ATTO SECONDO
Scena Prima
(L'estremità più deserta d'una via
cieca. A sinistra una casa di discreta
apparenza con una piccola corte
circondata da muro. Nella corte un
grosso ed alto albero ed un sedile di
marmo; nel muro, una porta che mette
alla strada; sopra il muro un terrazzo
praticabile, sostenuto da arcate. La
porta del primo piano dà sul detto
terrazzo, a cui si ascende per una scala
di fronte. A destra della via è il muro
altissimo del giardino, e un fianco del
palazzo di Ceprano. È notte. Rigoletto
chiuso nel suo mantello. Sparafucile lo
segue, portando sotto il mantello una
lunga spada.)
RIGOLETTO
(Fra sè)
Quel vecchio maledivami!
SPARAFUCILE
Signor?
RIGOLETTO
Va, non ho niente.
SPARAFUCILE
Né il chiesi a voi presente
Un uom di spada sta.
RIGOLETTO
Un ladro?
SPARAFUCILE
Un uom che libera
Per poco da un rivale,
E voi ne avete
RIGOLETTO
Quale?
SPARAFUCILE
La vostra donna è là.
RIGOLETTO
(Fra sè)
Che sento!
(A Sparafucile)
E quanto spendere
Per un signor dovrei?
SPARAFUCILE
Prezzo maggior vorrei
RIGOLETTO
Com'usassi pagar?
SPARAFUCILE
Una metà s'anticipa,
Il resto si dà poi
RIGOLETTO
(Fra sè)
Demonio!
(A Sparafucile)
E come puoi tanto securo oprar?
SPARAFUCILE
Soglio in cittade uccidere,
Oppure nel mio tetto.
L'uomo di sera aspetto
Una stoccata e muor.
RIGOLETTO
(Fra sè)
Demonio!
(A Sparafucile)
E come in casa?
SPARAFUCILE
È facile
M'aiuta mia sorella
Per le vie danza è bella
Chi voglio attira e allor
RIGOLETTO
Comprendo.
SPARAFUCILE
Senza strepito
È questo il mio strumento,
(Mostra la spada.)
Vi serve?
RIGOLETTO
No al momento.
SPARAFUCILE
Peggio per voi
RIGOLETTO
Chi sa?
SPARAFUCILE
Sparafucile mi nomino
RIGOLETTO
Straniero?
SPARAFUCILE
Borgognone
RIGOLETTO
E dove all'occasione?
SPARAFUCILE
Qui sempre a sera.
RIGOLETTO
Va.
SPARAFUCILE
Sparafucile.
(Sparafucile parte.)
Scena Seconda
RIGOLETTO
(guardando dietro a Sparafucile)
Pari siamo!
io la lingua, egli ha il pugnale;
L'uomo son io che ride,
ei quel che spegne!
Quel vecchio maledivami!
O uomini! o natura!
Vil scellerato mi faceste voi!
Oh rabbia! esser difforme!
esser buffone!
Non dover, non poter altro che ridere!
Il retaggio d'ogni uom m'è tolto
il pianto!
Questo padrone mio,
Giovin, giocondo, sì possente, bello,
Sonnecchiando mi dice:
Fa' ch'io rida, buffone
Forzarmi deggio e farlo!
Oh, dannazione!
Odio a voi, cortigiani schernitori!
Quanta in mordervi ho gioia!
Se iniquo son, per cagion vostra è solo
Ma in altr'uomo qui mi cangio!
Quel vecchio maledivami tal pensiero
Perché conturba ognor la mente mia?
Mi coglierà sventura?
Ah, no, è follia
(Apre con chiave ed entra nel cortile.)
|
ACTO SEGUNDO
Escena Primera
(una calle desierta sin salida. A la
izquierda una casa modesta, con
patio, rodeada de muros. En el patio
un árbol grande y un banco de
mármol. Una puerta en la tapia da
a la calle, encima del muro una
terraza. La puerta del primer piso
da a la terraza, con arcada, a la
que se accede por una escalera
situada en la parte delantera. A
la derecha de la calle una tapia
muy alta, la del jardín del palacio
del conde Ceprano. Es de noche.
Rigoletto, arropado en su capa, le
sigue Sparafucile, llevando una larga
espada bajo la capa.)
RIGOLETTO
(Para sí)
¡Aquel viejo me maldijo!
SPARAFUCILE
¿Señor?....
RIGOLETTO
¡Vete, no tengo nada!
SPARAFUCILE
Ni te lo he pedido. Ante vos tenéis
a un hombre de espada.
RIGOLETTO
¿Un ladrón?
SPARAFUCILE
Un hombre que por pocas monedas
os puede librar de un rival
y vos los tenéis...
RIGOLETTO
¿Quién?
SPARAFUCILE
Vuestra mujer vive ahí.
RIGOLETTO
(Para sí)
¡Qué oigo!
(A Sparafucile)
¿y cuanto me costaría...
un caballero?
SPARAFUCILE
Os pediría un precio más elevado
RIGOLETTO
¿cómo se acostumbra a pagar?
SPARAFUCILE.
La mitad por adelantado,
y el resto después...
RIGOLETTO
(Para sí)
¡Demonio!
(A Sparafucile)
Y, ¿cómo actúas tan seguro?
SPARAFUCILE
Suelo a matar en la ciudad,
o bien bajo mi techo.
Acecho al hombre por la noche...
una estocada y muere.
RIGOLETTO
(Para sí)
¡Demonio!
(A Sparafucile)
Y en tu casa, ¿como?
SPARAFUCILE
Es fácil...
me ayuda mi hermana.
Baila por la calle..., es guapa....
Atrae a quien quiero..... y entonces...
RIGOLETTO
Comprendo.
SPARAFUCILE
Sin estrépito....
Este es mi instrumento,
(Muestra la espada)
¿os sirve?
RIGOLETTO
No...por ahora...
SPARAFUCILE
Peor para vos...
RIGOLETTO
¿Quién sabe?
SPARAFUCILE
Me llamo Sparafucile.
RIGOLETTO
¿Extranjero?
SPARAFUCILE
Borgoñón
RIGOLETTO
Si llega la ocasión ¿cómo encontrarte?
SPARAFUCILE
Aquí, todas las noche.
RIGOLETTO
Vete.
SPARAFUCILE
Sparafucile.
(Sparafucile se va)
Escena Segunda
RIGOLETTO
(Siguiendo a Sparafucile con la vista)
¡Somos iguales!
Yo con la lengua y él con el puñal;
¡Yo soy el hombre que ríe,
él, el que mata!
¡Aquel viejo me maldijo!
¡Oh hombres!... ¡Oh, naturaleza!...
¡Me habéis hecho un vil malvado!...
¡Que rabia, ser deforme!...
¡qué rabia ser bufón!...
¡No deber, no poder hacer otra cosa
mas que reír!
Me está prohibido el patrimonio
de cualquier hombre... ¡el llanto!
Y mi amo joven y alegre,
tan poderoso, adormilándose me dice:
¡bufón hazme reír!...
Y debo esforzarme y conseguirlo.
¡Qué condena!
¡Os odio, cortesanos repugnantes!
¡Que alegría me da el zaheriros!
Si soy perverso, es por vuestra culpa.
¡Pero aquí soy otro hombre!
¡Aquel viejo me maldijo!
¿por qué este pensamiento me turba?
¿me sucederá alguna desgracia?
No, ¡es una locura!
(entra en el patio)
|
Scena Terza
(Detto e Gilda ch'esce dalla casa e si
getta nelle sue braccia.)
RIGOLETTO
Figlia!
GILDA
Mio padre!
RIGOLETTO
A te d'appresso
Trova sol gioia il core oppresso.
GILDA
Oh, quanto amore!
Padre mio!
RIGOLETTO
Mia vita sei!
Senza te in terra qual bene avrei?
O figlia mia!
(Sospira.)
GILDA
Voi sospirate! che v'ange tanto?
Lo dite a questa povera figlia
Se v'ha mistero per lei sia franto
Ch'ella conosca la sua famiglia.
RIGOLETTO
Tu non ne hai
GILDA
Qual nome avete?
RIGOLETTO
A te che importa?
GILDA
Se non volete
Di voi parlarmi
RIGOLETTO
(interrompendola)
Non uscir mai.
GILDA
Non vo che al tempio.
RIGOLETTO
Oh, ben tu fai.
GILDA
Se non di voi, almen chi sia
Fate ch'io sappia la madre mia.
RIGOLETTO
Deh, non parlare al misero
Del suo perduto bene
Ella sentia, quell'angelo,
Pietà delle mie pene
Solo, difforme, povero,
Per compassion mi amò.
Moria le zolle coprano
Lievi quel capo amato
Sola or tu resti al misero
O Dio, sii ringraziato!
GILDA
(singhiozzando)
Quanto dolor!
Che spremere
Sì amaro pianto può?
Padre, non più, calmatevi
Mi lacera tal vista
Il nome vostro ditemi,
Il duol che sì v'attrista
RIGOLETTO
A che nomarmi? è inutile!
Padre ti sono, e basti
Me forse al mondo temono,
D'alcuno ho forse gli asti
Altri mi maledicono
GILDA
Patria, parenti, amici
Voi dunque non avete?
RIGOLETTO
Patria! parenti! dici?
(con effusione)
Culto, famiglia, patria,
Il mio universo è in te!
GILDA
Ah, se può lieto rendervi,
Gioia è la vita a me!
Già da tre lune son qui venuta,
Né la cittade ho ancor veduta;
Se il concedete, farlo or potrei
RIGOLETTO
Mai! mai!
Uscita, dimmi unqua sei?
GILDA
No.
RIGOLETTO
Guai!
GILDA
(Fra sè)
Che dissi!
RIGOLETTO
Ben te ne guarda!
(Fra sè)
Potrien seguirla, rapirla ancora!
Qui d'un buffone si disonora
La figlia, e ridesi
Orror!
(verso la casa)
Olà?
Scena Quarta
(Detti e Giovanna dalla casa.)
GIOVANNA
Signor?
RIGOLETTO
Venendo mi vide alcuno?
Bada, di' il vero
GIOVANNA
Ah, no, nessuno.
RIGOLETTO
Sta ben
la porta che dà al bastione
È sempre chiusa?
GIOVANNA
Ognor si sta
RIGOLETTO
(a Giovanna)
Veglia, o donna, questo fiore
Che a te puro confidai;
Veglia attenta, e non sia mai
Che s'offuschi il suo candor.
Tu dei venti dal furore
Ch'altri fiori hanno piegato,
Lo difendi, e immacolato
Lo ridona al genitor.
GILDA
Quanto affetto! Quali cure!
Che temete, padre mio?
Lassù in cielo, presso Dio,
Veglia un angiol protettor.
Da noi toglie le sventure
Di mia madre il priego santo;
Non fia mai divelto o infranto
Questo a voi diletto fior.
Scena Quinta
(Detti e il duca in costume borghese
dalla strada.)
RIGOLETTO
Alcuno v'è fuori
(Apre la porta della corte e, mentre
esce a guardar sulla strada, il Duca
guizza furtivo nella corte e si nasconde
dietro l'albero gettando a Giovanna
una borsa la fa tacere.)
GILDA
Cielo!
Sempre novel sospetto
RIGOLETTO
(a Gilda, tornando)
Alla chiesa vi seguiva
mai nessuno?
GILDA
Mai.
DUCA
(Fra sè)
Rigoletto!
RIGOLETTO
Se talor qui picchiano
Guardatevi da aprir
GIOVANNA
Nemmeno al duca
RIGOLETTO
Meno che a tutti a lui
Mia figlia, addio.
DUCA
(Fra sè)
Sua figlia!
GILDA
Addio, mio padre.
RIGOLETTO
(a Giovanna)
Veglia, o donna, questo fiore
Che a te puro confidai;
Veglia attenta, e non sia mai
Che s'offuschi il suo candor.
Tu dei venti dal furore
Ch'altri fiori hanno piegato,
Lo difendi, e immacolato
Lo ridona al genitor.
Figlia, mia figlia. Addio!
GILDA
Quanto affetto! Quali cure!
Che temete, padre mio?
Lassù in cielo, presso Dio,
Veglia un angiol protettor.
Padre, mi padre. Addio!
(S'abbracciano e Rigoletto parte
chiudendosi dietro la porta.)
|
Escena Tercera
(Rigoletto y Gilda que sale de la casa
y se precipita a sus brazos)
RIGOLETTO
¡Hija!
GILDA
¡Padre!
RIGOLETTO
Sólo a tu lado,
encuentra alegría mi corazón.
GILDA
¡Oh, Cuánto te quiero!
¡Padre mío!
RIGOLETTO
¡Tú eres toda mi vida!
Sin ti, ¿que bien tendría en esta tierra?
¡Hija mía!
(Suspira)
GILDA
¡Suspiráis!... ¿Que os aflige?
Decídselo a vuestra pobre hija.
Si hay algún misterio... Dímelo...
para que conozca a su familia.
RIGOLETTO
Tú no la tienes.
GILDA
¿Cuál es vuestro nombre?
RIGOLETTO
¿Qué te importa?
GILDA
Si no queréis
hablarme de vos...
RIGOLETTO
(Interrumpiéndola)
¡No salgas nunca!
GILDA
Sólo voy a la iglesia .
RIGOLETTO
¡Haces bien!
GILDA
Si no queréis hablarme de vos
decidme al menos, quién es mi madre.
RIGOLETTO
Ah! No le hables al desgraciado
de su bien perdido....
Aquel ángel sentía
piedad de mis penas....
Solo, deforme, pobre,
me amó por compasión.
Murió...que la tierra
cubra dulcemente
aquella cabeza amada.
Sólo me quedas tú...
GILDA
(Sollozando)
¡Oh, Cuanto dolor!
¿Qué puede expresar
un llanto tan amargo?
¡Padre, basta, calmaos;
Veros así me hiere...
Decidme vuestro nombre
y el dolor que os entristece.
RIGOLETTO
Mi nombre... ¿para qué?
¡Soy tu padre y basta!...
Quizás muchos me temen
Otros me aborrecen...
Y acaso otros me maldicen.
GILDA
¿No tenéis pues patria,
familia, amigos?
RIGOLETTO
¡Patria, parientes!... ¿dices?
(Con emoción)
¡Religión, familia, patria,
tú eres todo mí universo!
GILDA
¡Si pudiera haceros feliz
mi vida se colmaría de felicidad!
Hace tres meses que vine aquí
y aún no he visto la ciudad
si me das permiso, podría conocerla.
RIGOLETTO
Jamás...jamás, dime:
¿has salido de casa alguna vez?
GILDA
¡No!
RIGOLETTO
¡Ay de ti!
GILDA
(Para sí)
¿Qué he dicho?
RIGOLETTO
¡Guárdate de ello!
(aparte)
¡Podrían seguirla y raptarla!
Deshonrar a la hija de un bufón
y luego burlarse de él...
¡Qué horror!
(Vuelto hacia la casa)
¿Quién va ahí?
Escena Cuarta
(Giovanna saliendo de la casa)
GIOVANNA
¿Señor?
RIGOLETTO
¿Has dicho a alguien que vengo aquí?
Cuidado, no me mientas.
GIOVANNA
No, a nadie.
RIGOLETTO
Está bien...
La puerta que da al muro
¿está siempre cerrada?
GIOVANNA
Siempre....
RIGOLETTO
(A Giovanna)
¡Oh mujer, vela por esta flor pura
que te confié!
Vigila atenta para que nunca
se apague su candor.
Defiéndela con furor de los vientos,
que han doblegado a otras flores,
defiéndela e inmaculada,
devuélvela a su padre.
GILDA
¡Cuánto cariño! ¡Cuantos cuidados!
¿Qué teméis padre mío?
Allá en el cielo, cerca de Dios,
vela por mí un ángel protector.
Las santas plegarias de mi madre
nos protegen de las desventuras.
La flor que adoráis nunca
será tronchada o arrancada.
Escena Quinta
(Los mismos y el duque, de incógnito,
en la calle)
RIGOLETTO
¡Hay alguien ahí fuera!...
(Abre la puerta del patio, y, mientras
sale para mirar a la calle, el duque
se desliza en el patio y se esconde
detrás del árbol; hace callar a
Giovanna arrojándole una bolsa)
GILDA
¡Cielos,
siempre con nuevas sospechas!
RIGOLETTO
(a Gilda, volviendo)
¿Alguna vez ten ha seguido
a la iglesia?
GILDA
¡Nunca!
DUQUE
(para si)
¡Rigoletto!
RIGOLETTO
Aunque llamen,
guardaos de abrir...
GIOVANNA
¿Ni si quiera al duque?
RIGOLETTO
¡A él menos que a nadie!
¡Adiós, hija mía!
DUQUE
(Para sí)
¡Su hija!
GILDA
¡Adiós padre mío!
RIGOLETTO
(A Giovanna)
¡Oh mujer, vela por esta flor pura
que te confié!
Vigila atenta para que nunca
se apague su candor.
Defiéndela con furor de los vientos,
que han doblegado a otras flores,
defiéndela e inmaculada,
devuélvela a su padre.
Hija, hija mía. ¡Adiós!
GILDA
¡Cuánto cariño! ¡Cuantos cuidados!
¿Qué teméis padre mío?
Allá en el cielo, cerca de Dios,
vela por mí un ángel protector.
Padre, padre mío. ¡Adiós!
(Se abrazan y Rigoletto sale,
cerrando la puerta tras de sí)
|
Scena Sesta
(Gilda, Giovanna, il Duca nella
corte, poi Ceprano e Borsa a tempo
sulla via.)
GILDA
Giovanna, ho dei rimorsi
GIOVANNA
E perché mai?
GILDA
Tacqui che un giovin
ne seguiva al tempio.
GIOVANNA
Perché ciò dirgli?
L'odiate dunque cotesto giovin voi?
GILDA
No, no, ché troppo è bello
e spira amore
GIOVANNA
E magnanimo sembra e gran signore.
GILDA
Signor né principe io lo vorrei;
Sento che povero più l'amerei.
Sognando o vigile sempre lo chiamo,
E l'alma in estasi gli dice: t'a
DUCA
(Esce improvviso, fa cenno a Giovanna
d'andarsene, e inginocchiandosi ai piedi
di Gilda termina la frase.)
T'amo!
T'amo, ripetilo sì caro accento
Un puro schiudimi ciel di contento!
GILDA
Giovanna? Ahi, misera!
non v'è più alcuno
Che qui rispondami!
Oh Dio! nessuno!
DUCA
Son io coll'anima che ti rispondo
Ah, due che s'amano
son tutto un mondo!
GILDA
Chi mai, chi giungere vi fece a me?
DUCA
Se angelo o demone che importa a te?
Io t'amo
GILDA
Uscitene.
DUCA
Uscire! Adesso!
Ora che accendene un fuoco istesso!
Ah, inseparabile d'amore il Dio
Stringeva, o vergine, tuo fato al mio!
È il sol dell'anima, la vita è amore,
Sua voce è il palpito del nostro core
E fama e gloria, potenza e trono.
Terrene, fragili cose qui sono.
Una pur avvene sola, divina,
È amor che agli angeli più ne avvicina!
Adunque amiamoci, donna celeste,
D'invidia agli uomini sarò per te.
GILDA
(Fra sè)
Ah, de' miei vergini sogni son queste
Le voci tenere sì care a me!
DUCA
Che m'ami, deh, ripetimi.
GILDA
L'udiste.
DUCA
Oh, me felice!
GILDA
Il nome vostro ditemi
Saperlo non mi lice?
CEPRANO
(a Borsa dalla via)
Il loco è qui
DUCA
(pensando)
Mi nomino
BORSA
(a Ceprano e partono)
Sta ben
DUCA
Gualtier Maldè
Studente sono povero
GIOVANNA
(tornando spaventata)
Romor di passi è fuore
GILDA
Forse mio padre
DUCA
(Fra sè)
Ah, cogliere
Potessi il traditore
Che sì mi sturba!
GILDA
(a Giovanna)
Adducilo di qua al bastione ite
DUCA
Di', m'amerai tu?
GILDA
E voi?
DUCA
L'intera vita poi
GILDA
Non più non più partite.
GILDA, DUCA
Addio speranza ed anima
Sol tu sarai per me.
Addio vivrà immutabile
L'affetto mio per te.
(Il Duca entra in casa scortato da
Giovanna. Gilda resta fissando la
porta ond'è partito.)
Scena Settima
GILDA
Gualtier Maldè nome di lui sì amato,
Ti scolpisci nel core innamorato!
Caro nome che il mio cor
Festi primo palpitar,
Le delizie dell'amor
Mi dei sempre rammentar!
Col pensiero il mio desir
A te sempre volerà,
E fin l'ultimo sospir,
Caro nome, tuo sarà.
(Entra in casa e comparisce sul terrazzo
con una lucerna per vedere anco una
volta il creduto Gualtiero, che si
suppone partito dall'altra parte.)
Scena Ottava
(Marullo, Ceprano, Borsa, Cortigiani,
armati e mascherati, dalla via. Sul
terrazzo Gilda che tosto rientra.)
GILDA
Gualtier Maldè
E fin l'ultimo sospir,
Caro nome, tuo sarà
BORSA
(indicando Gilda al Coro)
È là
CEPRANO
Miratela.
CORO
Oh, quanto è bella!
MARULLO
Par fata od angiol.
CORO
L'amante è quella di Rigoletto!
|
Escena Sexta
(Gilda, Giovanna y el Duque en
el patio, después Ceprano y Borsa
en la calle)
GILDA
Giovanna, tengo remordimientos.
GIOVANNA
Y, ¿por qué?
GILDA
No le dije que un joven
me sigue a la iglesia...
GIOVANNA
¿Y por qué decírselo?
¿Acaso odiáis a ese joven?
GILDA
No, no es muy bello
y me inspira amor
GIOVANNA
Y parece generoso y un caballero.
GILDA
No quisiera ni señor ni príncipe;
si fuera pobre le amaría más.
Soñando o despierta siempre lo llamo,
y el alma en éxtasis le dice te a...
DUQUE
(Saliendo hace señas a Giovanna
para que se vaya, se arrodilla a los
pies de Gilda y termina la frase)
¡Te amo! ¡Te amo!
Repítelo con esa voz tan querida.
¡Dame un cielo de felicidad!
GILDA
¿Giovanna?...
¡Ay, pobre de mí!
¡No hay nadie que responda!
¡Nadie!... ¡Dios mío!...
DUQUE
Soy yo que te respondo con mi alma...
¡Cuando dos se aman
son todo uno!...
GILDA
¿Cómo habéis llegado hasta mí?
DUQUE
¿Sea ángel o demonio qué importa?
¡Te amo!...
GILDA
¡Marchaos!
DUQUE
¿Marcharme?... ¿Ahora?...
¡Cuando me invade tan intenso fuego!
¡Ah, el dios del amor, oh virgen,
unió por siempre nuestra suerte.
Él es el sol del alma, la vida es amor,
su voz es el latido de nuestro corazón.
La fama, la gloria, el poder y el trono,
son cosas frágiles y pasajeras:
¡solo existe una cosa divina,
el amor que nos asemeja a los ángeles!
Amémonos pues, alma celestial,
¡seré la envidia de todos los hombres!
GILDA
(Para sí)
¡Estas las palabras tiernas
son las que escucho en mis sueños!...
DUQUE
¡Dime, repíteme que me amas!
GILDA
Ya lo habéis oído.
DUQUE
¡Oh, soy tan feliz!.
GILDA
Decidme vuestro nombre...
¿puedo conocerlo?
CEPRANO
(A Borsa, en la calle)
Es aquí...
DUQUE
(Reflexionando)
Me llamo...
BORSA.
(A Ceprano. Salen)
Todo va bien...
DUQUE
... Gualtier Maldé...
soy estudiante...y pobre.
GIOVANNA
(volviendo asustada)
¡Hay rumor de pasos fuera!...
GILDA
Quizás sea mi padre...
DUQUE
(Para sí)
¡Si pudiera
coger al inoportuno
que me molesta!
GILDA
(A Giovanna).
Condúcelo a la muralla... marchaos.
DUQUE
Dime, ¿me quieres?.
GILDA
¿Y vos?
DUQUE
La vida entera... y...
GILDA
Basta, basta... marchaos...
DUQUE, GILDA
¡Adiós, alma mía!...
Tu eres mi única alegría.
¡Adiós!... mi amor por ti
no morirá jamás...
(El Duque sale con Giovanna;
Gilda se queda con los ojos fijos en
la puerta por donde él ha salido)
Escena Séptima
GILDA
Gualtier Maldé....
¡Nombre mi amado quédate gravado
en mi corazón enamorado!
¡Nombre querido que por primera vez
ha hecho palpitar mi corazón,
y que me recordará siempre
las delicias del amor!
Mi deseo volará siempre hacia ti,
y mi último suspiro,
nombre querido, será para ti.
(Entra en la casa y aparece en la
terraza con una linterna para ver
una vez más a Gualtier que supone
ha salido por la otra parte)
Escena Octava
(Marullo, Ceprano, Borsa, cortesanos
armados y enmascarados, en la calle.
En la terraza, Gilda entra en la casa)
GILDA
Gualtier Maldé....
Y al fin mi último suspiro,
nombre querido, será para ti.
BORSA
(Indicando a Gilda al coro)
¡Ahí está!...
CEPRANO
¡Miradla!
CORO
¡Qué hermosa es!
MARULLO
¡Parece un hada o un ángel!.
CORO
¡Es la amante de Rigoletto!.
|
Scena Nona
(Detti e Rigoletto concentrato.)
RIGOLETTO
(Fra sè)
Riedo! perché?
BORSA
Silenzio all'opra
badate a me.
RIGOLETTO
(Fra sè)
Ah, da quel vecchio fui maledetto!!
(Urta in Borsa.)
Chi è là?
BORSA
(ai compagni)
Tacete c'è Rigoletto.
CEPRANO
Vittoria doppia! l'uccideremo.
BORSA
No, ché domani più rideremo.
MARULLO
Or tutto aggiusto
RIGOLETTO
Chi parla qua?
MARULLO
Ehi, Rigoletto? Di'?
RIGOLETTO
(con voce terribile)
Chi va là?
MARULLO
Eh, non mangiarci Son
RIGOLETTO
Chi?
MARULLO
Marullo.
RIGOLETTO
In tanto bujo lo sguardo è nullo.
MARULLO
Qui ne condusse ridevol cosa
Tôrre a Ceprano vogliam la sposa
RIGOLETTO
(Fra sè)
Ohimè respiro!
(Ai Marullo)
Ma come entrare?
MARULLO
(piano a Ceprano)
La vostra chiave?
(a Rigoletto)
Non dubitare.
Non dee mancarci lo stratagemma
(Gli dà la chiave avuta da Ceprano)
Ecco le chiavi
RIGOLETTO
(palpando)
Sento il suo stemma.
(Fra sè)
Ah, terror vano fu dunque il mio!
(respirando)
N'è là il palazzo
con voi son io.
MARULLO
Siam mascherati
RIGOLETTO
Ch'io pur mi mascheri!
A me una larva
MARULLO
Sì, pronta è già.
(Gli mette una maschera e nello stesso
tempo lo benda con un fazzoletto, e lo
pone a reggere una scala, che avranno
appostata al terrazzo.)
Terrai la scala
RIGOLETTO
Fitta è la tenebra.
MARULLO
(piano, ai compagni)
La benda cieco e sordo il fa.
TUTTI
Zitti, zitti, muoviamo a vendetta,
Ne sia colto or che meno l'aspetta.
Derisore sì audace costante
A sua volta schernito sarà!
Cheti, cheti, rubiamgli l'amante
E la Corte doman riderà.
Attenti all'opra!
(Alcuni salgono al terrazzo, rompono la
porta del primo piano, scendono, aprono
ad altri che entrano dalla strada e
riescono trascinando Gilda, la quale
avrà la bocca chiusa da un fazzoletto.
Nel traversare la scena ella perde una
sciarpa.)
GILDA
(da lontano)
Soccorso, padre mio!
CORO
(da lontano)
Vittoria!
GILDA
(più lontano)
Aita!
RIGOLETTO
Non han finito ancor!
qual derisione!
(Si tocca gli occhi.)
Sono bendato!
(Si strappa impetuosamente la benda e
la maschera ed al chiarore d'una
lanterna scordata riconosce la sciarpa,
vede la porta aperta: entra, ne trae
Giovanna spaventata; la fissa con
istupore, si strappa i capelli senza
poter gridare; finalmente dopo molti
sforzi esclama)
Ah! la maledizione!!
(Sviene.)
|
Escena Novena
(Los mismos, Rigoletto pensativo)
RIGOLETTO
(Para sí)
¡Regreso!... ¿por qué?
BORSA
Silencio...comencemos...
¡estad atentos!
RIGOLETTO
(Para sí)
¡Ah aquel viejo me maldijo!
(Tropieza con Borsa)
¿Quién anda ahí?.
BORSA
(A sus compañeros)
¡Callad!... está aquí Rigoletto.
CEPRANO
¡Doble victoria! ¡lo mataremos!...
BORSA
No, pues mañana nos reiremos más...
MARULLO
Todo está a punto.
RIGOLETTO
¿Quién habla ahí?
MARULLO
¡Hola! Rigoletto... ¿eres tú?
RIGOLETTO
(Con voz terrible)
¡Quién anda ahí?
MARULLO
¡Eh! ¡No nos comas! Soy...
RIGOLETTO
¿Quién?...
MARULLO
Marullo...
RIGOLETTO
Con tanta oscuridad no veo nada.
MARULLO
Algo divertido nos ha traído aquí...
Raptaremos a la esposa de Ceprano...
RIGOLETTO
(Para sí)
¡Que alivio!
(A Marullo)
¿pero como entraréis?...
MARULLO
(en voz baja a Ceprano)
¿dame tu llave?
(A Rigoletto)
No os inquietéis
la estratagema no fallará...
(Le da la llave de Ceprano)
Aquí está la llave...
RIGOLETTO
(tocando la llave)
Noto su blasón.
(Para sí)
¡Mi temor era infundado!
(Respirando)
¡Ahí está el palacio!...
voy con vosotros
MARULLO
Estamos enmascarados.
RIGOLETTO
¡Yo también me pondré una máscara!
¡Dadme un antifaz para mí!
MARULLO
Entonces si ya estás preparado...
(Le pone una máscara y al tiempo
que le venda los ojos con un pañuelo.
Lo coloca bajo una escalera que han
colocado contra la terraza)
...aguantarás la escalera.
RIGOLETTO
La oscuridad es total.
MARULLO
(Bajo, a sus compañeros)
La venda lo deja ciego y sordo.
TODOS
¡Chitón, chitón! Vamos a vengarnos
cuando menos lo espera.
¡Tan audaz burlador,
a su vez será burlado!
Con cuidado, raptémosle la amante,
y mañana toda la corte reirá.
¡Vamos!
(Algunos suben a la terraza y
descienden para abrir a los otros
que llegan desde la calle y salen de
nuevo, arrastrando a Gilda que ellos
han amordazado con un pañuelo. Al
atravesar la escena ella pierde un
echarpe)
GILDA
(A lo lejos)
¡Socorro padre mío!
CORO
(A lo lejos)
¡Victoria!
GILDA
(más lejos)
¡Ayuda!
RIGOLETTO
Todavía no han terminado...
¡qué burla!...
(Se lleva las manos a los ojos)
¡Estoy vendado!...
(Con ímpetu se arranca la venda, y
a la luz de una linterna olvidada,
reconoce el echarpe, ve la puerta
abierta, entra y vuelve con Giovanna
aterrada; él la mira fijamente, con
aire huraño, se mesa los pelos sin
poder decir palabra; al final, tras
muchos esfuerzos grita:)
¡Ah, La maldición!.
(Se desmaya)
|