ATTO PRIMO
(Ripiano erboso in una selva.
A sinistra,
sul davanti, alberi
secolari
sorgono isolati.
Fra gli alberi piccole aiuole
fiorite.
Un
banco di pietra inverdito dal
musco è
ombreggiato da un ramo pendulo
d’una
pittoresca liana.
A destra, un rivo scende
dall’alto
con murmure
lene tra grossi
frutici.
Sul rivo un piccolo ponte.
L’eremo
s’intravede a sinistra, nel
secondo
piano
della scena, più alto.
Intorno e in fondo,
la selvaggia
foresta, dove
più densa e dove
più rara, sì da
lasciare
qualche traccia di
passaggio.
E’ l’alba. Fumi lievi vaporano
dal
tempio.
Si odono canti gravi)
VOCI INTERNI
Luce! Luce dei cuori!
Fiori ed incensi,
Fuoco offriamo a te!
Benedetto! Benedetto!
Sette fiamme hai nella bocca!
(Il vecchio Durvasas
avanza dal
fondo e batte alla porta
dell’eremo)
VOCI INTERNI
Cingi l’anima nostra
Col nimbo dei tuoi pensier!
DURVASAS
Sakùntala, apri!
(La porta s’apre. Durvasas
entra)
VOCI INTERNI
Sette mari hai per tuo letto!
Sette monti sotto il piè!
SAKUNTALA e DONNE
Vittorioso tu splendi!
(Il mattino si fa radioso)
VOCI DI CACCIA LONTANA
(selvaggiamente)
O-oh! O-oh! O-oh! O-oh!
(Alcuni mendichi, ansimanti, si
affretteranno verso l’eremo)
ALCUNI MENDICHI
(in scena)
Eremiti, salvate le sacre gazzelle!
E’ la caccia del Re!
(Al richiamo, gli asceti appariranno
sulla soglia. Alcuni avanzeranno
perplessi,
sbigottiti. E d’improvviso
la caccia tumultuosa irromperà da
destra, sperdendosi poi nel fondo
degli alberi)
HARITA
Ah! Come salvare I cervi,
I caprioli?
IL GIOVANE EREMITA
Le sante bestiole dell’eremo!
(Un giovane appare con l’arco
teso verso
una gazzella fuggente fra gli
alberi. Gli eremiti si arretrano, ed
esclamano insieme)
IL GIOVANE EREMITA
HARITA, GLI
EREMITI
Il Re!
(Il giovane apparso e` sempre
nell’atto
di trarre il dardo. Due eremiti,
avanzandosi verso di lui e
genuflettendosi)
IL GIOVANE EREMITA, HARITA
O nostro Re...
Pietà!
(Il Re si volge verso loro
sorpreso)
HARITA
E’ la santa gazzella dell’eremo...
Non scoccar la tua freccia!
IL GIOVANE EREMITA
Non scoccar la tua freccia!
Non vedi com’è tenera?
HARITA
Che puo` farti di male?
IL RE (si sarà avanzato verso
il centro
della scena) Ecco, depongo l’arco,
E a voi mi inchino, fratelli...
HARITA
Tu sei buono, o Re!
Dal tuo volto spira una grazia
Che affida a sperar...
IL RE
E in che posso affidarvi?
(I due eremiti si guardano
per
un momento, esitando)
IL GIOVANE EREMITA
Poi che la buona sorte
T’ha condotto sul nostro cammino,
Noi ti preghiamo, o Re,
Pei fratelli dell’eremo...
IL RE
(incoraggiando affabilmente)
Che cosa mi comandano I fratelli?
HARITA
Da quando Kanva, il nostro capo, è
assente,
Gli spiriti del male non cessan
nella notte
d’insidiarci...
IL GIOVANE EREMITA
Turbano le preghiere e I sacrifizi!
HARITA
O Re, entra nell’eremo!
IL GIOVANE EREMITA
Salvaci dai nemici d’ogni bene...
HARITA
(fervente e solenne)
Tu puoi tutto... su tutti!
IL RE
E’ una gioia per me!
IL GIOVANE EREMITA
Kanva lasciò Sakùntala sua figlia...
Ella è come la nostra divinità
protettrice.
HARITA
Ti saprà fare onore!
IL RE
La vedrò...
Ma andate, buoni eremiti!
Or io comanderò
Che la selvaggia caccia abbia
tregua,
E prima di seguirvi io stesso voglio
purificarmi
Nelle sacre onde della fonte Malini!
HARITA
Che il ciel ti doni un figlio
Come te virtuoso,
che regga l’Universo!
(Gli eremiti risalgono lentamente
il pendio,
poi entrano nell’eremo. Il Re resta per un momento pensoso,
poi come in sogno sospirerà)
IL RE
Un figlio!
(Indi si avvia anch’egli verso la
sorgente.
Ma dal fondo della selva voci
fresche di giovinette interrompono la sua contemplazione)
ANUSUYA
(appare portando un fascio di
fiori)
Per di qui, per di qui, amiche!
(Nel dirigersi verso il banco di
musco,
è colpita dalla precoce fioritura di
una grande liana. Lascia cadere I fiori,
e con viva gioia rivolgendosi di nuovo
verso l’interno, chiamerà)
ANUSUYA
Priyàmvada! Sakùntala!
Venite!
(Il Re si sarà ritratto verso la
macchia,
a destra, ma in modo da poter
scorgere quanto si svolge sulla scena. S’intravederanno Priyàmvada e
Sakùntala accorrere al richiamo
dell’amica)
ANUSUYA
Meraviglia! Prodigio!
La liana è fiorita innanzi tempo!
(Priyàmvada e Anùsuya si
avvicinano
festanti alla liana. Sakùntala,
turbata, resterà immobile, e con le braccia
tese indietro cercherà quasi un appoggio
nel tronco d’albero vicino)
IL RE (fortemente colpito dalla bellezza
di Sakùntala, esclamerà con commossa
ammirazione) Divina!
(Le due amiche si rivolgeranno
intanto
a Sakùntala)
PRIYAMVADA
E’ la buona novella!
Essa ci dice che ben presto
Sarai chiesta... in isposa!
SAKUNTALA
(facendosi pudicamente schermo
con
un braccio e avanzando di qualche
passo) Taci!
PRIYAMVADA (sorriderà ad Anùsuya che corre
ad attingere acqua alla sorgente,
poi raggiungendo Sakùntala) Ma Kanva l’ha predetto!
(con tono sommesso, come
ripetendo una profezia)
“Se la liana è precoce a fiorire
E’ questo un buon presagio per
Sakùntala!”
(Priyàmvada, sorridendo con
intenzione,
raccoglie I fiori caduti e li porta
sul banco
per riordinarli)
SAKUNTALA
No! Non voglio ascoltarti!
ANUSUYA
(ritornando con un annaffiatoio
pieno,
a Sakùntala) Ecco, amica! Acqua pura di fonte!
(Sakùntala vuol prendere
l’annaffiatoio;
ma Anùsuya gentilmente schermendosi)
ANUSUYA
Ma ad ogni pianta devi dar
ristoro...
Le più sfiorite ti saran più
grate...
Non le dimenticare!
SAKUNTALA
No! Porgi!
Tu sai che le amo tutte
come una sorella!
(Sakùntala e Anùsuya andranno
insieme
verso il fondo, Sakùntala per
annaffiare le sue piante, Anùsuya al banco
di musco, commentando con Priyàmvada
ed aiutandola)
IL RE
(sempre ammirato)
Ah! Soave fanciulla! Visione di
sogno!
Il tuo labbro è un bocciuolo di
rosa!
E le tue braccia son due giovani
rami!
La tua fresca giovinezza è annodata
Alle membra come fior delicato!
Tu mi riveli per la prima volta
L’incantamento della vita vera!
(Nel curvarsi intorno ai suoi
fiori,
Sakùntala farà un gesto come di
disagio, indi rivolta alle
amiche)
SAKUNTALA
Anùsuya,Priyàmvada m’ha troppo
stretto il seno,
Dislacciami!
ANUSUYA
(accorrendo e rivolta a
Priyàmvada)
Senti? T’accusa!
(Anùsuya avrà allentata la
cintura
del seno; e Sakùntala, liberata
dalla stretta fastidiosa, scuoterà con
grazia la testa, sì che i piccoli seni
avranno un lieve sussulto)
PRIYAMVADA
(sorridendo)
Non accusar nessuno!
E’ la tua giovinezza
Impaziente d’ogni freno, che
sboccia!
(Il Re che avrà seguito la scena,
con crescente ammirazione,
esclamerà)
IL RE
Ah! Vivi, fanciulla, perchè io viva!
(Poi cercherà accostarsi, sempre
dietro
la macchia. Sakùntala d’improvviso
fa il gesto di scacciare un insetto
molesto. Lo ripete con palese inquietudine)
SAKUNTALA
Aiuto! Aiuto!
ANUSUYA, PRIYAMVADA
(accorrendo)
Che avvien?!
SAKUNTALA (avanzando verso il centro della
scena, agita le braccia per difendersi
dall’insetto) Un’ape! Un’ape cattiva
Vuol pungermi il volto!
(Le due amiche frenano a stento
uno scoppio di risa)
SAKUNTALA
(accendendosi)
Ancora... Via! Ah!
PRIYAMVADA
(comicamente)
Ohimè! Come aiutarti?
ANUSUYA
Come?
SAKUNTALA
Scacciatela! Difendetemi!
(Sakùntala è quasi adirata con le
amiche
che non la soccorrono seriamente.
Tuttavia queste si affannano, sempre
un po’ scherzose, a scacciare con qualche
frasca, col lembo della
veste, l’ape insistente)
IL RE
(dietro il fogliame)
O ape, come t’invidio
Di sfiorarle il volto e I begli
occhi!
Nuovi vezzi le insegni, nuovi
incanti!
ANUSUYA, PRIYAMVADA (con un grido festoso) Ah! Atterrata!
SAKUNTALA
(pronta)
No! Ancora minaccia!
Mi persegue...
ANUSUYA, PRIYAMVADA
Che possiamo di più?
SAKUNTALA
(disperata)
Non ho più scampo!
ANUSUYA, PRIYAMVADA
Invoca il Re!
IL RE (sussultando di gioia)
Ah!
SAKUNTALA
Soccorso!
IL RE
(uscendo decisamente dalla
macchia,
e avanzando di un passo) Chi è che osa molestar la
fanciulla?
(Le giovinette restano un istante
interdette. Poi Priyàmvada con soave
ardimento)
PRIYAMVADA
O nobile straniero,
come vedi, nessuno!
(sempre sorridendo ed
indicando Sakùntala)
Sakùntala avea paura e gridava
Per un’ape insidiosa...
(Il Re guarda fisso Sakùntala che
abbassa
gli occhi. Poi con
estrema dolcezza)
IL RE
Sakùntala! Ho sentito narrar
Della fanciulla ch’è figliuola
di Kanva!
(Priyàmvada e Anùsuya si guardano
stupite. Poi Anùsuya, più
ardita)
ANUSUYA
E come?
Non sei tu straniero?
IL RE
(riprendendosi, ma un po’
esitante)
Sì, sono un pellegrino
Inviato dal Re a visitare l’eremo
del bosco!
PRIYAMVADA
(rispettosamente)
Onore a te, signore!
ANUSUYA
(come l’amica)
Sii tu il benvenuto tra noi!...
PRIYAMVADA
(con dolce letizia)
Sakùntala... Cara, va,
Cogli I frutti più belli,
I fiori più fragranti,
E reca l’offerta a l’ospite!
(Sakùntala s’inchina e si
allontana verso
destra. Prima di sparire, si volgerà
per
riguardare: ma, incontrando lo sguardo
del Re, si affretterà nel
bosco. Il Re,
sempre contemplandola, farà qualche
passo, come per seguirla)
ANUSUYA
(piano, curiosa, a voce bassa)
Priyàmvada, ascolta!
Chi sara’ lo straniero bello e
grave?
PRIYAMVADA
(le fa cenno d’aspettare)
Taci! forse presto sapremo!...
(poi, rivolta al Re)
Signore, non vorresti sedere accanto
a noi?
Sarai stanco!
IL RE
(richiamato alla realtà)
O gentil fanciulle,
Se m’è dato interrogarvi...
(Il Re e le fanciulle
andranno
verso il banco e si
sederanno)
IL RE
Il saggio Kanva,
Il capo austero degli anacoreti...
(come cercando le parole)
...ha trascorso I suoi giorni
Assorto in continuo pregar -
E Sakùntala è sua figlia?
Come mai?
PRIYAMVADA
(con accento ispirato)
Sakùntala è di casta sovrana!
(in tono misterioso)
In un tempo lontano
Il potente Kaussika, il re asceta,
Indugiava solingo a meditar nella
foresta...
A un tratto, ecco, gli apparve
Una fanciulla bella di bellezza
divina...
ANUSUYA
Una ninfa...
PRIYAMVADA
La Primavera splendea tutt’intorno
Tiepida e dolce. Ei la vide e...
(ritraendosi)
IL RE
(incuorandola a proseguire)
Intendo!
PRIYAMVADA
E Sakùntala nacque e fu
abbandonata...
Ma Kanva la raccolse e la curò qual
padre...
Or ella, bianca e tenera, allieta
l’eremo
E infiora il vecchio tronco
disseccato!
(Il Re resta fortemente colpito
dal racconto;
ma il volto gli si
illumina d’una grande
speranza. Le fanciulle rispettano il suo
silenzio. Egli fa per alzarsi, quand’ecco
vede Sakùntala, sbigottita, tornare di
corsa verso le compagne. Nel contempo
sopraggiunge affannoso lo scudiero del Re)
LO SCUDIERO
Finalmente, mio Re!...
LE TRE FANCIULLE
(atterrite)
Il Re!
IL RE (evidentemente contrariato,
con tono
fiero allo scudiero)
Che chiedi?...
LO SCUDIERO
(umilmente)
Signore!
S’era tutti in grand’ansia... si
temeva...
(Nuovo gesto del Re che paralizza
lo scudiero, rendendolo anche più sommesso)
LO SCUDIERO
La caccia deve volgere al ritorno...
(indugiando)
Ancor t’indugerai?...
(Il Re, combattuto da opposti
sentimenti,
rimane un istante perplesso, poi
con calma risoluta)
IL RE
Ordino alla mia gente
Che più non turbi la pace
dell’eremo!
La caccia s’arresti!...
Andate! Vi seguirò!
(Lo scudiero s’inchina
devotamente
e scompare. Il Re lo segue cogli occhi;
poi si
rivolge alle fanciulle; e, vedendo
Priyàmvada e Anùsuya intente a prestar
cura a Sakùntala che durante la scena si
sarà abbandonata, come in deliquio,
sul banco, accorrerà premuroso)
IL RE
Ella soffre?
Un’ombra vela I begli occhi
languenti!
PRIYAMVADA
Non è nulla, signore...
Si leva innanzi l’alba
Per compiere I suoi riti...
ANUSUYA
Non vedi? Rifiorisce!
(Sakùntala, ritornata pienamente
in sè
e
scorgendo il Re così premuroso verso di lei)
SAKUNTALA
O grande Re, perdonaci!
Certo... fummo leggere,
irriverenti...
IL RE
(indulgente, poi subito
appassionato)
Sì, vi perdono...
Ma resta e lascia ch’io ti stia
accanto
E respiri la brezza del tuo sospir!
PRIYAMVADA
(dolcemente a Sakùntala)
Non rifiutare al Re!
ANUSUYA
(si sarà allontanata di
qualche passo -
e indicando il
folto della selva)
Priyàmvada...
Il cerbiatto selvaggio s’è smarrito,
Vo’ ricondurlo a la madre.
(Via)
PRIYAMVADA
(come per trattenerla)
No...sola tu non potrai ghermirlo...
T’aiuterò!
(Fa per seguirla)
SAKUNTALA
Oh! Restate, restate...
Non mi lasciate sola!
PRIYAMVADA
(soffermandosi, con gesto ampio)
Tu non sei sola,
Il Signore del mondo è con te!
(Risolutamente raggiunge
l’amica)
SAKUNTALA (guardandosi intorno sempre più
inquieta) Ah! M’hanno abbandonata!...
IL RE
(con passione)
O tenera gemma di fiore...
Non ti turbare, scaccia ogni
timore...
Io ti servirò come le amiche...
Ordina!
(Cerca con gli occhi
intorno)
Vuoi tu che agiti il ventaglio di
loto?
O non vuoi la mia spalla
Per riposar la stanca tua fronte?
Vedi? Il giorno è ancora ardente.
Non fuggire l’ombrìa delle liane,
Non cercar le ferite del sole!
SAKUNTALA
(alzandosi lentamente)
O Re, t’allontana; te ne prego!
Il destino è crudele...
E’ spietato con me!
E l’accuso, l’accuso...
(Stupore del Re)
SAKUNTALA
Chè mi toglie ogni forza, ogni
potere...
E mi travolge l’anima...
E mi schiude una via
Che m’è vietata per sempre!
IL RE
(sempre con fervore)
No! Io non partirò...
Come partire, se t’ho veduta?
Come tornar lontano,
Se ho raggiunta la meta?
Se tu m’hai riaccesa la speranza?
SAKUNTALA
(turbatissima)
Cessa!
IL RE
(soavemente)
Dolce ribelle!...
SAKUNTALA
Non più!
IL RE
Eri in cima del sogno,
Or sei tutta nel cuore!
SAKUNTALA
Cessa!
IL RE
(incalzando, come fuori di sè)
Inebriami... Affascinami... Deliro!
(La ghermisce, e fa per ricingerle
la vita. Il piccolo cerchio di loto cade
inosservato dal braccio di lei, che
svincolandosi rapidamente, fugge
esclamando)
SAKUNTALA
Pietà!
(Il Re la rincorre. La scena
resta vuota.
Si udrà la voce appassionata del Re
che invoca)
IL RE
Sakùntala!
(Il Re riappare. Scende lentamente
il declivio. A capo chino si avvia verso
la
macchia a destra. Ma la liana lo
attrae, ed
egli la contemplerà con
mestizia. Poi, abbassando lo sguardo,
scorge subito il cerchietto di loto, e
d’un tratto rianimandosi)
IL RE
Ah! Il monile di lei!
(Si china, lo raccoglie, e
ammirandolo
con tenerezza)
Monile delicato
Che adorni il suo tenero braccio,
Tenue vezzo gentile, talismano
inatteso,
O catena profumata a un prigioniero
d’amor...
Ti rimiro e ti bacio!
(poi, rinascendo alla speranza)
S’ella tornasse!
Cuore...rendila a me!
(Ma come attratta dalla
invocazione,
s’intravederà di lontano Sakùntala
avanzare e cercar con affanno per
tutto. Ella apparirà quindi sulla scena, e
dando un rapido sguardo al Re,
esclamerà)
SAKUNTALA
Ah! Il mio monile!
(avanzando risoluta)
Rendimi il mio monile!
(Il Re si ritrae, nascondendo
vivamente
con tutte e due le mani contro il
petto il piccolo cerchio di loto)
SAKUNTALA
(quasi implorando)
Nelle tue mani ci perderebbe
entrambi!...
IL RE
L’ho trovato sul musco...
Te lo rendo...
Ma prima chiedo un premio...
(Sakùntala si guarda intorno,
sempre
più smarrita)
IL RE
Fa ch’io te lo allacci...
(Le si accosta)
Che temi?
(La prende per mano e la conduce
al
banco. Si seggono. Sakùntala timidamente, senza guardare, porgerà
il braccio al Re che con studiata
lentezza cercherà di riagganciare il monile)
SAKUNTALA
T’affretta!...
IL RE
Tremo...
Vedi... Ho male agganciato...
SAKUNTALA
T’affretta!
IL RE
Oh! Il tuo braccio è puro
Come il cielo più puro!...
Guarda! Guarda!
Sul tuo braccio il monile riluce
Come arco di luna sul ciel!
SAKUNTALA
Non so... Non vedo...
Il polline dei fiori
M’ha velato le ciglia!
IL RE
Dolce mal, pena soave!
Non senti salire dal cuor
Un tepore d’effluvio febbril?
Non vedi sfiorar tra nimbi dorati
Un’onda di fiamma che abbaglia?...
E’ il soffio dell’anima mia...
E’ l’ansia di tutti I miei sogni...
Che anela guarirti...
(supplichevole, accennando
a volerla baciare)
Così... Così...
(La fanciulla si difende
ritraendosi,
ma sempre più debolmente)
IL RE
Un bacio... un solo bacio!...
(E accostando lentamente le sue
labbra
al volto della fanciulla, la bacia
lungamente sugli occhi. Sakùntala si
leva. Con le mani si
terge le palpebre: appare trasfigurata.
E come muove qualche passo, il Re
la segue con le braccia protese)
SAKUNTALA
Io vedo! Io vedo! Oh! Meraviglia!
Strani raggi sfavillan!
Gemme ed ori nell’aria...
Tutto splende!
Io mi sento librata...
Circonfusa d’incanti...
E un palpito di canto
Mi solleva... M’inebria!...
La liana è fiorita...
Brillano nuovi fiori...
Il musco odoroso
Emana un profumo più vivo...
IL RE
Dolce cuor!
SAKUNTALA
E fiori, e fiori intorno
Mi ridono... m’invitano...
IL RE
(subitamente appassionato)
Solo mio fiore... solo sospiro...
Tutta mia!
SAKUNTALA
(perdutamente)
Stringimi a te! Chiudimi in te!
IL RE, SAKUNTALA
Sempre in un bacio,
Tutta in un bacio...
La vita in ebbrezza infinita!
Più oltre, più oltre nel
sogno!
(Un lungo bacio li unisce. Una
pausa.
Poi si sentirà la voce dolcemente
ammonitrice di Priyàmvada)
LA VOCE DI PRIYAMVADA
(dall’interno)
Usignuoli, separatevi!...
La notte scende!
(Come risvegliandosi, gli amanti
si
sciolgono dall’abbraccio, tenendosi
sempre per mano. Il Re piegherà un
ginocchio davanti
alla fanciulla, e
togliendosi dal dito un ricco anello,
lo lasciarà passare nell’anulare di
lei. Gli amanti si guarderanno
ancora, trasognati: quindi entrambi
retrocederanno, come per ubbidire
al richiamo ineluttabile)
ATTO SECONDO
(Il fondo della scena è formato dal
muro
del
recinto intorno all’eremo.
Nel mezzo
una gran porta.
A destra della porta si
accede per
tre gradini
a un vano arcuato.
Tutta la foresta soleggiata emerge
dal
muro.
A sinistra il tempio innanzi al
quale è un’ara
grave. Fra questa e
il
muro, la tavola
pei servizii del rito.
L’eremo è a destra,
costruito nella roccia
viva.Fra I gradini del vano e l’accesso
all’eremo
è sparso qualche
poggiuolo.
All’aprirsi del velario si vedranno
le due
fanciulle presso I gradini del vano,
intente
a disporre ghirlande)
PRIYAMVADA (seduta, scegliendo da un canestro,
e
porgendo ad
Anùsuya, assorta in piedi
ad
ammirare la prima corona
intrecciata) Aggiungi questi anèmoni...
ANUSUYA
Sembrano lievi farfalle...
PRIYAMVADA
(porgendoglieli)
Stillano ancor di rugiada!
ANUSUYA
In onore di tutto il creato
L’offerta sia grande!
(Anùsuya li prende, li dispone
meglio:
poi riunendo altri fiori nel
canestro)
ANUSUYA
E quelli dorati?...
PRIYAMVADA
(sempre intenta a scegliere)
Anche quelli!
ANUSUYA (che avrà presi direttamente gli altri fiori) Son cari a Sakùntala...
PRIYAMVADA
(volgendo gli occhi al vano)
Che il Cielo si plachi per lei!
ANUSUYA
Oh! Poterla rivedere col sorriso
d’un tempo!...
Ogni dì ci appare più stanca... più
triste!
PRIYAMVADA
Disponi le coppe per gli aromi...
(Anùsuya fa per eseguire, ma si
arresta,
e rivolgendosi a Priyàmvada)
ANUSUYA
Ma dimmi... perchè tutto è mutato
Da quando il Re partì?
(convinta)
Tornerà!... L’ha promesso!...
PRIYAMVADA
(scrollando dubbiosa il capo)
Nel fasto della reggia...
Tra le lusinghe di cento favorite,
Vuoi tu che ricordi le nozze secrete
Con la piccola figlia del bosco?
ANUSUYA (pensosa, fa ancora per andare,
ma di nuovo si arresta) E Kanva?
PRIYAMVADA (alzandosi con altre
ghirlande,
verso Anùsuya) Oh! Da lui nulla temo!
Tutto ei benedirà!
Sempre disse:
“La sposa si elegga il suo sposo”.
E il destino è compiuto!...
(Le fanciulle si avvicineranno
alla tavola.
Versano acqua nelle pàtere; poi accendono
I fuochi per far
bruciare gli aromi che man
mano fumigheranno sempre più)
PRIYAMVADA (riguardando attraverso
il vano
verso la foresta ) E ancora s’indugia...
LA VOCE DI DURVASAS
(interna)
Sakùntala, apri!
(Le fanciulle sostano in
ascolto)
ANUSUYA, PRIYAMVADA
Chi sarà?
(Anùsuya prende Priyàmvada per
mano.
Sostano ancora. Ma Priyàmvada sospettosa sospinge Anùsuya tacitamente verso il vano)
LA VOCE DI DURVASAS
(più sentito)
Sakùntala, non odi? Non apri?!
(Anùsuya sale pian piano gli
scalini,
e si sporge cautamente per vedere.
Con un gesto di spavento,
rivolta a Priyàmvada)
ANUSUYA
E’ il tremendo Durvàsas...
LA VOCE DI DURVASAS
(rabbiosa)
Non apri? Non apri?
ANUSUYA
(curvandosi ancora per meglio
vedere)
Scuote I lunghi capelli...
Brandisce il vincastro come una
spada!
PRIYAMVADA
(impaziente e disperata)
Ella sola può aprire, e non
torna!...
ANUSUYA
(scendendo un gradino)
Ahimè! Come placarlo?... Come?...
PRIYAMVADA
(ansante)
Guarda... Scruta sin dove puoi...
(avvicinandosi anch’essa,
sconfortata)
Nulla vedi?...
(le due fanciulle guardano
entrambe nel
folto della foresta con la più
grande ansia, mentre la voce implacabile continua)
VOCE DI DURVASAS
Tu sprezzi l’ospite sacro?
Neghi l’offerta a un vecchio?
Gli vieti d’entrare a pregar?
Un dèmone è dunque su te?
(Qui Priyàmvada si riavanza verso
il proscenio con le mani sugli
orecchi
per non ascoltare. Anùsuya, sempre
trepidante, le si accosta; e
resteranno avvinte, con gli occhi sbarrati,
come
impietrite)
VOCE DI DURVASAS
O fanciulla esecranda, ascoltami!
(Priyàmvada si staccherà
dall’amica
e andrà verso la porta per meglio
udire)
VOCE DI DURVASAS
Se l’amore t’ha vinta,
L’amore ti perda!
Chi assorbe I tuoi sogni,
Chi già ora t’obblia...
Sia come il folle ebbro
Smemorato al risveglio!
(Anùsuya andrà più atterrita che
mai
verso Priyàmvada, interrogandola
con lo sguardo)
VOCE DI DURVASAS
Non saprà che ti vide,
Non saprà più che t’amò!
Male a te!
PRIYAMVADA
(accesa da una risoluzione ferma)
Io aprirò la porta...
Violerò la legge...
ANUSUYA
(trattenendola)
Non osarlo!... Sacrilegio!
PRIYAMVADA
(svincolandosi)
E’ per lei!... E’ per lei!...
Che importa!...
(facendo un rapido cenno ad
Anùsuya)
Le coppe!...
VOCE DI DURVASAS
Male a te per la vita!
(La porta viene aperta, mentre
Anùsuya
esegue a malincuore. Nel sole
s’irraggerà la figura apocalittica di Durvàsas)
PRIYAMVADA
(gettandosi ai suoi piedi)
Venerabile padre, perdona...
Ricevi l’omaggio da noi, povere
ancelle!
DURVASAS
(scuotendo il capo)
Non entrerò!
(Fa per andare)
PRIYAMVADA
Buon padre! Buon padre...
Ascolta le nostre preghiere...
(Qui Anùsuya avanzerà
timidamente,
porgendo due vassoi)
PRIYAMVADA
Eccoti l’acqua pura,
Che te ne asperga I piedi...
Ed ecco il riso...
Lo intrido coi fiori e con
l’acqua...
Non t’avrebbe Sakùntala offerto di
più!
(Al nome della fanciulla,
Durvàsas si raccende d’ira)
DURVASAS
Ella, ella doveva!
Ella che da suo padre ebbe
Ogni rito commesso!...
ANUSUYA
(dolce e appassionata)
Oh! tu puoi perdonarle...
Il suo cuore è stravolto
Da un amore indomabile!...
PRIYAMVADA, ANUSUYA
Perdonale, buon padre!
DURVASAS (prima tentennante, poi meno
aspro,
ma sempre severo e grave) La parola fu detta...
E potere non ho di ritrarla!
Pure... v’aggiungerò:
(Le fanciulle fanno
un gesto di speranza)
DURVASAS
“Solo un gioiello mostrato allo
sposo
La salverà!”
(Crucciato, scompare via
subito)
PRIYAMVADA
(levandosi)
Respiro!... Credo appena a me
stessa!...
ANUSUYA
(triste e dubitante)
Ha detto: “un gioiello!?...”
PRIYAMVADA
(rincuorandola con gioiosa
agitazione)
Non ricordi l’anello
Donato a Sakùntala dal Re?
Ecco il pio talismano
Che spezzerà la sorte!
ANUSUYA
Chiudiamo nel core il secreto!
PRIYAMVADA (avrà, a traverso il vano,
intravisto
Sakùntala; ad Anùsuya,
piano) Lei!...
(La figura liliale della
fanciulla si avanzerà
come in sogno fin verso la porta. Qui si
soffermerà, sempre con lo sguardo perduto)
PRIYAMVADA
Guardala!... Come è pallida!
ANUSUYA
Più pallida dell’alba!
PRIYAMVADA
L’anima l’è sfuggita!
(Anùsuya con grave dolcezza
farà
qualche passo verso Sakùntala)
ANUSUYA
Sakùntala...
I fiori, le coppe, gli aromi...
Sono pronti per te!
(Sakùntala resta immobile)
ANUSUYA
(a Priyàmvada)
Non ci ascolta!
PRIYAMVADA
Sakùntala! Non credi che l’ora
Pel rito del vespro sia trascorsa di
già?
(Sakùntala volge uno sguardo
alla
fanciulla,
ma sempre astratta)
PRIYAMVADA
Vuoi che ti porga I profumi?...
ANUSUYA
Non son belle le mie ghirlande?
SAKUNTALA (con accento di profonda stanchezza) Lasciatemi!
(Sakùntala avanza di qualche
passo.
Le due fanciulle restano indecise;
ma poi lentamente, tristi ed accorate
scompariranno, richiudendo la porta
alle loro spalle. Sakùntala si dirige
macchinalmente verso la tavola dei
servizii: prende con due mani una
ghirlanda e va verso l’altare per
disporla. Ma giunta a’ piedi di esso, la
lascerà cadere, restando con le braccia pendenti)
SAKUNTALA
Invano! Invano!
Oggi come ieri...
Non torna... Non tornerà!
(Poi, a passi stanchi muoverà
verso
il vano, salirà I gradini,
contemplerà il cielo, e come rapita subitamente
da una visione apparsale, con profonda
malinconia)
O nuvola... nuvola leggera,
Che vaghi pei cieli, sul mar...
Nuvola... o candido soffio divino,
Respiro dei monti di là...
Buona sorella che sola a piacer
Puoi mutar di destino...
Sii messaggera pietosa di tutto il
dolor
Che mi piange nel cuore!...
Va! Vola verso lo sposo,
Verso il dolce mio sposo
Che dorme in oblio d’amor!
VOCI LONTANE
Ah!
SAKUNTALA
Va! Va!
Il vento propizio ti aiuti
Sì come il cor ti addita il cammin!
Non esser mai stanca...
Ed allor sentirai d’improvviso
Dov’è la mia mèta, sorella!
(lasciando il vano e avanzando
verso il
proscenio, come più vivamente
allucinata)
Nel ricco giardino,
Uccelli dai vaghi colori
S’inseguono in corse brillanti,
Tra le aiuole fiorite...
Marmoree fontane
Vi sprizzan più alto nell’aria
Zampilli di gemme raggianti...
Sui prati muscosi
Cortei d’iridate fanciulle vedrai
Ondeggiar tra vapori di mille
profumi,
In languide danze
Al ritmo di musiche blande...
(sempre più concitata)
Volteggiano I piccoli piè
tintinnanti...
Balenano vividi sguardi,
E bocche vermiglie
Si cercan nell’ombra,
Desiose, anelanti...
Ah! Tu librati piano,
Con ansia repressa,
Con brivido lieve...
T’inchina, t’appressa
Poi t’abbandona
E l’inonda del pianto
Che tutta mi strazia!
VOCI (sempre internamente)
Ah!... Ah!...
(Singhiozzando, si abbatterà sul
poggiolo
collocato innanzi all’ingresso
laterale dell’eremo. Contemporaneamente alle
ultime parole di Sakùntala si
udranno
I canti di gloria degli eremiti che
accompagnano Kanva. La porta si spalanca)
PRIYAMVADA
(accorrendo festosa, seguita da
Anùsuya)
Sakùntala, tuo padre ritorna!...
ANUSUYA
Il maestro!
(Entrambe si accostano a
Sakùntala
smarrita. La sollevano amorosamente,
sorreggendola.
Subito dopo si vedrà la
figura
veneranda dell’asceta, preceduta
da
Harita e dal giovane eremita, che soli entreranno, facendo ala. Gli altri asceti,
in corteo,
ripiegheranno umilmente
verso l’eremo, mentre le ancelle si
genufletteranno. Kanva, fermo sulla
soglia,
allargherà le braccia, fra le
quali Sakùntala, la testa china, si
getterà con
abbandono e passione)
CORO DEGLI EREMITI
Gloria! Gloria a Kanva! Gloria!
SAKUNTALA
Padre! Padre!
KANVA
(carezzandole dolcemente I
capelli)
Solleva la fronte... Guardami...
Tutto m’e` noto!...
(Movimento di meraviglia e di
ansia
negli astanti. Sakùntala si staccherà
dall’abbraccio paterno, di nuovo turbata)
KANVA
Fu nell’ora solenne che varcavo
Le porte del tempio di fuoco!
Nel mistero una voce si udì:
Inneggiava alle nozze d’una bella
E d’un forte, e cantava:
“Sakùntala, madre felice,
Porta in seno un fiore di vittoria
Che il mondo abbaglierà!
Egli conquisterà le sette isole;
E ovunque il suo carro di battaglia
Brillerà come fiamma inestinguibile,
E I popoli prostrati ed esultanti
L’acclameranno Signor della
terra!...”
(Stupore di tutti, che
guarderanno
ammirati Sakùntala trasfigurata
dall’inattesa rivelazione)
KANVA
Voi fratelli, inchinatevi!
E tu, figlia,
E’ l’ora che tu lasci l’eremo!...
(A questo annuncio le fanciulle,
turbate
da profonda tristezza, si faranno
intorno a Sakùntala quasi volessero inconsciamente trattenerla)
KANVA
Harita ti condurrà
Insino alle case regali!...
Ti abbiglino le ancelle
Con le ghirlande e il velo...
E che lo sposo ti riveda bella!
(Le fanciulle sempre dolenti si
dispongono
subito ad eseguire il comando,
poi, a capo
chino, si ritrarranno verso l’eremo)
SAKUNTALA (gli occhi le brillano tra le
lacrime; con
impeto amoroso
congiungerà le mani) Padre!... Padre mio santo...
Come dirti il mio cuore!?...
Tu sciogli con un cenno
La lunga attesa
Al mio sogno tremendo!
Ecco... m’arrendo...
E piangere vorrei di gioia...
Ma non so ritrovar
Le vie dolci del pianto!
Chè mai non seppi
Nè sentii com’ora
Quanto amor t’ho voluto,
Quanto amore ti voglio!
Ed è forza partir,
Dirti addio... dire addio
Alle care compagne dell’infanzia...
Alla foresta che fu tutta mia!
Oh! Abbracciami ancora:
Proteggimi, padre...
Ama tutto per me,
Quando non ci sarò più!
(Kanva la stringerà ancora in
un amplesso dolcissimo. Ma voci
misteriose palpiteranno nel fondo
della selva. Il padre e la figlia
si volgeranno estatici)
VOCI DELLA SELVA
Ah!... Ah!...
KANVA
Ascolta... Quali voci... Come nel
tempio!
Gli spiriti divini risvegliano la
selva...
Cantano a te, Sakùntala!
Trilli e gorgheggi s’uniscono
Ai sospiri degli zefiri alati!
Sono le tue liane...
Sono tutti I tuoi fiori
Che inneggiano a te!
Che ti dicono
Il giubilo della terra e del Ciel!
(Riappaiono le due fanciulle.
Priyàmvada
con fiori, e Anùsuya con un velo
colore di
luna, trasparente di raggi e di stelle quasi
invisibili)
KANVA
(prendendo Sakùntala per mano)
Vieni!
(Quindi la conduce verso
l’altare.
Si
svolgerà una funzione rituale
come di sponsali. I due asceti avranno
intanto riaccese le resine, e sparsi I grani
d’incenso. Fiamme e fumi si
eleveranno altissimi. Anùsuya porgerà il velo
a
Kanva; e questi coprirà a Sakùntala,
genuflessa a’ piedi
dell’ara, il capo e
le spalle.
Poi con solennità)
KANVA
Tu possiedi il destino:
Hai l’anello del Re!
Va, ti sia dolce il cammin!
(Lentamente, seguita dai due
eremiti,
Sakùntala si avvierà per la foresta
tutta accesa dalle vampe del tramonto. Le amiche la seguiranno con gli
occhi, tristissime. Poi si getteranno l’una
nelle braccia dell’altra, piangendo in
silenzio. Kanva, ritto, immobile, con la
coscienza di un dovere compiuto, lascerà cadere
lentamente le braccia, socchiudendo
gli occhi)
ATTO TERZO
(La scena rappresenta
l’interno del palazzo
reale. Gravi trabeazioni
s’intersecano nella
volta, lasciando scorgere
nel fondo a sinistra, di sbieco,
l’appartamento del Re, e a destra
ampii intercolunnii,
traverso i quali i
sontuosi giardini
s’irradiano di bellezze fantastiche, fino al
parco lontano. La parte
sinistra,
meno profonda, potrà esser chiusa
da una
cortina ornata di fregi misteriosi. Fra
questa e l’arco
scenico, s’apprirà una porta: la porta del Re.
Il Re sederà su un
letto di riposo,
collocato quasi nel centro della
scena, sotto il
maggior pilastro. L’accesso oltre che
dal
giardino, è dato anche da un’altra porticina
bassa, a destra. All’inizio
dell’Atto, la cortina
dell’appartamento è sollevata per
lasciare
libero svolgimento alle danzatrici che
avanzando dall’interno accompagneranno i
tre momenti essenziali della “Danza
dell’Ape”. Le cantatrici
saranno disposte nel fondo, in
languidi
raggruppamenti sotto le luci
bluastre che piovono da
invisibili lampadari; gli uomini
della
Corte si terranno, parte seduti e parte
addossati
alla porta del Re. Verso la fine della
danza, il canto dapprima cupo, grave, insidioso,
framezzato da accenti languidi e pungenti,
salirà
man mano di tono, fino a raggiungere una
espressione di sferzante ironìa. Il Re, dopo aver
seguito con occhi distratti le figure della danza,
mostrerà via via sempre più chiari segni
d’impazienza e di angustia. Gli uomini della
Corte, commentando a bassa voce il significato
della danza e del canto, seguiranno con occhi
intenti, ma rispettosi, i diversi
atteggiamenti
del Re)
Danza
CANTATRICI Ape inquieta, ape
errabonda...
Per nuovo desìo
sempre cerchi altro miel!
Ah! Ah! Pur folle ieri, ebbra tu
eri...
D’un
fior d’aurora! Ah! Ah!
Oggi l’oblii l’abbandoni
Al suo canto di morte!
IL RE
Strana cantilena!
GLI
UOMINI DELLA CORTE Il Re
si conturba!...
IL RE
Perchè mi risvegli ansie funeste...
Vite lontane, ignorate, sepolte!
GLI
UOMINI DELLA CORTE Le
belle neglette
Ripetono cupi richiami!
Sottili vendette!
LE
CANTATRICI Ape
insaziata!... Ape crudele!... Ah!...
IL RE
O
profondo tormento!
Che feci mai... che feci...
| Per
soffrire così!... Serpi... scioglietevi da me!...
LE
CANTATRICI Oh,
l’ebbrezza dei folli
Consuma sè stessa!...
Il miel più soave
Si muta in veleno nel seno!... La...
GLI UOMINI DELLA
CORTE
Pur potrebbe d’un cenno...
IL RE
Che non cantino più!
Che non danzino più! Va!
(Ma
qualcuno dei più vicini si
affretterà
a fare eseguire l’ordine. E la cortina
sarà richiusa con sollecitudine.
Lo
scudiero rimasto perplesso,
vorebbe
anch’egli ritrarsi, poi
scorgendo
il Re
che si è riabbattuto sul suo
letto,
timidamente)
LO SCUDIERO
Signore... gli eremiti
di Kanva
Chiedono di vederti...
Son di là da gran tempo...
Una donna velata è con loro.
IL RE (dopo un istante,
reprimendo
un moto
d’impazienza)
Ebben, li ascolterò...
LO SCUDIERO Vado...
(I due eremiti avanzano dal fondo
del
giardino, seguiti dalla fanciulla
che si
arresterà alquanto a destra)
HARÌTA, IL GIOVANE
EREMITA (inchinandosi)
Onore al Re!
IL RE
(sempre
preoccupato; alzandosi)
Onore a voi, santi
asceti!
Il pio Kanva è felice?
Quali ordini m’invia?
HARÌTA facendosi
più avanti)
Il pio Kanva ti
dice:
“Approvo le nozze
Che con rito segreto ti legano, o
Re...
Alla dolce mia figlia!”
(Il
Re ha un moto di sorpresa)
HARÌTA Tu sei
celebrato...
Come il
capo di tutte le genti...
Sakùntala è un fior di virtù,
Ricevila come tua sposa:
Ella è
madre!”
IL RE (stupefatto)
È questo che Kanva
ti disse?
HARÌTA
(solenne) Questo!...
IL RE
(sempre
meravigliato) Buon eremito, io più
non ti comprendo!...
HARÌTA
(con
voce alterata) Non
comprendi?... La
febbre del poter t’annebbia la
mente?
IL RE
(scattando, ma domandosi)
Sant’uomo... Se Kanva da me altro non
chiede, Puoi
ritrarti in pace! (Fa per andarsene)
IL GIOVANE EREMITA
(supplichevole)
No!... Fermati
ancora... nel nome di Kanva...
Tu la vedrai... Tu devi...
rivederla...
(accostandosi a Sakùntala le
solleva delicatamente il velo)
IL RE
(che
quasi inconsciamente si è arrestato,
in tono estatico, a sè stesso)
O dolcissimo volto...
Occhi soavi, dolenti...
Ove ho veduto? Dove?
(con accento desolato)
Anacoreti, ahimè
Così nobile donna non fu mia sposa
mai!
(Sakùntala, apparsa pallida ed
ansiosa,
ha un fremito nel volto e
nelle braccia)
IL RE
Terribile sarebbe la
mia colpa
Se l’accogliessi madre...
Io non posso macchiarmi d’atto
iniquo!
HARÌTA (prorompendo,
sdegnato e minaccioso) Cattivo Re! Tu
offendi l’asceta
Che ti volle far degno del suo puro
tesor!
E tu glielo profani, e tu glielo
distruggi, Tu!
IL GIOVANE EREMITA
(con gesto risoluto, prendendogli
il braccio sollevato)
Cessa, fratello...
Quant’era da dirsi
fu detto da noi!
(incuorando
e sospingendo la fanciulla)
Kanva ha parlato. Sakùntala... a
te...
(Sakùntala,
dapprima rigida, con l’occhio
vago, s’inoltra lentamente, come
raccogliendo tutti gli spiriti; poi,
con la
voce più flebile e accorata, facendo
schermo al suo petto con entrambe
le mani)
SAKÙNTALA
Sposo!
(subito correggendosi)
No... Re! Grande mio Re!
Eccomi innanzi a te,
Pover’anima affranta
Avvilita, schiantata...
E tu hai potuto spregiare
L’onesta fanciulla
Che nell’Èremo del bosco
Onorasti d’amore?
(con
passione sincera)
Ma se gli occhi tuoi non vedon più,
Se muto è il tuo cuore,
Se perduto è in te l’amor
Se una notte improvvisa...
Ti piombò nell’oblio,
Le stelle divine e la luna lassù,
Così dolce in pietà,
Sanno, ben san, ah, che bacio
fremente
La tua bocca mi diè...
E il bel dono regal,
Il più caro gioiel...
Non puoi non ravvisar...
(Protende con sicurezza la destra
per
mostrare l’anello; ma nell’osservare
l’indifferenza del Re, riguarda la
sua
mano, e non riesce a reprimere un
grido
del più doloroso stupore)
SAKÙNTALA
L’anello... Il mio
anello.
(I due eremiti accorrono
ansiosamente)
IL GIOVANE EREMITA
(agitato)
Forse ti cadde nel fiume...
SAKÙNTALA
(contorcendosi in preda
a viva disperazione) Sciagura! Ah! Il destino m’è contro...
(e affannosamente, incalzando
verso
il Re)
Pure... quel
giorno... ricorda... Il
mio giardino fiorito,
E l’ape maligna che già mi feriva,
E il tuo improvviso apparire!
Che fiori, che frutta
Non colsi e t’offersi...
E il cerbiatto fuggito,
E me stessa smarrita
Fugggente da te, e il mio
ritorno!...
(con
dolore più acerbo—a sè stessa)
Ah! Perchè ritornai!
... E il monile!
Il tenero monile!... Lo miravi
commosso...
E volesti allacciarlo al mio
braccio!...
Tu tremavi com’io tremavo...
Ricorda!
(appresssandosi,
con un soffio di
tenerezza ripetendo
le parole del Re)
“Il tuo braccio è
puro
Come il cielo più puro... ”
(Il Re ha un gesto incerto: la
fanciulla
interpretandolo favorevolmente,
prosegue
con accento di gioia)
Vedi... Vedi...
La divina dolcezza ritorna...
come allor!
IL RE
(ergendosi
in tutta la sua maestà)
No!
SAKÙNTALA
Come allor!
IL RE
No! Menzogna!
SAKÙNTALA
(con
grido straziante) Ah!...
IL RE
Follìa!
SAKÙNTALA
Orror!
(Ed
è per abbattersi quasi inerte, ma i
due
eremiti la
sostengono, Anche il Re e lo scudiero
fanno un gesto
pietoso verso la fanciulla,
la quale si rileva con lunghissimo
stento: fissa un’ultima
volta i suoi occhi negli occhi del
Re che non può
sostenerne lo sguardo; poi, fatto un cenno
lieve agli eremiti, torna ad abbassare
il velo sul volto, e a passi lenti,
solenne e fiera, esce, seguita dai due
eremiti dolenti. Il Re volge alquanto
lo sguardo sulla fanciulla; poi turbatissimo si
ritrae per la sua porta, presso la quale
resta lo Scudiero. Una pausa. Lo
Scudiero è subito colpito da un mormorìo di voci
che si appressano. Alcuni uomini della
guardia irrompono in iscena,
trascinando un giovane pescatore
tremante di spavento)
LO SCUDIERO a
sè stesso)
E che ancor?
UNO DELLA SCORTA
È un ladro...
Guarda!...
(E’
porge un anello)
LO SCUDIERO (s’inoltra
per interrogarlo) Un
anello...
(riconoscendolo subito)
L’anello del Re!
(rivolto al povero)
Dove l’hai rubato?
IL PESCATORE
(con
voce supplichevole)
Non l’ho rubato!...
L’ho trovato sul greto del fiume...
Abbi pieta!
LO SCUDIERO
(fissandolo con sospetto)
Tu menti...
(alle guardie)
Tenetelo stretto...
che più non sfugga...
Il Re giudicherà!
(Lo Scudiero subito varca la porta
del Re.
Nel frattempo il giovane pescatore
darà
segni di più vivo sgomento, mentre
le
guardie minacciosamente lo scuotono.
Ma nell’interno, in tono
d’invocazione
si udrà la voce del Re)
LA VOCE DEL RE
Sakùntala! Sakùntala!
(Apparendo
dopo un istante, come fuori
di sè, getta al pescatore implorante
una
borsa di monete)
IL RE (agitatissimo)
Alzati!... Prendi!
(poi,
dominando la sorpresa generale,
a tutti, affannosamente)
Presto... correte... e
dite a Sakùntala
Che il Re l’attende...
che il Re si ricorda...
Che il Re l’ama!
(Li spinge quasi verso i gradini,
poi
raccogliendosi, con l’anello stretto
fra le
mani e baciandolo convulsamente)
IL RE
O gioia!... Pura
gioia di Cielo,
Sogno immenso di vita... Ch’io
ti baci...
ch’io di baci ancor!...
Con me!... sul cuore... per sempre!...
(con
rapimento)
Raggi nuovi di
stelle
M’abbaglian d’ardor!
Nuovo soffio odoroso
Spira su l’acque e le fronde...
Ebbrezza! Incanto!
Tra l’ombre leggère
S’effondono vaghi profumi...
Ella porge i bocciuoli
Ai cerbiatti diletti!
Ondeggian le liane
Su la fonte canora!
Scherzano i zeffiri lievi
Sui capelli disciolti...
E mille bisbigli la selva sospira!
Sboccia il suo candido sen
Come fiore all’aurora!...
(con
suprema tenerezza)
Sakùntala...
Sakùntala... Sposa!...
Madre attesa... madre designata!...
(accoratissimo)
E t’ho respinta!...
E non volli affisarvi,
Caro viso adorato, limpidi sguardi,
Fuoco velato di labbra imploranti!
(febbrilmente incalzando)
Ohimè!... Oh!...
Bocca aulente e casta!
Sii pietosa!
Ritorna al bacio
eterno...
Al sogno eterno...
(nel parossismo dell’entusiasmo)
Nimbo d’or!... Luce
d’or!...
Diva!...
T’invoco... T’imploro...
Vita di mia vita!
(Un
rombo lontano interrompe
bruscamente l’estasi del Re, che si
volge istintivamente verso il fondo.
E come egli resta attonito, ecco
giungere
trafelato lo scudiero)
IL RE con
agitazione)
Ebbene?...
LO SCUDIERO
(ansante)
Un prodigio!... Un
prodigio!...
La fanciulla fu vista lanciarsi
Verso lo stagno delle ninfe,
Le braccia tese al cielo
Come per invocar un aiuto divino!
A un tratto una nuba di fiamma
L’avvolse, le ghermì...
IL RE
(affannosamente)
E poi?
LO SCUDIERO
Poi... più nulla!
Tutto era
scomparso...
Solo... vedemmo gli eremiti,
Chinarsi sul suo velo,
E adorarlo come cosa sacra!...
IL RE
(annientato,
in preda alla più cupa
ambascia, con voce di pianto)
Ah! Sortilegio
iniquo! Maledizion!
(Un tremito convulso lo scuote
all’improvviso... arretra e cade
riverso
come tramortito. La scena
subitamente si
oscura. E la lontana dolcissima voce
di
Sakùntala, da prima sola, poi
dominante
un mormorio diffuso di voci minori,
risuonerà sull’animo del Re)
VOCI LONTANE
(interne)
Ah!...
LA VOCE DI SAKÙNTALA
No! Re! Non
disperar!
Era scritto che una vita di luce...
Nascesse dal grande martirio d’amor:
Tuo figlio!... Avrà gloria e
possanza nel mondo!
Eccolo padre, Egli vien!
(Un
chiarore da prima azzurrognolo poi
via via perlaceo e alquanto
dorato si avviva
e concreta sul fondo,
illuminando grado a
grado la scena. Dalle porte, dai
giardini, gli
uomini e le donne appaiono a gruppi
interrogandosi a vicenda, e come in attesa di
una rivelazione. Si udranno squilli
lontani di
trombe, che cresceranno man mano
d’intensità. Quando le voci
osannanti e gli squilli avranno
raggiunta la piena
sonorità, ecco sopraggiungere
gravemente i due Eremiti seguiti da turbe.
Harìta porta sulle
braccia il
fanciullo coperto di veli, e si
arresterà nel
fondo della scena. Il Re si desterà dal
suo
stupore, e insieme a tutto il popolo si
genufletterà innanzi all’apparizione
dell’erede atteso,
sul quale cadrà dall’alto un fascio vigoroso
di luce irreale.
Le
campane suoneranno a stormo)
|
ACTO PRIMERO
(Claro
del bosque. A la
izquierda, delante
de la escena,
árboles
seculares aislados. Entre
los árboles, macizos de
flores. Un
banco de piedra cubierto de musgo a la
sombra de una rama caída pendiente de
una pintoresca liana. A la
derecha, un
arroyo que desciende
murmurante entre
árboles frutales. Sobre
el arroyo
un pequeño puente. En el
fondo, algo más
alta y a la
izquierda, se vislumbra la ermita. En
los alrededores y, al fondo, se
observa
la
vegetación más por donde transcurren
algunos senderos.
Amanece. Surge humo
de la ermita. Se oyen cantos
solemnes)
VOCES
INTERIORES ¡Luz!
¡Luz de los corazones!
¡Flores e incienso, fuego
te ofrecemos!
¡Bendito! ¡Bendito!
¡Siete llamas tienes en tu boca!
(Avanza el aciano Durvasas desde
el
fondo y llama a la puerta de la
ermita)
VOCES
INTERIORES ¡Ciñe
nuestra alma con
el resplandor de tus pensamientos!
DURVASAS ¡Shakuntala,
abre! (Se abre la
puerta, Durvasas entra)
VOCES
INTERIORES
¡Siete mares tienes por lecho!
¡Siete montañas bajo tus pies!
SHAKUNTALA, MUJERES
¡Victorioso resplandeces!
(El día se hace luminoso)
VOCES
DE CAZADORES
(Lejanas)
¡O-oh!
¡O-oh! ¡O-oh! ¡O-oh! (Algunos mendigos, jadeantes, se
precipitarán hacia la ermita)
MENDIGOS (en el escenario)
¡Ermitaños, salvad a la gacela
sagrada de
la cacería del Rey!
(Ante esta llamada, los ascetas
aparecen en el umbral del templo.
Algunos avanzan perplejos,
asustados. De repente, tumultuosamente, los
cazadores irrumpen desde la derecha,
para luego dispersarse por el
bosque)
HARITA ¡Ah!
¿Cómo podremos salvar a los ciervos?
¡Y a los
cervatillos?
JOVEN
EREMITA
¡Los
sagrados animales de la ermita!
(Un joven aparece apuntando su
arco
hacia una gacela que huye
entre los árboles. Los ermitaños se
detienen y exclaman)
JOVEN
EREMITA, HARITA
LOS ERMITAÑOS
¡El
Rey! (El joven se detiene pero siempre
en
actitud de disparar su flecha.
Dos ermitaños, avanzan y se
arrodillan ante él)
JOVEN
EREMITA, HARITA
¡Oh,
nuestro Rey!...
¡Piedad! (El Rey se
vuelve sorprendido)
HARITA Es la
gacela santa de la ermita... ¡No
disparéis vuestra flecha!
JOVEN
EREMITA
¡No
disparéis vuestra flecha! ¿No
veis qué joven es?
HARITA ¿Qué mal puede
haceros?
EL
REY
(avanzando hacia
el centro
de la escena) Está bien, depongo el arco, y me
inclino ante vosotros, hermanos...
HARITA ¡Qué
bueno sois, Rey! Vuestro
rostro emana una luz que
despierta nuestra esperanza ...
EL
REY
¿Qué puedo hacer por vosotros?
(Los dos ermitaños se quedan
por un momento, vacilantes)
JOVEN
EREMITA
Dado
que la buena suerte os
trajo hasta aquí, os
suplicamos, ¡oh, Rey!, por
los hermanos de esta ermita...
EL
REY
(afablemente, animándolo a
hablar) ¿Qué
cosa deseáis de mí?
HARITA Desde
que Kanva, nuestro jefe, está
ausente, los
espíritus malignos no cesan por las
noches de
acecharnos...
JOVEN
EREMITA
¡Perturban las oraciones y los
sacrificios!
HARITA ¡Oh
Rey, entra en la ermita!
JOVEN
EREMITA
Sálvanos de los enemigos de todo lo
bueno...
HARITA (Devoto y solemne) ¡Tú
lo puedes todo... tienes poder sobre
todos!
EL
REY
¡Será
una alegría para mí!
JOVEN
EREMITA
Kanva
dejó a su hija Shakuntala... Ella
es como nuestra deidad protectora.
HARITA ¡Ella
sabrá cómo honrarte!
EL
REY
Iré a
verla... Pero, ve, buen
ermitaño.
Ordenaré una
tregua en la salvaje cacería, y
antes de continuar,
yo mismo me
purificaré en
las sagradas aguar de la fuente
Malini.
HARITA ¡Que
el cielo os conceda un hijo
tan virtuoso como vos, que
gobierne el Universo!
(Los ermitaños se marchan
lentamente por
la pendiente y a continuación, entran
en la ermita. El Rey queda un momento
reflexivo,
luego suspira como en
sueños)
EL
REY
¡Un
hijo! (Se dirige
hacia la fuente, pero
desde el bosque
llegan voces y
risas de muchachas que
interrumpen su contemplación)
ANUSUYA (Aparece llevando un ramo de flores) ¡Por
aquí, por aquí, amigas!
(Al dirigirse hace el banco con
musgo, tropieza con el brote de
una gran liana. Deja caer las
flores y, con gran alegría,
volviéndose, llama)
ANUSUYA ¡Priyamvada!
¡Shakuntala!
¡Venid! (El Rey se ha retirado hacia un
matorral,
a la derecha, pero se
ubica de modo
que puede ver lo
que ocurre sobre la
escena.
Priyamvada y Shakuntala concurren
apresuradamente la llamada de su amiga)
ANUSUYA
¡Milagro! ¡Prodigio! ¡La
liana ha florecido antes de tiempo!
(Priyamvada y Anúsuya se acercan
festivas a la liana. Shakuntala,
turbada, permanece inmóvil; con los brazos
estirados hacia atrás como buscando
apoyo
en el tronco de un árbol cercano)
EL
REY (Muy impresionado por la belleza de
Shakuntala, exclamar con sentida
admiración) ¡Divina! (Las dos amigas en tanto,
se
vuelven
hacia Shakuntala)
PRIYAMVADA ¡Es
la buena noticia!
¡Aquella que nos dice que muy pronto
serás pedida en matrimonio!...
SHAKUNTALA (Cubriéndose con modestia el rostro
con su brazo, avanza algunos pasos) ¡Calla!
PRIYAMVADA (Sonríe a Anúsuya que corre a
buscar
agua a la fuente; para luego regresar
junto a Shakuntala) ¡Kanva lo predijo!
(En voz baja, como
repitiendo una
profecía)
"Si
la liana florece precozmente eso
será un buen augurio para Shakuntala!"
(Priyamvada, sonriendo con
intención,
recoge las flores caídas y las lleva
sobre el banco para reacomodarlas)
SHAKUNTALA ¡No!
¡No quiero escucharte!
ANUSUYA (Volviendo con una
vasija
llena de agua,
a Shakuntala) ¡Aquí
tienes, amiga, agua pura de la
fuente! (Shakuntala quiere tomar la
vasija,
pero Anùsuya la retiene amablemente)
ANUSUYA Debes regar todas las plantas... Las
más resecas te estarán muy
agradecidas... ¡No
lo olvides!
SHAKUNTALA ¡No!
¡Dame! ¡Sabes que las cuido
como a hermanas! (Shakuntala y Anúsuya
se dirigen
hacia el fondo; Shakuntala para
regar las plantas, y Anúsuya para
sentarse junto a Priyamvada en
el banco de musgo
EL
REY
(Siempre con gran admiración) ¡Ah!
¡Dulce muchacha! ¡Visión soñada!
¡Tus
labios son un capullo de rosa!
¡Y
tus brazos como dos ramas
jóvenes! ¡Su
lozana juventud está unida a tus
miembros como una flor delicada!
¡Me
revelas por primera vez el
encanto de la vida verdadera!
(Al encorvarse sobre sus flores,
Shakuntala hace un gesto de
incomodidad, luego a sus amigas)
SHAKUNTALA
Anúsuya, Priyamvada me ha ajustado
demasiado... ¡aflójame el
corsé!
ANUSUYA (acudiendo y dirigiéndose a Priyamvada)
¿La oyes? ¡Te está acusando!
(Anúsuya le afloja el corsé. Shakuntala,
liberada de la
ajustada prenda, sacude
la cabeza con gracia,
de manera que
sus pequeños pechos se agitarán
ligeramente)
PRIYAMVADA
(Sonriendo) ¡No
acuses a nadie! ¡Es
tu impaciente juventud que florece
deseosa de total libertad!
(El Rey que han seguido la escena,
con creciente admiración,
exclama)
EL
REY
¡Ah!
¡Vive, muchacha, para que yo viva!
(Luego, trata de acercarse,
siempre detrás
del arbusto. Shakuntala de repente
hace un gesto como para echar a un
insecto molesto. Repite el gesto con
inquietud)
SHAKUNTALA
¡Ayuda! ¡Ayuda!
ANUSUYA, PRIYAMVADA
(Corriendo)
¿Qué sucede?
SHAKUNTALA (Avanzando
agitando los brazos
para defenderse del insecto) ¡Una
avispa! ¡Una avispa agresiva!
¡Quiere picarme en la cara!
(Las dos amigas apenas
pueden
contener
la risa)
SHAKUNTALA (poniéndose más nerviosa) ¡Me persigue!... ¡Fuera! ¡Ah!
PRIYAMVADA (Cómicamente) ¡Ay!
¿Cómo ayudarte?
ANUSUYA
¿Cómo?
SHAKUNTALA
¡Espantadla! ¡Protejedme!
(Shakuntala está casi enojada con
sus
amigas porque no vienen a ayudarla.
Sin embargo, ellas se dedican,
siempre un poco lúdicamente, a ahuyentar con
algunas ramas a la molesta
avispa)
EL
REY
(Detrás del follaje) ¡Oh
avispa, como te envidio por
poder tocar su cara y sus ojos
preciosos!
¡Nuevos encantos, nuevos hechizos le
provocas!
ANUSUYA, PRIYAMVADA
(Con
un grito festivo)
¡Ah!
¡Cayó al suelo!
SHAKUNTALA (activa)
¡No! ¡Sigue ahí! Me
persigue...
ANUSUYA, PRIYAMVADA ¿Qué
más podemos hacer?
SHAKUNTALA (desesperada) ¡No
tengo escapatoria!
ANUSUYA, PRIYAMVADA
¡Invoca al rey!
EL
REY
(exultante) ¡Ah!
SHAKUNTALA
¡Ayuda!
EL
REY
(saliendo decididamente del
matorral,
y dando un paso hacia adelante)
¿Quién se atreve molestar a la
muchacha? (Las muchachas quedan un momento
estáticas. Luego Priyamvada con
delicado atrevimiento dice)
PRIYAMVADA ¡Oh
noble extranjero, como
usted puede ver, nadie la molesta!
(Siempre sonriendo y
señalando a
Shakuntala)
Shakuntala tuvo miedo y gritaba
por una avispa insidiosa...
(El rey mira a Shakuntala que baja
los
ojos, luego, muy
dulcemente le dice)
EL
REY
¡Shakuntala!
¡Oí hablar de la muchacha que
es hija de Kanva! (Priyamvada y Anúsuya se miran
admiradas. Luego Anúsuya, más audaz)
ANUSUYA Y
¿cómo? ¿No
es usted extranjero?
EL
REY
(reponiéndose, pero un poco
indeciso) ¡Sí,
soy un peregrino enviado por el Rey
a
visitar la ermita de la selva!
PRIYAMVADA (respetuosamente) ¡Nos
honra usted, señor, con su visita!
ANUSUYA (igual que su amiga) ¡Sea
usted bienvenido entre nosotros!...
PRIYAMVADA (con alegría natural) ¡Shakuntala...
querida,
ve y recoge los frutos más dulces
y las
flores más fragantes, para
ofréceselas al huésped!
(Shakuntala se inclina y se va
hacia la
derecha. Antes de desaparecer, se
vuelve pero al encontrarse con la
mirada del Rey, se precipita en el bosque. El Rey,
siempre contemplándola, da unos pocos
pasos, como si fuera a seguirla)
ANUSUYA
(pausadamente, curiosa, en voz baja)
¡Priyamvada,
escucha!
¿Quién será este extranjero esbelto
y noble?
PRIYAMVADA (le hace señas de que no se
impaciente)
¡Calla! ¡Tal vez pronto lo vamos a
saber!...
(luego, dirigiéndose al Rey)
¿Señor, no querría sentarse a
nuestro lado? ¡Debe
estar cansado!
EL
REY (volviendo a la realidad)
¡Oh
gentiles doncellas, si me
permitís preguntaros!...
(El rey y las muchachas van
hacia el banco y se sientan)
EL
REY
El
sabio Kanva, el
austero jefe de los ermitaños...
(como buscando las palabras
adecuadas)
Se ha
pasado la vida meditando,
dedicado a la oración...
¿Y Shakuntala es su hija? ¿Cómo
puede ser?
PRIYAMVADA (con inspiración) ¡Shakuntala
es de casta real!
(con tono misterioso)
Hace
mucho tiempo
el poderoso Kaussika, el
rey asceta,
meditaba en el
bosque... cuando de
pronto, he aquí que apareció una
doncella de belleza
divina...
ANUSUYA Una
ninfa...
PRIYAMVADA La
primavera resplandecía por doquier,
cálida y dulce. La vio y...
(detiene su relato)
EL
REY (alentándola a continuar)
¡Entiendo!
PRIYAMVADA
Shakuntala nació... y fue abandonada...
Pero
Kanva la recogió y la crió como un
padre...
¡Ahora ella, blanca y dulce, alegra
la ermita y
embellece el viejo tronco disecado!
(El Rey permanece fuertemente
afectado
por la historia; pero le ilumina el
rostro una esperanza. Las muchachas respetan
su silencio. Él empieza a levantarse, cuando
de repente ve a Shakuntala, que regresa
aturdida junto a sus compañeras. Mientras,
llega agitado el escudero del Rey)
EL
ESCUDERO
¡Finalmente os encuentro,
majestad!...
LAS
TRES MUCHACHAS (aterrorizadas) ¡El
rey!
EL
REY
(evidentemente contrariado,
con
tono
severo al escudero)
¿Qué
buscas?...
EL
ESCUDERO (humildemente)
¡Señor! Todos
estaban ansiosos... temían que...
(Nuevo gesto del Rey que paraliza
al escudero y lo vuelve mas sumiso
todavía)
EL
ESCUDERO La
cacería ha finalizado y regresamos a
palacio...
(dudando)
¿Os retrasaréis,
Majestad?... (El Rey, debatiéndose en
sentimientos
opuestos, sigue por un momento
perplejo, luego, con calma
resuelta)
EL
REY
¡Ordeno a mi gente que
no perturbe la paz de la ermita!
¡Detened la cacería!...
¡Regresad, que ya os seguiré!
(El escudero hace una reverencia
y sale.
El Rey lo sigue con la
mirada; luego, al volverse, ve
a
Priyamvada y a Anúsuya que están
ayudando a Shakuntala que
permanece, como desmayada, en
el banco)
EL
REY
¿Qué le ha sucedido?
¡Una sombra enturbia sus
preciosos ojos!
PRIYAMVADA No es
nada, señor... Ella
se levanta al amanecer para
cumplir con los ritos sagrados...
ANUSUYA ¿No
lo veis? ¡Ya se reanima!
(Shakuntala, vuelve completamente
en sí y
viendo al Rey tan
considerado exclama)
SHAKUNTALA ¡Oh,
gran Rey, perdonadme!
El humo... ligero, irreverente
...
EL
REY
(Indulgente, y luego apasionado) Sí,
te perdono... ¡Quédate aquí y deja que me quede a
tu lado
respirando la brisa de tus suspiros!
PRIYAMVADA (a Shakuntala, dulcemente)
¡No
deberías negarte al Rey!
ANUSUYA (que se alejó algunos pasos y
señala al fondo de la selva)
¡Priyamvada!... El
cervatillo salvaje se ha perdido,
voy a
traerlo de vuelta con su madre.
(se marcha)
PRIYAMVADA (cómo para retenerla) No...
tú sola no podrás atraparlo...
¡Te
ayudaré! (trata de
seguirla)
SHAKUNTALA ¡Oh!
¡Esperad, no os vayáis!... ¡No
me dejéis sola!
PRIYAMVADA (deteniéndose y con amplio gesto) ¡No
estás sola, el
señor del mundo está contigo!
(resueltamente sigue a su amiga)
SHAKUNTALA (mirando en torno cada vez más
inquieta) ¡Ah!
¡Me han abandonado!...
EL
REY
(con pasión) ¡Oh
tierno capullo de flor!... No te
turbes, deja de lado todo temor...
Te
serviré como si fuera una de tus
amigas...
¡Ordena!
(Busca con la mirada a
su alrededor)
¿Quieres que te abanique con la flor
de loto? ¿O
quieres mi hombro para
reposar tu cansada frente? ¿Ves?
El día todavía está sofocante.
No
salgas de la sombra de las lianas,
no busques que el sol te
lastime.
SHAKUNTALA (se levanta lentamente)
¡Oh
Rey, alejaos, os lo ruego! ¡El
destino es cruel... e
implacable conmigo! Yo lo
acuso, lo acuso...
(el
Rey se queda asombrado)
SHAKUNTALA Él me
quita todas las fuerza, toda la
energía... Y
abruma mi alma... ¡Y me
abre un camino que
me habían prohibido para siempre!
EL
REY (cada vez más fervientemente)
¡No!
No me iré... ¿Cómo
marcharme después de haberte visto?
¿Cómo
irme lejos si he
llegado a la meta?
¡Tú has encendido mi esperanza!
SHAKUNTALA (turbadísima)
¡Cesad!
EL
REY
(dulcemente)
¡Dulce rebelde!...
SHAKUNTALA
¡Basta ya!
EL
REY
¡Estabas en mis sueños, y ahora
estás en mi corazón!
SHAKUNTALA
¡Callad!
EL
REY
(acosándola, como fuera de sí
mismo)
¡Embriágame... fascíname... estoy
delirando!
(La agarra, y trata de abrazarla.
El pequeño brazalete de flores de
loto cae inadvertido de su brazo y ella
liberándose en forma rápida, huye gritando)
SHAKUNTALA ¡Tened
piedad! (El rey la persigue. La escena
queda
vacía. Se escuchará la voz
apasionada del Rey llamándola)
EL
REY
¡Shakuntala!
(El Rey reaparece lentamente por
la
pendiente. Con la cabeza
gacha
se dirige hacia el matorral de la
derecha y contempla con
tristeza
la liana. Luego, se agacha para
recoger brazalete de flores de loto,
y de repente se reanima)
EL
REY
¡Ah!
¡Su brazalete!
(Se inclina, lo recoge, y lo
admira con
ternura)
Delicado brazalete que
adornabas
su tierno brazo, suave
y delicado.
¡Oh,
cadena perfumada
de un prisionero de
amor... te
observo y te beso!
(reavivando su
esperanza)
¡Si
ella regresara!
Querido brazalete... ¡devuélvemela!
(como atraída por la invocación,
se verá a
Shakuntala a lo lejos avanzando y
buscando ansiosamente por todos
lados. Luego, aparece en escena, y con un
una
rápida mirada al rey, exclamará)
SHAKUNTALA ¡Ah!
¡Mi brazalete!
(avanza resuelta)
¡Devuélvame mi brazalete!
(El Rey retrocede, aferrando con
ambas manos contra su pecho el
pequeño brazalete de flores de loto)
SHAKUNTALA (casi implorando)
¡Entre sus manos se perdería!...
EL
REY
Lo
encontré en el musgo... Te lo
devuelvo... Pero
antes te pido un premio...
(Shakuntala mira a su
alrededor,
cada vez más turbada)
EL
REY
Deja
que yo te lo ponga...
(se le acerca)
¿Qué
temes?
(La toma de la mano y la lleva al
banco.
Se sientan. Shakuntala con timidez,
sin mirar, le entregará el brazo para
que el Rey con una lentitud estudiada
procure ponerle el brazalete)
SHAKUNTALA ¡Daos
prisa! ...
EL REY
Tiemblo...
Mira... lo he enganchado mal...
SHAKUNTALA ¡Daos
prisa!
EL
REY
¡Oh!
¡Tu brazo es tan puro como el
cielo azul!...
¡Mira! ¡Mira! ¡En
tu brazo el brazalete reluce como
el rayo de la luna en el cielo!
SHAKUNTALA No
sé... no veo...
¡El polen de las flores ha
velado mi mirada!
EL
REY
¡Dulce dolor, pena gozosa! ¿No
sientes como sube del corazón un
efluvio cálido y febril? ¿No
ves florecer entre halos dorados
una
oleada de llamas que deslumbra?...
Es el
aliento de mi alma... Es la
ansiedad de todos mis sueños...
que
anhela cuidarte...
(Suplicante, indicando
que
desea besarla)
Así... Así... (La muchacha se defiende
retrocediendo,
pero cada vez con menos ímpetu)
EL
REY ¡Un
beso... sólo un beso!...
(Y acercando lentamente sus
labios
al rostro de la muchacha, besa
prolongadamente sus ojos. Shakuntala se levanta. Con las manos
se limpia la párpados: parece
transfigurada. A medida que avanza unos pasos, el
Rey la sigue con los brazos
extendidos)
SHAKUNTALA ¡Lo
veo! ¡Lo veo! ¡Oh, maravilla!
¡Rayos extraños centellean!
¡Gemas y oro en el aire!... ¡Todo
resplandece! Me
siento liberada...
Como envuelta en un hechizo... ¡Los
latidos de mi corazón
me
elevan por el aire... ¡Me embriagan!...
La
liana ha florecido...
Relucen nuevas flores... El
aromático musgo emana
un perfume más intenso...
EL
REY
¡Dulce corazón!
SHAKUNTALA Y las
flores... y las flores a mi alrededor
me
sonríen... me invitan...
EL
REY
(De repente apasionado) Sólo
mi flor... sólo un suspiro... ¡Toda
la mía!
SHAKUNTALA (en éxtasis)
¡Estréchame contra ti! ¡Enciérrame
en ti!
EL
REY, SHAKUNTALA
Siempre en un beso, toda
en un beso... ¡La
vida es una ebriedad infinita!
¡Más
que en cualquier sueño!
(Un beso largo los une. Una
pausa.
Luego se oye la voz dulcemente
amonestadora de Priyamvada)
LA
VOZ DE PRIYAMVADA (fuera de escena)
¡Ruiseñores, apártense!... ¡La
noche cae!
(Como si despertaran, los amantes
se desprenden del abrazo, pero
teniéndose de la mano. El Rey
dobla una rodilla ante la muchacha
y, quitándose del dedo un precioso
anillo, lo pone en el
dedo de ella. Los amantes sin dejar de mirarse,
aun en estado de ensoñación se
separan, como obedeciendo a una
inevitable compulsión)
ACTO
SEGUNDO
(Al
fondo, el muro, con abundante
vegetación, que rodea la ermita.
En el centro una gran puerta. A la
derecha de la puerta se accede a un
recinto de arco. A la
izquierda, la
ermita,
cavada en la roca, frente
a la cual
hay un altar
funerario.
Entre éste y el muro, la
mesa para
los servicios religiosos. Sobre
los
escalones de acceso a la ermita
existe una barandilla. Al
levantarse
el telón se pueden ver a
las dos
muchachas sobre los escalones,
intentando hacer algunas guirnaldas)
PRIYAMVADA (Sentada, eligiendo flores de una
cesta,
y dándoselas a Anúsuya que, de pie,
mira absorta la primera corona
trenzada)
Añádele estas anémonas...
ANUSUYA
Parecen frágiles mariposas...
PRIYAMVADA (entregándosela)
¡Todavía están mojadas de rocío!
ANUSUYA ¡En
honor de toda la creación que
la ofrenda sea grande!
(Anùsuya las toma, las arregla,
luego
recoge otras flores de la cesta)
ANUSUYA ¿Y
aquellas doradas?...
PRIYAMVADA (Siempre dedicada a elegir)
¡También esas!
ANUSUYA (que ha tomado directamente las
otras flores)
A Shakuntala le gustan...
PRIYAMVADA (volviendo la mirada hacia
afuera) ¡Que
el cielo se apiade de ella!
ANUSUYA ¡Oh!
¡Volverla a ver con su sonrisa de
siempre!... Cada
día parece más cansada... ¡triste!
PRIYAMVADA
Prepara las copas para los
perfumes... (Anùsuya va a salir, pero se
detiene,
y volviéndose a Priyamvada)
ANUSUYA Pero
dime... ¿por qué todo ha cambiado
desde
que el rey se marchó?
(convencida)
¡Volverá!... ¡Lo prometió!...
PRIYAMVADA (dudando sacude la cabeza)
En el
esplendor del palacio... Entre
los halagos de cientos de favoritas,
¿Pretendes que recuerde su boda
secreta con
la pequeña hija de los bosques?
ANUSUYA
(pensativa, va a marcharse,
pero de nuevo se detiene)
¿Y
Kanva?
PRIYAMVADA (levantándose con otras
guirnaldas
hacia Anùsuya) ¡Oh!
¡De él nada temo! ¡A
todo dará su bendición!
Siempre dijo, "Que
la novia elija a su marido". ¡Y el
destino se ha cumplido!...
(Las muchachas se acercarán a la
mesa y vierten agua en las páteras
rituales. Luego, encienden fuego
para quemar las hierbas aromáticas)
PRIYAMVADA (Mirando hacia fuera y
hacia el
bosque circundante)
Se retrasa...
LA
VOZ DE DURVASAS
(fuera de escena)
¡Shakuntala,
abre! (las muchachas
quedan expectantes)
ANUSUYA, PRIYAMVADA
¿Quién será? (Anùsuya toma de la mano a
Priyamvada.
Se detienen dudando. Pero Priyamvada
recelosa, empuja dulcemente a Anùsuya hacia afuera)
LA
VOZ DE DURVASAS (más exaltado) Shakuntala,
¿no me oyes? ¿No abres?
(Anùsuya sube lentamente las
escaleras,
y se asoma con cautela para ver.
Con un gesto de terror, se vuelve
hacia Priyamvada)
ANUSUYA Es el
terrible sacerdote Durvasas...
LA
VOZ DE DURVASAS (furioso) ¿No
abres? ¿No abres?
ANUSUYA (inclinándose para ver mejor)
Sacude sus largos cabellos...
¡Y blande su báculo como una espada!
PRIYAMVADA (impaciente y desesperada)
¡Sólo
ella puede abrir, y no vuelve!...
ANUSUYA (bajando un escalón) ¡Ay!
¿Cómo calmarlo?... ¿Cómo?...
PRIYAMVADA (jadeante) Mira
tú... a ver si puedes ver algo...
(se acercarse también ella,
desanimada)
¿No
ves nada?... (Las dos muchachas miran en tanto
hacia
el fondo de la selva con la mayor
ansiedad, mientras continúa la voz implacable)
VOZ DE DURVASAS
¿Desprecias al sagrado huésped?
¿Rechazas la ofrenda de un viejo?
¿Le
prohíbes que entre a rezar?
¿Entonces, un demonio te ha poseído?
(Priyamvada se dirige al medio de la
escena con las manos sobre los oídos
para no escuchar. Anùsuya, siempre
temerosa, se le acerca; y ambas
permanecen juntas, con los ojos muy
abiertos, como petrificadas)
VOZ DE DURVASAS ¡Oh,
maldita muchacha, escúchame!
(Priyamvada se desprenderá de su
amiga
y se acerca a la puerta para oír
mejor)
VOZ DE DURVASAS ¡Si
el amor te ha vencido, que
el amor te pierda! Quien
acapara tus sueños, ahora
te olvida... ¡Sea
como el loco ebrio que
todo olvida al despertar!
(Anùsuya va más aterrorizado que
nunca
junto a Priyamvada, interrogándola
con la mirada)
VOZ DE DURVASAS
¡No
se acordará ni de que te ha visto!
¡No
sabrá ni que te amó!
¡Maldita seas!
PRIYAMVADA
(invadida por una firme resolución)
Voy a
abrir la puerta...
Violaré la ley...
ANUSUYA (reteniéndola) ¡No
te atrevas!... ¡Es un sacrilegio!
PRIYAMVADA (liberándose) ¡Es
por ella!... ¡Es por ella!... A
quién le importa! ...
(haciendo una seña rápida a
Anùsuya)
¡Ve
por las fuentes!...
VOZ DE DURVASAS
¡Maldita seas de por vida!
(La puerta es abierta mientras
Anùsuya
se mueve de mala gana. Al tras luz
se ve la figura apocalíptica de
Durvasas)
PRIYAMVADA (arrojándose a sus pies)
Venerable padre, perdona...
¡Recibe el homenaje de estas pobres
doncellas!
DURVASAS (sacudiendo la cabeza) ¡No
voy a entrar! (intenta
marcharse)
PRIYAMVADA ¡Buen
padre! Buen padre...
Escucha nuestras plegarias...
(Anùsuya avanza con timidez,
portando dos bandejas)
PRIYAMVADA Aquí
tienes agua pura para
lavarte los pies... Y
aquí está el arroz...
Preparado con flores y con agua...
¡Shakuntala
no te habría ofrecido otra cosa!
(al oír el nombre de la muchacha,
Durvasas es invadido por la ira)
DURVASAS
¡Ella, ella debía hacerlo! ¡Ella
que de su padre aprendió todo ritual!...
ANUSUYA (Dulce y apasionadamente) ¡Oh!
Tú puedes perdonarla... ¡Su
corazón se siente trastornado por
un amor invencible!...
PRIYAMVADA, ANUSUYA
¡Perdónala, buen padre!
DURVASAS
(Primero vacilante, luego, menos
duro, pero siempre severo y con gravedad) ¡La
maldición ha sido hecha!... Y no
tengo poder para dejarla sin efecto. Sin
embargo... la condicionaré:
(Las muchachas hacen
un gesto esperanzado)
DURVASAS
Sólo si una joya es mostrada al
esposo, ¡ella se salvará!
(irritado, desaparece
inmediatamente)
PRIYAMVADA (levantándose)
¡Retomo el aliento!... ¡Apenas me
sostengo!...
ANUSUYA (triste y dubitativa)
Dijo... ¿una joya...?
PRIYAMVADA (alentándola, con agitación alegre) ¿No
recuerdas el anillo que
el Rey le regaló a Shakuntala?
¿Ese
es el sacro talismán que
cambiará el destino!
ANUSUYA
¡Encerremos el secreto en nuestro
corazón!
PRIYAMVADA (A través del patio ve a
Shakuntala;
y dice a Anùsuya, en voz baja)
¡Ella!... (La figura de la muchacha se aproxima
a la puerta deteniéndose en el
umbral,
siempre con la mirada perdida)
PRIYAMVADA
¡Mírala! ... ¡Qué pálida está!
ANUSUYA ¡Más
pálida que el alba!
PRIYAMVADA ¡El
alma se le ha escapado!
(Anùsuya, con gran dulzura,
avanza hacia Shakuntala)
ANUSUYA
Shakuntala... Las
flores, los cálices, los perfumes...
¡Están listos para ti!
(Shakuntala permanece inmóvil)
ANUSUYA
(a
Priyamvada)
¡No
me escucha!
PRIYAMVADA ¡Shakuntala!
¿No te parece que la hora para
el ritual vespertino se está
pasando? (Shakuntala mira a la muchacha,
pero siempre abstraída)
PRIYAMVADA
¿Quieres que te traiga los
perfumes?...
ANUSUYA ¿No
son hermosas mis guirnaldas?
SHAKUNTALA (Con profundo agotamiento)
¡Dejadme! (Shakuntala avanza unos pasos.
Las dos muchachas permanecen indecisas; pero luego, lentamente,
desaparecen,
cerrando la puerta tras
de ellas. Shakuntala
se dirige mecánicamente a la mesa de los
rituales: toma una guirnalda y se encamina
hacia el altar para
colocarla. Al llegar
al altar se detiene,
deja caer la
guirnalda y se queda con los
brazos colgando)
SHAKUNTALA ¡En
vano! ¡En vano! Hoy
como ayer... ¡No
vuelve!... ¡No volverá!
(Después, casi arrastrando os
pies, va
hacia el patio, sube las escaleras,
contempla el cielo y, como arrebatada
por una visión, con
profunda melancolía
dice)
¡Oh
nube!... Nube veloz, que
vagas en los cielos, sobre el mar...
Nube... ¡oh, soplo divino y puro,
aliento de las montañas de allá!...
Buena
hermana que a voluntad puedes
cambiar de destino... ¡Sé
una mensajera piadosa
de la
pena que
llora mi corazón!... ¡Ve!
¡Vuela junto a mi esposo, junto
a mi dulce esposo que
duerme olvidado del amor!
VOCES
DISTANTES ¡Ah!
SHAKUNTALA ¡Ve!
¡Ve! ¡Que
el viento propicio te ayude así
como mi corazón te señala el camino!
No te
canses nunca... Y
entonces, de repente, sentirás dónde
está mi meta, ¡hermana!
(sale del patio y avanza hacia el
escenario, cada vez más alucinada)
En el
frondoso jardín, las
aves de hermosos los colores se
persiguen en brillantes cortejos,
entre
los macizos de flores... Las
fuentes de mármol
arrojan el agua más alto en el aire,
lanzando gemas radiantes... Sobre
los prados cubiertos de musgo
verás
cortejos de radiantes muchachas
ondularse entre vapores de mil
aromas, y
bailar lánguidamente al
ritmo de músicas apacibles...
(cada vez más excitada)
Se
mueven los pies tintineantes...
Relampaguean vívidas las miradas
y las
bocas bermejas se
buscan en las sombras,
deseosas, anhelantes... ¡Ay!
Tú te disipas despacio, con
ansiedad reprimida, con
un breve escalofrío... ¡Te
inclinas, te acercas, luego
te abandonas y lo
inundas con el llanto que
tanto me atormenta!
VOCES
(Siempre internamente)
¡Ah!... ¡Ah!... (Sollozando, se desploma sobre el
balcón
ubicado antes de la entrada lateral
de la ermita. Simultáneamente con las
últimas palabras de Shakuntala se escuchan
los cantos de gloria de los ermitaños
que acompañan a Kanva. La puerta se abre)
PRIYAMVADA (corre festiva, seguida por
Anùsuya) ¡Shakuntala,
tu padre ha regresado!...
ANUSUYA ¡El
maestro! (Las dos se acercan a Shakuntala
desmayada. Amorosamente la levantan.
Inmediatamente después
aparece la figura del venerable asceta,
precedido por Harita y por el joven ermitaño
que
lo acompaña. Los otros ascetas, en
procesión, se dirigen hacia la
ermita, mientras que las criadas se
arrodillan. Kanva, está de pie en la puerta, con
los brazos extendidos, entre los cuales
Shakuntala, con la cabeza gacha, se
lanzará con abandono y pasión)
CORO
DE ERMITAÑOS
¡Gloria! ¡Gloria a Kanva! ¡Gloria!
SHAKUNTALA
¡Padre! ¡Padre!
KANVA
(Acariciando suavemente sus
cabellos)
¡Levanta tu frente!... Mírame...
¡Lo
he sabido todo!... (Movimiento de asombro
entre los
asistentes. Shakuntala,
perturnada,
se separa de su padre)
KANVA
¡Fue
en la hora solemne en que traspasaba
las
puertas del templo de fuego! En
medio del misterio se escuchó una
voz:
Ensalzaba la boda de un bella
muchacha y de
un valiente, y cantaba: "¡Shakuntala,
madre feliz, lleva
en su seno la flor de la victoria
que
va a deslumbrar al mundo! Él
conquistará las siete islas;
y cuando esté en su carro de
guerra
brillará como una llama
inextinguible. Los pueblos,
postrados y exultantes,
lo
aclamarán como señor de la
tierra!..." (Asombro de todos, que miran
admirados
a Shakuntala transfigurada por la
inesperada revelación)
KANVA
¡Hermanos, inclínaros!
¡Y
tú, hija, es
hora de que dejes la ermita!...
(Ante este anuncio, las
muchachas,
invadidas por una profunda tristeza,
rodean a Shakuntala como si
quisieran retenerla inconscientemente)
KANVA
¡Harita
te conducirá hasta
el palacio real!... Que
te engalanen las doncellas con
guirnaldas y el velo nupcial...
¡Para
que tu esposo te encuentre hermosa!
(Las doncellas
se disponen inmediatamente
a cumplir
la orden y, luego, con la cabeza
inclinada, se retiran hacia la ermita)
SHAKUNTALA (Sus ojos brillan tras las
lágrimas;
con impulso amoroso une las manos)
¡Padre!... Padre santo... ¿Cómo
expresar
lo que siente mi corazón? ¡Tú has
disuelto con un gesto la
larga espera de mi
sueño terrible! Heme
aquí... me entrego... Me
gustaría llorar de alegría, pero
no sé encontrar
el dulce camino del llanto. Que
siempre recuerdes
cuánto amor te he tenido,
cuánto amor te tengo. Es
forzoso partir,
decirte adiós...
decir adiós
a las
queridas compañeras... al
bosque, que fue todo mío. ¡Oh,
abrázame otra vez!
Protégeme, padre... ¡Ama
a todos por mí
cuando yo ya no esté!
(Kanva la estrecha con un
dulcísimo
abrazo. Misteriosas
voces se agitan
en las profundidades del bosque.
El padre y la hija permanecen
estáticos)
VOCES
DE SELVA
¡Ah!
... ¡Ah! ...
KANVA
Escucha... voces... ¡Cómo en el
templo! Los espíritus divinos
despiertan el bosque. ¡Te
cantan a ti, Shakuntala!
¡Trinos y gorjeos se unen
a
los suspiros de
los céfiros alados! ¡Son
tus lianas!... ¡Son
todas tus flores que
elevan himnos en tu nombre! ¡Te
comunican que la tierra y los
cielos
están jubilosos por ti!
(Reaparecen las dos muchachas.
Priyamvada con flores, y Anúsuya con
un velo de color de luna, con rayos y
estrellas transparentes, casi
invisibles)
KANVA
(Tomando a Shakuntala de la mano) ¡Ven!
(La conduce hacia el altar
para realizar
una ceremonia ritual
matrimonial. Los
dos ascetas han reavivado el
fuego y dispersado los granos de incienso.
Las llamas y el humo se elevan. Anùsuya
entrega un velo a Kanva; y éste cubre
con él la espalda y la cabeza de Shakuntala,
que está de rodillas al pie del altar.
Luego dice solemnemente)
KANVA
Eres dueña de tu destino.
Tienes el anillo de un rey. ¡Ve,
que tu camino sea placentero!
(Lentamente, seguida por los
dos
ermitaños, Shakuntala se
interna en el bosque iluminado
por
los rayos de
la puesta del sol.
Las amigas la siguen
con mirada
triste; luego, se abrazan llorando.
Kanva, de pie, inmóvil, con la
conciencia del deber
cumplido,
baja los brazos lentamente, entrecerrando los ojos)
ACTO
TERCERO
(La
escena representa el interior del
palacio
real.
Pesadas vigas cruzan la bóveda del
techo,
dejando ver en la parte posterior
izquierda, en
diagonal, el apartamento del
rey y a
la derecha una hilera de columnas,
por
las que
se vislumbran suntuosos
jardines de
gran belleza. El
lado izquierdo,
mas adelante, está cerrado por una
cortina
adornada con misteriosos frisos. Entre
ésta
y el arco escénico, parece una puerta: la
puerta del rey. El
rey está sentado en una
cama,
situada casi en el
centro de la escena,
bajo la
columna
más alta. Más
allá,
el acceso
al jardín,
también se
va por otra
puerta
pequeña y baja,
de la
derecha. Al
iniciarse
el acto, el telón se levanta para
dejar paso
a los bailarines que
acompañarán las tres
partes de la
"Danza de la abeja".
Las
cantantes se ubican en
el fondo, en
pequeños grupos bajo las
luces azuladas
de invisibles
candelabros; los
hombres
de la corte se disponen
unos sentados y
otros
próximos a la puerta del rey. Hacia
el final de
la danza, el canto
inicialmente
sombrío, serio,
insidioso, con
acentos lánguidos y
tono
penetrante aumentará
gradualmente, hasta
alcanzar una expresión de
mordaz
ironía. El
rey, después de haber seguido con
ojos
distraídos
las figuras de la danza,
dará
cada vez más
claras señales de impaciencia y
angustia. Los
caballeros de la corte, que
comentan
en voz baja
el significado de la
danza
y la
canción,
seguirán con los ojos
atentos,
pero
respetuosos, las diferentes
actitudes
del rey)
Danza
LAS
CANTANTES Abeja inquieta,
abeja errabunda... ¡Con
renovados deseos
siempre estás en busca de miel!
¡Ay! ¡Ay! Incluso ayer, ebria
estuviste... ¡De
una flor de aurora! ¡Ay! ¡Ay! ¡Hoy
los olvidos te abandonan a su
canto de muerte!
EL
REY
¡Extraña cantinela!
LOS
HOMBRES DE LA CORTE ¡El
Rey está preocupado!...
EL
REY
Porque me despiertan funestas
ansiedades...
¡Vidas lejanas, ignoradas,
sepultadas!
LOS
HOMBRES DE LA CORTE ¡Los
bellos recuerdos
repiten sombrías llamadas!
¡Sutil venganza!
LAS
CANTANTES
¡Abeja insaciable!... ¡Abeja
cruel!... ¡Ah!...
EL
REY ¡Oh,
profundo tormento! ¿¡Qué
hice... qué hice... para sufrir
así!?...
¡Serpientes... alejáos de mí!...
LAS
CANTANTES
¡Oh,
la embriaguez de los locos se
consume a si misma!... La
miel más dulce se convierte en
veneno dentro del pecho!... La...
LOS
HOMBRES DE LA CORTE
Incluso podría asentir...
EL
REY
¡Qué
no canten más! ¡Que
no bailen más! ¡Que se vayan!
(algunos de los más cercanos al Rey
se apresuran a hacer cumplir la orden.
Y la cortina se cierra
rápidamente. El escudero queda desconcertado,
él también querría retirarse pero,
viendo al Rey que continúa inquieto
en su
cama, dice con timidez )
EL
ESCUDERO
Señor... los ermitaños de Kanva
solicitan verle... Están
ahí desde hace mucho tiempo...
Una
mujer, cubierta con un velo, está con
ellos.
EL
REY
(después de un instante,
reprimiendo
un gesto de impaciencia)
Que pasen, los escucharé...
EL
ESCUDERO Voy a
buscarlos... (Dos ermitaños avanzan desde el
fondo del jardín, seguidos de la
muchacha que se detendrá a la
derecha)
HARITA, EL JOVEN EREMITA
(haciendo una reverencia)
¡Honor al Rey!
EL
REY
(siempre preocupado; se levanta)
¡Honor a vosotros, santos ascetas!
¿El
piadoso Kanva está bien? ¿Qué
órdenes me envía?
HARITA
(avanzando un poco más)
El
piadoso Kanva te dice: "
"¡Apruebo la
boda que
con un ritual secreto te une, oh
Rey... a mi
dulce de mi hija!"
(El Rey hace un gesto de sorpresa)
HARITA "Se os conoce como
Rey de
todas las
naciones
Shakuntala es una flor
de virtud,
recíbela como tu esposa:
ella va a ser
madre!"
EL
REY
(sorprendido) ¿Eso
ha dicho Kanva?
HARITA
(solemnemente) ¡Esto
a dicho!...
EL
REY
(siempre admirado) Buen
ermitaño, ¡no entiendo!...
HARITA
(con voz alterada) ¿No
entiendes?... ¿La
fiebre del poder nubla tu mente?
EL
REY (exaltado, pero dominándose)
Hombre santo... ¡Si Kanva no pide
otra
cosa de mí, puedes retirarte en paz!
(El rey intenta
retirarse)
JOVEN
EREMITA
(suplicante) ¡No!
¡No os vayáis aún!... En nombre de Kanva... La
verás... Debes verla nuevamente...
(se acerca a Shakuntala y
levanta suavemente su velo)
EL
REY
(casi inconsciente en tono
de
éxtasis,
dice para sí mismo) ¡Oh,
dulcísimo rostro!... Ojos plácidos,
tristes...
¿Donde los he visto? ¿Dónde?
(con acento desolado)
¡Ermitaños, ¡hay de mí! tan
noble mujer nunca fue mi esposa!
(Shakuntala, se muestra pálida y
ansiosa, le tiemblan los brazos)
EL
REY
Terrible sería mi culpa si la
recibiera embarazada... ¡No
puedo mancharme con un acto inicuo!
HARITA
(estalla indignado y amenazante) ¡Rey
malvado! ¡Insultas al asceta! ¡Él
te quiere hacer digno de su preciado
tesoro! ¡Y tú
lo profanas y estruyes! ¡Tú!
JOVEN
EREMITA
(con un gesto firme, aferrando
el
brazo levantado de Harita) Cesa,
hermano...
¡Cuánto había que decir ya lo hemos
dicho!
(alentando e impulsando a la
muchacha)
Kanva
te ha hablado. Shakuntala... a ti...
(Shakuntala, inicialmente rígida,
con los
ojos inciertos, se adelanta
lentamente, como impulsada por los espíritus, y
luego, con voz más débil y
acongojada, protegiendo su pecho con ambas
manos)
SHAKUNTALA
¡Esposo!
(se corrige rápidamente)
¡No... Rey! ¡Mi gran Rey! Aquí
estoy delante de ti, pobre
alma afligida,
abatida, quebrantada... ¿Y tú
has podido despreciar a la
honesta doncella que
en la ermita del bosque
honraste con tu amor?
(con sincera pasión)
Pero
si tus ojos ya no ven, si
callado está tu corazón, si
has perdido el amor, una
noche, de repente... Si han
caído en el olvido la
luna y las divinas estrellas que
saben como, tan dulcemente ¡ah!
tu boca me besó fervientemente...
El
hermoso regalo real, la
joya más apreciada... no
podrás dejar de reconocer...
(Extiende con confianza su mano
derecha para mostrar el anillo,
pero al observar la indiferencia del Rey,
baja su brazo, y no puede reprimir un grito
de asombro y de doloroso estupor)
SHAKUNTALA ¿El
anillo?... ¡Mi anillo!
(Los dos ermitaños acuden ansiosos)
JOVEN
EREMITA
(agitado) Tal
vez se te cayó en el río...
SHAKUNTALA (debatiéndose en la
más viva
desesperación) ¡Ay!
¡Ah! El destino está en mi contra...
(afanosamente se dirige al Rey)
Sin
embargo... ese día... recuerda...
El jardín florecido y la
avispa maligna que me agredía, ¡y tu
aparición repentina!
¡Qué flores, qué frutas
recogí y te ofrecí!... Y el
cervatillo que había huido, y yo misma turbada
huyendo de ti,
y mi regreso!...
(con intenso dolor, para si)
Ah!
¿Por qué volví!?... ¡Y el
brazalete! ¡El
pequeño brazalete!... Lo mirabas
conmovido... ¡Y
quisiste colocarlo en mi brazo!...
Temblabas de la misma manera que
yo temblaba... ¿Recuerdas?
(se le acerca y repite suspirando
tiernamente las palabras del Rey)
"Tu brazo es tan puro como
el cielo más puro..."
(El Rey hace un gesto
incierto.
La doncella interpretándolo
favorablemente, continúa con
alegría)
¡Mira!... ¡Mira!... ¡La
divina dulzura regresa!...
¡Igual que
entonces!
EL
REY
(de pie, en toda su majestuosidad) ¡No!
SHAKUNTALA ¡Como
entonces!
EL
REY
¡No!
¡Mientes!
SHAKUNTALA
(con un grito desgarrador)
¡Ah!...
EL
REY
¡Es
una locura!
SHAKUNTALA
¡Horror!
(Va a
desmayarse pero los dos ermitaños
la
sostienen, incluso el Rey y el
escudero hacen
un gesto compasivo hacia la
muchacha, que se repone con gran
esfuerzo. Ella
fija
sus ojos por última vez en los
del Rey que
no
puede soportar su mirada y hace un
leve
gesto
a los ermitaños para que se marchen.
Shakuntala se cubre con el velo y con
pasos
lentos, solemnes y altivos,
sale,
seguida por
los compungidos
ermitaños. El
rey sigue con
la vista fija sobre la
muchacha, luego,
muy
turbado, se dirige a
la puerta de sus
aposentos junto a la cual está el Escudero.
Pausa. El Escudero es sorprendido
por un
murmullo de voces que se acercan.
Algunos hombres de la guardia
irrumpen en
escena, arrastrando un joven
pescador que tiembla de miedo)
EL
ESCUDERO
(para sí) Y
ahora... ¿qué sucede?
UN
MIEMBRO DE LA GUARDIA
Es un
ladrón... ¡Mira!...
(Señalan un anillo que lleva)
EL
ESCUDERO
(se acerca para interrogarlo)
¿Un
anillo?...
(reconoce el anillo de inmediato)
¡El
anillo del Rey!
(Dirigiéndose al pobre pescador)
¿Dónde lo robaste?
PESCADOR
(suplicante) ¡No
lo he robado!... Lo
encontré en el lecho del río...
¡Ten
piedad!
EL
ESCUDERO
(mirándolo con desconfianza)
¡Mientes!...
(a los guardias)
Detendlo... que no se escape...
¡El
rey lo juzgará!
(El Escudero rápidamente cruza la
puerta del Rey. Entre tanto, el joven
pescador da signos de profunda consternación,
mientras los guardias amenazantes
lo maltratan. Desde el interior, en
tono de invocación se escucha la voz del
rey)
LA
VOZ DEL REY
¡Shakuntala!
¡Shakuntala! (Aparece después de un momento,
como
fuera de sí, y arroja al pescador
una bolsa de monedas)
EL
REY
(muy agitado)
¡Levántate!... ¡Toma...!
(Luego, causando una sorpresa
general, frenéticamente dice a todos)
¡Rápido!...
¡Corred!... Decidle a Shakuntala que
el Rey la espera... Que el Rey la
recuerda... ¡Que
el rey la ama! (Los empuja casi hasta las
escaleras,
luego, regresa con el anillo
apretado entre las manos y lo besa
frenéticamente)
EL
REY
¡Oh,
qué alegría! ... Pura alegría del
cielo,
inmenso sueño de la vida... ¡Deja que
te bese!... ¡Que
vuelva a besarte!...
¡Conmigo!... Sobre mi corazón...
¡Siempre!...
(con arrobamiento)
¡Nuevos rayos de estrellas me
invaden de pasión! Nueva
aliento perfumado sopla
sobre las aguas y la foresta...
¡Embriaguez! ¡Encanto! Tras
las sombras vagas se
derraman bellos perfumes... ¡Ella
ofrece los capullos a los
queridos cervatillos! ¡Las
lianas se agitan sobre
la fuente cantarina!
Juegan los céfiros suaves con
su cabellera desatada... ¡Y
mil suspiros, susurra el bosque!
¡Florece su cándido pecho como
la flor al amanecer!...
(con ternura suprema)
¡Shakuntala...
Shakuntala... Esposa mía!...
¡Madre esperada... madre elegida!...
(muy afligido)
¡Te he rechazado! ... Y no quise
mirarte,
querido rostro adorado, ojos
límpidos, fuego
oculto de labios implorantes!
(se levanta febrilmente)
¡Ay
de mí!... ¡Oh!... ¡Boca
fragante y casta! ¡Sé
misericordiosa!
Regresa al beso
eterno... al
sueño eterno...
(en el paroxismo de su entusiasmo)
¡Nimbo dorado!... ¡Luz dorada!...
¡Diosa! ... ¡Te
invoco!... ¡Te imploro!... ¡Vida de mi
vida!
(Un estruendo lejano interrumpe
bruscamente el éxtasis del Rey, que
instintivamente se vuelve hacia el
fondo. Permanece aturdido, cuando llega
jadeante el Escudero)
EL
REY
(con agitación) ¿Y
bien?...
EL
ESCUDERO
(jadeando) ¡Un
milagro!... ¡Un milagro!... ¡La
muchacha se lanzó
al
estanque de ninfas, con
los brazos extendidos hacia el
cielo, como
para invocar la ayuda divina! De
repente, una nube de llamas la
envolvió
y la arrebató...
EL REY
(con gran ansiedad)
¿Y entonces?
EL
ESCUDERO
Entonces... ¡nada más! Había desaparecido...
Sólo... vimos a los ermitaños,
inclinados sobre su velo,
¡adorándolo como una cosa sagrada!...
EL
REY (aniquilado, presa de la angustia
más profunda, con voz quejumbrosa)
¡Ah! ¡Hechizo inicuo! ¡Maldición!
(Un temblor convulsivo lo sacude de
repente; retrocede y cae como
aturdido. La escena súbitamente se oscurece.
La dulce voz lejana de Shakuntala,
inicialmente sola y luego
sobresaliendo de un murmullo generalizado de voces
menores, resonará en el alma del
Rey)
VOCES
DISTANTES (fuera de escena)
¡Ah!
...
VOZ DE SHAKUNTALA ¡No!
¡Rey! ¡No te desesperes!
Estaba escrito que una vida
luminosa...
naciera del sacrificio de un
amor: ¡Tu
hijo!... ¡Él tendrá gloria y poder,
en el mundo! ¡Aquí
está el padre, él llega!
(Un
resplandor inicialmente azulado
y
luego,
poco a
poco, dorado se
enciende en el fondo
iluminando
paulatinamente la escena. Desde
la
puerta del jardín, hombres y
mujeres
aparecen formando grupos que se
interrogan unos
a otros, cómo esperando una
revelación. Se
oye el sonido de trompetas lejanas que
aumenta poco a poco su
intensidad.
Cuando las voces y los sonidos
musicales
alcanzan su máxima sonoridad,
entran
solemnemente los dos Ermitaños
seguidos
por una multitud.
Harita lleva en sus brazos
un niño
cubierto con velos
, y se detiene
en el fondo de la
escena. El
rey sale de su
estupor y, junto con
todo el
pueblo, se
arrodilla ante el heredero
esperado, sobre
el
que desciende de lo alto un
potente haz
de luz irreal. Las
campanas suenan a rebato)
Digitalizado y traducido por:
José Luis
Roviaro 2020
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