LA BOHÈME

 

Personajes

RODOLFO

MARCELO

SCHAUNARD

COLLINE

MIMÍ

MUSETTA

ALCINDORO     

BENOÎT

Poeta, Amante de Mimí

Pintor, Amante de Musetta

Músico

Filósofo

      Modistilla, Amante de Rodolfo        

Amante de Marcelo

Viejo Protector de Musetta

Casero de los Bohemios

Tenor

Barítono

Barítono

Bajo

        Soprano

Soprano

Bajo

Bajo

 

La acción se desarrolla en el Barrio Latino de París en el año 1840

 

ATTO  PRIMO


In Soffitta

(Amplia finestra dalla quale si scorge
una distesa di tetti coperti di neve. A
sinistra, un camino. Una tavola, un
letto, un armadietto, una piccola 
libreria, quattro sedie, un cavalletto
da pittore con una tela sbozzata ed
uno sgabello: libri sparsi, molti fasci
di carte, due candelieri. Uscio nel
mezzo, altro a sinistra. Rodolfo 
guarda meditabondo fuori della 
finestra. Marcello lavora al suo
quadro: «Il passaggio del Mar
Rosso», con le mani intirizzite dal 
freddo e che egli riscalda alitandovi 
su di quando in quando, mutando, 
pel gran gelo, spesso posizione.)

MARCELLO 
(seduto, continuando a dipingere)
Questo Mar Rosso mi ammollisce
e assidera come se addosso 
mi piovesse in stille. 
Per vendicarmi, affogo un Faraon!

(Torna al lavoro. A Rodolfo)

Che fai? 

RODOLFO 
(volgendosi un poco)
Nei cieli bigi 
guardo fumar dai mille 
comignoli Parigi 

(additando il camino senza fuoco)

e penso a quel poltrone 
di un vecchio caminetto ingannatore 
che vive in ozio 
come un gran signore. 

MARCELLO 
Le sue rendite oneste 
da un pezzo non riceve. 

RODOLFO 
Quelle sciocche foreste 
che fan sotto la neve? 

MARCELLO 
Rodolfo, io voglio dirti 
un mio pensier profondo:

(Soffiandosi le ditta)

ho un freddo cane. 

RODOLFO 
(avvicinandosi a Marcello)
Ed io, Marcel, non ti nascondo 
che non credo al sudore della fronte. 

MARCELLO 
Ho ghiacciate le dita; 
quasi ancora le tenessi immollate 
giù in quella gran ghiacciaia 
che è il cuore di Musetta... 

(Lascia sfuggire un lungo sospirone,
e tralascia di dipingere, deponendo
tavolozza e pennelli.) 

RODOLFO 
L'amore è un caminetto 
che sciupa troppo... 

MARCELLO 
... e in fretta! 

RODOLFO 
... dove l'uomo è fascina... 

MARCELLO 
... e la donna è l'altare... 

RODOLFO 
... l'uno brucia in un soffio... 

MARCELLO 
... e l'altro sta a guardare!. 

RODOLFO 
Ma intanto qui si gela! ... 

MARCELLO 
... e si muore d'inedia!... 

RODOLFO 
Fuoco ci vuole... 

MARCELLO 
(afferrando una sedia e facendo 
atto di spezzarla)
Aspetta... sacrifichiam la sedia!

(Rodolfo impedisce con energia l'atto 
di Marcello con gioia ad un'idea che 
gli è balenata.) 

RODOLFO 
Eureka!

MARCELLO 
Trovasti? 

RODOLFO
(Corre alla tavola e ne leva un
voluminoso scartafaccio.) 
Sì. Aguzza 
l'ingegno. L'idea vampi in fiamma. 

MARCELLO 
(additando il suo quadro)
Bruciamo il Mar Rosso? 

RODOLFO 
No. Puzza la tela dipinta. 
Il mio dramma..., 
L'ardente mio dramma ci scaldi. 

MARCELLO 
(con comico spavento)
Vuoi leggerlo forse? 
Mi geli. 

RODOLFO 
No, 
in cener la carta si sfaldi 
e l'estro rivoli ai suoi cieli. 

(con importanza)

Al secol gran danno minaccia... 
E Roma in periglio... 

MARCELLO 
(con esagerazione)
Gran cor! 

RODOLFO 
A te l'atto primo. 

MARCELLO 
Qua. 

RODOLFO 
Straccia. 

MARCELLO 
Accendi. 

(Rodolfo batte un acciarino accende,
una candela e va al camino con
Marcello: insieme dànno fuoco a 
queila parte dello scartafaccio 
buttato sul focolare, poi entrambi 
prendono  delle sedie e seggono, 
riscaldandosi voluttuosamente)

RODOLFO, MARCELLO
Che lieto baglior!

(Si apre con fracasso la porta in fondo
ed entra Colline gelato, intirizzito,
battendo i piedi, gettando con ira sulla
tavola un pacco di libri legato con un
fazzoletto.) 

COLLINE 
Già dell'Apocalisse 
appariscono i segni. 
In giorno di vigilia 
non si accettano pegni!

(Si interrompe sorpreso, vedendo
fuoco nel caminetto.)

Una fiammata! 

RODOLFO 
(a Colline)
Zitto, 
si dà il mio dramma. 

MARCELLO 
... al fuoco. 

COLLINE 
Lo trovo scintillante. 

RODOLFO 
Vivo. 

(Il fuoco diminuisce. )

COLLINE 
Ma dura poco. 

RODOLFO 
La brevità, gran pregio. 

COLLINE 
(levandogli la sedia)
Autore, a me la sedia. 

MARCELLO 
Questi intermezzi 
fan morire d'inedia. 
Presto!. 

RODOLFO 
(Prende un'altra parte dello
scartafaccio.) 
Atto secondo. 

MARCELLO 
(a Colline) 
Non far sussurro. 

(Rodolfo straccia parte dello scartafaccio 
e lo getta sul camino: il fuoco si ravviva. 
Colline avvicina ancora più la sedia e si 
riscalda le mani: Rodolfo è in piedi, 
presso ai due, col rimanente dello 
scartafaccio.) 

COLLINE 
Pensier profondo! 

MARCELLO 
Giusto color! 

RODOLFO 
In quell'azzurro guizzo languente 
Sfuma un'ardente scena d'amor.... 

COLLINE 
Scoppietta un foglio. 

MARCELLO 
Là c'eran baci! 

RODOLFO 
Tre atti or voglio 
d'un colpo udir.

(Getta al fuoco il rimanente dello
scartafaccio.) 

COLLINE 
Tal degli audaci l'idea s'integra. 

TUTTI
(Applaudono entusiasticamente)
Bello in allegra vampa 
svanir. 

(La fiamma dopo un momento
iminuisce.) 

MARCELLO 
Oh! Dio... già s'abbassa la fiamma. 

COLLINE 
Che vano, che fragile dramma! 

MARCELLO 
Già scricchiola, increspasi, muore. 

COLLINE, MARCELLO 
(Il fuoco è spento.)
Abbasso, abbasso l'autore

(Dalla porta di mezzo entrano due
Garzoni, portando l'uno provviste di
cibi, bottiglie di vino, sigari, e l'altro un
fascio di legna. Al rumore, i tre innanzi
al camino si volgono e con grida di
meraviglia si slanciano sulle provviste
portate dal garzone e le depongono sul
tavolo. Colline prende la legna e la
porta presso il caminetto: comincia a 
far sera.) 

RODOLFO 
Legna! 

MARCELLO 
Sigari ! 

COLLINE 
Bordò! 

RODOLFO 
Legna! 

MARCELLO 
Bordò! 

TUTTI 
Le dovizie d'una fiera 
il destin ci destinò.

(I garzoni partono. Schaunard entra
dalla porta di mezzo con aria di trionfo,
gettando a terra alcuni scudi) 
ACTO  PRIMERO


En la Buhardilla

(Amplia ventana desde la cual se
divisan tejados cubiertos de nieve.
A la izquierda una estufa. Una mesa,
una cama, un caballete con una tela
esbozada, un taburete, una cama. 
Libros esparcidos, pilas de papeles,
dos candelabros, cuatro sillas, un
armario pequeño,. Una puerta en
el centro; otra, a la izquierda. 
Rodolfo, en la ventana, mira hacia
fuera, meditabundo. Marcelo
trabaja en su cuadro "El paso del 
Mar Rojo", con las manos rígidas 
por el frío, que calienta con su 
boca. Cambia de posición con
frecuencia debido al intenso frío)

MARCELO
(Sentado, mientras está pintando) 
Este Mar Rojo me empapa 
y me deja aterido de frío como si 
me cayese encima, de un golpe. 
Para vengarme, ahogaré al Faraón.

(Vuelve a su tarea. A Rodolfo) 

¿Qué haces!

RODOLFO
(Girándose un poco) 
En los cielos grises 
contemplo humear 
las miles de chimeneas de París,

(Señala su estufa, sin fuego) 

y pienso en esta holgazana, vieja,
escuálida y engañosa chimenea 
que vive ociosa, 
como un gran señor.

MARCELO 
Sus honestas rentas 
hace tiempo no recibe.

RODOLFO
Y esos estúpidos bosques,
¡qué hacen ahí, bajo la nieve?

MARCELO 
Rodolfo, quiero decirte 
un pensamiento mío, profundo. 

(mientras se sopla en los dedos)

Tengo un frío de perros.

RODOLFO
(acercándose a Marcelo) 
Y yo, Marcelo, no te oculto 
que no creo en el sudor de la frente.

MARCELO 
Tengo helados los dedos; 
casi como si los tuviese metidos 
en ese carámbano enorme, 
que es el corazón de Musetta.

(Emite un largo y burlón suspiro 
y deja de pintar; suelta la paleta y 
los pinceles)

RODOLFO
El amor es una estufita 
que nos consume demasiado...

MARCELO
...y muy deprisa!

RODOLFO
...en ella, el hombre es la brasa.

MARCELO
...y la mujer es el altar...

RODOLFO
...el uno arde en un soplo...

MARCELO
...¡y la otra se queda mirando!

RODOLFO
Mientras tanto, aquí nos helamos...!

MARCELO
...¡y nos morimos de hambre!

RODOLFO
Necesitamos un fuego...

MARCELO
(Agarrando una silla y haciendo el 
acto de romperla)
Espera... ¡sacrificaremos la silla!

(Rodolfo impide la acción de Marcelo,
con alegría, por una idea que se le
acaba de ocurrir)

RODOLFO
¡Eureka!

MARCELO
¿Lo has encontrado?

RODOLFO
(Corre hacia la mesa y saca, 
un voluminoso manuscrito)
¡Sí! Aguza el ingenio...
¡Que ardan en llamas las ideas!

MARCELO
(señalando su cuadro)
¿Quemamos el Mar Rojo?

RODOLFO
No; apesta la tela pintada.
Mi obra de teatro...
¡Que nos caliente mi fogoso drama!

MARCELO
(Teatralizando un gesto de espanto)
¿Vas a leerlo quizás?
Me congelaría aun más.

RODOLFO
No; 
que el papel se convierta en cenizas
y la inspiración vuele a los cielos.

(Declamando, grandilocuente)

Al siglo, gran daño le amenaza...
Está Roma en peligro...

MARCELO
(Exagerando)
¡Qué gran corazón!

RODOLFO 
Para ti el Acto Primero...

MARCELO 
¡Dame!

RODOLFO 
¡Rompe!

MARCELO 
¡Quémalo!

(Rodolfo golpea con un atizador,
enciende una candela y va hacia la
estufa con Marcelo; Los dos hacen 
arder una parte del manuscrito.
Luego, cogen un par de sillas en 
las que se sientan frente al fuego
y se calientan con todo placer)

RODOLFO, MARCELO
¡Qué bello resplandor!

(Se abre, ruidosamente, la puerta
y entra Colline tiritando, helado
sacudiéndose los pies. Arroja 
sobre la mesa un paquete 
de libros atado con un pañuelo)

COLLINE
Ya se ven las señales 
del Apocalipsis...
¡En Nochebuena 
no se aceptan empeños!

(Se interrumpe, sorprendido al ver 
la estufa funcionando)

¡Un fuego!

RODOLFO
(A Colline)
¡Calla! 
Se está representando mi obra...

MARCELO
...en el fuego.

COLLINE
La encuentro centelleante.

RODOLFO
Vivaz.

(El fuego va apagándose)

COLLINE 
Pero dura poco.

RODOLFO 
La brevedad: una gran virtud.

COLLINE
(Quitándole la silla a Rodolfo) 
Autor: ¡dame la silla!

MARCELO 
Estos intermedios 
hacen morir de aburrimiento. 
¡Rápido!

RODOLFO
(En las manos, tiene otra parte del 
manuscrito) 
¡Acto Segundo!

MARCELO
(A Colline) 
No rechistes.

(Rodolfo rompe parte del 
manuscrito y lo arroja a la
estufa: el fuego se reaviva.
Colline acerca la silla y se
calienta las manos; Rodolfo de pié,
con lo que queda del manuscrito)

COLLINE 
¡Sabia razón!

MARCELO 
!El color exacto!

RODOLFO
En ese azul resplandor, se esfuma
 una ardiente escena de amor...

COLLINE 
Crepita una página...

MARCELO
... donde había besos...

RODOLFO
Ahora, quiero oír, de un golpe, 
tres actos.

(Arroja al fuego el resto del 
manuscrito)

COLLINE
¡Así son las ideas de los audaces!

TODOS
(Aplauden, con entusiasmo)
Se desvanece la belleza 
en alegre llamarada... 

(Las llamas, poco a poco, van
decreciendo)

MARCELO
¡Oh, Dios! Ya declinan las llamas...

COLLINE
¡Qué fútil! ¡Qué obra tan frágil!

MARCELO
Resplandece, se encrespa, muere.... 

COLLINE, MARCELO
(el fuego se apaga)
¡Abajo, abajo el autor...!

(Por lo puerta entran dos niños,
llevando uno, comida, 
botellas de vino y cigarros; 
y el otro, un haz de leña. 
Marcelo, Rodolfo y Colline 
se vuelven y, gritando, se
lanzan,  hacia las provisiones,
que ponen sobre la mesa.
Colline coge la leña y la pone 
junto a la chimenea)

RODOLFO
¡Leña!

MARCELO
¡Cigarros!

COLLINE
¡Burdeos!

RODOLFO
¡Leña!

MARCELO
¡Burdeos!

TODOS
¡La abundancia de una feria
nos ha regalado el destino...!

(Los muchachos se van. Schaunard
entra, con aire triunfal, arrojando 
unas monedas al suelo)

SCHAUNARD 
La Banca di Francia 
per voi si sbilancia. 

COLLINE 
(raccattando gli scudi insieme a 
Rodolfo e Marcello) 
Raccatta, raccatta! 

MARCELLO 
(incredulo) 
Son pezzi di latta!... 

SCHAUNARD 
(mostrandogli uno scudo) 
Sei sordo?... Sei lippo? 
Quest'uomo chi è? 

RODOLFO 
(inchinandosi) 
Luigi Filippo! 
M'inchino al mio Re! 

TUTTI 
Sta Luigi Filippo ai nostri pie' 

(Depongono gli scudi sul tavolo.
Schaunard vorrebbe raccontare la sua
fortuna, ma gli altri non lo ascoltano:
vanno e vengono affaccendati
disponendo ogni cosa sul tavolo.) 

SCHAUNARD 
Or vi dirò: quest'oro, 
o meglio argento, 
ha la sua brava istoria... 

RODOLFO
(ponendo la legna nel camino) 
Riscaldiamo il camino! 

COLLINE 
Tanto freddo ha sofferto. 

SCHAUNARD 
Un inglese... un signor... lord 
o milord che sia, volea 
un musicista... 

MARCELLO 
(gettando via il pacco di libri di 
Colline dal tavolo) 
Via! Prepariamo la tavola! 

SCHAUNARD 
Io? volo! 

RODOLFO 
L'esca dov'è? 

COLLINE 
Là. 

(Accendono un gran fuoco sul camino)

MARCELLO 
Prendi qua. 

SCHAUNARD 
E mi presento. 
M'accetta, gli domando... 

(mettendo a posto le vivande, mentre
Rodolfo accende l'altra candela)

COLLINE 
Arrosto freddo! 

MARCELLO 
Pasticcio dolce! 

SCHAUNARD 
A quando le lezioni?... 

(visto che nessuno presta attenzione)

Mi presento, m'accetta,
gli domando: 
A quando le lezioni?
Risponde: 

(Imitando l'accento inglese)

"Incominciam... Guardare!" 
E un pappagallo 
m'addita al primo piano, 
Poi soggiunge: 
"Voi suonare finché quello morire!"

RODOLFO 
Fulgida folgori la sala splendida. 

MARCELLO 
(Mette le due candele sul tavolo ) 
Or le candele! 

SCHAUNARD 
E fu così: 
Suonai tre lunghi dì... 
Allora usai l'incanto 
di mia presenza bella... 
Affascinai l'ancella... 
Gli propinai prezzemolo!... 

MARCELLO
Mangiar senza tovaglia?

RODOLFO
No: un'idea!

(Levando di tasca un giornale 
e spiegandolo)

MARCELLO, COLLINE
Il Costituzional!

RODOLFO
Ottima carta...
Si mangia e si divora un'appendice!

(Dispongono il giornale come una
tovaglia: Rodolfo e Marcello 
avvicinano le quattro sedie al tavolo, 
mentre Colline é sempre affacendato 
coi piati di vivande)

SCHAUNARD
Lorito allargò l'ali, 
Lorito il becco aprì,
un poco di prezzemolo; 
da Socrate morì!

(Vedendo che nessuno gli bada, afferra
Colline che gli passa vicino con un
piatto.) 

COLLINE 
(A Schaunard)
Chi?!... 

SCHAUNARD 
(urlando indispettito) 
Che il diavolo vi porti tutti quanti! 

(Poi, vedendoli in atto di mettersi a
mangiare il pasticcio freddo:) 

Ed or che fate? 

(Con gesto solenne stende la mano sul
pasticcio ed impedisce agli amici di
mangiarlo; poi leva le vivande dal
tavolo e le mette nel piccolo armadio.) 

No! Queste cibarie 
sono la salmeria 
pei dì futuri 
tenebrosi e oscuri. 
Pranzare in casa il dì della vigilia 
mentre il Quartier Latino le sue vie 
addobba di salsicce e leccornie? 
Quando un olezzo di frittelle imbalsama 
le vecchie strade? 
Là le ragazze cantano contente...

TUTTI 
(Circondano ridendo Schaunard.) 
La vigilia di Natal! 

SCHAUNARD 
Ed han per eco ognuna 
uno studente! 
Un po' di religione, 
o miei signori: 
si beva in casa, 
ma si pranzi fuori. 

(Rodolfo chiude la porta a chiave, poi
tutti vanno intorno al tavolo e versano 
il vino.)

BENOÎT 
(di fuori, battendo due colpi alla porta)
Si può? 

MARCELLO 
Chi è là? 

BENOÎT
Benoît! 

MARCELLO 
Il padrone di casa!

(Depongono i bicchieri.) 

SCHAUNARD 
Uscio sul muso. 

COLLINE 
(Grida) 
Non c'è nessuno. 

SCHAUNARD 
È chiuso. 

BENOÎT
Una parola. 

SCHAUNARD 
(Dopo essersi consultato cogli altri, 
va ad aprire.)
Sola! 

(Entra sorridente Benoît)

BENOÎT
(vede Marcello e mostrandogli 
una carta) 
Affitto! 

MARCELLO 
(ricevendolo con grande cordialità) 
Olà! Date una sedia. 

RODOLFO 
Presto. 

BENOÎT
(schermendosi) 
Non occorre. Vorrei... 

SCHAUNARD 
(Insistendo con dolce violenza, 
lo fa sedere.) 
Segga. 

MARCELLO
(Gli versa del vino).
Vuol bere? 

BENOÎT
Grazie. 

RODOLFO, COLLINE 
Tocchiamo. 

SCHAUNARD
Beva.

(Tutti bevono. Benoît, Rodolfo, Marcello
e Schaunard seduti, Colline in piedi.
Benoît depone il bicchiere e si rivolge 
a Marcello mostrandogli la carta.) 

BENOÎT
Questo è l'ultimo trimestre..... 

MARCELLO 
(con ingenuità) 
Ne ho piacere. 

BENOÎT
E quindi... 

SCHAUNARD 
(interrompendolo) 
Ancora un sorso.
 
(riemple i bicchieri.) 

BENOÎT
Grazie. 

RODOLFO, COLLINE
(Alzandosi)
Tocchiamo

(Toccando tutti il bicchiere 
di Benoît)

TUTTI 
(Alzandosi)
Alla sua salute! 

(Si siedono e bevono. Colline va 
a prendere lo sgabello presso il
cavalletto e si siede anche lui.) 

BENOÎT
(riprendendo con Marcello) 
A lei ne vengo 
perché il trimestre scorso 
mi promise... 

MARCELLO 
Promisi ed or mantengo. 

(mostrando a Benoît gli scudi che 
sono sul tavolo) 

RODOLFO 
(con stupore, piano a Marcello) 
Che fai?... 

SCHAUNARD 
Sei pazzo? 

MARCELLO 
(a Benoît, senza badare ai due) 
Ha visto? Or via, 
resti un momento in nostra 
compagnia. 

(Appoggiando i gomiti sulla tavola)

Dica: quant'anni ha, 
caro signor Benoît? 

BENOÎT
Gli anni?... Per carità! 

RODOLFO 
Su e giù la nostra età. 

BENOÎT
(protestando) 
Di più, molto di più. 

(Mentre fanno chiacchierare Benoît,
gli riempiono il bicchiere appena 
egli l'ha vuotato.) 

COLLINE 
Ha detto su e giù. 

MARCELLO 
(abbassando la voce e con tono 
di frberia) 
L'altra sera al Mabil... 
L'hanno colto 
in peccato d'amore. 

BENOÎT
(inquieto) 
Io? 

MARCELLO 
Neghi. 

BENOÎT
Un caso. 

MARCELLO 
(lusingandolo) 
Bella donna! 

BENOÎT
(mezzo brillo, con subito moto) 
Ah! molto. 

SCHAUNARD 
(Gli batte una mano sulla spalla.) 
Briccone !

RODOLFO 
Briccone ! 

COLLINE 
(Fa lo stesso sull'altra spalla.)
Seduttore ! 

MARCELLO 
(magnificando) 
Una quercia!... un cannone!

RODOLFO 
L'uomo ha buon gusto. 

BENOÎT
(Ridendo)
Eh! Eh!

MARCELLO
il crin ricciuto e fulvo. 

SCHAUNARD
Briccone!

MARCELLO 
Ei gongolava arzillo, pettoruto. 

BENOÎT
Son vecchio, ma robusto. 

COLLINE, SCHAUNARD, RODOLFO 
(con gravità ironica) 
Ei gongolava arzuto e pettorrillo. 

MARCELLO 
E a lui cedea 
la femminil virtù. 

BENOÎT
(in piena confidenza) 
Timido in gioventù, 
ora me ne ripago... 
Si sa, è uno svago 
qualche donnetta allegra... e... 
un po'... 

(accenna a forme accentuate) 

Non dico una balena, 
o un mappamondo, 
o un Viso tondo da luna piena, 
ma magra, proprio magra, no e 
poi no! 
Le donne magre 
sono grattacapi 
e spesso... sopracapi... 
e son piene di doglie, 
per esempio... 
mia moglie... 

(Marcello dà un pugno sulla tavola
e si alza: gli altri lo imitano: Benoît 
li guarda sbalordito.) 

MARCELLO 
(con forza) 
Quest'uomo ha moglie 
e sconce voglie ha 
nel cor! 

GLI ALTRI 
Orror! 

RODOLFO 
E ammorba, e appesta 
la nostra onesta magion! 

(Benoît, allibito, si alza e tenta
inutilmente di parlare)

GLI ALTRI 
Fuor! 

MARCELLO 
Si abbruci dello zucchero. 

COLLINE 
Si discacci il reprobo. 

SCHAUNARD 
È la morale offesa 
che vi scaccia! 

BENOÎT
(Allibito, tenta inutilmente di parlare.) 
Io di... Io di... 

RODOLFO, COLLINE, MARCELO
(Circondano Benoît sospingendolo 
verso la porta.) 
Silenzio! 

BENOÎT
(sempre più sbalordito) 
Miei signori... 

GLI ALTRI
(spingendo Benoît fuori dalla porta)
Silenzio ! .... Via signore! ....

(sulla porta guardando verso il
pianerottolo sulla scala) 

Via di qua! ... 
e buona sera 
a Vostra signoria. 
Ah! ah! ah!...

(ritornando nel mezzo della scena,
ridendo) 

Ah! ah! ah! ah! 

MARCELLO 
(chiudendo l'uscio) 
Ho pagato il trimestre. 

SCHAUNARD
¡El banco de Francia
por vosotros entrará en quiebra!...

COLLINE
(Recogiendo las monedas junto a 
los otros)
¡Recógelas! ¡Recógelas!

MARCELO
(Incrédulo)
¡Son piezas de plata!

SCHAUNARD
(Le muestra una moneda)
¿Estás sordo?... ¿Estás ciego?
¿Quién es este hombre?

RODOLFO
(Inclinándose)
¡Luis Felipe!
¡Me inclino ante mi rey...!

TODOS
¡A nuestros pies está Luis Felipe!

(Schaunard quiere contarles su 
buena suerte, pero los demás no lo
escuchan. Van y vienen atareados,
disponiendo todo sobre la mesa y,
la leña, en la estufa) 

SCHAUNARD
Ahora voy a contaros algo, 
pues este oro, o mejor dicho, plata,
tiene su historia peculiar...

RODOLFO
(Poniendo leña en la estufa)
¡Templemos la estufa!

COLLINE 
¡Ha padecido tanto frío...!

SCHAUNARD 
Un inglés... un señor...; lord 
o milord, o lo que fuera, quería 
que un músico...

MARCELO
(Tirando de la mesa los libros de 
Colline) 
¡Fuera! ¡Pongamos la mesa!

SCHAUNARD 
¿Yo? ¡Vuelo!

RODOLFO 
La lumbre, ¿dónde está?

COLLINE 
Ahí.

(Prenden fuego en la estufa)

MARCELO
Coge aquí

SCHAUNARD
...y me presento...
Me acepta, le pregunto...

(Ponen las viandas en su sitio; 
Rodolfo enciende la otra vela)

COLLINE 
¡Asado frío!

MARCELO 
¡Pasteles!

SCHAUNARD 
...¿Para cuándo las lecciones? 

(viendo que nadie le hace caso)

Me presento, me acepta, 
le pregunto: 
¿Cuándo empezamos...?
Responde:

(Imitando el acento ingles)

"Comenzaremos...¡Mire!"
Y me señala un papagayo 
que hay en un primer piso. 
Después, añade: 
"Usted tocar hasta que ése morir"

RODOLFO 
La sala refulge espléndida

MARCELO 
(pone las dos velas sobre la mesa) 
Ahora, las velas.

SCHAUNARD 
Y sucedió así: 
Toqué durante tres largos días... 
Entonces, usé el encanto 
de mi bella presencia..., 
seduje a la doncella...,
le di perejil.. al loro...

MARCELO 
Comer... ¿sin mantel?

RODOLFO 
No; tengo una idea...

(Saca, de uno de sus bolsillos, un
periódico; y lo despliega)

MARCELO, COLLINE 
¡El Constitucional!

RODOLFO
¡Qué buen papel!
¡Comamos y devoremos!

(Extienden el periódico en la mesa, 
como un mantel. Rodolfo y Marcelo
acercan las cuatro sillas a la mesa;
mientras, Colline sigue atareado 
con los platos de comida)

SCHAUNARD 
...el lorito extendió sus alas, 
el lorito abrió el pico, 
un poco de perejil; 
y ¡murió como Sócrates

(Viendo que nadie le hace caso, 
agarra a Colline, que pasa por 
su lado con un plato)

COLLINE
(A Schaunard) 
¿Quién?

SCHAUNARD
(Enfurruñado) 
¡Idos todos al infierno!...

(Viendo a los otros a punto de 
comerse el pastel de carne fría)

Pero bueno, ¿qué es lo que hacéis?

(Con gesto solemne, pone la mano
sobre los alimentos e impide que 
los amigos los coman; después, 
los toma y los mete en el armario)

¡No! Esta comida es la reserva
para los días futuros, 
tenebrosos y oscuros. 
¿Cenaremos en casa 
el día de Nochebuena mientras
 en el Barrio Latino se llenan 
las calles de salchichas y golosinas?
¿cuando un olor a frituras 
embalsama las callejas?
Allí, las chicas cantan alegres...

TODOS
(Rodean a Schaunard, entre risas) 
¡La Noche de Navidad!

SCHAUNARD 
...y todas desean tener 
a un estudiante!
Un poco de tradición, 
señores míos: 
se bebe en casa, 
pero se come fuera...

(Rodolfo cierra la puerta con 
llave; luego, van todos hacia 
la mesa y sirven el vino)

BENOÎT
(Desde fuera, llamando a la puerta) 
¿Se puede?

COLLINE 
¿Quién es?

BENOÎT
Benoît.

MARCELO
¡El dueño de la casa!

(Dejan los vasos sobre la mesa)

SCHAUNARD
Dale con la puerta en las narices.

COLLINE
(Grita)
¡No hay nadie!

SCHAUNARD
¡Esta cerrado!

BENOÎT
Una palabra.

SCHAUNARD
(Después de consultar con 
los demás, va a abrir)
¡Una sola!

(Entra Benoît sonriendo)

BENOÎT
(ve a Marcelo y le muestra un 
papel)
El alquiler.

MARCELO
(muy cordialmente)
¡Eh! ¡Dadle una silla!

RODOLFO
¡Enseguida!

BENOÎT
(A la defensiva)
No hace falta. Quería...

SCHAUNARD
(Insistiendo, y con dulce violencia, 
le hace sentarse)
¡Siéntese!

MARCELO
(Le ofrece un vaso a Benoît)
¿Quiere beber algo?

BENOÎT
Gracias.

RODOLFO, COLLINE
¡Brindemos!

SCHAUNARD
Beba

(Beben. Benoît, Rodolfo, Marcelo y
Schaunard sentados, Colline de pie.
Benoît deja el vaso sobre mesa 
y le muestra a Marcelo el papel)

BENOÎT 
Este es el último trimestre...

MARCELO
(Con ingenuidad)
Muy bien...

BENOÎT
Pues, por tanto...

SCHAUNARD
(Interrumpiéndolo)
Un sorbo más.

(Rellenando el vaso)

BENOÎT
Gracias.

RODOLFO, COLLINE
(Se ponen de pie)
¡Brindemos!

(Todos acercan su vaso 
al de Benoît)

TODOS
(De pie)
¡A su salud!

(Se sientan y beben. Colline 
coge el escabel del caballete, 
y se sienta él también)

BENOÎT
(a Marcelo)
A usted me dirijo
porque el trimestre pasado
me prometió...

MARCELO
¡Lo prometí y lo mantengo!

(Señala las monedas 
que están sobre la mesa)

RODOLFO
( en voz baja a Marcelo) 
¿Qué haces?...

SCHAUNARD 
¿Estás loco?

MARCELO
(A Benoît) 
¿Lo ve? Ahora, vamos, 
quédese un momento en nuestra
compañía.

(Apoyándose sobre la mesa) 

Dígame: ¿cuántos años tiene, 
querido señor Benoît?

BENOÎT 
Los años... ¡Por favor!

RODOLFO 
Más o menos, de nuestra edad.

BENOÎT
(protestando)
Más, muchos más.

(Mientras hacen hablar a Benoît, 
le llenan el vaso conforme lo va 
vaciando)

COLLINE 
Ha dicho más o menos...

MARCELO
(Bajando la voz y con un tono
pícaro, de complicidad )
La otra noche, en el Mabil...
¡lo han pillado 
en pecado de amor...!

BENOÎT
(Nervioso) 
¿A mi?

MARCELO 
¿Lo niega?

BENOÎT 
Una casualidad.

MARCELO
(Adulándolo)
¡Hermosa mujer!

BENOÎT
(Medio iluminado, de pronto) 
¡Ah! ¡Mucho!

SCHAUNARD
(Dándole golpecitos en el hombro)
¡Pillín!

RODOLFO 
¡Bribón!

COLLINE
(golpea sobre el otro hombro)
¡Seductor!

MARCELO
(Magnificando)
¡Una fiera...! ¡Un cañón...!

RODOLFO
El señor tiene buen gusto.

BENOÎT
(Riéndose)
¡Bueno, bueno!

MARCELO
El pelo rizado y hueco.

SCHAUNARD
¡Pícaro!

MARCELO
Él se pavoneaba, sacaba pecho...

BENOÎT
Soy viejo, pero robusto.

COLLINE, SCHAUNARD, RODOLFO
(Con irónica admiración)
Él se pavoneaba, sacaba pecho...

MARCELO 
A él se rendía 
la femenina virtud.

BENOÎT
(Con plena confianza) 
Tímido cuando joven; 
ahora me resarzo. 
Ya se sabe, es un "divertimento" 
cualquier mujercita alegre... y ... 
un poco...

(Dibuja curvas femeninas) 

No digo una ballena 
o un mapamundi 
o una cara redonda, de luna llena, 
pero, delgada, flaca... ¡no! 
¡desde luego que no! 
Las mujeres delgadas 
son insoportables 
siempre... neuróticas... 
y están llenas de dolores, 
se quejan...; 
por ejemplo: mi mujer...

(Marcelo da un puñetazo 
y se levanta; los otros lo imitan,
Benoît les mira, estupefacto)

MARCELO
(con fuerza)
¡Este hombre está casado 
y tiene deseos impuros 
en el corazón!

LOS DEMÁS 
¡Qué horror!

RODOLFO 
Y envilece, y mancilla 
nuestra honrada casa.

(Benoît, pálido, se levanta e
intenta, inútilmente, hablar)

LOS DEMÁS 
¡Fuera!

MARCELO
¡Es necesario esparcir incienso!

COLLINE
¡Y deshacerse del réprobo!

SCHAUNARD
¡La moral ofendida 
es la que os expulsa!

BENOÎT
(Gritando)
Yo no... Yo no...

RODOLFO, COLLINE, MARCELO
(Rodeandolo y empujándolo,
poco a poco, hacia la puerta)
¡Silencio!

BENOÎT
(Cada vez mas atónito)
Señores míos...

LOS DEMÁS
(Empujando a Benoît)
¡Silencio!...¡Váyase, señor!...

(Todos mirando hacia el
rellano de la escalera)

¡Váyase de aquí! Y...
¡Buenas noches 
a vuestra señoría!
¡Ja, ja, ja, ja...!

(Volviendo al centro del 
escenario, riendo)

¡Ja, ja, ja, ja...!

MARCELO
(Cierra la puerta)
Ya he pagado el trimestre.

SCHAUNARD 
Al Quartiere Latino 
ci attende Momus. 

MARCELLO 
Viva chi spende! 

GLI ALTRI
Dividiamo il bottino!

(Dividono gli scudi rimasti sul tavolo.)

RODOLFO, COLLINE 
Dividiam! 

MARCELLO 
(presentando uno specchio rotto a
Colline) 
Là ci sono beltà 
scese dal cielo. 
Or che sei ricco, 
bada alla decenza! 
Orso, ravviati il pelo. 

COLLINE 
Farò la conoscenza 
la prima volta 
d'un barbitonsore. 
Guidatemi al ridicolo 
oltraggio d'un rasoio. 

MARCELLO, SCHAUNARD, COLLINE 
(Comicamente)
Andiamo. 

RODOLFO 
Io resto per terminar 
l'articolo di fondo del Castoro.

MARCELLO 
Fa presto. 

RODOLFO 
Cinque minuti. Conosco il mestiere. 

COLLINE 
Ti aspetterem dabbasso 
dal portiere. 

MARCELLO 
Se tardi, udrai che coro! 

RODOLFO 
Cinque minuti. 

(Prende un lume ed apre l'uscio:
Marcello, Schaunard e Colline 
escono e scendono la scala.) 

SCHAUNARD 
(uscendo) 
Taglia corta la coda al tuo Castoro! 

MARCELLO 
(di fuori) 
Occhio alla scala. Tienti 
alla ringhiera. 

RODOLFO 
(sul pianerottolo, presso l'uscio aperto,
alzando il lume) 
Adagio! 

COLLINE 
(di fuori) 
È buio pesto. 

(Le voci di Marcello, Schaunard e
Colline si fanno sempre più lontane) 

SCHAUNARD 
Maledetto portier! 

(Rumore d'uno che ruzzola). 

COLLINE 
(Gridando)
Accidenti! 

RODOLFO 
Colline, sei morto? 

COLLINE 
(lontano, dal basso della scala) 
Non ancor! 

MARCELLO 
Vien presto! 

(Rodolfo chiude l'uscio, depone 
il lume, sgombra un angolo del 
tavolo, vi colloca calamaio e 
carta, poi siede e si mette a
scrivere dopo aver spento l'altro lume
rimasto acceso: si interrompe, pensa,
ritorna a scrivere, s'inquieta, distrugge
lo scritto e getta vi a la penna.) 

RODOLFO 
(sfiduciato) 
Non sono in vena. 

(Si bussa timidamente all'uscio.) 

Chi è là? 

MIMÌ 
(di fuori) 
Scusi. 

RODOLFO 
(alzandosi) 
Una donna! 

MIMÌ 
Di grazia, 
mi si è spento 
il lume. Vorrebbe...?

RODOLFO 
(Corre ad aprire.) 
S'accomodi un momento. 

MIMÌ
(sull'uscio, con un lume spento in 
mano ed una chiave) 
Non occorre. 

RODOLFO 
(insistendo) 
La prego, entri. 

(Mimì, entra, ma subito è presa 
da soffocazione.) 

RODOLFO 
(premuroso) 
Si sente male? 

MIMÌ 
No... nulla. 

RODOLFO 
Impallidisce ! 

MIMÌ 
(presa da tosse) 
Il respir... 
Quelle scale... 

(Sviene, e Rodolfo è appena a tempo 
di sorreggerla ed adagiarla su di una
sedia, mentre dalle mani di Mimì 
cadono candeliere e chiave.) 

RODOLFO 
(imbarazzato) 
Ed ora come faccio?... 

(Va a prendere dell'acqua e ne spruzza 
il viso di Mimì.) 

Così!

(guardandola con grande interesse) 

Che viso da malata! 

(Mimì rinviene.) 

Si sente meglio? 

MIMÌ 
(con un filo di voce) 
Sì. 

RODOLFO 
Qui c'è tanto freddo. 
Segga vicino al fuoco. 

(Mimì fa cenno di no.) 

Aspetti.. 
un po' di vino... 

MIMÌ 
Grazie... 

RODOLFO 
(Le dà il bicchiere e le versa da bere.) 
A lei. 

MIMÌ 
Poco, poco. 

RODOLFO 
Così? 

MIMÌ 
Grazie. 

(Beve.) 

RODOLFO 
(ammirandola) 
Che bella bambina!

MIMÌ 
(Levandosi, cerca il suo candeliere.) 
Ora permetta 
che accenda il lume. 
È tutto passato. 

RODOLFO 
Tanta fretta? 

MIMÌ 
Sì. 

(Rodolfo scorge a terra il candeliere, 
lo raccoglie, accende e lo consegna a
Mimì senza far parola.) 

MIMÌ 
(S'avvia per uscire.)
Grazie. Buona sera. 

RODOLFO 
(L'accompagna fino all'uscio.) 
Buona sera. 

(Ritorna subito al lavoro.) 

MIMÌ 
(Esce)
Oh ! sventata !

(reintrando in scena e fermandosi 
sul. Limitare della porta che rimane 
aperta)

La chiave della stanza 
dove l'ho lasciata? 

RODOLFO 
Non stia sull'uscio; i
l lume vacilla al vento. 

(Il lume di Mimì si spegne.) 

MIMÌ 
Oh Dio! 
Torni ad accenderlo. 

(Accorre colla sua candela per
riaccendere quella di Mimì, ma
avvicinandosi alla porta anche il suo
lume si spegne e la camera rimane
buia.) 

RODOLFO
Oh Dio!... Anche il mio s'è 
spento! 

MIMÌ 
(Avanzandosi a tentoni, incontra il
tavolo e vi depone il suo candeliere.) 
E la chiave ove sarà?... 

RODOLFO 
(Si trova presso la porta e la chiude.) 
Buio pesto! 

MIMÌ 
Disgraziata! 

RODOLFO 
Ove sarà? 

MIMÌ 
Importuna è la vicina... 

RODOLFO 
(Si volge dalla parte ove ode la voce 
di Mimì.) 
Ma le pare?... 

MIMÌ 
(Ripete con grazia, avanzandosi 
ancora cautamente.) 
Importuna è la vicina... 

(Cerca la chiave sul pavimento,
strisciando i piedi.) 

RODOLFO 
Cosa dice, ma le pare! 

MIMÌ 
Cerchi. 

RODOLFO 
(Urta nel tavolo, vi depone il suo
candeliere e si mette a cercare la chiave
brancicando le mani sul pavimento.) 
Cerco.

MIMÌ 
Ove sarà?... 

RODOLFO 
(Trova la chiave e lascia 
sfuggire una esclamazione,
poi subito pentito mette 
la chiave in tasca.) 
Ah ! 

MIMÌ 
L'ha trovata?... 

RODOLFO 
No! 

MIMÌ 
Mi parve... 

RODOLFO 
In verità... 

MIMÌ 
(Cerca a tastoni.) 
Cerca? 

RODOLFO
(Finge di cercare, ma guidato dalla 
voce e dai passi di Mimì, tenta
di avvicinarsi)
Cerco ! 

(Mimì china a terra, cerca sempre
tastoni: in questo momento Rodolfo si è
avvicinato ed abbassandosi esso pure, 
la sua mano incontra quella di Mimì)

MIMÌ 
(sorpresa) 
Ah! 

SCHAUNARD
¡En el Barrio Latino 
nos espera Momus!

MARCELO
¡Viva quien gasta!

LOS DEMÁS 
¡Compartamos el botín!

(Se reparten las monedas)

RODOLFO, COLLINE 
¡Repartamos!

MARCELO
(Pone, frente a Colline, un 
espejo roto) 
Ahí fuera hay bellezas 
caídas del cielo. 
Ahora que eres rico, 
adecenta tu imagen. 
Oso: ¡córtate el pelo!

COLLINE 
Conoceré por primera vez
a un barbero. 
Guiadme, pues, 
al ridículo ultraje 
de una navaja de afeitar.

MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE
(Cómicamente) 
¡Andando!

RODOLFO 
Yo me quedo, para terminar 
el editorial del "Castor"

MARCELO 
Apresúrate.

RODOLFO 
Cinco minutos; conozco el trabajo.

COLLINE
Te esperamos abajo, 
donde el portero.

MARCELO 
Si tardas, vas a oír qué coro...

RODOLFO 
Cinco minutos.

(Coge una luz y va a abrirles.
Marcelo, Schaunard y Colline
bajan por la escalera)

SCHAUNARD
(Al salir)
Córtale rala la cola a tu "Castor"

MARCELO
(Desde fuera) 
Ojo con la escalera
¡Sujetaos en la barandilla!

RODOLFO
(En el rellano de la escalera, 
alzando la luz)
¡Despacio!

COLLINE
(Fuera) 
¡Está muy oscuro!

(Las voces se van
alejando cada vez mas)

SCHAUNARD 
¡Maldito portero!

(se oye un ruido)

COLLINE
(Gritando) 
¡Maldita sea!

RODOLFO 
Colline, ¿estás muerto?

COLLINE
(Desde abajo) 
¡Todavía no!
.
MARCELO 
¡Ven enseguida!

(Rodolfo cierra la puerta.
Sobre la mesa coloca tinta y
papel, y se pone a
escribir. Escribe, deja de 
escribir, piensa, vuelve a la 
escritura. Se pone nervioso, 
destruye lo que había escrito
y tira la pluma, con genio)

RODOLFO
(Desalentado) 
No estoy en vena.

(llaman tímidamente a la puerta) 

¿Quién es?

MIMÍ
(Desde fuera) 
Disculpe.

RODOLFO
(levantándose)
¡Una mujer!

MIMÍ 
Por favor, 
se me ha apagado la vela. 
¿Le importaría...?

RODOLFO
(Abriendo la puerta) 
Pase; siéntese un momento.

MIMÍ
(En la puerta, con una vela en
la mano y una llave) 
No se moleste.

RODOLFO
(insistiendo)
Se lo ruego; entre.

(Entra Mimí y, de repente, 
se siente sofocada)

RODOLFO
(Solícito) 
¿Se encuentra mal?

MIMÍ
No;... no es nada.

RODOLFO 
¡Palidece!

MIMÍ
(Tose)
Es que me falta el aliento... 
Esas escaleras...

(Se desmaya y, Rodolfo, la
acomoda sobre una silla;
de las manos de Mimí, caen
el candelabro y las llaves)

RODOLFO
(Con embarazo) 
Y ahora, ¿Qué hago?...

(Va a buscar agua con la 
que salpica el rostro de ella)

¡Así!

(Mirándola con mucha atención) 

¡Qué cara de enferma!

(Mimí se recupera)

¿Se encuentra mejor?

MIMÍ
(con un hilo de voz)
Sí.

RODOLFO 
Aquí hace tanto frío. 
Siéntese junto al fuego.

(Mimí; niega con un gesto)

Espere... 
quizás un poco de vino...

MIMÍ
Gracias.

RODOLFO
(Le da el vaso y le sirve vino)
A su gusto...

MIMÍ
Poco, poco.

RODOLFO
¿Así?

MIMÍ
Gracias.

(Bebe)

RODOLFO
(mirándola, para sí)
¡Qué muchacha tan guapa!

MIMÍ
(Se levanta y busca su candelabro) 
Ahora, permítame 
que encienda la vela. 
Ya me encuentro mejor.

RODOLFO 
¡Tenéis prisa!

MIMÍ
Sí.

(Rodolfo recoge el candelabro,
lo enciende y se lo da a Mimí
sin decir una palabra)

MIMÍ
(En ademán de salir) 
Gracias. Buenas noches.

RODOLFO
(La acompaña hasta la puerta) 
Buenas noches.

(Vuelve, rápidamente, a la mesa)

MIMÍ
(Sale)
¡Oh! ¡Qué despistada soy!

(Entra de nuevo en escena 
y se para en la puerta, que
se había quedado abierta) 

La llave de mi habitación,
¿dónde la he dejado?

RODOLFO 
No se quede en la puerta; 
la llama vacila con el aire.

(La vela de Mimí se apaga)

MIMÍ
¡Oh, Dios mío!
¡Vuelva a encender!

(Rodolfo acude con su vela para 
encender la de Mimí, pero,
al acercarse a la puerta, sopla
furtivamente y apaga su vela. La
habitación se queda a oscuras)

RODOLFO
¡Oh, Dios mío!...
También se ha apagado la mía.

MIMÍ
(Avanzando a tientas, deja
sobre la mesa el candelabro)
Y la llave, ¿dónde estará?

RODOLFO
( cierra la puerta)
¡No se ve nada!

MIMÍ
¡Qué mala suerte tengo!

RODOLFO
¿Donde estará?

MIMÍ
Qué inoportuna es su vecina...

RODOLFO
(Se vuelve hacia donde 
oye la voz de Mimí)
¿Usted cree?

MIMÍ
(Repite con gracia, avanzando 
con cuidado)
Qué inoportuna es su vecina...

(Busca la llave en el suelo, 
arrastrando los pies)

RODOLFO
¡Qué cosas dice! ¿Usted cree?

MIMÍ
Busque.

RODOLFO
(Deja su vela y se pone a 
buscar la llave palpando el 
suelo con las manos)
Busco.

MIMÍ
¿Dónde estará?

RODOLFO
(Al encontrar la llave, 
deja escapar una exclamación
pero, arrepentido, se la mete
en el bolsillo)
¡Ah!

MIMÍ
¿La ha encontrado?

RODOLFO
No.

MIMÍ 
Me pareció...

RODOLFO 
Pues, no.

MIMÍ
(Buscando a tientas) 
¿Está buscando?

RODOLFO
(Finge que busca pero, 
guiado por la voz de Mimí,
intenta aproximarse a ella)
La busco.

(Mimí, sobre el suelo, busca 
a tientas. Rodolfo se ha
acercado y su mano 
encuentra la de Mimí)

MIMÍ
(Sorprendida)
¡Ah!

RODOLFO 
(tenendo la mano di Mimì, con 
voce piena di emozione) 
Che gelida manina! 
Se la lasci riscaldar. 
Cercar che giova? 
Al buio non si trova. 
Ma per fortuna 
è una notte di luna, 
e qui la luna l'abbiamo vicina. 

(Mimì vorrebbe ritirame la mano)

Aspetti, signorina, 
le dirò con due parole 
chi son, che faccio e come vivo. 
Vuole? 

(Mimì tace: Rodolfo lascia la mano di
Mimì, la quale indietreggiando trova
una sedia sulla quale si lascia quasi
cadere affranta dall'emozione.) 

Chi son? Sono un poeta. 
Che cosa faccio? Scrivo. 
E come vivo? Vivo. 
In povertà mia lieta 
scialo da gran signore 
rime ed inni d'amore. 
Per sogni, per chimere 
e per castelli in aria 
l'anima ho milionaria. 
Talor dal mio forziere 
ruban tutti i gioielli 
due ladri: gli occhi belli. 
V'entrar con voi pur ora 
ed i miei sogni usati 
e i bei sogni miei 
tosto son dileguar! 
Ma il furto non m'accora, 
poiché vi ha preso stanza 
la dolce speranza! 
Or che mi conoscete, 
parlate voi. Deh, parlate.
Chi siete? 
Via piaccia dir? 

MIMÌ 
(È un po' titubante, poi si decide
a parlare; sempre seduta.) 
Sì. 
Mi chiamano Mimì, 
ma il mio nome è Lucia. 
La storia mia è breve. 
A tela o a seta 
ricamo in casa e fuori... 
Son tranquilla e lieta 
ed è mio svago 
far gigli e rose. 
Mi piaccion quelle cose 
che han sì dolce malìa, 
che parlano d'amor, 
di primavere, 
che parlano di sogni 
e di chimere, 
quelle cose che han nome poesia... 
Lei m'intende? 

RODOLFO 
(commosso) 
Sì. 

MIMÌ 
Mi chiamano Mimì, 
il perché non so. 
Sola, mi fo il pranzo 
da me stessa. 
Non vado sempre a messa, 
ma prego assai il Signore. 
Vivo sola, soletta 
là in una bianca cameretta: 
guardo sui tetti e in cielo; 
ma quando vien lo sgelo 
il primo sole è mio 
il primo bacio dell'aprile è mio! 
Germoglia in un vaso una rosa... 
Foglia a foglia l'aspiro: 
Cosi gentile 
il profumo d'un fiore! 
Ma i fior ch'io faccio, 
ahimè,
il fior ch'io faccio 
ahimè! non hanno odore. 
Altro di me non le saprei narrare. 
Sono la sua vicina 
che la vien fuori d'ora a importunare. 

SCHAUNARD 
(dal cortile) 
Ehi! Rodolfo! 

COLLINE 
Rodolfo! 

MARCELLO 
Olà. Non senti? 

(Alle grida degli amici, Rodolfo
s'impazienta.) 

Lumaca! 

COLLINE 
Poetucolo! 

SCHAUNARD 
Accidenti al pigro! 

(Sempre più impaziente, Rodolfo a
tentoni si avvia alla finestra e l'apre
spingendosi un poco fuori per
rispondere agli amici che sono giù 
nel cortile: dalla finestra aperta 
entrano i raggi lunari, rischiarando 
così la camera.)

RODOLFO 
(alla finestra) 
Scrivo ancor tre righe a volo. 

MIMÌ 
(avvicinandosi un poco alla finestra) 
Chi sono? 

RODOLFO 
(a Mimì) 
Amici. 

SCHAUNARD 
Sentirai le tue. 

MARCELLO 
Che te ne fai lì solo? 

RODOLFO 
Non sono solo. Siamo in due. 
Andate da Momus, tenete il posto, 
ci saremo tosto. 

(Rimane alla finestra, onde assicurarsi
che gli amici se ne vanno.Mimì si è
avvicinata ancor più alla finestra per
modo che i raggi lunari la illuminano)

MARCELLO, SCHAUNARD, COLLINE 
(allontanandosi)
Momus, Momus, Momus, 
zitti e discreti 
andiamocene via. 

MARCELLO
trovò la poesia. 

(Rodolfo, volgendosi, scorge Mimì
avvolta come da un nimbo di luce, 
e la contempla, quasi estatico.) 

RODOLFO 
O soave fanciulla, 
o dolce viso 
di mite circonfuso alba lunar 
in te, vivo ravviso il sogno 
ch'io vorrei sempre sognar! 

MIMÌ
(Mimì commossa)
Ah, tu sol comandi, 
amor...!

RODOLFO
(cingendo con le braccia Mimì)
Fremon già nell'anima 
le dolcezze estreme, 

MIMÌ 
(quasi abbandonandosi)
Oh! come dolci scendono 
le sue lusinghe al core... 
tu sol comandi, amore!...

RODOLFO
Nel bacio freme amor! 

(Bacia. Mimì) 

MIMÌ 
(svincolandosi)
No, per pietà! 

RODOLFO 
Sei mia! 

MIMÌ 
V'aspettan gli amici... 

RODOLFO 
Già mi mandi via? 

MIMÌ 
(titubante) 
Vorrei dir... 
ma non oso... 

RODOLFO 
(con gentilezza) 
Di'.

MIMÌ 
(con graziosa furberia) 
Se venissi con voi? 

RODOLFO 
(sorpreso) 
Che?... Mimì? 

(insinuante)

Sarebbe così dolce restar qui. 
C'è freddo fuori. 

MIMÌ 
(con grande abbandono) 
Vi starò vicina!... 

RODOLFO 
(Aiuta amorosamente Mimì a 
mettersi lo scialle)
E al ritorno? 

MIMÌ 
(maliziosa) 
Curioso! 

RODOLFO 
Dammi il braccio, mia piccina. 

MIMÌ 
(Dà il braccio a Rodolfo.)
Obbedisco, signor! 

(S'avviano sottobraccio alla porta
d'uscita.) 

RODOLFO 
Che m'ami di'... 

MIMÌ 
(con abbandono) 
Io t'amo! 

(Escono)

RODOLFO , MIMÌ
Amor! Amor! Amor!

(Cola il siparo)

RODOLFO
(Sujetando la mano de Mimí y 
con la voz henchida de emoción)
¡Qué manita tan fría! 
Déjeme que se la caldee. 
Buscar, ¿qué importa?
En la oscuridad nada se encuentra. 
Aunque, por fortuna, 
es una noche de luna, 
y, aquí, la luna la tenemos cerca.

(Mimí intenta liberar su mano)

Espere, señorita, 
le diré en dos palabras quién soy, 
qué hago, cómo vivo. 
¿Quiere?

(Mimí calla. Rodolfo suelta la mano 
de Mimí, Quien, yendo hacia atrás,
encuentra una silla sobre la que se 
deja caer ,abatida por la emoción)

¿Quién soy?...Soy un poeta. 
¿A qué me dedico?...Escribo.
Y, ¿cómo vivo?...Vivo. 
Aun en mi pobreza despilfarro, 
como un gran señor, 
rimas e himnos de amor. 
En sueños y en quimeras 
y en castillos en el aire 
tengo el alma millonaria. 
Y ahora, del cofre de mis tesoros 
me roban todas las joyas 
dos ladrones: Esos bellos ojos 
que han entrado con usted, 
y, mis sueños de siempre, 
mis bellos sueños, 
veo evaporarse!
Pero no importa que me los roben 
pues han hecho renacer en mí 
una dulce esperanza. 
Ahora que me conoce, 
hable usted; vamos, hable. 
¿Quién es? 
¿Le apetece decírmelo?

MIMÍ
(Titubea, pero se decide a hablar. 
Sigue sentada)
Sí. 
Me llaman Mimí, 
aunque me llamo Lucia. 
La historia mía es breve. 
En tela o en seda bordo, 
en casa y fuera. 
Soy tranquila y alegre, 
y me distraigo 
haciendo lirios y rosas. 
Me gustan las cosas 
que tienen ese dulce hechizo, 
que hablan de amor, 
de primaveras; 
que hablan de sueños, 
y de quimeras, 
esas cosas que llaman poesía...
¿Me entiende?

RODOLFO
(Conmovido) 
Sí.

MIMÍ
Me llaman Mimí.
El por qué ... no lo sé.
Sola me hago la comida,
para mi sola.
No voy siempre a misa,
pero le rezo bastante al Señor.
Vivo sola, solita; ahí, 
en una pequeña habitación blanca,
miro a los tejados y al cielo.
Y, cuando comienza el deshielo,
el primer sol es mío,
¡el primer beso de abril es mío!
Germina, plantada, una rosa,
hoja a hoja, la aspiro;
es tan delicado 
el perfume de una flor...
Pero las flores que yo hago, 
¡ay de mi!
las flores que yo hago... ¡ay!
no tienen olor...
De mi, nada más sabría contarle.
Soy su vecina que le viene, 
a deshora, a importunar.

SCHAUNARD
(Desde el corredor)
¡Eh, Rodolfo!

COLLINE 
¡Rodolfo!

MARCELO 
¡Aquí! ¿No nos oyes?

(Con los gritos de los amigos, 
Rodolfo se impacienta) 

¡Pesado!

COLLINE 
¡Poetastro!

SCHAUNARD 
¡A por los vagos!

(Rodolfo, impaciente, va
a tientas hasta la ventana,
se asoma un poco, para
responder a los amigos.
Por ella entran los rayos 
de luna que iluminan la
habitación)

RODOLFO
(en la ventana)
Escribo tres líneas más y vuelo.

MIMÍ
(acercándose a la ventana)
¿Quiénes son?

RODOLFO
(a Mimí)
Mis amigos.

SCHAUNARD 
¡Nos vas a oír!

MARCELO
¿Qué es lo que haces ahí solo?

RODOLFO 
No estoy solo; estamos dos. 
Id a Momus; coged sitio; 
iré enseguida.

(Se queda en la ventana
para ver que sus amigos se
van. Se acerca Mimí y los
rayos de luna la iluminan)

MARCELO, SCHAUNARD, COLLINE
(Alejándose) 
Momus, Momus, Momus,
callados, discretos, 
nos vamos de aquí.

MARCELO
Ha encontrado la inspiración.

(Rodolfo, al volverse, ve a Mimí
envuelta en un haz de luz y la
contempla, extasiado)

RODOLFO 
¡Oh, tierna niña! 
¡Dulce carita de bondad
arropada por la luz de la luna! 
Tú eres el sueño 
que siempre quise soñar!

MIMÍ
(Muy conmovida)
¡Ah! ¡Todo lo que tú quieras, 
amor...!

RODOLFO
(Estrechándola entre sus brazos) 
Tiembla mi alma, 
por una extrema dulzura.

MIMÍ
(Casi abandonándose a él) 
¡Oh! ¡Cuán dulces penetran 
tus palabras en mi corazón!... 
¡Amor, sólo mandas tú!...

RODOLFO 
¡En mi beso palpita el amor...!

(La besa)

MIMÍ
(Desasiéndose) 
¡No, por caridad!

RODOLFO 
¡Eres mía!

MIMÍ
Le esperan sus amigos...

RODOLFO 
¿Quieres que me vaya?

MIMÍ
(Titubeando)
Quería decir..., 
pero no me atrevo...

RODOLFO
(Con cortesía) 
Dilo.

MIMÍ
(Con una graciosa sonrisa pícara)
Y...¿si fuese con vosotros?

RODOLFO
(Sorprendido) 
¿Qué? ¡Mimí!

(Insinuante) 

Sería tan dulce quedarse aquí...; 
hace frío ahí fuera.

MIMÍ
(Con sentimiento) 
Estaré a tu lado.

RODOLFO
(Amorosamente, ayuda a Mimí 
a ponerse el chal) 
Y, ¿a la vuelta?

MIMÍ
(Maliciosa) 
¡Qué curioso!

RODOLFO
Dame tu brazo, pequeñita mía...

MIMÍ
(Da el brazo a Rodolfo) 
¡Le obedezco, señor!

(Se van hacia la puerta tomados 
del brazo)

RODOLFO
Que me amas... dímelo...

MIMÍ
(Entusiasmada)
¡Yo, te amo...!

(Se van) 

RODOLFO, MIMÍ 
¡Amor! ¡Amor! ¡Amor!

(Cae el telón)

Acto II