PARTE TERZA 


Lo Spettro

(Atrio del castello. Da un lato cappella gentilizia,
internamente illuminata: in fondo a traverso
dell'intercolunnio, veduta del parco lambito dal fiume: 
splende la luna)

Scena Prima

(Molti armigeri e vassalli di Rudenz, aggruppati
a qualche distanza, dalla porta del tempio)

ARMIGERI
Sì, quell'ombra sepolcrale
scarmigliata, in bruno ammanto,
alla soglia nuziale
fu veduta errar d'accanto.

VASSALLI
Qual presagio! E ancor vi fia
chi lo spettro di Maria
creda un sogno della mente?

ARMIGERI
Oh! se v'ha, non è Corrado,
che all'udirne ammutolisce,
e si turba, e suo malgrado
trema tutto, e impallidisce.

VASSALLI
Non oblia però l'amore
cagion rea di lutto e pianto!
Ma nel tempio il mancatore
tristi nodi forma intanto.

ARMIGERI
Ad Enrico tale imene
parve ancor si sciagurato,
che fuggendo queste arene
ha il fratello abbandonato!...

(Odesi musica religiosa)

TUTTI
Dileguiam... Si ceda il campo
alla gioia d'empio amor...
Sarà breve come lampo;
se v'è un Dio vendicator!

(partono)

Scena Seconda

(Enrico ansante e coperto di polvere dal fondo 
della scena, e Rambaldo dal tempio)

RAMBALDO
Tardi, ah! tardi giungesti!...

ENRICO
E che!

RAMBALDO
Fu sciolto d'Imene il voto.

ENRICO
Iniqua sorte!... Oh! dimmi,
tu forse?...

(traendo alcuni fogli)

RAMBALDO
Riede il nuzial corteggio!...
Va... t'allontana... io deggio
recarmi altrove... 

(fra sé) 

Ahi misera! Che fia,
che fia di te!...

(parte frettoloso)

ENRICO
L'ignoto messo adunque
Rambaldo a me spedia? Prove fatali
d'alto mistero, ah! perché mai non v'ebbi
un dì soltanto, un'ora pria? M'avverte
il foglio annesso, che l'arcan sapea
Corrado, e quella face
che m'arde in sen... tacesti, o vil, tacesti
onde rapirmi l'adorata donna
impunemente!

(il corteggio nuziale attraversa l'atrio)

Orrida notte è questa!...
Benda feral mi copre i lumi!...

Scena Terza

(Corrado, Matilde, paggi con torce accese, 
dame, cavalieri e detto)

ENRICO
(a Corrado trattenendolo. Tutti gli altri proseguono
il loro cammino con la sposa, salendo una scala
che mette agli appartamenti della festa)
Arresta.

CORRADO
Onde riedi? Che mai brami?

ENRICO
Il tuo sangue.

CORRADO
Il sangue mio!...
Ah! Fratel!...

ENRICO
Fratel mi chiami?
Nacqui forse, nacqui anch'io
dal ribaldo, a cui la scure
fe' cader l'iniqua testa?

CORRADO
Oh! che intendo!... E sai tu pure
verità così funesta!

ENRICO
(mostrandogli le carte)
N'ho le prove.
Un altro arcano tu sapesti! 
Quell'ardore, che mi strugge...

CORRADO
Ardisci, insano!
Cessa... Taci; o il mio furore...

ENRICO
Io lo sfido...

(Entrambi colla mano sull'elsa)

CORRADO
(reprimendosi ad un tratto)
No... T'amai
qual fratello... e t'amo ancor.
Vivi... e fuggi.

ENRICO
Tu non sai
di qual tempra è questo cor!

A me, cui financo la speme togliesti
sarebbe la vita supplizio di morte!...
Tu lieto frattanto i giorni trarresti
in sen di Matilde, beato consorte!...
No: fin che una stilla di sangue mi resta,
indarno lo speri... oppormi saprò...
Fu scritta nel cielo condanna funesta;
ed uno fra noi più viver non può!

CORRADO
Il primo de' beni ancora t'avanza,
un core innocente!... Di perderlo trema!...
Non sai del rimorso quant'è la possanza!
Non sai quanto è grave la mano suprema!
Ahi! misero l'uomo di colpe bruttato,
che al cenno dell'ira il ferro vibrò!
Eterna è la macchia del sangue versato...
Un fiume di pianto lavarla non può!

Scena Quarta

CAVALIERI
Te, signor, Matilde appella.

CORRADO
(piano ad Enrico)
Vanne, e scorda un folle amore.

(in atto di partire)

ENRICO
Ferma, indegno...

CAVALIERI
Qual favella!

ENRICO
Siam rivali...

CAVALIERI
Ciel... Che orrore!

ENRICO
Mio fratel, non è costui...

(sorpresa nei cavalieri)

Un infame, un assassino
fu suo padre...
più di lui egli è vile.

(si slancia sopra Corrado, gli strappa l'ordine 
dei conti di Rudenz e lo calpesta)

CAVALIERI
Ah!...

CORRADO
Rio destino!...

(tremante di rabbia)

Tu colpevole mi rendi!

CAVALIERI
(fra sé)
Egli d'onta lo coprì!...

ENRICO
Snuda il ferro. Ebben, che attendi?
Vieni.

(accennando verso il parco)

CAVALIERI
Ah! pensa...

ENRICO
Vieni.

CORRADO
(sguainando la spada)
Sì.

ENRICO
(fra sé)
O tremenda gelosia
che m'ardesti, e m'ardi ancora,
o furor dell'alma mia
di sfogarvi è giunta l'ora!

(a Corrado) 

Se alla sposa rieder vuoi
nel mio sangue dei bagnarti...
Sommo ben mi fia svenarti,
sommo ben mi fia morir.

CORRADO
Ch'ei snudar mi fe' la spada,
terra e cielo, io voi ne attesto.
Ah! l'orror su lui ricada
d'una pugna ch'io detesto.
Notte, addensa i veli tuoi,
copri tu sì fero evento...
Ah! di vincere pavento,
non pavento di morir!

CAVALIERI
(fra sé)
Ah! di morte i detti suoi
furo acerba e ria disfida!
Tanto oltraggio sangue grida!
Sprona all'armi tanto ardir!

(Entrano nel parco)

Scena Quinta

(Magnifica galleria. Scala nel fondo, che mette ad altri            
appartamenti: da un lato la porta della stanza nuziale, 
dall'altro un verone. Le pareti sono inghirlandate di 
fiori, e da per tutto sfolgoreggiano vaghe faci.
Già le orchestre rimbombano in suono giulivo, le 
danze già sono incominciate: si vede in ogni dove 
un gaio movimento di paggi, dame e cavalieri: molti 
sono elegantemente mascherati. Matilde è assisa in 
mezzo a lieto corteggio, ed a quando a quando volge 
d'intorno lo sguardo inquieto, come in cerca di 
Corrado. Durante i balli cantasi il eseguente) 

CORO
O giovinetta sposa,
soave sei, gentile!
Gentil come la rosa
d'un bel mattin d'aprile,
soave al par di candido
modesto gelsomin:
sei grata più d'un'aura
che spira dal giardin.

(Intanto una donna mascherata traversa la scena 
in fondo, e mentre l'universale attenzione è rivolta 
alla danza, entra rapida e furtiva nella stanza 
nuziale. Un paggio si accosta a Matilde, e le parla 
sommessamente; ella sorge, ed accompagnata da 
alcune dame, si ritira nella stanza suddetta. Dopo 
qualche istante Corrado si mostra sull'alto della scala, 
circondato dai cavalieri che lo seguirono alla scena 
precedente.: le dame escono dalla stanza di Matilde: 
tutti si congedano con lo sposo, ed egli resta solo)

Scena Sesta

CORRADO
(dopo un istante di cupo silenzio apre il verone, 
e getta via la spada)
Ah! Fra gli amplessi tuoi scordar Matilde
a me sia dato, qual orrendo prezzo
essi costaro!...

(odesi un gemito soffocato nella stanza di Matilde)

Acuto mi feria grido gemente!...

(accorre verso la porta, ma ne retrocede 
raccapricciato)

Ah!... l'ombra di Maria!...

(Ella è ritta immobilmente sulla soglia, 
e chiusa in lungo ammanto)

Scena Settima

MARIA
Tel dissi che risorta
dalla tomba sarei! Che riveduta
m'avresti accanto al nuzial tuo letto!
Eccomi. Tremi?

CORRADO
Ho il gel... di... morte... in petto!...

MARIA
Mostro iniquo, tremar tu dovevi
in quel fero, in quell'orrido istante,
che a Matilde sull'ara porgevi
del mio sangue la mano stillante,
quando irato l'Eterno ascoltava
empio voto d'amore e di fé...
Oh! Se il tempio in quel punto crollava,
scellerato, era meglio per te!

CORRADO
Ah! di lei... di Matilde, che festi?

MARIA
Entra, e vedi.

(Spalancando la porta, Corrado vi si precipita, 
ma ritorna immantinente coperto di estremo pallore, 
e con le chiome ritte sulla fronte)

CORRADO
Gran Dio!... Trucidata!...
O mia sposa!...

Scena Ultima

CORO
(ancor dentro)
Quai gridi son questi!...

CORRADO
Fu svenata Matilde!...

CORO
Svenata!...

(uscendo)

Ahi! lo spettro!...

(spaventati, ed in atto di fuggire)

MARIA
No, l'aura vitale io respiro.

(facendo cadere il suo velo: tutti si arrestano, ella
tiene la destra colà dove Corrado la ferì, e parla
con istinto, che a poco a poco si renderà più sensibile)

Quest'uomo pietoso

(accennando Rambaldo)

fe' recar la mia spoglia mortale
ove dormono eterno riposo
gli avi miei... già la pietra funesta
sul mio capo ei piangendo chiudea...
quando un gemer sommesso lo arresta...
egli accorre... io tuttora vivea!...

CORO
Oh!...

CORRADO
Che intendo!...

MARIA
L'arcano serbai
onde oppormi ad iniqui legami...

(con riso feroce)

Li ho spezzati!

CORRADO
Ah, perversa!... E vivrai?...

(come per trarre la spada, ma non trovandola si
avventa ad alcuno per impadronirsi d'un brando)

Un acciaro...

(è trattenuto)

MARIA
Tu spenta mi brami!...
Sarai pago...

RAMBALDO
Che dici!...

MARIA
La vita,
che aborrisco già fugge da me
Riaperta è la cruda ferita...
breve istante... e Maria più non è...

(ella sorreggessi a Rambaldo)

Al misfatto enorme e rio
trascinata fui pel crine...
Non ha legge, né confine
oltraggiato, immenso amor.
Quest'ingrato, l'onor mio
ricovri di negro velo...
Ei m'ha tolto vita... e cielo...
Quest'ingrato... io l'amo ancor!

LE DONNE
L'alma ho tutta sbigottita!...

GLI UOMINI
Oh, qual notte di terror!

(I segni della morte di Maria si rendono più manifesti)

RAMBALDO
Ah! d'un farmaco l'aita...
Un soccorso...

MARIA
No...

(dilaniando le bende della sua piaga)

RAMBALDO, CORO
Che orror!...

MARIA
Or m'aspetta infame tomba
senza prece... e senza pianto...

(a Rambaldo)

fra i mortali... tu soltanto
resti... a spargerla d'un fior!
Io già manco!... In sen mi piomba
della morte orrendo il gelo!...

(strascinandosi presso Corrado)

Mi togliesti vita... e cielo!
Ti perdono... e... t'amo... ancor...

(cade morta a' piè di lui)

CORO
L'alma ho tutta sbigottita!...
Oh, qual notte di terror!...

CORRADO
(esterrefatto)
Mi punisce con la vita,
Dio tremendo, il tuo rigor!



PARTE TERCERA


El Espectro

(Atrio del castillo. A un lado, la capilla de la 
familia, iluminada interiormente; al fondo, 
entre las columnas, un parque junto a la orilla 
del río. La luna brilla en el cielo) 

Escena Primera

(Muchos hombres de armas y vasallos de Rudenz, 
agrupados a alguna distancia de la capilla) 

TROPA
Sí, a esa sombra sepulcral,
desgreñada y con una túnica oscura,
se le ha visto errar 
cerca de la sala nupcial.

VASALLOS
¡Qué presagio! 
¿Y quién osa creer que el espectro de María 
es sólo fruto de la imaginación?

TROPA
¡Oh! Si alguien lo imagina es Conrado,
que calla cuando se habla de ello... y se turba...
y, aunque no quiere,
tiembla y empalidece.

VASALLOS
Él no olvida que fue una razón amorosa
la causa de tanto luto y llanto.
Mientras, 
el culpable intenta casarse de nuevo.

TROPA
A Enrique, tal casamiento
le ha parecido tan funesto
que ha huido de estos lugares 
y ha abandonado a su hermano.

(Se oye una música religiosa) 

TODOS
¡Olvidemos todo!... 
Cedamos el paso a las alegrías de un amor impío.
Será breve como un relámpago, 
si es que hay un Dios justo.

(se van) 

Escena Segunda

(Entra Enrique, sofocado y polvoriento.
Rambaldo sale de la capilla) 

RAMBALDO
¡Tarde, has llegado tarde!

ENRIQUE
¿Qué ha pasado?

RAMBALDO
La boda se ha celebrado ya.

ENRIQUE
¡Inicua suerte!... Pero dime
¿puedes aún hacer tú algo?...

(le da a Enrique unas cartas) 

RAMBALDO
Vuelve el cortejo nupcial...
¡Vete!... ¡Aléjate!... 
Yo debo irme con ellos... 

(para sí) 

¡Oh, desdichada!
¿Qué va ser de ti? 

(sale presuroso) 

ENRIQUE
¿Por qué Rambaldo ha tardado tanto 
en revelarme este secreto? 
Es la prueba fatal de otro misterio...
¿Por qué no me llamó un día, una hora antes? 
Me advierte que 
Conrado sabe un secreto 
sobre la mujer que yo quiero 
y que no me lo dijo 
para robármela impunemente.

(el cortejo nupcial atraviesa el atrio) 

¡Horrible noche! 
¡Una venda funesta no me deja ver nada!

Escena Tercera

(Conrado, Matilde, pajes con teas encendidas,
damas y caballeros) 

ENRIQUE
(a Conrado, deteniéndolo. Todos los demás 
siguen su camino con la esposa, hacia el 
lugar preparado para el acontecimiento)
¡Espera!

CONRADO
¿De dónde vienes? ¿Qué deseas ahora?

ENRIQUE
¡Tu sangre!

CONRADO
¿Mi sangre?
¡Ah, hermano mío!...

ENRIQUE
¿Me llamas hermano?...
¿Por ventura nací yo
de un vil criminal,
cuya cabeza fue segada por el hacha?

CONRADO
¡Oh, ya lo entiendo!... 
¿También tú sabes esa terrible verdad?

ENRIQUE
(mostrándole las cartas)
¡Tengo las pruebas!
Pero tú sabes aún otro secreto...
Esta pasión que me carcome...

CONRADO
Desgraciado, ¡estás enamorado!
¡Detente!... ¡Calla o mi furor...

ENRIQUE
¡Te desafío!...

(Ambos se ponen en guardia) 

CONRADO
(reprimiéndose)
¡No!... ¡Te amé como un hermano!..
Y te amo todavía.
¡Vive!... ¡Huye!

ENRIQUE
Tú no sabes
de qué fibra está hecho mi corazón.

Para mí, habiéndome quitado toda esperanza,
la vida sería un suplicio de muerte.
Y tú, mientras tanto, pasarías alegre la vida
en los brazos de Matilde como su esposo.
¡No, mientras me quede una gota de sangre!
¡Lo esperas en vano!... ¡Sabré oponerme!...
¡Esta condena terrible está escrita en el cielo,
y uno de los dos no puede vivir!

CONRADO
¡Aún tienes un corazón noble e inocente!... 
¡Procura no perderlo!
Desconoces el poder del remordimiento.
No sabes cómo pesa la mano del Todopoderoso.
Desgraciado el que, cediendo a la cólera,
toma una espada en su mano.
La sangre vertida mancha eternamente...
¡No la podría lavar ni un río de llanto!

Escena Cuarta 

CABALLEROS
Señor, Matilde os solicita.

CONRADO
(en voz baja, a Enrique)
Vete y olvida un amor insensato.

(ya para irse) 

ENRIQUE
¡Espera, indigno!...

CABALLEROS
¡Qué lenguaje!

ENRIQUE
¡Somos enemigos!...

CABALLEROS
¡Cielos!... ¡Qué horror!

ENRIQUE
Éste no es mi hermano...

(sorpresa general) 

Su padre fue
un infame, un asesino...
pero él es más infame aún.

(se lanza sobre Conrado, le arranca el blasón 
de los condes de Rudenz y lo pisotea) 

CABALLEROS
¡Ah!...

CONRADO
¡Cruel destino!...

(temblando de ira) 

¡No tienes escapatoria!...

CABALLEROS
(para sí)
¡Lo ha cubierto de vergüenza!...

ENRIQUE
¡Desnuda la espada!
¿A qué esperas?... ¡Vamos!

(señalándole el parque) 

CABALLEROS
¡Ah, reflexiona!...

ENRIQUE
¡Ven!

CONRADO
(desenvainando la espada)
¡Sí!

ENRIQUE
(para sí)
¡Oh, terribles celos
en los que ardía y aún ardo!
¡Oh, alma furiosa,
ha llegado el momento de desahogarte!

(a Conrado) 

¡Si quieres volver con tu esposa
has de bañarte en mi sangre!...
¡Será un placer matarte,
será un placer morir!

CONRADO
¡Tierra y cielo, os pongo por testigos
que él me ha hecho desenvainar la espada!
¡Recaiga sobre él el horror
de una lucha que yo detesto!
¡Noche, aumenta tus tinieblas
y cubre con ellas tan trágico suceso!...
¡Ah, tengo miedo de vencer,
no tengo miedo de morir!

CABALLEROS
(para sí)
¡Sus palabras han sido 
un desafío perverso!
¡Tal ultraje pide sangre!
¡Tal audacia incita a las armas!

(Se van al parque) 

Escena Quinta 

(Magnífica estancia. Escalera al fondo. A un lado,
la puerta de la sala nupcial; al otro, un balcón. 
Las paredes están engalanadas con flores y hay 
por todas partes hachones encendidos. La 
orquesta entona un son festivo, el baile ha 
comenzado. Se mueven los pajes de aquí para 
allá. Caballeros y damas van elegantemente 
vestidos. Matilde se encuentra en medio de tan 
alegre cortejo y de vez en cuando mira inquieta 
alrededor como buscando a Conrado. Durante 
el baile se canta lo siguiente) 

CORO
¡Oh, joven esposa,
eres delicada y gentil!
Gentil como la rosa 
de una bella mañana de primavera,
delicada como un cándido
y tierno jazmín.
Eres tan grata 
como la brisa en el jardín.

(Una mujer enmascarada atraviesa la escena 
y mientras todos están atentos a la danza que 
se está dando, entra rápida y furtiva en la sala 
nupcial. Un paje se acerca a Matilde y le habla 
en voz baja. Ella se levanta y acompañada de 
algunas damas entra en dicha estancia. 
Conrado aparece en lo alto de la escalera 
rodeado de algunos caballeros. Las damas 
salen de la habitación de Matilde. Todos se 
despiden del marido, que queda solo) 

Escena Sexta 

CONRADO
(Después de un instante de silencio, abre 
el ventanal y arroja por él su espada)
¡Ojalá pudiera olvidar, Matilde, 
el tremendo precio que he tenido 
que pagar por tus abrazos!...

(Se oye un gemido sofocado en la habitación) 

¡Este grito me hiela el corazón!...

(Corre hacia la puerta, pero retrocede
horrorizado) 

¡Ah, el fantasma de María!...

(Ella se perfila sobre el umbral, inmóvil, 
envuelta en un largo manto) 

Escena Séptima 

MARÍA
¡Te dije que regresaría de la tumba
y que volverías a verme junto al lecho nupcial!
¡Aquí estoy!...
¿Tiemblas?

CONRADO
¡La frialdad de la muerte... la tengo en el pecho!...

MARÍA
Monstruo inicuo, 
debiste temblar en el momento horrible 
en que llevabas al altar a Matilde,
con las manos manchadas por mi sangre,
y dirigías al Eterno palabras
de amor y fidelidad.
¡Si entonces el templo se hubiese derrumbado,
todo hubiese sido mejor para ti!

CONRADO
¿Qué le has hecho a Matilde?

MARÍA
Entra y mira.

(Abriendo la puerta, Conrado entra, pero 
se vuelve enseguida, lleno de miedo, con 
los cabellos en desorden) 

CONRADO
¡Dios mío!... ¡Asesinada!
¡Oh, esposa mía!...

Escena Última 

CORO
(fuera de escena)
¿Qué gritos son esos?...

CONRADO
¡Matilde ha sido asesinada!...

CORO
¿Asesinada?...

(salen a escena) 

¡Ahí!... ¡Un fantasma!...

(asustados, intentan huir) 

MARÍA
¡Estoy viva!

(se quita el velo y se tapa con la mano 
la herida que le hizo Conrado, cada 
vez va hablando con voz más queda) 

Este buen hombre...

(señalando a Rambaldo) 

se encargó de que mis despojos 
descansaran junto a los de mis antepasados...
Cuando, llorando, 
iba a tapar mi fosa, 
lo detuvo un gemido... se quedó paralizado... 
¡pues aún estaba viva!...

CORO
¡Oh!...

CONRADO
¿Qué estoy oyendo?

MARÍA
He cumplido mi promesa
y me he opuesto a la inicua unión...

(con una risa feroz) 

¡La he roto!...

CONRADO
¡Ah, perversa!... ¿Cómo puedes estar viva?

(echa mano de su espada, pero al no encontrarla 
intenta apoderarse de una de los asistentes) 

¡Una espada!...

(lo retienen) 

MARÍA
¿Tú deseas mi muerte?
Serás satisfecho...

RAMBALDO
¿Qué decís?...

MARÍA
Ya se me escapa
esta vida que aborrezco.
Se me ha abierto la herida...
unos instantes más... ¡y María morirá!...

(se apoya en Rambaldo) 

Fui obligada a cometer
un gran crimen...
El amor ultrajado no conoce ley 
ni se le pueden poner vallas.
Este ingrato cubrió 
con un negro velo mi honor...
Él me ha quitado la vida... y la felicidad...
Pero a este ingrato... ¡lo amo todavía!...

LAS MUJERES
¡Estoy espantada!

LOS HOMBRES
¡Oh, qué noche de terror!

(es cada vez más evidente que María va a morir) 

RAMBALDO
¡Traed alguna medicina!...
¡Alguien que la socorra!...

MARÍA
¡No!...

(quitándose las vendas de la herida) 

RAMBALDO, CORO
¡Qué horror!...

MARÍA
Ahora me espera una infame tumba...
sin oraciones... sin llantos...

(a Rambaldo)

Tú eres el único que quedas
para ir a llevarme una flor...
¡Desfallezco!... 
¡El frío de la muerte recorre mi cuerpo!...

(volviéndose a donde está Conrado) 

Me quitaste la vida... ¡y la salvación!...
Pero te perdono.. y.. te amo... todavía...

(cae muerta a sus pies) 

CORO
¡Mi alma está llena de pavor!...
¡Es una noche terror!...

CONRADO
(estupefacto)
¡Dios mío, me has castigado
dejándome con vida!



Escaneado y Traducido por:
Ángel Bermúdez 2004