ROBERTO DEVEREUX

 

                 Personajes

ROBERTO DEVEREUX

ISABEL I

SARA

DUQUE DE NOTTINGHAM            

CECIL

GUALTIERO RALEIGH

Conde de Essex  

Reina de Inglaterra

     Amante de Roberto

Esposo de Sara

Consejero Real

Consejero Real

Tenor

Soprano

                 Mezzosoprano

Barítono

Tenor

Barítono

 

La acción se desarrolla en Londres, en 1601.

 

ATTO PRIMO 


Scena Prima 

(Sala terrena nel palagio de Westminster) 

DAME
Geme! ... pallor funereo
Le sta dipinto in volto!
Un duolo, un duol terribile
Ha certo in cor sepolto.

(accostandosi ad essa) 

Sara? Duchessa? Oh! Scuotiti...
Onde la tua mestizia?

SARA
Mestizia in me!

DAME
Non hai
Bagnato il sen di lagrime?

SARA
(fra sè)
Ah! mi tradisce il core!

(in alta vocce) 

Lessi dolente istoria
Piangea... di Rosamonda...

DAME
Chiudi la trista pagina
Che il tuo dolor seconda.

SARA
Il mio dolor!...

DAME
Si! Versalo 
Dell'amistade in seno.

SARA
Lady, e credete?...

DAME
Ah! fidati.

SARA
Io?... No...
Son lieta appieno.

DAME
(fra sè)
È quel sorriso infausto
Più del suo pianto ancor.

SARA
(fra sè)
All'afflitto è dolce il pianto...
È la gioia che gli resta...
Una stella a me funesta
Anche il pianto mi vietò!
Della tua più cruda, oh quanto,
Rosamonda, è la mia sorte!
Tu periste d'una morte...
Io vivendo ognor morrò!

Scena Seconda 

ELISABETTA
Duchessa...
Alle fervide preci
Del tuo consorte alfin m'arrendo; alfine
Il conte rivedrò...
Ma... Dio conceda
Che per l'ultima volta io nol riveda,
Ch'io non gli scerna in core
Macchia di tradimento.

SARA
Egli era sempre
Fido alla sua regina?

ELISABETTA
Fido alla sua regina?
E basta, o Sara?
Uopo è che fido il trovi
Elisabetta.

SARA
(fra sè)
Io gelo!...

ELISABETTA
A te svelai
Tutto il mio cor... Un orrendo sospetto
Alcuno in me destò. D'Irlanda in riva
Lo trasse un cenno mio, ché lungi il volli
Da Londra... egli vi torna, ed accusato
Di fellonia; ma d'altra colpa io temo
Delinquente saperlo... Una rivale,
S'io discoprissi, ah! quale,
Oh! Quanta non sarebbe
La mia vendetta.

SARA
(fra sè)
Ove m'ascondo!...

ELISABETTA
Il core togliermi di Roberto!...
Men delitto saria togliermi il serto. 

L'amor suo mi fe' beata,
Mi sembrò del cielo un dono,
E a quest'alma innamorata
Era un ben maggior del trono.
Ah! Se fui, se fui tradita,
Se quel cor più mio non è,
Le delizie della vita
Lutto e pianto son per me!

Scena Terza 

CECIL
Nunzio son del Parlamento.

SARA
(fra sè)
Tremo!

ELISABETTA
Esponi!

SARA
(fra sè)
Ha sculto in fronte l'odio suo!

CECIL
Di tradimento
Si macchiò d'Essex il Conte!
Eccessiva in te clemenza
Il giudizio ne sospende:
Profferir di lui sentenza
E stornar sue trame orrende,
Ben lo sai de' Pari è dritto.
Questo dritto a te si chiede.

ELISABETTA
D'altre prove il suo delitto,
Lordi, ha d'uopo!

Scena Quarta 

PAGGIO
Al regio piede
Di venire Essex implora.

CECIL, GUALTIERO, SARA
Egli!...

CECIL, GUALTIERO
(Fra sè)
Ah, la rabbia mi divora!...

ELISABETTA
Venga. Udirlo io vo'.

SARA
(Fra sè)
Come il cor mi palpitò!

ELISABETTA
(Fra sè)
Ah! Ritorna qual ti spero,
Qual ne' giorni più felici,
E cadranno i tuoi nemici
Nella polve innanzi a te.
Il mio regno, il mondo intero,
Reo di morte invan ti grida.
Se al mio piede amor ti guida,
Innocente sei per me!

SARA
(Fra sè)
A lui fausto il ciel sorrida,
E funesto sia per me!

CECIL, GUALTIERO, CORO
(Fra sè)
De' suoi giorni un astro e guida
Che al tramonto ancor non è!

ELISABETTA
(Fra sè)
Vieni, vieni, t'affretta.

Ah! Ritorna qual ti spero,
Qual ne' giorni più felici,
E cadranno i tuoi nemici
Nella polve innanzi a te.
Il mio regno, il mondo intero,
Reo di morte invan ti grida.
Se al mio piede amor ti guida,
Innocente sei per me!
ACTO PRIMERO 


Escena Primera 

(Sala del Palacio de Westminster) 

DAMAS
¡Llora!... Una palidez mortal
está pintada en su rostro.
Un dolor, un dolor terrible
tiene, sin duda, encerrado en el corazón.

(acercándose a ella) 

¿Sara? ¿Duquesa? Vuelve en ti.
¿Cuál es la causa de tu tristeza?

SARA
¿Tristeza, yo?

DAMAS
¿No están
tus ojos bañados en lágrimas?

SARA
(para sí)
¡Ah, el corazón me traicionó!

(en voz alta) 

He leído una historia triste...
Lloraba... por Rosamunda.

DAMAS
Cierra la triste página
que aumenta tu dolor.

SARA
¡Mi dolor!...

DAMAS
¡Sí! Deposítalo 
en el seno de la amistad.

SARA
Damas, ¿y creéis?...

DAMAS
¡Ah, confía en nosotras!

SARA
¿Yo?...No...
Soy completamente feliz.

DAMAS
(para sí)
Esa sonrisa es aún
más triste que sus lágrimas.

SARA
(para sí)
Las lágrimas son dulces para el afligido...
es la única alegría que le queda...
Una triste estrella
me impide hasta el llanto.
¡Mi destino es mucho más cruel
que el tuyo, Rosamunda!
Tú moriste una vez...
la mía será una muerte en vida.

Escena Segunda 

ISABEL
Duquesa...
Me rindo a los insistentes
ruegos de tu esposo.
Volveré a ver al conde...
Pero... Dios conceda
que no sea la última vez que lo vea,
que no perciba en su corazón
ni un atisbo de traición.

SARA
¿No ha sido él siempre
fiel a su reina?

ISABEL
¿Fiel a su reina?
¿Y eso te basta, Sara?
Es necesario que Isabel
lo encuentre fiel.

SARA
(para sí)
¡Tiemblo!

ISABEL
Te he abierto mi corazón... 
Alguien despertó en mí una horrible sospecha. 
A las costas de Irlanda lo llevó una orden mía
porque yo quería alejarlo de Londres... 
Ahora vuelve de allí acusado de traición; 
pero yo temo encontrarle culpable 
de otro crimen... 
Si descubriese una rival, ¡ah!
¡Entonces mi venganza
sería terrible!

SARA
(para sí)
¿Dónde me escondo?

ISABEL
¡Robarme el corazón de Roberto!
Menos delito sería robarme la corona.

Su amor me hizo feliz,
me pareció un regalo del cielo
y para mi alma enamorada
era un bien mayor que el trono.
¡Ah! ¡Si he sido, si he sido traicionada,
si ese corazón ya no es mío,
las delicias de la vida
luto y llanto serán para mí!

Escena Tercera 

CECIL
Soy un enviado del Parlamento.

SARA
(Para sí)
¡Tiemblo!

ISABEL
¡Habla!

SARA
(para sí)
¡El odio está grabado en su frente!

CECIL
¡El conde de Essex
es culpable de traición!
Que tu excesiva clemencia
no detenga el juicio.
Pronúnciese la sentencia
y descúbranse sus criminales maquinaciones.
El derecho de los Pares del Reino así lo exige 
y este derecho se te pide.

ISABEL
¡Su delito, lores,
requiere más pruebas!

Escena Cuarta 

PAJE
Essex implora
prosternarse a los pies de la reina.

CECIL, GUALTIERO, SARA
¡Él!....

CECIL, GUALTIERO
(Para sí)
¡Ah, me devora la ira!

ISABEL
¡Que venga! Quiero escucharle.

SARA
(para sí)
¡Cómo palpita mi corazón!

ISABEL
(para sí)
¡Ah! Vuelve como te espero,
como en los días más felices,
y caerán tus enemigos
en el polvo ante ti.
Mi reino, el mundo entero,
te acusan como reo de muerte.
¡Si el amor te guía a mis pies,
para mí eres inocente!

SARA
(para sí)
Que el cielo le sea favorable
aunque sea cruel para mí.

CECIL, GUALTIERO, CORO
(para sí)
¡El astro que guía sus días
aún no ha llegado al ocaso!

ISABEL
(para sí)
Ven, ven, apresúrate.

¡Ah! Vuelve como te espero,
como en los días más felices,
y caerán tus enemigos
en el polvo ante ti.
Mi reino, el mundo entero,
te acusan como reo de muerte.
¡Si el amor te guía a mis pies,
para mí eres inocente!
Scena Quinta 

ROBERTO
Donna reale, a' piedi tuoi...

ELISABETTA
Roberto!...
Conte, sorgi, lo impongo!

(a Cecil) 

Il voler mio
Noto in breve farò. Signori, addio.

(Tutti si ritirano, tranne Roberto) 

In sembianze di reo tornaste dunque
Al mio cospetto! E me tradire osavi?
E insidiar degli avi
A questa crine il serto?

ROBERTO
Il petto mio
Pieno di cicatrici,
Che il brando vi lasciò de' tuoi nemici,
Per me risponda.

ELISABETTA
Ma l'accusa?...

ROBERTO
E quale?
Domata in campo la ribelle schiera,
Col vinto usai clemenza: ecco la colpa
Onde al suo duce innalza un palco infame
D'Elisabetta il cenno.

ELISABETTA
Il cenno mio
Differì, sconoscente,
La tua sentenza: Il cenno mio ti lascia
In libertade ancor. Ma che favelli
Di palco? A te giammai questa mia destra
Schiuder non può la tomba.
Quando chiamò la tromba
I miei guerrieri ad espugnar le torri
Della superba Cadice, temesti
Che la rovina macchinar potesse
Di te lontano, atroce, invidia rabbia.

(accennando una gemma che Roberto 
ha in dito) 

Ti porsi questo anello, e ti parlai
La parola dei re, che ad ogni evento
Offrirlo agli occhi miei, di tua salvezza
Pegno sarebbe... Col pensiero io torno
A stagion più ridente:
Allora i giorni miei
Scorrean soavi al par della speranza!
Oh giorni avventurati! Oh rimembranza.

Un tenero core mi rese felice,
Provai quel contento 
Che labbro non dice...
Un sogno d'amore - la vita mi parve!
Ma il sogno disparve, - disparve quel cor!

ROBERTO
(Fra sè)
Indarno la sorte - un trono m'addita;
Per me di speranze - non ride la vita.
Per me l'universo - è muto, deserto:
Le gemme del serto 
Non hanno splendor.

ELISABETTA
Muto resti

(in tuono di rimprovero
in cui traspira tutta la tenerezza) 

È dunque vero!
Sei cangiato?

ROBERTO
No... che dici?
Parla un detto, ed il guerriero
Sorge, e fuga i tuoi nemici.
D'obbedienza e di valore
Prova avrai.

ELISABETTA
(Fra sè)
Ma non d'amore!

(con simulata calma) 

Vuoi pugnar! Ma di', non pensi
Che bagnar faresti un ciglio
Qui di pianto?

ROBERTO
(Fra sè)
Ahimè, quai sensi?

ELISABETTA
Che l'idea del tuo periglio
Palpitar farebbe un cor?

ROBERTO
Palpitar?

ELISABETTA
Di tal, che amore
Teco strinse?

ROBERTO
Ah! dunque sai?

(Fra sè) 

Ciel, che dico!

ELISABETTA
Ebben? Finisci:
L'alma tua mi svela ormai.
Che paventi?... Ardisci, ardisci:
Noma pur la tua diletta...
All'altar io vi trarrò.

ROBERTO
Mal t'apponi...

ELISABETTA
(Fra sè)
Oh mia vendetta!

(attegiandosi di terribile maestà) 

E non ami?
Bada!

ROBERTO
Io? No.

ELISABETTA
(Fra sè)
Un lampo, un lampo orribile
Agli occhi miei splendea!...
Dal mio sdegno vindice
Fuggire non può la rea.
Morrà l'infido, il perfido
Morrà di morte acerba,
E la rival superba
Punita in lui sarà.

ROBERTO
(Fra sè)
Nascondi, frena i palpiti,
O misero mio core;
Ti pasci sol di lagrime
O sventurato amore.
Ch'io cada solo vittima
Del suo fatal sospetto...
Con me l'arcano affetto
E morte e tomba avrà.

(ad Elisabetta) 

Regina!

ELISABETTA
Ebben? Finisci!
Conte!

ROBERTO
Regina!

ELISABETTA
Non ami?

ROBERTO
Non amo.

(Fra sè) 

Nascondi, frena i palpiti,
O misero mio core;
Ti pasci sol di lagrime
O sventurato amore.
Ch'io cada solo vittima
Del suo fatal sospetto...
Con me l'arcano affetto
E morte e tomba avrà.

ELISABETTA
(Fra sè)
Cadrà.
Sì, la rival superba
Punita in lui sarà.

(Elisabetta rientra ne' suoi appartamenti.) 
 
Escena Quinta 

ROBERTO
Reina, a tus pies...

ISABEL
¡Roberto!
¡Conde, levántate, te lo ordeno!

(a Cecil) 

En breve os haré conocer mi voluntad. 
Señores, adiós.

(Todos se retiran, menos Roberto) 

¡Llegas como culpable a mi presencia! 
¿Pretendías traicionarme
y despojar a esta cabeza
de la corona de sus antepasados?

ROBERTO
Que mi pecho
lleno de cicatrices
marcadas por las espadas de tus enemigos
responda por mí.

ISABEL
¿Pero la acusación?...

ROBERTO
¿Cuál?
Vencidos en el campo de batalla los rebeldes, 
fui clemente con los vencidos: ésta es mi culpa,
por la que levanta un infame patíbulo 
la orden de Isabel.

ISABEL
Mi orden, ingrato,
ha suspendido tu sentencia.
Mi orden te vuelve a dejar en libertad. 
¿Pero qué hablas de patíbulo? 
Mi mano nunca podrá 
arrojarte a la tumba.
Cuando la trompeta llamó a mis guerreros 
a asaltar las torres
de la soberbia Cádiz, 
temiste que un odio envidioso e implacable
pudiese, en tu ausencia, maquinar tu ruina.

(señalando el anillo que lleva Roberto en un
dedo) 

Te di ese anillo y te di mi palabra real 
de que en cualquier ocasión
que lo ofrecieses a mis ojos, sería una garantía
de tu salvación... con el pensamiento
vuelo a una época más feliz.
¡Entonces mis días
discurrían dulces y esperanzadores!
¡Oh, días afortunados! ¡Oh, recuerdos!

Un tierno corazón me hizo feliz, 
sentí una felicidad que no se puede expresar. 
¡La vida me parecía un sueño de amor! 
¡Pero el sueño desapareció...
pues desapareció aquel corazón!

ROBERTO
(para sí)
En vano la fortuna me ofrece un trono.
Para mí la vida no sonríe con esperanza.
Para mí el universo es mudo y desierto
y las joyas de la corona
no tienen resplandor.

ISABEL
¿Permaneces callado?

(en tono de reproche en el que se respira 
toda su ternura) 

¡Entonces es verdad!
¡Has cambiado!

ROBERTO
No... ¿Qué dices?
Una sola palabra y el guerrero se levantará
y hará desaparecer a tus enemigos.
Prueba tendrás de obediencia
y de valor.

ISABEL
(para sí)
¡Pero no de amor!

(con calma disimulada) 

¡Quieres luchar! Pero di, 
¿no piensas que harías bañar aquí unos ojos
en lágrimas?

ROBERTO
(para sí)
¡Ah, qué palabras!

ISABEL
¿Que la sola idea de que estás en peligro
haría palpitar un corazón?

ROBERTO
¿Palpitar?

ISABEL
Aquel al que el amor
unió al tuyo.

ROBERTO
¡Ah! ¿Lo sabes entonces?

(para sí) 

¡Cielos, qué he dicho!

ISABEL
¿Y bien?... Termina.
Termina de abrirme tu alma.
¿Qué temes?... Vamos, vamos.
Nombra entonces a tu amada
y yo la llevaré al altar.

ROBERTO
Te engañas...

ISABEL
(para mí)
¡Oh, venganza mía! 

(con un tono de terrible grandeza) 

¿Entonces no amas a nadie?
¡Habla!

ROBERTO
¿Yo? No.

ISABEL
(para sí)
¡Un relámpago, un relámpago terrible
ha estallado ante mis ojos!
La pérfida no podrá escapar
a mi furia vengadora.
Morirá el infiel, 
el traidor tendrá una muerte cruel
y en él será castigada
la soberbia rival.

ROBERTO
(para sí)
Esconde, frena tus latidos,
¡oh, pobre corazón, mío!
te alimentas sólo de lágrimas,
¡oh, desventurado amor!
Que sólo yo caiga víctima
de sus sospechas fatales...
Conmigo el amor secreto
encontrará la muerte y la tumba.

(a Isabel) 

¡Reina!

ISABEL
¿Y bien?... ¡Termina!
¡Conde!

ROBERTO
¡Reina!

ISABEL
¿No amas a nadie?

ROBERTO
No amo.

(para sí) 

Esconde, frena tus latidos,
¡oh, pobre corazón, mío!
te alimentas sólo de lágrimas,
¡oh, desventurado amor!
Que sólo yo caiga víctima
de sus sospechas fatales...
Conmigo el amor secreto
encontrará la muerte y la tumba.

ISABEL
(para sí)
Caerá.
Sí, en él será castigada
la soberbia rival.

(Isabel entra en sus aposentos.) 
 
Scena Sesta 

NOTTINGHAM
Roberto!

ROBERTO
Che?... fra le tue braccia!...

NOTTINGHAM
Estremo 
pallor ti siede in fronte! Ah! Forse?...
D'interrogarti!

ROBERTO
Ancor la mia sentenza
Non profferì colei:
Ma nel tremendo sguardo
Le vidi sfolgorar
La brama del sangue mio.

NOTTINGHAM
Non proseguir... D'ambascia
L'anima ho piena di spavento!

ROBERTO
Ah! Lascia
Che il mio destin si compia, e nelle braccia
Di cara sposa un infelice oblia.

NOTTINGHAM
Che parli?... Ahi, fera sorte
Né amico, né consorte
Lieto mi volle!

ROBERTO
Oh! Narra!

NOTTINGHAM
Un arcano martir di Sara attrista
I giorni, e lentamente
la conduce alla tomba.

ROBERTO
(Fra sè)
E rea, ma sventurata!

NOTTINGHAM
Ieri, taceva il giorno,
Quando pria dell'usato, al mio soggiorno
Mi trassi, e nelle stanza
Ove solinga ella restar si piace,
Mossi repente... Un suono
Di taciti singulti appo la soglia
M'arrestò non veduto: essa fregiava
D'aurate fila una cerulea fascia,
Ma spesso l'opra interrompea col pianto,
E invocava la morte! Io mi ritrassi;
Avea l'alma in tumulto... avea la mente
Così turbata, che sembrai demente.

Forse in qual cor sensibile
Si fe' natura il pianto.
D'una fatal mestizia
Anch'io son preda intanto.
Ah! Ch'io mi struggo in lagrime...
Ed il perché non so!
Talor mi parla un dubbio,
Una gelosa voce;
Ma la ragion sollecita
Sperde il sospetto atroce.
Ché mai nel cor degli angioli
La colpa entrar non può.

Scena Settima 

CECIL
Duca, vieni! A conferenza
La Regina i Pari invita.

NOTTINGHAM
Che si vuole?

CECIL
Una sentenza
Troppo a lungo differita.

NOTTINGHAM
Vengo. Amico!

ROBERTO
Sul tuo ciglio
Una lagrima spuntò?
M'abbandona al mio periglio!
Tu lo dei!

CECIL
Vieni.

NOTTINGHAM
Salvar ti vo'!

Qui ribelle ognun ti chiama;
Ti sovrasta fato orrendo;
L'onor tuo sol io difendo,
Terra e ciel m'ascolterà.
Ch'io gli serbi e vita e fama
Deh concedi, o sommo Iddio;
Parla tu sul labbro mio
Santa voce d'amistà.

ROBERTO
(Fra sè)
Lacerato al par del mio
Sulla terra un cor non v'ha.

CORO
(interno)
Quel superbo il giusto fio
De' suoi falli pagherà.
Vieni, o duca, vieni, vieni.

Scena Ottava 

SARA
Tutto è silenzio... Nel mio cor soltanto
Parla una voce. Un grido!
Qual di severo accusator! Ma rea
Non son: Della pietade
Io m'arrendo al consiglio,
Non dell'amor. L'orribile periglio
Che Roberto minaccia,
Il mio scordar mi fe'... Chi giunge!

Scena Nona 

SARA
È desso!

ROBERTO
Una volta, o crudel, m'hai pur concesso
Venirne a te! Spergiura! Traditrice!
Perfida! E qual v'ha nome
D'oltraggio, di rampogna
Che tu non merti?

SARA
Ascolta! Eri già lunge
Quando si schiuse la funerea pietra
Sul padre mio - Rimasta
Orfana e sola, "D'un appoggio hai d'uopo."
La regina mi disse: "A liete nozze
Ti serbo..."

ROBERTO
E tu?

SARA
M'opposi. Allor le chiesi,
Ma indarno, il vel... fui tratta
Al talamo... Che dico?
Al mio letto di morte!

ROBERTO
Oh ciel!

SARA
Felice.
Quant'io non son, fato miglior ti renda...
Alla Regina il core
Volgi. Roberto.

ROBERTO
Ah! taci...
Spento all'amor son io.

SARA
La gemma che in tua man risplende
Era memoria e pegno
D'un affetto real?

ROBERTO
Pegno d'affetto?
Non sai!... Pur si distrugga il tuo sospetto.

(getta l'anello sulla tavola) 

Mille volte per te darei la vita!

SARA
Roberto... ultimo accento
Sara ti parla, ed osa
Una grazia pregar.

ROBERTO
Chiedimi il sangue...
Tutto lo spargerò per te, mio bene!

SARA
Viver devi e fuggir da queste arene.

ROBERTO
Il vero intesi?... Ah parmi,
Parmi sognar!

SARA
Se m'ami,
Per sempre dei lasciarmi.

ROBERTO
Per sempre!...
Non credea cangiato
Tanto di Sara il cor!
Son l'odio tuo!...

SARA
Spietato!

ROBERTO
Ardo per te d'amor.

SARA
Da che tornasti, ahi misero!
In questo debil core
Del mal sopito incendio
Si ridestò l'ardore...
Ah! parti, ah! vanne, ah! lasciami.
Credi alla sorte acerba...
A te la vita serba,
Serba l'onor a me!

ROBERTO
Dove son io?... quai smanie!...
Fra vite e morte ondeggio!...

Tu m'ami e deggio perderti!...
M'ami e lasciarti io deggio!
Poter dell'amicizia
Prestami tu vigore;
Ché d'un mortale in core
Tanta virtù non è.
Tergi le amare lagrime...
Sì, fuggirò.

SARA
Lo giura!

ROBERTO
Sì.

SARA
E quando fuggirai?

ROBERTO
Allor che tacita
Avrà la notte oscura
Un'altra volta in cielo
Disteso il tetro velo.
Or nol potrei, ché roseo
Il primo albor già sorge...

SARA
Ah! qual periglio!... Involati...
Se alcun uscir ti scorge!...

ROBERTO
Oh fero istante!...

SARA
Un ultimo
Pegno d'infausto amore
Con te ne venga...

(Leva dalla cesta una sciarpa) 

ROBERTO
Ah! porgilo
Qui, sul trafitto core!

SARA
Vanne! - Di me rammentati
Sol quando preghi il Ciel.
Addio!

ROBERTO
Per sempre!

SARA
Oh spasimo!...

ROBERTO
Oh rio destin crudel!

SARA, ROBERTO
Quest'addio, fatale, estremo
È un abisso di tormenti...
Le mie lagrime cocenti
Più del ciglio sparte il cor.
Ah! mai più non ci vedremo...
Ah! mai più! mancar mi sento!
Si racchiude in questo accento
Una vita di dolor.
  
Escena Sexta 

NOTTINGHAM
¡Roberto!

ROBERTO
¿Qué? ¡A tus brazos!

NOTTINGHAM
Una gran palidez cubre tu frente. 
¡Ah! ¿Acaso?...
¡Temo preguntarte!

ROBERTO
Ella todavía no pronunció
mi sentencia,
pero en su terrible mirada
vi brillar
el deseo de ver mi sangre derramada.

NOTTINGHAM
No sigas... 
¡Tengo el alma llena de angustia y terror!

ROBERTO
¡Ah! Deja que se cumpla mi destino 
y olvida a este infeliz
en los brazos de tu querida esposa.

NOTTINGHAM
¿Qué dices?... 
¡Tu cruel destino la aflige
tanto como amiga y como esposa!

ROBERTO
¡Oh, cuenta!

NOTTINGHAM
El sufrimiento secreto de Sara 
entristece sus días y, lentamente,
la conduce a la tumba.

ROBERTO
(para sí)
¡Es culpable, pero infeliz!

NOTTINGHAM
Ayer, caía el día,
cuando me encaminé a mi morada
antes de la hora acostumbrada, 
llegué a la estancia donde a ella le gusta estar...
El sonido de unos sollozos contenidos
me detuvo junto a la puerta sin que ella
se diera cuenta.
¡Bordaba con hilos dorados un chal azul,
pero los sollozos interrumpían a menudo su obra
e invocaba a la muerte! Yo me retiré.
Mi alma estaba agitada... mi mente
tan turbada, que parecía un demente.

Quizá se hizo natural el llanto
en aquel corazón sensible.
Pero yo también soy presa
de una tristeza fatal.
¡Ah! Me consumo en lágrimas...
¡Y no conozco la causa!
A veces me asalta una duda,
una celosa voz.
Pero la razón solícita
disipa la atroz sospecha.
Porque la culpa no puede entrar
en el corazón de los ángeles.

Escena Séptima 

CECIL
¡Duque, ven! La reina
invita a los Pares a consejo.

NOTTINGHAM
¿Qué quiere?

CECIL
Una sentencia
pospuesta por demasiado tiempo.

NOTTINGHAM
Voy.... ¡Amigo!

ROBERTO
¿Una lágrima
ha salido de tus ojos?
¡Abandóname a mi suerte!
¡Debes hacerlo!

CECIL
Ven.

NOTTINGHAM
¡Quiero salvarte!

Aquí todos te llaman rebelde;
te persigue un destino horrible;
sólo yo defiendo tu honor.
La tierra y el cielo me escucharán.
¡Concédeme, oh, gran Dios,
salvar su vida y su honor!
Habla tú por mi boca,
santa voz de la amistad.

ROBERTO
(para sí)
No existe en la tierra
un corazón más desgarrado que el mío.

CORO
(fuera de escena)
Este soberbio pagará el justo castigo
por sus crímenes.
¡Ven, oh duque, ven, ven!

Escena Octava 

SARA
Todo está en silencio. 
En mi corazón sólo habla una voz. ¡Un grito!
¡El del acusador severo! 
Pero yo no soy culpable, 
me rindo a los consejos de la piedad, no del amor.
El horrible peligro que amenaza a Roberto
me hace olvidar el mío...
¿Quién viene?

Escena Novena 

SARA
¡Es él!

ROBERTO
¡Una vez, oh cruel, me has permitido venir a ti!
¡Perjura! ¡Traidora!
¡Pérfida! 
¿Y qué injurias y reproches
no te mereces?

SARA
¡Escucha! Lejos estabas
cuando se abrió la losa fúnebre
que recibió a mi padre 
"Necesitas protección"
la reina me dijo: 
"te prepararé una boda feliz..."

ROBERTO
¿Y tú?...

SARA
Me opuse. 
Entonces le pedí el velo mas, fue en vano...
Fui llevada al tálamo... ¿Qué digo?
¡A mi lecho de muerte!

ROBERTO
¡Oh, cielos!

SARA
Que el destino te haga 
tan feliz como yo no lo soy...
Vuelve al corazón
de la reina, Roberto.

ROBERTO
¡Ah, calla!...
Estoy muerto para el amor.

SARA
¿El anillo que luce en tu mano
es recuerdo y señal
del amor de la reina?

ROBERTO
¿Señal de amor?
¿No lo sabes?... ¡Que tus dudas se disipen!

(arroja el anillo sobre la mesa) 

¡Mil veces daría la vida por ti!

SARA
Roberto... 
Sara te habla por última vez
y se atreve a pedirte una gracia.

ROBERTO
Pídeme la sangre...
Toda la derramaré por ti, mi bien.

SARA
Debes huir de estas tierras.

ROBERTO
¿He oído bien?... 
¡Ah, me pareció, me pareció soñar!

SARA
Si me amas,
debes dejarme para siempre.

ROBERTO
¡Para siempre!
¡No creía tan cambiado
el corazón de Sara!
¡Tú me odias!...

SARA
¡Cruel!

ROBERTO
Me consumo de amor por ti.

SARA
Desde que volviste ¡ah, desdichado!
en este débil corazón,
se despertó el fuego
del incendio mal apagado...
¡Ah, huye, ah! ¡Vete, ah! ¡Déjame!.
Confía en tu cruel suerte...
¡Salva tu vida,
salva mi honor!

ROBERTO
¿Dónde estoy?... ¡Qué locura!
¡Oscilo entre la vida y la muerte!...

¡Me amas y debo perderte!...
¡Me amas y debo dejarte!
¡Poder de la amistad,
inspírame tu vigor,
que en el corazón de un mortal
no existe tanta virtud!
Seca tus amargas lágrimas.
Sí, huiré.

SARA
¡Júralo!

ROBERTO
Sí.

SARA
¿Y cuándo huirás?

ROBERTO
Tan pronto como la callada
noche oscura
haya cubierto el cielo
con su sombrío velo.
Ahora no podría, puesto que ya salen
los primeros rayos rosados del día...

SARA
¡Ah! ¡Qué peligro!... ¡Huye!
¡Si alguien te ve escapar!...

ROBERTO
¡Oh, momento cruel!

SARA
Una última señal 
de mi desdichado amor.
lleva contigo...

(Saca un pañuelo) 

ROBERTO
¡Ah, ponlo aquí, 
sobre mi corazón dolorido!

SARA
¡Vete! Recuérdame
sólo cuando reces al cielo.
¡Adiós!

ROBERTO
¡Para siempre!

SARA
¡Oh, dolor!

ROBERTO
¡Oh, horrible destino cruel!

SARA, ROBERTO
Este adiós, fatal y último,
es un abismo de tormentos...
Mis lágrimas ardientes bañan más 
al corazón que a los ojos.
¡Ah! No nos veremos nunca más...
¡Ah, nunca más! ¡Me siento morir!
Una vida de dolor
se encierra en estas palabras.
 

Acto II