscrivere) 

JORG
(seduto presso la tavola, leggendo)
Oh santo libro, oh dell'eterno Vero
Ispirate profetiche parole!...

(Chiude il libro e s'alza) 

Segui, Stiffelio, 
e tua parola sia
tempesta che distrugge, 
onda che ingoia,
o folgore che atterra
pei nemici di Dio 
su questa terra.
Ei vien... la sposa è seco. 
Ah voglia il cielo
che l'amore non sia 
d'inciampo al zelo!

Scena Seconda 

(entrano, Stiffelio, al cui braccio è Lina; 
Dorotea, Federico, Raffaele e Stankar) 

STIFFELIO 
Tra voi son io... mia, sposa, amici!

JORG
Stiffelio.

STANKAR
Figlio.

DOROTEA, RAFFAELE, FEDERICO, 
STANKAR, JORG
Come felice tutti godiamo 
per tal ritorno!
In ogni core vivrà tal giorno.
Ognun qui v'ama.

DOROTEA 
Un battelliere qui fu più volte...

STIFFELIO 
E m'ha cercato?

DOROTEA 
Sì.

STIFFELIO
Desso è Valter; il buon nocchiere
su strano caso m'ha consultato.

DOROTEA, RAFFAELE, FEDERICO,
STANKAR, JORG 
Saper possiamo che vi narrò?

STIFFELIO
Oh sì, ripeterlo non vietò.
Di qua varcando 
sul primo albore
una finestra ei vide aprire,
e come colto da gran terrore
a quella un giovane poi comparire.

STANKAR 
(fra sè)
Oh mio sospetto!

LINA, RAFFAELE 
(fra sè)
Oh ciel, che sento!

JORG 
Deh proseguite!

DOROTEA, FEDERICO, 
STANKAR, JORG 
Strano è l'evento!

STIFFELIO
Era una donna a lui dappresso
che fuor di senno quasi parea.
Egli esitava, ma poi l'eccesso
dello spavento vincer dovea;
sulla finestra ratto montò,
e giù nell'onda precipitò.

STANKAR 
Son quanti giorni?

STIFFELIO 
Otto.

LINA 
(fra sè)
Gran Dio!

RAFFAELE
(fra sè)
Fu testimone del caso mio!

DOROTEA, FEDERICO
STANKAR, JORG 
Era il fuggente riconosciuto?

STIFFELIO 
(traendo di tasca un portafogli)
No, questi fogli solo ha perduto.

DOROTEA, FEDERICO, JORG 
Vediamo?

LINA, RAFFAELE
(fra sè)
Cielo!

STANKAR 
Che ne farete?

STIFFELIO
Per consegnarli, legger dovrei,
rea tresca allora discoprirei...

JORG 
Ebben?

LINA, RAFFAELE
(fra sè)
Che fia?

DOROTEA, FEDERICO
STANKAR, JORG 
Che risolvete?

STIFFELIO 
(Gettando alle fiamme il portafogli)
Ardan col nome del seduttor.

LINA, RAFFAELE
(fra sè)
Cielo, respiro!

DOROTEA, FEDERICO
STANKAR, JORG
(fra sè)
Sublime cor!

STIFFELIO
Colla cenere disperso
sia quel nome e quel delitto;
Dio lo disse, Dio l'ha scritto:
al fratel s'indulgerà.

JORG, FEDERICO
(fra sè)
Ah, persino la memoria
ei disperde dell'errore!

RAFFAELE 
(Piano a Lina)
Simular, mentire è d'uopo...
Un colloquio da voi voglio. 

DOROTEA, FEDERICO, JORG
(fra sè)
La purezza dell'amore,
la bontade in cor gli stà.

STANKAR 
(fra sè, guardando a Raffaele) 
O Leuthold, all'onor mio
nella figlia tu attentavi!
Ma, se è ver che lo macchiavi,
il tuo sangue il tergerà.

RAFFAELE 
(Piano, a Lina)
In quel libro porrò un foglio
ch'ora e loco vi dirà

LINA 
(fra sè)
Ah, mercè, gran Dio!

STIFFELIO
Dio lo disse, Dio l'ha scritto:
al fratel s'indulgerà.

LINA
(fra sè)
Ti commosse il mio dolore.
S'or fui salva in nuovo errore
Lina mai non ricadrà.

Scena Terza 

AMICI E DI STIFFELIO
(di dentro) 
Viva Stiffelio! Viva!

STIFFELIO 
Che fia?

JORG 
(guardando dalla finestra)
Festosa arriva schiera d'amici a te.

STIFFELIO
Che vogliono?

JORG 
Vedervi.

AMICI, PARTIGIANI DI STIFFELIO 
(entrando)
Ov'è?
A te Stiffelio un canto
s'innalza da ogni core.
Sei di Lamagnia vanto,
del vizio fugatore.
Giustizia, amor fraterno
diffondi sulla terra,
pel santo Vero eterno
combatti l'aspra guerra.
Dal campo, dal convito,
dall'aula, dall'altare,
tuo nome all'infinito
tra noi risuonerà.

LINA
(fra sè)
Da qual rimorso atroce
mi sento lacerare!
Di sua virtù la voce
più rea mi griderà.

RAFFAELE 
(fra sè, guardando a Stiffelio)
Cotal virtù un rimorso
Dovrebbe in me destare;
ma poco è un primo sorso
libar di voluttà

STANKAR
(fra sè, guardando a Lina)
Cotal virtù un rimorso
se potrà in lei destare;
de un padre avrà il soccorso
che sempre veglierà.

(Lina si abbandona sulla sedia presso la tavola, 
gli altri tutti seguono Stankar nelle stanze a destra) 

Scena Quarta 

STIFFELIO
(fra sè)
Non ha per me un accento! 
Non un guardo!

(a Lina) 

Soli noi siamo alfine.

LINA
Rodolfo... Oh perdonate! Mal s'avvezza
a chiamarvi Stiffelio 
il labbro mio:

(S'alza) 

Rodolfo Müller: 
egli è il dolce nome
sol quale vi chiamai 
la prima volta,
che qui, fuggente la nemica rabbia,
v'accoglieva mio padre.

STIFFELIO 
Quanto infelice fui da te lontano!

LINA
Pur di trionfi il mondo
t'era splendido tanto e di piaceri

STIFFELIO
Piacer!... t'inganni, 
tu con me non eri.
Vidi dovunque gemere
oppressa la virtude,
vegliardi vidi e giovani
del vizio in schiavitude;
vinto dall'oro il merito,
delusa la giustizia,
e in mare di nequizia
vagar l'umanità.

LINA 
Cielo, che orror!

STIFFELIO
Le ingenue custodi del pudore,
le donne, rotto il vincolo
del conjugale amore...

LINA 
Ah!...

STIFFELIO
Ben lo so, perdonami;
il quadro è troppo orrendo...
ma ti rivedo, e apprendo
che ancor v'è fedeltà.

LINA 
Che dite mai, Stiffelio!

STIFFELIO 
Il ver... Guai se ingannato...! 
Guai!, guai!, guai!

LINA
È grande la vostr'anima,

(si confonde) 

avrebbe perdonato.

STIFFELIO
Ah no, il perdono è facile
al core non ferito;
ma occulto sta nell'anime
tesoro indefinito,
che nulla mano infrangere
impunemente può.
Ma... lagrime ti grondano!...
Tu tremi!... non m'inganno;
ti cruccia ascoso affanno!
Parla al tuo sposo.

LINA 
No.

STIFFELIO
No? 
Allor dunque sorridimi;
oggi del nostro imene
ricorre la memoria...

LINA 
Lo so... 

(fra sè) 

Che orrende pene!

STIFFELIO
Dal cielo benedivane
oggi la madre mia.

(Le prende la mano) 

Oggi il suo anel... 
che fia? Non l'hai? dov'è?

LINA 
Ah!

STIFFELIO
Non c'è più! 
Rispondere v'è d'uopo... 
che ne feste?

LINA 
L'anello?

STIFFELIO
Sì... parlatemi...
L'anello a chi lo deste?

LINA
(piangendo e coprendosi il volto con ambe le mani.)
Ohimè! Ohimè!

STIFFELIO
Ah v'appare in fronte scritto
qual rimorso vi fa guerra!
Figlio è solo d'un delitto
quel silenzio accusator!
Ah ch'io cada fulminato,
m'inabissi pur la terra!
Su me scaglisi il creato
se mi colse il disonor!

LINA
(fra sè)
Mi disanima, m'atterra
così insolito furor!
Ah!

STIFFELIO
Ah v'appare in fronte scritto
qual rimorso...

Scena Quinta 

(Entra improvvisamente Stankar) 

STANKAR 
Müller?

STIFFELIO 
Che?

STANKAR 
Gli amici attendono.

STIFFELIO 
Mai per me un istante avrò?

STANKAR 
Ma qual'ira!

STIFFELIO
Perdonatemi... Andiam.

(a Lina)  

Tosto qui verrò.

LINA, STANKAR
(fra sè)
Mi (la) disanima, m'atterra (l'atterra)
così insolito furor...

STIFFELIO
Ah, ch'io cada fulminato,
m'inabissi pur la terra!
Su me scaglisi il creato
se mi colse il disonor!

(Partono Stiffelio e Stankar) 

Scena Sesta 

LINA 
Tosto ei disse!... 
Ah son perduta!
Quai discolpe usar potrei?
Il rimorso mi fa muta,
un accento non avrei.
Questa misera tradita
niuno in terra può salvar.
Ah!
A te ascenda, o Dio clemente,
il sospiro, il pianto mio,
tu perdona alla dolente
ed ei pur perdoni, o Dio!
Perdonata, perdonata, colla vita
possa l'onta cancellar!

Scena Settima 

LINA
Verrà... 
dovrò risponder! 
Che risponder? Confessar forse?... 
Ah no!... Scriver fia meglio.

(scrivendo) 

"Rodolfo!"... Ciel non posso!...

(Rientra Stankar) 

STANKAR 
(fra sè)
Io tutto vo' saper.

(vedendo a Lina)  

Ah!

LINA 
(fra sè)
Non è questo che dirgli vo'

STANKAR 
(Si avvicina pian piano a Lina 
e pone la mano sulla carta)
Una lettera!
Al signore di Leuthold scrivevate?

(S'impadronisce del foglio) 

LINA 
(spaventata) 
Io?

STANKAR 
Silenzio!...

(leggendo)

"Rodolfo!...
Di voi non son più degna!"
Non m'ingannava dunque, o sciagurata!...

LINA
Tacer più non potea... tropo soffriva...

STANKAR
Ed ei?
Disperazione, morte per lui qui stanno.
Si, morte!

LINA
Ah no, ch'ei viva, o Dio!
Ma ingannarlo dovrò?... 
No, nol poss'io!

STANKAR
Dite che il fallo a tergere
la forza non ha il core;
che de' rimorsi il demone
troppo vi fa terrore;
dite ch'è men difficile
all'anima spergiura
svelar la colpa impura
che morte a lui darà.
Non basta a voi l'infamia,
essere vil volete!...

LINA 
Padre!...

STANKAR
Si, vil!... ma uditemi.
Rodolfo salverete...
D'amore immeritevole,
dovrete amor subire!...

LINA 
No.

STANKAR 
È d'uopo l'obbedire...

LINA 
Mai!

STANKAR 
Mai!

LINA 
Non sarà, mai!

STANKAR 
Mai?

LINA 
No!

STANKAR
Ed io pure in faccia agli uomini
dovrò l'ira soffocare,
la vergogna dovrò vincere,
voi mia figlia ancor nomare;
voi, l'indegna che disprezzo,
voi, del padre disonore.

LINA
Oh qual fato orrendo 
strazio d'una misera pentita!
Non vidi con queste lagrime
che troppo son punita?
Non volente fui nel lezzo
trascinata dell'error.

STANKAR 
Voi, del padre disonor,
voi, la figlia che disprezzo,
voi, del padre disonor.
Basti adesso. Quel pianto tergete.

LINA 
Ah nol posso!

STANKAR 
Non più, lo dovete.

LINA 
No, nol posso!

STANKAR 
E' di padre volere.

LINA 
No, nol posso! 

STANKAR
È di sposa dovere;
di Rodolfo lo esige la vita.

LINA 
Tacerò.

STANKAR 
Tempo è ben.

LINA 
Chi m'aita!

STANKAR
Or meco venite, 
il pianto non vale;
nessuno sospetti 
l'evento fatale:
Stia come in sepolcro 
celato l'errore,
lo esiga, lo impera 
del sangue l'onore.
A Müller del mondo 
l'onor fia salvato,
se il vostro perdeva
mutabile amor.

LINA
Orrenda parola! 
Per sempre perduto!
Il pianto si celi, 
il duolo sia muto;
sorrida serena 
nel volto la calma,
nasconda l'atroce 
procella dell'alma!.
Perduto! perduto! 
eppure adorato
qual cosa celeste 
fu sempre dal cor.

STANKAR
Or meco venite, 
il pianto non vale;
nessuno sospetti 
l'evento fatale:

LINA
Perduto! perduto! 
Eppure adorato
qual cosa celeste 
fu sempre dal cor.

(Partono) 

Scena Ottava 

RAFFAELE
(entrando)
M'evitan...
ma il colloquio
avrò che qui le chiedo.

(traendo di tasca una lettera) 

Ecco il libro
Io n'ho la doppia chiave.

(Apre il libro, vi pone la lettera, lo chiude e lo
ripone sulla tavola, Jorg comparisce alla finestra) 

JORG 
(fra sè)
Che vedo!

(entra Federico) 

Scena Nona 

FEDERICO 
(sull'uscio) 
Leuthold!

RAFFAELE 
Mi si chiedeva?

FEDERICO
La Messiade di Klopstock voleva.

(Prende il libro, e lo porta seco partendo con Raffaele) 

Scena Decima
 
(Sala di ricevimento nel castello, illuminata e 
parata per una festa. Gli amici di Stiffelio e 
del Conte colle loro spose sono introdotti da Servi)  

CORO 
Plaudiam! Di Stiffelio 
s'allegri il soggiorno.
Plaudiam al ritorno 
del grande orator.
Concordi qui regnin 
la gioia, la pace,
constante, verace 
sorrida l'amor;
l'amor che diffondere 
ei vuol tra' mortali;
l'amor che fa eguali 
lo schiavo e il signor!
Concordi qui regnin...
Plaudiamo, ed al cantico 
un'eco gioconda
l'affetto risponda 
che ferve nei cor!
Plaudiam, plaudiam
al grande orator. 
Plaudiam.

(Gli amici si ritirano sul fondo della sala)  

Scena Undicesima 

STIFFELIO 
(a Jorg che entra) 
Tardasti?

JORG 
Rifuggo da' gaudi mondani.

STIFFELIO 
Adunque tai feste?

JORG
Le lascio ai profani,
che arrecan perigli, 
insidie all'onore.

CORO 
(In lontano) 
Concordi qui regnin...

STIFFELIO 
Che parli?

JORG
Ti dico che or ora un signore
un libro con chiave 
guardingo schiudeva,
e in esso un biglietto...

STIFFELIO 
¿Un biglietto?

JORG
... ascondeva ed aspetta risposta.
Quel libro è stromento
di tresca colpevole.

STIFFELIO
Oh cielo! Che sento!
Chi è desso?

(Entrano Lina, Dorotea, Raffaele, Federico 
portando il grande libro e gli amici) 

JORG 
È con Lina, ed ha il libro.

STIFFELIO 
(parlando di Federico)
Fia vero? È Frengel!
Ma come svelare il mistero?

JORG 
Più tardi

DOROTEA 
(a Stiffelio)
Cugino, pensate al sermone?

FEDERICO
Al tempio stasera saravvi riunione. 
Verremo.

CORO 
Sì, tutti.

FEDERICO 
Qual fia l'argomento?

STIFFELIO
Del perfido Giuda
il vil tradimento.

LINA, RAFFAELE 
(fra sè)
Oh cielo!

FEDERICO 
Pensiero sublime, stupendo.

CORO 
A tutti i malvagi d'esempio tremendo.

STIFFELIO
Non solo all'iniquo 
ch'ha il Maestro venduto,
ma a quanti tradiscon 
m'udrete imprecare.
A lui che s'insinua, 
che simula astuto,
che insidia, che macchia 
il domestico lare;
che stende la mano 
all'uomo ingannato,
e infame poi vanta 
l'onore involato!
A lui per anatema 
fia sol che ripeta
il carme ispirato 
del grande poeta.

(Prende il libro dalle mani di Federico) 

È chiuso!

DOROTEA 
Ne ha Lina la chiave.

LINA 
(fra sè)
Gran Dio!

STIFFELIO 
Apritelo dunque.

LINA 
Che dite?

STIFFELIO 
Il voglio.

LINA 
Io...

STIFFELIO 
Aprite voi, lo replico,
è inutile il terrore.
D'un empio traditore 
qui la condanna stà.

(fra sè) 

Oh qual m'invade ed agita
terribile pensiero!
Fatal, fatal mistero
tal libro svelerà!

TUTTI
(fra sè)
Oh qual l'invade ed agita
terribile pensiero!

STIFFELIO
(a Lina) 
Nol volete? Farollo io stesso.

(rompe il fermaglio del libro e cade una lettera) 

Una lettera!

LINA 
(fra sè)
Cielo!

STANKAR 
(raccogliendo la lettera)
Fermate!
Non v'è legger tal foglio concesso!
Chi lo scrisse, cui spetti ignorate!

STIFFELIO 
Io nol curo... 
Rendetelo... il vo'.

STANKAR 
Vecchio sono.

STIFFELIO 
Rendetelo!

STANKAR 
(Lo riduce in brani) 
No.

STIFFELIO 
(A Stankar)
Chi ti salva, o sciagurato,
dallo sdegno che m'accende?
Cieco l'ira già mi rende,
più non freno il mio furor!

LINA 
È mio padre! L'ira vostra
su me tutta or cada alfine;
ma le nevi di quel crine
rispettatele, signore.

STIFFELIO 
Cieco l'ira già mi rende!...

STANKAR 
(a Raffaele, sottovoce)
Nel recinto dei sepolcri
da me atteso or or sarai.

RAFFAELE
(a Stankar, sottovoce)
Freno all'ira

STANKAR
(A Raffaele, sottovoce)
Armi a scelta troverai.
Ti precedo, o traditor.

RAFFAELE
(a Stankar, sottovoce)
Non la temo; 
se ch'io sia conoscete...

DOROTEA, FEDERICO, JORG, CORO 
A turbar la bella calma
che spirava in ogni petto,
ah, perchè un demone il sospetto
a Stiffelio pose in cor?

RAFFAELE
(A Stankar, sottovoce)
Ah, sconsigliato invero siete
nel gridarmi traditor.

LINA 
È mio padre!...

STIFFELIO
(a Stankar)
Più non tremo,
più non freno il furor.

(Partono tutti)
ACTO I


Escena Primera 

(Sala del castillo del conde Stankar; al fondo 
de la escena una puerta, a la izquierda una 
ventana, a la derecha una chimenea. Delante 
de la ventana una mesa con libros, tras los 
cuales se ve uno más voluminoso y lujosamente 
encuadernado con un broche cerrado con llave. 
Un escritorio) 

JORGE
(Sentado cerca de la mesa, leyendo)
¡Oh, santo libro! 
¡Oh, palabras proféticas!...

(Cierra el libro y se levanta) 

¡Sigue tu camino, Stiffelio!
¡Que tu palabra sea,
para los enemigos de Dios
sobre esta tierra,
tempestad que destruye, 
ola que engulle,
y rayo que fulmina!
Se acerca... su esposa está junto a él.
¡Ah, quiera el cielo
que el amor no sea un obstáculo 
para su deber!

Escena Segunda 

(Entra Stiffelio, del brazo de Lina. 
Le siguen Dorotea, Federico, Rafael y Stankar) 

STIFFELIO
¡De nuevo estoy con vosotros... esposa, amigos!

JORGE
¡Stiffelio!

STANKAR
¡Hijo mío!

DOROTEA, RAFAEL, FEDERICO, 
STANKAR, JORGE
¡Qué felices estamos con tu regreso!
En nuestro corazón, 
recordaremos este día.
Todos te queremos.

DOROTEA
Un barquero ha venido varias veces...

STIFFELIO
¿Buscándome?

DOROTEA
STIFFELIO
Seguro que es Valter, el bueno del barquero.
Me ha consultado sobre un caso extraño.

DOROTEA, RAFAEL, FEDERICO 
STANKAR, JORGE
¿Podemos saber de qué se trata?

STIFFELIO
¡Oh, sí! No me ha prohibido desvelarlo.
Pasaba por aquí,
con los primeros rayos del alba,
cuando vio abrirse una ventana y,
como poseído por un gran terror,
vio aparecer en ella a un joven.

STANKAR
(para sí)
¡Se confirman mis sospechas!

LINA, RAFAEL
(para ellos)
¡Oh cielos! ¡Qué oigo!

JORGE
Por favor, continúa.

DOROTEA, FEDERICO, 
STANKAR, JORGE
¡Extraño incidente!

STIFFELIO
A su lado había una mujer
que parecía haber perdido la razón.
Él vacilaba pero,
llevado sin duda por el pánico,
subió rápidamente al quicio de la ventana
y se precipitó sobre las aguas.

STANKAR
¿Cuántos días hace de eso?

STIFFELIO
Ocho.

LINA
(para sí)
¡Oh, Dios mío!

RAFAEL
(para sí)
¡El barquero fue testigo de mi huida!

DOROTEA, FEDERICO, 
STANKAR, JORGE
¿Reconoció al fugitivo?

STIFFELIO
(Sacando de su bolsillo unos papeles)
No, tan sólo perdió estos papeles.

DOROTEA, FEDERICO, JORGE
¿Podemos verlos?

LINA, RAFAEL
(para sí)
¡Oh, cielos!

STANKAR
¿Qué harás con ellos?

STIFFELIO:
Para devolverlos, debería leerlos;
pero descubriría una relación pecaminosa...

JORGE
¿Y?

LINA, RAFAEL
(para sí)
¿Qué sucederá?

DOROTEA, FEDERICO
STANKAR, JORGE
¿Qué has decidido?

STIFFELIO
(Arrojando los papeles a las llamas)
¡Qué ardan junto al nombre del seductor!

LINA, RAFAEL
(para sí)
¡Cielos, respiro!

DOROTEA, FEDERICO
STANKAR, JORGE
(para sí)
¡Qué corazón más generoso!

STIFFELIO
Que se dispersen con las cenizas
el nombre y el delito.
Dios lo dijo, Dios lo escribió:
"Perdonarás a tu hermano"

JORGE, FEDERICO
(para sí)
¡Ah, incluso dispersa
la memoria del pecado!

RAFAEL
(En voz baja a Lina)
Es preciso disimular, mentir...
Quiero hablar contigo.

DOROTEA, FEDERICO, JORGE
(para sí)
En su corazón habitan 
la bondad y la pureza del amor.

STANKAR
(para sí, mirando a Rafael)
¡Oh, Leuthold! 
Con mi hija has manchado mi honor,
pero bien es verdad que si lo manchaste,
tu sangre lo limpiará.

RAFAEL
(a Lina, señalando el gran libro sobre la mesa)
En ese libro pondré un papel
que te dirá la hora y el lugar.

LINA
(para sí)
¡Ah, piedad, Dios mío!

STIFFELIO
Dios lo dijo, Dios lo escribió:
"Perdonarás a tu hermano"

LINA
(para sí)
¡Señor, que mi dolor te conmueva!
Si ahora me salvo, 
Lina no volverá a caer en otro error.

Escena Tercera 

AMIGOS DE STIFFELIO
(Fuera de escena) 
¡Viva Stiffelio! ¡Viva!

STIFFELIO
¿Qué sucede?

JORGE:
(Mirando por la ventana)
Llega un alegre grupo de amigos tuyos.

STIFFELIO
¿Qué querrán?

JORGE
¡Verte!

AMIGOS, PARTIDARIOS DE STIFFELIO
(Entrando) 
¿Dónde está?
Nuestros corazones
te elevan un canto, Stiffelio.
Eres el orgullo de Alemania,
el que aleja todos los vicios.
Justicia y amor fraternal
derramas sobre la tierra.
Por imponer la verdad eterna
soportas una dura guerra.
En los campos, en los festines,
en los palacios, en los altares,
tu nombre resonará
eternamente entre nosotros.

LINA
(para sí)
¡Me atormenta
el atroz remordimiento!
La voz de su virtud
me hace aún más culpable.

RAFAEL
(para sí, refiriéndose a Stiffelio)
Tanta virtud debería
despertarme remordimientos,
pero es poco un sólo trago 
cuando se ha bebido de la copa del placer.

STANKAR
(para sí, refiriéndose a Lina)
Tanta virtud debería
despertar en ella remordimientos.
Tendrá la ayuda de un padre
que siempre velará por ella.

(Lina se abandona sobre una silla junto a 
la mesa; los demás, excepto Stiffelio, salen) 

Escena Cuarta 

STIFFELIO
(para sí)
¡Ni una palabra!
¡Ni una mirada!

(A Lina) 

Estamos solos al fin.

LINA
Rodolfo... ¡Oh, perdona! 
Mis labios no se acostumbran 
a llamarte Stiffelio.

(Se levanta) 

Rodolfo Müller,
ése fue el dulce nombre
con el que te llamé 
la primera vez,
cuando huías de la muchedumbre enemiga
y mi padre aquí te acogió

STIFFELIO
¡Qué infeliz he sido lejos de ti!

LINA
Sin embargo el mundo
te ha colmado de triunfos y placeres.

STIFFELIO
¡Placeres! Te equivocas.
Tú no estabas conmigo.
He visto por todas partes 
gemir oprimida a la virtud.
He visto a viejos y jóvenes
esclavos del vicio.
El mérito vencido por el oro...
La justicia burlada...
Y en un mar de iniquidad
vagar a la humanidad.

LINA
¡Cielos, qué horror!

STIFFELIO
Y a las mujeres, dulces guardianas del pudor,
vi romper los vínculos
del amor conyugal...

LINA
¡Ah!

STIFFELIO
Sí, lo sé, perdóname;
el cuadro es demasiado horrendo...
pero vuelvo a verte y comprendo
que aún existe la fidelidad.

LINA
Pero ¿qué dices, Stiffelio?

STIFFELIO: 
¡La verdad! Pero...
¡Ay si estoy equivocado!

LINA
Tu alma es grande

(se confunde) 

y sabrá perdonar...

STIFFELIO
¡Ah no, el perdón no es fácil
para un corazón herido!
Oculto en cada alma
hay un tesoro infinito
que ninguna mano
puede violar impunemente.
Pero... ¡estás llorando!
¡Tiemblas!... ¡No me engaño!
¡Un secreto dolor te atormenta!
Habla a tu esposo.

LINA
No.

STIFFELIO
¿No?
¡Entonces, sonríeme!
Hoy festejamos el aniversario
de nuestro matrimonio.

LINA
Lo sé... 

(para sí) 

¡Qué terrible pena!

STIFFELIO
Que hoy, desde el cielo,
mi madre nos bendiga.

(Cogiéndole la mano) 

Que hoy, su anillo...
¿Qué?... ¿No lo tienes?... ¿Dónde está?

LINA
¡Ah! 

STIFFELIO
¡No lo llevas puesto! 
Responder es tu obligación... 
¿Qué hiciste con él?

LINA
¿El anillo?

STIFFELIO
Sí... dime:
¿A quién diste el anillo?

LINA
(Llorando)
¡Ay de mí! ¡Ay de mí!

STIFFELIO
¡Ah, en tu frente aparece escrito
el remordimiento que te atormenta!
¡Este silencio acusador no puede ser más 
que la prueba de un delito!
¡Pero que caiga fulminado
y que me hunda en la tierra!
¡Que contra mí se desencadene toda la creación
si caigo en el deshonor!

LINA
(para sí)
¡Me desarma, me aterra,
este insólito furor!
¡Ah!

STIFFELIO
¡Ah! En tu frente aparece escrito
el remordimiento...

Escena Quinta 

(Entra de improviso Stankar) 

STANKAR
¿Müller?

STIFFELIO
¿Qué?

STANKAR
Tus amigos te esperan

STIFFELIO
¿No tendré un sólo instante para mí?

STANKAR
Pero, ¿es que estás de mal humor?

STIFFELIO
Perdóname... Vamos.

(A Lina) 

Regresaré pronto.

LINA, STANKAR
(para sí)
Me (la) desarma, me (la) aterra,
este insólito furor...

STIFFELIO
¡Ah, que caiga fulminado
y que me hunda en la tierra!
¡Que contra mí se desencadene toda la creación,
si caigo en el deshonor!

(Se van Stiffelio y Stankar) 

Escena Sexta 

LINA
¡Ha dicho "Pronto"! 
¡Ah, estoy perdida!
¿Qué disculpa podré dar?
El remordimiento me dejó muda
y no pude decir una sola palabra.
¡La miserable traidora 
no encontrará nada que pueda salvarla!
¡Ah!
¡Lleguen a ti, oh Dios clemente,
mis suspiros y mi llanto!
Perdona a la que sufre
y haz que él la perdone, ¡oh Dios mío!
¡Que sea perdonada o que con la vida
pueda borrar la deshonra!

Escena Séptima 

LINA
¡Volverá!...
¡Deberé responderle!
¿Y qué responder? ¿Confesar, quizá?...
¡Ah, no!... Mejor escribirle.

(Escribiendo) 

"¡Rodolfo!... ¡Cielos, no puedo!...

(Regresa Stankar) 

STANKAR
(para sí)
Voy a averiguarlo todo.

(Viendo a Lina) 

¡Ah!

LINA
(para sí)
¡No es esto lo que quiero decirle!

STANKAR
(Se acerca lentamente a Lina
y pone la mano sobre la carta)
¡Una carta!...
¿Al señor de Leuthold escribes?

(Apropiándose del papel) 

LINA
(asustada)
¿Yo?

STANKAR: 
¡Silencio!...

(Leyendo) 

"¡Rodolfo!
¡No soy digna de ti!"
¡No me equivocaba, miserable!

LINA
No puedo callar más... sufro demasiado...

STANKAR
¿Y él?
Sólo le quedarán la desesperación y la muerte.
¡Sí, la muerte!

LINA: 
¡Ah no, qué viva, oh Dios!
Pero ¿debería callar?...
No, no puedo.

STANKAR
Di más bien que tu corazón no tiene valor
para olvidar el pecado
y que el demonio de los remordimientos
te da demasiado miedo.
Di más bien que es muy fácil
para el alma perjura
revelar la culpa impura
que le dará a él muerte.
¿No te basta la infamia?
¿Además quieres ser cobarde?

LINA
¡Padre!

STANKAR
¡Sí, cobarde!... Escúchame:
salvarás a Rodolfo.
Deberás sufrir
por su amor inmerecido.

LINA
¡No!

STANKAR
Debes obedecerme...

LINA
¡Nunca!

STANKAR
¿Nunca?

LINA
¡No, no lo haré nunca!

STANKAR
¿Nunca?

LINA
¡Sí, nunca!

STANKAR
Y yo entonces deberé, de cara al mundo,
sofocar mi ira.
Deberé vencer la vergüenza
de llamarte aún hija mía.
A ti, la indigna que desprecio,
a ti, que has deshonrado a tu padre.

LINA
¡Ah, qué horror,
hacer sufrir a una mísera arrepentida!
¿No ves en estas lágrimas
que he sido castigada?
Sin darme cuenta, me dejé arrastrar
hasta el fondo del pecado.

STANKAR: 
Tú, que has deshonrado a tu padre,
tú, la hija que desprecio, 
tú, que has deshonrado a tu padre.
Ya basta. Cesa de llorar.

LINA
¡Ah, no puedo!

STANKAR
¡Ya es suficiente! ¡Tienes que dominarte!

LINA
¡No, no puedo!

STANKAR
Es el deseo de tu padre.

LINA
¡No, no puedo!

STANKAR:
Es el deber de una esposa.
La vida de Rodolfo lo exige.

LINA
Callaré.

STANKAR
He llegado a tiempo.

LINA
¿Quién me ayudará?

STANKAR
Ahora ven conmigo, 
de nada sirve llorar.
Nadie sospecha 
el hecho fatal.
Quede como en un sepulcro 
oculto el error,
lo exige, lo impone 
el honor de la sangre.
Hay que salvar ante los ojos del mundo,
el honor de Müller,
aunque haya perdido 
tu inconstante amor.

LINA
¡Horrendas palabras!
¡Lo he perdido para siempre!
Cese el llanto
y calle el dolor.
Sonría en mi rostro
la serena calma
y se oculte 
la atroz desolación de mi alma.
¡Perdido! ¡Lo he perdido! 
Y sin embargo,
mi corazón lo adora 
como a un ser celestial.

STANKAR
Y ahora ven conmigo, 
de nada sirve llorar.
Nadie sospecha 
el hecho fatal.

LINA
¡Perdido! ¡Lo he perdido! 
Y sin embargo,
mi corazón lo adora 
como a un ser celestial.

(Se van) 

Escena Octava 

RAFAEL
(Entrando)
Todos me evitan... 
Pero conseguiré hablarle
tal y como aquí le pido.

(Sacando del bolsillo una carta) 

Aquí está el libro
y tengo una copia de la llave.

(Abre el libro, deja la carta, lo cierra y lo vuelve 
a poner en la mesa. Jorge se asoma a la ventana) 

JORGE
(para sí)
¡Qué veo!

(Entra Federico) 

Escena Novena 

FEDERICO
(desde la puerta) 
¡Leuthold!

RAFAEL
¿Me llamabas?

FEDERICO
Buscaba el "Mesías" de Klopstock.

(Coge el libro y se va en compañía de Rafael) 

Escena Décima 

(Sala de recepciones en el castillo, 
 preparada para una fiesta. Los criados
hacen pasar a los amigos de Stiffelio) 

PARTIDARIOS DE STIFFELIO
¡Cantemos! 
¡Alégrese la casa de Stiffelio!
Celebremos el regreso 
del gran pastor.
Que aquí reinen en armonía 
la alegría y la paz;
y que el amor sonría 
constante y leal.
El amor que él quiere difundir 
entre los mortales,
el amor que hace iguales 
al esclavo y al señor.
¡Que reinen en armonía!...
Cantemos y que a nuestros cánticos 
responda alegremente
el eco del afecto 
que crece en nuestros corazones.
¡Cantemos, cantemos
al gran orador!
¡Cantemos!

(Los amigos se retiran al fondo de la sala) 

Escena Undécima 

STIFFELIO
(A Jorge que entra) 
¿Por qué has tardado?

JORGE
Rehuyo los festejos mundanos.

STIFFELIO
¿Incluso estas fiestas?

JORGE:
Lo dejo para los profanos
que acarrean peligros 
e insidias al honor.

PARTIDARIOS DE STIFFELIO
(Desde el fondo de la sala) 
Qué reinen en armonía...

STIFFELIO
¿Qué dices?

JORGE
Te digo que ahora mismo un hombre
ha cerrado con llave un libro
en el que ha escondido 
una carta...

STIFFELIO
¿Una carta?

JORGE
... la escondía y espera respuesta.
Ese libro es el instrumento
de una intriga culpable.

STIFFELIO
¡Oh, cielos, qué oigo!
¿De quién se trata?

(Entran Lina, Dorotea, Rafael, Federico 
llevando el gran libro y demás amigos) 

JORGE
El que está con Lina y tiene el libro.

STIFFELIO
(Hablando de Federico)
¿Cómo es posible? ¡Es Frengel!
Pero ¿cómo desvelar este misterio?

JORGE
Más tarde.

DOROTEA
(a Stiffelio)
Primo, ¿has pensado el sermón?

FEDERICO
Esta noche hay una reunión en el templo.
Iremos.

PARTIDARIOS DE STIFFELIO
¡Allí estaremos todos!

FEDERICO
¿Cuál será el tema que tratarás?

STIFFELIO
La traición 
del impío Judas.

LINA, RAFAEL
(para sí)
¡Oh, cielos!

FEDERICO
Sublime idea.

PARTIDARIOS DE STIFFELIO
Para los malvados será un ejemplo terrible.

STIFFELIO
No sólo contra el inicuo 
que vendió al Maestro,
sino también contra todos los traidores 
me oiréis imprecar.
Contra el que se insinúa
y que astutamente disimula,
que engaña, que mancha
el calor de un hogar,
que extiende la mano
al hombre que engaña
y con infamias se jacta
¡del honor que ha robado!
Sólo contra él
repetiré el anatema
de los inspirados versos
del gran poeta.

(Coge el libro de las manos de Federico)

¡Está cerrado!

DOROTEA
Lina guarda la llave.

LINA
(para sí)
¡Dios mío!

STIFFELIO
Ábrelo pues.

LINA
¿Qué dices?

STIFFELIO
Así lo quiero.

LINA
Yo...

STIFFELIO
Ábrelo tú misma, te repito.
Tu miedo no sirve de nada.
Aquí está guardada la condena
de un impío traidor.

(para sí) 

¡Oh qué terrible pensamiento
me invade y me agita!
El libro desvelará
el misterio fatal.

TODOS
(para sí)
¡Oh qué terrible pensamiento 
lo invade y lo agita!

STIFFELIO
(A Lina) 
¿No quieres?... Lo haré yo mismo.

(Rompe la cerradura del libro y cae una carta) 

¡Una carta!

LINA
(para sí)
¡Cielos!

STANKAR
(quitándole la carta)
¡Detente!
No tienes derecho a leer esta carta.
Ignora quién la ha escrito y a quién va dirigida.

STIFFELIO
¡No me importa! 
¡Devuélvemela, la quiero!

STANKAR
Piensa que soy un anciano.

STIFFELIO
¡Devuélvemela!

STANKAR: 
(La hace pedazos) 
¡No!

STIFFELIO
(A Stankar)
¡Ah, desgraciado! 
¿Quién te salvará 
de la indignación que me enciende?
¡La ira me ciega y no puedo frenar mi furor!

LINA
¡Es mi padre! 
Que tu ira caiga sólo sobre mí,
pero respeta, al menos,
las canas de esos cabellos.

STIFFELIO
¡La ira me ciega...

STANKAR
(A Rafael, en voz baja)
Te espero, lo antes posible,
en el cementerio.

RAFAEL
(A Stankar, en voz baja)
Calma tu ira...

STANKAR
(a Rafael, en voz baja)
Escoge las armas que prefieras...
¡Voy para allá, traidor!

RAFAEL
(A Stankar, en voz baja)
No te tengo miedo, 
pero ten en cuenta quien soy...

DOROTEA, FEDERICO, JORGE, CORO
Se ha perturbado  la calma
que habitaba en nuestros los corazones...
¿Por qué un demonio ha sembrado
la duda en el corazón de Stiffelio?

RAFAEL
(a Stankar, en voz baja)
¡Ah, temerario!...
Haces mal en llamarme traidor...

LINA
¡Es mi padre!...

STIFFELIO
(A Stankar)
No tengo miedo
ni puedo frenar mi furor.

(Se van todos) 
 

Acto II