LOS LOMBARDOS EN LA PRIMERA CRUZADA

 

 

 

Personajes

 

ARVINO

PAGANO

VICLINDA

GISELDA

PIRRO

ACCIANO

ORONTE

SOFÍA

EREMITA

UN MAGISTRADO

                  Hijo de Folco, señor de Ro   

                  Hijo de Folco, señor de Ro   

                      Esposa de Arvino

                  Hija de Arvino y Giselda

                      Escudero de Arvino

                      Tirano de Antioquía

                         Hijo de Acciano

                       Esposa de Oronte

      En realidad, Pagano retirado al desierto

        Magistrado de la ciudad de Milán

                        Tenor

                         Bajo

  
                 Soprano

                   Soprano

                         Bajo
 
                         Bajo

                        Tenor

                    Soprano

                         Bajo

                        Tenor

 

 

La acción se desarrolla en Milán y Tierra Santa durante la Primera Cruzada a finales del siglo XI.

 

 

ATTO PRIMO

(
La vendetta)




Quadro Primo



(
Milano. La Piazza di Sant'Ambrogio)


Scena Prima


(
S'ode lieta musica nel tempio)

CITTADINI

I
Oh nobile esempio!

II
Vedeste? nel volto
A tutti brillava la gioia del core.

I
Però di Pagano nell'occhio travolto
La traccia appariva del lungo terrore.

TUTTI
Ancor nello sguardo terribile e cupo
La fiera tempesta dell'animo appar;
Sarà, ma ben raro le furie del lupo
Nei placidi sensi d'agnel si mutâr.

DONNE
Nell'ora dei morti perché dal gran tempio
Diffondesi intorno festevole suono?
Oh dite!... che avvenne?

UOMINI
Quest'oggi sull'empio
Dal cielo placato discende il perdono:
Qui deve prostrarsi Pagano il bandito,
Che torna alle gioie del suolo natal!

DONNE
Narrate!... narrate! dal patrio suo lito
Qual mai lo cacciava destino fatal?

UOMIN
Era Viclinda - gentil donzella,
Vaga e fragrante - d'aura amorosa;
La gioventude - più ricca e bella
Ambiva, ardea - nomarla sposa,
Ma di Viclinda - l'alma innocente
D'Arvin si piacque, - sposo il chiamò;
Pagan spregiato - nel sen furente
Vendetta orrenda - farne giurò.
Un dì (dei morti - l'ora gemea)
Ivano al tempio - gli avventurati:
Quando improvviso - quell'alma rea
Fere il fratello - da tutti i lati;
Quindi rammingo - solo, proscritto,
Ai luoghi santi - corse a pregar.
Già da molt'anni - piange il delitto,
Ora gli è dato - fra i suoi tornar.

I
Or ecco!... son dessi!... vedete? sul volto
A tutti sfavilla la gioia del core.

II
Però di Pagano nell'occhio travolto
Appare la traccia del lungo terrore.

TUTTI
Ancor nello sguardo terribile e cupo
La fiera tempesta dell'animo appar;
Sarà, ma ben raro le furie del lupo
Nei placidi sensi d'agnel si mutâr.


Scena Seconda


(
Pagano, Arvino, Viclinda, Giselda, Pirro dal 

tempio, preceduti dai Priori della Città e da 
Servi che recano torcie, ecc., e detti)

PAGANO
(prostrato al suolo)
Qui nel luogo santo e pio,
Testimonio al mio delitto,
Perdon chiedo al mondo e a Dio,
Umilmente e in cuore afflitto.

ARVINO
Vieni! Il bacio del fratello
Del perdon ti sia suggello.

(Si baciano)

CORO
Viva Arvino!... oh nobii cor!...

VICLINDA, GISELDA
PIRRO, CORO

Pace!... Pace!...

PAGANO
(Oh mio rossor!)

GISELDA, VICLINDA, TUTTI
(ad Arvino)
Padre, t'assale un tremito!... - sposo, che fia?
Tinta la fronte - hai di pallore.
Di gioia immensa - ho pieno il core,
E tu dividerla - non vuoi con me?

ARVINO
(L'alma sul labbro - a me venia,
Ma ratto un gelo - mi scese al core;
In quegli sguardi - certo è il furore;
Destasi orrendo - sospetto in me)

PAGANO
(a Pirro)

Pirro, intendesti! - Cielo non fia
Che li assicuri - dal mio furore!
Stolti!... han trafitto - questo mio core,
Ed han sperato - pace da me!

PIRRO 
(a Pagano)
Signor, tuo cenno - legge a me fia.
Cento hai ministri - del tuo furore;
Di questa notte - nel cupo orrore
Siccome spettri - verremo a te.

CORO
S'han dato un bacio! - Quello non sia

Onde tradiva - Giuda il Signore!
Oh l'improvviso - silenzio al core
Di certa pace - nunzio non è!

UN PRIORE
Or s'ascolti il voler cittadino!
Tutti, al grido di Piero infiammati,
Te proclamano, o nobile Arvino,
Condottier dei Lombardi Crociati.

ARVINO
Io l'incarco difficile accetto,
Per lui dolce m'è il sangue versar;
Oh fratello! stringiamoci al petto;
Terra e ciel nostri giuri ascoltâr!

VICLINDA, GISELDA
PIRRO, CORO
All'empio che infrange la santa promessa,
L'obbrobrio, l'infamia sul capo ricada:
Un'ora di pace non venga concessa,
Si tinga di sangue la luce del dì.

ARVINO, PAGANO
Or basta!... né d'odio fra noi si ragioni.
Per dirci fratelli brandiamo la spada;
Voliamo serrati, siccome leoni,
Sugli empi vessilli che il Ciel maledì.


Scena Terza


CORO DI CLAUSTRALI
(Interno)
A te nell'ora infausta
Dei mali e del riposo,
Dal fortunato claustro
Sorge un pregar pietoso:
Alle tue fide vergini
Alle tue fide vergini
Tu colle meste tenebre
Pace nell'uom infondi;
Sperdi le trame ai perfidi,
L'empio mortal confondi,
E suonerà di cantici
Più lieti il dì novel.


Scena Quarta


(Pagano e Pirro)


PAGANO
Vergini!... il ciel per ora
A vostre preci è chiuso;
Non per esse men certa
In questa notte di vendetta fatale,
La lama colpirà del mio pugnale!
O Pirro, eppur quest'alma
Al delitto non nacque! Amor dovea
enderla santa o rea!
Sciagurata! hai tu creduto
Che oblïarti avrei potuto,
Tu nel colmo del contento,
Io nel colmo del dolor?
Qual dall'acque l'alimento
Tragge l'italo vulcano,
Io così da te lontano
Crebbi agli impeti d'amor.

PIRRO
Molti fidi qui celati
Pronti agli ordini già stanno.

PAGANO
Ch'io li vegga...

(Pirro accenna verso il giardino)

In tutti i lati
Essi il fuoco spargeranno


Scena Quinta


(Coro di Sgherri e detti)


PAGANO
Di perigli è piena l'opra!...
Molti servi Arvin ricetta;
Ma per me chi ben s'adopra
Largo è il premio che l'aspetta.

SGHERRI
Niun periglio il nostro seno
Di timor vigliacco assale;
Non v'è buio che il baleno
Non rischiari del pugnale;
Piano entriam con pie' sicuro
Ogni porta ed ogni muro;
Fra le grida, fra i lamenti,
Imperterriti, tacenti,
D'un sol colpo in paradiso
L'alme altrui godiam mandar.
Col pugnal di sangue intriso
Poi sediamo a banchettar!

PAGANO
O speranza di vendetta,
Già sfavilli nel mio volto;
Da tant'anni a me diletta
Altra voce non ascolto;
Compro un dì col sangue avrei
Quell'incanto di beltà;
Or alfine, or mia tu sei,
Altri il sangue spargerà.

SGHERRI
Comandare, impor tu dei,
Ben servirti ognun saprà.



Quadro Secondo



(Galleria nel Palazzo di Folco che mette dalla
sinistra nelle stanze di Arvino, dalla destra in 
altri appartamenti. La scena è illuminata da 
una lampada)



Scena Sesta


(Viclinda, Giselda, poi Arvino
)

VICLINDA

Tutta tremante ancor l'anima io sento...
No... dell'iniquo in viso
D'ira nube apparia, non pentimento.
Vieni, o Giselda!... un voto
In tal periglio solleviamo a Dio;
Giuriam, s'ei copre di suo manto pio
Tuo padre, il mio consorte,
Giuriam, che, nudo il pie', verremo al santo
Sepolcro orando.

ARVINO
(dalle sue stanze)
O sposa mia, ricovra
In quelle stanze omai, ma non coricarti.

GISELDA
Oh ciel... quale periglio?

ARVINO
È teco il padre mio.
Rumor di molti passi
Parvemi udir! dell'agitata mente
Esser potrebbe un gioco.
Va, sposa mia. 

(Parte)

GISELDA
Te, Vergin santa, invoco!

(Inginocchiandosi con Viclinda)

Salve Maria - di grazia il petto
T'empie il Signore - che in te si posa;
Tuo divin frutto - sia benedetto,
O fra le donne - l'avventurosa!
Vergine santa - madre di Dio,
Per noi tapini - leva preghiera,
Ond'Ei ci guardi - con occhio pio
Quando ne aggravi - l'ultima sera!

(Partono)


Scena Settima


(Pirro, Pagano)

PIRRO
Vieni!... già posa Arvino
Nelle sue stanze... un servo il disse.

PAGANO
Oh gioia!
Spegni l'infausta lampa...
La luce delle fiamme
Il trionfo schiarar di mia vendetta
Dovrà fra pochi istanti...
Attendi!

(Entra cautamente nelle stanze di Arvino)


Scena Ottava


(Pirro solo, indi Giselda, infine Pagano 

con pugnale insanguinato, e Viclinda)

PIRRO
(Vedesi nell'interno chiaror di fiamme)
Ma gli sgherri han sparso il foco!...
Qual rumore di spade ascolto!
Accorriam... nel duro giuoco
Ben cambiar saprò di volto.

(Parte sguainando la spada. Giselda 
attraversa la scena rapidamente)

VICLINDA
(trascinata da Pagano)
Scellerato!... - Oh sposo...

PAGANO
Il chiedi
Alla punta d'un pugnale...
Taci e seguimi.

VICLINDA
A' tuoi piedi
Pria morir!...

PAGANO
E chi mai vale
Per salvarti in queste soglie?
Niuno ormai da me ti scioglie;
Solo ai pianti, ai mesti lai

(L'incendio interno va estinguendosi)

Può risponderti lo sgherro.
Chi t'ascolti qui non hai...


Scena Nona


(Arvino, Giselda, Pirro, Armigeri, 

Servi con torcie, e Detti)

ARVINO
Io l'ascolto.

PAGANO
O mio stupor!!!
Pur di sangue ... è intriso il ferro...
Chi 'l versava?

VICLINDA, GISELDA
Il padre!...

TUTTI
(con Pagano, che lascia cadere il ferro)
Orror!!! Mostro d'averno orribile,
Nè a te (me) si schiude il suolo?
Non ha l'Eterno un fulmine
Che t'abbia (m'abbia) a incenerir?
Tu fai (Farò) col nome solo il cielo inorridir!

ARVINO
Parricida!... E tu pure trafitto
Sulla salma del padre morrai.

GISELDA
(frapponendosi)
Deh non crescer delitto a delitto!
Altra scena risparmia d'orror.

PAGANO
(ad Arvino)
Che?... ti fermi?... coraggio non hai?...
Mira... io stesso aprirò la ferita.

(Fa per uccidersi colla spada, ma 
vien fermato dagli Armigeri)

CORO
Sciagurato!... la vita, la vita
Ti fia strazio di morte peggior.

TUTTI
Va! (Ah!) sul capo ti grava l'Eterno
La condanna fatal di Caino;
Più che il foco e le serpi d'averno
Le tue (mie) carni il terror struggerà!
Va! (Ahi!) fra i fiori di lieto cammino,
Nelle grotte, fra i boschi sul monte.
Sangue ognor verserai (verserò) dalla fronte,
Sempre al dosso un demon ti (mi) starà.




ATTO SECONDO

(L'uomo della caverna)





Quadro Primo




(Sala nel Palazzo d'Acciano in Antiochia. 

Acciano è seduto sul trono, dinanzi a lui 
stanno gli Ambasciatori, Soldati e Popolo)


Scena Prima


AMBASCIATORI

È dunque vero?

ACCIANO
Splendere
Vid'io le inique spade!

AMBASCIATORI
Audaci!... a che le barbare
Lasciar natie contrade?
Di Maometto al fulmine
¡Noi li vedrem sparir!

ACCIANO
Forti, crudeli, esultano
Di stupri e di rapine;
Lascian dovunque un cumulo
Di stragi e di ruine...

AMBASCIATORI
Deh scendi, Allah terribile.
I perfidi a punir!

TUTTI
Or che d'Europa il fulmine
Minaccia i nostri campi
Vola per noi sui turbini,
Pugna per noi fra i lampi,
E sentirem nell'anima
Scorrere il tuo valor.
Giuriam!... Noi tutti sorgere
Come un sol uom vedrai,
Scordar le gare e accenderne
Un'ira sola omai;
Quale fia scampo ai perfidi,
Se tu ne infiammi il cor?

(Partono)


Scena Seconda


(Oronte e Sofia velata)


ORONTE
O madre mia, che fa colei?

SOFIA
Sospira,
Piange, i suoi cari chiama...
Pur l'infelice t'ama.

ORONTE
Mortal di me più lieto
Non ha la terra!

SOFIA
(Oh voglia, oh voglia Iddio
Schiarar così la mente al figlio mio!)

ORONTE
La mia letizia infondere
Vorrei nel suo bel core;
Vorrei destar coi palpiti
Del mio beato amore
Tante armonie nell'etere,
Quanti pianeti egli ha;
Ir seco al cielo ed ergermi
Dove mortal non va!

SOFIA
Oh! ma pensa che non puoi
Farla tua, se non ti prostri
Prima al Dio de' padri suoi.

ORONTE
Sien miei sensi i sensi vostri!

SOFIA
Oh mia gioia!

ORONTE
O madre mia!
Già pensai più volte in cor
Che sol vero il Nume sia
Di quell'angelo d'amor.
Come poteva un angelo
Crear sì puro il Cielo,
E agli occhi suoi non schiudere
Di veritade il velo?
Vieni, m'adduci a lei,
Rischiari i sensi miei;
Vieni, e nel ver s'acquetino
La dubbia mente e il cor!

SOFIA
Figlio, t'infuse un angelo
Per tua salute amor



Quadro Secondo




(Prominenze di un monte praticabili 

in cui s'apre una caverna)


Scena Terza


(Un eremita)


EREMITA
E ancor silenzio!
Oh quando, quando al fragor dell'aure e del torrente
Suono di guerra s'unirà?...
Quest'occhi, sempre immersi
Nel pianto, oh non vedranno
Balenare dai culmini del monte
I crociati vessilli?
Dunque il lezzo a purgar del gran misfatto
Mai non potran mie mani
L'empie bende squarciar dei Mussulmani?
E ancor silenzio! - Oh folle!
E chi son io perché m'arrida all'alma
Iri di pace? E giusto Iddio soltanto:
Sia per lui benedetto il duolo e il pianto:
Ma quando un suon terribile
Dirà che Dio lo vuole,
Quando la croce splendere
Vedrò qual nuovo sole,
Di giovanil furore
Tutto arderammi il core,
E la mia destra gelida
L'acciaro impugnerà:
Di nuovo allor quest'anima
Redenta in ciel sarà.
Ma chi viene a questa volta?
Mussulman la veste il dice.
Ritiriamoci...


Scena Quarta


(Pirro e detto)


PIRRO
Oh! ferma!... ascolta
Per pietade, un infelice!
Già per tutto è sparso il suono
Delle sante tue virtù!
Dimmi, ah dimmi, qual perdono
Ottener poss'io quaggiù!
Io son Pirro, e fui Lombardo,
Prestai mano a un parricida;
Qui fuggendo, da codardo
Rinnegata ho la mia fe';
Il terrore, il duol mi guida
Supplichevole al tuo pie'.

EREMITA
Sorgi e spera!...


PIRRO
A me fidate d'Antiochia son le mura.

(S'odono suoni in lontananza)

EREMITA
Qual rumor!

PIRRO
Son le crociate
Genti sparse alla pianura.

EREMITA
Ciel... che ascolto! il ver tu dici?

(Al colmo dell'entusiasmo)

Va, con me sei perdonato!
Dio, gran Dio degli infelici,
Niun confine ha tua pietà.
Pirro!... Ebbene! pel tuo peccato
Offri al ciel la rea città.

PIRRO
Uomo santo, a te lo giuro,
Questa notte, io stesso, io stesso
Schiuderò per l'empio muro
Al mio popolo un ingresso!

EREMITA
Ma il rumor cresce, s'avanza...
Ciel! Lombardi!

PIRRO
Ah! sì, Lombardi.

EREMITA
Va!... ti fia secura stanza la caverna.


Scena Quinta


(L'Eremita entra nella Caverna con Pirro, ed esce

con un elmo e con una spada. Intanto si schierano 
sul monte i guerrieri Crociati preceduti da Arvino)

EREMITA
Al tuo guerrier
Oh sfavilla ancora ai guardi,
Brando antico, o mio crinier!

(Si pone l'elmo e cala la visiera)

ARVINO
Sei tu l'uom della caverna?

EREMITA
Io lo son; da me che vuoi?

ARVINO
Le tue preci! Ah l'ira eterna
Tu placar per me sol puoi!

EREMITA
Oh! sai tu qual uomo invochi?

ARVINO
Tutti parlano di te;
Narran tutti in questi lochi
Dio si mostri alla tua fe'!
Odi!... un branco mussulmano
Ha la figlia a me rapita;
Io tentai seguirli invano,
Già la turba era sparita.

EREMITA
Dimmi! gente hai tu valida e molta?

ARVINO
Sì...

EREMITA
Vedrai la tua figlia diletta.

ARVINO
Tutta Europa là vedi raccolta,

(Conducendolo sull'altura)

Al voler di Goffredo soggetta!

EREMITA
Oh mia gioia!... la notte già scende!...
Me seguite, o Lombardi fratelli;
Questa notte porrete le tende,
Io lo giuro, nell'alta città!

ARVINO
Santo veglio, che a gloria ci appelli,
Le tue fiamme in noi serpono già!

TUTTI
Stolto Allah... sovra il capo ti piomba
Già dell'ira promessa la piena;
Santa voce per tutto rimbomba,
Proclamante l'estremo tuo dì.
Già la Croce per l'aure balena
D'una luce sanguigna, tremenda;
È squarciata la barbara benda.
L'infedele superbo fuggì.



Quadro Terzo



(Recinto dell'Harem)


Scena Sesta


(Coro di donne che accompagnano Giselda, la 

quale si abbandona mestamente sopra un sedile)

DONNE
La bella straniera che l'alme innamora!
Venite, venite, danziamole intorno;
Perché sempre gli occhi di lagrime irrora,
Se tutte ha le gioie di questo soggiorno?
D'Oronte ella sola nell'animo impera...
La bella straniera, la bella straniera!
Perché tu lasciasti le case dei padri?
Mancavano amanti là forse al tuo core?
Veggiamo, veggiamo quegli occhi leggiadri,
Che son d'Oriente novello splendore.
Noi siamo d'ancelle vilissima schiera...
Qual brama servigio la bella straniera.
Oh stolta! Oh superba! Quegli occhi, che il foco
Acceser nel prence d'amor scellerato,
Vedran dei parenti la morte fra poco,
Il turpe vessillo nel sangue bruttato.
Partiamo, ella forse vuol sciorre preghiera...
La bella straniera!... la bella straniera!


Scena Settima


(Giselda)


GISELDA
(sorgendo impetuosamente)
Oh madre, dal cielo soccorri al mio pianto,
Soccorri al mio core, che pace ha perduto!
Perche mi lasciasti?...
D'affetto non santo

M'aggravan le pene!...
Deh porgimi aiuto!

Se vano è il pregare che a me tu ritorni.
Pregare mi valga d'ascendere a te.
Un cumulo veggo d'orribili giorni,
Qual tetro fantasma, piombare su me!

DONNE
(interno)
Chi ne salva?

GISELDA
Quai grida!... quai grida!...

DONNE
Oh fuggiamo!..

UOMINI

S'uccida, S'uccida!


Scena Ottava


(Soldati turchi inseguiti dai Crociati, 
indi Donne dell'Harem e Sofia)

DONNE
Chi ne salva dal barbaro
Se il Profeta i suoi fidi lasciò?

GISELDA
I Crociati!...

SOFIA
O Giselda, un indegno
Tradimento i nemici guidò!
Sposo e figlio mi caddero ai piedi.

GISELDA
Ahi che narri?

SOFIA
Il furente, oh lo vedi
Che li uccise!


Scena Nona


(Arvino, l'Eremita e Cavalieri Lombardi)


GISELDA
(coprendosi il volto colle mani)
Mio padre!... egli stesso!...

EREMITA
(additando Giselda)
Ecco, adempio a' miei detti, o signor.

ARVINO
Mia Giselda! ritorna all'amplesso
Di tuo padre!...

GISELDA
(
retrocede inorridita)
Qual sangue!

SOFIA
Oh dolor!

GISELDA
(quasi colpita da demenza)
No!... giusta causa - non è d'Iddio
La terra spargere - di sangue umano;
È turpe insania - non senso pio
Che all'oro destasi - del mussulmano!
Queste del cielo - non fûr parole...
No, Dio nol vuole - No, Dio nol vuole!

EREMITA, CORO
Che ascolto?


ARVINO, SOFIA

O misera!

GISELDA
Qual nera benda
Agli occhi squarciami - forza divina!
I vinti sorgono - vendetta orrenda
Sta nelle tenebre - d'età vicina!
A niuno sciogliere - fia dato l'alma
Nel suoi 've l'aure - prime spirò!
L'empio olocausto - di umana salma
Il Dio degli uomini - sempre sdegnò.

ARVINO
Empia!... sacrilega!

GISELDA
Gioco dei venti
Già veggo pendere - le vostre chiome;
Veggo di barbari - sorger torrenti,
D'Europa stringere - le genti dome!
Ché mai non furono - di Dio parole
Quelle onde gli Uomini - sangue versâr.
No, Dio nol vuole - No, Dio nol vuole;
Ei sol di pace - scese a parlar!

EREMITA
Ah taci, incauta.

ARVINO
(cavando il pugnale)
Possa tua morte
Il detto sperdere - del labbro osceno!

EREMITA, SOFIA, CORO
(fermandolo)
Che fai? La misera - duolo ha sì forte
Che, ben lo vedi, - ragion smarrì!

ARVINO

Incauta, ragion smarrì.

(*) GISELDA
Ferisca... oh squarci - questo mio seno
La man che Oronte pur or ferì!


CORO
Lasciam l'indegna - che il vergin core
Ad empio amore - schiudere ardì.

(*)Estos últimos versos aparecen en varios 
libretos consultados, mas no en las grabaciones 
oídas de la ópera.




ATTO TERZO

(La conversione)




Quadro Primo



(La Valle di Giosafat sparsa di varii colli
praticabili, fra i quali primeggia quello degli
Ulivi. In lontananza vedesi Gerusalemme)



Scena Prima



(Cavalieri Crociati, Donne, Pellegrini, che
escono in processione a capo scoperto)


CORO
(di dentro)
Gerusalem... Gerusalem... la grande,
La promessa città!
Ho sangue bene sparso... le ghirlande
D'Iddio s'apprestan già!

(Escono)

Deh per i luoghi che veder n'è dato,
E di pianto bagnar,
Possa nostr'alma coll'estremo fato
In grembo a Dio volar!

PELLEGRINI
Gli empi avvinsero là fra quei dirupi
L'Agnello del perdon:
A terra qui cadean gli ingordi lupi
Quand'Ei rispose: Io son!
Sovra quel colle il Nazarén piangea
Sulla città fatal;
È quello il monte, onde salute avea
Il misero mortal!

TUTTI
Deh per i luoghi che veder n'è dato,
E di pianto bagnar,
Possa nostr'alma coll'estremo fato
In grembo a Dio volar!
O monti, o piani, o valli eternamente
Sacri ad uman pensier!
Ecco arriva, ecco arriva il Dio vivente
Terribile guerrier!

(S'allontanano per la valle)


Escena Seconda



(Giselda)

GISELDA
Dove sola m'inoltro?
Nella paterna tenda
Mi mancava il respir...
d'aura m'è duopo,
D'aura libera!
Tutto è qui deserto...
Tacquero i canti...
sol mia mente
Al cielo non vola...
Ah! l'alma mia
Non ha pensiero,
che d'amor non sia!


Scena Terza


(Oronte in costume lombardo e detta)


ORONTE
Giselda!

GISELDA
Oh ciel!... traveggo?

ORONTE
Ah no!... d'Oronte
Stai fra le braccia!

GISELDA
Ah sogno egli è!... la fronte
Ch'io t'innondi di lagrime!

ORONTE
Oh Giselda!Dunque di me non ti scordasti?

GISELDA
Ahi come
Ti piansi estinto!

ORONTE
Dal nemico brando
Sol fui gittato al suolo;
Speranza di vederti anco una volta
Vile mi fe'... presi la fuga... errante
Andai di terra in terra,
Veste mutai, seguendo il mio desire
Di vederti una volta, e poi morire.

GISELDA
Oh non morrai!...

ORONTE
Tutto ho perduto! amici,
Parenti, patria... il soglio...
Con te la vita!...

GISELDA
No! seguirti io voglio.
Teco io fuggo!

ORONTE
Tu?... che intendo!

GISELDA
Vo'seguire il tuo destino.

ORONTE
Infelice!... è un voto orrendo.
Maledetto è il mio cammino.
Per dirupi e per foreste
Come belva errante io movo;
Giuoco ai venti e alle tempeste
Spesso albergo ho un antro, un covo!
Avrai talamo l'arena
Del deserto interminato,
Sarà l'urlo della jena
La canzone dell'amor!
Io, sol io sarò beato
Nell'incendio del mio cor!

GISELDA
Oh t'affretta!... ad ogni istante
Ne sovrasta fier periglio!

ORONTE
Ben pensasti?

GISELDA
Il core amante
Più non ode altro consiglio.

ORONTE
Oh mia gioia! or sfido tutto
Sulla terra, il male, il lutto!... 
Vien!... son teco!

GISELDA
Ah sì! tu sei
Patria, vita e ciel per me!

ORONTE
Ah del regno che perdei
Maggior bene or trovo in te!

GISELDA
O belle, a questa misera,
Tende lombarde, addio!
Aura da voi diffondesi
Quasi di ciel natio!...
Ah!... più divino incanto
Da voi mi toglie in pianto!
Madre, perdona!... un'anima

ORONTE
Fuggi, abbandoni, o misera,
L'amor de' tuoi pel mio!
Per te, lombarda vergine,
Tutto abbandono anch'io...
Noi piangerem d'un pianto
Avremo un cor soltanto!
Lo stesso Dio che veneri
Avrà mie preci ancor!

VOCI INTERNE
All'armi!

ORONTE
Che ascolto!

GISELDA
Prorupper le grida
Dal campo lombardo... Pavento per te!

AMBI

Fuggiamo!...
Sol morte nostr'alme divida...
Né cielo, né terra può toglierti a me!



Quadro Secondo




(Tenda d'Arvino)


Scena Quarta


(Arvino)


ARVINO
Che vid'io mai?...
Furor, terrore a un tempo
M'impiombarono al suol!...
Ma sui fuggenti
Via portati dall'arabo corsiero
L'uom si gettò della caverna!...
A un lampo tutti agli sguardi mi sparîr.
Ahi vile! Empia!
all'obbrobrio di mia casa nata!
Fossi tu morta in culla
Sacrilega fanciulla,
Sorgente rea di guai!
Oh non t'avessi generata io mai!


Scena Quinta


(Cavalieri Crociati e detto)


ARVINO
Qual nuova?

CORO
Più d'uno - Pagano ha notato
Discorrer le tende - del campo crociato.

ARVINO
Per Dio!...

CORO
Chi lo guida - per santo cammino?
L'infame assassino - chi venne a tradir?
Fra tante sciagure - non vedi la mano
Del cielo sdegnato - per l'empio germano?
Vendetta feroce - persegua l'indegno,
Di tutti allo sdegno - non puote sfuggir.

ARVINO
(al colmo dell'ira)
Sì!... del ciel che non punisce
Emendar saprò l'errore;
Il mio brando già ferisce,
Già trafigge all'empio il core;
Spira già l'abbominoso,
Io lo premo col mio piè!
Se in Averno ei fosse ascoso,
Più sfuggir non puote a me.



Quadro Terzo



(
Interno di una grotta. Da un'apertura 
in fondo vedonsi le rive del Giordano)


Scena Sesta


(Giselda che sostiene Oronte ferito)


GISELDA
(adagiandolo sopra un masso)
Qui posa il fianco!... Ahi lassa!
Di qual ferita l'hanno offeso i crudi!

ORONTE
Giselda! io manco!...

GISELDA
A qual mercede orrenda
Alla mia fe' tu dai...


ORONTE
Io manco!...

GISELDA
Ah taci!... oh! taci!
Tu sanerai... le vesti mie già chiusa
Han la crudel fenta...

ORONTE
Invano, invano
Pietosa a me tu sei.

GISELDA
Or tu m'ascolta, o Dio de' padri miei!

(Fuori di sé)

Tu la madre a me togliesti,
M'hai serbata a dì funesti...
Sol conforto è al pianto mio
Questo amore e il togli a me...
Tu crudel!...


Scena Settima


(L'Eremita, e detti)

EREMITA
Chi accusa Iddio?...
Questo amor delitto egli è!

GISELDA
(atterrita)
Qual mi scende al cor favella?

ORONTE
Chi sei tu?

EREMITA
Son tal che vita
Annunciar ti può novella,
Se ti volgi a nostra fè.

GISELDA
Dio l'inspira!

ORONTE
Ah sì... compita,
O Giselda, hai l'opra... Omai!
Io... più volte il desiai.
Uom d'Iddio... t'appressa a me!

EREMITA
Sorgi!... il ciel non chiami invano.
Le sue glorie egli ti addita;
L'acque sante del Giordano
Sian lavacro a te di vita!

GISELDA
Or non più dinanzi al cielo
È delitto il nostro amor!
Vivi... ah vivi!...

ORONTE
Al petto... anelo
Scende insolito... vigor!
Qual voluttà trascorrere
Sento di vena... in vena!


(A Giselda)

Più non mi reggo... aitami...
Io ti discerno appena!

GISELDA
Deh non morire! attendimi,
O mia perduta speme!
Vissuti insiem nei triboli,
Noi moriremo insieme.

EREMITA
L'ora fatale ed ultima
Volga le menti a Dio;
Si avvivi il cor d'un palpito
Solo celeste e pio.

ORONTE
T'accosta!... oh nuovo incanto!
Bagnami col tuo pianto...
In ciel ti attendo... affrettati...
Tu... lo schiudesti a me.

GISELDA
Donna che t'amò tanto
Puoi tu lasciar nel pianto?
Perché mi vietan gli angeli
Il ciel dischiuso a te?

EREMITA
Se qui l'amor di pianto
Ebbe mercé soltanto,
Sperate!... un dì fra gli angeli
Di gioia avrà mercé!




ATTO QUARTO 

(Il Santo Sepolcro)




Quadro Primo



(Caverna, pressa Gerusalemme)


(*) Scena Prima

(*)Esta escena aparece en varios libretos
consultados, mas no en las grabaciones 
oídas de la ópera.


(Giselda è abbandonata sopra 
un sasso. Entrano l'Eremita ed Arvino)

EREMITA
(additando Giselda)
Vedi e perdona!

ARVINO
Oh figlia mia!

EREMITA
Nell'aspro
Cammino a stento io qui la trassi; agli occhi
Tuoi paterni tre giorni io la celai
Temendo l'ira tua. Vedi! l'afflitta,
Arsa e consunta dall'orrenda sete,
Ond'ha flagello il campo tutto, or solo
Chiuse gli occhi al riposo.

ARVINO
noi turbiam!... Ma tu chi se', pietoso?
Deh noto alfin mi sia
Chi tanto vegli sovra me! Sovente
Io ti vidi combattermi vicino,
E usbergo farmi del tuo petto.

EREMITA
O Arvino,
Tu lo saprai!... Ma di Giselda solo
Or ne prema l'affanno;
Vieni, cerchiam per ogni dove stilla
Che torni ad avvivar la sua pupilla.


Scena Seconda


(Giselda sola; ella è sorpresa in 
sogno da una visione di Spiriti celesti)

CELESTI
Componi, o cara vergine,
Alla letizia il viso.
Per te redenta un'anima
S'indiva in paradiso;
Vieni, che il ben dividere
Seco fia dato a te.
Vieni, vieni...

GISELDA
(alzandosi e continuando a sognare)
Oh! di sembianze eteree
L'antro splendente io scerno;
Ah sì... t'affretta a sorgere,
Alba del giorno eterno.
Oronte
!... Ah tu fra gli angeli?
Perché non parli a me?

ORONTE
In cielo benedetto,
Giselda, per te sono!...
Il mio pregar accetto
D'Iddio già sale al trono!
Va, grida alla tua gente,
Che afforzi la speranza,
Del Siloe la corrente
Fresch'onde apporterà.

(Sparisce la visione)

GISELDA
(svegliandosi per la grande agitazione)
Qual prodigio!... Oh in nera stanza
Or si muta il paradiso?...
Sogno ei fu?... ma d'improvviso
Qual virtude in cor mi sta?
Non fu sogno!.. in fondo all'alma
Suona ancor l'amata voce,
De' beati ancor la palma
In sua man vegg'io brillar.
O guerrieri della croce,
Su Correte ai santi allori!
Scorre il fiume già gli umori
L'egre membra a ravvivar.



Quadro Secondo



(Le Tende Lombarde presso 
al Sepolcro di Rachele)


Scena Terza


CROCIATI, PELLEGRINI, DONNE
O Signore, dal tetto natio
Ci chiamasti con santa promessa,
Noi siam corsi all'invito d'un pio,
Giubilando per l'aspro sentier.
Ma la fronte avvilita e dimessa
Hanno i servi già baldi e valenti!
Deh! non far che ludibrio alle genti
Sieno, Cristo, i tuoi fidi guerrier!
O fresc'aure volanti sui vaghi
Ruscelletti dei prati lombardi!
Fonti eterne! purissimi laghi!...
O vigneti indorati dal sol!
Dono infausto, crudele è la mente
Che vi pinge sì veri agli sguardi,
Ed al labbro più dura e cocente
Fa la sabbia d'un arido suol!...

VOCI INTERNE
Al Siloe! al Siloe!

CORO
Quali voci!


Scena Quarta


(Giselda, Eremita, Arvino e Detti)

GISELDA
Il cielo
Ha le preghiere degli afflitti accolto!
Tutte le genti stanno all'acque intorno
Che il Siloe manda!

CORO
Oh gioia!... Oh gioia!...

ARVINO
Udite or me, Lombardi!
Dissetato il labbro,
Ultimi certo non sarete voi
A risalir le abbandonate mura!
Noi prevedono gli empi....
Ecco!... le trombe
Squillano del Buglion! La santa Terra
Oggi nostra sarà.

TUTTI
Sì!... Guerra! Guerra!
¡Guerra! guerra! s'impugni la spada,
Affrettiamoci, empiamo le schiere;
Sulle bende la folgore cada,
Non un capo sfuggire potrà.
Già rifulgon le sante bandiere
Quai comete di sangue e spavento;
Già vittoria sull'ali del vento
Le corone additando ci va!



Quadro Terzo



(Le Tende d'Arvino)


Scena Quinta


(Dopo lungo rumore di battaglia entra 

l'Eremita sorretto da Giselda ed Arvino)

ARVINO
Questa è mia tenda...
Qui tue membra puoi,
Sventurato, adagiar... 
Ma tu non parli?

GISELDA
Ahi vista! in ogni parte
Egli è ferito... Sulle mura ei primo
Correa gridando.

EREMITA
Via da me!... Chi siete?

ARVINO
Guarda! sovvienti! Presso
D'Arvin tu sei.

EREMITA
(guardandosi le mani)
D'Arvin? Qual nome!... Ah taci!
Taci!... D'Arvin questo è pur sangue! Oh averno!
Schiuditi a' piedi miei!... 
Sangue è del padre!

ARVINO
Che parli tu?

GISELDA
Ti calma!
Vedi, tu se' fra noi... presso l'afflitta
Che tu salvasti.

EREMITA
Oh voce!... Oh chi rischiara
La mente e m'apre il cor? Tu sei, tu sei
L'angelo del perdono!

ARVINO
Favella... Chi sei tu?...

EREMITA
Pagano io sono.

ARVINO E GISELDA
Ciel!... Che ascolto?

PAGANO
Un breve istante
Solo resta a me di vita...
O fratello!... a Dio davante
Dee quest'alma comparir!
La mia pena... è omai compita!
Non volermi... maledir!

GISELDA
Padre, in Dio lo vedi estinto;
È sua colpa in ciel rimessa.

PAGANO
Oh fratello!...

ARVINO
(abbracciandolo)
Hai vinto, hai vinto!

ARVINO, GISELDA
Anche l'uom ti assolverà.

PAGANO
Me felice!...
Or sia... concessa...
A' miei sguardi la città.


Scena Ultima


(S'apre la tenda e vedesi Gerusalemme;
sulle mura, sulle torri sventolano le bandiere
della Croce illuminate dai primi raggi del
Sole oriente)

(Pellegrini, donne e guerrieri crociati)

I LOMBARDI
Te lodiamo, gran Dio di vittoria,
Te lodiamo, invincibil Signor!
Tu salvezza, tu guida, tu gloria
Se' de' forti che t'aprono il cor!

PAGANO
Oh Dio!... di quale contento
Degni or tu... l'assassino... che muor!
Tu sovvieni... all'estremo momento
L'uom che il mondo... copriva d'orror!

ARVINO
O Pagano!... Gli sguardi clementi
A miei falli rivolga il Signor,
Come a te negli estremi momenti
Il fratello perdona in suo cor.

GISELDA
Va felice! Il mio sposo beato,
La mia madre vedrai nel Signor:
Di' che affrettino il giorno bramato
Che col loro si eterni il mio cor.

FINE



PRIMER ACTO

(La venganza)




Cuadro Primero



(
Milán. Plaza de San Ambrosio)


Escena Primera


(
Se escucha alegre música dentro del templo)

CIUDADANOS
I
¡Oh, qué noble ejemplo!

II
¿Visteis? En el rostro de todos 
brillaba la alegría de sus corazones.

I
Pero en los abrumados ojos de Pagano
se notaban señas de un antiguo terror.

TODOS
Incluso en la mirada terrible y sombría,
la feroz tempestad de su alma trasluce;
será, pero muy raro es que la furia del lobo
se transforme en el tranquilo proceder del cordero.

MUJERES
¿Por qué salen del gran templo
sonidos de fiesta en la hora de los muertos?
¡Oh, decid!... ¿Qué sucede?

HOMBRES
Que hoy sobre el impío
desciende el perdón del aplacado Cielo.
¡Aquí se postrará Pagano, el bandido,
que vuelve a la felicidad de su tierra natal!

MUJERES
¡Contadnos!... ¿Qué fatal destino
lo trae a las orillas de su patria?

HOMBRES
Era Viclinda - gentil doncella,
etérea y perfumada - aura de amor;
los jóvenes - más ricos y hermosos
aspiraban, ardían - en hacerla su esposa,
pero de Viclinda - la inocente alma
en Arvino se complació, - y como esposo lo deseó;
Pagano, desdeñado, con la furia en su corazón
venganza horrible - hacerla juró.
Un día (como ahora - a la hora de los muertos)
iba al templo - la feliz pareja:
cuando de repente - esa alma condenada
hirió al hermano - en numerosos sitios;
huyó después - solo, proscrito,
y a los Santos Lugares - corrió a rezar.
Ya hace muchos años - que llora su delito,
ahora se le ha permitido - tornar entre los suyos.

I
¡Helos aquí!... ¡Son ellos!... ¿Veis? en el rostro
de todos brilla la alegría de su corazón.

II
Pero en los abrumados ojos de Pagano
se notan las señas de un antiguo terror.

TODOS
Incluso en la mirada terrible y sombría
la feroz tempestad de su alma trasluce;
será, pero muy raro es que la furia del lobo
se transforme en el tranquilo proceder del cordero.


Escena Segunda


(
Pagano, Arvino, Viclinda, Giselda, Pirro salen 
del templo, precedido de los magistrados de la
ciudad y de siervos con antorchas, etc)

PAGANO
(postrándose en el suelo)
Aquí, en este lugar santo y piadoso,
testigo de mi delito,
perdón pido al mundo y a Dios,
humildemente y con el corazón contrito.

ARVINO
¡Ven! El beso del hermano
sea la garantía del perdón.

(Se besan)

CORO
¡Viva Arvino!... ¡Oh, noble corazón!...

VICLINDA, GISELDA
 PIRRO, CORO
¡Paz!... ¡Paz!...

PAGANO
(¡Oh, vergüenza mía!)

GISELDA, VICLINDA, TODOS
(a Arvino)
Padre, ¡te noto temblar!... - esposo, ¿qué te ocurre?
Teñida la frente - tienes de palidez.
De inmensa alegría - tengo lleno el corazón,
¿y tú no quieres - compartirla con nosotros?

ARVINO
(El alma a mis labios - anima,
pero un repentino frío - atrapó mi corazón;
en esos ojos - veo claro el furor;
despertando una horrenda - sospecha en mi)

PAGANO
(a Pirro)
Pirro
, ¿has visto? - ¡El propio Cielo no sería
capaz de protegerlos - de mi furor!
¡Insensatos!... han traspasado - mi corazón,
¡Y esperan - de mí la paz!

PIRRO 
(a Pagano)
Señor, cualquier signo tuyo - es ley para mí.
Cien siervos tienes - de tu furor;
en el sombrío horror - de esta noche
como espectros - iremos junto a ti.

CORO
¡Se han besado! - ¡Ojalá no sea
con el que traicionó - Judas al Señor!
¡Oh, el repentino - silencio de su corazón
de verdadera paz - no es anuncio!

UN MAGISTRADO
¡Escuchemos la voluntad de los ciudadanos!
Todos, inflamados por Pedro (el Ermitaño),
te proclamamos, ¡oh, noble Arvino!
jefe de los Cruzados Lombardos.

ARVINO
Acepto este difícil encargo,
por ellos sería dulce derramar mi sangre.
¡Oh, hermano, abracémonos!
¡La tierra y el cielo escucharán nuestro juramento!

VICLINDA, GISELDA
PIRRO, CORO
Al malvado que incumpla la santa promesa,
caiga el oprobio y la infamia sobre su cabeza;
que jamás encuentre una hora de paz,
que se tiña de sangre para él la luz del día.

ARVINO, PAGANO
¡Basta!... Que no exista el odio entre nosotros.
Como hermanos que somos, tomemos la espada.
¡Seremos terribles leones
contra las banderas que el Cielo maldijo!


Escena Tercera


MONJES
(Fuera de escena)
Hacia Ti, en esta hora infausta
de las desgracias y del reposo,
desde el dichoso claustro
surge una piadosa oración:
Abre en sus sueños el Cielo
a tus fieles vírgenes.
Tú, en las tristes tinieblas
infundes paz al hombre;
Dispersa la insidias de los pérfidos,
confunde a los mortales impíos,
Y sonarán los cánticos
más alegres, en el nuevo día.


Escena Cuarta


(
Pagano y Pirro)

PAGANO
¡Vírgenes!... El Cielo, por ahora,
está cerrado a vuestras preces.
Y para que sea más cierto
en esta noche de fatal venganza,
¡
la hoja de mi puñal golpeará!
¡
Oh Pirro, pero este alma
no nació para el crimen! 
¡El amor la haría santa o malvada!
¡Desgraciada! ¿Has creído
que habría podido obligarte,
a ti, en el colmo de la felicidad,
yo, en el límite del dolor?
Como son alimentados por el agua
los volcanes italianos,
yo, tan lejos de ti,
he nutrido los ímpetus del amor.

PIRRO
Muchos fieles, aquí escondidos,
están esperando tus órdenes.

PAGANO
Muéstramelos...

(Pirro hace una señal hacia el jardín)

En todas direcciones
se perciben sus fuegos.


Escena Quinta


(
Coro de esbirros y los anteriores)

PAGANO
¡Llena de peligro está la obra!
Arvino tiene muchos seguidores,
pero para aquellos que sepan servirme bien
grande es el premio que les espera.

ESBIRROS
Ningún peligro en nuestros corazones
despierta cobarde temor;
ni las tinieblas más espesas
apagan el brillo de nuestro puñal;
despacio entremos, con pie seguro,
por cualquier puerta, por cualquier muro;
entre gritos, entre lamentos,
impasibles y mudos,
de un solo golpe al Paraíso
las almas de otros gustaremos mandar.
¡Y luego, con el puñal tinto en sangre,
nos sentaremos al banquete!

PAGANO
Oh, ilusión de la venganza
ya resplandeces en mi rostro;
hace ya tantos años que te amo
que otra voz distinta no escucho;
habría comprado con sangre un día
ese encanto de belleza;
ahora, al fin, ya mía tú eres,
y la sangre de otros se derramará.

ESBIRROS
Habla, danos tus órdenes,
cada uno de nosotros servirte bien sabrá.



Cuadro Segundo



(
Galería del Palacio de Folco. A la izquierda 
se encuentran las habitaciones de Arvino. 
La escena se encuentra iluminada por una 
lámpara)


Es
cena Sexta


(Viclinda, Giselda, y después Arvino)

VICLINDA
Aún siento
temblar toda mi alma...
No... de aquel malvado en el rostro
una nube de ira apareció, no de arrepentimiento.
¡
Ven, oh Giselda!... Un voto
en tal peligro elevemos a Dios.
Juremos que si Él protege con su manto piadoso
a tu padre y esposo mío,
juremos que, descalzas, iremos a orar
ante el Santo Sepulcro.

ARVINO
(entrando de sus habitaciones)
¡
Oh, esposa mía, retírate
a tus habitaciones, pero no te acuestes todavía!

GISELDA
¡
Oh, cielos!... ¿Estamos en peligro?

ARVINO
Y también mi padre.
¡Rumor de muchos pasos me pareció oír! 
Pero quizá fuera un engaño 
de mi agitada mente.
Retírate, esposa mía. 

(Se marcha)

GISELDA
¡A ti, Virgen Santa, me dirijo!

(Arrodillándose con Viclinda)

Ave María - llena de gracia
el Señor es contigo - que en ti puso sus ojos;
tu divino fruto - sea bendito,
¡Oh, entre la mujeres - la bendita!
Virgen Santa - Madre de Dios,
por nosotros, pobres pecadores, - ruega,
para que Él nos mire - con ojos misericordiosos
¡Cuando nos llegue - la última hora!

(Salen ambas)


Escena Séptima


(Pirro
y Pagano)

PIRRO
¡Ven!... ya descansa Arvino
en sus habitaciones... me lo ha dicho un siervo.

PAGANO
¡Oh, alegría!
¡
Apagad esa inoportuna lámpara!...
La luz de las llamas
marcará el triunfo de mi venganza
dentro de pocos instantes...
¡Esperad aquí!

(
Entra cautelosamente en las estancias de Arvino)


Escena Octava


(Pirro
solo, luego Giselda, finalmente Pagano 
con un puñal ensangrentado, y Viclinda)

PIRRO
(Se ve en el interior el resplandor de las llamas)
¡Oh, los esbirros han extendido el fuego!...
¿Qué es ese ruido de espadas?
¡
Corramos!... En este juego salvaje
sabré cómo cambiar de rostro.

(Sale desenvainando la espada. Giselda 
atraviesa la escena rápidamente)

VICLINDA
(arrastrada por Pagano)
¡Villano!... ¡Oh, esposo mío!...

PAGANO
Lo pide
la punta de un puñal...
¡
Calla y sígueme!

VICLINDA
¡Antes morir
a tus pies!...

PAGANO
¿Y quién podría
salvarte en este lugar?
Nadie podrá arrebatarte de mí.
Sólo un sicario podría responder

(El incendio interior va extinguiéndose)

a tus gritos y llantos.
Nadie hay aquí que pueda oírte...


Escena Novena


(
Arvino, Giselda, Pirro,  guardias, 
siervos con antorchas, y los anteriores)

ARVINO
¡
Yo la oigo!

PAGANO
¡Oh, estupor!
Entonces
¿con qué sangre... he manchado mi acero?
¿De quién la he derramado?

VICLINDA, GISELDA
¡Es de tu padre!...

TODOS
(con Pagano, que deja caer su arma)
¡Horror! ¡Monstruo del averno horrible!
¿No se abrirá el suelo a tus (mis) pies?
¿Non tiene el Eterno un rayo
que te (me) convierta en cenizas?
¡Tu (Mi) nombre hace horrorizarse al cielo!

ARVINO
¡Parricida!... Tú también caerás atravesado
sobre el cadáver de nuestro padre.

GISELDA
(interponiéndose)
¡Ah, no corones un crimen con otro crimen!
Ahórranos otra escena de horror.

PAGANO
(a Arvino)
¿Qué?... ¿Te detienes?... ¿No tienes valor?...
Mira... yo mismo me abriré la herida.

(Intenta herirse con la espada, 
pero se lo impiden los guardias)

CORO
¡Maldito!... que la vida, sí, la vida
sea para ti un tormento peor que la muerte misma.

TODOS
¡Vete! ¡Ah! Que en tu frente te grave el  Eterno
la condena fatal de Caín.
Más que el fuego y las serpientes del Infierno
¡
tu (mi) carne el terror devorará!
¡Vete! ¡Ay! Entre las flores del alegre camino,
en las grutas, en los bosque de los montes,
sangre siempre derramará tu (mi) frente,
y siempre a tus (mis) espaldas un demonio estará.




ACTO SEGUNDO

(El hombre de la gruta)




Cuadro Primero



(
Sala del Palacio de Acciano en Antioquía. 
Acciano está sentado en su trono; ante él 
están los embajadores, soldados y el pueblo)


Escena Primera


EMBAJADORES
¿Es entonces verdad?

ACCIANO
¡Brillar
yo mismo vi las espadas enemigas!

EMBAJADORES
¡Temerarios!... ¿Qué ganan los bárbaros
el
dejar las tierras que los vieron nacer?
¡
Con sólo un rayo de Mahoma
los veremos desaparecer!

ACCIANO
Son fuertes, crueles, y maestros
en el robo y la violación.
Dejan tras de sí un cúmulo
de matanzas y torturas...

EMBAJADORES
¡Ah, desciende, Alá terrible,
a castigar a los malvados!

TODOS
Ahora que la mano de hierro europea
amenaza nuestros campos,
¡
vuela hacia nosotros sobre nubes de tormenta,
lucha con nosotros entre relámpagos,
y sentiremos en lo profundo de nuestra alma
manar tu gran poder!
¡Juramos!... que nos verás a todos juntos
surgir como un solo hombre,
olvidar nuestras disputas
consumidas en el fuego de una sola ira;
¿Qué podrán los infames,
si tu llenas de ardor nuestro corazón?

(Salen)


Escena Segunda


(Oronte
y Sofia con el rostro oculto)

ORONTE
¿Oh, madre mía, qué hace ahora?

SOFIA
Suspira, llora, 
llama a sus seres queridos...
y, por tanto, la infeliz te ama.

ORONTE
¡Un mortal más feliz que yo
no hay en la tierra!

SOFIA
(¡Oh, quiera, quiera Dios
iluminar la mente de mi hijo!)

ORONTE
Mi alegría infundir quisiera 
en su buen corazón;
quisiera despertar con las palpitaciones
de mi bendito amor
tantas armonías en el cielo,
como astros tiene.
¡Ir con ella al cielo 
y subir donde ningún mortal pueda llegar!

SOFIA
¡Oh, piensa que no puedes
hacerla tuya, si no te postras
antes al Dios de sus padres!

ORONTE
¡Sean mis sentimientos los sentimientos tuyos!

SOFIA
¡Oh, qué alegría!

ORONTE
¡Oh, madre mía!
Muchas veces pensé, en el fondo de mi corazón,
que el único y verdadero Dios 
era el de ese ángel de amor.
¿Cómo ha podido el Cielo
crear un ángel tan puro
y darle unos ojos incapaces de tener
ninguna verdad escondida?
¡
Ven, llévame ante ella
e
ilumina mis sentimientos!
¡Ven, y que en la verdad se apaguen
las dudas de mi mente y mi corazón!

SOFIA
Hijo, es un ángel quien te inspira este amor 
para que seas feliz.



Cuadro Segundo




(
Saliente de un monte accesible 
en el que se abre una caverna)


Escena Tercera


(
Un eremita)

EREMITA
¡Ahora y siempre, silencio!
¡
Oh! ¿Cuándo al murmullo del aire y del torrente
el sonido de guerra se unirá?...
¿Estos ojos, siempre inmersos en el llanto 
¡oh! no verán destellar 
por las cumbres de los montes
los estandartes cruzados?
Así pues ¿de la inmundicia del gran crimen
podrán alguna vez mis manos ser purificadas
al destrozar las impías hordas de los musulmanes?
¡Ahora y siempre, silencio!... ¡Oh, locura!
¿Y quién soy yo para que sonría a mi alma
el arco iris de la paz? Sólo el Señor es justo;
sean para Él benditos mi dolor y mi llanto.
Pero cuando un sonido terribile anuncie 
"Dios lo quiere" [Deus lo vol],
cuando vea la Cruz resplandecer
cual nuevo sol,
un juvenil furor
inflamará todo mi corazón
y mi helada diestra
el acero empuñará.
Y de nuevo, entonces, 
mi alma será redimida por el Cielo.
Pero ¿quién viene a este lugar?
Sus vestimentas son de musulmán.
Retirémonos...


Escena Cuarta


(Pirro
y el anterior)

PIRRO
¡Oh, detente!... 
¡Escucha, por piedad, a un infeliz!
¡Ya por doquier es conocido 
el eco de tus santas virtudes!
¡
Dime, ah, dime! ¿Cómo puedo obtener 
el
perdón en esta vida?
Soy Pirro, y fui lombardo.
Presté mi mano a un parricida;
luego, huyendo como un cobarde,
he renegado de mi fe.
El terror y el dolor me guían 
suplicante a tus pies.

EREMITA
¡Levántate y espera!...

PIRRO
Me han
sido confiadas las murallas de Antioquía.

(Se oyen ruidos en la lejanía)

EREMITA
¿Qué es ese rumor?

PIRRO
Son los cruzados
esparcidos por la llanura.

EREMITA
¡Cielos!... ¿Qué escucho? ¿Dices la verdad?

(En el colmo de su entusiasmo)

¡
Ven, junto a mí has sido perdonado!
Dios, el gran Dios de los infelices,
no desdeña tu piedad.
¡Y bien, Pirro!... Para redimir tu pecado
ofrece al Cielo la malvada ciudad.

PIRRO
Hombre santo, te lo juro:
esta noche, yo mismo, yo mismo,
¡abriré en el impío muro
una entrada
a mi pueblo!

EREMITA
Pero el tumulto crece, se acerca...
¡Cielos! ¡Lombardos!

PIRRO
¡Ah, sí, lombardos!

EREMITA
¡Ven!... la gruta te ofrece un lugar seguro.


Escena Quinta


(
El Eremita entra en la caverna con Pirro y sale con
un yelmo y una spada. Mientras tanto se agrupan
por el monte los cruzados precedidos de Arvino)

EREMITA
Brilla de nuevo
ante la mirada de un guerrero,
mi antigua espada, ¡oh, cabellera mía!

(Se pone el yelmo y se baja la visera)

ARVINO
¿Eres el hombre de la cueva?

EREMITA
Lo soy; ¿qué quieres de mí?

ARVINO
¡Tus plegarias! ¡Ah, la Ira Eterna
sólo tú podrás aplacar para mí!

EREMITA
¡Oh! ¿Sabes tú a qué hombre te estás dirigiendo?

ARVINO
Todos hablan de ti;
todos cuentan que en estos lugares
Dios se manifiesta ante tu fe.
¡Escucha!... Una banda de musulmanes
tiene raptada a mi hija;
intenté seguirlos, mas fue en vano,
pues ya la turba había desaparecido.

EREMITA
¡Dime! ¿Dispones de hombres decididos?

ARVINO
Sí...

EREMITA
Verás a tu querida hija.

ARVINO
¡Toda Europa está, como ves, reunida,

(Conduciéndolo a una altura)

y sujeta al mandato de Godofredo de Bouillon!

EREMITA
¡Oh, qué alegría!... ¡Ya cae la noche!...
¡Seguidme, hermanos lombardos!
¡Esta noche plantaréis vuestras tiendas de campaña,
os lo juro, en la orgullosa ciudad!

ARVINO
¡Santo viejo, que nos llamas a la gloria,
tu ardor nos inflama!

TUTTI
¡
Insensato Alá!... Sobre tu cabeza 
cae ya toda la ira prometida.
Por todos lados resuena una voz santa,
proclamando tu final.
Ya la Cruz en el aire destella
con una intensa luz bermeja;
serán desgarrados los bárbaros velos
y el soberbio infiel será puesto en fuga.



Cuadro Tercero



(
Aposentos del Harén)


Escena Sexta


(
Coro de mujeres que acompañan a Giselda, 
quien se deja caer abatida sobre un asiento)

MUJERES
¡La bella extranjera que las almas enamora!
¡
Venid, venid, bailemos a su alrededor!
¿Por qué tienes los ojos bañados en lágrimas
si disfrutas de todos los goces de estas estancias?
Ella sola impera en el corazón de Oronte...
¡La bella extranjera, la bella extranjera!
¿Por qué dejaste la casa de tus padres?
¿Quizás te faltaban amantes allí?
Veamos, veamos esos delicados ojos,
que son el explendor de Oriente.
No somos más que humildísimas sirvientas...
deseando servir a la bella extranjera.
¡Oh, insensata! ¡Oh, altiva! Esos ojos,
que han inflamado el corazón del príncipe,
pronto
verán la muerte de sus padres,
y su infame estandarte teñido de sangre.
Salgamos, quizás ella quiera iniciar una plagaria...
¡La bella extranjera, la bella extranjera!


Escena Séptima


(Giselda)

GISELDA
(levantándose impetuosamente)
¡Oh madre, desde el cielo socorre mi llanto,
socorre mi corazón que ha perdido la paz!
¿
Por qué me abandonaste?...
¡Por un amor impío soy castigada!...
¡Te lo ruego, ven en mi ayuda!
Si inútil es rezar para que vuelvas junto a mí,
que mi plegaria valga
para que yo vaya a tu encuentro.
¡Veo días de horror que, 
cual siniestros fantasmas, caerán sobre mí!

MUJERES
(desde el interior)
¿Quién nos salvará?

GISELDA
¡Dios mío!... ¿Y esos gritos?...

MUJERES
¡Ah, huyamos!...

HOMBRES
¡Muerte a todos!


Escena Octava


(
Soldados turcos perseguidos por cruzados, 
y después mujeres del harén y Sofía)

MUJERES
¿Quién nos salvará de estos bárbaros
si el Profeta ha abandonado a los suyos?

GISELDA
¡Los cruzados!...

SOFIA
¡
Oh, Giselda, una ruin traición 
guió
a los enemigos!
Mi esposo y mi hijo cayeron ante mí.

GISELDA
¡Ah! ¿Qué me cuentas?

SOFIA
¡Yo misma vi
al furioso loco que los mató!


E
scena Novena


(Arvino, el Eremita y caballeros lombardos)

GISELDA
(cubriéndose el rostro con las manos)
¡Padre mío!... ¡Es él!...

EREMITA
(señalando a Giselda)
Hela aquí. He cumplido mi palabra, señor.

ARVINO
¡Giselda mía! 
¡Vuelve a los brazos de tu padre!...

GISELDA
(retrocede horrorizada)
¿Esa sangre?

SOFIA
¡Oh, dolor!

GISELDA
(como atacada de repentina locura)
¡No!... no puede ser causa justa de Dios
anegar la tierra con sangre humana.
¡Es una impiedad y una torpe locura
que vayáis tras el oro del musulmán!
¡Estas no son las palabras del Cielo!...
¡
No, Dios no lo quiere; no, Dios no lo quiere!

EREMITA, CORO
¿Qué oigo?

ARVINO, SOFIA
¡Oh, desgraciada!

GISELDA
¡La Fuerza Divina me arranca de los ojos
una negra venda
!
¡Los vencidos son conducidos 
a una horrenda y tenebrosa venganza!
¡A nadie le ha sido dado arrebatar el alma
allí donde ésta tuvo su primer suspiro!
El impío holocausto de cuerpos humanos
el Dios de los hombres siempre rechazó.

ARVINO
¡Impía!... ¡Sacrílega!

GISELDA
¡Vuestros cabellos son 
juguetes de los vientos!
¡Veo surgir torrentes de bárbaros
que
sitian Europa y esclavizan a sus gentes!
Jamás fueron palabras divinas
las que ordenaran a los hombres verter sangre.
¡
No, Dios no lo quiere; no, Dios no lo quiere!
¡Él habitó entre nosotros sólo para hablar de paz!

EREMITA
¡
Ah, calla, incauta!

ARVINO
(sacando un puñal)
¡Permita tu muerte extirpar 
las palabras proferidas por tus impúdicos labios!

EREMITA, SOFIA, CORO
(deteniéndolo)
¿Qué haces? ¡La desgraciada ha sufrido 
un dolor tan fuerte que, bien lo ves, perdió la razón!

ARVINO
¡La
Insensata, perdió la razón!

(*) GISELDA
¡Hiere... oh, que destroce mi pecho
la misma mano que a Oronte hirió!

CORO
Dejemos a la indigna cuyo corazón virgen,
por un impío amor, deseó que fuera destrozado.

(*)Estos últimos versos aparecen en varios 
libretos consultados, mas no en las grabaciones 
oídas de la ópera.




ACTO TERCERO


(La conversión)




Cuadro Primero



(
El Valle de Josafat rodeado de varias colinas
accesibles, entre las que resalta el Monte de los
Olivos. En la lejanía se ve Jerusalén)


Escena Primera


(
Caballeros cruzados, mujeres, peregrinos 
que salen en procesión con la cabeza descubierta)

CORO
(fuera de escena)
¡Jerusalén... Jerusalén... "la Grande",
la Ciudad Prometida!
¡
Cuánta sangre se ha vertido por ti!... 
¡Ya están dispuestas las
guirnaldas divinas!

(Entran)

¡Ay, en estos lugares que se nos ha permitido
bañar con nuestras lágrimas,
pueda nuestra alma volar a su último destino,
volar
al seno de Dios!

PEREGRINOS
Los impíos atraparon allí, entre aquellas rocas,
al Cordero de Dios.
En este lugar rodaron por tierra 
los voraces lobos cuando Él respondió: ¡Yo soy!
Sobre aquella colina el Nazareno 
lloró por la suerte de la Fatal Ciudad.
¡Y es aquél el monte donde Él habló
a los míseros mortales!

TODOS
¡Ay, en estos lugares que se nos ha permitido
bañar con nuestras lágrimas,
pueda nuestra alma volar a su último destino,
volar
al seno de Dios!
¡Oh montes! ¡Oh, llanuras! ¡Oh valles, 
eternamente sagrados a los ojos de los hombres!
¡Aquí llega, aquí llega el Dios Vivo,
el terrible guerrero!

(Se alejan por el valle)


Escena Segunda


(
Giselda)

GISELDA
¿Dónde he llegado, y sola me hallo?
En la tienda paterna
me faltaba el aire...
el aire puro y limpio,
¡
el aire libre!
Todo aquí es desierto...
Callaron los cantos...
sólo mi mente
al cielo no vuela...
¡Ah! ¡Mi alma
no tiene pensamiento,
que de amor no sea!


Escena Tercera


(Oronte
vestido de lombardo y la anterior)

ORONTE
¡Giselda!

GISELDA
¡Oh, cielos!... ¿Estoy soñando?

ORONTE
¡Ah, no!... 
¡Estás en los brazos de Oronte!

GISELDA
¡Ah, es un sueño!... 
¡La frente que yo inundé con mis lagrimas!

ORONTE
¡Oh, Giselda! Entonces ¿no te olvidaste de mí?

GISELDA
¡Ay, cuánto te lloré
creyéndote muerto!

ORONTE
Una espada enemiga
sólo consiguió derribarme al suelo.
La esperanza de verte una vez más
me abandonó, cobarde... huí... errante
y
anduve de un lugar a otro.
Cambiaba de vestimenta, siguiendo el deseo
de verte una vez más, y luego morir.

GISELDA
¡Oh, no morirás!...

ORONTE
¡Todo he perdido! 
Amigos, familia, patria... el trono...
¡Y la vida junto a ti!...

GISELDA
¡No! ¡Quiero seguirte!
¡Huir contigo!

ORONTE
¿Tú?... ¡Qué escucho!

GISELDA
Quiero seguir tu mismo destino.

ORONTE
¡Infeliz!... Es un deseo horrendo.
Mi camino está maldito.
Me muevo por barrancos y selvas
como una fiera errante;
desafiando vientos y tempestades.
¡Mi refugio habitual son cuevas y madrigueras!
T
endremos como lecho nupcial 
la arena del desierto infinito.
¡El grito de la hiena será
nuestra canción de amor!
¡Yo, sólo yo seré feliz,
en la pasión de mi corazón!

GISELDA
¡Oh apresúrate!... ¡En cada instante
nos amenaza un terrible peligro!

ORONTE
¿Lo has pensado bien?

GISELDA
Un corazón amante
no oye ningún otro consejo.

ORONTE
¡Oh, felicidad mía! ¡Ahora soy capaz de enfrentarme
a todo sobre la tierra... el mal, las luchas... 
¡Ven!... ¡Junto a ti estoy!

GISELDA
¡Ah, sí! ¡tú eres para mí
patria, vida y cielo!

ORONTE
¡Ah, aunque perdí un reino,
mayor riqueza ahora encuentro en ti!

GISELDA
¡Oh, queridas tiendas lombardas, 
esta desgraciada os dice adiós!
¡El perfume que exhaláis es el mismo 
que el
de la tierra que me vio nacer!...
¡Ah, vuestra añoranza me llevará al llanto!
¡Madre mía, perdona!... ¡Un amor
tan grande salvará un alma!

ORONTE
¿Huyes, abandonas, oh infeliz,
el amor de los tuyos por el mío?
Por ti, virgen lombarda,
todo abandono también yo...
¡Lloraremos con un solo llanto,
y
un solo corazón tendremos!
¡
El mismo Dios que tú veneras
recibirá también mis plegarias!

CORO FUERA DE ESCENA

¡A las armas!

ORONTE
¿Qué escucho?

GISELDA
Esas voces
provienen del campo lombardo...
¡Temo por ti!

AMBOS
¡Huyamos!...
Sólo la muerte separará nuestras almas...
¡Ni el Cielo ni la Tierra podrán apartarte de mí!



Cuadro Segundo



(
Tienda de Arvino)


Escena Cuarta


(Arvino)

ARVINO
¿Qué es lo que vi?...
¡Furor y terror a un tiempo
me dejaron clavado al suelo!...
¡Pero sobre los que huían a lo lejos,
a lomos de árabes corceles,
el Hombre de la Caverna se lanzó!...
¡Como una exhalación 
todos mis camaradas desaparecieron!
¡Ay, muchacha vil y maldita!
¡Eres el oprobio de mi familia!
¡Deberías haber muerto en la cuna,
inicua
fuente de maldades!
¡Ojalá y nunca te hubiera engendrado!


Escena Quinta


(
Caballeros cruzados y el anterior)

ARVINO
¿Qué noticias traéis?

CORO
Muchos han visto a Pagano deambular 
entre las tiendas del campamento cristiano.

ARVINO
¡Gran Dios!...

CORO
¿Qué lo trae por este santo camino?
¿A quién traicionará esta vez ese infame asesino?
Entre tanta desgracia 
¿no veis la mano del Señor, ofendido por el impío?
¡Que la
venganza feroz persiga al indigno!
¡No podrá escapar a
nuestra ira!

ARVINO
(estallando de ira)
¡Sí, del Cielo, que no lo ha castigado,
yo sabré enmendar el error!
Mi espada ya hiere,
ya atraviesa el corazón del malvado.
¡Expira ya el abominable
y cae apalstado bajo mi pie!
Aunque al Infierno vaya a refugiarse,
no podrá escapar de mí.



Cuadro Tercero



(Interior de una gruta. Por una apertura 
del fondo se ve la orilla del Jordán)


Escena Sexta


(
Giselda sosteniendo a Oronte herido)


GISELDA
(acostándolo sobre una roca)
Reposa aquí!... ¡Qué cansancio!
¡Mala herida te han afligido esos bárbaros!

ORONTE
¡Giselda, me muero!...

GISELDA
Qué horrible recompensa
das a mi esperanza...

ORONTE
¡Me muero!...

GISELDA
¡Ah, calla!... ¡Oh, calla!
¡
Sanarás!... Con jirones de mis vestidos 
he podido taponar la cruel herida...

ORONTE
Es en vano... en vano,
me engañas por caridad.

GISELDA
¡Escucha, oh Dios de mis padres!

(Fuera de sí)

Me
me arrebataste a mi madre
y
me has reservado días nefastos...
El único consuelo a mi llanto es este amor... 
¡y también me lo quitas!
¡Cruel!...


Escena Séptima


(
El Eremita, y los anteriores)

EREMITA
¿Quién acusa a Dios?...
¡Ese amor es criminal!

GISELDA
(aterrorizada)
¿Quién habla que mi corazón oprime?

ORONTE
¿Quién eres tú?

EREMITA
Soy uno que una vida nueva
te puede anunciar,
si te conviertes a nuestra fe.

GISELDA
¡Dios lo inspira!

ORONTE
¡Ah, sí... he aquí completada,
oh Giselda, tu obra!
Yo... muchas veces así lo deseé.
¡Hombre de Dios... acércate a mí!

EREMITA
¡Levántate!... No llamas en vano al Cielo.
Su gloria Él te ofrece.
¡Que las santas aguas del Jordán
te aporten la pureza y la vida!

GISELDA
¡Ahora ya no es pecado,
ante el Cielo, nuestro amor!
¡Vive... ah, vive!...

ORONTE
¡A mi pecho... un hálito extraordinario... 
me infunde vigor!
¡Qué deleite notar 
cómo avanza a través de mis venas!

(A Giselda)

¡No puedo más... ayúdame...
apenas te veo!

GISELDA
¡Ah, no te mueras, espérame!
¡Oh, mi esperanza perdida!
Hemos vivido juntos nuestra tribulación,
juntos también moriremos.

EREMITA
Que en esta hora fatal y postrera
vuestras almas se vuelvan a Dios.
Q
ue vuestro corazón se anime de un palpitar
celeste y piadoso.

ORONTE
¡Acércate!... ¡Oh, nuevo encanto!
Báñame con tu llanto...
En el Cielo te espero... no tardes...
Tú... lo abriste para mí.

GISELDA
¿La mujer que tanto te amó
podrías dejarla envuelta en el llanto?
¿Por qué me rechazan los ángeles
si
el Cielo a ti se abre?

EREMITA
Si aquí vuestro amor,
sólo logró llanto como premio,
¡Esperad... pues  un día entre los ángeles
de alegría encontrará merced!




ACTO CUARTO

(
El Santo Sepulcro)




Cuadro Primero



(
Cueva en las cercanías de Jerusalén)


Escena Primera

(*)Esta escena aparece en varios libretos
consultados, mas no en las grabaciones 
oídas de la ópera.



(
Giselda está recostada sobre una roca. 
Entran el Eremita y Arvino)


EREMITA
(señalando a Giselda)
¡Mira, y perdónala!

ARVINO
¡Oh, hija mía!

EREMITA
Por áspero camino y con gran esfuerzo 
hasta
aquí la traje; a tus ojos paternos 
durante tres días la escondí temiendo tu ira. 
¡Mírala! La desdichada, 
consumida y abrasada por horrenda sed,
completamente exhausta,
cierra sus ojos al reposo.

ARVINO
¡Oh, me turbas!... ¿Quién eres tú, tan fervoroso?
¡Ah, que por fin se me descubra
quién es el que tanto de mí cuida! 
A menudo te vi junto a mí, combatiendo,
y dándome calor en tu pecho.

EREMITA
¡Oh, Arvino, a su tiempo lo sabrás!... 
Pero ahora sólo nos debe preocupar
la
agitaciónde Giselda.
Ven, busquemos donde mana aquello 
que conseguirá avivar sus ojos.


Escena Segunda


(
Giselda sola; es sorprendida por un sueño 
en forma de visión de espíritus celestes)


ESPÍRITUS CELESTES
Acomoda ¡oh, querida virgen!
a la alegría tu rostro.
Gracias a ti, un alma redimida
se dirige al Paraíso.
¡
Ven, que te ha sido dado
compartir esa felicidad!
¡
Ven, ven!...

GISELDA
(levantándose, sin dejar de soñar)
¡
Oh, de seres celestes
veo la cueva resplandecer!
¡
Ah, sí... date prisa en aparecer,
alba del Eterno Día!
¡Oronte!... ¡Ah! ¿Ya estás entre los ángeles?
¿Por qué no me dices nada?

ORONTE
En el Cielo bendito,
Giselda, estoy gracias a ti...
¡Mi plegaria aceptada por Dios 
sube ya hacia su trono!
¡
Ve, y grita a tu gente
que refuerce su esperanza,
pues la corriente del estanque de Siloé
frescura y vigor les dará.

(Desaparece la visión)

GISELDA
(despertándose agitada)
¡Qué prodigio!... ¡Oh! ¿En negra estancia
se cambia ahora el Paraíso?...
¿Fue un sueño?... 
Pero ¿qué fuerza imprevista llena mi corazón?
¡No fue un sueño!.. 
En el fondo de mi alma resuena aún 
la amada voz de los bienaventurados 
y
aún la palma en su mano veo brillar.
¡Oh, guerreros de la cruz,
rápido, corred a los Santos Lugares!
El río ya fluye con su agua
para reavivar los debilitados miembros.



Cuadro Segundo



(
Campamento lombardo 
junto a la tumba de Raquel)


Escena Tercera


CRUZADOS, PEREGRINOS, MUJERES
¡
Oh, Señor, de nuestro país natal
nos llamaste con santa promesa,
y venimos alegres al reclamo de un hombre santo
pese a la dureza del sendero!
Pero... abatida y desalentada vemos 
la frente de tus siervos, antes aguerrida y valiente!
¡Oh! ¡Señor Cristo, no permitas
que el escarnio caiga sobre tus fieles guerreros!
¡Oh, frescas brisas que vuelan los valles
y arroyos de los prados lombardos!
¡Fuentes eternas! ¡Purísimos lagos!...
¡Oh, viñas doradas por el sol!
¡Es un infausto don que la cruel memoria
os evoque con tanta realidad ante nuestros ojos,
y a nuestros labios más dura y abrasadora
muestre la arena de este árido suelo!...

VOCES INTERNAS
¡A Siloé! ¡A Siloé!

CORO
¿Qué son esas voces?


Escena Cuarta


(
Giselda, Eremita, Arvino y los anteriores)

GISELDA
¡El Cielo
ha escuchado las oraciones de los afligidos!
¡
Todos se han reunido en torno
a las aguas que manan en Siloé!

CORO
¡Oh, alegría!... ¡Oh, alegría!...

ARVINO
¡Oídme, lombardos!
¡Apagada la sed de vuestros labios,
estáis preparados para completar
la conquista de los abandonados muros!
Nos anticiparemos a los infieles... 
¡Oíd!
¡Son
las trompetas de Godofredo de Bouillon!
¡La Santa Tierra hoy será nuestra!

TODOS
¡Sí!... ¡Guerra! ¡Guerra!
¡
Guerra! ¡Guerra! ¡Tomemos las espadas,
apresurémosnos a formar las huestes!
Sobre aquellas hordas nuestro furor caerá
de forma que ni uno solo pueda escapar.
Ya relucen las santas banderas
cual cometas de sangre y de terror.
¡Ya la Victoria, en alas del viento,
nos trae la corona!



Cuadro Tercero



(
La tienda de Arvino)


Escena Quinta


(
Tras largo rumor de batalla entra 
el Eremita sostenido por Giselda y Arvino)

ARVINO
Esta es mi tienda... 
Aquí tus miembros podrán,
desventurado, reposar... 
Pero ¿no dices nada?

GISELDA
¡Qué terrible aspecto! 
Todo su cuerpo está cubierto de heridas
...
Él
fue el primero que avanzó hacia la muralla.

EREMITA
¡Apartaos de mí!... ¿Quienes sois?

ARVINO
¡Mira! ¿Recuerdas? 
Junto a Arvino estás.

EREMITA
(mirándose las manos)
¿Arvino? ¡Ese nombre!... ¡Ah, calla! ¡Calla!... 
¡Esta sangre también de de Arvino! 
¡Infiernos, abríos a mis pies!... 
¡Sangre de nuestro padre!

ARVINO
¿Qué está diciendo?

GISELDA
¡Cálmate!
Mira, estás entre nosotros... junto a la atribulada
que tú salvaste.

EREMITA
¡Oh, esa voz!... ¡Oh! 
¿Quién ilumina mi mente y me abre el corazón? 
¡Eres tú, eres tú, el ángel del perdón!

ARVINO
¡
Habla!... ¿Quién eres?...

EREMITA
Yo soy Pagano.

ARVINO, GISELDA
¡Cielos!... ¿Qué escucho?

PAGANO
Un breve instante
apenas me queda de vida...
¡Oh, hermano!... ¡Ante Dios
debe mi alma comparecer!
¡Mi condena... ha sido cumplida!
¡No me maldigas más!

GISELDA
Padre, ¿ves cómo expira en la gracia de Dios?
¡
Su culpa ha sido perdonada por el Cielo!

PAGANO
¡Oh, hermano!...

ARVINO
(abrazándolo)
¡Has vencido, has vencido!

ARVINO, GISELDA
También los hombres te perdonarán.

PAGANO
¡Ya soy feliz!...
Ahora pido que me sea... concedido...
que mis ojos contemplen la Ciudad.


Escena Última


(
Se abre la tienda y se ve Jerusalén. Sobre
sus muros y torres ondean las banderas con
la Cruz iluminadas por los primeros rayos
del sol de la aurora)

(
Peregrinos, mujeres y cruzados)

LOS LOMBARDOS
¡Te alabamos, gran Dios de la victoria!
¡
Te alabamos, invencible Señor!
¡Tú eres la esperanza, la guía y la gloria
de los valientes que te abren su corazón!

PAGANO
¡Dios piadoso!... 
¡Con cuánta felicidad llenas... al asesino... que muere!
¡
Tú socorres... en el momento extremo...
al hombre que al mundo... horrorizaba!

ARVINO
¡Oh, Pagano!... 
Que con ojos clementes vea mis pecados el Señor.
Que contemple como,
en este extremo momento,
tu hermano te perdona de todo corazón.

GISELDA
¡Parte dichoso! A mi santo esposo
y a mi madre, encontrarás junto al Señor.
Diles que apresuren el deseado día
en el que con ellos viviré eternamente.

FIN



Digitalizado y traducido por: 
Antonio Fuentes 2013