EL ENGAÑO FELIZ

(L'inganno Felice)

 

Personajes

BERTRANDO       

ISABEL

ORMONDO

BATONE

TABAROTTO

Duque, Esposo de Isabel           

Esposa de Bertrando          

Amigo de Bertrando         

Servidor de Bertrando        

Tío Adoptivo de Isabel        

Tenor

Soprano

Tenor

Bajo

Bajo Bufo

 

La acción se desarrolla en Italia.

 

ATTO UNICO


(Un vallone che ha in prospettiva una catena di 
montagne, per una delle quali si scende al piano dalla 
parte che indica la strada comune. Da un lato una 
roccia con alcune cavità che suppongono l'ingresso 
alle miniere. A canto alla roccia, esterno della casa di 
Tarabotto con porta praticabile. Dirimpetto, un gran 
albero con una panca attacco al medesimo) 

Scena Prima

(Tarabotto ch'esce da una delle cavità con minatori) 

TARABOTTO 
(parlando ai minatori)
Cosa dite! il nostro Duca
qui vicino adesso a noi!

(ad uno) 

Non ti sei di già ingannato!

(ad un altro) 

Tu scorgesti i fidi suoi!
Qui dall'alto mi vo' anch'io
or di tanto assicurar.
Ritornate alla miniera
voi frattanto a lavorar.

(Sale una montagna e disperde, ed i minatori 
rientrano nella cavità. Rimasta vuota la scena, 
esce Isabella con in mano un ritratto gioiellato 
che sta contemplando assorta in sé medesima.) 

ISABELLA
Perché dal tuo seno
bandire la sposa,
che fida e amorosa
vivea sol per te

Fu un rio traditore!...
Fu un barbaro inganno!...
Eppure t'adoro, 
benché mio tiranno!
Ah solo sospiro 
provarti mia fé.

(Resta concentrata in sé medesima come 
sopra. Ricomparisce Tarabotto, che parla 
scendendo. Isabella non s'avvede di lui.) 

TARABOTTO 
Sì, gli è vero, è il Duca al certo... 

ISABELLA
Di', qual colpa è mai la mia! 

TARABOTTO 
(scende, s'avvede d'Isabella e si mette ad osservarla 
avvicinandosele a poco a poco senza ch'ella di lui 
s'accorga)
Prepariamci... 
Eccola. Sempre colla sua malinconia!

ISABELLA
Ma tant'odio e perché mai!...

TARABOTTO 
(fra sè)
Cos'ha in man che luce assai!...
Ora vedo, egli è un ritratto...
Veh veh! al Duca un po' più giovane
ei somiglia affatto affatto.

ISABELLA
Io son pur la tua consorte!

(nasconde il ritratto) 

TARABOTTO 
(fra sè)
Sua consorte!.. oh cos'ha detto?...

ISABELLA 
(cava un foglio)
Uno scritto al sommo oggetto
può condurmi...

(s'accorge di Tarabotto, e nasconde il foglio) 

O ciel!...

TARABOTTO 
Che ascondi? 

ISABELLA 
(assai confusa)
Io... 

TARABOTTO
Un ritratto. 

ISABELLA 
Come! 

TARABOTTO 
E un foglio.
Nisa, Nisa, a me rispondi
vo' saper siffatto imbroglio. 

ISABELLA
Agitata... mi confondo...
Non so dir... parlar non oso...
Ah mi tolga il ciel pietoso
colla morte al mio penar. 

TARABOTTO 
Tu mi fai restar di stuco!...
Parla pur liberamente.
Ah mi devi schiettamente
ogni arcano confidar.
Ebbene, che nascondi
a Tarabotto? 

ISABELLA 
Io? nulla. 

TARABOTTO 
Chiami nulla un ritratto
contornato di gemme? 
Io veramente lo chiamo qualche cosa. 

ISABELLA 
Egli è... 

TARABOTTO 
Il ritratto del nostro Duca. 

ISABELLA
O ciel!...

TARABOTTO
Da chi l'avesti? 

ISABELLA
Da chi l'ebbi? 

TARABOTTO 
Ho ragione d'esserne ben curioso. 

ISABELLA
(fra sè)
O sorte! 

TARABOTTO 
E parmi d'aver diritto a domandarlo. 

ISABELLA
Voi!...

TARABOTTO 
Io sono quello che, son già dieci anni,
e sola ti raccolsi e semiviva
sulla spiaggia del mare. 

ISABELLA 
O rimembranza! 

TARABOTTO 
Che ti condussi a casa mia, che a tutti
poiché tu lo volesti
tacqui l'avvenimento,
e t'ho fatta passar mia nipote
come ognun pur ti crede. 

ISABELLA 
E questa vita in guiderdone io t'offro. 

TARABOTTO 
Eh dalle donne
non voglio queste cose. Or bene, o parla,
o, come ingrata, io sempre t'abbandono. 

ISABELLA
No che ingrata non fui, né teco il sono. 

TARABOTTO 
Dunque fuori. 

ISABELLA
Un arcano da cui la vita mia dipende ognora! 

TARABOTTO 
Tanto già vo' saper... 

ISABELLA 
Dunque risparmia
l'angoscia a un'infelice di svelarti
la orribile cagion del suo dolore.
Leggi e, se puoi, qui non gelar d'orrore.

(dà il foglio, che avea prima nascosto, e s'abbandona 
desolatamente sulla panca. Tarabotto apre e legge.)  

TARABOTTO 
«O voi ch'io suppongo seguace d'umanità, sappiate 
che vive in questi soggiorni la già creduta estinta 
Isabella vostra Duchessa!.. L'iniquo e potente 
Ormondo le chiese affetti non permessi, 
e giurò vendetta del di lei costante rifiuto. 
Sorprese e tradì colla più nera perfidia 
il cuore del di lei sposo, e la infelice fu condotta 
da Batone aderente ad Ormondo in una barchetta 
e posta sola in balia dell'onde. Venite alle miniere 
di ferro. Volate. Qual gloria per voi! V'attende il 
trionfo dell'onore e della innocenza.» Voi signora!.. 

(rendendole il foglio) 

Uh... perdon... 

(Per inchinarsi. Essa si leva 
impetuosamente,e lo abbraccia.) 

ISABELLA 
Che fai?.. che fai?
Liberatore, amico e padre mio! 

TARABOTTO 
E fu questo Batone
che v'ha condotta al mar? 

ISABELLA
Desso. 

TARABOTTO
E v'ha detto il perché? 

ISABELLA 
Sol mi disse che il facea
d'ordine del mio sposo. 

TARABOTTO 
Né voi tentaste dopo?...

ISABELLA 
E come mai? 

TARABOTTO 
E' vero. Prese il Duca
una seconda moglie. Opra fu questa
di chi v'era nemico, e lo scoprirvi
lo stesso era che perdervi per sempre.  

ISABELLA
Or che dispose il ciel che gli sia morta
la nuova sposa, e viene a questa parte,
ho allestito quel foglio, onde, se mai
vi sia tra' suoi seguaci
qualch'anima onorata,
tentar col di lei mezzo e occultamente
di provar che gli son moglie innocente. 

TARABOTTO 
Pensate bene... 

(osservando) 

Oh diavolo!
Vedo lì de' soldati. Che venisse
il Duca alle miniere! 

ISABELLA 
Dio!... possibile!...

TARABOTTO 
L'abito, i patimenti,
ch'hanno alterati i vostri lineamenti...
la distanza del tempo...
Oh insomma avete core? 

ISABELLA 
(con gran forza)
Da sfidar qualsivoglia aspro cimento. 

TARABOTTO 
Ebben... mi va passando per la testa...

(accendendosi e fantasticando) 

Ma non ci lusinghiamo...
Oh se posso arrivar!.. vengono. Entriamo. 

(Entrano in casa.) 
 
ACTO ÚNICO 


(Un  pueblo  desde  el  que se divisa una 
cadena de montañas, por una de ellas se 
llega al lugar de la acción. En una roca, 
algunas cavidades por las cuales se entra 
a las minas. Junto a una roca,  la casa de 
Tarabotto, enfrente, un gran árbol con un 
un columpio atado al mismo) 

Escena Primera

(Tarabotto sale con varios mineros) 

TARABOTTO 
(Hablando con los mineros) 
¡Qué decís! 
¿Nuestro duque cerca de aquí?

(a uno) 

¿Será cierto?  

(a otro) 

¡Tu viste a toda su compañía!
No obstante yo quisiera
asegurarme. 
Mientras tanto,
volved a la mina a trabajar.

(Salen todos. Los mineros vuelven a la 
mina. La escena se queda vacía. Sale 
Isabel, con un retrato pintado, el cual 
contempla totalmente absorta)  

ISABEL 
De tu interior
expulsaste a la esposa
que fiel y amorosa 
sólo vivía por ti.

¡Fue una gran traición! 
¡Fue un bárbaro engaño! 
¡Y sin embargo te adoro,
tirano mío!
¡Ah, sólo suspiro
por probarte mi fidelidad!

(Se queda concentrada como antes. 
Vuelve a aparecer Tarabotto. Isabel 
no se da cuenta de su presencia)  

TARABOTTO 
Sí, es verdad lo del Duque... 

ISABEL 
¿Qué culpa tuve yo?

TARABOTTO 
(baja, ve a Isabel y empieza a observarla.
Se acerca poco a poco, sin que ella se 
percate) 
Ya me parecía a mí... 
Aquí está, ¡siempre con su melancolía! 

ISABEL 
¿Por qué tanto odio?...

TARABOTTO 
(para sí)
¡Qué tiene en la mano!
Ahora lo veo, es un retrato... 
¡Oh, oh! Es el Duque un poco más joven,
ahora no se parece nada de nada.

ISABEL 
¡Yo soy tu consorte! 

(esconde el retrato) 

TARABOTTO 
(para sí)
¡Su consorte!... ¿Qué ha dicho?...  

ISABEL 
(toma una hoja) 
Un escrito puede conducirme
a mi amor... 

(Ve a Tarabotto y esconde la hoja) 

¡Oh, cielos!...

TARABOTTO 
¿Qué escondes? 

ISABEL 
(muy confusa)
Yo... 

TARABOTTO 
Un retrato. 

ISABEL 
¡Qué!

TARABOTTO 
Y una hoja. 
Nisa, Nisa, responde. 
¡Quiero saber qué es este embrollo!

ISABEL 
Me agito... me confundo...
no sé qué decir... no puedo hablar... 
Que el piadoso cielo me libre 
de mi pena con la muerte.

TARABOTTO 
¡Haces que me quede de piedra!...
Habla libremente,
puedes contarme
cualquier secreto.
Y bien:
¿Qué le escondes a Tarabotto? 

ISABEL 
¿Yo? Nada. 

TARABOTTO 
¿Llamas nada a un retrato 
rodeado de joyas? 
La verdad, cualquiera lo diría.

ISABEL 
Es...

TARABOTTO 
El retrato de nuestro Duque. 

ISABEL 
¡Oh, cielos!...

TARABOTTO 
¿Quién te lo dio? 

ISABEL 
¿Quién me lo dio? 

TARABOTTO 
Ya se que soy demasiado curioso.

ISABEL 
(para sí)
¡Oh, suerte!

TARABOTTO 
Pero creo que tengo derecho a preguntarlo.

ISABEL 
¡Vos!...

TARABOTTO
Soy el que te recogió hace ya diez años
medio muerta,
en la playa.

ISABEL 
¡Me acuerdo! 

TARABOTTO 
Te llevé a mi casa y a nadie,
porque tú lo quisiste,
revelé el acontecimiento.
Te he hecho pasar por mi sobrina
que es lo que cree todo el mundo.

ISABEL 
Y yo le debo toda mi vida.

TARABOTTO 
No te pongas trágica. 
Habla o deberé pensar 
que eres una ingrata.

ISABEL 
No soy una ingrata, pero no lo diré.

TARABOTTO 
Entonces te marcharás de mi casa. 

ISABEL 
¡Toda mi vida depende de un secreto! 

TARABOTTO 
Quiero saberlo todo...

ISABEL 
Hubiera querido ahorraros
el horrible dolor
de una desgraciada.
Lea, y si puede, evite el dolor.

(le da la hoja que había escondido.
Tarabotto lee:) 

TARABOTTO 
"Ahora que os creo proclive a la bondad, 
quiero que sepáis que Isabel, vuestra 
duquesa, a la que creíais muerta, aun 
vive. El inicuo y potente Ormondo no 
logró ningún afecto y juró venganza por 
el constante rechazo. Con corazón pérfido, 
Batone, autorizado por Ormondo, me llevó 
a un barquito donde me abandonó a mi 
suerte. ¡Venid a la mina, volad! Os espera 
el triunfo del honor y la inocencia"
¡Vuestra señora!...

(devolviéndole la hoja) 

Uh... perdón 

(Tarabotto intenta inclinarse. Ella se 
levanta impetuosamente, y lo abraza.) 

ISABEL 
¿Qué hace?... ¿Qué hace? 
¡Libertador, amigo y padre mío! 

TARABOTTO 
¿Y fue ese Batone
el que os llevó al mar? 

ISABEL 
Él mismo.

TARABOTTO 
¿Y os ha dicho el por qué?

ISABEL 
Sólo me dijo
que era una orden de mi esposo.

TARABOTTO 
¿Y no intentasteis después?...

ISABEL 
¿Y por qué? 

TARABOTTO 
Es verdad. El Duque se casó con otra. 
Lo hizo con la que era vuestra enemiga, 
y descubrirse entonces, 
hubiera sido tu perdición. 

ISABEL 
Ahora que el cielo ha dispuesto 
que ella muera y que él venga aquí,
he preparado esta hoja,
y puede ser que entre sus seguidores,
halla algún alma honrada,
que en silencio y en secreto, 
pueda probar que soy una mujer inocente.

TARABOTTO 
Piensas bien... 

(observando)  

¡Diablos!
Allí veo soldados. 
¡El Duque viene a las minas!

ISABEL 
¡Dios!... ¿Es posible?...

TARABOTTO 
Las ropas, los sufrimientos,
que han alterado tu linaje...
la distancia del tiempo... 
En resumen, ¿tendrás coraje?

ISABEL 
(con gran decisión)
¡Estoy dispuesta a pasar la prueba!

TARABOTTO 
Bien... se me está pasando por la cabeza...

(fantaseando) 

Pero no nos hagamos ilusiones... 
¡Oh, ya llega! ¡Vamos, entremos!

(Entran en la casa)
Scena Seconda 

(Soldati dalla montagna, poi Bertrando. 
Scendono tutti) 

BERTRANDO 
Qual tenero diletto
amare un vago oggetto,
che in sé costante aduna
il merto e la beltà!

Ma quanto è mai tiranna
la forza del destino
se amare ci condanna
chi vanto tal non ha.

Ah più non vive oh Dio
quella che odiar dovrei:
ma in rammentar di lei 
tormento amor mi dà.

Né pon due lustri ancora cancellarti
Isabella infedel da questo core!...
Ah si pensi al dover.

(Compariscono Batone e Ormondo, che scendono)  

Scena Terza 

BERTRANDO 
Ebben, che tenta
il Duca mio vicino? 

ORMONDO 
Arma a gran possa 

BATONE
Ed a questa frontiera
sembra che sien rivolti i suoi disegni. 

BERTRANDO 
E quivi occulta via cercar conviene
per un'util sorpresa. 

BATONE
In quelle rocce,
che sono le miniere
del ferro, questa strada
forse che vi farà. Detto mi venne,
che un certo Tarabotto
capo de' minatori
alberga qui d'intorno.
Da lui si può saper. 

BERTRANDO
Di lui si cerchi. 

BATONE
Chiamerò a questa casa. Olà... 

Scena Quarta 

TARABOTTO 
(uscendo) 
Chi chiama?  

ORMONDO 
(accennadogli Bertrando)
Il Duca tuo signor quest'è che vedi. 

TARABOTTO 
Che fortuna! m'umilio!...

BERTRANDO 
Sapresti tu indicarmi
ove soggiorna un certo Tarabotto
capo de' minatori? 

TARABOTTO 
Eccolo a' suoi comandi.
La sua picciola casa è quella là!
Ivi con Nisa sua cara nipote
vive poveramente,
ma sempre allegramente. 

BERTRANDO 
Aver m'è d'uopo
da te gran lumi. Seguimi
in quelle rocce. Ormondo tu frattanto...

(Ormondo s'inchina e parte.) 

e tu Batone, eseguirete quanto
io v'imposi di già.

(s'avvia alle cavità) 

TARABOTTO 
(fra sè)
Batone e Ormondo oh ben venuti qua.

(entra col Duca nelle cavità, seguiti dai soldati)  

Scena Quinta

BATONE
Prima d'andar a farmi squinternare
fra quelle catapecchie
vorrei bere un pochetto. Ho proprio sete.
Disse quell'uom che in casa ha una nipote
che ha nome Nisa. Chiamerò costei!

(chiamando alla casa) 

Oh Nisa!..  

ISABELLA 
Chi mi vuole?.. ah! 

(per iscappare. Egli glielo impedisce, 
ed ella si nasconde il viso.) 

BATONE
Cos'è stato?
Un uom vi fa paura? 

ISABELLA
(fra sè)
Qui Batone!

BATONE
Io volea bere un po' d'acqua. 

ISABELLA
Vengo. 

(per andare, sempre senza 
voltarsi, ma egli la trattiene) 

BATONE
Oibò, che vedere io voglio in prima
il vostro bel babbietto. 

ISABELLA
(fra sè)
Isabella coraggio.

BATONE
(scherzosamente)
Quest'è nuova davvero! 
Io sono un uomo... 
Fate così con tutti? 

ISABELLA
(se gli fa vedere improvvisamente) 
Signor no. 

BATONE
(con gran soprasalto dà indietro)
Oh!...

ISABELLA 
(contrafacendo Batone) 
Che stupori mai! Sono una donna...
Fate così con tutte? 

BATONE
(fissandola con timore e indecisione)
No veramente... ma...

(fra sè) 

E' lei o non è lei?

ISABELLA 
Or che mi avete
veduta, vado a prendervi quest'acqua. 

BATONE
M'è scappata la sete. 

ISABELLA
E' curiosa! e perché? 

BATONE
(come sopra) 
Perché... perché... 

ISABELLA 
(per andare)
Se altro non v'occorre... 

BATONE
(in tuono alto) 
Qua, fermatevi... 

ISABELLA
(imperiosamente, e fissandolo in modo marcato)
E che diritto avete
di voler trattenermi? 

BATONE
(sbigottito un poco) 
Oh nulla, nulla!
Ma bramava... 

ISABELLA
Che cosa? 

BATONE
Vi dirò!.. 

ISABELLA
Via, dite! 

BATONE
(fra sè)
Ah che pensar, che dir non so!

(a Isabella) 

Una voce m'ha colpito
dalla cima sino al fondo,
e se un poco mi confondo
mi dovete perdonar.

(fra sè) 

Nel fissarle gli occhi adosso
di veder già lei mi pare
che soletta e abbandonata
ho lasciato in preda al mare.
Mi si scalda omai la testa,
freme intorno la tempesta,
e il timor ed il sospetto
or mi fanno vacillar.

(a Isabella) 

E' un casetto... un romanzetto...
sono cose da risate...
Cara figlia, perdonate,
or di più non so spiegar.

(parte dal piano) 
Escena Segunda  

(Bertrando y soldados 
bajan de la montaña) 

BERTRANDO 
¡Qué tierno placer 
amar al querido objeto del deseo, 
que constantemente aúna
el mérito con la belleza!

Pero la fuerza del destino 
es muy tirana
y nos condena a amar
a la que ya no está.

¡Oh, Dios, a la que debería odiar 
ya no vive,
pero cuanto más la recuerdo,
más tormento me da el amor!

¡Oh, Isabel, ni con dos lustros 
podría olvidar la infidelidad de tu corazón!
Volvamos a la obligación.

(Aparecen Batone y Ormondo) 

Escena Tercera 

BERTRANDO 
Y bien, 
¿qué intenta mi vecino, el duque enemigo?

ORMONDO 
Un gran ataque.

BATONE
Y parece que sus planes
se centran en esta frontera.

BERTRANDO 
Conviene esconderse aquí
para darles una sorpresa.

BATONE
En aquellas rocas, 
que son las minas de hierro, 
por el camino
pueden llegar. 
Dicen que, un tal Tarabotto,
jefe de los mineros,
vive por aquí.
Algo podremos saber de él.

BERTRANDO 
Busquémoslo.

BATONE 
Llamaré a esta casa. ¡Hola!...

Escena Cuarta  

TARABOTTO 
(saliendo) 
¿Quién llama?  

ORMONDO 
(señalando a Bertrando)
Éste que ves es tu señor, el Duque. 

TARABOTTO 
¡Qué suerte! ¡A vuestros pies!...

BERTRANDO 
¿Sabrías decirme
dónde vive un tal Tarabotto,
jefe de los mineros?

TARABOTTO 
¡Aquí está a sus órdenes!
Esta es mi pequeña casa.
Vivo con Nisa,
mi querida sobrina, 
muy pobremente pero muy feliz.

BERTRANDO 
Me haces mucha falta. 
Sígueme hasta aquellas rocas. 
Ormondo, tú mientras tanto... 

(Ormondo se inclina y sale) 

Y tú Batone, 
haz todo lo que te he ordenado.

(va hacia la cueva) 

TARABOTTO 
(para sí)
¡Batone y Ormondo! ¡Oh, helos aquí! 

(Entra con el Duque en la cueva) 

Escena Quinta 

BATONE
Antes de empezar el trabajo
por aquellas chabolas, 
me gustaría beber un poquito. Tengo sed. 
Aquel hombre dijo que vivía 
con una sobrina, que se llamaba Nisa...

(llamando a la casa) 

¡Oh, Nisa!... 

ISABEL
¿Quién me llama?... ¡Ah! 

(intenta escapar pero Batone se lo impide.
Ella esconde la cara) 

BATONE
¿Qué pasa?
¿Tienes miedo de un hombre?

ISABEL 
(para sí)
¡Batone aquí!

BATONE
Quería beber un poco de agua.

ISABEL 
Voy.

(intenta irse, siempre 
sin descubrir la cara)

BATONE
¡Oh, oh, antes quiero ver
tu cara bonita!

ISABEL 
(para sí)
Valor, Isabel.

BATONE
(bromeando), 
¡Esto sí que es bueno! 
Sólo soy un hombre... 
¿Haces lo mismo con todos?

ISABEL 
(de repente, se hace ver)
¡No señor!

BATONE
(retrocede con un gran sobresalto)
¡Oh!...

ISABEL 
(dando la cara a Batone) 
¡Qué sorpresa! Sólo soy una mujer... 
¿Hacéis lo mismo con todas? 

BATONE
(fijándose en ella con temor e indecisión) 
Pues verdaderamente no... pero...

(para sí) 

¿Será ella o no?

ISABEL 
Ahora que me habéis visto,
iré a por el agua.

BATONE
Se me ha escapado la sed. 

ISABEL
¡Qué curioso! ¿Y por qué? 

BATONE
(como antes) 
Porque... porque... 

ISABEL 
(para irse)
Si no os hace falta nada más...

BATONE
(en voz alta) 
¡Un momento, detente!...

ISABEL 
(fijándose en él con marcada intención) 
¿Qué derecho tenéis
para retenerme? 

BATONE
(Un poco pasmado)
¡Oh, ninguno, ninguno! 
Pero deseo... 

ISABEL 
¿Qué? 

BATONE
¡Te lo diré!.. 

ISABEL 
¡Vamos, dígalo!

BATONE
(para sí)
¡Ah, qué pensar, qué decir!

(a Isabel) 

De repente, 
me ha golpeado una voz
y me debes perdonar
si me equivoco. 

(para sí) 

Me parece ver en sus ojos 
que es aquella
a la que abandoné
al poder del mar.
Ahora se calienta mi cabeza 
y grita a mi alrededor la tempestad,
el temor y la sospecha,
Ahora me hacen vacilar. 

(a Isabel) 

Es una tontería... una broma...
cosas para reírse...
Perdona, querida hija,
ahora no te lo puedo explicar. 

(sale despacio) 
Scena Sesta 

ISABELLA
Egli restò indeciso. Ah mi conviene
usar somme avvertenze. Mio consorte
certo un momento o l'altro a questa parte... 

(Esce Tarabotto)  

TARABOTTO 
Signora, il Duca or, or dalle miniere
qua se ne vien. Veder brama un disegno,
ch'io gli dissi che tengo,
che contiene la pianta
delle miniere e che gli è necessario
per una militare operazione.
Ho pensato che voi gliel presentiate
come nipote mia.
Già sapete ove sta. Quando vi chiamo
venite col disegno.
Vedrem da tale incontro cosa nasce
onde sapersi regolar. 

ISABELLA 
(agitatissima) 
Io deggio... 

TARABOTTO 
Per Bacco! Qui ci vuol spirito e core!
Mi prometteste... 

ISABELLA 
(rimettendosi e parlando con gran dignità ed energia) 
E' vero, e al sommo oggetto
tu vedrai mio fedel se ho un'alma in petto.

(parte)  

Scena Settima

TARABOTTO 
Ciel protettor dell'innocenza, aiutami.
Qui convien sopratutto
ch'io tenga gli occhi adosso
a quel briccon d'Ormondo e a quel Batone 
suo degno confidente. O quanto io bramo... 

(Compariscono dei soldati.) 

Ma torna il Duca. A noi. Su, cominciamo. 

BERTRANDO 
Ebbene, ov'è il disegno? 

TARABOTTO
Altezza!
Io sono a chiederle una grazia. 

BERTRANDO 
Spiegati. 

TARABOTTO
Ho una nipote
e brava e onesta e spiritosa, e tale
che il bastone sarà di mia vecchiezza. 

BERTRANDO 
Me ne compiacio. Ebben? 

TARABOTTO
Se vostra Altezza
si degna di permetterlo, ambirei
ch'essa il disegno presentasse a lei. 

BATONE
Ben volentier. 

TARABOTTO
Le ho hetto già che in pronto
tengo questo disegno. Figurarsi!
La povera figliuola...
Oh non saprà in che mondo che la sia. 

BERTRANDO 
Venga. Ove sta? 

TARABOTTO 
Lì dentro in casa mia.

(chiamando alla casa) 

Nisa!.. Nisa!.. il disegno... 

Scena Ottava

(Detti, Isabella con in mano una carta piuttosto 
grande, piegata. S'avvicina lentamente). 

ISABELLA
(fra sè)
Gran dio mi reggi!

TARABOTTO 
Avanti. Avanti via. 

ISABELLA 
(con voce un po' alterata) 
Perdon... 

TARABOTTO 
(a Bertrando che nel fissare Isabella 
resta alquanto sospeso) 
Non ha coraggio
la poveretta. 

BERTRANDO
Sento con piacere
che v'ama vostro zio. 

ISABELLA 
(timida assai) 
Gli è tanto buono... 

TARABOTTO 
(contraffacendola)
Gli è tanto buono... Dagli quel disegno...

(Isabella fa un passo verso Bertrando poi si ritiene.) 

E così? perché fai la guardabasso?
Ti par questa creanza? 

BERTRANDO 
La sua saviezza ammiro. 

ISABELLA 
(fra sè)
O ingrato! o ingrato!

TARABOTTO 
Or dov' e quel tuo spirito? dov'è
la tua giovialità? non hai guardato
ancora il tuo signor. 

ISABELLA 
(con passione) 
Dover... rispetto...

BERTRANDO 
(fra sè)
Qual voce mai!

TARABOTTO 
Il disegno... hai tu capito!

(agli duca) 

Perdoni, vostra Altezza.

(a Isabella) 

Dagli il disegno!

(Isabella fa un passo come sopra ecc.) 

Oh corpo di mia nonna!
Su quella testa, su! mettiti a tiro. 

ISABELLA
Il disegno... ecco qua...

(se gli fa vedere e gli dà con gran timore il disegno, 
ma Bertrando nella gran sorpresa trascura di ricevere 
la carta che cade in terra ed è raccolta da Tarabotto) 

BERTRANDO 
(fra sè)
Cieli, che miro!

Quel sembiante, quello sguardo
mette un gelo in questo cor.

TARABOTTO 
(fra sè)
Resta come il debitore
quando vede il creditore.

ISABELLA
(fra sè)
Benché ingrato e crudo tanto,
ah per lui mi parla amor.

BERTRANDO 
(come per volerle dire cosa importante, 
ma si ritiene sul fatto)
Voi!...

ISABELLA
(come Bertrando)
Signor... 
Escena sexta  

ISABEL 
Se quedó indeciso. 
Tomaré algunas precauciones.
Mi consorte debe estar por alguna parte...

(Sale Tarabotto) 

TARABOTTO 
Niña, ahora cuando el Duque 
salga de la mina, vendrá aquí. 
Quiere ver el dibujo
que le dije que tenía,
que contiene el plano de las minas 
y todo lo necesario 
para una operación militar.
He pensado que sigas simulando
que eres mi sobrina.
Ya sabes donde está. 
Cuando te llame, vienes con el plano.
Veremos lo que surge del encuentro... 

ISABEL 
(muy nerviosa)
Debo...

TARABOTTO 
¡Por Baco! ¡Hace falta corazón y valor!
Me prometiste... 

ISABEL 
(restableciéndose con gran dignidad)
Es verdad, ya verás mi fidelidad,
ya verás si tengo alma en el pecho. 

(Sale)  

Escena Séptima 

TARABOTTO 
¡Ayúdame, cielo protector de la inocencia!
Sobre todo, conviene 
que observe bien a ese bribón de Ormondo
y a su confidente Batone.
¡Oh, cuanto lo deseo!...

(Aparecen los soldados) 

Pero vuelve el Duque. Así que, empecemos. 

BERTRANDO
Y bien, ¿dónde está el plano? 

TARABOTTO
¡Alteza!
Tengo que pediros un favor.

BERTRANDO 
Explícate.

TARABOTTO 
Tengo una sobrina,
buena, bonita y graciosa,
que será el bastón de mi vejez.

BERTRANDO 
Lo sé. ¿Y bien?

TARABOTTO 
Si vuestra Alteza lo permitiera, 
desearía que ella misma 
os presentara el dibujo.

BATONE
Buena voluntad.

TARABOTTO 
El dibujo está casi acabado. 
¡Figúrese! 
La pobre chica...
Nadie sabrá que es ella la que lo tiene.

BERTRANDO 
Bien. ¿Dónde está? 

TARABOTTO 
Está en mi casa.

(llamando a la casa) 

¡Nisa!.. ¡Nisa!.. El plano... 

Escena Octava  

(Sale Isabel con un papel doblado 
en la mano. Se acerca lentamente)  

ISABEL 
(para sí)
¡Ayúdame, gran Dios! 

TARABOTTO 
¡Adelante! ¡Adelante!

ISABEL 
(con una voz un poco nerviosa) 
Permiso... 

TARABOTTO 
(a Bertrando, que al fijarse en Isabel 
se queda bastante sorprendido)
La pobrecita 
no tiene valor. 

BERTRANDO 
Sé que vuestro tío
os quiere mucho.

ISABEL 
(muy tímidamente)
Es muy bueno...

TARABOTTO 
(imitándola) 
Es muy bueno.. Ese plano...

(Isabel da un paso hacia Bertrando) 

¿Y eso? ¿Por qué te detienes? 
¿Qué educación es ésa? 

BERTRANDO 
Admiro su timidez.

ISABEL 
(para sí)
¡Oh ingrato, oh ingrato!

TARABOTTO 
¿Dónde está tu espíritu? 
¿Dónde está tu jovialidad?
¿No sabes que él es tu señor?

ISABEL 
(Con pasión)
Deber... respeto... 

BERTRANDO 
(para sí)
¡Qué voz!

TARABOTTO 
El plano... ¡lo has entendido!

(al duque) 

Perdón, Alteza.

(a Isabel) 

¡El dibujo! 

(Isabel repite lo mismo de antes)  

¡Oh, por todos los diablos!
¡Levanta la cabeza, levántala! ¡Habla!

ISABEL 
Aquí está... el plano...

(Se lo enseña con gran temor, pero 
Bertrando, debido a la sorpresa, se le cae 
el papel al suelo, el cual recoge Tarabotto)  

BERTRANDO 
(para sí)
¡Cielos, qué veo! 

Ese semblante, esa mirada,
hacen que se hiele mi corazón.

TARABOTTO 
(para sí, refiriéndose a Bertrando))
Se ha quedado como pasmado,
como de piedra.

ISABEL 
(para sí)
Aunque es muy ingrato,
por él me habla el amor.

BERTRANDO 
(a Isabel, como para decirle algo 
importante, pero se detiene), 
¡Tú!...

ISABEL 
(Como Bertrando) 
Señor...
TARABOTTO 
(interrompendoli artificiosamente) 
Ecco il disegno. 

BERTRANDO 
(a Tarabotto con grand'espressione)
Tua nipote!...

TARABOTTO 
(in aria d'indifferenza) 
Mia nipote.
Il disegno!...

BERTRANDO
Ad altro istante.

(s'astrae fissando Isabella che si lascia 
contemplare, ma però artificiosamente. Fra sè) 

Se la miro sembra quella...
No ch'estinta è la rubella...
Non si guardi più costei...
Una volta ancora... è lei...
A qual barbaro contrasto
or mi guida un cieco ardor!

ISABELLA
(guardandosi reciprocamente)
Perché pria non ascoltarmi...
Perché ingiusto condannarmi...

(come decisi di non volersi più guardare) 

Non si guardi più il tiranno...

(tornandosi a guardare come per forza) 

Una volta ancora... o affanno!
A qual barbaro contrasto
or mi guida un cieco ardor!

TARABOTTO 
(fra sè)
Quello va fantasticando...
Questa è mezzo fuor del mondo!
Va il mio recipe operando...
Son per ora assai contento.

(piano ad Isabella) 

Incalzate l'argomento;
conosciamo quel suo cor.

ISABELLA 
(rispettosa)
Io vedo che importuna
signor v'è mia presenza,
or dunque con licenza 
men vado via di qua. 

(per andare) 

BERTRANDO 
(in gran violenza seco medesimo)
A me importuna? Ah no!
Voi grata qui mi siete...
Anzi discara; andate!...
No, no, restar dovete...

(vivamente a Tarabotto) 

Ella è nipote vostra? 

TARABOTTO 
Oh dubbio non ci sta!

E' figlia di Torrello,
già quondam mio fratello:
è nata da sua madre,
ed ebbe certo un padre
ed il paese il sa!  

BERTRANDO 
(vivamente)
Ella somiglia, o quanto!..
Quasi è per me un incanto!..

(con gran passione avvicinandosi ad Isabella) 

Ah Nisa!...

ISABELLA 
(incaminandosi) 
Permettete... 

BERTRANDO 
(imperioso) 
Fermati. 

ISABELLA 
(si ferma e dignitosamente gli risponde) 
Che volete? 

BERTRANDO 
(raddolcendosi subito)
Mirarti. 

ISABELLA 
A qual oggetto? 

BERTRANDO 
(vivamente)
Tu sei!... 

ISABELLA 
(interrompendolo) 
D'onor seguace,

(con energia, rispettosa) 

e voi primo custode
siete d'onor di pace:
Perciò da voi pretendo
del cor la libertà. 

BERTRANDO 
Qual voce! quali accenti!
Ascolta, resta, senti...

(fra sè) 

Lei vedo, sento lei;
chiudetevi, occhi miei,
o d'un funesto incanto
vittima il cor sarà.
O cielo è troppo barbara
la mia fatalità.

ISABELLA
Signor, perdono; io vado,

(fra sè) 

Ah quello è pentimento!..
Di chi parlate adesso?
O speme al cor ti sento!
Quel vostro ignoto affanno
mi desta in sen pietà.
O cielo è troppo barbara
la mia fatalità.

TARABOTTO 
(forte e piano)
Va' in casa... via finite.
Mi umilio... andiamo in guai.
Via presto... non capite!
Altezza!... basta omai

(a Bertrando) 

Quel vostro ignoto affanno
mi desta in sen pietà.

(fra sè) 

E batti e suda e pesta,
alfin si vincerà. 

(Isabella entra in casa con Tarabotto che ne sorte 
di nuovo e si mette ad osservare in disparte.) 
TARABOTTO 
(interrumpiéndolos artificiosamente)
¡Aquí está el plano! 

BERTRANDO 
(a Tarabotto con gran impresión)
¡Tu sobrina!...

TARABOTTO 
(con aire de indiferencia)
Mi sobrina.
¡El plano!...

BERTRANDO 
En otro momento.

(se distrae viendo a Isabel, que se deja 
contemplar, pero artificiosamente. Para sí) 

Cuanto más la miro más se parece... 
No, ella murió... 
No la veré más...
Pero incluso una vez más... es ella...
¡Ah, por este gran parecido
ahora me guía un ciego ardor! 

ISABEL 
(mirándolo, para sí) 
¿Por qué no me escuchaste primero?...
¿Por qué me condenaste injustamente?...

(decide no mirarle más) 

No miraré más al ingrato...

(Forzándose a mirarlo de nuevo) 

Una vez más... ¡Oh, afán!
¡Ah, por aquellos recuerdos
ahora me guía un ciego ardor!

TARABOTTO 
(para sí, mirando a Bertrando)
Está fantaseando...
¡Está como en otro mundo! 
Mi mente sigue trabajando...
Por ahora todo va bien.

(en voz baja, a Isabel) 

Muéstrate dura; 
así conoceremos su corazón.

ISABEL 
(respetuosa)
Veo que mi presencia
os molesta, señor.
Así que con vuestro permiso
me iré de aquí.

(para irse) 

BERTRANDO 
(con gran violencia)
¿Te marchas? ¡Ah, no! 
Me agrada que estés aquí...
Pero, eres una descarada; ¡Márchate!...
¡No, no, quédate!... 

(A Tarabotto, vivamente) 

¿Es ella realmente tu sobrina? 

TARABOTTO 
¡Oh, no hay duda!

Es hija de Torrelo,
que era mi hermano:
¡Se sabe que nació de su madre
que tuvo un padre
y que conoce el país! 

BERTRANDO 
(vivamente)
¡Se te parece mucho!...
¡A mí me parece encantadora!...  

(acercándose a Isabel con gran pasión)  

¡Ah, Nisa!...

ISABEL 
(para irse) 
Con permiso...

BERTRANDO 
(decidido)
¡Detente!

ISABEL 
(se detiene y le responde educadamente)
¿Qué queréis? 

BERTRANDO 
(tranquilizándose enseguida) 
Contemplarte. 

ISABEL 
¿Por qué?

BERTRANDO 
(vivamente)
¡Tú eres!... 

ISABEL 
(interrumpiéndolo) 
Una mujer honrada

(respetuosa, con energía) 

vuestro primer deber
es mantener el honor.
Por lo tanto, lo que yo pretendo
es la libertad del corazón.

BERTRANDO 
¡Qué voz! ¡Qué palabras!
¡Escucha, espera, oye!...

(para sí) 

La veo, la siento;
ojos míos, cerraros
o el corazón será víctima
de un funesto encanto.
¡Oh, cielos, mi fatalidad
es demasiado grande!

ISABEL 
Perdonad, señor; me voy.

(para sí) 

¡Ah, se está arrepintiendo!...
¿Qué pensará ahora? 
¡Oh, siento esperanza en el corazón! 
Su preocupación
despierta piedad en mi interior.
¡Oh, cielos, mi fatalidad
es demasiado grande!

TARABOTTO 
(En voz alta y baja)
¡Márchate a casa!... Acaba.
¡Me avergüenzo!... Vamos
¡Márchate ya!... ¿No comprendes?
¡Alteza!... Basta ya.

(A Bertrando)

Estoy avergonzado
por su descaro.

(para sí) 

Todos estos golpes,
al fin vencerán.

(Isabel entra en la casa con Tarabotto que 
sale de nuevo y se pone a observar)
Scena Nona

(Bertrando va passeggiando concentrato 
in se stesso ed indica somma agitazione.) 

TARABOTTO 
(fra sè)
Oh la impressione è fatta, e sembra in bene.

BERTRANDO 
No, no, morta è Isabella.
Questa è Nisa, nipote di Tarabotto.

TARABOTTO
(fra sè)
Oh falla i conti.

BERTRANDO 
Or dunque... 

(Esce Ormondo) 

ORMONDO
Signor, tutto è disposto... 

BERTRANDO
Intesi. Ascolta.
Ebbe in mare Isabella e morte e tomba? 

ORMONDO 
(esitando)
E perché?...

BERTRANDO 
(con calore) 
L'ebbe? 

ORMONDO 
E' certo. 

BERTRANDO
Eppur poc'anzi...

(si ritiene dal proseguire) 

No, per ora si taccia.

(ad Ormondo) 

Io vo e t'attendo
ove t'imposi in pria.

(fra sè) 

Quai prova angoscie mai quest'alma mia! 

(Parte)  

Scena Decima 

ORMONDO 
Quale inchiesta! qual suo gran turbamento!...

(Esce Batone. Con un po' d'agitazione) 

Vien, Batone mio fido... 

TARABOTTO 
(fra sè)
Sentiamo adesso questi galantuomini.

BATONE
Che vuol dir signor mio?...

ORMONDO
Tu già vedesti Isabella a perir!...

BATONE
Sicuramente.
Ma perché il domandate? 

ORMONDO
Perché il Duca
mi chiese or or lo stesso.  

BATONE
Ch'egli avesse veduta la nipote
di Tarabotto capo di questi minatori? 

ORMONDO 
E ciò che serve? 

BATONE
Che serve? Questa donna
proprio è un pomo spartito
colla morta Duchessa. 

ORMONDO 
(con gran premura) 
L'hai veduta? 

BATONE
E come! 

ORMONDO 
Che un destino a me nemico
tratta salva l'avesse? 

BATONE 
Oh! cosa dite? 

ORMONDO 
(prende a sé Batone e gli parla in modo che 
Tarabotto allunga il collo per sentire, ma inutilmente)
Senti. Comando a te rapir costei
tosto che si fa notte, e a me condurla. 

TARABOTTO 
(fra sè)
Non sento niente.

ORMONDO 
A te darò seguaci
quai l'uopo esige. Vo' vedere io stesso
sì gran portento. 

BATONE
(con apprensione e forte)
Ma vederla or ora
qui voi potrete senza ch'io stanotte... 

ORMONDO 
E che?.. Non vo' consiglio

ove possa temere un mio periglio.
Tu mi conosci e sai
che a me non si contrasta.
Servi al comando e basta,
né osarmi replicar.
Sia l'opra appien compita,
o pagherà tua vita
un detto sol che possa
l'arcano palesar. 

(parte)  

Scena Undicesima

BATONE 
(da sé)
O pagherà tua vita! Ecco la solita
sua bella canzonetta. 

TARABOTTO 
(fra sè)
Un arcano!.. Stanotte!... 
Una minaccia di vita! 
Ah, qui v'è sotto qualche diavolo.

BATONE
(fra sè)
Che questa Nisa fosse la Duchessa
salvata a caso!

TARABOTTO 
Ei va fantasticando:
tanto più n'ho sospetto.

BATONE
(fra sè)
Io lo potrei sapere da questo Tarabotto. 
Egli è un baggiano e cascherà!

TARABOTTO
(fra sè)
L'arcano tentiamo con destrezza ricavar da costui.

(passa dalla sua posizione alla 
imboccatura d'una cavità)  

BATONE
(fra sè)
Se scopro la Duchessa
corro a dirglielo al Duca sul momento,
e in tal guisa va a monte il rapimento.
Escena Novena

(Bertrando pasea, muy concentrado 
y nervioso) 

TARABOTTO 
(para sí)
¡Oh, parece que ha picado el anzuelo!

BERTRANDO 
No, no, Isabel está muerta. 
Ésa es Nisa, la sobrina de Tarabotto.

TARABOTTO 
(para sí)
Se equivoca.

BERTRANDO 
Así que ahora...

(Ormondo sale) 

ORMONDO 
Señor, está todo dispuesto...

BERTRANDO
Está bien, pero dime:
¿Fue el mar la tumba de Isabel? 

ORMONDO 
(titubeando) 
¿Y eso?...

BERTRANDO 
(enérgico)
¿Lo fue?

ORMONDO 
Sí.

BERTRANDO 
Y sin embargo...

(se resiste a proseguir) 

Dejémoslo por ahora.

(A Ormondo)
 
Te atenderé
en el campamento.

(para sí) 

¡Qué angustia para mi alma! 

(Sale) 

Escena Décima

ORMONDO 
¡Qué pregunta! ¡Qué gran turbación!

(Sale Batone, nervioso) 

Ven, Batone, amigo mío... 

TARABOTTO 
(para sí)
Escuchamos ahora a estos dos rufianes.

BATONE 
¿Qué quiere decirme, señor mío?...

ORMONDO
¡Tú viste morir a Isabel!...

BATONE
Indudablemente. 
¿Pero por qué lo preguntáis?

ORMONDO 
Porque el Duque 
me lo ha preguntado ahora mismo. 

BATONE
¿Ha visto a la sobrina de Tarabotto, 
el jefe de estos mineros? 

ORMONDO 
¿Y eso, por qué?

BATONE
¿Por qué?...
Esa mujer es la media naranja
de la Duquesa muerta.

ORMONDO 
(con prisa)
¿La has visto?
 
BATONE
¡Desde luego! 

ORMONDO 
¿Y qué pasaría si por adversa casualidad
se hubiera salvado? 

BATONE
¡Oh! ¿Qué decís?

ORMONDO 
(coge a Batone. Tarabotto alarga el 
cuello para oír, pero no lo consigue)
Escucha. Te ordeno que en cuanto 
anochezca me la traigas a toda costa.

TARABOTTO 
(para sí)
No escucho nada.

ORMONDO 
Te daré los secuaces que necesites. 
Quiero ver por mí mismo 
a ese gran portento.

BATONE
(con aprensión)
Pero podréis verla
sin que yo esta noche...

ORMONDO 
¿Qué?... 

No te pido que pienses por mí.
Tú ya me conoces 
y sabes que eso me irrita.
Cumple la orden y ya está.
¡No te atrevas a replicarme!
Si alguien descubre esto, 
si surge el más mínimo rumor
que desvele el secreto,
lo pagarás con tu vida.

(Sale)  

Escena Undécima 

BATONE 
(imitando a Ormondo)
¡O con tu vida lo pagarás! 
Ésa es su bella y usual cancioncita. 

TARABOTTO 
(para sí)
¡Un secreto! ¡Esta noche!... 
¡Una amenaza de vida! 
Debajo de todo esto hay algún diablo.

BATONE
(para sí)
¡Ni que esta Nisa fuera la Duquesa
que se hubiera salvado por suerte!

TARABOTTO 
Está fantaseando:
no sospecha nada.

BATONE
(para sí)
Podría saberlo por ese Tarabotto. 
¡Es un poco tonto y hablará!

TARABOTTO 
(para sí)
Intentemos revelar con destreza ese secreto.

(Cambia el lugar y se sitúa a 
la entrada de la mina)  

BATONE 
(para sí)
Si descubro a la Duquesa 
iré corriendo a decírselo al Duque 
y así fracasará el secuestro.
TARABOTTO 
(fingendo parlare verso l'interno 
della cavità, e passar indi in casa)
Ho inteso. Vado e torno... 

BATONE
(a tempo) 
Oh amico mio...

(invitandolo a sé) 

TARABOTTO 
Vostro buon servitore. 
Comandate qualche cosa? 

BATONE 
Sappiate che intesi dire tanto ben di voi,
che sono innamorato della vostra persona. 

TARABOTTO 
O che sorte! 
Ed io pure quando vi vedo... non vi dico altro. 

BATONE
Simpatia sorprendente! 

TARABOTTO 
Caso straordinario! 

BATONE
V'assicuro, 
che vo' farvi del ben proprio in affetto. 

TARABOTTO 
E lo stesso di core a voi prometto. 

BATONE
(dopo averlo guardato un momento 
in aria di compassione)
Ma non tutti la pensano per voi
come la penso io. 

TARABOTTO 
(come Batone)
Siam nello stesso caso, o signor mio... 

BATONE
(incalzando il dialogo)
Dite davvero? 

TARABOTTO
Dite la verità? 

BATONE
Io qui ho nemici? 

TARABOTTO
V'è tra voi chi mi vuol mal? 

BATONE
Sono stupito! 

TARABOTTO 
Resto come un stivale.

(Dopo essersi guardati un momento) 

BATONE
(fra sè)
Non lo capisco ben, vediamci chiaro.

TARABOTTO 
(fra sè)
La va da galeotto a marinaro.

(a Batone) 

Via, s'egli è ver che mi volete bene,
ditemi tutto. 

BATONE
E tutto dite voi. 

TARABOTTO 
Ebbene, cominciate, ed io proseguirò. 

BATONE
Dunque ascoltate.

(parlandogli colla più amichevole 
confidenza affettuosa)

Va taluno mormorando,
che nipote non avete,
e che Nisa è un contrabbando
che vi deve rovinar. 

(Tarabotto resta un momento senza parlare 
guardando Batone, poi dice al medesimo in aria
della più grande ingenuità ed affettuosa premura.)  

TARABOTTO 
Dir intesi che voi siete,
pel voler d'un certo tale,
un che altrui facendo male deve alfin precipitar.

(Si guardano, e prorompono in un scoppio di risa.) 

BATONE
Si pon dir più gran sciocchezze? 

TARABOTTO 
Si pon dir più gran follie! 

TARABOTTO, BATONE
O che ciarle, che pazzie!
Me la rido in verità.

(Si dividono, e dicono di sé)

Questo è un furbo come va.

BATONE
Pur la cosa è spinta a tanto...

(Si riuniscono, e si parlano in aria 
del più gran segreto) 

TARABOTTO 
Pur la crede ognun cotanto... 

BATONE
Che si dice che la donna
pose il Duca in gran sospetto. 

TARABOTTO 
Che si dice che di mira
già prendeste un certo oggetto...

(Prorompono come sopra) 

BATONE
Ma vedete maldicenze! 

TARABOTTO 
Ma vedete scioccherie! 

TARABOTTO, BATONE
O che ciarle! che pazzie!
Me la rido in verità.

(fra sè) 

Ah costui sudar mi fa.

BATONE
(in aria della più grande importanza)
Se per altro fosse vero
o qual premio se parlate. 

TARABOTTO 
Se però siete sincero
o che guai che voi scappate! 

BATONE
Mi capite... argento ed oro! 

TARABOTTO 
M'intendete... egli è bastone! 

BATONE
Via spiegate... 

TARABOTTO 
Via parlate... 

BATONE
Non so nulla... 

TARABOTTO 
Non so niente... 

BATONE
Dunque son... 

TARABOTTO
Castronerie! 

TARABOTTO, BATONE
O che ciarle, che pazzie!
Me la rido in verità!

(fra sè) 

Sta' pur duro quanto vuoi,
ma capito io t'ho di già.
TARABOTTO 
(fingiendo hablar hacia el interior 
de la mina y andando hacia la casa)
¡He entendido! ¡Enseguida vuelvo!...

BATONE
(a la vez)
¡Oh, amigo mío!...

(invitándolo) 

TARABOTTO 
Servidor de usted.
¿Manda algo?

BATONE 
Sabed que me caéis muy bien, 
pues me han hablado muy bien de vos.

TARABOTTO 
¡Oh qué suerte! 
Cuando os veo... a mí me sucede igual.

BATONE
¡Simpatía mutua sorprendente! 

TARABOTTO 
¡Caso extraordinario! 

BATONE
Os aseguro, 
que os quiero tratar con cariño.

TARABOTTO 
A vos os prometo el mismo trato.

BATONE
(después de haberlo mirado un 
momento con aire de compasión)
Pero no todos piensan de vos 
lo mismo que yo...

TARABOTTO 
(como Batone)
Estamos en el mismo caso, señor mío...

BATONE 
(alzando la voz)
¿Lo decís de veras? 

TARABOTTO 
¿Decís la verdad? 

BATONE
¿Tengo enemigos aquí? 

TARABOTTO 
¿Hay alguien que quiera tratarme mal? 

BATONE
¡Estoy asombrado! 

TARABOTTO 
¡Me quedo de piedra!

(después de mirarse un momento) 

BATONE
(para sí)
No lo entiendo bien, me está liando.

TARABOTTO 
(para sí)
Está como un galeote en el mar.

(a Batone) 

Vamos, vos que me queréis bien,
decídmelo todo. 

BATONE
Y todo os lo diré. 

TARABOTTO 
Bien, empezad vos y yo continuaré. 

BATONE
Pues escuchad:

(hablándole con la más amigable 
y afectuosa confidencia) 

Alguien va murmurando, 
que no tenéis ninguna sobrina,
y qué Nisa es un contrabando 
que debéis ocultar.

(Tarabotto se queda un momento sin hablar 
mientras Batone le mira, luego habla con 
aire de ingenuidad y cariñosa prisa) 

TARABOTTO 
Tengo entendido que, 
para complacer a alguien,
debéis ejecutar algún mal.

(Se miran y estallan en risas) 

BATONE 
¿Quién puede decir esas tonterías? 

TARABOTTO 
¡Quién puede decir esas locuras! 

TARABOTTO, BATONE
¡Oh qué rumores, qué locuras! 
Me río de verdad.

(se separan y dicen para sí) 

Es demasiado listo.

BATONE
Pero se habla tanto de ese asunto...

(Se acercan y se hablan con aire 
de gran secreto) 

TARABOTTO 
Incluso algunos creen...

BATONE
Se dice que puede tratarse
de la mujer del Duque.

TARABOTTO 
Se dice que estáis a punto
de raptar a alguien... 

(De nuevo, desbordan risas) 

BATONE 
¡Vaya habladurías! 

TARABOTTO 
¡Vaya tonterías! 

TARABOTTO, BATONE
¡Oh qué rumores, qué locuras! 
Me río de verdad.

(para sí) 

Es duro de pelar...

BATONE
(con aire de gran importancia)
Pero vaya recompensa, 
si eso fuera verdad.

TARABOTTO 
¡Pero si eso fuera verdad,
deberíais escapar de muchos apuros! 

BATONE
Entendedme... ¡plata y oro! 

TARABOTTO 
Comprendedme... ¡la horca! 

BATONE
Explicaos...

TARABOTTO 
Hablad...

BATONE
No sé nada... 

TARABOTTO 
No sé nada... 

BATONE 
Entonces son... 

TARABOTTO 
¡Tonterías!

TARABOTTO, BATONE
¡Oh qué rumores, qué locuras! 
Me río de verdad.

(para sí) 

Es duro de roer, 
pero ya lo he comprendido todo.
Scena Dodicesima
 
TARABOTTO 
E' deciso. Costoro, in gran sospetto,
l'hanno colla Duchessa e questa notte
le preparan la festa. Ma ci son io per Bacco! 

ISABELLA
Amico, qui poc'anzi
di Batone la voce udir mi parve. 

TARABOTTO 
E' vero. Dite, v'ha costui veduta? 

ISABELLA
Sì, non è molto. 

TARABOTTO 
Ora ho capito tutto. 

ISABELLA
Forse sospetta? 

TARABOTTO 
Sì, non v'inquietate.
Nella testa ho un terribile progetto...
La notte s'avvicina...
Ritorna il Duca... 

ISABELLA 
Io fuggo. 

TARABOTTO 
Anzi restate.
Vo' che gli raccontiate i casi vostri. 

ISABELLA
Che pensi? come? 

TARABOTTO 
Vel dirò. M'è d'uopo
che assai lo interessiate. 

ISABELLA 
Eccolo... oh dio!
Seco è il tiranno mio...
Al vederlo o qual gelo! 

TARABOTTO 
Coraggio. 

ISABELLA 
Ed in chi mai sperar!...

TARABOTTO
Nel cielo. 

Scena Tredicesima 

(Bertrando ed Ormondo entrano, Isabella 
e Tarabotto s'inginocchiano) 

BERTRANDO 
(a Tarabotto)
Al nuovo dì col mio fedele Ormondo
parlerai sul disegno. 

TARABOTTO 
Altezza sì. 

ISABELLA 
(fra sè)
Regger mi posso appena.

BERTRANDO 
(piano ad Ormondo)
Vedila.

ORMONDO 
(piano a Bertrando)
Sorprendente somiglianza!

TARABOTTO 
(piano ad Isabella)
Ci siamo intesi.

ISABELLA 
(piano a Tarabotto)
O ciel mi sforzerò!

BERTRANDO 
Nisa gentil, voi sempre mesta! 

ISABELLA 
Sempre. 

BERTRANDO 
E perché? 

ISABELLA 
Pel più giusto e fatale timore. 

BERTRANDO 
Timor di che? 

ISABELLA
Degli uomini. 

ORMONDO 
(marcatamente e fissando Isabella) 
Degli uomini! 

TARABOTTO 
E n'ha ragion. 

BERTRANDO 
Ragione? 

TARABOTTO
Aver dovea
uno sposo... sì... no... s'è poi ficcato
il diavolo di mezzo... e allor... che guai!...

(ad Isabella) 

Diglielo tu che meglio lo dirai. 

ISABELLA
No, ricordar non voglio un tradimento. 

BERTRANDO 
Voi tradita! 

ISABELLA
Ah nol fossi! 

BERTRANDO 
E chi fu il traditor? 

ISABELLA 
Deh! che chiedete? 

BERTRANDO 
Il Duca ora v'impone
far la vostra vicenda a lui presente. 

ISABELLA
Che chiedete, o signore, a un'innocente!
O quale al rammentar l'infausta scena
qual tremito mi scuote! Ah che all'idea
di lei, ridotta a fatal punto estremo
io sudo, agghiaccio, inorridisco e fremo!

Mai più tanto possente
armi impugnò di morte...
la nera fellonia. Della vendetta
giurò sull'ara infame
odio a virtù; e frattanto
la misera innocenza 
priva di dolce aita
invan chiedea pietà sola e tradita.
E degg'io la vicenda
far nota a voi del più infelice amore?
Sì, parlerò, se pur mi regga il core.
Al più dolce e caro oggetto
io serbava un'alma amante:
egli ardea d'eguale affetto,
ed in noi regnava amor.

Quando un fellon m'invola
il cor del mio diletto,
e abbandonata e sola
mi guida a crudo orror.
Che palpito crudele,
che pena sento al cor!
Ah mi consoli almeno
chi prova in seno amor.

(entra in casa) 
Escena Duodécima  

TARABOTTO
Está claro que esta noche
raptarán a la Duquesa.
¡Pero por Baco que ahí estaré yo! 

ISABEL 
Me pareció ver
que hablabais con Batone. 

TARABOTTO 
Es verdad. Dime ¿te ha visto? 

ISABEL 
Sí, por un momento. 

TARABOTTO 
Ahora lo comprendo todo.

ISABEL 
¿Alguna sospecha? 

TARABOTTO 
Sí, pero no te preocupes.
En esta cabeza tengo un plan terrible...
La noche se acerca... 
Vuelve el Duque... 

ISABEL 
Me voy. 

TARABOTTO 
Quédate.
Quiero que le cuentes tu caso.

ISABEL 
¿Qué piensas? ¿Cómo? 

TARABOTTO 
Te lo diré. 
Necesito que hagas que se interese por ti. 

ISABEL 
Aquí está... ¡Oh, Dios! 
Con él viene mi tirano...
¡Al verlo me quedo helada! 

TARABOTTO 
Valor.

ISABEL 
¿En quién podremos confiar?... 

TARABOTTO 
En el cielo.

Escena Decimotercera  

(Entran Bertrando y Ormondo, Isabel 
y Tarabotto se inclinan) 

BERTRANDO 
(a Tarabotto)
Junto con mi fiel Ormondo, mañana, 
quiero hablar contigo del proyecto...

TARABOTTO 
Sí, Alteza.

ISABEL 
(para sí)
Apenas puedo sostenerme.

BERTRANDO 
(En voz baja a Ormondo)
Miradla.

ORMONDO 
(En voz baja a Bertrando)
¡El parecido es sorprendente!

TARABOTTO 
(En voz baja a Isabel)
¿Has entendido?

ISABEL 
(En voz baja a Tarabotto)
¡Oh cielos, me esforzaré!

BERTRANDO 
Gentil Nisa, ¿siempre estáis así de triste?

ISABEL 
Siempre. 

BERTRANDO 
¿Y por qué? 

ISABEL 
Por el más justo y fatal temor. 

BERTRANDO 
¿De qué temor hablas? 

ISABEL 
Del de los hombres. 

ORMONDO 
(Mirando fijamente a Isabel)
¿Del de los hombres?

TARABOTTO 
Ella tiene motivos.

BERTRANDO 
¿Motivos? 

TARABOTTO 
Debería tener un esposo... sí... no... 
ya se metió el diablo de por medio... 
y ahora... ¡qué embrollo!...

(a Isabel) 

Tú se lo dirás mejor. 

ISABEL 
¡No, no quiero recordar una traición!

BERTRANDO 
¿Vos traicionada?

ISABEL 
¡Sí! 

BERTRANDO 
¿Y quién fue el traidor? 

ISABEL 
¡Oh! ¿Por qué lo preguntáis? 

BERTRANDO 
El Duque quiere que le contéis todo,
delante de los aquí presentes.

ISABEL 
¡Oh señor, qué pretendéis de una inocente! 
¡Quiero olvidar aquella infausta escena 
qué hace que tiemble! 
¡Sólo con la idea, sólo con recordarlo, 
sudo, me horrorizo y tiemblo!

La muerte jamás empuñó 
armas tan poderosas
como la negra felonía. 
Sobre el infame aire y con odio 
juré vengar a la virtud; y mientras tanto 
la pobre inocente, sola y traicionada 
sin ninguna ayuda,
en vano pedía piedad.
¿Y debo hablaros a vos 
del más infeliz de los amores? 
Si, hablaré, si mi corazón se sujeta. 
Guardaba en mi alma amante 
un dulce y querido afecto:
un día, el ardió de la misma pasión
y entre nosotros reinó el amor. 

Pero cuando se cansó de mí, 
el corazón de mi amado,
me condujo al más crudo horror,
abandonada y sola. 
¡Qué latido cruel, 
qué pena siento en el corazón! 
Que al menos encuentre consuelo
en el aquel que me pruebe su amor...

(entra en la casa) 
Scena Quattordicesima 

BERTRANDO 
(fra sè)
Son fuor di me! Il mio caso!

(resta assorto in se stesso) 

ORMONDO 
(fra sè)
La storia mia! Affrettiamci
tutto a dispor pel rapimento. Io stesso
ne veglierò, ché di nessun mi fido.

TARABOTTO 
(fra sè)
Rumina pur.

ORMONDO
Signor, se ciò vi piace,
or men vado a dispor pel nuovo giorno
quanto già m'imponeste. 

BERTRANDO 
Va pur. 

(piano ad Ormondo) 

Dimmi, o fedel, non è un portento!
L'udisti!...

ORMONDO
(piano a Bertrando)
E che perciò? Quale per lei
strana cura, o signor?

(s'inchina al Duca, e dice da sé nel partire) 

Perdiam costei.

(parte. Va facendosi notte) 

Scena Quindicesima 

TARABOTTO 
(fra sè)
Parmi tutto disposto,
e il gran colpo tentiam. 
Deve egli stesso scoprir l'iniquo.

(a Bertrando) 

Altezza... ahimè...

(se gli butta ginocchioni)  

BERTRANDO
Che fai! Alzati. 

TARABOTTO 
(parlandogli con voce artificiosamente soffocata 
per non essere inteso dal seguito del Duca)
No, se prima
non si degna promettermi
di defender la povera
Nisa nipote mia. 

BERTRANDO 
Come? che dici?
Io difesa prometto...

(Tarabotto si leva.) 

Chi ardisci farle offesa? 

TARABOTTO 
Quel briccone
di cui poc'anzi le ho parlato. A sorte
ho scoperto che allor che faccia notte
qui verrà per tentare non so quale
danno contro di lei.
Siamo alla notte, ed io, per non spaurirla,
nulla le ho detto, ma il periglio è tale... 

BERTRANDO 
Chi è costui? farò ch'ei tremi... 

TARABOTTO 
Io giuro a vostr'altezza
che se il briccon con arte non si piglia...
forza non val. 

BERTRANDO
Che! 

TARABOTTO 
L'è così. Di nuovo,
Altezza, a lei lo giuro. 

BERTRANDO 
(vivamente)
Ebben, vivi sicuro,
che qui a difesa sua farò che vegli
un tal, per cui punito il tradimento
sarà col traditore in sul momento.

(parte col seguito)  

TARABOTTO 
Chi esser può questo tal sennon ei stesso?
Andiamo tosto a far uscir di casa
per il cortil la povera signora.
Poi qui nascosti e stando in attenzione
scoprirem l'arti ree di quel briccone. 

(La scena é oscurissima) 

Scena Ultima

(Batone, con seguaci armati, uno 
de' quali ha un  fanale da mano chiuso, 
e che dentro ha un lume acceso.) 

BATONE
Tacita notte oscura
deh, fa' ch'io giunga al segno;
e l'opra e'l mio disegno
ti prego secondar. 

(ai seguaci) 

Amici, voi sapete
chi vuol che ciò sia fatto.
Or dunque su accostiamoci.

(s'accosta alla casa ed ascolta) 

Qui non si sente un gatto...

(S'accosta quello che ha il fanale.) 

Fa' chiaro un poco... è aperto...

(trova aperta la porta) 

Ci dà favor la sorte,
andiamo a lavorar.

(Entra co' suoi seguaci. Entrato ch'egli è, escono 
da un viale a canto alla casa Tarabotto e Isabella e 
passano dall'altra parte ascondendosi dietro l'albero 
e la panca. Isabella è vestita con un abito nobile ma 
dimesso.) 

ISABELLA
Perché con queste spoglie
vestita or mi bramate? 

TARABOTTO 
Allor che v'ho salvata
vestita n'eravate. 

ISABELLA
Ma dite a quelle oggetto? 

TARABOTTO 
Ve lo dirà l'effetto.
Venite e vinceremo
non state a dubitar.  

ISABELLA
Ah ciel vacillo e tremo,
non oso più sperar. 

(si celano. Esce Bertrando con seguito. Alcuni hanno
delle fiaccole smorzate, ed uno ha un fanale come 
sopra.)  

BERTRANDO 
In quelle cave oscure
celiamci o fidi miei.
Perché vid'io costei?
Perché degg'io tremar?

(entra nelle cavità col seguito, 
con cui si mette in ascolto) 
Escena Decimocuarta  

BERTRANDO 
(para sí)
¡Estoy fuera de mí! ¡Qué problema!

(se queda absorto) 

ORMONDO 
(para sí)
¡Mi problema! 
Comprobaré que esté todo listo 
para el secuestro, no me fío de nadie.

TARABOTTO 
(para sí)
Están rumiando...

ORMONDO 
Señor, si os place,
hora iré a preparar para mañana
todo lo que me habéis ordenado. 

BERTRANDO 
Ve.

(en voz baja, a Ormondo) 

¡Dime, oh fiel, si esto no es un milagro!
¡Lo oíste!... 

ORMONDO 
(en voz baja a Bertrando)
¿Y por qué tanto? Oh, señor, 
¿sentís algo por ella? 

(se inclina ante el Duque y le dice) 

Perdonad. 

(Sale. Anochece)  

Escena Decimoquinta  

TARABOTTO 
(para sí)
Me parece que esta todo dispuesto
para llevar a cabo el golpe. 
Él mismo deberá descubrir al inicuo.

(a Bertrando) 

Alteza... ¡Ay de mí!...

(se arrodilla)  

BERTRANDO
¿Qué haces? ¡Levanta!

TARABOTTO 
(hablándole con voz sofocada para que 
no oiga nada el séquito del Duque) 
No si antes...
me prometéis...
que defenderéis...
a mi pobre sobrina Nisa...

BERTRANDO 
¿Cómo? ¿Qué dices? 
Prometo defenderla...

(Tarabotto se levanta) 

¿Quién se atreve a ofenderla? 

TARABOTTO 
Aquel bribón 
con el que hace poco he hablado. 
Por suerte he descubierto 
que dentro de poco vendrá 
para hacerle a ella no sé qué cosa.
Es de noche, y para que no se asuste,
no le he dicho nada a ella, el peligro es...

BERTRANDO 
¿Quién es ése? Haré que tiemble...

TARABOTTO 
Alteza, os juro que si con astucia 
no cogemos a ese bribón... 
La fuerza no servirá.

BERTRANDO 
¡Qué! 

TARABOTTO 
Así es.
Os lo juro de nuevo. 

BERTRANDO 
(vivamente)
Bien, os aseguro que aquí 
velaré por su defensa,
y en su momento,
castigaré al traidor por la traición.

(sale con su séquito) 

TARABOTTO 
No se imagina que el traidor es él mismo.
Vayamos pronto a hacer salir
de la casa a la pobre muchacha. 
Aquí escondido y estando atento, 
descubriré a ese bribón. 

(La escena queda muy oscura)

Escena Última  

(Batone, con secuaces 
armados, uno de ellos 
sostiene un farol encendido) 

BATONE
Noche oscura y silenciosa.
¡Buen augurio!
¡Ojalá que me ayude
a que mi plan triunfe!

(a los secuaces) 

Amigos, ya sabéis 
lo que hay que hacer,
acerquémonos pues.

(se acerca a la casa y escucha)

Aquí no se oye ni un gato...

(al que tiene el farol) 

Alumbra un poco... está abierto...

(encuentra la puerta abierta) 

La suerte nos acompaña,
vamos a trabajar.

(Entran todos en la casa. Por el camino 
se ve aparecer a Tarabotto e Isabel, que 
van a esconderse tras un árbol. Isabel 
va vestida con un ropaje noble pero 
modesto) 

ISABEL 
¿Por qué deseáis
verme vestida con esto?

TARABOTTO 
Ahora que te he salvado,
será mejor que estés así vestida.

ISABEL 
¿Pero de qué habláis? 

TARABOTTO 
El resultado te lo dirá.
Ven y venceremos,
no lo dudes. 

ISABEL 
¡Ah, cielos, vacilo y tiemblo 
no sé qué me esperará!

(se esconden. Sale Bertrando con su 
séquito. Algunos tienen antorchas y uno 
de ellos un farol) 

BERTRANDO 
¡Oh, fieles míos, 
esperemos en aquellas oscuras cavidades!
¿Qué veré? 
¿Por qué tiemblo? 

(entra en la cueva con el séquito, 
todos permanecen escuchando)
ISABELLA
Mi balza il cor dal petto. 

(piano fra loro) 

TARABOTTO
E' lui, non ve l'ho detto!

(Esce Ormondo e parla trovandosi poco
distante dal sito ove sta Bertrando in ascolto. 
Egli è con un seguace solo.) 

ORMONDO 
(sta pensando)
Ch'entrato sia Batone,
che il colpo abbia tentato? 

BERTRANDO 
(fra sè)
Ormondo!

TARABOTTO
(fra sè)
E' qui il briccone.
I sorci vanno in trappola.

ORMONDO 
Men voglio assicurar.

(S'avanza verso la casa da cui n'esce Batone co' suoi.)

Batone. 

BATONE
Signor mio!.. 

ORMONDO 
Ebben l'hai tu rapita? 

BATONE
Di casa ell'è sparita... 

ORMONDO 
Non credo se non vedo...

(entra co' seguaci)  

BATONE
Entrate... io non ho torto...

(Esce a questo punto Bertrando e sorprende Batone.)

Ah! 

BERTRANDO 
Taci o tu sei morto!
Allor che torna Ormondo
fa' che ragion ti renda
perché tal ratto imprenda,
ed io sto ad ascoltar. 

BATONE
(con gran timore)
Signor... sarà... servito...

(fra sè) 

Oimè!.. che cado... in fosso...
Mi vien la febbre addosso...
In piè non posso star.

ISABELLA, BERTRANDO 
(fra sè)
O ciel l'angustia mia
mi guida a delirar.

TARABOTTO 
(piano a Isabella)
Da brava, forti adesso,
non c'è da dubitar.

(Bertrando si rimetta al suo posto.) 

BATONE
Coraggio, Batone,
ci va la tua pelle.
Facciamo il briccone 
ben chiaro parlar. 

(Esce Ormondo dalla casa co' suoi.) 

ORMONDO 
Che fiera disdetta! 

BATONE
Ebbene? 

ORMONDO 
Non c'è. 

BATONE
Ma dite, e perché
rapir questa donna.  

ORMONDO 
O dessa è Isabella
già ingrata al mio amore, 

(Bertrando fa gran motto di sdegno.) 

o tanto par quella,
ch'io debbo tremar. 

BATONE
E avete deciso... 

ORMONDO 
Che mora all'istante.. 

(Incalzando il dialogo tutti due, e parlando quasi 
forte, Batone spiega la più gran compiacenza.) 

BATONE
Perché non volete... 

ORMONDO 
Che viva un oggetto... 

BATONE
Che della vendetta... 

ORMONDO 
Mi tolga l'effetto... 

BATONE
E al Duca discopra... 

ORMONDO 
I miei primi inganni... 

(Esce Bertrando con soldati che hanno 
accese le fiaccole. S'illumina il teatro.) 

BERTRANDO 
Tu sogni, t'inganni o vil traditor. 

(Ormondo è disarmato e tolto in mezzo dai soldati.)  

BERTRANDO 
(desolatissimo)
Sposa oh dio! sposa ove sei?
Fui sedotto e ti perdei!..
S'altro offrirti non poss'io
abbi almeno il sangue mio... 

(Per cavare la spada. Esce Isabella con 
Tarabotto, e trattengono il Duca.)  

ISABELLA, TARABOTTO 
Fermo... fermo... 

BERTRANDO 
(ad Isabella)
Tu! chi sei? 

ISABELLA
Chi nel core come in petto
porta quel cui serba affetto.

(cava dal seno il ritratto di Bertrando che va 
all'eccesso dello sbalordimento ora guardando 
Isabella, ora il ritratto) 

BERTRANDO 
Tu il ritratto!.. d'Isabella, 
tu le vesti...

TARABOTTO
(vivamente) 
E' quella, è quella,
che da me fu un dì trovata
sulla spiaggia mezza morta,
ch'è per opra mia rinata,
che per voi or qui ho risorta,

(colla più grande impazienza) 

che le vesti le ho serbato,
che il briccone ho smascherato,
che... non basta? 

BERTRANDO
Dio!..

(per estendere ad Isabella le braccia, ma si ritiene) 

Ma degno del tuo cor, ah più non sono!...

ISABELLA
Tu m'offrivi il sangue istesso!...
Sei pentito... io ti perdono.

(gli stende le braccia, e vi vola Bertrando) 

BATONE
(fra sè)
Ora tocca a me il sorbetto!

TARABOTTO 
Viva, viva il vero amor! 

BERTRANDO 
(a Batone)
E perché nel rapimento
l'opra tua fu all'empio unita? 

BATONE
Perché fece a me il saluto
«Pagherai colla tua vita!..»

(fa un moto d'ira verso Ormondo) 

Se la vita abbiam perduto
non si compra un'altra volta.
Onde... Altezze... vedon bene...

(s'inginocchia)

Grazia a un figlio del timor. 

ISABELLA
Grazia a lui sia pur concessa. 

TARABOTTO, BATONE
Benedetta! ognor la stessa! 

BERTRANDO 
(a Tarabotto)
Premio degno, o uom virtuoso,
già t'appresta il nostro core.

(gli soldati) 

Tratto altrove a giusto orrore
tosto sia quell'empio cor. 

(I soldati conducono via Ormondo.)  

TUTTI
Presto o tardi il ciel clemente
tutti scopre i neri inganni;
e corona l'innocente,
e punisce il traditor.



ISABEL 
El corazón me da saltos en el pecho.

(En voz baja como los otros) 

TARABOTTO 
¿Y él, no lo sabe aún?

(Sale Ormondo con un secuaz y habla un 
poco lejos del lugar donde está Bertrando 
escuchando)  

ORMONDO 
(pensando)
¿Habrá intentado Batone 
dar el golpe?

BERTRANDO 
(para sí)
¡Ormondo!

TARABOTTO 
(para sí)
Aquí está el bribón.
Ya está la rata en la trampa.

ORMONDO 
Iré a asegurarme.

(Se acerca a la casa en la cual está Batone) 

Batone. 

BATONE
¡Mi señor!...

ORMONDO 
Y bien, ¿la has secuestrado ya?

BATONE
Ha desaparecido de la casa...

ORMONDO 
Si no lo veo, no lo creo...

(entra con el secuaz)  

BATONE
Entrad... No me equivoco...

(sale Bertrando y sorprende a Batone) 

¡Ah! 

BERTRANDO 
¡Cállate o estás muerto! 
Ahora, cuando vuelva Ormondo,
que te dé una razón
del por qué está aquí,
estoy deseando escucharla.

BATONE
(con gran temor)
Señor... será... como ordenéis...

(para sí) 

¡Ay de mí!... En que abismo... me caigo...
Siento sobre mí una gran fiebre...
No puedo sostenerme en pie.

ISABEL, BERTRANDO 
(para sí)
¡Oh cielos, está angustia
me hace delirar!

TARABOTTO 
(en voz baja a Isabel)
No titubees, 
ahora debes de ser fuerte.

(Bertrando vuelve a su escondite) 

BATONE
¡Ánimo, Batone, 
que en ello va tu pellejo!
Hagamos hablar bien claro
al bribón.

(Ormondo sale de la casa con el secuaz) 

ORMONDO 
¡Maldita fiera! 

BATONE 
¿Y bien? 

ORMONDO 
No está.

BATONE
Pero decidme, 
¿por qué deseáis raptar a esa mujer? 

ORMONDO 
Es Isabel,
y no quiso ceder a mi amor,

(Bertrando hace signos de gran agitación) 

así pues ahora,
debo temer mucho de ella

BATONE
Y habéis decidido... 

ORMONDO 
Que muera ahora mismo...

(hablando en voz más alta, Batone prosigue 
con gran complacencia.)  

BATONE
Porque no queréis... 

ORMONDO 
Que viva un testigo... 

BATONE
Que de la venganza... 

ORMONDO 
...que me delate... 

BATONE
Y que el Duque descubra...

ORMONDO 
Mis primeros engaños... 

(Bertrando sale, los soldados encienden 
las antorchas. Se ilumina el teatro.)  

BERTRANDO 
¡Sueñas, te engañas, oh vil traidor!

(Ormondo es desarmado) 

BERTRANDO 
(desolado)
¡Oh, Dios, esposa! ¿Dónde estás esposa?
¡Fui seducido y te perdí!...
No puedo ofrecerte nada 
pero al menos tendrás mi sangre.

(Hace ademán de sacar la espada. Isabel 
sale con Tarabotto y retienen al Duque.)  

ISABEL, TARABOTTO 
¡Esperad!... ¡Esperad!...

BERTRANDO 
(A Isabel)
¿Quién eres tú?

ISABEL 
La que lleva en el corazón 
el cariño más grande.

(Saca el retrato de Bertrando, el cual mira 
muy aturdido, primero mirando a Isabel y 
luego al retrato) 

BERTRANDO 
¡Tú, el retrato!
El vestido de Isabel.

TARABOTTO 
(vivamente)
Y es ella
a la que un día encontré,
medio muerta en la playa,
la esperanza renació en mí,
la misma que ahora renace en vos.

(con gran impaciencia) 

Ella ha guardado el vestido,
el bribón ha sido desenmascarado...
¿No os basta? 

BERTRANDO 
¡Dios!...

(intenta abrazar a Isabel, pero se detiene) 

¡Pero ya no soy digno de tu corazón!...

ISABEL 
¡Me ofreciste tu sangre!...
Estás arrepentido... yo te perdono. 

(le tiende sus brazos y se abrazan) 

BATONE
(para sí)
¡Ahora me toca a mí! 

TARABOTTO
¡Viva, viva el amor verdadero! 

BERTRANDO 
(a Batone)
¿Y tú, por qué
te uniste al secuestro? 

BATONE
Porque él me dijo:
"¡Pagarás con tu vida!" 

(le hace a Ormondo un gesto de enfado)  

La vida que yo hubiera perdido
no se puede comprar otra vez.
Así pues... alteza... sed bueno... 

(se arrodilla)

Perdón para un hijo del miedo. 

ISABEL 
¡Que le sea concedido el perdón!

TARABOTTO, BATONE
¡Bendita sea! ¡Honor para ella!

BERTRANDO 
(A Tarabotto)
Un gran premio, hombre virtuoso,
ya se prepara para ti, en nuestro corazón.

(a los soldados) 

Mas ahora llevad a ese impío corazón,
al lugar del justo horror.

(Los soldados se llevan a Ormondo) 

TODOS 
El cielo descubre, tarde o temprano,
todos los negros engaños;
corona al inocente,
y castiga al traidor.


Escaneado y Traducido por
Antonio Domínguez 2002