SALVADOR ROSA





Personajes


DUQUE DE ARCOS

ISABEL

SALVADOR ROSA


MASANIELLO

GENNARIELLO

FERNÁNDEZ

CONDE DE BADAJOZ

CORCELLI
 

Virrey de Nápoles

Su hija

Un pintor

Jefe de los insurgentes

Amigo de Salvador

Oficial español

Un bandolero

               Bajo

        
Soprano

             Tenor

         Barítono

         Soprano

             Tenor

             Tenor

               Bajo
 

 




La acción transcurre en Nápoles, en 1647.





ATTO  I


Scena Prima

(Uno studio di pittore.
Due porte; una di mezzo, l’altra a destra. Le mura gli escono
coperte di quadri e di tele sbozzate. A sinistra un tavolino con
busti in marmo e strumenti di musica. Piccoli sedili e sgabelli
Cavalletti con tele da dipingere. Salvator Rosa è seduto intento
a dipingere. Gennariello in pie didietro le spalle del pittore,
osservando il quadro)


SALVATORE
Ebbene, Gennariello?...
Nulla trovi sul dipinto, a ridir?...

GENNARIELLO
Quel ciel mi pare troppo pesante...
e troppo tetro il mare...

SALVATORE
Vuol dir che presto avrem burrasca...

GENNARIELLO
E poi...scusate, Salvator,
le vostre donne si assomigliano tutte.

SALVATORE
E ciò vuol dire
che una donna soltanto è nel cuor mio.

GENNARIELLO
(allontanandosi dal quadro)
Or vi comprendo... una assai dolce cosa
dev'essere per voi le mille volte
ritrarre il volto della donna amata...
Come vi invidio!...

SALVATORE
(alzandosi)
Olà!... forse saresti innamorato?...

GENNARIELLO
Sotto il ciel ridente di Napoli,
v'è forse alcun garzone dell’età mia
che non conosca amore?...

SALVATORE
(ridendo)
Un fanciullo!...

GENNARIELLO
(con pretensione)
Messere!... ho già varcati
I tre lustri... sapete?

SALVATORE
Io l’ignorava...Perdono!...

GENNARIELLO
Udir vi piace
la canzonetta ch'io per lei composi?

SALVATORE
Per chi?

GENNARIELLO
Per lei. Non basta?

SALVATORE
(rimettendosi a sedere presso al quadro)
Da bravo! udiam!
La tela mia fra tantor avviverò.

GENNARIELLO
Vi ispirerà il mio canto:

(leva dal tavolo un mandolino e canta accompagnandosi)
 
Mia pêccêr ella, deh! Vieni allo mare!
Nel la barchetta v'è un'letto di fior...
la bianca prora somiglia un altare,
l’onde e le stelle sfavillan d’amor.
E quando tu vorrai, la vela io scioglierò...
lontan... lontano assai pel mar ti porterò.

SALVATORE
Ma bravo davvero!

GENNARIELLO
Finito non ho...
V’è ancora una strofa...

SALVATORE
Con gioia l’udrò.

GENNARIELLO
(come sopra)
Mia pêccêr ella, tu chiedi ove andiamo...
Ti affida al vento, ti affida all’ amor!
Tutta la notte vuo' dirti che t'amo,
tutta la notte vuo' stringerti al cor.
E a me radiante in viso
diranno i tuoi sospir:
Sul mare è il paradiso,
sul mare io vuo’ morir!

SALVATORE
(alzandosi ed abbracciando Gennartello)
Vero figliuol di Napoli
al canto e al cor tu sei...

MASANIELLO
Di Salvatore ai plausi

(a Gennariello)
 
unisco i plausi miei...

GENNARIELLO
Vol!... Masaniello!...

SALVATORE
Amico...

GENNARIELLO
(a Masaniello)
Tu pur mi udisti?...

MASANIELLO
Sì…

(in disparte a Salvator Rosa)
 
Parlar ti deggio...

SALVATORE
(a Gennariello)
Or... lasciami solo con lui...

GENNARIELLO
(a Masaniello)
Perdono!...
Un bel fucil... rammentati...
Mi promettesti in dono...

MASANIELLO
L’avrai...

GENNARIELLO
Quando?...

MASANIELLO
Ritrovati in piazza a mezzodì...

GENNARIELLO
(da sè)
Tutto or capisco...

SALVATORE
Vattene!...

GENNARIELLO
(con impertinenza)
E s'io restassi qui?

(Salvatore fa l’atto di prenderlo per un orecchio.
Gennariello spicca un salto ed esce)


SALVATORE
(rapidissimo e agitato)
Ebben, quai nuove?

MASANIELLO
L’ora è suonata...

SALVATORE
Tutto è disposto?

MASANIELLO.
Tutto...

SALVATORE
Sta ben...

MASANIELLO
De’ tuoi la schiera?...

SALVATORE
Qui radunata fra un'ora...

MASANIELLO
Armarsi... e oprar convien...
In te... nel popolo... in Dio confido...
La giusta causa trionferà...

SALVATORE
Segnal d’allarmi?...

MASANIELLO
Sarà tal grido,
cui tutto un popolo risponderà.
All’armi! Iddio lo vuol!
In frangasi il poter               
del despota stranier,
che infesta il nostro suol!

SALVATORE
Di patria il sacro amor
Tutto m’infiamma il cor;
del despota stranier
oggi cadrà il poter...

MASANIELLO
A mezzodì, quando gli esosi sgherri
A estor cereverranno il reo tributo,
dalla piazza tuoni il fatal grido.
Di sarmar quei pochi lieve impresa sarà.
Da cento sbocchi ecco... il popolo irrompe...
La montagnad’ armi... d’armati versa
Nella città un torrente...
Oh! Tre mia llora il duca D’Arcos! 
Mercenario braccio mal difende i tiranni.
Onnipossente è un popol che combatte
Nella giusta ira sua; folgore è desso,
folgor di Dio che ogni barriera abbatte.

SALVATORE
Santa, divina è l'ira
ch'ogni tuo detto spira...
Pure... un più mite accento
parlarti al cuore io vuo’...
Se il Duca a patti scende...

MASANIELLO
(esitando)
Se ai dritti nostri ei rende giustizia...

SALVATORE
Ebben?

MASANIELLO
(dopo breve esitazione)
Al vinto i patti io detterò.
Dal sangue abborro... il sai...
E il popolo giammai di ree,
codar destragi le glorie sue macchiò.

SALVATORE
(con entusiasmo)
Mi abbraccia, Masaniello.

MASANIELLO
Vieni al mio cor, fratello...

SALVATORE, MASANIELLO
Fratelli in un pensiero,
fratelli in un desir:
Di liberar la patria,
di vincere o morir!

MASANIELLO
All’opra!...

SALVATORE
I miei compagni
Fra un' rasaran qui...

MASANIELLO
Viva la patria!...

SALVATORE
Viva!...

MASANIELLO
Ti attendo...

SALVATORE
A mezzodì!

(si abbracciano. Masaniello esce)
 
Sublime cor!... nobil espirto!...
E un figlio del popolo è costui...
Di quel popolo onesto e generoso
che per dispregio suol chiamarsi plebe...
Si compia il fato omai!

(volgendosi al quadro)
 
Addio per poco
musa gentile de’ miei carmi.
Addio de’ miei
Forti pensieri ispiratrice!...

(tornando sul davanti della scena)
 
Né più vederla mi sarà concesso!...
Pensier tremendo!
Oh come lieto andrei incontro a morte,
per un detto solo...
per un sol sguardo di quell’angiol santo.
Forma sublime, eterea,
di luce e di candor,
eri tu donna o deri
larva di il luso cor?
La tua celeste imagine
un giorno mi apparì...
Né più ti vidimai
Dopo il beato dì.
Oh qual poter... qual demone...
qual Dio ti tolse a me?
Vieni! ti invoca il genio
che vita avea da te!
E per l'amata patria
morrò felice allor,
col no me tuo sul labbro...
l'immagin tua nel cor.

GENNARIELLO
(affannato)
Salvatore... celatevi... fuggite...

SALVATORE
Che avvenne?

GENNARIELLO
Circondata dagli sgherri spagnuoli
è questa casa...

SALVATORE
Parli tu il ver?... Ma... come?...
Dove... fuggir?...

CONTE
(sulla porta inchinandosi)
Signore...

(facendo avanzare i soldati)
 
E desso!

GENNARIELLO
(a Salvatore sottovoce)
Un ceffo da brigante han costor...

SALVATORE
(a Gennartello)
Taci!...

CONTE
All illustre Salvator Rosa...
al celebrato artista
di cui va Italia con ragione altera,
il Duca d’Arcos favellar domanda...

SALVATORE
Ben venga il Duca!...

CONTE
(inchinandosi con affettazione)
A me l’insigne onore...
di accompagnarvi a lui...

SALVATORE
Se di seguirvi io rifiutassi?...

CONTE
(accennando alle guardie)
Allor... dovrei...

SALVATORE
Comprendo...

GENNARIELLO
(a Salvatore, portando la mano al pugnaletto
e accennando agli Spagnuoli)
Cancelliam questi sgorbii?...

SALVATORE
(trattenendo Gennartello)
A Masaniello corri...

CONTE
(a Gennariello che vorrebbeu scire)
Non esca alcuno!

SALVATORE
(al Conte)
A voi mi arrendo...

CONTE
(ar soldati)
L’illustre prigioniero affido a voi...

GENNARIELLO
Gran Dio!...
Che ascolto!... E dunque vero?

SALVATORE
(abbracciando Gennariello)
Tranquillo io sono... addio!...
Tergi, o fanciul, le lacrime...
Fra poco io riedo a te...
Tranne l’amor di patria
non vi è delitto in me.

(al Conte)
 
Andiam...

(il Conte fa cenno ai soldati che partono con Salvatore)

GENNARIELLO
Ah no!... fermate!
Cielo! Perduto egli è!
Che far? si avverta Masaniello...
e tosto si dia mano ai moschetti!
A mezzogiorno manca un’ ora...
e frattanto egli potria…
Qual fragor!...

VOCI INTERNE
Viva l’arte e l’allegria!...

SCOLARI
Dov'è il maestro d’ogni pittor?
Dov'è il più destro dei schermitor?
Dov'è l’amabile, gentil poeta
Della facezia, del buon umor?

GENNARIELLO
(affannato)
Il gran maestro... Il gran pittore...
Ah! di narrarvelo mi manca il core...

CORO
Suvvia! che è stato?...

GENNARIELLO
L'hanno... arrestato...

CORO
Che? Salvatore!

GENNARIELLO
È prigionier...

CORO
E tu... hai permesso?...

GENNARIELLO
Sentite... adesso...
Ch'io ci avrò colpa!...
Grazie davver!...

TUTTI
Che più restiamo?
Presto... accorriamo!...
Seguiam le traccie del prigionier!
Omai si affretti l’ora fatal…
Fuori i moschetti! Mano al pugnal!

(partono correndo)


Scena Seconda

(Grande Sala al Palazzo della Vicaria. Porta di mezzo, altra ç
porta a sinistra. A destra una porta vetrata che dà sul balcone;
grandi seggioloni; un tavolo)


DUCA
(entrando)
Delle truppe rispondi?...

FERNANDEZ
Ancor di Spagna non giunsero le squadre...

DUCA
(passeggiando inquieto)
E la ribelle città?...

FERNANDEZ
Più minacciosa giammai non si atteggiò.
Tutte le vie di Napoli percorsi
e indizii certi di imminente rivolta
ovunque io scorsi.

DUCA
Al suo posto ciascun!
Tale si día un ricordo alla plebe
onde giammai dal fango
il capo rialzar non osi!...
Da te prodi giattendo; alle tue gesta
premio sarà la figlia del Duca d’Arcos...

(Fernandez sì inchina e parte
aprendo una porta segreta)
 
Questa via segreta
che adduce al Castelnuovo
in ogni caso a noi fia scampo...

CONTE
(sulla porta a destra, inchinandosi)
Il prigionier!...

DUCA
Si avanzi!...

(Salvatore entra fra le guardie. Ad un cenno del
Duca queste si ritirano col Conte di Badajoz)


DUCA
(sedendo)
Contro il poter sovrano, signor,
voi cospirate...

SALVATORE
Vero non è...

DUCA
Le provene tengo...

SALVATORE
Perdonate!...
D'un popolo che soffre
Ragione ai dritti io rendo...
Io franco a voi favello,
chè un vil sarei tacendo...
Allor che degli oppressi
si innalza il grido a Dio,
fra questi e i rei che opprimono
segnato è il posto mio.

(con fierezza)
 
Duca! figliuol del popolo io son!...

DUCA
(alzandosi)
Cotanto audace!...

(reprimendosi)
 
Non cale! A un uom di genio
clemenza usar mi piace...
Che voglio no costoro?...

SALVATORE
Rivivan gli statuti di Carlo Quinto;
cessino gli orribili tributi...

DUCA
A patti coi ribelli scender dovrei?...

(sì odono grida lontane di popolo)


SALVATORE
Gli sguardi laggiù volgete, o Duca
forse doman fia tardi!

DUCA
Tremin gli stolti!...

ISABELLA
(affannata)
Padre!...

SALVATORE
(colpito)
Sua figlia!...

ISABELLA
(vedendo Salvatore)
Ei qui!...

DUCA
Che vuoi?...

ISABELLA
Tutta Napoli insorge...

DUCA
Ebben?...

ISABELLA
Placar tu puoi l'ira fatal
d’un popolo furente...

DUCA
Ed è mia figlia... è la duchessa d’Arcos
che tal viltà consiglia al padre!...

SALVATORE
(ad Isabella)
O voi che d'angelo avete il volto e il cor...
Pregate... e il vostro accento
Disarmi il suo furor!...

ISABELLA
(al Duca)
Padre... a te il grido innalzasi
d’un popolo tradito...
molto ei sofferse e il gemito
or si cangiò in ruggito...
Cedi! e costor che imprecano
per disperato affanno,
a te benediranno
siccome a padre un dì.

DUCA
Qual son, qual sei rammentati...
Cessa dai vani preghi!
Di stolta plebe agli impeti
non fia giammai ch'io pieghi;
della possente Iberia
io qui l’onor difendo...
Né trarre al fango intendo
lo stemma del mio Re!

SALVATORE
(da sè)
Oh! questa è ben l’imagine
che vagheggiò il cor mio!...
Nella sua voce d’angelo
parla il pensier di Dio...
Ma il rivederla è gaudio
che ogni mia speme uccide,
l’abisso orci divide...
Spenta tu sei per me1...

CONTE
(entrando affannato)
Duca... vi allontanate!...

DUCA
Che parli?...

VOCI DI FUORI
Morte! Morte agli Spagnuoli!...

ISABELLA
(col massimo terrore)
Cielo!...

CONTE
Al Castelnuovo si ripiegano i nostri;
la vittoria agli insorti rimane...

SALVATORE
(al Duca)
Queste mura fian invasetra poco...

ISABELLA
Padre!...

DUCA
Oh vergogna!...

SALVATORE
Ed e si tarpotete?
Se ancora di scampo t’è schiusa una via,
del popol che irrompe ti invola al furor...
Funesto ogni indugio... mortal esaria...
Di lei... di tua figlia ti muova il terror!

ISABELLA
(al Duca)
D'un core leale ti piega all’accento...
A nostra difesa qui il ciel lo mandò...
Ei solo in quest'o rad’ atroce sgomento
la vita... la fama salvare ti può.

DUCA
Ch'io ceda... ch'io fugga dinanzi ai ribelli!
E il cielo a tal onta serbato mi avrà!...
Più fiera e tremenda da inostri castelli
doman la vendetta sul popol cadrà!

CONTE
Più fiera e tremenda dai nostri castelli.
doman la vendetta sul popol cadrà.

DUCA
(traendo seco Isabella)
Vieni!...
 
VOCI
Morte al tiranno!

ISABELLA
Salvator!...

SALVATORE
Fidate in me... partite!

(il Duca, Isabella, il Conte e i Soldati escono per la porta segreta)
 
Quel dolce sguardo m'ha beato il cor!...

MASANIELLO
Dove sono gli infami?

TUTTI
A morte il Duca!...

SALVATORE
Masaniello!

MASANIELLO
(abbracciando Salvatore)
Tu… amico!

ALCUNI DEL POPOLO
Egli! Il pittore!...
Viva! viva!...

ALTRI
Ma il Duca?...

SALVATORE
Vi arrestate... Udite! Il Duca
per segreta via co'suoi fuggì;
sgombro è il palazzo...

MASANIELLO
Ei fugge!...

(salendo sovra uno sgabello)
 
Ebben: Napoli il sappia e il sappia il mondo:
di Filippo Quarto Re della Spagna
è caduto per sempre il barbaro poter:
liberi siamo!

TUTTI
(abbracciandosi e levando il cappello)
Del despota stranier
infranto è il rio poter!
E sul rederto suol
Splende più bello il sol.

POPOLO
Evviva Masaniel!..
Ti benedica il ciel.

(entusiasmo generale; tutti si affollano intorno
a Masaniello per abbracciarlo. Cala il sipario)
 
 

ATTO  SECONDO


Scena Prima

(Una stanza al Castelnuovo presso Napoli.
Andito a sinistra, porta a destra nello sfondo, altra piccola porta
a destra sul davanti della scena, una finestra, mura gli ei gnude
qua e là delle armature, spade e schioppi che pendono dalle

pareti. A sinistra un tavolino con tappeto nero, l'occorrente per
scrivere, ed una picco la croce nera. Il Duca d’Arcos seduto
presso il tavolino, cogli occhi intenti ad un foglio. Isabella in
piedi presso la finestra)

ISABELLA
(guardando dalla finestra)
È desso!... è proprio desso!... Salvatore!...
Pria di vederlo mel diceva il core...

DUCA
(ad Isabella severamente)
Riedi a tue stanze. o figlia,
e una più rica veste ti adorni;
 a Napoli fra un'ora noi torneremo…

ISABELLA
(con gioia)
E sarìa vero... o padre!
Di Masaniel tu le proposte accogli!
Come lieta ne sono!...

DUCA
(alzandosi)
A me le gravi cure di stato,
a te i geniali studi di abbellirti,
o Isabella; onde superbo
vada il tuo sposo nel guidarti al braccio.

ISABELLA
(colpita)
Padre...

DUCA
Mi udisti! Va’! qui il messo attendo.

(Isabella'e esce per la piccola porta a destra)
 
E il foglio io segnerò?...
Poichè di Spagna tardan glia juti...
il capo piegar mi è forza e da accettar la tregua.

(con impetod’ira)
 
Patteggiar coi ribelli
il... Duca d'Arcos!... Oh!
si affretti il giorno che dal mio nome
cancellata sia tanta vergogna!
E come?... Oh! qual mi appare
Allo sguardo... al pensier...
Vortice orrendo di delitti e di sangue!...
E qual mercede al mio lungo soffrire?...
E qual solli evo all’atre cure...
E dai rimorsi atroci?
Logoro arnese del poter,
sospetto al Re...alla patria…
sovra strania terra infamato morire...
e maledetto!...

(passeggia concitato, indi mestamente riprende)
 
Di sposo... di padre... le gioi eserene,
iteneri affetti son muti per me...
Mi chia man possente... maschiavo mi tiene,
mi incalza ai delitti lo spettro di un Re.
Se in cor di clemenza mi parla una voce...
d'un popol straziato s'io piego al dolor,
Punisci, punisci! - mi grida una voce…
Son legge a chi regna la strage e il terror!

(sìa vvicina al tavolino, segna un foglio con
mano esitante, poi scuote il campanello)


DUCA
(al Conte)
Di Masaniello il messaggier!

(il Conte si inchina e parte per introdurre Salvatore)
(a Fernandez)
 
Segnato è il patto della tregua...

SALVATORE
(inchinandosi al Duca)
Duca!...

DUCA
(consegnando a Salvatore il foglio firmato)
A voi questo foglio, o signor;
Napoli vegga che giusto e mite io son...

(volgendosi a Fernandez)
 
Presti i Soldati si tengano ad uscir...

(Fernandez parte)
(al Conte)
 
Si rechi avviso alle dame... ai baroni...

(il Conte esce)
 
E voi per poco

(a Salvatore)
 
qui mi attendete...
Al vostro braccio leal fidato,
del popolo all’eroe vuol presentarsi
il Duca d’Arcos...

(esce con Fernandez per l’andito a sinistra)


SALVATORE
Di stupore ho l’alma ripiena.
Un sogno non è questo?... À lei
Sì presso ancora mi conduce il fato...
E fuggirla... obbliarla
Il mio core per sempre avea giurato!...
Eccola!

ISABELLA
Padre...

(vedendo Salvatore)
 
Voi... qui... signore!...

SALVATORE
(Fra sé)
O istante!

(Forte)
 
Ambasciatore di Masaniello io venni...

ISABELLA
Vedeste il Duca?

SALVATORE
Sì…

ISABELLA
Ebbene?...

SALVATORE
Io... tutto ottenni...

ISABELLA
(con gioia)
O avventuroso dì!...

SALVATORE
Voi… ne gioite?

ISABELLA
E lieto non siete voi?

SALVATORE
(da sè colla più viva emozione, guardando Isabella)
Gran Dio! Dovrà il fatal segreto
morir nel petto mio?...

ISABELLA
(fra sé)
Reprimi, o core, i palpiti!)

SALVATORE
(con risoluzione)
No… tutto a lei si sveli!

(ad Isabella)
 
Ogni misura eccedono
le angoscie mie crudeli!

ISABELLA
Voi… m’atterrite…

SALVATORE
Uditemi...
Il core io v’aprirò...
Poi di dolore... e d’onta
al vostro piè morrò...

ISABELLA
Parlate!...

(fra ssé)
 
A immenso gaudio
o a morte incontro io vo’

SALVATORE
Sulle rive di Chiai ai ostava assiso
Ari trar sulla tela un bel mattin...
Quando, radiante di celeste riso,
Si arrestò una fanciulla a me vicin...
Ella sul mio dipinto l'occhio teneari volto...
Io nel celeste volto pascea
lo sguardo e il cor.

ISABELLA
(mal frenando la sua gioia)
Ah! di quell'ora all’estasi
l’alma rivive ancor...

SALVATORE
Ella fuggì... disparve… in un mistero
Quella angelica forma si smarrì…
E in lei sempre era fisso il mio pensiero...
L’astro era dessa de’ miei foschidì.

ISABELLA
Né più la rivedeste?...

SALVATORE
Io... l’ho ve dutaor fan due giorni…

ISABELLA
(tremante)
E voi l'amate ancor...

SALVATORE
(con disperazione)
Io l’adoro… e per sempre…
Ahí! L’ho perduta!

ISABELLA
Che dite?...

SALVATORE
(sottovoce guardando fissamente Isabella)
Allor che in essa osai levar le ciglia...
seppi... ch’ella era figlia del Duca d’Arcos…

ISABELLA
(atterrita)
Ciel!... Taci... mio padre è là...

(corre in fondo alla scena esplorando con febbrile agitazione)


SALVATORE
(con dolore)
Tutto or sapete...fuggi temi...
e piangete sul fato mio crudel!...

ISABELLA
(gettandosi come affascinata nelle braccia di Salvatore)
L'accento dell'amor in ebbria i sensi miei...
E piangere potrei col paradiso in cor?...
La sacra fiamma in te del genio accese Iddio;
Tu sei nel pensier mio
Più grande d’ogni re!
Io t'amo... io t'amo...

SALVATORE
Nè un sogno mentitor
Il ude i sensi miei?...
Vicino a te morrei
col paradiso in cor...
Io t'amo, io t'amo...

ISABELLA
(avvicinandosi al Crocefisso che sta sulla tavola)
Per questa augusta imagine
del Dio che soffrì tanto... e tanto amò…
giuro che tua per sempre o del l’avel sarò...

DUCA
(in disparte)
Che intendo!...

SALVATORE
Il duca...

(breve silenzio e sgomento. Il Duca si avanza
lentamente col suo seguito e volgendosi a
Salvatore con ipocrita amorevolezza)


DUCA
Alla Duchessa d’Arcos
Il braccio non offrite?

ISABELLA
(tremando)
Ciel!...

SALVATORE
(offrendo il braccio ad Isabella)
Se degnate...

DUCA
Usciamo!...

(Salvatore e Isabella precedono è cortigiani
e descono dalla porta di mezzo)


DUCA
(sul davanti della scena accompagnando la
figlia e Salvatore d’ uno sguardo terribile)
E soffrirò!...
Il chiostro a lei…
la morte al reo che tanto osò.

(segue i cortigiani)


Scena Seconda

(Spiaggia di Napoli.
Nel fondo della scena, la città, a destra il mare con bastimenti
imbandierati; sul davanti un gran padiglione; a sinistra una
specie di tribuna ornata di bandiere, di frondi e di fiori. Al’alzarsi
della tela una folla di donne e di giovinetti invadono la scena e si
abbandonano alla danza. Ai lati, molti Popolani, Corcelli e

Briganti, aggruppati intorno ai danzatori, indi Gennariello
attorniato da alcuni lazzeri e donne)

CORO
A festa! a festa! Tutti accorriam!

DONNE, GIOVANI, POPOLANI
(correndo incontro a Gennariello)
Veh! Gennariello!...
Evviva il bravo moschettier!...

GENNARIELLO
(avanzandosi circondato dalla folla)
Adagio!... Indietro!...

CORO
Ah! Parla! Tutto vogliam saper…
Compiuto hai dei miracoli…

GENNARIELLO
Ho fatto il mio dover…
Poichè vi piace udir come la scena andò,
ve la dirò.
Tutti d’intorno a me venite ad ascoltar,
E niuno osi parlar!
Fuoco di moschettier dall’ alto del balcon...
più in là il cannon.
A Satanasso, al ciel impreca lo Spagnuol...
Sparito è il suol...
Che orrendo baccanal Che strepito infernal!
Pim! pom! di qua; pim! pom! di là!..
E noi da basso: avanti!
Viva la libertà!
Poi tutti col pugnal
Tra il fuoco cispingiam
La via spazziam!
I fucili carichiam...
Tutti in massa ciavanziam...
Alla porta giunti alfin,
lo Spagnuol non è più là...
Urta... spingi... e patatrà!

CORO
Pim! pom! patatrà!...
Lo Spagnuol non'è più là...
Viva la libertà!

(Gennariello e il Coro sì ritirano in fondo alla
scena e le danzeri prendono animatissime)


CORCELLI
(avanzandosi coi briganti al cessare delle danze)
Perché venutisiam?
Perché pugnato abbiam?...
della vittoria tutta rendiam la gloria...
Ma noi senza bottino non partirem di qua...

(ripresa delle danze e del Coro)


CORO
Al prode Masaniel! una corona offriam!
A lui che i dritti ognor del popolo affermò..
e in Napoli l’amor di libertà destò.
Riposta è in Masaniel del popolo la fè.
Ei nostro duce sol ei sol fia nostro re.

GENNARIELLO
Largo!... largo a Masaniello!

POPOLO
Viva il nostro redentore!...

DONNE
Come è fiero!... come è bello!...

CORCELLI E BRIGANTI
Sta a veder che lo fan Re!...

TUTTI
Zitto! zitto!... egli favelli...
Nostro duce e padre egli è...

MASANIELLO
(che sarà salito sulla tribuna fra gli omaggi della folla)
Popol, mi ascolta! Nella giusta lotta
Iddio fu teco... eh ai vinto.
Al tuo possente voler la fronte piega
Il despota spagnuol.
Dalle castel la sventola il bianco segno
E il Duca d’Arcos co inostri Messi
sta librando i patti della tregua…

CORCELLI ED ALTRI
No! no!... guerra…
Sterminio allo straniero!...

MOLTI
Le nefande tasse sien tolte...
i dritti nostri si rintegrino appieno;
altro non chiede il popolo...

MASANIELLO
E tal pure è il voto mio...

POPOLO
L 'arbitro nostro... il nostro Re tu sei!

MASANIELLO
(scendendo dalla tribuna)
No! no! che dite?...
Oh! venga il Duca!
A lui le vane pompe del poter,
a voi le franchigie... la pace,
A me le care gioie serene
Della mia capanna... la mia barchetta...
i cieli azzurri... e il mare!...

(tutti si fanno intorno a Masaniello e lo ascoltano riverenti)
 
Povero nacqui,
e ai perfidi splendori io non anelo...
Giorni ignorati vivere desìo
Fra l’onde e il cielo…
Libero al par di un’aquila,
Altero al par di un re.
Ma se tradito il popolo
a me levasse un grido,
come un celeste vindice
io scende re i sul lido...
e guai tre volte ai reprobi
per la mancata fè!

CORO
Nel dì tremendo, il popolo
Ancor sarà con te!

(squilli di tromba nell’interno)


GENNARIELLO
(che sarà salito sulla tribuna)
Viva! viva!... su! accorriamo!...
Salvatore!

(getta in aria il berretto e corre verso il fondo della scena)


TUTTI
(guardando e accennando verso il fondo della scena)
Gli spagnuoli!...

BRIGANTI
Che si fa?...

CORCELLI
Zitti!... attendiamo!

MASANIELLO
(collocandosi ai piedi della tribuna)
Qui, o fratelli, intorno a me...

(Il popolo si schiera ai lati di Masaniello. Corcelli, i Briganti e
alcuni Lazzeri dal lato opposto. Comincia la marcia. I Soldati
spagnuoli con Fernandez alla testa sfilano sulla piazza. Durante
la marcia hanno luogo i canti che seguono)


POPOLO
Al tuo core ognun si affida...
Tu nereggi... tu ne guida...
Masaniel, tu ognor sarai
nostro duce e nostro Re.

PARTE DEL CORO
Per cacciare lo straniero
tanto sangue fu versato...
Ed al giogo abbominato
Noi dovremo ancor piegar!...

GENNARIELLO
(avanzandosi poco prima del Duca)
Oh! mirate... è Salvatore!
Presso al Duca!... quale onore!...
Tanta gioia nel suo volto
mai non vi desi brillar!...

MASANIELLO
Poiché il duca a noi si arrende...
Poiché il duca a patti scende...
franca, libera, leale
sia del popolo la fè.

DUCA
(a Salvatore)
Dov'è l’eroe del popolo?

SALVATORE
(additando Masaniello)
Eccolo...

DUCA
(stendendo la mano a Masaniello)
A te la mano!

(consegnando solennemente un foglio a Masaniello)
 
Per te la pace in Napoli,
la libertà rivive!...

(volgendosi al popolo)
 
Di Carlo Quinto a voi
le antiche leggi io rendo...
a un popolo di eroi
nulla poss’io negar...

CORO
(a parte)
Tanto cortese a noi?...
E in lui dovrem fidar!...

DUCA
(abbracciando Masaniello mal celando l’ironia)
Vieni, o di popoli invitto duce...
da te avran luce i miei pensier...
presso il mio trono tu regnerai...
sarai tu l’arbitro del mio poter...

MASANIELLO
Di questo popolo che in me si onora
Io sempre i dritti difenderò...
sia la mia Napoli felice ognora,
e di obbedirti superbo andrò.

POPOLO, GENNARIELLO
Da quell’amplesso che tutti onora
sorge un’ aurora di libertà...
no, lo spagnuolo sul nostro suolo
uno straniero più non sarà...

CORCELLI, BRIGANTI, LAZZERI, FRATI
Dal Re, dal Duca, ricchezze… onori…
tutti i favor sol egli avrà…
nè a questa plebe che l'ha innalzato
lo sguardo volgere più degnerà...

ISABELLA
Non può mentire; questa speranza
Che i voti avanza del mesto cor...
Tutta di luce l’alma ho ripiena,
Luce di Gaudio, luce d’amor!

SALVATORE
Si presso averla! Sapermi amato…
l’immenso Gaudio quasi è martir…
se questo sogno d’ amor beato
svanir dovesse, vorrei morir!!

DUCA (da sè), FERNANDEZ
CONTE DI BADAJOZ
Veh! come baldi si fan gli stolti...
come li inebbria l’alto favor...
forse domani quei fieri volti
baciar la polvere dovranno ancor.

DUCA
Masaniel!... tu alla mia Corte!...

(al Conte)
 
Oro al popolo si getti...

TUTTI
Viva il Duca! A te soggetti,
fidi a te saremo ognor...
Al magnanimo ed al forte
Plauda il popol vincitor.

(Il Duca con Masaniello partono fra le
acclamazioni del Popolo. Tutti si allontanano)
 
 


ATTO  TERZO


Scena Prima

(Terrazzo del Palazzo della Vicaria.
E notte. La scena è splendidamente illuminata. Candelabri,

statue, fiori, fontane. Al di là del terrazzo si vedono le cime
degli alberi e delle piramidi illuminate. A sinistra un lato
del palazzo con porta che mette alle sale. A destra una
gradinata per la quale si scende nel giardino. Musica interna)

VOCI INTERNE
Le tazze colmiamo! Cantiamo, brindiamo
al fausto connubio di popolo e Re!

(Fernandez e il Conte di Badajoz escono a
braccio dalle sale parlando sottovoce)


FERNANDEZ
Strane parole mormorar lo intesi.

CONTE

Le sue pallide guancie,
il vitreo sguardo notasti?...

FERNANDEZ
Sì…

CONTE
Del propinato filtro l'effetto ora vedrem...

FERNANDEZ
Qual or fallisse?...

CONTE
La plebe abbiam...

FERNANDEZ
Che intendi?...

CONTE
Il popolar favore come vento è mutabile...
Col Duca già si intende Corcelli...

FERNANDEZ
(osservando in fondo della scena)
Alcun si appressa...

CONTE
In disparte osserviam...

(si ritirano in disparte sul davanti della scena)


SALVATORE
(uscendo dalla sala e attraversando la scena)
Nè d’ Isabella, dell’angiol mio
l’orme scoprir mi è dato?...
Vediam...

(esce per la sala che mette al giardino)


FERNANDEZ
(ironico)
Eccol’amico del grande Masaniello!

CONTE
Il fidanzato della tua donna…

FERNANDEZ
Al sol vederlo io fremo...

CONTE
Nulla a temer da un tal rivale.
Il Duca già provvide...

FERNANDEZ

Isabella?

CONTE

Entro le mura d'un chiostro,
in breve scorderà quel folle,
e tua sarà...

FERNANDEZ

Vana speranza.

CORO INTERNO
Usciamo...

MASANIELLO
(di dentro)
Alla plebe libiamo!...

(vaneggiando)
 
Di Napoli io son Re!...

CONTE
(a Fernandez)
Gli eventi secondiamo...
Vieni!... ti affida a me.

(s’avviano verso il fondo della scena)


DAME
(uscendo dalla sala)
Di quelle sale il lezzo uccide...
Scandalo uguale giammai chi vide?...
Tutti egli offese... tutti insultò.

CAVALIERI
(con disprezzo)
Nulla di strano se quel marrano,
ebbro di vino, pazzo di orgoglio,
nel suo delirio cotanto osò!

DAME
Guai se la plebe il capo es tolle!

CAVALIERI
Schiava alle glebe Iddio la volle...
Miseria, stenti, fame, tormenti,
Ceppi e patiboli s'abbian costor!...

DAME
Né più turbate le nostre feste
sian dalle ingrate nenie funeste…

TUTTI
Né più il ribrezzo del volgar lezzo
Ci offenda i sensi… ci turbi il cor…

MASANIELLO
(uscendo dalle sale cogli abiti scomposti, i
capelli irti sulla fronte e lo sguardo smarrito)
Ohimè!... le tempia arder mi sento...
Al mare! al mare! Respiro a stento...
Di queste sale l’aura è velen...

(correndo verso il fondo della scena)
 
Il varco apritemi!...

(arretrando)
 
Chi siete voi?...

CORO
Solo lasciamolo... furente egli è…

MASANIELLO
Di scherno un riso vi sta sul viso...
Lungi, o carnefici...lungi da me!
Uscite!... uscite!... lo impone il Rel...

(si atteggia minaccioso. I Cavalieri e le
Dame rientrano a passi lente nelle sale)


CORO
Solo lasciamolo... furente egli è!...

SALVATORE
(agitato)
Masaniel... Masaniello... amico...

MASANIELLO
(snudando un ferro)
Indietro, assassini!...

SALVATORE
Che fu?... Non mi ravvisi?...
Il tuo compagno d’armi, il tuo fratel son io...

MASANIELLO
(dopo averlo guardato fissamente, gettando il pugnale)
Ah! vieni al seno mio...
Parla, che vuoi da me?...
Onni posente io sono… di Napoli son Re!

SALVATORE
Ciel! La tua fronte è lívida…
Fuggiam da queste mura…
Un’aura meno impura corriamo a respirar…

MASANIELLO
Qui… è ver… tutto è veleno!

SALVATORE
Io pur la morte ho in seno…

MASANIELLO
Tu… Salvator! Chi osava?

SALVATORE
Ei che può tutto osar…
Il Duca d’Arco…

MASANIELLO

Il Duca!

SALVATORE
Il disleale tutti tradisce...
la sua figlia istessa egli immolava.

MASANIELLO
(preso da nuovo delirio)
Taci! Al mare! Al mare!
La vita è la…

SALVATORE
Vita era a me l’amore di quella donna...

MASANIELLO
(delirando e prendendo per mano Salvatore)
Vedi tu sull’onda una fragil barchetta?

SALVATORE
Masaniello!...
Il tuo spirto raccogli... Io l’ho perduta...
Non rivedrò più mai
l’angiol che tanto amai...

MASANIELLO
(come in preda ad una visione)
Là... su quel fragil legno...
assiso è Masaniel...
Egli dell’onde ha il regno...
ed è sua tenda il ciel...
mail turbine si desta...
rugge fremendo il mar...
e in mezzo alla tempesta
negro un fantasma appar...

SALVATORE
Oh cielo! ei non mi ascolta...
non vede il mio dolor...
L’ultima speme è tolta
al mio perduto cor!

MASANIELLO
(con crescente dolore)
Perchè, o fantasima, mi incalzi a terra?...
E atroce... orribile...dell’uom la guerra...
Spettri, placatevi… allontanatevi…
O tutto un Popolo morrà con me…

SALVATORE
(con accento desolato)
Mi ascolta... guardami!...
Vedi il mio pianto...
Vedi lo strazio d’un core affranto…
Morto all’amore… morto alla fè…

MASANIELLO
Ebben! si muoia!... Catene e boia
roghi e patibo li prepari il Re!

(Masaniello fugge precipitosamente; Salvatore sino in
fondo fa atto di seguirlo, mari torna col corteo del Duca)


IL DUCA E CORO
(entrando irritato)
Si cerchi Masaniello…

SALVATORE
(al Duca con forza)
Da questa iniqua corte egli si invola
Ai perfidi che a lui giurar la morte…

DUCA
(offeso)

Che intendi?

FERNANDEZ
(con ira)
Sciagurato!...

SALVATORE
(come sopra)
Quell'uom fu avvelenato!...

CORO
Tanto egli ardisce...

FERNANDEZ
(mettendo mano alta spada)
Inulto non fial’ audace insulto...

DUCA
(trattenendo Fernandez)
Fermate!...

(volgendosi al Conte di Badajoz e accennando a Salvatore)
 
A lui la spada si tolga.

CONTE
(a Salvatore)
Prigionier tu sei...

DUCA
Si tragga al carcere!...

SALVATORE
Io cedo al tuo poter...
Ma a Dio soltanto e ai popoli
fu sacro questo acciar...
Né fia giammai che i despoti
lo debban profanar!...

(spezza la spada ed esce col Conte di Badajoz fra i soldati)


CORO
, FERNANDEZ
Duca! L’insano eccesso
ti affretta a vendicar.

DUCA
(con mistero)
In mio potere è desso…
Cauti conviene oprar!...

(tutti escono)


Scena Seconda

(Monastero.

Portico che conduce all’ oratorio; sedili di pietra;
qualche albero; fiori al di là delle invetriate)


ISABELLA
(entrando affannata)
D’aura... di luce hod’uopo...

INES
Presso il letto d’una suora morente
mi richiama il dover. Sulla sua bara
tutte nel tempio pregherem fra poco…

ISABELLA
Giovane... forse...

INES
(con intenzione)
E da profano amore tradita,
indarno qui cercò l’oblio,
il dolor la consunse...

(si inclina e desce)


ISABELLA
Ah! tale o padre,
sulla terra segnasti il fato mio!...

(squilli di agonia. Isabella si inginocchia piangendo)


MONACHE
(attraversano il porticato per recarsi all’ oratorio)
Alla chiesa muoviamo, invochiam pace
Alla sorella che il signor richiama...
Dio la ricovri ove ogni pena tace...
ove si estingue ogni terrena brama.

(arrestandosi con gesti di curiosità alla
vista di Isabella e formando dei gruppi)
 
Vedete... è là...
Sul viso pallido le sta il dolor...
Chi mai sarà?...
La dicon figlia d'un gran signor…
del Duca d’ Arco, del vicerè...
la figlia ell’è...
qui fu reclusa dal genitor...
Perchè?... le solite storie d'amor...

TUTTE
Dio! Quale scandalo!
Dio! Quale orror!

(squillo di campana)
 
La campana! Silenzio!... alla preghiera
ritornino le ancelle del Signor!...
Son le gioie del mondo una chimera,
E sol nel chiostro trova pace il cor.

(entrano nell’ Oratorio)


ISABELLA
(sola)
Alla infelice suora
sol rea d’amor si apre una tomba.
Tale il mio fatto sarà.
Da lui che padre si noma,
qual dolor, qual prece
vincer potria l’inesorato orgoglio?
Qui incompianta morrò
Nè a quell’ amato, che sol per me vivea,
giungerà il grido del mio cor straziato!
Volate, o libere aure dei cieli...
A lui volate co’ miei sospir!
E le mie lacrime a lui recate,
l’ansie crudeli del mio soffrir!
Sotto la squallida volta implacata
si frange il grido del mesto cor...
Ah! la mia povera tomba ignorata
non avrà lacrime, non avrà fior!...

(prorompe in lagrime. Ines introduce il
Duca, gli addita Isabella, indi si allontana)


ISABELLA
(volgendosi e vedendo il Duca)
Cielo! Mio padre!...

DUCA
(con severità)
A te sgomento è la presenza mia!...
Colpevol dunque ti grida il core...

ISABELLA
Se in me colpa fosse,
a’ tuoi pie dica drei...
venia implorando...

DUCA
Ed io le braccia ti aprirei,
beato di perdonarti! Oh! vieni...
Vienial l’amplesso di colui che in terra
felice è sol... quando tu sei felice...

ISABELLA
(esitando)
È dunqué ver?...
Placato lo sdegno tuo sarìa?...

DUCA
Sì... tutto ho perdonato...
Il mio rigor tu obblia...

ISABELLA
(come sopra)
E tu ancor m’ami... O padre!

DUCA
(abbracciandola)
Ingrata!... e il chiedi a me?...

(commosso)
 
Sola il mio bianco crine
d'un fior gentil tu adorni...
De’ miei cadenti giorni
l'ultimo raggio è in te.

ISABELLA
Come è soave il piangere
Sovra il paterno seno!...
D'un avvenir sereno l’alba riluce a me.

DUCA
Del chiostro a schiuderti venni le porte...

ISABELLA
Sì... in queste mura regna la morte...

DUCA
Te gli splendori... te, o figlia,
attendono d'amor le sante gioie...

ISABELLA
(con ansia)
E fia ver?...

DUCA
(quasi esitando, e guardando la fissamente)
Per te le faci... d'imen... già splendono...

ISABELLA
(con crescente agitazione)
Tremo di leggere nel suo pensier...

DUCA
(come sopra)
Far paghi i voti d'un uom che t'ama...
D'un uom che sposa già in cor ti chiama...

ISABELLA
(con espressione di speranza)
Ciel!...

DUCA
D'un leale... d'un generoso...
Che noi protesse... che noi salvò...

ISABELLA
(con gioia)
Dunque... i miei voti!...

DUCA
Doman tuo sposo sarà... Fernandez...

ISABELLA
(arretrando)
No!... pria morrò!

DUCA
(con impeto)
Ribelle... ancora!...

ISABELLA
Padre... tu il' sai…
A un altro core mia fe’giurai...

DUCA
Nè in rivelarmi la fiamma indegna
sulle tue guanci e sale il rossor?...

ISABELLA
(col massimo entusiasmo)
Sublime è l’uomo che in cor mi regna,
E vo’ superba di questo amor!...

DUCA
Tu di quell'uomo segnar la morte
Vuoi dunque?...

ISABELLA
Cielo!...

DUCA
Nella mia corte osò sfidarmi;
prigione è desso...
Se tu nol salvi, doman morrà...

ISABELLA
(con disperazione)
Pietà!

DUCA
Ciò che farde vi… tu il sai…

ISABELLA
(supplichevole, sempre in ginocchio)
Io l'amo, o padre; grazia per esso!...

DUCA
L’insano amor sgombra dal cor...
O mia vendetta sul reo cadrà.
E maledetta dal genitor
qui la tua vita si struggerà.

ISABELLA
Padre… io rinunzio per sempre a lui…
Ma d’altri sposa giammai sarò…
Santo è l’amor che m’arde in cor…
Pur ch’ei sia salvo lieta morrò…

(squillo di campana)


DUCA
(avviandosi per uscire)
Più non mi rivedrai... del reo la testa
Domani sul patibolo cadrà...

ISABELLA
(colpita dal terrore e con voce soffocata,
sempre inginocchiata stendendo le braccia)
No... no! Padre... ti arresta!...
Ch’ egli viva... e il mio cors’ immolerà!

DUCA
(ritornando presso Isabella)
Al mio voler figlia t’arrendi?...

(sollevandola)


Vieni al l’amplesso del genitor!

ISABELLA
Salvalo!... salvalo!.... Morrò per esso...
Addio per sempre sogni d’amor!

(esce bar colando col padre)


MONACHE
(che saranno apparse in fondo alla scena)
Al silenzio torniamo... alla preghiera...
Son le gioie del mondo una chimera!...

(arrestandosi alla vista del Duca e d Isabella)
 
Veh... quante lacrime! Quanti sospir!...
Nè un tal mistero potrem scoprir?...
 
 

ATTO  QUATTRO
 
 
(Cancellata di ferro.
La scena è divisa per metà da una muraglia, coperta di
edera e di fiori. A sinistra dello spettatore, i giardini del
Duca ed un angolo del palazzo, illuminato a festa, con
gradini che mettono in giardino. Al fianco sinistro del
palazzo, una torre. Più in fondo, presso la torre, un
cancello praticabile. A destra, un angolo della Chiesa del
Carmine, con porta praticabile a tre gradini. Alla destra
della Chiesa, un buio corridoio che conduce al coro della
medesima. Più in fondo, il cancello in linea retta a quello
del Duca. In lontananza il mare e il panorama de Napoli.
Spunta l’alba. Gennariello al di là del cancello)


GENNARIELLO
(cantando sul mandolino)
Mia pêccêrella deh! Vieni allo mare...
Nella barchetta v'è un letto di fior...
La bianca prora somiglia un altare,
l'onde, le stelle, sorridon d’amor...
Fa core, o prigionier, riposa in noi tua fè;
di libertà il sentier doman fia schiuso a te!

(si allontana)


(Il Conte di Badajoz esce dalla porta del Castello e va alla
cancellata dove sarà apparso Corcelli con un gruppo di
Briganti, tutti avvolti in neri mantelli e darmati d’archibugio)


CONTE
Chi è là?

CORO
Corcelli...

(il Conte apre)


BRIGANTI E CORCELLI
Entriam...

(tutti entrano guardinghi)

CONTE
Costor?...

CORCELLI
Tutti fratelli... gente d’onor...

CORO
Purchè ci sia del vino...Pur che ci sia dell’òr.

(si portano sul davanti della scena)


CONTE
Al tempio Masaniello ora verrà…

CORO
Il sapiam...

CONTE
Ai barchi della Chiesa…

CORO
Coll’armi ciappostiam…

CONTE
A un segno di Corcelli…

CORO
Pinf! panf!... su lui tiriam...
Ma...l’oro?

CONTE
Qui ve n’ha...

CORO
Il vin?

CONTE
Non mancherà...

CORO
Il resto è nostro affar...

CONTE
Sta ben!

(entra nell castello)


CORCELLI
(a compagni)
Venite!...

CORO
Entriam...

(fanno per avviarsi e poi si soffermano)
 
Del trono e della chiesa i difensor noi siam...
La Vergin del Carmelo ne assisterà dal cielo!...

(Corcelli e briganti entrano nella chiesa dal corridoio)


CORO
(interno, dal lato del castello)
Al ballo, alle mense la notte si doni,
spariscan gli sposi fra un nembo di fior!
Per l’aule fulgenti la gioia risuoni…
Ai lieti concentiri sponda ogni cor.

CONTE
(a Salvatore)
Libero siete.

SALVATORE
(sorpreso)
Libero! A cui debbo l’inatteso favor?

CONTE
Alla clemenza del Duca.

(additando la Chiesa)
 
A voi quel barco è schiuso.
Il ciel vi guardi d’ogni mal, o signor!

SALVATORE
(inchinandosi)
Salute a voi!

(il Conte entra nel Castello)
 
Strano... sinistro addio...
Perchè la tanto bramata libertà
sgomento è quasi al mio cor smarrito?
A Masaniello si corra!
Ei solo, quelle alle amico,
ei potrà dirmi se Isabella vive.

(va per uscire. Isabella, ricamente abbigliata da
sposa, coprendosi il volto da un velo bianco si
avanza inquieta e tremante)


ISABELLA
(cautamente)
Salvatore!

SALVATORE
(correndo a lui)
Isabella!... o lieta sorte!

ISABELLA
Libero sei!

SALVATORE
(con entusiasmo)
Felice! Ebbro d’amor!

ISABELLA
Pietà! Pietà!

SALVATORE
Che hai tu?

ISABELLA
Nel sen la morte…

SALVATORE
(colpito)
Un detto… un detto sol!
M’ami tu ancor?

ISABELLA
M’odi… gli istanti volano…
Dal tuo periglio io tremo…
Col cor straziato a porgerti
Venni l’addio supremo…
Se è ver che m’ami… fuggimi!
Il fato… Iddio lo vuol!

SALVATORE
(con entusiasmo)
A me la tomba schiudesi…
Sereno il dìm’ arride…
E della vita un angelo
sul limitar mi uccide!
Tu rechi a me la tenebra
or che rivedo il sol!

ISABELLA
Pietà! Pietà!

SALVATORE
Un mistero tu chiudi in petto…

ISABELLA
È vero! Ma il labbro mio
non osa svelarlo a te…

(Suono interno e canto)


SALVATORE
(colpito)
Qual suon!

(dopo breve pausa)
 
Cielo! Tu… d’altri sposa!

(con forza)
 
Parla!

ISABELLA
(colla massima angoscia e gettandosi ai piedi di Salvatore)
Gran Dio! Perdon!

SALVATORE
(guardandola ansante)
Quel serto d’or… la gemma
che alla tua man risplende
il reo mister m’apprende…

ISABELLA
M’odi! Innocente io son!

SALVATORE
Non dirlo! Deh tacci!
Se ad altro giurasti la fede di sposa,
mia morte segnasti!

ISABELLA
Del nodo abborrito, tua vita fu il prezzo!

SALVATORE
O ciel!

ISABELLA
Del tuo cuore non merto il disprezzo!

SALVATORE
Fia vero?

ISABELLA
Del padre fui vittima… io t’amo!

SALVATORE
Ebben, se tu m’ami,
mi segui… fuggiamo!

(con dolcezza)
 
Vieni, di gioia un’estasi
sarà per noi la vita…
Seguimi e ogni altra imagine
Sia dal tuo cor bandita…
Se dal tuo amor quest’anima inebbriar si può
il Paradiso agli angeli invidiar non so…

ISABELLA
Seguirte e in un confondere
col tuo destino il mio
di questo cor, deh! credilo,
èil primo, il sol desio!
Ma un giuramento infrangere
forza mortal non può:
Al mio dolor, deh! Lasciami…
Fuggi… salvarti vuo’…

GENNARIELLO

(che esce della Chiesa, a Salvatore)
Ah! Ti trovo…

SALVATORE
Gennariello!

GENNARIELLO
Vieni! Affrettati!

SALVATORE
Che fu?

GENNARIELLO
In periglio è Masaniello…

ISABELLA
Cielo!

SALVATORE
E d’onde lo sai tu?

GENNARIELLO
Là dentro attendono sicari atroci.
Vieni! Soccorrilo;
cieco al periglio, demente egli è.

SALVATORE
(ad Isabella)
Risolvi! Seguimi…Esiti ancor?
Fatal, terribile è a noi quest’ora.
Sul capo al misero pende la morte
ma amor più forte favella in me!

ISABELLA
Va’… corri… affrettati!
Salva l’amico…
Colle mie lacrime ti benedico!
Il sacrificio d’un vano amor
fede e valore ridoni in te!

(Salvatore e Gennariello si avviano frettolosi verso
la Chiesa. Si ode ne tempio una detonazione)


ISABELLA
Ah!

SALVATORE
(ad Isabella)
Seguimi!

ISABELLA
(resistendo)
No!

GENNARIELLO
Vieni!

SALVATORE
A Masaniello si corra e a morte!

(entra con Gennariello nella chiesa)


GENNARIELLO
Troppo tardi!

ISABELLA
Lo protegga il ciel!

DUCA
(uscendo dal castello, accompagnato dalle
guardie ed alcuni cavalieri di sua corte che
si fermano in fondo col Conte)
Tu qui! Rientra!

ISABELLA
(agitata)
Padre!
In quella chiesa una strage si compie…
il reo delitto chi comandò?

SALVATORE
(sui gradini della chiesa, pallido, ansante, col pugnale alla mano)
Tuo padre!

DUCA
Salvator!

SALVATORE
Là… Masaniello fu spento…
Vile! Tu pure morrai!

GENNARIELLO
(trattenendolo)
Arresta!

ISABELLA
(interponendosi)
Oh! Mio sgomento! Padre!

DUCA
Sì audace ancor!

SALVATORE
(con disprezzo)
Va’, sciagurato! Va’, maledetto!
Del reo tuo sangue non vuo’ macchiarmi.
Questo pugnale che al piè ti getto
come anatema ti giunga al cor!

(getta il pugnale ai piedi del Duca)
 
In odio agli uomini, da Dio re jetto,
vivi al rimorso, o maledetto!

CORO
(avanzandosi col Conte, al Duca)
Nè tu punisci l’ardire insano?

DUCA
(trascinando Isabella)
Io lo disprezzo! Vieni, Isabella!
Vieni allo sposo!

ISABELLA
(esitando)
Padre!

DUCA
(sottovoce ad Isabella)
Da questo stolto la vita
in mia mano è ancor!

SALVATORE
(ad Isabella, con ironia)
Va… va! Ritorna alle fulgente stanze…
La si esulta… si ride… e qui si muor!
Tu scorderai fra le gioconde danze
una chimera che ti parve amor!
Tu berrai la gioia… berra il’ oblio
Nei baci dello sposo…

ISABELLA
(al colmo della angoscia)
È troppo!

DUCA
(al conte di Badajoz, sottovoce)
A lui la morte!

(ad Isabella)
 
Vieni!

ISABELLA
(raccogliendo il pugnale gettato da Salvator)
Mi perdoni Iddio!

(si ferisce)


(compariscono dal castello le Dame della Corte, Paggi, Servi)

SALVATORE
Cielo!

DUCA
Figlia!

GENNARIELLO
, CORO
Oh! Sventurata!
Da sua mano trafitta!

ISABELLA
Salvatore… io manco…

(cade, sorretta da Salvatore)

SALVATORE
Angelo mio!

DUCA
(ad Isabella, in atto supplichevole)
Figlia, uno sguardo… un detto al padre…

GENNARIELLO, CORO
Oh! Sventura!

ISABELLA
Padre… perdono per lui ti imploro…
Cresciuta al pianto io fui…
Ora… felice io sono…
Padre… per me… per lui
imploro il tuo perdono.

(a Salvatore)
 
Or tu comprendí…
Or sai di quanto amor t’amai!
Vivi! Lo impongo a te…

SALVATORE
(Inginocchiato presso Isabella)
Ohimè! Tu mi abbandoni!
E a me la vita imponi!
La gloria, il genio, l’arte…
tutto fu spento in te.

DUCA
In van fui da quest’angelo
assolto e perdonato…
Rugge dal ciel sdegnato
l’anatema su me!

GENNARIELLO
(a Salvatore)
Fuggiam da queste porte…
Qui sotto è infamia e morte…
Vivi! Alla patria… all’arte…
Ella lo impose a te!

CORO
(sottovoce con mestizia e terrore)
Di Dio risali al trono
angelo del perdono…

ISABELLA
Salvatore, addio!

SALVATORE
(con disperazione)
Ahime! Morta…
È la vita un arido deserto ormai per me!

(Tutti si prostrano sul cadavere di Isabella)
 


ACTO  I


Primera Escena

(Un estudio de pintor.
Dos puertas; una en medio, la otra a la derecha. Los
muros están cubiertos por cuadros y esbozos. A la
izquierda, mesa con bustos e instrumentos musicales.
Sillas y taburetes. Caballetes con telas para pintar.
Salvador Rosa está sentado intentando pintar.
Gennariello, en pie, tras el pintor, observando el cuadro)


SALVADOR
¿Y bien, Gennariello?
¿No tienes nada que decir del cuadro?

GENNARIELLO
Ese cielo me parece demasiado pesado…
y demasiado tétrico el mar…

SALVADOR
Quiere decir que pronto habrá tormenta…

GENNARIELLO
Y luego…perdona, Salvador,
tus mujeres parecen siempre la misma.

SALVADOR
Eso significa que,
en mi corazón, sólo hay una mujer.

GENNARIELLO
(alejándose del cuadro)
Ahora entiendo…
Ella debe ser muy dulce
para que pintes su rostro mil veces.
¡Cómo te envidio!

SALVADOR
(levantándose)
¡Oh! ¿Estás acaso enamorado?

GENNARIELLO
Bajo el radiante sol de Nápoles
¿hay acaso algún chico de mi edad
que no conozca el amor?

SALVADOR
(riendo)
¡Un muchacho!

GENNARIELLO
(con orgullo)
¡Señor! Ya he vivido tres lustros…
¿Sabéis?

SALVADOR
Lo ignoraba… ¡Perdón!

GENNARIELLO
¿Te gustaría oír
la cancioncilla que compuse para ella?

SALVADOR
¿Para quién?

GENNARIELLO
Para ella. ¿No es suficiente?

SALVADOR
(volviendo a sentarse ante el cuadro)
¡Buen, chico! ¡Escuchemos!
Mientras tanto seguiré con mi cuadro.

GENNARIELLO
Mi canto te inspirará.

(coje de la mesa una mandolina y canta)
 
Mi pequeña, ¡ven al mar!
En la barquita hay un lecho de flores…
la blanca proa parece un altar,
las olas y las estrellas brillan de amor.
Y cuando tú quieras desataré la vela…
lejos, muy lejos, por mar te llevaré.

SALVADOR
¡Buen chico, me gusta!

GENNARIELLO
No he terminado...
Hay una estrofa más...

SALVADOR
Adelante, la escucho.

GENNARIELLO
(como antes)
Mi pequeña, ¿preguntas dónde vamos?…
¡Fíate del viento, fíate del amor!
Toda la noche repetiré que te amo,
toda la noche te apretaré contra mi pecho.
Y a mí, con rostro radiante,
dirán tus suspiros:
¡En el mar está el paraíso,
en el mar quiero morir!

SALVADOR
(levantándose y abrazando a Gennariello)
¡Un auténtico hijo de Nápoles
eres en canto y en corazón!

MASANIELLO
A los aplausos de Salvador

(a Gennariello)
 
uno mis aplausos…

GENNARIELLO
¡Tú, Masaniello!

SALVADOR
Amigo…

GENNARIELLO
(a Masaniello)
¿Tú también me has oído?

MASANIELLO
Sí…

(aparte a Salvador Rosa)
 
Tengo que hablar contigo…

SALVADOR
(a Gennariello)
Y ahora… ¿te importaría dejarnos solos?

GENNARIELLO
(a Masaniello)
¡Perdón!
Un buen fusil… recuerda…
me prometiste de regalo…

MASANIELLO
Lo tendrás…

GENNARIELLO
¿Cuándo?

MASANIELLO
Aparece por la plaza a mediodía…

GENNARIELLO
(para sí)
Ahora lo entiendo todo…

SALVADOR
¡Largo!

GENNARIELLO
(con impertinencia)
¿Y si me quedara aquí?

(Salvador hace gesto de cogerlo por una oreja.
Gennariello da un salto y sale)

SALVADOR
(rapidísimo y agitado)
Y bien, ¿qué novedades hay?

MASANIELLO
Ha llegado el momento...

SALVADOR
¿Todo está preparado?

MASANIELLO
Todo...

SALVADOR
Está bien...

MASANIELLO
¿Tus hombres?

SALVADOR
Vendrán en una hora...

MASANIELLO
Conviene armarse y actuar...
Confío en ti, en el pueblo, en Dios...
La causa justa triunfará.

SALVADOR
¿La señal de alarma?

MASANIELLO
Será un grito tan grande
que todo el pueblo responderá a él.
¡A las armas! ¡Dios lo quiere!
¡Quebremos el poder
del déspota extranjero
que infesta nuestro suelo!

SALVADOR
El sagrado amor de la patria
inflama todo mi corazón.
Hoy caerá el poder
del déspota extranjero...

MASANIELLO
Al mediodía, cuando esos codiciosos matones
vengan a arrancarnos el malvado tributo,
en la plaza tronará el grito fatal.
Desarmar a esos pocos será trabajo fácil.
Por cientos de puertas el pueblo acudirá...
La montaña de armas... de hombres armados,
como un torrente se esparcirá por la ciudad...
¡Oh! ¡Que tiemble el Duque de Arcos!
Mal defenderá al tirano el brazo mercenario.
Todopoderoso es un pueblo que combate por la justicia,
es como un rayo airado, como un rayo divino
que abate cualquier barrera.

SALVADOR
Santa y divina es la ira
que inspira cada palabra tuya...
Pero, una palabra más apacible
quiero trasladar a tu corazón…
Si el Duque se dignase a pactar...

MASANIELLO
(dudando)
Si rinde justicia a nuestros derechos...

SALVADOR
¿Y bien?

MASANIELLO
(tras una breve duda)
Al vencido yo le dictaré las condiciones.
Odio la sangre... lo sabes...
y el pueblo nunca se ha manchado
con malvadas y cobardes matanzas.

SALVADOR
(con entusiasmo)
¡Abrázame, Masaniello!

MASANIELLO
¡Ven a mi corazón, hermano!

SALVADOR, MASANIELLO
Hermanos en un pensamiento,
hermanos en un deseo:
¡Liberar la patria,
vencer o morir!

MASANIELLO
¡Manos a la obra!

SALVADOR
Mis compañeros
estarán aquí dentro de una hora...

MASANIELLO
¡Viva la patria!

SALVADOR
¡Viva!

MASANIELLO
Te espero...

SALVADOR
¡A mediodía!

(se abrazan. Masaniello sale)
 
¡Sublime corazón! ¡Espíritu noble!
Es un verdadero hijo del pueblo...
De ese pueblo honesto y generosos
al que con desprecio se le suele llamar plebe...
¡Que se cumpla el destino!

(volviéndose hacia el cuadro)
 
¡Adiós por poco tiempo,
amable musa de mis poesías!
¡Adiós, inspiradora
de mi pensamiento!

(volviendo a la delantera del escenario)
 
¿No la volveré a ver?
¡Tremendo pensamiento!
¡Oh, qué feliz iría al encuentro de la muerte,
por una sola palabra!
Por una sola mirada de ese ángel.
Forma sublime, etérea,
de luz y de candor,
¿eres una mujer o
una visión de mi iluso corazón?
Tu celeste imagen
se me apareció un día...
y jamás te volví a ver
desde aquella feliz ocasión.
¡Oh! ¿Qué poder, qué demonio,
qué Dios te arrebató de mí?
¡Ven!
¡Te invoca el genio
que tiene vida por ti!
Por la amada patria moriré feliz 
con tu nombre en los labios
y tu imagen en mi corazón.

GENNARIELLO
(sin aliento)
¡Salvador... escóndete... huye!

SALVADOR
¿Qué ocurre?

GENNARIELLO
¡La casa está rodeada
de soldados españoles!

SALVADOR
¿Hablas e serio? Pero... ¿cómo?
¿A dónde huir?

CONDE
(en la puerta, inclinándose)
Señor...

(haciendo avanzar a los soldados)
 
¡Es él!

GENNARIELLO
(a Salvador, en voz baja)
Tienen aspecto de criminales.

SALVADOR
(a Gennariello)
¡Calla!

CONDE
Al ilustre Salvador Rosa,
al célebre artista
del que con razón presume Italia,
demanda hablar el Duque de Arcos.

SALVADOR
¡Bienvenido sea el Duque!

CONDE
(inclinándose con afectación)
A mí me ha dado el insigne honor
de acompañaros ante su presencia.

SALVADOR
¿Y si me negara a seguiros?

CONDE
(señalando a los guardias)
Entonces...

SALVADOR
Entiendo...

GENNARIELLO
(a Salvador, llevando la mano al puñal
y señalando a los españoles)
¿Eliminamos a estos mamarrachos?

SALVADOR
(reteniendo a Gennariello)
¡Corre a avisar a Masaniello!

CONDE
(a Gennariello, que quería salir)
¡Qué no salga nadie!

SALVADOR
(al Conde)
A vos me rindo...

CONDE
(a los soldados)
Os confío al ilustre prisionero...

GENNARIELLO
¡Santo Dios!
¡Qué escucho! ¿Es cierto, entonces?

SALVADOR
(abrazando a Gennariello)
Estoy tranquilo... ¡adiós!
Seca tus lágrimas, muchacho
Pues dentro de poco estaré de vuelta contigo.
Excepto el amor a la patria
no hay ningún delito en mí.

(al Conde)
 
Vamos…

(el Conde y los soldados salen con Salvador)


GENNARIELLO
¡Ah, no! ¡Quietos!
¡Cielos! ¡Está perdido!
¿Qué hago? ¡Avisaré a Masaniello!
¡Tomaremos las armas inmediatamente!
Falta una hora para mediodía...
Y mientras tanto él podría...
¿Y es clamor?

VOCES FUERA DE ESCENA
¡Viva el arte y la alegría!

ALUMNOS
¿Dónde está el maestro de los pintores?
¿Dónde el más diestro espadachín?
¿Dónde el amable y gentil poeta
de las bromas y buen humor?

GENNARIELLO
(sin aliento)
El gran maestro... el gran pintor...
¡Ah, no tengo fuerzas para contároslo!

CORO
¡Venga! ¿Qué ha pasado?

GENNARIELLO
Lo han... arrestado...

CORO
¿Qué? ¿A Salvador?

GENNARIELLO
¡Está prisionero!

CORO
¿Y tú lo has permitido?

GENNARIELLO
¡Escuchad!
¡Ni que fuera culpa mía!
¡Gracias, de verdad!

TODOS
¿A qué esperamos?
¡Rápido! ¡Corramos!
¡Sigamos el rastro del prisionero!
El momento fatal está llegando.
¡Tomad los mosquetes! ¡Los puñales!

(salen corriendo)


Escena Segunda

(Gran Sala en el Palacio de la Vicaría. Puerta en medio, otra a
la izquierda. A la derecha una puerta vidriada que da al balcón;
grandes sillas altas; una mesa)


DUQUE
(entrando)
¿Qué pasa con las tropas?

FERNÁNDEZ
¡Todavía no han llegado!

DUQUE
(paseando inquieto)
¿Y la ciudad, se ha rebelado?

FERNÁNDEZ
Nunca estuvo tan amenazante.
Recorrí todas las calles de Nápoles
y vi por doquier indicios ciertos
de una revuelta inminente.

DUQUE
¡Cada uno a su puesto!
¡Daremos un escarmiento tal a la plebe
que jamás del fango
osarán volver a levantar la cabeza!
Confío plenamente en ti;
tu recompensa será la hija del Duque de Arcos.

(Fernández se inclina y se va
abriendo una puerta secreta)
 
Este camino secreto
que conduce a Castelnuovo
sea nuestra escapatoria, llegado el caso...

CONDE
(en la puerta derecha, inclinándose)
¡El prisionero!

DUQUE
¡Que entre!

(Salvador entra entre los guardias. A un gesto del Duque,
estos se retiran junto con el Conde de Badajoz)


DUQUE
(sentándose)
Contra el poder soberano, señor,
vos conspiráis...

SALVADOR
No es cierto.

DUQUE
Tengo pruebas.

SALVADOR
¡Perdonad!
Me solidarizo con un pueblo que sufre
y clama por sus derechos.
Os hablo con franqueza,
porque un malvado sería si callara.
Los oprimidos alzan
un grito a Dios
y entre ellos y los opresores
está claro mi lugar.

(con valor)
 
¡Duque, soy un hijo del pueblo!

DUQUE
(levantándose)
¡Cómo osas!...

(reprimiéndose)
 
¡No importa! Soy clemente
con un hombre que posee genio.
¿Y qué quieren esos?

SALVADOR
Que se desempolven los estatutos de Carlos V;
y que cesen los desorbitados tributos.

DUQUE
¿Debo rebajarme a pactar con rebeldes?

(se oyen gritos lejanos del pueblo)


SALVADOR
Dirigid vuestra mirada ahí abajo, Duque,
¡quizá mañana sea tarde!

DUQUE
¡Que tiemblen esos insensatos!

ISABEL
(sin aliento)
¡Padre!

SALVADOR
(impactado)
¡Su hija!

ISABEL
(viendo a Salvador)
¡Él aquí!

DUQUE
¿Qué quieres?

ISABEL
¡Toda Nápoles se levanta!

DUQUE
¿Y bien?

ISABEL
¡Sólo tú puedes aplacar
la fatal ira de un pueblo furioso!

DUQUE
Y es mi hija... ¿Es la duquesa de Arcos
quien aconseja semejante villanía a su padre?

SALVADOR
(a Isabel)
¡Oh, vos que tenéis rostro y corazón de ángel, interceded!
¡Que vuestras palabras
desarmen su furor!

ISABEL
(al Duque)
Padre... ante ti se alza el grito
de un pueblo traicionado.
Mucho han sufrido, y su gemido
se ha transformado en rugido.
¡Cede! Y estos que te maldicen
por desesperada angustia,
un día te bendecirán
como a un padre.

DUQUE
Recuerda quién soy y quién eres.
¡Basta de ruegos vanos!
A los impulsos de la estúpida plebe
jamás me plegaré.
De la poderosa Iberia
yo defiendo el honor.
¡No pienso arrojar al fango
el escudo de mi Rey!

SALVADOR
(para sí)
¡Oh, esta es la imagen
en la que sueña mi corazón!
En su voz de ángel
habla el pensamiento divino.
Pero el volverla a ver es una alegría
que mata todas mis esperanzas,
el abismo que ahora nos separa...
¡Está prohibida para mí!

CONDE
(entrando, sin aliento)
¡Duque, vete!

DUQUE
¿Qué dices?

VOCES DE FUERA
¡Muerte! ¡Muerte a los españoles!

ISABEL
(con el máximo terror)
¡Cielos!

CONDE
¡Los nuestros se repliegan a Castelnuovo;
la victoria está en manos de los insurgentes!

SALVADOR
(al Duque)
¡Este lugar será invadido dentro de poco!

ISABEL
¡Padre!

DUQUE
¡Oh, vergüenza!

SALVADOR
¿Y todavía dudáis?
Si aún tenéis abierta una vía de escape,
alejaos del furor del pueblo que irrumpe...
Cualquier indecisión sería funesta, fatal.
¡Que os mueva el temor por ella, por vuestra hija!

ISABEL
(al Duque)
¡Escucha las palabras de un corazón leal,
el cielo lo envió en nuestra defensa!
Sólo él en este momento atroz
puede salvar tu vida y tu fama.

DUQUE
¿Que ceda? ¿Que huya ante los rebeldes?
¿Y el cielo me ha reservado tal deshonor?
¡Aún más tremenda desde nuestros castillos
caerá mañana la venganza sobre el pueblo!

CONDE
¡Aún más tremenda desde nuestros castillos
caerá mañana la venganza sobre el pueblo!

DUQUE
(llevándose a Isabel)
¡Ven!

VOCES
¡Muerte al tirano!

ISABEL
¡Salvador!

SALVADOR
¡Confiad en mí!… ¡Debéis marchaos!

(el Duque, Isabel, el Conde y soldados salen por la puerta secreta)
 
¡Esa dulce mirada ha alegrado mi corazón!

MASANIELLO
¿Dónde están los infames?

TODOS
¡Muerte al Duque!

SALVADOR
¡Masaniello!

MASANIELLO
(abrazando a Salvador)
¡Amigo!

ALGUNOS DEL PUEBLO
¡Él! ¡El pintor!
¡Viva! ¡Viva!

OTROS
Pero, ¿y el Duque?

SALVADOR
¡Deteneos!... ¡Escuchad!
El Duque ha huido con los suyos,
el palacio está despejado. 

MASANIELLO
¿Ha huido?

(subiéndose a un taburete)
 
¡Que lo sepa todo Nápoles y el mundo entero!
De Felipe IV, Rey de España,
el aciago poder ha caído para siempre:
¡Somos libres!

TODOS
(abrazándose y levantando el sombrero)
¡Del déspota extranjero
el poder se ha quebrado
y sobre la patria recuperada
más bello brilla el sol!

PUEBLO
¡Viva Masaniello,
que el cielo te bendiga!

(entusiasmo general; todos se agolpan alrededor
de Masaniello para abrazarlo. Cae el telón)




ACTO  SEGUNDO


Primera Escena
 
(Una habitación en Castelnuovo, junto a Nápoles.
Pasadizo a la izquierda, puerta a la derecha, al fondo, otra

pequeña puerta, una ventana. Muros cubiertos, aquí y allá,
por armaduras, espadas y espuelas que cuelgan de las
paredes. A la izquierda una mesa con mantel negro, lo
necesario para escribir y una pequeña cruz negra. El Duque
de Arcos está sentado junto a la mesa, con los ojos
absortos en un papel. Isabel de pie, junto a la ventana)


ISABEL
(mirando por la ventana)
¡Es él! ¡Cierto, es él! ¡Salvador!
¡Antes de verlo ya me lo decía el corazón!

DUQUE
(a Isabel, severamente)
Regresa a tu habitación, hija,
y vístete con una prenda más lujosa.
En una hora regresaremos a Nápoles.

ISABEL
(con alegría)
¿Es eso cierto? ¡Oh, padre!
¿Aceptaste las propuestas de Masaniello?
¡Qué feliz estoy!

DUQUE
(levantándose)
Los asuntos de estado, déjalos para mí:
para ti, los vestidos y adornos.
¡Oh Isabel, qué orgulloso
irá tu esposo llevándote del brazo!

ISABEL
(afectada)
Padre...

DUQUE
¡Ya me has oído! ¡Vete! Espero a un mensajero.

(Isabel sale)
 
¿Firmaré la propuesta?
¿Por qué tardan los refuerzos de España?
¿Debo agachar la cabeza y aceptar la tregua?

(con ímpetu e ira)
 
¿Pactar con los rebeldes
el Duque de Arcos? ¡Oh, no!
¡Nunca llegará el día en el que mi nombre
se manche con semejante vergüenza!
Pero ¿cómo?
¡Oh, qué horrible pensamiento pasa por mi mente!
¡El torbellino de crímenes y sangre!
Y ¿qué recompensa por mi largo sufrir?
Y ¿qué alivio para los crueles remordimientos
y los atroces pecados?
Desgastada herramienta del poder,
sujeto al Rey y a la patria...
¡Moriré en tierra extranjera,
difamado y maldecido!

(pasea excitado, luego habla con tristeza)
 
Las alegrías del esposo, del padre,
Todos esos tiernos afectos no existen para mí.
Me dicen poderoso, pero soy un esclavo,
a delinquir me empuja el espectro de un Rey.
Si una voz de clemencia me habla en el corazón,
si me doblo ante el dolor de un pueblo destrozado,
¡aastiga, castiga! me grita una voz.
¡Soy la ley donde reina la masacre y el terror!

(se acerca a la mesa, firma el papel con mano
dubitativa, luego toca la campanilla)


DUQUE
(al Conde)
¡El mensajero de Masaniello!

(el Conde se inclina y sale para traer a Salvador)
(a Fernández)
 
El pacto de la tregua está firmado.

SALVADOR
(inclinándose ante el Duque)
¡Duque!

DUQUE
(entregando a Salvador el papel firmado)
Os entrego este papel, señor.
Que Nápoles vea que soy justo y moderado.

(volviéndose a Fernández)
 
Que los soldados estén listos para salir.

(Fernández sale)
(al Conde)
 
Avisad a las damas... y a los barones.

(el Conde sale)
 
Y vos por un momento

(a Salvador)n
 
esperadme aquí...
Juto a vuestro leal y valeroso brazo
quiere presentarse
el Duque de Arcos.

(sale con Fernández por el pasadizo de la izquierda)


SALVADOR
Mi alma está llena de asombro.
¿No es todo esto un sueño?
De nuevo junto a ella me conduce el destino.
¿Y huir de ella... olvidarla?
cuando le he jurado para siempre mi corazón.
¡Aquí está!

ISABEL
Padre…

(viendo a Salvador)
 
¿Vos aquí, señor?

SALVADOR
(Para sí)
¡Oh, instante!

(En voz alta)
 
Vine como embajador de Masaniello.

ISABEL
¿Visteis al Duque?

SALVADOR
Sí.

ISABEL
¿Y bien?

SALVADOR
Yo... ¡lo conseguí todo!

ISABEL
(con alegría)
¡Oh, feliz día!

SALVADOR
Vos... ¿os alegráis?

ISABEL
¿Vos no?

SALVADOR
(para sí, con emoción, mirando a Isabel)
¡Gran Dios!
¿Tendrá mi secreto que morir en mi pecho?

ISABEL
(para sí)
¡Reprime tus latidos, corazón mío!

SALVADOR
(para sí, con resolución)
No... ¡debo revelárselo todo!

(a Isabel)
 
¡Superan toda medida
mis crueles angustias!

ISABEL
Vos me asustáis.

SALVADOR
Escuchadme.
Os abriré mi corazón.
Luego, de dolor y vergüenza,
a vuestros pies moriré.

ISABEL
¡Hablad!

(para sí)
 
voy al encuentro
de una gran alegría o de la muerte.

SALVADOR
Una mañana en la rivera del Chiaia
estaba pintando un cuadro cuando,
radiante de un brillo celestial,
una muchacha se detuvo cerca de mí.
Ella tenía la mirada puesta en mi pintura
y yo la mirada y el corazón
en su rostro divino.

ISABEL
(refrenando mal su alegría)
¡Ah, el éxtasis de ese momento
revive de nuevo mi alma!

SALVADOR
Ella huyó... desapareció…
en el misterio se perdió aquella figura angelical.
Desde aquel día, ella está siempre en mi pensamiento.
ella es el astro de mis oscuros días.

ISABEL
¿Y no la habéis vuelto a ver?

SALVADOR
Sí, hace dos días.

ISABEL
(temblando)
¿Y la amáis todavía?

SALVADOR
(con desesperación)
La adoro… y por siempre la adoraré.
¡Ah, pero la he perdido!

ISABEL
¿Qué decís?

SALVADOR
(en voz baja, mirando fijamente a Isabell
Cuando osé levantar los ojos hacia ella supe...
que era la hija del Duque de Arcos.

ISABEL
(aterrorizada)
¡Cielos, calla... mi padre está ahí!

(corre al fondo de la escena explorando con agitación febril)

SALVADOR
(con dolor)
Ahora que lo sabéis todo, huid de mí
¡y llorad por mi cruel destino!

ISABEL
(arrojándose en los brazos de Salvador)
¡Las palabras de amor embriagan mis sentidos!
¿Podría llorar con el paraíso en el corazón?
En ti, la sagrada llama del genio encendió Dios.
¡Tú en mis pensamientos
eres mayor que cualquier Rey!
¡Te amo... te amo!

SALVADOR
¿Es un sueño engañoso
lo que ilusiona mis sentidos?
Junto a ti moriría
con el paraíso en el corazón.
¡Te amo... te amo!

ISABEL
(acercándose al crucifijo que está sobre la mesa)
Ante esta augusta imagen
del Dios que tanto sufrió y tanto amó,
juro que por siempre seré tuya, o del infierno.

DUQUE
(aparte)
¡Qué oigo!

SALVADOR
¡El Duque!

(breve silencio y desconcierto. El Duque avanza
lentamente con su séquito y se vuelve a Salvador con
hipócrita amabilidad)


DUQUE
A la Duquesa de Arcos
¿no le ofrecéis el brazo?

ISABEL
(temblando)
¡Cielos!

SALVADOR
(ofreciéndole el brazo a Isabel)
Si me permitís...

DUQUE
¡Salgamos!

(Salvadore Isabel preceden a los cortesanos
y salen por la puerta de en medio)


DUQUE
(delante del escenario, acompañando a su
hija y a Salvador con una terrible mirada)
¿Y tengo que sufrir esto?
Ella, al convento... y la muerte
para el culpable de tanta osadía.

(sigue a los cortesanos)


Escena Segunda

(Playa de Nápoles.
Al fondo de la escena, la ciudad, a la derecha el mar con barcos
embanderados; ante ellos un gran pabellón; a la izquierda una
especie de tribuna adornada con banderas, ramas y flores. Al
levantarse el telón una multitud de mujeres y jóvenes invaden la
escena y se ponen a bailar. A los lados, muchos plebeyos, Corcelli
y bandidos, agrupados alrededor de los bailarines, luego
Gennariello rodeado de algunos jóvenes y mujeres)


CORO
¡A la fiesta! ¡A la fiesta! ¡Vayamos todos!

PUEBLO
(corriendo al encuentro de Gennariello)
¡Mirad! ¡Gennariello!
¡Viva el bravo mosquetero!

GENNARIELLO
(avanzando. rodeado de la multitud)
¡Despacio! ¡Atrás!

CORO
¡Ah, habla, queremos saberlo todo!
¡Has hecho milagros!

GENNARIELLO
He cumplido con mi deber.
Ya que queréis oír lo que pasó,
os lo diré:
¡Venid todos a escuchar!
¡Y que nadie ose hablar!
Fuego de mosquetes desde lo alto del balcón,
y más allá, el cañón.
A Satanás y al cielo maldicen los españoles.
El sol ha desaparecido.
¡Qué horrible sangría! ¡Qué ruido infernal!
¡Pim! ¡pom! Por aquí; ¡pim! ¡pom! Por allá.
Y nosotros desde abajo: ¡Adelante!
¡Viva la libertad!
Luego, puñal en mano.
avanzamos entre el fuego,
a lo largo de la calle.
Cargamos los fusiles.
Avanzamos en masa.
Y cuando llegamos por fin a la puerta,
los españoles ya no estaban allí.
Choque, empuje y... ¡patatrá!

CORO
¡Pim! ¡pom! ¡patatrá!
¡Los españoles ya no estaban allí!
¡Viva la libertad!

(Gennariello y el coro se retiran al fondo del
escenario y los bailes vuelven animadísimos)


BANDIDOS
(avanzando al terminar los bailes)
¿Por qué hemos venido?
¿Por qué hemos luchado?
Le hemos dado toda la gloria de la victoria
pero sin botín no nos iremos de aquí…

(regresan los bailes y el Coro)


CORO
¡Ofrezcamos una corona al bravo Masaniello!
¡A aquel que confirmó los derechos del pueblo
y despertó en Nápoles el amor por la libertad!
El pueblo ha puesto su fe en Masaniello,
¡que él sea nuestro guía y nuestro rey!

GENNARIELLO
¡Paso! ¡Abrid paso a Masaniello!

PUEBLO
¡Viva nuestro redentor!

MUJERES
¡Qué valiente es! ¡Y qué apuesto!

BANDIDOS
¿Lo van a hacer rey?

TODOS
¡Callad! ¡callad! ¡Dejad que hable!
Es nuestro jefe y nuestro protector.

MASANIELLO
(que ha subido a la tribuna entre los vítores de la multitud)
¡Pueblo, escuchadme! En la justa lucha
Dios estuvo con nosotros... y vencimos.
A nuestra justa causa inclina la frente
el déspota español.
En los castillos ondea la bandera blanca
y el Duque de Arcos, con nuestros mensajeros,
está acordando la tregua.

OTROS
¡No! ¡No! ¡Guerra1
¡Exterminio a los extranjeros!

MUCHOS
¡Que se retiren las nefastas tasas!
‘Que nos devuelvan los derechos!
El pueblo no mide nada más.

MASANIELLO
¡Eso es también lo que yo quiero!

PUEBLO
¡Eres nuestro árbitro, nuestro rey!

MASANIELLO
(bajando de la tribuna)
¡No! ¡No! ¿Qué decís?
¡Oh! ¡Que venga el Duque!
Para él la vana pompa del poder,
para vosotros la libertad y la paz:
para mí la tranquilidad de mi cabaña...
de mi barca...
del cielo azul... ¡y del mar!

(todos lo escuchan con reverencia)
 
Pobre nací,
y no anhelo los pérfidos oropeles.
Quiero vivir ignorado
entre las olas y el cielo,
libre como un águila
y orgulloso como un rey.
Pero si el pueblo, traicionado
me reclamase,
como una venganza celestial
regresaría de la playa
¡y maldito sea tres veces
el malvado que falarte a su palabra!

CORO
¡En ese terrible día el pueblo
estará de nuevo contigo!

(toques de trompeta desde dentro)


GENNARIELLO
(que ha subido a la tribuna)
¡Viva! ¡Viva! ¡Vamos! ¡Corramos!
¡Salvador!

(lanza al aire la gorra y corre hacia el fondo de la escena)


TODOS
(mirando y señalando hacia el fondo de la escena)
¡Los españoles!

BANDIDOS
¿Qué hacemos?

OTROS
¡Silencio! ¡Esperemos!

MASANIELLO
(colocándose a los pies de la tribuna)
¡Aquí, hermanos, alrededor mío!

(el pueblo se despliega a los lados de Masaniello. Los bandidos y
algunos jóvenes al otro lado. Comienza la marcha. Los soldados
españoles con Fernández a la cabeza desfilan en la plaza. Durante
la marcha tienen lugar los cantos que siguen)


PUEBLO
¡En tu corazón confiamos todos!
¡Tú nos sostienes... tú nos guías!
¡Masaniello, tú serás
nuestro jefe y rey!

PARTE DEL CORO
Para expulsar a los extranjeros
hemos vertido mucha sangre.
¿Deberemos de nuevo doblegarnos
ante el odiado yugo?

GENNARIELLO
(Señalando al Duque)
¡Oh, mirad! ¡Es Salvador!
¡Junto al Duque! ¡Qué honor!
¡Tanta alegría en su rostro
nunca se vio brillar!

MASANIELLO
¡Porque el Duque cede ante nosotros!
¡Porque el Duque se digna a pactar!
Franca, libre y leal
es la lealtad del pueblo.

DUQUE
(a Salvador)
¿Dónde está el héroe del pueblo?

SALVADOR
(señalando a Masaniello)
¡Ahí está!

DUQUE
(extendiendo la mano a Masaniello)
¡Te doy la mano!

(entregando solemnemente un papel a Masaniello)
 
¡Gracias a ti,
en Nápoles la paz y la libertad reviven!

(volviéndose al pueblo)
 
Las antiguas leyes de Carlos V
os devuelvo.
A un pueblo de héroes
no le puedo negar nada…

CORO
(aparte)
¿Tan cortés con nosotros?
¿Se podrá confiar en él?

DUQUE
(abrazando a Masaniello, con una mal oculta ironía)
¡Ven, oh líder del pueblo vencedor!
Darás luz a mis pensamientos...
reinarás junto a mi trono...
serás el árbitro de mi poder...

MASANIELLO
De este pueblo que ahora me honra
siempre defenderé los derechos,
si Nápoles es feliz
orgullosamente os obedeceré.

PUEBLO
, GENNARIELLO
Con ese abrazo que honra a todos
surge una aurora de libertad.
No, los españoles en nuestra tierra
ya no serán extranjeros.

BANDIDOS, JÓVENES, FRAILES
Del Rey y del Duque recibirá riquezas, honores,
todos los favores serán sólo para él.
A la plebe, que lo ha alzado,
no se dignará a dirigir su mirada.

ISABEL
No puede ser un sueño.
Esta esperanza fortalece mi triste corazón.
Tengo el alma llena de luz.
¡Luz de alegría, luz de amor!

SALVADOR
¡Tenerla tan cerca, saber que me ama!
La inmensa alegría es casi un martirio.
Si este sueño de amor feliz
hubiera de desaparecer… ¡preferiría morir!

DUQUE (para sí), FERNÁNDEZ
CONDE DE BADAJOZ
¡Mirad! Qué valientes son los tontos,
cómo los embriaga los halagos.
Quizá mañana esos orgullosos rostros
volverán a besar el polvo.

DUQUE
¡Masaniello! ¡Tú, a mi Corte!

(al Conde)
 
¡Lanzad oro al pueblo!

TODOS
¡Viva el Duque!
¡Siempre seremos súbditos fieles!
¡Al magnánimo y al fuerte
aplaude el pueblo vencedor!

(El Duque con Masaniello salen entre la
aclamación del pueblo. Todos se alejan)




ACTO  TERCERO


Primera Escena
 
(Terraza del Palacio de la Vicaría.
Es de noche. La escena está espléndidamente iluminada.
Candelabros, estatuas, flores, fuentes. A un lado de la terraza se
ven las copas de los árboles iluminadas. A la izquierda una parte
del palacio, con puerta que lleva a las salas. A la derecha una
escalinata por la que se desciende al jardín. Música en el interior)


VOCES INTERNAS
¡Llenemos las copas! ¡Cantemos, brindemos
por la feliz unión del pueblo y el Rey!

(Fernández y el Conde de Badajoz
salen del brazo hablando en voz baja)


FERNÁNDEZ
Le oí murmurar extrañas palabras.

CONDE
¿Notaste sus blancas mejillas,
y su mirada vidriosa?

FERNÁNDEZ
Sí...

CONDE
Ahora veremos el efecto del filtro que le hemos dado.

FERNÁNDEZ
¿Y si algo fallara?

CONDE
Tenemos a la plebe.

FERNÁNDEZ
¿Qué quieres decir?

CONDE
El favor del pueblo cambia como el viento.
El Duque ya está en tratos con Corcelli...

FERNÁNDEZ
(observando al fondo de la escena)
Alguien se acerca.

CONDE
¡Escondámonos para ver!

(se retiran a un lado delante de la escena)


SALVADOR
(saliendo de las salas y atravesando la escena)
De Isabel, mi ángel,
no se me permite descubrir su rastro.
Veamos...

(sale por la sala que lleva al jardín)


FERNÁNDEZ
(irónico)
¡Ahí está el amigo del gran Masaniello!

CONDE
El pretendiente de tu amada...

FERNÁNDEZ
¡Tiemblo solo de verlo!

CONDE
No tienes nada que temer de un rival así,
el Duque ya se ha encargado...

FERNÁNDEZ
¿De Isabel?

CONDE
Entre los muros de un convento
pronto olvidará a ese loco,
¡y será tuya!

FERNÁNDEZ
Vana esperanza.

CORO INTERNO
¡Salgamos!

MASANIELLO
(de dentro)
¡Brindemos por la plebe!

(delirando)
 
¡Soy Rey de Nápoles!

CONDE
(a Fernández)
Aprovechemos la ocasión...
¡Ven, confía en mí!

(se dirigen al fondo de la escena)


DAMAS
(saliendo de la sala)
¡El olor de esas sales mata!
¿Quién vio jamás escándalo igual?
Ofendió a todos... insultó a todos.

CAVALLEROS
(con desprecio)
¡No tiene nada de raro que ese marrano,
ebrio de vino y loco de orgullo,
en su delirio, haya osado tanto!

DAMAS
¡Desgracia cuando la plebe alza la cabeza!

CAVALLEROS
Dios quiere que la plebe sea esclava.
¡Miseria, privación, hambre, tormento,
cepos y patíbulo es lo que tendrán!

DAMAS
Ya queda poco tiempo
para que perturben nuestras fiestas.

TODOS
¡Nunca más el hedor del vulgo
ofenderá nuestros sentidos y nuestro corazón!

MASANIELLO
(saliendo de la sala con la ropa manchada, los
cabellos desordenados y la mirada perdida)
¡Ay de mí, las sienes me arden!
¡Al mar! ¡Al mar! Apenas respiro...
¡El aire de estas salas es veneno!

(corriendo hacia el fondo de la escena)
 
¡Abridme paso!

(retrocediendo)
 
¿Quiénes sois?

CORO
¡Dejémoslo solo... está loco!

MASANIELLO
¡Una risa burlona tenéis en el rostro!
¡Fuera, asesinos, alejaros de mí!
¡Fuera! ¡Fuera! ¡Lo manda el Rey!

(se muestra amenazante. Los caballeros y
las damas regresan lentamente a las salas)


CORO
¡Dejémoslo solo... está loco!

SALVADOR
(agitado)
¡Masaniello! ¡Masaniello... amigo!

MASANIELLO
(desenvainando su espada)
¡Atrás, asesinos!

SALVADOR
¿Qué te ocurre? ¿No me reconoces?
¡Soy tu compañero de armas, tu hermano!

MASANIELLO
(tras haberlo mirado fijamente, arroja la espada)
¡Ah, ven a mis brazos!
Dime, ¿qué quieres de mí?
Soy omnipotente... ¡Soy el Rey de Nápoles!

SALVADOR
¡Cielos! Tu frente está pálida...
¡Huyamos de entre estos muros,
vayamos a respirar un aire menos impuro!

MASANIELLO
Si, es verdad... ¡Aquí todo está emponzoñado!

SALVADOR
También yo llevo la muerte dentro...

MASANIELLO
¿Tú? ¡Salvador! ¿Quién ha osado?

SALVADOR
Aquel que todo lo puede...
¡el Duque de Arcos!

MASANIELLO
¡El Duque!

SALVADOR
¡El muy falso ha traicionado a todos
y hasta ha sacrificado a su hija!

MASANIELLO
(presa de nuevo delirio)
¡Calla! ¡Al mar! ¡Al mar!
¡Allí está la vida!

SALVADOR
¡El amor de esa mujer es mi vida!

MASANIELLO
(delirando y cogiendo de la mano a Salvador)
¿Ves entre las olas una frágil barca?

SALVADOR
¡Masaniello!
¡Vuelve en ti! ¡La he perdido!
¡No volveré a verla jamás!
¡Mi ángel, mi ángel amado!

MASANIELLO
(como en una visión)
Ahí… sobre ese frágil tronco...
está sentado Masaniello.
Su reino son las olas,
y su tienda el cielo.
pero la tempestad se despierta
y ruje amenazante el mar.
En mitad de la tormenta
aparece un negro fantasma...

SALVADOR
¡Oh cielos, no me escucha!
¡No ve mi dolor!
¡Arrebatada ha sido la última esperanza
de mi perdido corazón!

MASANIELLO
(con creciente dolor)
¿Por qué, oh fantasma, me arrojáis a tierra?
Es atroz, horrible, la guerra de los hombres.
¡Fantasmas, aplacaos... alejaos,
o todo un pueblo morirá conmigo!

SALVADOR
(con tono desolado)
¡Escúchame!¡Mírame!
Mira mi llanto...
Mira el desgarro de un corazón roto...
No me queda amor ni esperanza...

MASANIELLO
¡Bien! ¡Muramos!
¡Cadenas y verdugos, hogueras y patíbulos prepara el Rey!

(Masaniello huye precipitadamente; Salvador hace amago
de seguirlo pero regresa con el cortejo del Duque)


DUQUE
, CORO
(entrando irritados)
¡Buscad a Masaniello!

SALVADOR
(al Duque, con fuerza)
¡Ha huido de esta malvada Corte
donde los pérfidos han jurado matarlo!

DUQUE
(ofendido)
¡Qué escucho!

FERNÁNDEZ
(con ira)
¡Desgraciado!

SALVADOR
(como antes)
¡Este hombre ha sido envenenado!

CORO
¿A tanto se atreve?

FERNÁNDEZ
(echando mano a la espada)
¡Impune no quedará el insulto!

DUQUE
(reteniendo a Fernández)
¡Quieto!

(volviéndose al Conde de Badajoz y señalando a Salvador)
 
¡Quitadle la espada!

CONDE
(a Salvador)
¡Quedas arrestado!

DUQUE
¡Llevadlo a la cárcel!

SALVADOR
Me rindo a tu poder,
pero esta espada es sólo
para servir a Dios y al pueblo
¡que nunca sea profanada
por manos indignas!

(rompe la espada y sale con el Conde de Badajoz)


CORO, FERNÁNDEZ
¡Duque! Esta loca ofensa
apresúrate a vengar.

DUQUE
(con misterio)
Él ya está en mi poder,
¡conviene actuar con cautela!

(todos salen)


Escena Segunda


(Monasterio.
Pórtico que conduce al oratorio; asientos de piedra;
algunos árboles; flores más allá de las vidrieras)


ISABEL
(entrando agitada)
¡Tengo necesidad de aire... de luz!

INÉS
Junto al lecho de una hermana moribunda
me reclama el deber.
Sobre su féretro, pronto todas rezaremos...

ISABEL
Joven… tal vez...

INÉS
(con intención)
Y traicionada por un profundo amor,
en vano aquí buscó el olvido.
El dolor la consume…

(se inclina y sale)


ISABEL
¡Ah, ese, oh padre,
es el destino que me has reservado en la tierra!

(campanas de agonía. Isabel se arrodilla llorando)

MONJAS

(atravesando el pórtico para acudir al oratorio)
Vayamos a la iglesia para invocar paz
de la hermana que reclama el Señor.
¡Dios la acoja allí donde
todas las penas y dolores terrenales se extinguen!

(se detienen curiosas. formando
grupos, al ver a Isabel)
 
¡Mirad… ahí está!
El dolor le brota del pálido rostro-
¿Quién será?
Dicen que es hija de un gran señor...
del Duque de Arcos, del virrey...
Es su hija,
que fue recluida por el padre.
¿Por qué? Las habituales historias de amor...

TODAS
¡Dios! ¡Qué escándalo!
¡Dios! ¡Qué horror!

(repicar de campana)
 
¡La campana! ¡Silencio!
¡A la oración regresen las siervas del Señor!
Las alegrías del mundo son una quimera
y sólo en el claustro encuentra paz el corazón.

(entran en el oratorio)


ISABEL
(sola)
A la infeliz hermana,
culpable de amor, se le abre la tumba.
Ese será mi destino también.
A aquel que se hace llamar padre,
¿qué dolor, qué plegaria
podría vencer su inexorable orgullo?
Moriré aquí sin ser llorada.
¡Ni siquiera al amado, que sólo vivía por mí,
llegará el grito de mi desgarrado corazón!
Volad, oh libres aires del cielo...
¡Volad a él con mis suspiros!
¡Llevadle mis lágrimas,
la cruel ansia de mi sufrimiento!
Bajo la implacable y sórdida bóveda
se rompe el grito de mi triste corazón.
¡Ah, mi pobre e ignorada tumba,
no tendrá lágrimas ni flores!

(prorrumpe en lágrimas. Inés introduce al
Duque, le señala a Isabel, luego se aleja)


ISABEL
(volviéndose y viendo al Duque)
¡Cielos! ¡Mi padre!

DUQUE
(con severidad)
¿Te desconcierta mi presencia?
Entonces es que tu corazón te grita: ¡culpable1

ISABEL
Si hubiera culpa en mí,
caería a tus pies
implorando perdón.

DUQUE
¡Y yo te abriría mis brazos,
feliz de perdonarte!
¡Oh, ven, Ven al abrazo de aquel
que en la tierra solo es feliz cuando tú eres feliz!

ISABEL
(dudando)
¿Es cierto entonces?
¿Se ha aplacado tu ira?

DUQUE
Sí… he perdonado todo.
Olvida mi dureza.

ISABEL
(como antes)
¿Y todavía me amas? ¡Oh, padre!

DUQUE
(abrazándola)
¡Ingrata! ¿Y me lo preguntas?

(conmovido)
 
Sólo tú mis blancos cabellos
adornas con una gentil flor.
De mis días decadentes
eres el último rayo de luz.

ISABEL
¡Qué dulce es el llorar
sobre el regazo paterno!
Reluce en mí el alba de un futuro sereno.

DUQUE
Vine a abrirte las puertas del convento.

ISABEL
Sí... entre estos muros reina la muerte.

DUQUE
¡Oh, hija, te esperan los esplendores
de las santas alegrías del amor!

ISABEL
(con ansia)
¿Es cierto?

DUQUE
(casi dudando, mirándola fijamente)
Las antorchas de boda ya brillan para ti.

ISABEL
(con creciente agitación)
Tiemblo de leer tu mente...

DUQUE
(como antes)
Recompensa a un hombre que te ama,
a un hombre que ya te llama esposa.

ISABEL
(con expresión de esperanza)
¡Cielos!

DUQUE
Un hombre leal... generoso…
que nos protegió… y nos salvó.

ISABEL
(con alegría)
Entonces… ¿mis deseos?

DUQUE
Mañana tu esposo será... Fernández.

ISABEL
(retrocediendo)
¡No! ¡Antes moriré!

DUQUE
(con ímpetu)
¿Rebelde todavía?

ISABEL
Padre... ya lo sabes...
a otro corazón juré serle fiel.

DUQUE
¿Ni siquiera al revelarme tu indigno amor
se sonrojan tus mejillas?

ISABEL
(con el máximo entusiasmo)
Sublime es el hombre que reina en mi corazón.
¡Y estoy orgullosa de este amor!

DUQUE
¿La sentencia de muerte de ese hombre
quieres firmar entonces?

ISABEL
¡Cielos!

DUQUE
Ante la corte osó desafiarme;
está prisionero.
Si tú no lo salvas, morirá mañana.

ISABEL
(con desesperación)
¡Piedad!

DUQUE
Lo que debes hacer... ya lo sabes.

ISABEL
(suplicante, siempre de rodillas)
Yo lo amo, padre; ¡perdón para él!

DUQUE
Elimina del corazón ese insano amor
o mi venganza caerá sobre el culpable.
Y tú, maldecida por el padre,
aquí malgastarás tu vida.

ISABEL
Padre... renuncio para siempre a él.
¡Pero no seré esposa de otro jamás!
Santo es el amor que arde en mi corazón,
y si él está a salvo, moriré feliz.

(repique de campanas)


DUQUE
(dirigiéndose a la salida)
¡No me volverás a ver!
La cabeza del reo caerá mañana en el patíbulo.

ISABEL
(llena de terror y con voz sofocada, siempre
arrodillada extendiendo los brazos)
¡No, no, padre, detente!
Que él viva... ¡y mi corazón se sacrificará!

DUQUE
(volviendo junto a Isabel)
Hija, ¿te rindes a mis deseos?

(levantándola)
 
¡Ven al abrazo de tu padre!

ISABEL
¡Sálvalo! ¡Sálvalo! Moriré por él...
¡Adiós para siempre, sueño de amor!

(sale tambaleándose con su padre)


MONJAS
(que han aparecido por el fondo de la escena)
Volvamos al silencio... a la plegaria.
¡Las alegrías del mundo son una quimera!

(deteniéndose al ver al Duque e Isabel)
 
Mirad... ¡cuántas lágrimas! ¡cuántos suspiros!
¿No podremos descubrir este misterio?




ACTO  CUARTO

 
(Verja de hierro.
La escena está dividida por la mitad por un muro
cubierto de hiedra y flores. A la izquierda, los
jardines del Duque y un ángulo del palacio,
iluminado para la fiesta. En la parte izquierda del
palacio, una torre. Más al fondo, junto a la torre,
una puerta. A la derecha, un ángulo de la Iglesia del
Carmen, con puerta a tres niveles. A la derecha de la
iglesia, un oscuro corredor que conduce al coro de la
misma. Más al fondo, la puerta correspondiente a la del
Duque. A lo lejos el mar y panorama de Nápoles. Amanecer.
Gennariello al otro lado de la puerta)


GENNARIELLO
(cantando con la mandolina)
Mi pequeña, ¡ven al mar!
En la barquita hay un lecho de flores
la blanca proa parece un altar,
y las olas y las estrellas brillan de amor.
Ten valor, prisionero, confía en nosotros;
¡mañana se te abrirá el camino de la libertad!

(se aleja)


(El Conde de Badajoz sale de la puerta del castillo y va
hacia la verja donde han aparecido un grupo de bandidos,
todos envueltos en mantos negros y armados con arcabuces)


CONDE
¿Quién está ahí?

CORO
Tus fieles...

(el conde abre)

BANDIDOS
Entremos...

(todos entran con cautela)


CONDE
¿Y estos?

BANDIDOS
I
Todos hermanos... gente de honor.

CORO
Mientras haya vino... mientras haya oro.

(se colocan delante de la escena)


CONDE
Masaniello está por llegar a la iglesia.

CORO
Lo sabemos.

CONDE
En la puerta de la iglesia...

CORO
Armados nos apostaremos.

CONDE
A la señal de Corcelli...

CORO
¡Pin! ¡Pun! Disparamos sobre él.
Pero, ¿y el oro?

CORO
¡Aquí está!

CORO
¿El vino?

CONDE
No os faltará.

CORO
Lo demás es cosa nuestra.

CONDE
¡Está bien!

(entra en el castillo)


BANDIDOS
(a sus compañeros)
¡Venid!

CORO
Entremos

(hacen gesto de marcharse, luego se detienen)
 
Del trono y de la iglesia somos defensores.
¡La Vírgen del Carmen nos ayuda desde el cielo!

(Todos entran en la iglesia por el corredor)

CORO
(fuera de escena)
Dediquemos la noche a comer y a bailar,
¡que desaparezcan los esposos entre una nube de flores!
¡Resuene la alegría por el aire!
Cada corazón responda a los felices deseos.

CONDE
(a Salvador)
Sois libre.

SALVADOR
(sorprendido)
¡Libre! ¿A quién debo el inesperado favor?

CONDE
A la clemencia del Duque.

(señalando a la iglesia)
 
Ese camino está abierto para vos.
¡El cielo os guarde de todo mal, señor!

SALVADOR
(haciendo una reverencia)
¡Salud!

(el Conde entra en el castillo)
 
Extraña y siniestra despedida.
¿Por qué la tan ansiada libertad
asusta a mi perplejo corazón?
¡Corramos junto a Masaniello!
Sólo él, leal amigo,
podrá decirme si Isabel sigue viva.

(va a salir cuando Isabel, ricamente vestida de novia y
cubriéndose el rostro con un velo blanco, avanza inquieta
y temblorosa)


ISABEL
(cautamente)
¡Salvador!

SALVADOR
(corriendo hacia ella)
¡Isabel! ¡Oh, felicidad!

ISABEL
¡Eres libre!

SALVADOR
(con entusiasmo)
¡Feliz! ¡Ebrio de amor!

ISABEL
¡Piedad! ¡Piedad!

SALVADOR
¿Qué te pasa?

ISABEL
Llevo la muerte en mi interior...

SALVADOR
(conmovido)
Una palabra… ¡sólo una palabra!
¿Todavía me amas?

ISABEL
¡Escucha... el tiempo vuela!
Me da miedo el peligro que corres.
Con el corazón destrozado vine
a darte mi último adiós.
Si es verdad que me amas... ¡aléjate de mí!
El destino... ¡Dios lo quiere así!

SALVADOR
(con entusiasmo)
¡Que se abra la tumba para mí
pues sereno me sonríe el día!
¿Y el ángel de la vida
en este momento me mata?
¿Tú me traes las tinieblas
ahora que por fin veo el sol?

ISABEL
¡Piedad! ¡Piedad!

SALVADOR
Un misterio encierras en el corazón.

ISABEL
¡Es cierto! Pero mi boca
no se atreve a revelártelo.

(se escuchan cantos del interior)


SALVADOR
(conmovido)
¡Ese sonido!

(tras breve pausa)
 
¡Cielos! ¡Te has casado con otro!

(con fuerza)
 
¡Habla!

ISABEL
(con la máxima angustia, arrojándose a los pies de Salvador)
¡Gran Dios! ¡Perdón!

SALVADOR
(mirándola ansioso)
La corona de oro...
la joya que resplandece en tu dedo...
¡Me cuentan tu horrible secreto!

ISABEL
¡Escúchame! ¡Soy inocente!

SALVADOR
¡No lo digas! ¡Calla, por favor!
¡Si te has casado con otro
has firmado mi sentencia de muerte!

ISABEL
¡Tu vida fue el precio de la odiada boda!

SALVADOR
¡Oh, cielos!

ISABEL
¡No merezco el desprecio de tu corazón!

SALVADOR
¿Es eso cierto?

ISABEL
Fui víctima de mi padre… ¡te amo!

SALVADOR
Si es cierto que me amas,
Sígueme... ¡huyamos!

(con dulzura)
 
Ven, un éxtasis de felicidad
será nuestra vida.
Sígueme, y cualquier otra figura
será eliminada de tu corazón.
Si mi alma puede embriagarse con tu amor
no envidio el paraíso a los ángeles.

ISABEL
¡Seguirte y unir en uno solo
tu destino y el mío!
De mi corazón, créelo,
es el primero, ¡el único deseo!
Pero infringir un juramento
no puede ninguna fuerza mortal.
¡Déjame con mi dolor!
¡Huye... quiero salvarte!

GENNARIELLO
(que sale de la Iglesia, a Salvador)
¡Ah, aquí estás!

SALVADOR
¡Gennariello!

GENNARIELLO
¡Ven, date prisa!

SALVADOR
¿Qué pasa?

GENNARIELLO
¡Masaniello está en peligro!

ISABEL
¡Cielos!

SALVADOR
¿Y cómo lo sabes?

GENNARIELLO
Ahí adentro lo esperan unos sicarios.
¡Ven, ayúdale,
está ciego ante el peligro, como un loco!

SALVADOR
(a Isabel)
¡Decídete! Sígueme... ¿Todavía dudas?
Este momento es terrible, fatal para nosotros.
Sobre la cabeza del desdichado pende la muerte
¡pero más fuerte habla el amor en mi interior!

ISABEL
¡Ve... corre... date prisa!
¡Salva a tu amigo!
¡Con mis lágrimas te bendigo!
¡Que el sacrificio de un vano amor
te devuelva la fe y el valor!

(Salvador y Gennariello se dirigen apresurados
hacia la iglesia. Se oye una explosión en el interior)


ISABEL
¡Ah!

SALVADOR
(a Isabel)
¡Sígueme!

ISABEL
(resistiéndose)
¡No!

GENNARIELLO
¡Ven!

SALVADOR
¡Corramos a morir junto a Masaniello!

(entra con Gennariello en la iglesia)


GENNARIELLO
¡Demasiado tarde!

ISABEL
¡Que el cielo lo proteja!

DUQUE
(saliendo del castillo, acompañado por la guardia
y algunos caballeros de su corte que se detienen al
fondo con el Conde)
¿Tú aquí? ¡Vuelve a entrar!

ISABEL
(agitada)
¡Padre!
En esa iglesia se ha cometido un atentado.
¿Quién ordenó ese terrible delito?

SALVADOR
(sobre la escalinata de la iglesia, pálido, con el puñal en mano)
¡Tu padre!

DUQUE
¡Salvador!

SALVADOR
Ahí dentro... han asesinado a Masaniello.
¡Cobarde! ¡Tú también morirás!

GENNARIELLO
(reteniéndolo)
¡Detente!

ISABEL
(interponiéndose)
¡Oh, qué desconcierto! ¡Padre!

DUQUE
¡De nuevo el audaz!

SALVADOR
(con desprecio)
¡Vete, desgraciado! ¡Vete, maldito!
No quiero mancharme con tu sangre culpable.
¡Que este puñal que te arrojo a los pies
sea como una maldición para tu corazón!

(lanza el puñal a los pies del Duque)
 
Odiado por los hombres, rechazado por Dios,
¡vive en remordimientos, maldito!

CORO
(avanzando con el Conde, al Duque)
¿No vas a castigar el loco atrevimiento?

DUQUE
(arrastrando a Isabel)
¡Yo lo desprecio! ¡Ven, Isabel!
¡Ven con tu esposo!

ISABEL
(dudando)
¡Padre!

DUQUE
(en voz baja, a Isabel)
¡La vida de este estúpido
vuelve a estar en mis manos!

SALVADOR
(a Isabel, con ironía)
¡Vete, vete! Regresa a las refulgentes salas.
Allí se disfruta y se ríe... ¡aquí se muere!
¡Olvidarás entre los felices bailes
un sueño que te pareció amor!
Beberás la felicidad, beberás el olvido
en los besos de tu esposo.

ISABEL
(con la máxima angustia)
¡Es demasiado!

DUQUE
(al Conde de Badajoz, en voz baja)
¡Matadlo!

(a Isabel)
 
¡Ven!

ISABEL
(recogiendo el puñal arrojado por Salvador)
¡Que Dios me perdone!

(se apuñala)


(salen del castillo las damas, pajes y sirvientes)

SALVADOR
¡Cielos!

DUQUE
¡Hija!

GENNARIELLO
, CORO
¡Oh, desgraciada!
¡Se ha matado!

ISABEL
Salvador... muero...

(cae, sujetada por Salvador)


SALVADOR
¡Ángel mío!

DUQUE
(a Isabel, en acto de súplica)
¡Hija, mírame... dile algo a tu padre!

GENNARIELLO, CORO
¡Oh, qué desgracia!

ISABEL
Padre... te imploro perdón para él...
Crecí en medio del llanto...
Ahora... soy feliz...
Padre... para mí... para él...
imploro tu perdón.

(a Salvador)
 
¿Ahora lo entiendes?...
¡Ya sabes cuánto te amé!
¡Vive! Te lo ordeno...

SALVADOR
(arrodillado junto a Isabel)
¡Ay de mí! ¡Me abandonas!
¡Y me ordenas vivir!
La gloria, el genio, el arte...
todo muere contigo.

DUQUE
En vano he sido por este ángel
absuelto y perdonado.
¡Desde el indignado cielo
ya ruje el anatema sobre mí!

GENNARIELLO
(a Salvador)
Vámonos de este lugar...
Aquí solo hay infamia y muerte.
¡Vive! Por la patria... por el arte...
¡Ella te lo ha ordenado!

CORO
(en voz baja, con tristeza y terror)
¡Asciende al trono de Dios,
ángel del perdón!

ISABEL
¡Salvador, adiós!

SALVADOR
(con desesperación)
¡Ay de mí! Muerta...
¡Ahora la vida es un árido desierto para mí!

(todos se prostran ante el cadáver de Isabel)




Traducido y escaneado por:
Natan González 2022