ATTO TERZO 


Scena I 

(Parte remota della città con torre. Si vedono su la 
porta prostesi alquanti Messicani uccisi) 

Recitativo 

RAMIRO
(guidando fuori dalla porta Fernando e soldati)
Esci german, pria che peggior destino
ti sovrasti a momenti. Il re nemico,
per obbedir a vaticini indegni
degl'oracoli suoi, il sangue tuo
in enigma richiesto all'empio altare
intrepido destina. E già mi sembra
veder l'armata turba,
e il furente monarca in breve d'ora
troncar la fuga ed insultarti ancora.

FERNANDO
Qual oracolo è questo?

RAMIRO
In altro tempo
più a lungo lo saprai. Spero che vinta
in ciò che poco resta
la messicana possanza,
con l'oracolo stesso il cor confuso
del re crudel render saprò deluso.

FERNANDO
Lo voglia il Ciel. Ma in avvenir più cauto
Sarò anch'io nel fidarmi.

RAMIRO
Pochi vi sono in armi.
Questi pochi combatti, e dio fra tanto
abbatterò le porte
del sacrilego tempio, ove raccolti
i più ostinati, invano
son spettator del sacrificio umano.

FERNANDO
Lodo l'impresa. Adempia
ciò che brama il destin, che sempre è degno
del tuo valor, e di pietà il disegno.

Aria 

L'aquila generosa
cade talor oppressa
perché l'insidia ascosa
né può veder, né sa.
Ma dall'artiglio uscita
si mostra grande e invitta,
ed il nemico istesso
impallidir poi fa. 

Scena II 

Recitativo 

RAMIRO
Or ch'è salvo il german, con ogni pompa
l'amante si difenda. Ecco il monarca.
Celatevi, che voglio
suo disegno scoprir.

(Si ritirano tutti.) 

MOTEZUMA
(agli suoi Messicani)
Partite, io basto
l'empio duce a svenar. Itene voi
di Mitrena in difesa. Almen la sposa
difendetemi, o dei, che nei tumulto
esente sia dai militar insulti.

(Partono i soldati di Motezuma, esso con spada 
alla mano si avanza verso la torre.) 

Che miro! Esangui al suolo
son li custodi? Il varco aperto? Oh stelle!
Fuggì forse Fernando? Ah non sia vero!
Numi, qual tradimento? Ancora a questo
mi riserba il destin?... Giorno funesto!

(Entra nella torre solo, esce Ramiro e soldati.) 

RAMIRO
Olà chiudete, amici,
il difficil ingresso, e degli estinti
queste soglie sgombrate. Ai miei disegni
giovi ch'il re ristretto
viva lontan dai militar perigli,
e giacché miglior sorte
pietoso il Ciel a tutti noi destina,
fugga, se può, l'universal rovina.

(Soldati chiudono la porta della torre) 

Aria

Anche in mezzo dei contenti
sente l'alma la sua pena
e d'amore la catena
toglie ognor la pace al cor.
Ma una voce lusinghiera
parmi dica "spera, spera,
ch'è ad amor risponde amor". 

Scena III 

(Guastatori al seguito di Asprano abbattono la porta
della torre ed attaccano il foco per ogni parte) 

Recitativo 

ASPRANO
Eseguite, soldati. Il primo impegno
sia chiuder ogni varco onde potesse
sottrarsi il prigionier. Da cento lati
s'accostino le faci,
e giacché vuol così sua fiera sorte,
il gran duce spagnuol abbia la morte.
In ogni canto omai
va ascendendo la fiamma.

MOTEZUMA
(dall'alto della torre)
Aspran, che fai?

ASPRANO
Questa del mio sovrano
La favella mi par.

MOTEZUMA
Volgiti, Asprano!

ASPRANO
(volgendosi lo vede)
Motezuma... signor....

MOTEZUMA
Lascia, spietato,
di rammentar quel nome
or tradito da te. Vorrà il destino
salvarmi a tuo dispetto, e potrà forse
far del tuo cor fellon orrido scempio,
che possa altrui sempre servir d'esempio.

(Si ritira.) 

ASPRANO
T'inganni... Ei parte... Oh dio... confuso resto.
Oh commando fatal, che inganno è questo!

Aria 

Dal timor, dallo spavento
mesto il core e l'alma sento;
tormentato, disperato,
mi preparo a lagrimar.
Dal destin spietato e amaro
chi difender può il mio re?
Che farò? Non v'è riparo:
sorte rea, che si può far? 

Scena IV 

Recitativo 

MITRENA
Ecco, fedeli miei, là nelle fiamme,
che ascendono fastose, in polve resta
l'invincibil eroe. Recate agl'altri
sì felice destin. Fernando è estinto,
ch'estinto alfin, ditegli pur, vedeste
quell'uomo che immortal finor credeste,
e dite che ci avanza,
polche l'empio morì, qualche speranza.

Aria 

Nella stagion ardente
minaccia il ciel sovente;
ma il suo rigor non dura,
e rende più sicura
la calma al passaggier.
Risorgerà fra poco
questo abbattuto impero, 
e con ragione spero
miglior pace goder. 

Scena V 

(Tempio ove nel fondo si vede la porta principale 
chiusa, a lato il simulacro d'Uccilibos con l'ara 
ornata peri l sacrificio. Sacerdote alla messicana 
in abito candido guidano all'ara Teutile) 

Recitativo 

TEUTILE
Meno apparati, e meno
testimoni di duol! Il Ciel riceve
gl'attributi dell'almo, e poco onora
le vittime sacrate
quest'apparenza vana,
che mostra sol la debolezza umana.

Aria 

L'agonie dell'alma afflitta
non curate, eterni dei,
tollerate i pianti miei,
sfogo umano di dolor.
Se constante a voi rassegno
su quest'ara il sangue mio,
voi rendete la pace al regno,
alla madre, al genitor. 

Scena VI 

Recitativo 

MITRENA
Figlia, una volta ancora
lascia ch'io uffici adempia
di madre sconsolata; anch'un momento
dividasi il mio cor, e doni in parte
la maestà di regina,
agl'affetti di madre il primo luogo,
e soffra il Ciel quest'innocente sfogo.

TEUTILE
Madre, non t'agitar...

MITRENA
Ah non intendi,
figlia, il dolor qual sia di madre afflitta!
Ma vien Aspran... che miro?
Torbido e mesto move
il passo irresoluto...

(ad Asprano) 

Olà! Eseguisti, è ver? 
Morì Fernando?
Oh numi... Non risponde?

TEUTILE
(Fra sè)
Tremo a mirarlo.

MITRENA
I miei pensier confonde.
Parla. Tu già ubbidisti;
io ne vidi gl'affetti... è morto l'empio.

ASPRANO
Io fui troppo fedel, sebben nel seno
un'incognita forza
mi dicea "non lo far", ma il mobil volgo,
famelico di sangue,
eseguendo alla cieca i cenni tuoi,
invece di Fernando
fra la fiamme voraci... Oh dei!

MITRENA
Finisci. 

ASPRANO
Non ho cor di spiegarlo.

MITRENA
(Fra sè)
Oh che tormento!

ASPRANO
Motezuma morì...

MITRENA
Stelle, che sento!

TEUTILE
Misero genitor!

MITRENA
Spietati dei!
Come... dove... il vedesti?

ASPRANO
Io stesso'l vidi,
io gli parlai dalla sublime parte
di quell'ardente torre ove rinchiuso
Fernando era prigion. 

MITRENA
E lui?...

ASPRANO
Non so che sia.

MITRENA
Ma come entrò lo sposo?

ASPRANO
Io non so dirti;
so ben che per sottrarlo
tutta l'arte impugnai.
Ma quando'l vidi l'incendio tant'era,
che fu ogni Studio vano
d'estinguere la fiamma; onde convenne
al misero monarca
l'altrui pena soffrir.

MITRENA
Non più, t'intendo.
L'impazienza sua
di dar morte all'Ispan gli costa assai.
Misera, in tanti guai,
che farò? Chi consiglia?... Ah dove sei,
sposo, mio ben?... Sei morto?
Quest'il premier conforto
che prometton le stelle?
E questi sono gl'oracoli del Ciel?
Tremo, pavento, impallidisco, e gelo.

ASPRANO
Non feci che ubbidir.

Recitativo Accompagnato 

MITRENA
Dunque è un errore
degl'occhi tuoi ciò che riporti? Dunque
vincitori noi siam. Fernando estinto,
fugace, a nuoto varca
la messica laguna
e in altro lido le sue forze aduna. 

TEUTILE
L'infelice delira.

MITRENA
Coraggio, amici. Ecco opportuno il tempo.
S'attacchi il fuggitivo,
e per la strada istessa
seminata di stragi e di delitti
al suo venir, nel suo ritorno trovi
contro lui nuove morti, e stragi nuove. 

Recitativo 

TEUTILE
Madre infelice!

MITRENA
Oh dio... ma che!... vaneggio?
Speme crudel, tu mi lusinghi in vano.
Invan dipingo agl'occhi miei una vendetta
ch'è impossibile omai. Ah il Ciel placato
non è ancora per noi. Con nuovi modi
sempre irato minaccia,
ed a maggior sciagura
vuol il tuo sangue, i mali miei non cura.
Ahi, qual rumor?

(Vien gettata a terra la porta del tempio, 
ed entra Ramiro con seguito.) 

ASPRANO
Ecco tracolla il mondo.

TEUTILE
(ai sacerdote)
Su via presto svenate
questa alma infelice. 

Scena VII 

RAMIRO
Ah v'ingannate 

(Prende Teutile a la conduce via.) 

MITRENA
Sacrilego, che fai?

TEUTILE
Lasciarmi, o ingrato!

RAMIRO
Vieni, o cara, se brami il Ciel placato. 

MITRENA
Numi, che orror!

RAMIRO
Amici, non tardate
ad eseguir tutti i comandi miei.

(Gli sacerdoti) 

Miseri, ora vedrete
quanta possanza avranno vostri dei.

(Parte con Teutile. Gli Spagnoli abbattono i 
simulacro del tempio e patrono.)

Scena VIII 

ASPRANO
Vo seguir l'infelice; perchè temo
nell'eseguir costoro
il sacrilego fatto enorme ed empio
che tremi il suol, e che tracolli il tempio. 

Scena IX 

Recitativo Accompagnato 

MITRENA
Ed ho cor di soffrir? E taccio ancora?
E resisto, e non moro? Eccomi sola,
da tutti abbandonata,
vedova, sconsolata,
persa la figlia, e desolato il regno!
Senza cor, senza nume e senza speme,
in odio al Ciel! Nelle sciagure estreme
che fate, oziosi dei?
L'ingiurie tollerate
di quest'empi così? M'avego adesso
che vinti siete e vi convien alfine
meco perir nelle comun rovine.
Dunque, che farò mai?
Copra il sol i suoi rai. Notte funesta
ingombri queste luci. Il sonno eterno
nell'oblio seppellisca i miei rossori,
le perdite, gl'affanni,
i rimorsi tiranni, e i miei dolori. 

(Mentre vuol uccidersi é trattenuta da Motezuma.) 

Recitativo 

MOTEZUMA
Ferma, sposa la destra!

MITRENA
E vivi ancora?

MOTEZUMA
Pria vendetta si faccia, e po si mora.
Due colpi di noi degni
coronin l'opre nostre. I duci ispani
trionfano superbi
sulle nostre rovine, e già sicuri
con pompa militar fanno solemne
la caduta del regno e la mia morte,
della figlia l'ingiurie, e tue ritorte. 

MITRENA
Ancor vivi, o signor? Sogno o traveggo?
Tu vivi, e con quel core
sempre invitto, sovrano ed indefesso?

MOTEZUMA
Fosse la sorte mia qual son io stesso.

MITRENA
Come mai ti sottrasti
dalla fiamma crudel?

MOTEZUMA
Occulta via
nota a me sol per sotterraneo chiostro
mi conduce sicuro. Il grand'inganno
innocente però m'è noto appieno. 

MITRENA
L'error della tua morte
Quante lacrime -oh dio!- costò al mio core.

MOTEZUMA
Lo so, nè senza amore
sospirai di poter nel caso rio
darti, sposa, mio ben, l'estremo addio.

MITRENA
Dunque andiamo a morir.

MOTEZUMA
Sugl'occhi infami
cadiam de due germani.

MITRENA
Ma pria gl'usurpator superbi e ingrati
cadano a nostri piè vinti e svenati.  

Scena X 

MOTEZUMA
Stelle, vinceste! Ecco un esempio al mondo 
della vostra incostanza. Ecco un monarca 
che solo si vantava
di possanza simil ai vostri de,
ludibrio della plebe, 
reso scherzo d'ognun, vinto ed oppresso,
fatto servo ben vil dell'altrui glorie, 
argomento felice a nuove storie.

Aria

Dov'è la figlia? Dov'è il mio trono? 
Non son più padre, più re non sono.
La sorte barbara no ha più affanno, 
non ha più fulmine il Ciel tiranno, 
ch'esser terribile possa per me.
Vede l'istesso nemico fato, 
che non più farmi può sventurato, 
che, se m'uccide, crudel non è. 

Scena XI

(Gran piazza nella Città del Messico con 
ornamenti per il trionfo, schiavi messicani e 
bandiere calate da una parte, dall'altra le 
schiere vincitrici degli Spagnoli)

CORO
Al gran genio guerriero 
la caduta d'un impero, 
l'alte glorie, le vittorie,
le vittorie,
duce invitto ognuno a scriba, 
viva il monarca Ispan, Fernando viva.

Recitativo

FERNANDO
Popoli vinti, il cui destin vi porta 
nuovo re ad adorar, e nuovi numi, 
con opre e con costumi 
più corretti e più degni,
in avvenir pensate 
non meritar de nuovi dei gi sdegni. 
Quel soglio ove m'assido 
non è soglio per me. Or che lo prendo, 
alla Spagna lo cedo e lo difendo. 

(Scende al piano, intanto il Coro canta.)

CORO
Al gran genio guerriero, ecc. 

Scena ultima 

(Motezuma e Mitrena in disparte, Asprano 
s'avanza)

MOTEZUMA
(piano a Mitrena)
Seguimi, e non temer.

MITRENA
(a Motezuma)
Eccomi armata.

ASPRANO
(a Fernando)
Anch'io, sovrano duce, 
della tua gloria imitator non meno 
al soglio del tuo re mi prostro, e giuro 
vassallaggio fedel.

MITRENA, MOTEZUMA
Mori, spergiuro!

(Ad un tempo istesso Motezuma s'avventa contro 
Fernando, Mitrena contro Ramiro per ucciderli, ma
sono trattenuti il primo da Asprano, l'altra da 
Teutile, che gli levano all'improvviso l'armi.)

TEUTILE, ASPRANO
Madre/Signor che fai?... Che nuovo eccesso!

MOTEZUMA
Empio è sempre per noi que Ciel istesso.

TEUTILE
(a Mitrena)
T'accheta.

MITRENA
Infida sorte!

MOTEZUMA
(a Fernando)
Dammi la morte pur.

FERNANDO
L'ire deponi.

MOTEZUMA
Ecco la destra rea, di me disponi.

MITRENA
Me pria, crudel, castiga 
se me colpa simil trovi e condanni.

MOTEZUMA
(a Mitrena)
Non raddoppiar gl'affanni 
gl'occhi miei riserbando a tanta pena.

FERNANDO
Vivete, anime grandi. Anzi vi voglio 
ambo salvi, ambo amici, ed ambo al soglio.

MITRENA
Come!

MOTEZUMA
Crudel lusinga!

FERNANDO
Al mio sovrano dipendenza giurate e non ricuso 
voi lasciar nell'impero, e poscia unito 
ad imeneo ben degno 
Ramiro il mio german lasciarvi in pegno.

MOTEZUMA
Nozze troppo funeste.

RAMIRO
Anzi volute
dall'oracolo vostro; ecco adempito 
il suo voler col sacrificio nostro.

ASPRANO
Sacrificio felice!

MOTEZUMA
(Fra sè)
O gran mistero!

TEUTILE
Impossibil rassembra...

MITRENA
E pur è vero.

ASPRANO
(a Motezuma)
Che risolvi?

TEUTILE
(a Mitrena)
Non parli.

MOTEZUMA
(Fra sè)
Oh che tormento!

MITRENA
(guardando Motezuma)
Io contenta l'approvo.

MOTEZUMA
Anch'io v'assento.

MITRENA
Datevi, alme felici, 
de vostri amor il più sicuro pegno; 
chè la virtude alfin vince lo sdegno.

MOTEZUMA
Ne vostri dei gran verità si scorge.
Cade il Messico è ver, ma poi risorge.

CORO
Imeneo, che sei d'amori 
dolce ardor, nodo immortale, 
per la coppia alma e reale, 
stringi l'alma e annoda i cori.



 ACTO TERCERO 


Escena I 

(Parte de la ciudad con una torre. Frente a la
puerta, se observan algunos mexicanos muertos) 

Recitativo 

RAMIRO
(guiando a Fernando y a los soldados)
¡Ven, hermano, antes de que sea tarde!
El rey, tu enemigo,
pretende que tu sangre sirva 
como ofrenda al dios pagano 
para que se cumplan así 
las predicciones de su oráculo.
Ya me parece oír a la muchedumbre en armas,
y al monarca furioso, 
intentando abortar tu huida.

FERNANDO
¿De qué oráculo hablas?

RAMIRO
Te lo diré en otro momento.
Tengo intención que una vez 
que el poder que les queda 
a los mexicanos sea vencido,
yo sea capaz de confundir la nublada mente
del cruel rey con su propio oráculo. 

FERNANDO
¡Así lo quiera Dios! 
Pero en el futuro, yo también seré más cauteloso.

RAMIRO
Pocos de ellos están armados.
Lucha contra ellos, 
en tanto yo iré a su templo
donde los más violentos 
están reunidos en espera 
del espectáculo del sacrificio humano. 

FERNANDO
Aplaudo tu idea. 
Cumple con lo que el destino te depara, 
pues es digno de tu valor y piedad. 

Aria 

El águila poderosa
a veces cae presa,
porque no puede ver
la trampa encubierta.
Mas una vez que escapa,
se muestra grande e invicta,
y hace al enemigo
tornarse pálido de miedo.

Escena II 

Recitativo 

RAMIRO
Ahora que mi hermano está a salvo, 
debo defender a la mujer que amo.
¡Ahí viene el rey!
Me esconderé para conocer sus intenciones.

(Todos se retiran) 

MOCTEZUMA
(a los mexicanos)
¡Marcharos, no os necesito 
para matar al jefe impío!
¡Id a proteger a Mitrena! 
¡Oh dioses, proteged a mi esposa 
de los abusos de los soldados!

(Los soldados de Moctezuma salen. Moctezuma
se acerca a la torre espada en mano) 

¿Qué es esto? 
¡Los guardias yacen sin vida en el suelo!
¿La puerta está abierta? ¡Oh, dioses! 
¿Habrá escapado Fernando? ¡Traición!
¿El destino me reserva esto?... ¡Día funesto!

(Entra a la torre. Ramiro llega con los soldados) 

RAMIRO
¡Compañeros, cerrad las entradas
y despejadlas de cadáveres!
Mis planes se verán favorecidos
por la captura del rey 
y su aislamiento de los peligros de la guerra.
Dios está con nosotros
y nos reserva un destino glorioso,
que el rey escape, si puede.

(Los soldados cierran las puertas de la torre) 

Aria 

Incluso en medio de la alegría
mi alma está en pena,
y las cadenas del amor
privan a mi corazón de toda paz.
Pero una voz interior parece decirme
"Espera a que el amor 
responda al amor".

Escena III 

(Hombres a las órdenes de Asprano abaten la 
puerta de la torre y le prenden fuego) 

Recitativo 

ASPRANO
¡Aprisa guerreros!
Lo primero es cerrar todas las salidas 
por donde pueda escapar el prisionero y luego,
prended fuego a todo con las antorchas.
Y puesto que el cruel destino así lo quiere,
¡dejad perecer al líder de los españoles!
¡Por todos lados, ahora, 
prended fuego! 

MOCTEZUMA
(desde lo alto de la torre)
¿Asprano, qué haces?

ASPRANO
¡Creo oír la voz
de mi soberano!

MOCTEZUMA
¡Aquí arriba, Asprano!

ASPRANO
(mirando hacia arriba, ve a Moctezuma)
¡Moctezuma!... ¡Señor!...

MOCTEZUMA
¡Deja de pronunciar, maldito,
el nombre de quien acabas de traicionar!
El destino me salvará 
a pesar de lo que estás haciendo
y podré infligir a tu artero corazón
un terrible suplicio que servirá de ejemplo.

(Se retira) 

ASPRANO
¡Te equivocas!... Ha desaparecido... 
¡Dioses!... ¿Qué engaño es éste?

Aria 

Siento como el miedo y el horror
entristecen mi corazón y mi alma.
Atormentado y desesperado
estoy al borde del llanto.
¿Quién puede salvar a mi rey
de su cruel y amargo destino?
¿Qué debo hacer? 
No hay remedio, maldita suerte, ¿qué hacer?

Escena VI 

Recitativo 

MITRENA
¡Mirad, compañeros, como allá entre las llamas, 
el héroe invencible se convierte en cenizas!
Ya podéis difundir por doquier la feliz noticia: 
¡Fernando ha muerto!
El hombre que hasta ahora parecía inmortal, 
por fin ha muerto. 
Y puesto que el traidor ha perecido, 
aún nos quedan esperanzas. 

Aria 

Durante la cálida estación
el cielo amenaza,
mas como su rigor no perdura
le proporciona al viajero
una calma más segura.
Así resurgirá pronto
nuestro imperio abatido,
y tengo razón al esperar
que disfrutaremos de una perdurable paz. 

Escena V 

(Templo en el que se ve al fondo la puerta 
principal cerrada, la estatua de Uccilibos 
y el altar para los sacrificios. Los ministros 
del templo conducen a Teutile al altar) 

Recitativo 

TEUTILE
¡Menos ritos y menos testigos de mi dolor! 
El cielo recibe
los atributos de las almas, 
y este público espectáculo,
fruto de la debilidad humana,
poco honra a las víctimas sagradas. 

Aria 

La agonía de mi triste alma
no debe preocuparos, dioses eternos;
sólo acoged las lágrimas
que confortan mi dolor. 
Os ofrezco sin dudar
mi sangre sobre este altar,
para que otorguéis la paz 
al reino, a mi madre y a mi padre.

Escena VI 

Recitativo 

MITRENA
Hija mía, permíteme cumplir
una vez más con los oficios
de una madre desconsolada: 
Dentro de un instante mi corazón se partirá
y la majestuosidad de la reina dará paso
al sufrimiento de la madre.
¡Que el cielo me sirva de testigo!

TEUTILE
Madre, no te agites...

MITRENA
¡Ah, no puedes imaginar, hija mía, 
lo que es el dolor de una madre afligida!
Pero Asprano llega... ¿Qué es lo que veo?
Triste y perturbado,
se acerca con paso vacilante.

(a Asprano) 

Cumpliste con tu deber, ¿no es así?
¿Fernando está muerto? ¡
¡Oh, dioses!... ¿No respondes?

TEUTILE
(Para sí)
Tiemblo al mirarlo.

MITRENA
Mi mente se confunde.
¡Habla!... Tú obedeciste 
pues he visto las llamas… el impío está muerto.

ASPRANO
Actué tal y como me ordenaste,
aunque en mi corazón
un impulso desconocido me decía "no lo hagas".
El pueblo, sediento de sangre,
ejecutó ciegamente tus órdenes
y en las llamas voraces,
en lugar de Fernando... ¡Oh, dioses!

MITRENA
¡Termina!

ASPRANO
No tengo corazón para decirlo.

MITRENA
(Para sí)
¡Oh, qué tormento!

ASPRANO
Fue Moctezuma el que se abrasó.

MITRENA
¡Dioses, qué escucho!

TEUTILE
¡Mi pobre padre!

MITRENA
¡Dioses sin piedad!
¿Cómo?... ¿Dónde?... ¿Tú lo viste?

ASPRANO
Yo mismo fui testigo 
puesto que hablé con él. 
Estaba en la parte más alta de la torre en llamas
donde Fernando estaba prisionero.

MITRENA
¿Y Fernando?

ASPRANO
No lo sé.

MITRENA
Pero ¿cómo es que mi esposo estaba en la torre?

ASPRANO
No sabría decirte.
Todo lo que sé, es que para salvarlo,
hice todo lo posible.
El fuego era tan feroz
que todo intento para extinguir las llamas
fue en vano. 
Y así, el desafortunado monarca,
sufrió el castigo reservado para otro.

MITRENA
¡Calla, he comprendido!
Su impaciencia 
por dar muerte al español le costó la vida.
¿Qué hacer, miserable de mí, en esta adversidad? 
¿Quién me dará consejo?...
¿Dónde estás, amado esposo?... ¿Estás muerto?
¿Ésta es la tranquilidad
que prometieron los astros?
¿Es éste el oráculo del cielo?
¡Tiemblo, me pongo pálida, estoy helada!

ASPRANO
No hice más que obedecer...

Recitativo Acompañado 

MITRENA
Seguro que te has confundido...
¡Nosotros somos los vencedores!
Fernando, exhausto, 
huye nadando 
a través la laguna mexicana
para encontrarse con sus hombres en la orilla.

TEUTILE
La infeliz delira. 

MITRENA
¡Adelante, guerreros!...¡Ha llegado la hora!
Debemos atacar al fugitivo,
que como acostumbra,
va sembrando muerte y desolación. 
Ahora será él el que encuentre aquí
muerte y estrago.

Recitativo 

TEUTILE
¡Pobre madre!

MITRENA
¡Oh, dioses!... ¿Qué sucede?... ¿Deliro?
¡Todo son vanas esperanzas!
¡Mi mente imaginó una venganza!
Ahora, ya es tarde...
¡Oh, el cielo está intranquilo! 
Nos amenaza con nuevos tormentos y, 
por si no fuera suficiente,
pide tu sangre, sin importarle mi llanto.
¡Ah!... ¿Qué es ése ruido?

(La puerta del templo cae y Ramiro entra con 
un grupo de soldados.) 

ASPRANO
¡El mundo se colapsa!

TEUTILE
(a los ministros del templo)
¡Rápido!
¡Acabad con mi alma infeliz!

Escena VII 

RAMIRO
¡Deteneos!

(Toma a Teutile y la hace a un lado) 

MITRENA
¡Sacrílego!... ¿Qué haces?

TEUTILE
¡Déjame, traidor!

RAMIRO
¡Ven, mi bien amada, si deseas calmar al cielo!

MITRENA
¡Dioses, qué horror!

RAMIRO
¡Soldados, no os demoréis
en ejecutar mis órdenes!

(A lo sacerdotes) 

¡Miserables, ahora veréis 
el poder de vuestros dioses!

(Se va con Teutile. Los españoles tiran 
las estatuas del templo y se retiran)

Escena VIII 

ASPRANO
Seguiré a la desafortunada, 
pues temo que habiendo llevado a cabo
tan terrible sacrilegio,
la tierra tiemble y el templo se colapse.

Escena IX 

Recitativo Acompañado 

MITRENA
¿Tendré fuerza suficiente para sufrir todo esto?
¿Cómo es que aún respiro y no muero?
Todos me han abandonado,
mi esposo muerto, mi hija secuestrada
y el reino devastado.
Sin fuerza, ni dioses, ni esperanza,
¡el cielo me desprecia! 
¿Cual es el deseo de los dioses?
¿Acaso tolerarán los insultos de los impíos? 
Pero ahora me doy cuenta de que también
los dioses han sido vencidos y su destino es 
perecer conmigo en la ruina general.
¿Qué debo hacer?
Dejar que el cielo esconda sus rayos.
Que la noche funesta esconda su luz. 
Que el sueño eterno entierre mi pena, 
mis pérdidas, mis angustias,
mis inquietudes y mis sufrimientos. 

(a punto de suicidarse, aparece Moctezuma) 

Recitativo 

MOCTEZUMA
¡Detente, esposa!

MITRENA
¡Aún vives!

MOCTEZUMA
La venganza primero, y después la muerte.
Dos decisiones que coronarán nuestras vidas. 
Los jefes españoles triunfan, arrogantes,
sobre nuestras ruinas y, 
seguros de su victoria,
festejan con gran pompa
la caída del imperio, mi muerte,
la humillación de mi hija y tu esclavitud.

MITRENA
¡Sigues vivo!... ¿Estoy soñando o deliro?
¿Vives y aún conservas tu fuerza
invicta, soberana e inflexible?

MOCTEZUMA
El destino así lo ha querido.

MITRENA
¿Pero cómo escapaste
de las crueles llamas?

MOCTEZUMA
Por un pasadizo secreto que sólo yo conocía, 
el cual me condujo a salvo por debajo de la tierra. 
Fue un error incendiar la torre 
pero fue cometido inocentemente. 

MITRENA
¡Cuántas lágrimas ha derramado mi corazón
oh dioses, creyéndote muerto!

MOCTEZUMA
Lo sé, y yo en aquellas terribles circunstancias, 
sólo deseaba darle mi último adiós
a mi esposa amada. 

MITRENA
¡Entonces, muramos!

MOCTEZUMA
¡Antes debemos cerrar los ojos
de los infames Ramiro y Fernando!

MITRENA
¡Sí, que esos usurpadores arrogantes e ingratos 
caigan a nuestros pies, vencidos y muertos!

Escena X 

MOCTEZUMA
¡Astros, habéis vencido! 
Yo soy el vivo ejemplo de vuestra justicia.
Un monarca que se jactaba de tener 
el mismo poder que los dioses, y ahora, 
escarnecido por el pueblo,
derrotado y vencido,
convertido en sirviente de la gloria de otros.
¡El argumento ideal para una leyenda!

Aria 

¿Dónde está mi hija? ¿Dónde está mi trono?
Ya no soy padre, ya no soy rey.
El brutal destino no tiene más tormentos,
el cielo tirano no tiene más truenos
que me hagan temer. 
El destino enemigo sabe bien que 
no me puede hacer más daño y, 
si me quita la vida, no sería tan cruel. 

Escena XI

(Gran plaza en la ciudad de México, decorada 
para celebrar la victoria; de un lado esclavos 
mexicanos y estandartes caídos, del otro las 
tropas españolas victoriosas) 

CORO
Atribuyamos al sabio guerrero,
al líder invencible,
la más grande de las glorias:
¡la victoria!
¡la caída de un imperio!
¡Viva el monarca español! ¡Viva Fernando!

Recitativo 

FERNANDO
Pueblo vencido, el destino os trae 
un nuevo rey a quien amar, ¡un nuevo dios!
Así como usos y costumbres
más civilizadas y dignas.
Pensadlo bien antes de 
provocar la ira de vuestro nuevo dios.
Este trono donde me siento no es para mí.
¡Lo he ganado y lo entrego 
a la Corona Española!

(Se levanta del trono mientras el coro canta.) 

CORO
Atribuyamos al sabio guerrero, etc. 

Última escena

(Por un lado Moctezuma y Mitrena, por otro,
Asprano se acerca) 

MOCTEZUMA
(en voz baja, a Mitrena)
Sígueme y no temas. 

MITRENA
(a Moctezuma)
Aquí estoy armada.

ASPRANO
(a Fernando)
¡Invicto vencedor!
Admirando de tu gloria, 
me postro ante el trono de tu rey
y juro ser su fiel vasallo.

MITRENA, MOCTEZUMA
¡Muere, traidor!

(Moctezuma ataca a Fernando y Mitrena 
a Ramiro; pero Moctezuma es detenido 
por Asprano y Mitrena por Teutile, quienes 
los desarman)  

TEUTILE, ASPRANO
¿Madre/Señor, qué haces?... ¡Otro crimen!

MOCTEZUMA
¡El cielo está en contra nuestra!

TEUTILE
(a Mitrena)
¡Cálmate!

MITRENA
¡Destino enemigo!

MOCTEZUMA
(a Fernando)
¡Adelante, mátame!

FERNANDO
¡Tranquilízate!

MOCTEZUMA
Mi mano es culpable; pronuncia tu sentencia.

MITRENA
¡Castígame a mí primero, cruel,
puesto que mi intención era la misma!

MOCTEZUMA
(a Mitrena)
No aumentes mis penas
permitiendo presenciar tu muerte.

FERNANDO
¡Gracia para vosotros, noble pareja!
¡Vivid y permaneced en el trono!

MITRENA
¿Qué dices?

MOCTEZUMA
¡Cruel halago!

FERNANDO
¡Jurad fidelidad a mi rey y no dudaré 
en dejaros gobernar el imperio!
Y para sellar la nueva alianza, que mi hermano
Ramiro se una en digno matrimonio. 

MOCTEZUMA
¡Boda funesta!

RAMIRO
¡Al contrario!
El enlace ha sido bendecido por tu oráculo,
su voluntad será cumplida por nuestro sacrificio.

ASPRANO
¡Feliz sacrificio!

MOCTEZUMA
(Para sí)
¡Oh, gran misterio!

TEUTILE
Parece imposible...

MITRENA
Pero es verdad.

ASPRANO
(a Moctezuma)
¿Qué decides?

TEUTILE
(a Mitrena)
¿No hablas?

MOCTEZUMA
(Para sí)
¡Oh, qué tormento!

MITRENA
(esperando a Moctezuma)
¡Sed felices, yo lo apruebo!

MOCTEZUMA
¡Yo también doy mi consentimiento!

MITRENA
Mostradnos, almas dichosas,
la prueba de vuestro amor, 
puesto que la virtud triunfó sobre la hostilidad.

MOCTEZUMA
Su dios revela gran sabiduría.
México cae, es cierto, pero renace de nuevo.

CORO
Que Himeneo, 
dulce deseo y atadura inmortal de los amantes,
una las almas y ligue los corazones
de esta noble y real pareja.



Traducido y Escaneado por:
José Arturo Salcedo Mena 2009