STIFFELIO
Personajes
STIFFELIO LINA STANKAR RAFAEL LEUTHOLD JORGE FEDERICO DOROTEA |
Pastor Luterano
(Pietista) Esposa de Stiffelio Padre de Lina Amante de Lina Viejo Pastor Luterano Primo de Lina Prima de Lina |
Tenor Soprano Barítono Tenor Bajo Tenor Mezzosoprano |
La acción se desarrolla en Salzburgo, a finales del siglo XVII.
ATTO I Scena Prima (Sala terrena nel castello del conte di Stankar; nel fondo una porta nel centro, con finestra a sinistra, un caminetto ardente a diritta. Davanti la finestra, verso la metà della scena; una gran tavola con varii libri, tra i quali uno piuttosto grande legato in tutto lusso con fermaglio chiuso a chiave. L'occorrente per iscrivere) JORG (seduto presso la tavola, leggendo) Oh santo libro, oh dell'eterno Vero Ispirate profetiche parole!... (Chiude il libro e s'alza) Segui, Stiffelio, e tua parola sia tempesta che distrugge, onda che ingoia, o folgore che atterra pei nemici di Dio su questa terra. Ei vien... la sposa è seco. Ah voglia il cielo che l'amore non sia d'inciampo al zelo! Scena Seconda (entrano, Stiffelio, al cui braccio è Lina; Dorotea, Federico, Raffaele e Stankar) STIFFELIO Tra voi son io... mia, sposa, amici! JORG Stiffelio. STANKAR Figlio. DOROTEA, RAFFAELE, FEDERICO, STANKAR, JORG Come felice tutti godiamo per tal ritorno! In ogni core vivrà tal giorno. Ognun qui v'ama. DOROTEA Un battelliere qui fu più volte... STIFFELIO E m'ha cercato? DOROTEA Sì. STIFFELIO Desso è Valter; il buon nocchiere su strano caso m'ha consultato. DOROTEA, RAFFAELE, FEDERICO, STANKAR, JORG Saper possiamo che vi narrò? STIFFELIO Oh sì, ripeterlo non vietò. Di qua varcando sul primo albore una finestra ei vide aprire, e come colto da gran terrore a quella un giovane poi comparire. STANKAR (fra sè) Oh mio sospetto! LINA, RAFFAELE (fra sè) Oh ciel, che sento! JORG Deh proseguite! DOROTEA, FEDERICO, STANKAR, JORG Strano è l'evento! STIFFELIO Era una donna a lui dappresso che fuor di senno quasi parea. Egli esitava, ma poi l'eccesso dello spavento vincer dovea; sulla finestra ratto montò, e giù nell'onda precipitò. STANKAR Son quanti giorni? STIFFELIO Otto. LINA (fra sè) Gran Dio! RAFFAELE (fra sè) Fu testimone del caso mio! DOROTEA, FEDERICO STANKAR, JORG Era il fuggente riconosciuto? STIFFELIO (traendo di tasca un portafogli) No, questi fogli solo ha perduto. DOROTEA, FEDERICO, JORG Vediamo? LINA, RAFFAELE (fra sè) Cielo! STANKAR Che ne farete? STIFFELIO Per consegnarli, legger dovrei, rea tresca allora discoprirei... JORG Ebben? LINA, RAFFAELE (fra sè) Che fia? DOROTEA, FEDERICO STANKAR, JORG Che risolvete? STIFFELIO (Gettando alle fiamme il portafogli) Ardan col nome del seduttor. LINA, RAFFAELE (fra sè) Cielo, respiro! DOROTEA, FEDERICO STANKAR, JORG (fra sè) Sublime cor! STIFFELIO Colla cenere disperso sia quel nome e quel delitto; Dio lo disse, Dio l'ha scritto: al fratel s'indulgerà. JORG, FEDERICO (fra sè) Ah, persino la memoria ei disperde dell'errore! RAFFAELE (Piano a Lina) Simular, mentire è d'uopo... Un colloquio da voi voglio. DOROTEA, FEDERICO, JORG (fra sè) La purezza dell'amore, la bontade in cor gli stà. STANKAR (fra sè, guardando a Raffaele) O Leuthold, all'onor mio nella figlia tu attentavi! Ma, se è ver che lo macchiavi, il tuo sangue il tergerà. RAFFAELE (Piano, a Lina) In quel libro porrò un foglio ch'ora e loco vi dirà LINA (fra sè) Ah, mercè, gran Dio! STIFFELIO Dio lo disse, Dio l'ha scritto: al fratel s'indulgerà. LINA (fra sè) Ti commosse il mio dolore. S'or fui salva in nuovo errore Lina mai non ricadrà. Scena Terza AMICI E DI STIFFELIO (di dentro) Viva Stiffelio! Viva! STIFFELIO Che fia? JORG (guardando dalla finestra) Festosa arriva schiera d'amici a te. STIFFELIO Che vogliono? JORG Vedervi. AMICI, PARTIGIANI DI STIFFELIO (entrando) Ov'è? A te Stiffelio un canto s'innalza da ogni core. Sei di Lamagnia vanto, del vizio fugatore. Giustizia, amor fraterno diffondi sulla terra, pel santo Vero eterno combatti l'aspra guerra. Dal campo, dal convito, dall'aula, dall'altare, tuo nome all'infinito tra noi risuonerà. LINA (fra sè) Da qual rimorso atroce mi sento lacerare! Di sua virtù la voce più rea mi griderà. RAFFAELE (fra sè, guardando a Stiffelio) Cotal virtù un rimorso Dovrebbe in me destare; ma poco è un primo sorso libar di voluttà STANKAR (fra sè, guardando a Lina) Cotal virtù un rimorso se potrà in lei destare; de un padre avrà il soccorso che sempre veglierà. (Lina si abbandona sulla sedia presso la tavola, gli altri tutti seguono Stankar nelle stanze a destra) Scena Quarta STIFFELIO (fra sè) Non ha per me un accento! Non un guardo! (a Lina) Soli noi siamo alfine. LINA Rodolfo... Oh perdonate! Mal s'avvezza a chiamarvi Stiffelio il labbro mio: (S'alza) Rodolfo Müller: egli è il dolce nome sol quale vi chiamai la prima volta, che qui, fuggente la nemica rabbia, v'accoglieva mio padre. STIFFELIO Quanto infelice fui da te lontano! LINA Pur di trionfi il mondo t'era splendido tanto e di piaceri STIFFELIO Piacer!... t'inganni, tu con me non eri. Vidi dovunque gemere oppressa la virtude, vegliardi vidi e giovani del vizio in schiavitude; vinto dall'oro il merito, delusa la giustizia, e in mare di nequizia vagar l'umanità. LINA Cielo, che orror! STIFFELIO Le ingenue custodi del pudore, le donne, rotto il vincolo del conjugale amore... LINA Ah!... STIFFELIO Ben lo so, perdonami; il quadro è troppo orrendo... ma ti rivedo, e apprendo che ancor v'è fedeltà. LINA Che dite mai, Stiffelio! STIFFELIO Il ver... Guai se ingannato...! Guai!, guai!, guai! LINA È grande la vostr'anima, (si confonde) avrebbe perdonato. STIFFELIO Ah no, il perdono è facile al core non ferito; ma occulto sta nell'anime tesoro indefinito, che nulla mano infrangere impunemente può. Ma... lagrime ti grondano!... Tu tremi!... non m'inganno; ti cruccia ascoso affanno! Parla al tuo sposo. LINA No. STIFFELIO No? Allor dunque sorridimi; oggi del nostro imene ricorre la memoria... LINA Lo so... (fra sè) Che orrende pene! STIFFELIO Dal cielo benedivane oggi la madre mia. (Le prende la mano) Oggi il suo anel... che fia? Non l'hai? dov'è? LINA Ah! STIFFELIO Non c'è più! Rispondere v'è d'uopo... che ne feste? LINA L'anello? STIFFELIO Sì... parlatemi... L'anello a chi lo deste? LINA (piangendo e coprendosi il volto con ambe le mani.) Ohimè! Ohimè! STIFFELIO Ah v'appare in fronte scritto qual rimorso vi fa guerra! Figlio è solo d'un delitto quel silenzio accusator! Ah ch'io cada fulminato, m'inabissi pur la terra! Su me scaglisi il creato se mi colse il disonor! LINA (fra sè) Mi disanima, m'atterra così insolito furor! Ah! STIFFELIO Ah v'appare in fronte scritto qual rimorso... Scena Quinta (Entra improvvisamente Stankar) STANKAR Müller? STIFFELIO Che? STANKAR Gli amici attendono. STIFFELIO Mai per me un istante avrò? STANKAR Ma qual'ira! STIFFELIO Perdonatemi... Andiam. (a Lina) Tosto qui verrò. LINA, STANKAR (fra sè) Mi (la) disanima, m'atterra (l'atterra) così insolito furor... STIFFELIO Ah, ch'io cada fulminato, m'inabissi pur la terra! Su me scaglisi il creato se mi colse il disonor! (Partono Stiffelio e Stankar) Scena Sesta LINA Tosto ei disse!... Ah son perduta! Quai discolpe usar potrei? Il rimorso mi fa muta, un accento non avrei. Questa misera tradita niuno in terra può salvar. Ah! A te ascenda, o Dio clemente, il sospiro, il pianto mio, tu perdona alla dolente ed ei pur perdoni, o Dio! Perdonata, perdonata, colla vita possa l'onta cancellar! Scena Settima LINA Verrà... dovrò risponder! Che risponder? Confessar forse?... Ah no!... Scriver fia meglio. (scrivendo) "Rodolfo!"... Ciel non posso!... (Rientra Stankar) STANKAR (fra sè) Io tutto vo' saper. (vedendo a Lina) Ah! LINA (fra sè) Non è questo che dirgli vo' STANKAR (Si avvicina pian piano a Lina e pone la mano sulla carta) Una lettera! Al signore di Leuthold scrivevate? (S'impadronisce del foglio) LINA (spaventata) Io? STANKAR Silenzio!... (leggendo) "Rodolfo!... Di voi non son più degna!" Non m'ingannava dunque, o sciagurata!... LINA Tacer più non potea... tropo soffriva... STANKAR Ed ei? Disperazione, morte per lui qui stanno. Si, morte! LINA Ah no, ch'ei viva, o Dio! Ma ingannarlo dovrò?... No, nol poss'io! STANKAR Dite che il fallo a tergere la forza non ha il core; che de' rimorsi il demone troppo vi fa terrore; dite ch'è men difficile all'anima spergiura svelar la colpa impura che morte a lui darà. Non basta a voi l'infamia, essere vil volete!... LINA Padre!... STANKAR Si, vil!... ma uditemi. Rodolfo salverete... D'amore immeritevole, dovrete amor subire!... LINA No. STANKAR È d'uopo l'obbedire... LINA Mai! STANKAR Mai! LINA Non sarà, mai! STANKAR Mai? LINA No! STANKAR Ed io pure in faccia agli uomini dovrò l'ira soffocare, la vergogna dovrò vincere, voi mia figlia ancor nomare; voi, l'indegna che disprezzo, voi, del padre disonore. LINA Oh qual fato orrendo strazio d'una misera pentita! Non vidi con queste lagrime che troppo son punita? Non volente fui nel lezzo trascinata dell'error. STANKAR Voi, del padre disonor, voi, la figlia che disprezzo, voi, del padre disonor. Basti adesso. Quel pianto tergete. LINA Ah nol posso! STANKAR Non più, lo dovete. LINA No, nol posso! STANKAR E' di padre volere. LINA No, nol posso! STANKAR È di sposa dovere; di Rodolfo lo esige la vita. LINA Tacerò. STANKAR Tempo è ben. LINA Chi m'aita! STANKAR Or meco venite, il pianto non vale; nessuno sospetti l'evento fatale: Stia come in sepolcro celato l'errore, lo esiga, lo impera del sangue l'onore. A Müller del mondo l'onor fia salvato, se il vostro perdeva mutabile amor. LINA Orrenda parola! Per sempre perduto! Il pianto si celi, il duolo sia muto; sorrida serena nel volto la calma, nasconda l'atroce procella dell'alma!. Perduto! perduto! eppure adorato qual cosa celeste fu sempre dal cor. STANKAR Or meco venite, il pianto non vale; nessuno sospetti l'evento fatale: LINA Perduto! perduto! Eppure adorato qual cosa celeste fu sempre dal cor. (Partono) Scena Ottava RAFFAELE (entrando) M'evitan... ma il colloquio avrò che qui le chiedo. (traendo di tasca una lettera) Ecco il libro Io n'ho la doppia chiave. (Apre il libro, vi pone la lettera, lo chiude e lo ripone sulla tavola, Jorg comparisce alla finestra) JORG (fra sè) Che vedo! (entra Federico) Scena Nona FEDERICO (sull'uscio) Leuthold! RAFFAELE Mi si chiedeva? FEDERICO La Messiade di Klopstock voleva. (Prende il libro, e lo porta seco partendo con Raffaele) Scena Decima (Sala di ricevimento nel castello, illuminata e parata per una festa. Gli amici di Stiffelio e del Conte colle loro spose sono introdotti da Servi) CORO Plaudiam! Di Stiffelio s'allegri il soggiorno. Plaudiam al ritorno del grande orator. Concordi qui regnin la gioia, la pace, constante, verace sorrida l'amor; l'amor che diffondere ei vuol tra' mortali; l'amor che fa eguali lo schiavo e il signor! Concordi qui regnin... Plaudiamo, ed al cantico un'eco gioconda l'affetto risponda che ferve nei cor! Plaudiam, plaudiam al grande orator. Plaudiam. (Gli amici si ritirano sul fondo della sala) Scena Undicesima STIFFELIO (a Jorg che entra) Tardasti? JORG Rifuggo da' gaudi mondani. STIFFELIO Adunque tai feste? JORG Le lascio ai profani, che arrecan perigli, insidie all'onore. CORO (In lontano) Concordi qui regnin... STIFFELIO Che parli? JORG Ti dico che or ora un signore un libro con chiave guardingo schiudeva, e in esso un biglietto... STIFFELIO ¿Un biglietto? JORG ... ascondeva ed aspetta risposta. Quel libro è stromento di tresca colpevole. STIFFELIO Oh cielo! Che sento! Chi è desso? (Entrano Lina, Dorotea, Raffaele, Federico portando il grande libro e gli amici) JORG È con Lina, ed ha il libro. STIFFELIO (parlando di Federico) Fia vero? È Frengel! Ma come svelare il mistero? JORG Più tardi DOROTEA (a Stiffelio) Cugino, pensate al sermone? FEDERICO Al tempio stasera saravvi riunione. Verremo. CORO Sì, tutti. FEDERICO Qual fia l'argomento? STIFFELIO Del perfido Giuda il vil tradimento. LINA, RAFFAELE (fra sè) Oh cielo! FEDERICO Pensiero sublime, stupendo. CORO A tutti i malvagi d'esempio tremendo. STIFFELIO Non solo all'iniquo ch'ha il Maestro venduto, ma a quanti tradiscon m'udrete imprecare. A lui che s'insinua, che simula astuto, che insidia, che macchia il domestico lare; che stende la mano all'uomo ingannato, e infame poi vanta l'onore involato! A lui per anatema fia sol che ripeta il carme ispirato del grande poeta. (Prende il libro dalle mani di Federico) È chiuso! DOROTEA Ne ha Lina la chiave. LINA (fra sè) Gran Dio! STIFFELIO Apritelo dunque. LINA Che dite? STIFFELIO Il voglio. LINA Io... STIFFELIO Aprite voi, lo replico, è inutile il terrore. D'un empio traditore qui la condanna stà. (fra sè) Oh qual m'invade ed agita terribile pensiero! Fatal, fatal mistero tal libro svelerà! TUTTI (fra sè) Oh qual l'invade ed agita terribile pensiero! STIFFELIO (a Lina) Nol volete? Farollo io stesso. (rompe il fermaglio del libro e cade una lettera) Una lettera! LINA (fra sè) Cielo! STANKAR (raccogliendo la lettera) Fermate! Non v'è legger tal foglio concesso! Chi lo scrisse, cui spetti ignorate! STIFFELIO Io nol curo... Rendetelo... il vo'. STANKAR Vecchio sono. STIFFELIO Rendetelo! STANKAR (Lo riduce in brani) No. STIFFELIO (A Stankar) Chi ti salva, o sciagurato, dallo sdegno che m'accende? Cieco l'ira già mi rende, più non freno il mio furor! LINA È mio padre! L'ira vostra su me tutta or cada alfine; ma le nevi di quel crine rispettatele, signore. STIFFELIO Cieco l'ira già mi rende!... STANKAR (a Raffaele, sottovoce) Nel recinto dei sepolcri da me atteso or or sarai. RAFFAELE (a Stankar, sottovoce) Freno all'ira STANKAR (A Raffaele, sottovoce) Armi a scelta troverai. Ti precedo, o traditor. RAFFAELE (a Stankar, sottovoce) Non la temo; se ch'io sia conoscete... DOROTEA, FEDERICO, JORG, CORO A turbar la bella calma che spirava in ogni petto, ah, perchè un demone il sospetto a Stiffelio pose in cor? RAFFAELE (A Stankar, sottovoce) Ah, sconsigliato invero siete nel gridarmi traditor. LINA È mio padre!... STIFFELIO (a Stankar) Più non tremo, più non freno il furor. (Partono tutti) |
ACTO I Escena Primera (Sala del castillo del conde Stankar; al fondo de la escena una puerta, a la izquierda una ventana, a la derecha una chimenea. Delante de la ventana una mesa con libros, tras los cuales se ve uno más voluminoso y lujosamente encuadernado con un broche cerrado con llave. Un escritorio) JORGE (Sentado cerca de la mesa, leyendo) ¡Oh, santo libro! ¡Oh, palabras proféticas!... (Cierra el libro y se levanta) ¡Sigue tu camino, Stiffelio! ¡Que tu palabra sea, para los enemigos de Dios sobre esta tierra, tempestad que destruye, ola que engulle, y rayo que fulmina! Se acerca... su esposa está junto a él. ¡Ah, quiera el cielo que el amor no sea un obstáculo para su deber! Escena Segunda (Entra Stiffelio, del brazo de Lina. Le siguen Dorotea, Federico, Rafael y Stankar) STIFFELIO ¡De nuevo estoy con vosotros... esposa, amigos! JORGE ¡Stiffelio! STANKAR ¡Hijo mío! DOROTEA, RAFAEL, FEDERICO, STANKAR, JORGE ¡Qué felices estamos con tu regreso! En nuestro corazón, recordaremos este día. Todos te queremos. DOROTEA Un barquero ha venido varias veces... STIFFELIO ¿Buscándome? DOROTEA Sí STIFFELIO Seguro que es Valter, el bueno del barquero. Me ha consultado sobre un caso extraño. DOROTEA, RAFAEL, FEDERICO STANKAR, JORGE ¿Podemos saber de qué se trata? STIFFELIO ¡Oh, sí! No me ha prohibido desvelarlo. Pasaba por aquí, con los primeros rayos del alba, cuando vio abrirse una ventana y, como poseído por un gran terror, vio aparecer en ella a un joven. STANKAR (para sí) ¡Se confirman mis sospechas! LINA, RAFAEL (para ellos) ¡Oh cielos! ¡Qué oigo! JORGE Por favor, continúa. DOROTEA, FEDERICO, STANKAR, JORGE ¡Extraño incidente! STIFFELIO A su lado había una mujer que parecía haber perdido la razón. Él vacilaba pero, llevado sin duda por el pánico, subió rápidamente al quicio de la ventana y se precipitó sobre las aguas. STANKAR ¿Cuántos días hace de eso? STIFFELIO Ocho. LINA (para sí) ¡Oh, Dios mío! RAFAEL (para sí) ¡El barquero fue testigo de mi huida! DOROTEA, FEDERICO, STANKAR, JORGE ¿Reconoció al fugitivo? STIFFELIO (Sacando de su bolsillo unos papeles) No, tan sólo perdió estos papeles. DOROTEA, FEDERICO, JORGE ¿Podemos verlos? LINA, RAFAEL (para sí) ¡Oh, cielos! STANKAR ¿Qué harás con ellos? STIFFELIO: Para devolverlos, debería leerlos; pero descubriría una relación pecaminosa... JORGE ¿Y? LINA, RAFAEL (para sí) ¿Qué sucederá? DOROTEA, FEDERICO STANKAR, JORGE ¿Qué has decidido? STIFFELIO (Arrojando los papeles a las llamas) ¡Qué ardan junto al nombre del seductor! LINA, RAFAEL (para sí) ¡Cielos, respiro! DOROTEA, FEDERICO STANKAR, JORGE (para sí) ¡Qué corazón más generoso! STIFFELIO Que se dispersen con las cenizas el nombre y el delito. Dios lo dijo, Dios lo escribió: "Perdonarás a tu hermano" JORGE, FEDERICO (para sí) ¡Ah, incluso dispersa la memoria del pecado! RAFAEL (En voz baja a Lina) Es preciso disimular, mentir... Quiero hablar contigo. DOROTEA, FEDERICO, JORGE (para sí) En su corazón habitan la bondad y la pureza del amor. STANKAR (para sí, mirando a Rafael) ¡Oh, Leuthold! Con mi hija has manchado mi honor, pero bien es verdad que si lo manchaste, tu sangre lo limpiará. RAFAEL (a Lina, señalando el gran libro sobre la mesa) En ese libro pondré un papel que te dirá la hora y el lugar. LINA (para sí) ¡Ah, piedad, Dios mío! STIFFELIO Dios lo dijo, Dios lo escribió: "Perdonarás a tu hermano" LINA (para sí) ¡Señor, que mi dolor te conmueva! Si ahora me salvo, Lina no volverá a caer en otro error. Escena Tercera AMIGOS DE STIFFELIO (Fuera de escena) ¡Viva Stiffelio! ¡Viva! STIFFELIO ¿Qué sucede? JORGE: (Mirando por la ventana) Llega un alegre grupo de amigos tuyos. STIFFELIO ¿Qué querrán? JORGE ¡Verte! AMIGOS, PARTIDARIOS DE STIFFELIO (Entrando) ¿Dónde está? Nuestros corazones te elevan un canto, Stiffelio. Eres el orgullo de Alemania, el que aleja todos los vicios. Justicia y amor fraternal derramas sobre la tierra. Por imponer la verdad eterna soportas una dura guerra. En los campos, en los festines, en los palacios, en los altares, tu nombre resonará eternamente entre nosotros. LINA (para sí) ¡Me atormenta el atroz remordimiento! La voz de su virtud me hace aún más culpable. RAFAEL (para sí, refiriéndose a Stiffelio) Tanta virtud debería despertarme remordimientos, pero es poco un sólo trago cuando se ha bebido de la copa del placer. STANKAR (para sí, refiriéndose a Lina) Tanta virtud debería despertar en ella remordimientos. Tendrá la ayuda de un padre que siempre velará por ella. (Lina se abandona sobre una silla junto a la mesa; los demás, excepto Stiffelio, salen) Escena Cuarta STIFFELIO (para sí) ¡Ni una palabra! ¡Ni una mirada! (A Lina) Estamos solos al fin. LINA Rodolfo... ¡Oh, perdona! Mis labios no se acostumbran a llamarte Stiffelio. (Se levanta) Rodolfo Müller, ése fue el dulce nombre con el que te llamé la primera vez, cuando huías de la muchedumbre enemiga y mi padre aquí te acogió STIFFELIO ¡Qué infeliz he sido lejos de ti! LINA Sin embargo el mundo te ha colmado de triunfos y placeres. STIFFELIO ¡Placeres! Te equivocas. Tú no estabas conmigo. He visto por todas partes gemir oprimida a la virtud. He visto a viejos y jóvenes esclavos del vicio. El mérito vencido por el oro... La justicia burlada... Y en un mar de iniquidad vagar a la humanidad. LINA ¡Cielos, qué horror! STIFFELIO Y a las mujeres, dulces guardianas del pudor, vi romper los vínculos del amor conyugal... LINA ¡Ah! STIFFELIO Sí, lo sé, perdóname; el cuadro es demasiado horrendo... pero vuelvo a verte y comprendo que aún existe la fidelidad. LINA Pero ¿qué dices, Stiffelio? STIFFELIO: ¡La verdad! Pero... ¡Ay si estoy equivocado! LINA Tu alma es grande (se confunde) y sabrá perdonar... STIFFELIO ¡Ah no, el perdón no es fácil para un corazón herido! Oculto en cada alma hay un tesoro infinito que ninguna mano puede violar impunemente. Pero... ¡estás llorando! ¡Tiemblas!... ¡No me engaño! ¡Un secreto dolor te atormenta! Habla a tu esposo. LINA No. STIFFELIO ¿No? ¡Entonces, sonríeme! Hoy festejamos el aniversario de nuestro matrimonio. LINA Lo sé... (para sí) ¡Qué terrible pena! STIFFELIO Que hoy, desde el cielo, mi madre nos bendiga. (Cogiéndole la mano) Que hoy, su anillo... ¿Qué?... ¿No lo tienes?... ¿Dónde está? LINA ¡Ah! STIFFELIO ¡No lo llevas puesto! Responder es tu obligación... ¿Qué hiciste con él? LINA ¿El anillo? STIFFELIO Sí... dime: ¿A quién diste el anillo? LINA (Llorando) ¡Ay de mí! ¡Ay de mí! STIFFELIO ¡Ah, en tu frente aparece escrito el remordimiento que te atormenta! ¡Este silencio acusador no puede ser más que la prueba de un delito! ¡Pero que caiga fulminado y que me hunda en la tierra! ¡Que contra mí se desencadene toda la creación si caigo en el deshonor! LINA (para sí) ¡Me desarma, me aterra, este insólito furor! ¡Ah! STIFFELIO ¡Ah! En tu frente aparece escrito el remordimiento... Escena Quinta (Entra de improviso Stankar) STANKAR ¿Müller? STIFFELIO ¿Qué? STANKAR Tus amigos te esperan STIFFELIO ¿No tendré un sólo instante para mí? STANKAR Pero, ¿es que estás de mal humor? STIFFELIO Perdóname... Vamos. (A Lina) Regresaré pronto. LINA, STANKAR (para sí) Me (la) desarma, me (la) aterra, este insólito furor... STIFFELIO ¡Ah, que caiga fulminado y que me hunda en la tierra! ¡Que contra mí se desencadene toda la creación, si caigo en el deshonor! (Se van Stiffelio y Stankar) Escena Sexta LINA ¡Ha dicho "Pronto"! ¡Ah, estoy perdida! ¿Qué disculpa podré dar? El remordimiento me dejó muda y no pude decir una sola palabra. ¡La miserable traidora no encontrará nada que pueda salvarla! ¡Ah! ¡Lleguen a ti, oh Dios clemente, mis suspiros y mi llanto! Perdona a la que sufre y haz que él la perdone, ¡oh Dios mío! ¡Que sea perdonada o que con la vida pueda borrar la deshonra! Escena Séptima LINA ¡Volverá!... ¡Deberé responderle! ¿Y qué responder? ¿Confesar, quizá?... ¡Ah, no!... Mejor escribirle. (Escribiendo) "¡Rodolfo!... ¡Cielos, no puedo!... (Regresa Stankar) STANKAR (para sí) Voy a averiguarlo todo. (Viendo a Lina) ¡Ah! LINA (para sí) ¡No es esto lo que quiero decirle! STANKAR (Se acerca lentamente a Lina y pone la mano sobre la carta) ¡Una carta!... ¿Al señor de Leuthold escribes? (Apropiándose del papel) LINA (asustada) ¿Yo? STANKAR: ¡Silencio!... (Leyendo) "¡Rodolfo! ¡No soy digna de ti!" ¡No me equivocaba, miserable! LINA No puedo callar más... sufro demasiado... STANKAR ¿Y él? Sólo le quedarán la desesperación y la muerte. ¡Sí, la muerte! LINA: ¡Ah no, qué viva, oh Dios! Pero ¿debería callar?... No, no puedo. STANKAR Di más bien que tu corazón no tiene valor para olvidar el pecado y que el demonio de los remordimientos te da demasiado miedo. Di más bien que es muy fácil para el alma perjura revelar la culpa impura que le dará a él muerte. ¿No te basta la infamia? ¿Además quieres ser cobarde? LINA ¡Padre! STANKAR ¡Sí, cobarde!... Escúchame: salvarás a Rodolfo. Deberás sufrir por su amor inmerecido. LINA ¡No! STANKAR Debes obedecerme... LINA ¡Nunca! STANKAR ¿Nunca? LINA ¡No, no lo haré nunca! STANKAR ¿Nunca? LINA ¡Sí, nunca! STANKAR Y yo entonces deberé, de cara al mundo, sofocar mi ira. Deberé vencer la vergüenza de llamarte aún hija mía. A ti, la indigna que desprecio, a ti, que has deshonrado a tu padre. LINA ¡Ah, qué horror, hacer sufrir a una mísera arrepentida! ¿No ves en estas lágrimas que he sido castigada? Sin darme cuenta, me dejé arrastrar hasta el fondo del pecado. STANKAR: Tú, que has deshonrado a tu padre, tú, la hija que desprecio, tú, que has deshonrado a tu padre. Ya basta. Cesa de llorar. LINA ¡Ah, no puedo! STANKAR ¡Ya es suficiente! ¡Tienes que dominarte! LINA ¡No, no puedo! STANKAR Es el deseo de tu padre. LINA ¡No, no puedo! STANKAR: Es el deber de una esposa. La vida de Rodolfo lo exige. LINA Callaré. STANKAR He llegado a tiempo. LINA ¿Quién me ayudará? STANKAR Ahora ven conmigo, de nada sirve llorar. Nadie sospecha el hecho fatal. Quede como en un sepulcro oculto el error, lo exige, lo impone el honor de la sangre. Hay que salvar ante los ojos del mundo, el honor de Müller, aunque haya perdido tu inconstante amor. LINA ¡Horrendas palabras! ¡Lo he perdido para siempre! Cese el llanto y calle el dolor. Sonría en mi rostro la serena calma y se oculte la atroz desolación de mi alma. ¡Perdido! ¡Lo he perdido! Y sin embargo, mi corazón lo adora como a un ser celestial. STANKAR Y ahora ven conmigo, de nada sirve llorar. Nadie sospecha el hecho fatal. LINA ¡Perdido! ¡Lo he perdido! Y sin embargo, mi corazón lo adora como a un ser celestial. (Se van) Escena Octava RAFAEL (Entrando) Todos me evitan... Pero conseguiré hablarle tal y como aquí le pido. (Sacando del bolsillo una carta) Aquí está el libro y tengo una copia de la llave. (Abre el libro, deja la carta, lo cierra y lo vuelve a poner en la mesa. Jorge se asoma a la ventana) JORGE (para sí) ¡Qué veo! (Entra Federico) Escena Novena FEDERICO (desde la puerta) ¡Leuthold! RAFAEL ¿Me llamabas? FEDERICO Buscaba el "Mesías" de Klopstock. (Coge el libro y se va en compañía de Rafael) Escena Décima (Sala de recepciones en el castillo, preparada para una fiesta. Los criados hacen pasar a los amigos de Stiffelio) PARTIDARIOS DE STIFFELIO ¡Cantemos! ¡Alégrese la casa de Stiffelio! Celebremos el regreso del gran pastor. Que aquí reinen en armonía la alegría y la paz; y que el amor sonría constante y leal. El amor que él quiere difundir entre los mortales, el amor que hace iguales al esclavo y al señor. ¡Que reinen en armonía!... Cantemos y que a nuestros cánticos responda alegremente el eco del afecto que crece en nuestros corazones. ¡Cantemos, cantemos al gran orador! ¡Cantemos! (Los amigos se retiran al fondo de la sala) Escena Undécima STIFFELIO (A Jorge que entra) ¿Por qué has tardado? JORGE Rehuyo los festejos mundanos. STIFFELIO ¿Incluso estas fiestas? JORGE: Lo dejo para los profanos que acarrean peligros e insidias al honor. PARTIDARIOS DE STIFFELIO (Desde el fondo de la sala) Qué reinen en armonía... STIFFELIO ¿Qué dices? JORGE Te digo que ahora mismo un hombre ha cerrado con llave un libro en el que ha escondido una carta... STIFFELIO ¿Una carta? JORGE ... la escondía y espera respuesta. Ese libro es el instrumento de una intriga culpable. STIFFELIO ¡Oh, cielos, qué oigo! ¿De quién se trata? (Entran Lina, Dorotea, Rafael, Federico llevando el gran libro y demás amigos) JORGE El que está con Lina y tiene el libro. STIFFELIO (Hablando de Federico) ¿Cómo es posible? ¡Es Frengel! Pero ¿cómo desvelar este misterio? JORGE Más tarde. DOROTEA (a Stiffelio) Primo, ¿has pensado el sermón? FEDERICO Esta noche hay una reunión en el templo. Iremos. PARTIDARIOS DE STIFFELIO ¡Allí estaremos todos! FEDERICO ¿Cuál será el tema que tratarás? STIFFELIO La traición del impío Judas. LINA, RAFAEL (para sí) ¡Oh, cielos! FEDERICO Sublime idea. PARTIDARIOS DE STIFFELIO Para los malvados será un ejemplo terrible. STIFFELIO No sólo contra el inicuo que vendió al Maestro, sino también contra todos los traidores me oiréis imprecar. Contra el que se insinúa y que astutamente disimula, que engaña, que mancha el calor de un hogar, que extiende la mano al hombre que engaña y con infamias se jacta ¡del honor que ha robado! Sólo contra él repetiré el anatema de los inspirados versos del gran poeta. (Coge el libro de las manos de Federico) ¡Está cerrado! DOROTEA Lina guarda la llave. LINA (para sí) ¡Dios mío! STIFFELIO Ábrelo pues. LINA ¿Qué dices? STIFFELIO Así lo quiero. LINA Yo... STIFFELIO Ábrelo tú misma, te repito. Tu miedo no sirve de nada. Aquí está guardada la condena de un impío traidor. (para sí) ¡Oh qué terrible pensamiento me invade y me agita! El libro desvelará el misterio fatal. TODOS (para sí) ¡Oh qué terrible pensamiento lo invade y lo agita! STIFFELIO (A Lina) ¿No quieres?... Lo haré yo mismo. (Rompe la cerradura del libro y cae una carta) ¡Una carta! LINA (para sí) ¡Cielos! STANKAR (quitándole la carta) ¡Detente! No tienes derecho a leer esta carta. Ignora quién la ha escrito y a quién va dirigida. STIFFELIO ¡No me importa! ¡Devuélvemela, la quiero! STANKAR Piensa que soy un anciano. STIFFELIO ¡Devuélvemela! STANKAR: (La hace pedazos) ¡No! STIFFELIO (A Stankar) ¡Ah, desgraciado! ¿Quién te salvará de la indignación que me enciende? ¡La ira me ciega y no puedo frenar mi furor! LINA ¡Es mi padre! Que tu ira caiga sólo sobre mí, pero respeta, al menos, las canas de esos cabellos. STIFFELIO ¡La ira me ciega... STANKAR (A Rafael, en voz baja) Te espero, lo antes posible, en el cementerio. RAFAEL (A Stankar, en voz baja) Calma tu ira... STANKAR (a Rafael, en voz baja) Escoge las armas que prefieras... ¡Voy para allá, traidor! RAFAEL (A Stankar, en voz baja) No te tengo miedo, pero ten en cuenta quien soy... DOROTEA, FEDERICO, JORGE, CORO Se ha perturbado la calma que habitaba en nuestros los corazones... ¿Por qué un demonio ha sembrado la duda en el corazón de Stiffelio? RAFAEL (a Stankar, en voz baja) ¡Ah, temerario!... Haces mal en llamarme traidor... LINA ¡Es mi padre!... STIFFELIO (A Stankar) No tengo miedo ni puedo frenar mi furor. (Se van todos) |