Rinaldo

 

Personajes

RINALDO                   

GODOFREDO

ALMIRENA

ARGANTE

ARMIDA

   Caballero templario

Jefe de los cruzados

Hija de Godofredo

Rey de Jerusalén

Hechicera

Soprano

Contralto

Soprano

Bajo

Soprano

 

La acción se desarrolla durante el asedio de Jerusalén, hacia el año 1100, en la Primera Cruzada.

 

ATTO I


Scena Prima

(Città di Gerusalemme assediata, con porta
in prospettiva, da cui escono soldati alla
battaglia. Da un canto si vede le tende
dell’armata cristiana; Goffredo circondato
da Almirena, Rinaldo e dalle guardie.)

GOFFREDO
Delle nostre fatiche
Siam prossimi alla meta, o gran Rinaldo!
Là in quel campo di palme
Omai solo ne resta
Coglier l'estrema messe,
E già da' lidi eoi
Spunta più chiaro il sole,
Per illustrar co' rai d'eterna gloria
L'ultima di Sion nostra vittoria.
Sovra bale scoscesi e pungenti
Il suo tempio la gloria sol ha.
Né fra gioie, piaceri e contenti
I bei voti ad apprender si va.

RINALDO
Signor, già dal tuo senno
E dal valor di questo braccio armato,
Piange l'Asia rubelle
Nell'estrema agonia l'ultimo fato;
Ciò, che solo mi resta, o prence invitto,
É cogli alti imenei
Della bella Almirena
Giunger a questo cor più lieta sorte;
Ch’unita la virtù, sempre è più forte.

GOFFREDO
Vinta Sion, prendi da me la fede,
Almirena ti fia bella mercede.

ALMIRENA
Rinaldo, amato sposo, eh!
Va, pugna ardito in campo,
Sì, che Sion scuota quel giogo indegno;
Che la face d'amore
Spesso gela nel sen marziale ardore.
Combatti da forte, che fermo il mio sen
Piacer ti prepara, contenti d'ognor.
Con face di gloria bell'iri seren
Adesso risplenda nell'alto tuo cor

(Parte)

GOFFREDO

Questi saggi consigli
Accogli nel tuo sen, prode guerriero!

RINALDO
Quanto possente sei, bendato arciero!
Ogni indugio d'un amante
È una pena acerba e ria.
Il timore sempre lo sferza,
La speranza seco scherza,
Or lo prova l'alma mia.
Ogni indugio...

(Parte)
(S’ode suonar una tromba, che precede un
araldo spedito dalla città e che viene
accompagnato da due guardie sin alla
presenza si Goffredo.)

Scena Seconda

ARALDO
Signor, che delle stelle
Emuli i pregi, a te salute invia
L'eccelso mio monarca; e da te chiede
In un libero varco
Esporti i sensi suoi, con franca fede.

GOFFREDO
Venga il tuo re a suo grado,
Ch'in di lui sicurtà l'onore impegno.

(Parte l’Araldo)

Quivi lo spinge alta cagion di regno.

(Argante esce della città in un carro trionfale
tirato da cavalli e seguitato da un gran numero
di guardie a piedi e gente a cavallo, e discendo
con un corteggio solenne s’accosta alla persona
di Goffredo, che si move per incontrarlo.)

Scena Terza

ARGANTE
Sibillar gli angui d'Aletto,
E latrar vorace Scilla,
Parmi udir d'intorno a me.
Rio velen mi serpe in petto,
Né ancor languida favilla
Di timor, pena mi diè.
Goffredo, se t'arrise
Sin qui fortuna, ella incostante sempre
Può ben cangiar sue tempre;
E se saggio tu sei,
Ascolta i detti miei. Per ristorar in parte
I scambievoli oltraggi,
Chiedo, che si sospenda
Sol per tre giorni 'l marzial furore;

GOFFREDO
Chi su base del giusto
Appoggia l'altre imprese,
Non teme della sorte i crudi eventi.
Tu con superbi accenti
Grazie richiedi, e pur ti fian concesse.

Scena Quarta

ARGANTE
Infra dubbi di Marte
Resta sospeso il cuore;
Ma più vaneggia oppresso
Ne' pensieri d'Armida,
Ch'amante in un e mia compagna fida,
Corse a spiar gl'arcani,
Per render de' nemici i moti vani.

(Armida in aria, sopra un carro
tirato da due Dragoni che gettano
fiamme e fumo dalla bocca.)

Scena Quinta

ARMIDA
Furie terribili!
Circondatemi,
Sequidatemi
Con faci orribili!
Furie ...

(Arrivato il carro a terra, li dragoni
lo tirano sin alla presenza d’Argante
che va ad incontrar Armida.)

ARGANTE
Coma a tempo giungesti,
Cara, per consolar l'alma smarrita!

ARMIDA
Signor, se ben confusi
Son gli enigmi del fato,
Io con note tremende
Pur forzai quell'abisso
A scior in chiaro suon distinti accenti,
Ed a mie brame ardenti
Rispose in tuono amico:
"Se dal campo nemico
Svelto fia di Rinaldo il gran sostegno,
Spera pur d'Asia il desolato regno."

ARGANTE
Io spegnerò quell'empio.

ARMIDA
T'arresta, o caro,
e sol di me fia cura,
D'allontar quel forte
Dalle squadre nemiche.
Nel mio poter t'affida!

ARGANTE
Parto, e in te sol l'anima mia confida

ARMIDA
Molto voglio, molto spero
Nulla devo dubitar.
Di mia forza all'alto impero
Saprò il mondo assoggettar.
Molto ...

(Luogo di delizie con fonti, viali ed
uccelliere in cui volano e cantano gli
uccelli.)

Scena Sesta

ALMIRENA
Augelletti, che cantate,
Zeffiretti che spirate
Aure dolci intorno a me,
Il mio ben dite dov'è!
Augelletti ...
Adorato mio sposo,
Vieni a bear quest'alma!

RINALDO
Al suon di quel bel labbro
Corron festosi a te gli affetti miei,

ALMIRENA
Bella stella d'amore
Nelle pupille tue folgora il lume

RINALDO
Per te sola, o mio nume,
In dovuto olocausto
Ardon le faci mie,

ALMIRENA
Tu solo a' miei martiri
Porgi placida calma.

RINALDO
Per te vive il mio cor,
si strugge l'alma.

ALMIRENA
Scherzano sul tuo volto
Le grazie vezzosette

RINALDO
Ridono sul tuo labbro
I pargoletti amori
a mille, a mille.

ALMIRENA, RINALDO
Nel bel fuoco di quel guardo
Amor giunge al forte dardo
Care faville.

(Armida strappa Almirena per forza dalle
mani di Rinaldo e vuole condursela via.)


Scena Settima

ARMIDA
Al valor del mio brando
Cedi la nobil preda!

ALMIRENA
Oh dei, che fia?

RINALDO
Non cederò Almirena,
Se col fulmine in mano
La chiedesse il Tonante.

ARMIDA
Tanto ardisci, arrogante?

(Rinaldo tira la spada contro Armida, che
impugna pure il ferro verso di lui e si mette in
atto di battaglia glia. Ma mentre sono per
battersi discende una nubenegra ripiena de
monstri orribili che mandado no no fuori fiamme
e fumo con gran muggiti e comprendo Armida ed
Almirena, le porta seco in aria lasciando in loro
vece due furie spaventevoli che, dopo aver deriso
Rinaldo, se profondano sotterra)

(Goffredo e Rinaldo immobile, cogli occhi

fissi e sommerso in una gran confusione.)

Scena Ottava

GOFFREDO
Ch'insolito stupore
Lega gli sensi tui prode campione?

RINALDO
Tale stupor m'occupa i sensi, e tale
È il dolor che m'accuora,
Che posso a pena articolar gli accenti!
Qui con note innocenti
Stavo spiegando del mio cor gl'affetti
Alla bella Almirena:
Quando (oh cieli, che pena!)
Amazzone corsara
mi rapì a me gioia sì rara,
Cor ingrato, ti rimembri,
E non scoppi di dolor!
Ma se stupido rassembri,
Ti risvegli il mio furor!

GOFFREDO
Un mio giusto dolor l'anima ingombra.
Ma tra sì fieri eventi
non s’abbatte il mio cor,
Rinaldo, spera,
Ch'a piè d'un monte, in cavernoso sasso,
Giace uom, che delle stelle
Spiar sa il corso, e qual virtude alligna
Nelle pietre, nell'erbe;
Questi m'è noto, ivi
Pronti n'andrem a ricercar consiglio,
Almirena per trar dal grave esilio.

Scena Nona

RINALDO
Di speranza un bel raggio
Ritorna a consolar l'alma smarrita;
Sì adorata mia vita!
Corro veloce a discoprir gl'inganni;
Amor, sol per pietà, dammi i tuoi vanni!
Venti, turbini, prestate
Le vostre ali a questo piè!
Cieli, numi, il braccio armate
Contro chi pena mi diè!

ACTO I


Escena Primera

(En las puertas de la asediada ciudad de
Jerusalén se ven a unos soldados que
marchan a la batalla. A un lado las tiendas
del ejército cristiano; Almirena, Rinaldo y
los guardias rodean a Godofredo.)


GODOFREDO
De nuestra fatiga
estamos próximos del final, ¡oh gran Rinaldo!
Allí, en aquel campo de palmeras
sólo nos falta
recoger la última cosecha.
Ahora, desde las playas del mar
despunta más claro el sol
para iluminar con sus rayos de eterna gloria
nuestra última victoria en Sión.
Sobre las escarpadas y altivas murallas
la gloria del templo sobresale.
Seguro que entre alegrías, placeres y gozos
buenas noticias vamos a escuchar.

RINALDO
Señor, ya tu juicio
y el valor de tu fuerte brazo,
llora el Asia rebelde
en la agonía de su destino final.
Sólo me queda, ¡oh príncipe invicto!
Tomar en matrimonio
a la bella Almirena,
para que en mi corazón,
queden unidas la virtud y el valor.

GODOFREDO
Vencida Sión, confía en mí,
pues Almirena será tu más bella recompensa.

ALMIRENA
¡Rinaldo, amado esposo!
Ve y lucha intrépido en el campo de batalla.
Sí, que Sión se libere de aquel yugo indigno
y que la llama del amor
alimente el pecho de un fogoso guerrero.
Combate con valor, pues mi pecho te espera
lleno de placer y alegría.
Tus bellos ojos brillan de gloria
por la nobleza de tu corazón.

(Se va)

GODOFREDO

Estos sabios consejos
acoge en tu pecho, valiente guerrero.

RINALDO
¡Que poderoso es el divino arquero!
Cada demora para un amante
es una pena cruel y horrenda.
El temor siempre lo flagela,
la esperanza con él bromea,
bien lo sabe mi alma.
Cada demora...

(Se va)
(Se oye sonar una trompeta, que precede a
un heraldo enviado de la ciudad acompañado

por dos guardias. Se presenta ante
Godofredo.)

Escena Segunda

HERALDO
Señor, que de las estrellas
emulas su brillo, te envía saludos
mi excelso monarca, y te pide
una audiencia con garantías
para exponer sus deseos abiertamente.

GODOFREDO
Venga tu rey a su agrado,
que por su seguridad mi honor empeño.

(Se va el heraldo)

Aquí lo trae alta razón de estado.

(Tirado por caballos, sale de la ciudad un carro
triunfal transportando a Argante. Lo siguen un gran
número de guardias a pie y a caballo, y descendiendo
con un solemne cortejo se aproxima a Godofredo, que
sale a su encuentro.)

Escena Tercera

ARGANTE
El silbar de las serpientes de Aletto
y el ladrido voraz de Scilla
me parece oír en torno a mí.
Un río de veneno serpentea en mi pecho,
donde aún lánguido palpita
con temor, inspirándome pena.
Godofredo, si te ha sonreído hasta ahora
la inconstante fortuna,
bien podría hoy cambiar su capricho,
y si eres sabio, escucha lo que digo.
Para reponer en parte
los mutuos ultrajes recibidos,
pido que se suspenda
sólo por tres días el furor militar.

GODOFREDO
Quien sobre la base de la justicia
apoya su noble empresa,
no teme, de la suerte, los crueles vaivenes.
Tú, con orgullosas palabras
clemencia reclamas, y yo te la concedo.

Escena Cuarta

ARGANTE
Ante el descanso de Marte
queda tranquilo mi corazón.
Pero desvaría y sufre,
pensando en Armida,
que amante y fiel compañera,
corre a espiar tus secretos
haciendo vanos los movimientos enemigos.

(Armida en el aire, sobre un carro
tirado por dos dragones que arrojan
llamas y humo por la boca.)

Escena Quinta

ARMIDA
¡Furias terribles!
rodeadme,
seguidme
con cara horrible!
¡Furias!....

(El carro llega a tierra, los dragones
la traen a la presencia de Argante que
va al encuentro de Armida.)

ARGANTE
A tiempo llegaste, querida,
para consolar un alma turbada.

ARMIDA
Señor, a pesar que confusos son
los enigmas del destino,
yo, con voz firme, para conseguir
que en aquel abismo se me diera respuesta,
hablé con las diversas voces,
y a mis deseos ardientes
respondió en tono amigo:
"Si en el campo enemigo
confía en Rinaldo,
espera también de Asia el desolado reino."

ARGANTE
Yo acabaré con ese impío.

ARMIDA
¡
Detente, oh querido!
Obtendrás mi ayuda.
Alejaré de la fortaleza
al ejército enemigo.
¡En mi poder confía!

ARGANTE
Me voy y en ti sólo mi alma confía.

ARMIDA
Mucho quiero, mucho espero
en nada debo dudar.
Con mi fuerza, al gran imperio,
sabré del mundo defender.
Mucho...

(Paraje delicioso con fuentes, paseos
y pajareras en los que vuelan y cantan
los pájaros.)

Escena Sexta

ALMIRENA
¡Pájaros cantores,
dulces brisas,
deliciosos aires en torno a mí,
decidme! ¿dónde está mi bien?
¡Pájaros...
¡Adorado esposo mío,
ven y haz feliz a mi alma!

RINALDO
Al sonido de esos dulces labios
corren alegres hacia ti mis afectos.

ALMIRENA
La bella estrella del amor brilla,
llena de luz, en tus ojos.

RINALDO
Sólo por ti, ¡oh mi diosa!
con encendido deseo
arden mis mejillas.

ALMIRENA
Sólo tú consigues
traer paz a mi alma.

RINALDO
Por ti vive mi corazón
y se consume mi alma.

ALMIRENA
Alegra tu rostro
la dicha del amor.

RINALDO
Rían en tus labios
los gozos del amor
por siempre, siempre.

ALMIRENA, RINALDO
En el bello fuego de esa mirada
el amor une, a la fuerte flecha,
las ardientes chispas.

(Armida arranca a Almirena por la fuerza de
las manos de Rinaldo y quiere llevársela.)

Escena Séptima

ARMIDA
Al valor de mi espada
cede la noble presa.

ALMIRENA
¡
Oh dioses! ¿Qué sucede?

RINALDO
No cederé a Almirena,
aunque con el rayo en su mano,
la quisiese Júpiter.

ARMIDA
¿A tanto te atreves, arrogante?

(Rinaldo toma su espada contra Armida, que
empuña la suya y se pone en posición de combate.
Pero cuando están para batirse desciende una nube
negra llena de horribles monstruos echando llamas,
humo y con grandes mugidos cubren a Armida y a
Almirena, llevándolas consigo por el aire y dejando
en su lugar dos espantosas furias que, después de
reírse de Rinaldo, desaparecen, con gran estruendo,
bajo tierra.)

(Godofredo y Rinaldo inmóviles, con los

ojos fijos e invadidos por una gran confusión.)

Escena Octava

GODOFREDO
¿Qué insólito estupor
aturde tus sentidos valiente campeón?

RINALDO
¡Tal estupor me invade los sentidos, y tal
es el dolor que me aflige,
que puedo apenas articular palabra!
Aquí, con palabras inocentes
estaba hablando de los afectos de mi corazón
a la bella Almirena, cuando
¡Oh, cielos, qué desgracia!
una amazona pirata
me robó mi alegría.
¡Corazón, sé fuerte
y no estalles de dolor!
¡Pero si herido quedas,
que despierte mi furor!

GODOFREDO
Un justo dolor aflige mi alma
al ver los feroces eventos
que se abaten sobre mi corazón.
¡Rinaldo, espera!
Al pie de un monte, en una caverna rocosa,
hay un hombre, que de las estrellas
espía su marcha, y con tal virtud lee
en las piedras y en la hierba,
que todo le es conocido.
Allí pronto vayamos a buscar consejo,
para rescatar a Almirena del cruel exilio.

Escena Novena

RINALDO
Un bello rayo de esperanza
vuelve a consolar mi afligida alma.
¡Sí, adorada vida mía!
¡Corro veloz a descubrir los engaños!
¡Amor, por piedad, dame tus alas!
¡Vientos, torbellinos, prestad
vuestras alas a mis pies!
¡Cielo, dioses, mi brazo armad
para combatir contra quien esta pena me dio!

Acto II