ILDEGONDA

 

 

 

 

Personajes

 

GUALDERANO    

ILDEGONDA

ROGGIERO

RIZZARDO

FALSABIGLIA

ILDEBENE

   Noble lombardo

   Hija de Gualderano


   Hijo de Gualderano

   Plebeyo, amante de Ildegonda

Noble lombardo

Doncella de Ildegonda

              Barítono

                  Soprano
                               Tenor
                         Tenor 

Bajo

Mezzosoprano

 

 

La acción transcurre en Milán, en el año 1225.




PROLOGO


Scena Prima

(Gran sala nel palazzo di Rolando che dà
accesso a diversi appartamenti addobbati
a festa e illuminati con grandi lampioni
gotici. Si festeggia l'arrivo di Ermenegardo
promesso sposo a Ildegonda. Darne e
Cavalieri; entrano poi Falsabiglia, Rolando,
Rogiero, infine Ildegonda mesta e pensosa)


CORO
Fulge la stella rorida
Se in limpido mattin
Alza dall' onda cerula
Bello di rose il crin.
Ma la vezzosa vergine,
Astro gentil d'amor,
Sparge del volto angelico
Più vivido splendor.

DAME
Vieni, Ildegonda... allegrati!
Lascia di lutto il vel.

CAVALIERI
.
Oh! tergi alfìn le lagrime...
Lieta è la madre in ciel.

CORO
Pensa, pensa, o gentil giovinetta,
Che il bel flore di tua gioventù,
Come rivo che al mare s'affretta,
Fugge tosto, e non torna mai più,
Al felice che t'ama e t'adora
Abbandona il tuo vergine cor;
Non un dì, non trascorrasi un'ora
Senza un dolce pensiero d'amor!
Pensa, pensa, o gentil giovinetta, etc

ROLANDO
(A Falsabiglia)
Affaticato e stanco
Dal cammino esser dèi, nobil parente!
Vieni...

FALSABIGLIA
Parea che Amore
Dato m' avesse l’ali!
e perchè tanto mesta,
Ildegonda, al giunger mio?

ILDEGONDA
Non ponno
Carmi di nozze e suoni
Dar sollievo al mio core...
Ah, madre!... più non sei!...

(prorompe in lagrime)

Concertante

FALSABIGLIA
Frena il dolore!
Il tempo...

ILDEGONDA
Ah, il tempo nulla può!

ROLANDO
{alla figlia,sottovoce)
Di basso
Amor ti nutrì!... M'obbedisci, o certa
Dai morte al vii che ti sedusse!

ILDEGONDA
(atterrita, fra sé)
Oh Dio!

ROLANDO
(Sottovoce)
Trema, oh stolta, il furor mio!

ROLANDO, ROGIERO
(Fra sé)
D’arcano orribile
È sciolto il velo.

ROLANDO
(Fra sé)
La mia canizie
Serbasti, o cielo
A tanti palpiti, a tal rossori

ILDEGONDA
(Fra sé)
Che dissi, incauta!
Io tremo, io gelo,
Deh! tu soccorrimi,
Pietoso cielo!
Tu che dei miseri
Sei difensor.

ROGIERO
(Fra sé)
Tremendo fulmine
Piombò dal cielo,
Squarciò l’ incauta
Del fato il velo.
Comincia a pascerti mio livori.

FALSABIGLIA, CORO
(Fra sé)
Si pasce l’ anima
D' immensa gioia,
Giorni s' apprestano
Di pace e amor.

ROGIERO
(A Falsabiglia)
A duol perdona!

FALSABIGLIA
Grato
m’e quel suo cor sensibile!...

ILDEGONDA
(Fra sé)
Oh tormento!

ROLANDO
Non turbin triste idee
si bel momento.

{Rolando accompagna Falsabiglia, e
tutti i convitali nelle sale apprestate pel
futuro parente; indi afferra per un
braccio Rogiero e seco il riconduce
sulla scena)


Scena Seconda

(Rolando e Rogiero)

ROLANDO
Mio Rogiero!... un dubbio orrendo
Mi dà guerra!

ROGIERO
Intendo, intendo!
Da più dì, me pur distrugge...
Oh, ma il vile non mi sfugge!

ROLANDO
Popolano è il scellerato!...

ROGIERO
Da cent' occhi è già guardato!

ROLANDO
Chi può spegner il decoro,
Lo splendor degli avi miei?
Come venne a me da loro
Deve a' figli pervenir.
Trema, trema, o popolano,
Se di tanto reo tu sei!
D' un offeso Gualderano
Al pugnai chi può sfuggir?

ROGIERO
I miei sgherri...

Scena Terza

(Cavalieri, Armigeri e detti)

CAVALIERI
.
È certezza il sospetto!
Ecco un foglio...

ROLANDO
(aprendo il foglio)
Oh, l'indegno fìa spento!

CAVALIERI
.
Ei lo diede ad un servo...

ROLANDO
(leggendo)
Che sento!
Nel giardino fra poco ei sarà!

CAVALIERI
.
E segnato di croce sul petto
Deve all'alba partir...

ROLANDOE, ROGIERO
.
Noi potrà!

ROLANDO
Oh superbo! sul capo ti piomba
Già lo sdegno che dentro mi rugget
Da te stesso ti schiudi la tomba...
Chi ti puote a Rolando sottrar?
Sciagurato... l'amor che ti strugge
Fia nel sangue vilissimo spento!
Già t'incalza l'estremo momento...
Vien, ti getta sul vindice acciari

ROGIERO, CAVALIERI
.
Oh, ne imponi! qualunque cimento
Al tuo cenno sapremo affrontar

(Rolando entra nelle sale ove
sonoi convitati. Rogiero ed i
Cavalieri sortono da opposta parte)

 
 

ATTO  PRIMO


Scena Prima

(Giardino attiguo al palazzo dei
Gualderano. Di sopra al muro che
cinge il giardino, si vede il monastero
di S. Benedetto, e la chiesa illuminata
dall'interno. Suona la campana della
sera. Sorge la luna)


Coro interno di Suore.

CORO
A te dal petto supplice
Volin col dì morente
Le nostre voci fervide,
Padre onnipotente!
Sul nostro pio ricovero
Vegli pietoso il ciel!
Noi fortunate! Il torbido
Grido mondan qui tace ;
Alle sue caste vergini
Manda il Signor la pace!
Ei non è sordo ai palpiti
D'un core a lui fedel.

Scena Seconda.
 
(Ildegonda e Idelbene. Ildegonda
s'avanza profondamente mesta.
Idelbenela segue silenziosa)


ILDEGONDA
Le udisti? Oh, voi felici
Ch' ergete a Dio la voce,
Libere il core di mondano affetto!
Ch'io respiri quest'aura!...
Insana gioia,
A me cagion di morte,
Là pur s'aggiri!
Amica!,., oh t'avvicina!

(Si siede)
 
Quai memorie al trafitto mio core!
Qui Rizzardo giuravami amore!
Ah!... pietosa la madre in quel loco,
Mi diè speme, al mio pianto s'unì!
Ahi! che sola lasciommi, dolente,
Agli sdegni d'un padre furente!
Pria la morte che spegnere un foco,
Cui la madre e il Signor benedi.

IDELBENE
Scaccia il duol che sì t'accora...
Disperato il mal non è.

ILDEGONDA
Madre mia, se m'ami ancora,
Fa che tosto io voli a te.
Oh , che allora de' mortali
Taceran gli sdegni infesti!
Là narrandoti i miei mali
Il mio sposo attenderò.
Fra le gioie dei celesti
Io già volo in paradiso :
Tu godrai nel mio sorriso,
Nel tuo gaudio anch'io godrò.

(vuol rientrare nel palazzo, ma è
trattenuta improvvisamente dalla
seguente voce)


VOCE
(di dentro)
Errante pellegrina
E colla croce al petto,
Tutto abbandona Lina
Pel caro giovinetto.
Uniti in Palestina,
Terror di Macometto,
Caddero insieme in guerra:
Dormono insieme in terra sacra.

ILDEGONDA
Odi... oh ciel!... sua voce e questa!
Oh ch'ei voli a questo cor!

IDELBENE
Ildegonda!... ah no!... t'arresta!

ILDEGONDA
Lascia!... oh lascia!...

IDELBENE
Attendi ancor!

VOCE
Un bel mattin sereno
Destavasi ella all'armi:
« Lina, » diceale Sveno,
«Ah! no, non seguitarmi:
«La pugna è orrenda; almeno
« Tuo capo si risparmi. »
Ma insiem caddero in guerra:
Dormono insieme in sacra terra.

ILDEGONDA
Ei tace!... iò più non l'odo!...
A me lo guida: Idelben ,
deh , me 'l guida! Ei sappia almeno
Tutta la mia sventura... e poi fia questo
L' ultimo, estremo accento!

(Idelbene va ad aprire la porta segreta;
esce Rizzardo ed ella rientra nel
palazzo)


Scena Terza
 
(Rizzardo e Ildegonda)


Dúo

ILDEGONDA
Rizzardo, ah! dunque è vero
Che me lasci per ire in Palestina?
E il cor te 'l soffre?

RIZZARDO
A te pur soffre il core…
Al Falsabiglia dar la man ch'è mia!

ILDEGONDA
Ah! un giorno forse
Commosso il padre del soffrir mio lungo,
A te, che bello tornerai di gloria,
Ei stesso m' unirà...

RIZZARDO
Tanta speranza
Darà forza al mio braccio, al cor baldanza!
Solo un' alba , e vedremo la Croce
Volteggiare terribile al vento,
Come un' aquila altera feroce,
Come stella che annunci spavento!
Se, fulgente d' alloro le chiome,
Vincitore al tuo sen non verrò,
Mille volte chiamandoti a nome
Là nel sacro terreno morrò.

ILDEGONDA
Oh! t'infiammi la voce del Santo: (*)
Va, Rizzardo, alla mesta cittade ;
Tergi, tergi de' miseri il pianto,
Struggi, abbatti le barbare spade.
 
(*) Pietro l'Eremita.

Dúo

RIZZARDO
Ildegonda!

ILDEGONDA
Rizzardo!
Oh mio contento!
 
A te pur soffre il core...
Sempre a te fra i perigli di guerra
Coli' ardente pensier volerò;
Se cadrai nella mistica terra
Tosto in cielo seguir ti saprò.

RIZZARDO
Sola dunque in stranio lido
Verrà meco la speranza?

ILDEGONDA
Rizzardo! a me sii fido,
Non temer di mia costanza!

RIZZARDO
Un tuo pegno!...

ILDEGONDA
Ah sì! la madre
Mi lasciava questa croce:
N'orna il petto, e fra le squadre
Di difesa a te sarà.


AMBI
Ora alziamo a Dio la voce,
Nostri giuri ascolterà!

(s’ inginocchiano; intanto dalla porta
segreta s'affacciano due sgherri e
Rogiero)
 

Dio d' amore, cui giunge diletta
La preghiera dell'alme innocenti,
Piovi, ah piovi, tua giusta vendetta
Sull'iniquo che rompe sua fe'!
Ed al primo che muore consenti,
Consolar chi rimane nel pianto!
Io verrò nell' angelico manto
Fra' tuoi sogni a posarmi con te!

(odonsi improvvisamente suoni
giulivi nel palazzo)


ILDEGONDA
(agitata)
Qual lieto suon!

RIZZARDO
Trascorse
Chiaror per quelle stanze!

ILDEGONDA
Fuggi! Mi cercan forse,
M'invitano alle danze!

RIZZARDO
Lo sposo?...
oh ciel!.,. rammenta
Il giuro tuo, la fe'!

ILDEGONDA
di Rizzardo, o spenta...
E puoi ridirlo a me?

AMBI
Ah vieni! è questo
L'estremo addio!
Al giuro mio fedel sarò.
A noi funesto pur volga il fato...
Sempre al tuo lato in ciel vivrò.

(Rizzardo volendo fuggire d' ond' era
venuto, viene assalito da Rogiero e
dai due sgherri. Il Popolano trafigge
Rogiero, uno sgherro sostiene il ferito,
L’ altro affrettasi a recare l’ annunzio
dell' accaduto in palazzo. Ildegonda
volgesi atterrita al subito cozzo dell'armi,
e prorompe in un grido)


Scena Quarta

(Rogiero e detti, indi Idelbene)

ILDEGONDA
Il mio fratello!!...

RIZZARDO
Ahi misero!
Il tuo fratello è questo!

ILDEGONDA
(disperatamente)
Fuggi...

ROGIERO
Codardo,

{muore)

RIZZARDO
Io resto!

ILDEGONDA
Deh, fuggi per pietà.

IDELBENE
{accorrendo)
Il padre! Gran Dio!

RIZZARDO
E il fulmine
Colpire non mi sa!

Scena Quinta

(Rolando, Cavalieri, Damigelle,
Armigeri con faci, e detti)


TUTTI
Rogiero!... morto!

ROLANDO
Oh traditor! v' ho còlti!

RIZZARDO
Inerme io son... ferite!
Abissi , a me v' aprite!

ROLANDO
(A Rogiero)
Figlio, vendetta avrai.

(Rogiero vien trasportato
nel palazzo. Silenzio)


Concertante

TUTTI
¡Espira!

ROLANDO
(Fra sé)
Oh figlio mio!... lo sdegno
Or puote men che il duolo!
Per lei feria l' indegno...
Io figli più non ho!
Per maledirla solo
Di lei mi sovverrò.

ILDEGONDA
(Fra sé)
Su me che gli occhi apria,
Se mi serbava a tanto,
Il cielo, ah sorte ria!
I mali suoi versò.
Sempre dannata al pianto
Di me l' orror sarò.

RIZZARDO
(Fra sé)
Misero! a che m'ha spinto
Dèmone orrendo, avverso!
Dal sangue, ond' io son tinto,
Peggio che morte avrò!
Stolto! chè in me converso
II brando mio non ho!

Finale

CAVALIERI
.
Punito è il seduttore
Che ambire a tanto osò!

DAME
.
Miseri! Un puro amore
Sol pianto a voi costò.

ROLANDO
(snudando la spada)
Codardo!...

RIZZARDO
Io prego... uccidimi!

ROLANDO
(gli si avventa contro)
Tu sei sacro a questo brando...

ILDEGONDA
(facendo scudo all'amante del petto.
Rolando vuol ferire)

Pria su me!...

CORO
Che fai?
Rolando! È tua figlia!...

Concertante (continúa) 

ROLANDO
Figlia!... no!
Non ho figli! Il foco eterno
Su lei chiamo dall' averno!

ILDEGONDA
Madre, ah madre, dal cielo l'intendi
Ne fai scudo alla figlia reietta,
Da viventi son io maledetta
A mio duolo conforto non v' ha.

ROLANDO
La tua colpa fra noi di natura
Ogni nodo per sempre distrugge,
L'ira mia già d'intorno vi ri
E fra poco tremenda cadrà.

RIZZARDO
Negra benda l’luce mi fura;
Non distinguo nè cielo, nè terra,
Una furia m' incalza e -m' afferra ,
Ed il core sbranandomi sta.

IDELBENE, DONNE
Tristo evento,
inattesa sciagura
D'ogni core turbata la pace ;
Della gioia al sorriso fugace
Quanto lutto succeder dovrà.

CAVALIERI
Il suo sdegno non serba misura,
Troppa è l’onta d' oltraggio sì atroce
All'infame inaudita, feroce,
Gualderano la morte darà.
 
 

ATTO  SECONDO


Scena Prima
 
(Atrio nel palazzo di Gualderano. La

notte sta per finire. Cavalieri, Idelbene
appare nel momento in cuii Cavalieri
giurano vendetta contro Rizzardo: quindi
si nasconde, e torna a comparirdopo che
tutti si ritirano)

CAVALIERI 1
Siam qui tutti?

CAVALIERI 2
Tutti!,

CAVALIERI 1
E strano Un appello in tal momento,

CAVALIERI 2
Sciolto è il reo!

CAVALIERI 1
Fia ver?... che sento?

CAVALIERI 2
Coi Crociati partirà.

TUTTI
Dell' offeso Gualderano far vendetta si vorrà.

CAVALIERI 1
Gualderano è offeso assai.
Ma l' affronto in noi pur cade.

CAVALIERI 2
Che ad operar ci resta ornai?
Sol le spade...

CAVALIERI 1
Ah , sì! le spade!

TUTTI
Dalla carcere, dal ferro
Mal lo salva un vii consesso ;
Il pugnale dello sgherro
Da per tutto il giungerà.
Cada la schiatta dell'empio omicida
Qui nella polve qual belva ferita
Tremi , ah tremi ,
giammai non gli arrida
Raggio di speme nel lungo soffrir;
Tremi, ah tremi, vendetta inaudita
Piomba sul folle che
i nobili insulta;
Tremi, l'offesa giammai passò inulta,
La vile prole faremo morir,

(partono)

IDELBENE
Oh ciel! che intesi io mai!
Il pugnale dello sgherro
Da per tutto il giuugerà!
Oh dolce amica mia
Del tuo Rizzardo, i crudi
Compri dal padre tuo giurar la morte.
Quante speranze racchiudea il tuo core!
Ma, ahimè! lassa, per te tutto è terrore!
Bella fra quante copre (con gioia)
D'Italia il firmamento,
Il tuo crudel tormento Intese l'amistà...
L' intese sì , che un giuro
Ha già formato in core:
Compagna nel dolore
L'amica ti sarà.                      (bis)

Scena Seconda

(Luogo sotterraneo nel Monastero.Una
lampada rischiara mestamente le brune
pareti.Ildegonda è seduta su povero
scranno.Dall'apertura ferrata neir alto
entra il chiarore improvviso dei lampi,
eodesi lo strepito della sconvolta natura)


ILDEGONDA
Gran Dio!
Gran Dio!...
Ove mi celo?
Oh, dove
M' abbandonò paterno sdegno!
Orrenda Carcere è questa! - Sola-
Sola sepolta qui!...
Perchè, siccome
Al mio Rizzardo, gli uomini feroci
Non mi voglion dar morte? –
E ancor, Rizzardo
L' ombra tua qui non scese a consolarmi...
E pur fida son io...
Pura siccome al dì del giuro mio!

(inginocchiandosi)
 

Perdon, gran Dio! Se il crimine
È grave, grave tanto,
Colpisci co' tuoi fulmini
Questo mio cor ch' è infranto;
Da tormentosi palpiti squarciasi il sen così.
Ma poi, oh ciel! serenati,
Dà limpido il zaffiro...
E la paterna collera
L' ultimo mio sospiro
Calma alla fine, e accoglimi
Fra tuoi beati un dì.
Perdoni... Perdon!...

CORO DI SUORE
(di dentro)
Preghiam!. preghiam! è orribile
Questa del ciel minaccia,
Fors' ei le prave agli uomini
Brame del cor rinfaccia!
Deh, calmisi,
Gran Nume, il tuo furor!
Placa la guerra infausta
Degli elementi irati,
Torni il tuo riso a splendere
Sovra gli umani fati!
Stendi pietoso un' iride,
Nunzia di pace e amor.

ILDEGONDA
Perdon, gran Dio! Se il crimine
È grave, grave tanto,
Colpisci co' tuoi fulmini
Questo mio cor ch' è infranto;

(Pausa)
 

Ecco, tutto è silenzio! –
Or più non odo accento che mi dica
Come tra' vivi io sono. –
Ah non m'inganno!...
Un affrettar di passi!...
oh, se fosse lo spirito di Rizzardo!...

Oh, di celesti forme
ch'io lo vegga raggiante!...

RIZZARDO
(di dentro)
Sposa!...

ILDEGONDA
(con un grido)
Cielo!...

Scena Terza

(ìzzardo avvolto in un mantello
 entra per una porta segreta, e detta)


RIZZARDO
Ildegonda!...

ILDEGONDA
(fuori di sè)
II suo sembiante!

Duo

RIZZARDO
Vieni, vieni a questo petto..,
Son finite le tue pene!

ILDEGONDA
(delirando)
Ha d' un angelo l’ aspetto...
Oh, m'adduci in ciel con te.

RIZZARDO
Tu non sai quant' io soffria,
Ma per te, per te, mio bene;
Vieni in terra di Soria,
Vieni... Iddio ci guida il piè!

ILDEGONDA
Te dannato...
ahi crudi!... al foco,
Disse un foglio maledetto!
Fera vista... in ogni loco
Il tuo sangue m' apparì!
Ah, sei tu del mio diletto
La bell'ombra innamorata!
Hai la fede a me serbata...
A' tuoi passi il ciel s' aprì!

RIZZARDO
Sposa!... io vivo!
 ah, quello scritto
Fu bugiardo! forse il padre
Volea compiere il delitto
Coli' accrescerti il dolor.
Sposa!...

ILDEGONDA
Oh, parla di mia madre,
Tu che vieni dal Signor!
Oh, di mia madre parlami,
Ama la figlia ancora?
Pietosa alle mie lagrime
Fors' ella in ciel s' accora:
Dille che questa misera
Troppo oramai soffrì!
Che per me tardo a sorgere
Non sia l'estremo dì.

RIZZARDO
Oh quale incanto spirano
Que' mesti e cari accenti!
Guardami, o sposa... ah, guardami!
Non ombre hai tu presenti;
Il tuo Rizzardo, o misera,
Il tuo Rizzardo è qui!
Vieni. dai lacci a scioglierti
Il ciel la via m'aprì!

(pausa)
 

Ma chi s' appressa?...

ILDEGONDA
Qual cupo suono!

RIZZARDO
(prendendo Ildegonda per un braccio)
Vieni!

ILDEGONDA
Ah Rizzardo.

RIZZARDO
Vieni,
t'affretta!

ILDEGONDA
Dove mi traggi?...

RIZZARDO
Tradito io sono!
Il brando!

(sguaina la spada e trae seco
Ildegonda)


Scena Quarta

(Rolando, Cavalieri e detti)

ROLANDO
È vano!... morte t'aspetta!

ILDEGONDA
Oh vista orrenda!...

RIZZARDO
Morte?...
Darmi la morte ben ei saprà!

Concertante

ROLANDO, CAVALIERI
(fermandolo)
Stolto! ad un fine ben più nefando
Te niun Consiglio salvar potrà.
No, qui spento non cadrai,
Tal vendetta è poca all' onte ;
Palco infame salirai,
Di fanciulle insidiator.
Chinerai l' audace fronte
All’ aspetto de' tormenti ;
Sarai favola alle genti,
L' abbominio d' ogni cor.

ILDEGONDA
Perchè fiero ei sì mi guata?...
Oh, toglietelo al mio ciglio!
Ah la spada insanguinata...
Sono larve... o miro il ver?
Che fan qui soldati in -armi?
Io non reggo in tal periglio!
Vieni o morte: a spaventarmi
Più non vale il tuo poter.

RIZZARDO
Qui mi volle il duro fato...
Imperterrito l’ attendo!
Palco infame è a me serbato...
Lieto in cor l'ascenderò!
E la sposa?...
O padre orrendo,
Cor di tigre annidi in petto!
Qual rimorso in truce aspetto
Te nud' ombra inseguirò!

CAVALIERI
Vendicato è Gualderano...
Sorge un palco a quell'insano...
Or salvare il maledetto
Gualderan soltanto può.
 
 

ATTO  TERZO
 

Scena Prima

(Carcere. Rizzardo solo)

RIZZARDO
Oh, come l’alma sente
Desio d' abbandonare il mortai velo!
L'accoglierà nel cielo
Benedetta il Signor! - Qui senza colpa
Fia dai viventi disprezzata!... Oh, il palco
Tosto s'innalzi. –
Non può vii calunnia
Questa mente prostrar, forte e sicura
«Sotto l' usbergo del sentirsi pura! »


O mia sposa! al duro passo
Te chiamar m'udran soltanto;
Ah, domani ignoto sasso
La mia salma chiuderà!
Se la zolla abbandonata
A bagnar verrai di pianto,
La mia polve innamorata
palpitare ancor s'udrà.

CORO
(di dentro)
Rizzardo!

RIZZARDO
S'aprono le ferree porte. ,

CORO
(come sopra)
Rizzardo! Rizzardo!

RIZZARDO
Annunciano - forse la morte.

Scena Seconda

(Coro d'Armigeri, e detto)

CORO
Vieni, Rolando - salvo ti fa...

RIZZARDO
Pena maggiore - dar mi vorrà.

CORO
Ei della misera - figlia morente
Pianse allo scritto - surse repente!
Amor, rimorso - gli diér le penne,
Grazia al Consiglio - chiese, l'ottenne.
Vieni! col padre - dell' infelice
Al letto vola - di lei che muor.

RIZZARDO
Ben più morendo - sarei felice...
Misera!... oh,
come - torni all'amor!
Sposa diletta, attendimi,
Sì, ch'io ti spiri appresso!
Noi voleremo agli angeli
Stretti in un solo amplesso;
Che vai se al nostro amore
Quaggiù non crebbe un flore?
Cresce d'eterno lauro
Per noi corona in ciel!

CORO
Vieni, e al primiero anelito
Risorgerà quel vel.

Scena Terza

(Sala nella infermeria del monastero. Da
un ampio veroneentrano i raggi del sole
nascente. Le Suore conducono lldegonda
che mostra i segni di un malore mortale)


CORO
Qui posa il fianco!
È balsamo
Quest'aura mattutina;
Il sol nascente imporpora
Già tutta la collina.
Odi!...
gli augelli un canto
Alzan di lode al Santo.
Vieni! preghiamo insieme,
Calma il tuo cor ne avrà.

(Sotovoce)
 
Per lei non v'è più speme,
È tarda ogni pietà!                  (bis)

 
(Forte)
 

Odi!... etc

ILDEGONDA
E il padre ancor non mi rispose!
L'urna me dunque maledetta
Accoglierà!
deh, padre mio!...

CORO
Fa core...
L' estreme tue parole
L'hanno commosso!...

ILDEGONDA
Oh! chi più lieta, amiche,
Allor di questa misera?...

CORO
Ildegonda!
Venirne a te promise...

ILDEGONDA
(delirando)
Fia ver? Il mio Rizzardo,
Il mio Rizzardo ancora
Verrà com' era allora ,
Sì tenero e sì bel?
Ah! vien , diletto sposo,
Sei qui nelle mie braccia!
Oggi non v'ha minaccia!
Del padre e del ciel. (bis)

 
(sgomentata)
 

Ma quell'ombra... oh! guardatela...
Che orrori... è mio fratello!
Insanguina un coltello
Confitto nel suo cor.
E quell' ombra! Vedetela!
« Freme alla mia vendetta!
« Va , figlia maledetta!... »
Oh cielo! è il genitor.

(cade immobile, e dopo
breve istante s'alza)
 

Dove son io?
E l' ombre
Dove sono che tanto sgomentavanmi?

CORO
T'allegra... Ei viene!
Il ciel t'arrise.
 
Scena Ultima

(Rizzardo, Rolando, Cavalieri, e dette)

ILDEGONDA
Deh! vi frenate, ó palpiti!...
Rizzardo... il padre... oh Dio!
È vero?... o sogno ingannami?
Ah! non è sogno il mio!
Dunque l'amore, l'angelo
Che veggo a me dinante,

(a Rizzardo)
 

E mio da quest'istante,
E sempre mio sarà?

Duo


Ah! senza te, quai palpiti
Soffersi e quai dolori!
Ma quanti dolci amori
Con te la vita avrà!

RIZZARDO
Sposa, adorata vergine,
Diva del tuo Rizzardo :
Deh! volgimi uno sguardo,
Un solo sguardo ancor.

ILDEGONDA
Non godi, o madre?
Questo di nozze è il suon!
Ne benedici, o padre,
Segno del tuo perdón.

(Ildegonda, sostenuta dalle suore, si
inginocchia e con lei tutta; Rolando
tende le mani in un atteggiamento di
benedizione sulle teste di sua figlia
e Rizzardo)


ROLANDO
Come il padre, o figli miei,
Benedicavi il Signor!

ILDEGONDA
I miei voti, i preghi miei
Già volarono al Signor!

RIZZARDO, CORO
Oh gran Dio, che giusto sei,
Deh la serba a tanto amor!

 
(Silenzio generale. Ildegonda
sorgendo è mossa da forte passione,
che mantiene energia alle morenti
sue membra)


ILDEGONDA
Quai benda m' aggrava le stanche pupille?
Chi toglie a' miei sguardi del sol le faville?
Lasciatemi, o crudi, la luce del dì!
Schiudete le imposte!...
deh, s'apra il mio seno
Al limpido azzurro del cielo sereno!
Oh padre!... io manco..
Rizzardo, addio!

RIZZARDO
Ch'io spiri, ch'io spiri!...
ch'io sciolga quest'alma!
Attendi, infelice!...
ritorna alla calma!,..
Oh, teco mi chiami pietoso il Signor!

ROLANDO
Li ascolto... nè il pianto mi bagna le ciglia!...
Io tutto ho perduto!...
perdonami, o figlia!

ILDEGONDA
¡Oh padre!... ¡Rizzardo!...


(Si abbandona tra le sue braccia)

TUTTI
Rolando!... Rizzardo!...
La vergine muor!!

 
 

PRÓLOGO


Escena Primera

(Sala en el palacio de Rolando con acceso
a diversas habitaciones, engalanada para
una fiesta e iluminada con grandes lámparas.
Se festeja la llegada de Hermenegildo,
prometido de Ildegonda. Damas, caballeros,
luego entra Falsabiglia, Rolando, Rogiero y
finalmente Ildegonda, triste y pensativa)

CORO
Resplandece hermoso el astro solar,
cuando en una límpida mañana
levanta sobre las olas azules
su cabellera rojiza;
y la graciosa virgen,
astro gentil del amor,
irradia de su rostro angelical
el más brillante resplandor.

DAMAS
¡Ven, Ildegonda... alégrate!
Deja el luctuoso velo.

CABALLEROS
Contén tus lágrimas...
Tu madre descansa feliz en el cielo.

CORO
Piensa, piensa ¡oh, gentil muchacha!
que la bella flor de tu juventud,
como un arroyuelo que corre hacia el mar,
pasa en un momento y no vuelve jamás.
¡Entrégale tu corazón virginal
al feliz ser que te ama y te adora
y no pases ni un día, ni una sola hora
sin un grato pensamiento de amor!
Resplandece hermoso el astro solar, etc.

ROLANDO
(A Falsabiglia)
¡Mucho ha debido cansarte el camino,
noble pariente!
Ven...

FALSABIGLIA
¡Parecía que el amor
me había prestado sus alas!
¿Y por qué tan triste,
Ildegonda, a mi llegada?

ILDEGONDA
No pueden
los versos y músicas nupciales
dar sosiego a mi corazón.
¡Ay, madre, ya no existes!

(Prorrumpe en llanto)

Concertante

FALSABIGLIA
¡Refrena tu dolor!
El tiempo...

ILDEGONDA
¡Ah, nada puede lograr el tiempo!...

ROLANDO
(A su hija, en voz baja)
¡De un pecaminoso amor te nutres!...
¡Obedéceme, o con seguridad
provocarás la muerte del vil que te sedujo!

ILDEGONDA
(aterrada, para sí)
¡Oh, Dios!

ROLANDO
(En voz baja)
¡Tiembla, oh necia, ante mi furor!

ROLANDO, ROGIERO
(Para sí)
De un horrible secreto
se ha descorrido el velo.

ROLANDO
(Para sí)
¡Oh, cielos!
Han reservado para mi vejez
tantas angustias y tanta vergüenza.

ILDEGONDA
(Para sí)
¡Qué dije, incauta!
Tiemblo y me hielo...
¡Ah, socórreme,
cielo misericordioso,
tú que eres el defensor
de los desdichados!

ROGIERO
(Para sí)
Del cielo cayó
un tremendo rayo;
rasgó la imprudente
el velo de su destino.
¡Empieza a saciarte, rencor mío!

FALSABIGLIA, CORO
(Para sí)
Se alimenta el alma
de una inmensa alegría;
se aprestan
días de paz y amor.

ROGIERO
(A Falsabiglia)
¡Comprende su dolor!

FALSABIGLIA
¡Me agrada
su corazón sensible!

ILDEGONDA
(Para sí)
¡Oh, qué tormento!

ROLANDO
Que no turben los tristes pensamientos
tan hermoso momento.

(Rolando acompaña a Falsabiglia y a
todos los convidados a la sala preparada
para el futuro pariente; después Rolando
toma de un brazo a Rogiero y se
adelanta con él al proscenio)


Escena Segunda

(Rolando y Rogiero)

ROLANDO
¡Querido Rogiero!...
¡Una duda horrorosa me asalta!

ROGIERO
¡Entiendo, entiendo! Hace varios días
que también a mí me oprime,
¡pero el infame no se me escapará!

ROLANDO
¡Ese infame es un plebeyo!...

ROGIERO
Cien ojos le observan…

ROLANDO
¿Quién puede empañar
el honor de mis ancestros?...
Ese honor, tan puro como llegó a mí,
deberá llegar a mis hijos.
¡Tiembla, tiembla, oh plebeyo,
si eres responsable de tanto!
¿Quién puede eludir la daga
de un Gualderano ofendido?...

ROGIERO
¡Aquí están mis soldados!!

Escena Tercera

(Caballeros, soldados y los anteriores)

CABALLEROS
La sospecha es una realidad.
He aquí una carta.

ROLANDO
(Abriendo la carta)
¡Oh, que el indigno muera!

CABALLEROS
Él se la entregó a un criado.

ROLANDO
(leyendo)
¿Qué leo?
Dentro de poco él vendrá al jardín.

CABALLEROS
Lleva la señal de los cruzados sobre el pecho
y debe partir al alba.

ROLANDO, ROGIERO
¡No podrá!

ROLANDO
¡Oh, soberbio! Que caiga sobre tu cabeza
la ira que me devora el corazón.
Tú mismo abrirás tu tumba...
¿Quién podrá sustraerte de Rolando?
¡Desdichado... el amor que te consume
morirá ahogado en tu propia sangre!
¡Ya se acerca tu último instante;
ven, arrójate sobre el acero vengador!...

ROGIERO, CABALLEROS
¡Ordena, y a una señal tuya
enfrentaremos cualquier peligro!

(Rolando entra en las habitaciones donde
se encuentran los invitados. Rogiero y los
soldados salen por el lado opuesto)

 
 

ACTO  PRIMERO
 

Escena Primera

(Jardín contiguo al palacio de los
Gualderano Sobre el muro que rodea
al jardín, se puede ver el monasterio de
San Benedicto y la iglesia iluminada
internamente. Suena la campana
vespertina. Surge la luna)


Coro interno de Monjas.

CORO
A ti, Padre omnipotente,
vuelan en el día que declina
las fervientes voces
de nuestros suplicantes corazones;
que vele el piadoso cielo
sobre nuestro devoto claustro.
¡Afortunadas somos nosotras!
Aquí no llega
el turbulento grito mundano.
¡El Señor nos envía su paz
y no hace oídos sordos
a los corazones que le son devotos!

Escena Segunda

(Ildegonda e Idelbene. Ildegonda se
adelanta profundamente entristecida.
Idelbene la sigue en silencio)


ILDEGONDA
¿Las oíste?... ¡Oh, felices ellas
que elevan a Dios sus plegarias,
con el corazón libre del mundanal deseo!...
¡Que yo respire esta paz!
¡Oh, insana alegría,
que eres la causa de mi penar,
quédate afuera!
Amiga, acércate.

(Se sienta)
 
¡Cuántos recuerdos para mi herido corazón!...
¡Aquí, Rizzardo, me juraba su amor!...
¡Ah! En ese lugar, mi compasiva madre
me dio esperanzas y se unió a mi llanto!
¡Ay! ¡Me dejó sola, dolorida,
y sometida a un padre irascible!
¡Prefiero morir antes que apagar un amor
que Dios y mi madre bendijeron!

IDELBENE
Desecha el dolor que te aflige;
no desesperes más.

ILDEGONDA
Madre mía, si me amas todavía,
haz que al instante vuele junto a ti.
¡Oh, entonces se acallarán
los terribles desdenes de los mortales!
Allá, narrándote mis padecimientos,
aguardaré a mi esposo
en medio de goces celestiales.
Yo ya vuelo al paraíso:
tú gozarás con mi sonrisa
y yo gozaré con tu alegría.

 
(Quiere volver a entrar en el palacio,
pero es detenida repentinamente por
la siguiente voz:)


VOZ MASCULINA
(fuera de escena)
Errante y peregrina
con la cruz en el pecho,
todo abandona Lina
por el querido jovencito.
Unido con él en Palestina
fue terror de los mahometanos;
ambos murieron en la guerra;
juntos reposan en tierra santa.

ILDEGONDA
¡Oh, cielos!... ¡Esa es su voz!
¡Oh, que él vuele hasta mi corazón!

IDELBENE
¡Ildegonda!... ¡Ah, no!... ¡Detente!

ILDEGONDA
¡Déjame!... ¡Oh, déjame!...

IDELBENE
¡Escucha!

VOZ
Una bella mañana despejada,
despertó ella para el combate:
“Lina”, le decía Sveno,
“¡Ah, no me sigas!
¡La lucha es horrenda,
al menos salva tu vida!”...
No lo escuchó y ambos cayeron en la batalla.
Ahora juntos reposan en Tierra Santa.

ILDEGONDA
¡Él calla!... Ya no lo oigo...
Idelbene, guíalo a mi lado,
¡Sí, guíalo hacia mí,
que conozca mi desventura
y mis últimas palabras!

(Idelbene abre la puerta secreta;
sale Rizzardo. Idelbene ella entra
en el palacio)


Escena Tercera

(Rizzardo e Ildegonda)


Dúo

ILDEGONDA
Rizzardo, ¿entonces es cierto
que me abandonas para ir a Palestina?
¿Y tu corazón lo soporta
?...

RIZZARDO
¿Y el tuyo soporta, dar a Falsabiglia
la mano que por derecho es mía
?...

ILDEGONDA
¡Ah!... Tal vez un algún día,
mi padre conmovido por mi sufrimiento,
a ti me unirá cuando regreses
lleno de gloria,

RIZZARDO
¡Esa esperanza dará fuerza a mi brazo
y coraje a mi corazón!
¡Quizás un día y veremos la cruz
flamear terrible al viento,
cómo un águila altiva y feroz,
como estrella que anuncia el espanto!
Si coronado de laureles refulgentes,
triunfador no regreso a tu seno,
moriré en Tierra Santa
pronunciando mil veces tu nombre.

ILDEGONDA
¡Oh, que te inflame la voz del Santo! (*)
¡Ve, Rizzardo, a la desgraciada ciudad
para enjugar el llanto de los desgraciados,
para destruir y abatir las armas infieles!

* (Pedro el Eremita)

Dúo

RIZZARDO
.
¡Ildegonda!

ILDEGONDA
.
¡Rizzardo!
¡Oh, felicidad!
 
Por ti sufre mi corazón...
Mis pensamientos volarán hasta ti
en medio de los peligros de la guerra
y si mueres en la mística tierra,
sabré al instante seguirte al cielo.

RIZZARDO
En un país extraño solamente
me acompañará tu recuerdo.

ILDEGONDA
Rizzardo, conserva tu fidelidad
y no dudes de mi constancia.

RIZZARDO
¡Una prenda tuya!...

ILDEGONDA
¡Ah, sí, mi madre
me dejó esta cruz;
guárdala en tu pecho
pues ella te protegerá del peligro.

AMBOS
Alcemos la voz al Cielo
y él escuchará nuestros juramentos.

(Se arrodillan, en tanto que por la puerta
secreta se asoman dos soldados y
Rogiero)
 

Dios de amor, a quien agrada
la plegaria de las almas inocentes,
haz caer tu justa venganza
sobre el inicuo que falte a su juramento,
y al que antes muera, permítele
consolar al que quede llorando.
Yo iré entre las nubes celestiales
a posarme a tu lado en sueños.

(Se oye música festiva
en el Palacio)


ILDEGONDA
(Agitada)
¡Qué alegre sonido!

RIZZARDO
¡Mira, hay luz
en aquellas habitaciones!

ILDEGONDA
¡Huye!... Tal vez me buscan,
para invitarme al baile.

RIZZARDO
¿Tu prometido?...
¡Oh, cielos!...
Recuerda tu juramento.

ILDEGONDA
Seré de Rizzardo, o estaré muerta...
¿Puedes repetírmelo?

AMBOS
¡Ah, ven!
Este será nuestro último adiós;
seré fiel a mi juramento.
¡Aunque nos sea funesto el destino,
siempre a tu lado viviré en el cielo!

(Rizzardo es sorprendido por Rogiero
y los dos soldados. Rizzardo hiere a
Rogiero que cae en brazos de uno de
los soldados; el otro sale corriendo a
llevar a palacio la noticia de lo sucedido.
Ildegonda se vuelve aterrada al oír
el choque de las armas y prorrumpe
en un grito)


Escena Cuarta

(Los anteriores, Rogiero e Idelbene)

ILDEGONDA
¡Mi hermano!

RIZZARDO
¡Ay, qué desgracia!
¡Es tu hermano!

ILDEGONDA
(Desesperada)
¡Huye!

ROGIERO
¡Cobarde!

(muere)

RIZZARDO
¡Me quedo!

ILDEGONDA
¡Ah! ¡Huye por favor!

IDELBENE
(llega presurosa)
¡Tu padre! ¡Gran Dios!

RIZZARDO
¿Y un rayo
no me fulmina
?

Escena Quinta

(Rolando, caballeros, damas y soldados
con antorchas y los anteriores)


TODOS
¡Rogiero!... ¡Muerto!

ROLANDO
Traidor, te he atrapado.

RIZZARDO
¡Estoy indefenso... y herido!
¡Que los abismos se abran ante mí!

ROLANDO
(Mirando a Rogiero)
¡Hijo, serás vengado!

(El cadáver de Rogiero, es
trasportado al palacio. Silencio)


Concertante

TODOS
¡Expira!

ROLANDO
(Para sí)
¡Oh, hijo mío!... Ahora puede
menos la ira que el dolor.
Por ella te hirió el infame...
¡Ya no tengo hijos!
En ella pensaré
sólo para maldecirla.

ILDEGONDA
(Para sí)
¡Desde que abrí los ojos a la vida
me reservó el cielo,
para mi desgracia,
todos los males!
Siempre condenada al llanto,
seré el horror de mí misma.

RIZZARDO
(Para sí)
¡Desgraciado! ¡A dónde me ha llevado
un horrible demonio adverso!
La sangre con la que estoy teñido
es peor que la muerte.
¡Necio! ¿Por qué no he vuelto
contra mí mismo el acero
?

Final

CABALLEROS
¡Castigado será el seductor
que tanto osó ambicionar!

DAMAS
¡Desdichados! ¡Un puro amor
solo les ha deparado llanto!

ROLANDO
(Desenvainando la espada)
¡Cobarde!...

RIZZARDO
Te lo ruego... ¡Mátame!

ROLANDO
(se lanza contra él)
Tu eres sagrado para ésta espada.

ILDEGONDA
(Cubriendo a Rizzardo con su pecho)
(Rolando va a herirla)

¡Primero, hiéreme a mí!

CORO
¿Qué haces?...
¡Rolando! ¡Es tu hija!

Concertante (continúa) 

ROLANDO
¿Hija
?... ¡No!
Ya no tengo hijos; ¡Que caiga sobre ella
el fuego del averno!...

ILDEGONDA
¡Ah, madre mía, óyeme desde el cielo;
protege a tu hija abandonada y maldita
entre todos los vivientes!
No hay consuelo para mi dolor.

ROLANDO
Tu culpa ha roto para siempre
el lazo con que unió la naturaleza.
Ruge mi ira que vuela a vuestro alrededor
y a  poco caerá tremenda sobre vosotros.

RIZZARDO
Una negra venda me oculta la luz;
no distingo ni el cielo ni la tierra;
una furia me persigue y me aferra
destrozando mi corazón.

IDELBENE, DAMAS
Un triste suceso,
una desgracia inesperada
ha turbado la paz de todos los corazones.
De la alegría a la fugaz sonrisa,
¡cuánto luto deberá ocurrir!

CABALLEROS
Su indignación no tiene límites.
Por tan tremendo ultraje,
Gualderano dará al infame
una muerte inaudita y cruel.

 

ACTO  SEGUNDO
 

Escena Primera


(Noche. Atrio del palacio de Gualderano.
Los caballeros. Idelbene aparece en el
momento en que los caballeros juran

venganza contra Rizzardo, luego se
esconde y vuelve a aparecer después de
que todos se retiran)

CABALLEROS 1º
¿Estamos todos?...

CABALLEROS 2º
¡Todos!

CABALLEROS 1º
Es extraño un aviso en tal momento.

CABALLEROS 2º
¡Libre está el reo!

CABALLEROS 1º
¿Será verdad?... ¿Qué escucho?

CABALLEROS 2º
Con los cruzados partirá.

TODOS
Se querrá vengar, el ofendido Gualderano.

CABALLEROS 1º
Muy ofendido está Gualderano;
pero la afrenta también cae sobre nosotros.

CABALLEROS 2º
¿Qué nos queda por hacer?
Las espadas solamente...

CABALLEROS 1º
¡Ah, sí, las espadas!

TODOS
De la prisión y del cadalso
le salva en vano un vil ardid;
pero a pesar de todo
lo alcanzará el puñal del verdugo.
Que caiga la estirpe del impío homicida
en el polvo como una fiera herida.
Que tiemble, que tema y que jamás le sonría
un rayo de esperanza en su largo sufrimiento.
Que tiemble; que tema una venganza inaudita
que se desplome sobre ese necio
que ultraja a los nobles.
Que tiemble, pues la ofensa
no quedará impune.
¡Aniquilaremos a esa vil estirpe!

(salen)

IDELBENE
¡Oh, cielos! ¡Qué he oído!
¡El puñal del verdugo
será su juez ejecutor!
¡Oh, dulce amiga mía,
los crueles amigos de tu padre
han jurado la muerte de tu Rizzardo!
¡Cuánta esperanza encierra tu corazón!
Pero, ¡hay de mí! aún te queda mucho sufrir.
Hermosa y alegre entre todas las doncellas
que cubren el suelo italiano,
tu cruel tormento cimienta mi amistad...
Bien lo comprendo, sí;
un juramento ha nacido en mi corazón:
compañera en el dolor
tu amiga yo seré.                                (bis)

Escena Segunda

(Subterráneo del convento. Una lámpara
ilumina tristemente las lóbregas paredes.
Ildegonda, sentada en un rústico banco.
Por el enrejado entra la claridad de los
relámpagos y se oye el estrépito
de la tempestad)


ILDEGONDA
¡Gran Dios!¡Gran Dios!...
¿Dónde me encuentro? –
¡Ah, donde me ha abandonado la ira paterna!
¡Horrenda cárcel!...
¡Sola!... ¡Sepultada en vida!...
¿Por qué esos hombres feroces
no quieren darme la muerte
como a mi Rizzardo?...
¡Rizzardo, aún tu sombra
no ha bajado a consolarme!...
¡Te sigo siendo fiel...
y pura como el día de mi juramento!

(arrodillándose)
 

¡Perdón, Dios mío!
Si el crimen es grave, tan grave,
golpea con tus rayos
este corazón quebrado.
¡Con tormentosos latidos rasga mi pecho!
Pero luego, ¡oh, cielo! serénate.
Que soplen límpidos vientos...
y que la ira paterna
calme mi último suspiro.
Dame la bienvenida
y acógeme entre tus santos.
¡Perdón... perdón!...

CORO DE MONJAS
(Dentro del claustro)
¡Oremos!… ¡Oremos!
Horrible es la amenaza del cielo.
Es un reproche a los hombres
por la perversidad de su corazón.
¡Ah, que se calme
gran Dios, tu furor!
Aplaca la violencia infausta
de los airados elementos;
que vuelva a resplandecer
tu sonrisa sobre los hombres;
extiende piadoso el arco iris
mensajero de paz y amor.

ILDEGONDA
¡Perdón Dios mío!
Si el crimen es grave, tan grave,
golpea con tus rayos
este corazón mío que está quebrado;

(pausa)
 
Todo es silencio...
no escucho
ni una voz que me diga
que estoy entre los vivos...
¡Ah, no me engaño!
Oigo rumor de pasos...
¡Oh, si fuese el espíritu de Rizzardo
radiante de luz celestial!

RIZZARDO
(fuera de escena)
¡Esposa!

ILDEGONDA
(Gritando)
¡Cielos!

Escena Tercera

(Rizzardo, que entra por una puerta secreta,
embozado en un manto e Ildegonda.


RIZZARDO
¡Ildegonda!...

ILDEGONDA
(fuera de sí)
¡Su semblante!

Dúo

RIZZARDO
¡Ven, ven a mis brazos...
tus penas han terminado!

ILDEGONDA
(delirando)
¡Tienes el aspecto de un ángel!
¡Oh, llévame al cielo contigo!

RIZZARDO
¡No sabes cuánto he sufrido por ti,
sólo por ti, bien mío!
¡Vayamos a la tierra de Soria,
vamos, Dios guiará nuestros pasos!

ILDEGONDA
Una carta maldita me informó
¡ah, qué crueldad!
que fuiste ejecutado en la hoguera.
En todas partes veía
la horrenda visión de tu sangre.
¡Ah, sí, eres tú, querido!
¡El bello espíritu de mi enamorado!
¿Me fuiste fiel
y se abrió el cielo ante tus pasos?

RIZZARDO
Esposa... ¡estoy vivo!...
Esa carta era falsa.
Quizás tu padre
quería consumar el crimen
acrecentando tu dolor.
¡Esposa!...

ILDEGONDA
¡Háblame de mi madre,
tú que vienes de estar junto al Señor!
Dime si mi madre,
¿ama a su hija todavía?...
Tal vez ella, piadosa,
se aflige al ver mis lágrimas.
Dile que esta desdichada
ha sufrido demasiado;
que no tardará en llegar para mí
el último día.

RIZZARDO
¡Oh, qué
encantamiento inspiran
estas tristes y cariñosas palabras!...
¡Mírame, esposa, ah, mírame!
No es un espíritu el que tienes ante ti,
¡es tu Rizzardo, oh desdichada!
¡Es tu Rizzardo el que está aquí!
¡Vamos! Para liberarte de tus penas
el cielo me indicó el camino.

(pausa)
 

Pero... ¿quién se acerca?

ILDEGONDA
¡Un rumor confuso!...

RIZZARDO
(tomando a Ildegonda por un brazo)
¡Ven!

ILDEGONDA
¡Ah, Rizzardo!

RIZZARDO
¡Ven!...
¡Apresúrate!

ILDEGONDA
¿A dónde me llevas?...

RIZZARDO
¡He sido traicionado!
¡Mi espada!...

(Desnuda la espada e intenta
marcharse con Ildegonda)


Escena Cuarta

(Rolando, caballeros y los anteriores)

ROLANDO
¡Es inútil!... ¡Te aguarda la muerte!

ILDEGONDA
¡Qué horrible situación!...

RIZZARDO
¿Muerte?...
¡Mi espada bien sabrá dármela!

Concertante

ROLANDO, CABALLEROS
(sujetándolo)
¡Necio!... De un final nefasto
no podrá salvarte ningún tribunal.
No, aquí no vas a morir;
tal venganza es poca
para semejante ofensa.
Subirás al infame patíbulo
por seductor de menores.
Inclinarás tu altiva frente en el suplicio.
Serás el motivo de escarnio
y todos los corazones te aborrecerán.

ILDEGONDA
¿Por qué tan feroz él se me muestra?
¡Oh, apartadlo de mi vista!
¡Ah, tiene su espada ensangrentada!
¿Es un fantasma, o un ser real?
¿Qué hacen aquí estos soldados?
¡No puedo resistir más!
¡Ven, oh muerte,
tu poder no me espanta!

RIZZARDO
¡Aquí me trajo el fatal destino...
e impertérrito aguardo mi suerte!
El infame patíbulo me está reservado...
mas tranquilo subiré a él.
¿Y mi esposa?
¡Oh, padre terrible,
que guardas en tu pecho un corazón de tigre!
¡Como un remordimiento cruel,
perseguiré a tu desalmado espíritu!

CABALLEROS
¡Vengado ha sido Gualderano!...
Un patíbulo se levanta para el insensato.
Sólo Gualderano
podrá salvar al infame.
 
 

ACTO  TERCERO
 

Escena Primera

(Prisión. Rizzardo solo)

RIZZARDO
¡Oh, cuánto desea el alma
abandonar el mortal cuerpo!
¡Bendecida la acogerá en el cielo el Señor!
Sin ser culpable,
fue despreciada por todos.
¡Oh, que se eleve al instante el cadalso!
La vil calumnia no puede abatir
mi pensamiento fuerte y seguro.
“Bajo el respaldo de sentirse pura”.
 
¡Oh, esposa mía! En el duro trance
sólo me oirán pronunciar tu nombre.
¡Ah, mañana una anónima lápida
cubrirá mis despojos!
Si llegases a bañar con tus lágrimas
mi tumba abandonada,
oirás palpitar aún
mis cenizas enamoradas.

CORO
(fuera de escena)
¡Rizzardo!

RIZZARDO
Se abren las puertas de hierro.

CORO
(Como antes)
¡Rizzardo! ¡Rizzardo!

RIZZARDO
Anuncian la muerte.

Escena Segunda

(Entran los soldados)

CORO
¡Ven, Rolando te otorga la libertad!

RIZZARDO
¿Querrá imponerme un castigo mayor?

CORO
Él lloró al ver lo escrito por su desgraciada
hija moribunda; surgió de repente el amor,
el remordimiento le dio alas.
Pidió gracia al Concejo, y la obtuvo.
¡Ven con el padre de la desdichada;
vuela al lecho de la que está agonizando!

RIZZARDO
Muriendo sería yo más feliz.
¡Desdichada
!
¡Oh, en qué estado recobras el amor!...
Esposa amada, espérame,
pues yo expiraré a tu lado para que,
abrazados,
volemos a la morada de los ángeles.
¿Qué importa si aquí abajo
no floreció la flor de nuestro amor
si para nosotros ya crece en el Cielo
una corona eterna de laureles
?

CORO
Ven, y al primer suspiro
resurgirá aquella alma.

Escena Tercera

(Enfermería del convento. Por un ventanal
entran los rayos de sol naciente. Un grupo
de monjas asiste a Ildegonda, que
muestra señales de un delirio mortal)


CORO
¡Descansa aquí!
Es un bálsamo
este aire matutino,
y ya el naciente sol
colorea toda la colina.
¡Oye!
Los pajaritos elevan a Dios
un canto de alabanza.
¡Ven, oremos juntas
y se calmará tu corazón!

(En voz baja)
 
Ya es tarde para la piedad,
¡No hay esperanza para ella!      (bis)

(En voz alta)
 
¡Oye!... etc.

ILDEGONDA
No ha contestado aún mi padre.
¡La tumba me acogerá
maldecida por él!...
¡Ay, padre mío!

CORO
¡Ten valor...
tus últimas palabras
lo han conmovido!

ILDEGONDA
¡Oh! Entonces amigas, ¿quién puede estar
más alegre que ésta desdichada?

CORO
¡Ildegonda!
Él prometió venir a tu lado.

ILDEGONDA
(delirando)
¿Será verdad?... ¡Mi Rizzardo,
mi Rizzardo aún vendrá
como lo hacía entonces!
¿Tan tierno y hermoso?
¡Ah, ven, querido esposo,
ven a mis brazos!
¡Ya nada te amenaza!
Ni mi padre ni el cielo. (bis)

 
(espantada)

 
Pero... ¿esa sombra
?... ¡Oh, mirad!
¡Qué horror... es mi hermano!
Tiene un cuchillo ensangrentado
clavado en su corazón.
¡La sombra... mirad!
“¡Tiembla por mi venganza!
¡Vete, hija maldita!”
¡Oh cielos, es mi padre!

(cae inmóvil y después de
un breve instante se levanta)

 
¿Dónde estoy?
¿Dónde están las sombras
que tanto me horrorizaban?

CORO
¡Alégrate... él viene...
el cielo te sonríe!
 
Escena Última

(Rizzardo, Rolando y caballeros)

ILDEGONDA
¡Ah, refrénate, corazón!
Rizzardo... mi padre... ¡Oh, Dios!
¿Es verdad, o un sueño me engaña?
¡Ah, esto no es un sueño!
¿Es el amor...
el ángel que veo ante mí
?

(a Rizzardo)
 
¿Es mío desde este instante,
y siempre será mío?

Dúo
 
¡Ah, cuántas angustias
he sufrido y cuántos dolores!
Pero... ¡cuántos tiernos amores
aún nos deparará la vida!

RIZZARDO
¡Esposa, adorada virgen,
diosa de tu Rizzardo!
Te lo ruego, otórgame una mirada,
una sola mirada más.

ILDEGONDA
¿Lo oyes, madre?
¡Suena la música nupcial!
Bendícenos, padre,
en señal de tu perdón.

(Ildegonda, sostenida por las monjas,
se arrodilla y con ella todos los demás.
Rolando extiende las manos en actitud
de bendición sobre las cabezas de
su hija y Rizzardo)


ROLANDO
Hijos míos, que el Señor os bendiga
como yo lo hago.

ILDEGONDA
Mis votos y oraciones
ya llegaron ante el Señor.

RIZZARDO, CORO
¡Oh, gran Dios, Tú que eres justo,
consérvala por su gran amor!

(Silencio general, Ildegonda se levanta
impulsada por una fuerte emoción
que revigoriza sus moribundos
miembros)


ILDEGONDA
¿Qué velo cubre mis cansadas pupilas?
¿Quién arrebata a mis ojos los rayos del sol?
¡No me quitéis, oh crueles, la luz del día!
¡Abrid las puertas!
Que se abra mi seno
al límpido azul del sereno cielo...
¡Oh, padre!... Me muero...
¡Rizzardo, adiós!

RIZZARDO
¡Que sea yo quien espire!
¡Que se libere mi alma!...
¡Espera, desdichada!...
¡Vuelve a la calma o que me llame contigo
el misericordioso Dios!

ROLANDO
Los escucho y el llanto baña mis ojos...
¡Todo lo he perdido!
¡Oh, hija, perdóname!

ILDEGONDA
¡Oh, padre!... ¡Rizzardo!...

(Se abandona en sus brazos)

TODOS
¡Rolando!... ¡Rizzardo!
¡La virgen ha muerto!!
 



Digitalizado y traducido por
:
José Luis Roviaro 2021