ATTO PRIMO
Scena Prima
(Bosco sacro a Diana.
Gran tempio ed ara nel mezzo.
Lateralmente altre piccole are rusticamente construtte,
ed ornate di fiori, sulle quali
ardono i fuochi sagri. Gran marmo in
lato, ov’è scritto l’oracolo)
PASTORI, PASTORELLE Bella dea, che in ciel
risplendi, casta dea, non più rigor. Quella pace a noi pur rendi, che godeva il nostro cor. NERINA, LINDORO, MELIBEO La tua luce viva e pura mai non veli nube oscura e ne’ fonti, in cui tu
scendi, mai non manchi il fresco
umor. TUTTI Bella dea, che in ciel
risplendi, casta dea, non più rigor.
Recitativo Accompagnato
MELIBEO Tacete, tacete. Ecco Amaranta, che in ricca
veste ad
offerir pur vieni voti ancor essa alla triforme dea. (Entra Amaranta,
nobilmente vestita con due tortorelle in un
cestino) Vieni, vieni, bella
Amaranta, e i voti tuoi unisci a’
voti moei; (Fra sè)
E pensa ognor’, che
l’idol mio tu sei.
AMARANTA Prendi, prendi, o Diana, queste belle innocenti
tortorelle. Un ritratto sono queste di mie
voglie pure e oneste, della mia sincerità. Il mio core a far l’amore qualche volta si delizia, non lo niego in veritá. Ma la mia non è malizia, è piuttosto una pietà.
TUTTI Bella dea, ecc.
Recitativo
MELIBEO Non più, Ninfe, pastori i
sagrifici compiti sono; andate, e alla caccia annuale, dedicata alla dea, vi
preparate. (Partono le ninfe e i
pastori)
AMARANTA Melibeo, mio gentile, or fa’ ch’io sappia tutta
l’istoria almen di questi mali, per ciu pietà cerchiamo. NERINA Come? Tu nulla sai? AMARANTA Io tutto ignoro. MELIBEO E ben leggrin que marmo e poi frena il tuo pianto se frenar lo puoi. AMARANTA (Legge) “Ogn’anno il mostro abbia due fidi amanti; e, in vece lor, se a quella istessa morte
volontaria si espone
un’alma forte, voi pace
avrete, e cesseranno i pianti”. Gelo di orror! Ma di qual mostro parla? MELIBEO Diró. Già dieci volte nel vicin
lago un’empia fiera apparve, ed altrettante volte ebbe
il tributo di ninfe e di pastori, ch’eran fra noi i più fidi
amanti. Ed oggi appunto è il giorno, ch’esposte alla sua fame le due vittime attende il
mostro infame. AMARANTA Cospetto!
Il far l’amore in questi
luoghi è cosa molto seria. MELIBEO Non temer, idol mio: dalla legge fatale esenti
sono i ministri del tempio. AMARANTA Respiro, s’è cosi. (Fra sè) Ma che babbione! MELIBEO Dunque, m’adori? AMARANTA Adoro? Io vado matta per te, mio
Melibeo. MELIBEO Potentissimo amor, grazie
ti rendo. AMARANTA (Fra sè) Tu voi la burla, ed io ti sto servendo. NERINA (A Lindoro) Perchè meco non parli? LINDORO Perchè voglia non ho. NERINA Puoi dirmi, ingrato, perfido, disgraziato, che ardi d’amor per Celia, e mi disprezzi. Ma se giungo a saper...
LINDORO Che
diavol hai?
MELIBEO Cos’è? AMARANTA Che cosa fu? NERINA Tu pur lo sai, che da
Lindoro infido fui vilmente tradita, che già di Celia invaghito più di me non si cura; ma se tu lo sostieni, se di sdegno m’accendo, un di vedrete, che in van dall’ira mia voi
fuggirete. (Parte)
AMARANTA Melibeo, a dispetto di
quella impertinente voglio, che Celia sposi mio
fratello. LINDORO Dice bene Amaranta. Ella mi piace, e mia sposa
sarà. Aria Già mi sembra di sentire de’ stromenti il gran
fracasso; veggo lieti a me venire... oh che
giubilo, oh che spasso...! e le ninfe ed i pastor. La mia sposa innocentina di vederla mi figuro, presentarmi la manina, dolce pegno del suo amor. Oh che giorno fortunato! Oh che giorno di contento! Dalla gioia già mi sento a balzarmi in petto il cor. (Parte)
Recitativo
MELIBEO Di tuo fratello al pari sarei contento anch’io, se certo fossi di sposarti
un giorno. AMARANTA Forse dubiti ancora della
mia fedeltà, dell’amor mio? MELIBEO Dunque mi fido a te; via,
non sdegnarti. AMARANTA Fidati pur di me, ché puoi
fidarmi. Aria e
Recitativo Accompagnato Per te m’accese amore un dolce foco in petto; del mio costante affetto, caro, non dubitar, del mio costante amore, caro, non dubitar. Qual fida tortorella... Ma che strepito è questo! Che rumore! MELIBEO Che mai sarà? Mi trema in petto il core. (Entra Perrucchetto)
Aria
PERRUCCHETTO Salvo... aiuto... piano, ma piano... Cosa fu? Dirò... Fui da’ ladri qui assaltato... Non ho
voce... non ho fiato... Da costoro fui difeso... Dal timore, che mi ha
preso... se son vivo... non lo so. Per pietà, chi mi ristora? Per pietà, per pietà, io
vacillo... io già manco... Deh portatemi in malora capo rosso... capo bianco... vin di Cipro... vin del
Reno... sia Canario... o sia almeno un fiaschetto di Bordò. Recitativo
MELIBEO Signor, per ristorarvi un boccal d’acqua fresca io
posso darvi. PERRUCCHETTO Che barbare contrade! (Guardando Amaranta) Ma che vedo! Qui vi è un pezzo di ciel caduto in terra! Oh cara, oh bella, oh amabile conchiglia dell’eritrea maremma! Tocchiamoci la mano... AMARANTA Adagio un poco. Lasciate
prima, o mio signor, ch’io sappia la vostra
condizione, acciò possa trattarvi con il compasso in man di
proporzione. PERRUCCHETTO Io sono, cara, il conte
Perrucchetto, che pur troppo invasato da
spirto vagabondo vado girando il mondo. AMARANTA (Fa riverenza) Conte! L’ossequio a piombo. PERRUCCHETTO (S’inchina) Io mi piego a rettangolo. Ma... oimè! Oimè! Aiuto... AMARANTA Cos’è? PERRUCCHETTO (Ritirandosi indietro,
come spaventato) Fuggo da’ ladri, e qui son dato in man degli
assassini! MELIBEO Assassini! PERRUCCHETTO Assassini! AMARANTA Ma chi son questi? PERRUCCHETTO On dei! Quegli occhi tuoi son gli assassini miei. MELIBEO (Fra sè) Qui bisogna spezzarlo! (A Perrucchetto) Padron mio, i ladri son
fuggiti; potrebbe
continuare i suoi viaggi... PERRUCCHETTO Io partirmi di qui? MELIBEO Ma, padron caro, qui non vi son locande.
PERRUCCHETTO E ben,
verrò in tua casa. MELIBEO (Fra sè) Oh poveretto me! (Forte) Ma in casa mia vi sono
donne... PERRUCCHETTO Meglio. AMARANTA Verrà il conte da me. MELIBEO (Fra sè) Peggio di peggio. Se va costui in casa di
Amaranta, la gelosia m’ammazza. (Forte) Il signor conte venga pure
da me, che non
rifuito l’onore sterminato. (Fra sè) Sia maledetto chi ti ci ha
portato. Aria
Mi dica, il mio signore, ha visto mai ne’ prati due tori innamorati per gelosia cozzar? Colle robuste corna, di qua di là si danno, e co’ muggiti fanno le selve risuonar. M’intende il signor mio? Capisce i sensi miei? La piaga in sen d’amore... La gelosia... l’impegno... Basta: chi sa lo sdegno, che diavolo può far, Mi dica, il mil signore,
ecc. Recitativo
PERRUCCHETTO
(Fra sè) Corpo di Bacco! È
innamorato questo povero babbuino, ed
è geloso. AMARANTA A che pensate, o conte? PERRUCCHETTO A te... mia cara. AMARANTA Troppe grazie, troppi
favori in ver mi compartite. PERRUCCHETTO Mi bella, andiamo a
passeggiar. AMARANTA Eccomi pronta: andiam dove
vi aggrada. PERRUCCHETTO Ahi, ahi! Questo mio sospir faccia la
strada. (Don Perrucchetto le da
la mano, e partono)
Scena Seconda
(Giardino. Fileno, mesto e passo lento
s’avanza)
Aria
FILENO Dove, oh dio, rivolgo il
piede, infelice, sventurato, se la morte in ogni lato sol m’addita il rio sentier. Ah che chiamo in van colei, che d’amor piagommi il
seno; giusti dei, potessi almeno
cancellAria dal pensier. Recitativo
Chi mai provò nell’alma tormento eguale al mio? Privo di Fille, oh dio, più riposo non trovo; ed ad ogni istante più grave rende ancor la
pena mia, ché ogni gran pena avanza del perduto mio ben la
rimembranza. (Entra Nerina)
NERINA (Osservandolo
atentamente, fra sè) Che amabil giovinetto! Oh,
quanto è caro! FILENO (Fra sè) Qual ninfa è questa? Come atienta mi guarda. NERINA (Fra sè) E pur grazioso. FILENO Ti saluto, bella ninfa
gentile. NERINA Ti riverisco. Ma, s’egli è lecito, perchè mesto cosi vai tu
girando per quest’orride selve? FILENO Vo disperato in traccia di una pietosa man, che
m’uccidesse. NERINA Che deci! Disperato? Dimmi almen la cagione. FILENO Arcade io nacqui, ed in quel suol divenni di vaga ninfa riamato
amante... NERINA Il nome della ninfa? FILENO Fillide. Già conchiuse si eran le
nozze, e sol mancava il rito, oh dio! Da velenosa serpe trafitta in una man, cadde, e morio. NERINA Soffro d’amor anch’io, più
che non pensi. FILENO Ma perchè? NERINA Or tu m’ascolta, lo facevo
all’amore, e dall’amante, che Lindoro
si chiama, un templo corrisposta, s’era fra noi concluso il
matrimonio; quando tutto ad un tratto, s’innamorò costui di certa
ninfa, questa Celia s’appella, forse di me men bella; e in momento tutto acceso
per lei di nuovo ardore, m’abbandonò cosi quel
traditore. FILENO Il caso tuo m’intenerisce a
segno, che, sol potendo, io
giovarti vorrei. NERINA Tu farlo puoi, già ché pietoso sei. FILENO Ma che brami da me? NERINA Che parli a Celia, e le rammenti alfin, che offesa sono. FILENO Tutto farò. NERINA Ti ringrazio di core.
Aria È amore di natura un barbaro, un crudele; che l’alma più fedele è avvezzo a tormentar. Donne, non vi fidate, ché v’è da dubitar. Al par di me ingannate potreste un di restar. Ah no, ché senza amore tutto languisce e geme; ah no, care donne, non v’è da dubitar. Soffriamo il suo rigore, e non perdiam la speme, ché col piacer la pene amor sa compensar. (Partono)
Scena Terza
(Boschetto. Celia
guidando le pecorelle)
Aria
CELIA Piacidi ruscelletti, fiorite piagge amiche, voi
collinette apriche, voi nere
valli e meste, dite, se
mai vedeste, del mio più sventurato, più tormentato cor. Recitativo
Misera Fille, e quando, quando
termine avranno i pianti tuoi? Caro Fileno, e puoi lasciarmi in tanto
duol? Vieni... Ma, oh dio! Credendomi tu morta, chi sa se vivi più,
bell’idol mio? Ma sento,
che chiedete, povere mie
pupille, stanche di lagrimar qualche
riposo. (Si addormenta in modo,
che la faccia resta coperta. Entrano Nerina
e Fileno da una parte e poco dopo da un’altra
parte Lindoro)
NERINA Vedi colei, che dorme?
Quella è Celia. Fatti avanti... ma no... Lindoro pure viene da
quella parte. Ah non m’inganno,
appuntamente è questo. Fileno mio, ti lascio, e a te mi fido. FILENO Vanne pure; lasciane a me
la cura. NERINA Del tuo buon cor, Fileno,
io son sicura. (Parte)
LINDORO Che vedo! Celia qui! Certo ch’è dessa; oh
fortunato me! Ah cara, vieni... vieni... in queste braccia... (Va con trasporto alla
volta di Celia, e Fileno lo respinge
indietro) (Fra sè) Ma che vuole colui? Come mi
guarda... Mi pare un basilisco; chi
sar? FILENO Tu che chiedi? LINDORO Io? Niente. FILENO Adunque sgombra tosto da
qui: parti... va via. LINDORO Son pronto ad ubbidir
Vossignoria. (Parte)
FILENO Or si parli a costei... Perchè, mio core, in seno mi palpiti cosi? CELIA (Sognando) Vieni, Fileno. FILENO Fileno! Il nome mio come fra’ labbri suoi? CELIA (Come sopra) La tua son io. FILENO Si desti, pastorella... CELIA Ah chi mi chiama? Chi sei? Che miro! FILENO Eterni dei, che veggio! CELIA Fileno? FILENO Fille mia? CELIA Sogno! FILENO Vaneggio! Tu viva? CELIA E tu? Ma
come?
FILENO Or che
ti miro io non so, se son vivo, o se deliro. (Entrano Melibeo e
Lindoro e restano da parte)
LINDORO (A Melibeo, piano) Lo vedi quel briccone? Che te ne pare? MELIBEO (A Lindoro, piano) Ascoltiam ciò che dice. FILENO Non parli! Tu dimmi, se mia
tu sei. CELIA Io sono... (Si avvede di Melibeo e
Lindoro, che da parte ascoltano) (Fra sè) Oimè! Qui siamo intesi. E se a Melibeo si rende nota la fedeltà dell’amor
nostro, le vittime saremo oggi del
mostro. FILENO Parla, bell’idol mio: dimmi, se il core serbasti
fido? CELIA Ah taci; non parlarmi
d’amor. FILENO Come! Cangiata per me
dunque ti sei? CELIA Ma taci per pietà. (Fra sè) Che pena, oh dei! FILENO Ah si; comprendo appieno, che tradito son io. CELIA (Fra sè) E non posso parlar. Numi!
Che pena! FILENO Ma non credere, ingrata, un sol momento di trionfar del tuo nero delitto. Saprò con questo dardo defraudarti il piacer del
mio dolore. Mira, crudel, como mi passo
il core. (Vuol terirsi col dardo,
e Celia lo trattiene)
CELIA Ah ferma... non ferir... FILENO Lasciami... CELIA Aita... Accorrete, pastori... ah Melibeo... (Entrano Amaranta e Don
Perrucchetto)
AMARANTA Cosa fu? Che rumore? PERRUCCHETTO Indietro tutti, o qui farò
trafitto anco cadere un mausoleo di
Egitto. CELIA Ma lascia questo dardo. FILENO (Le getta il dardo a’ piedi) Eccoti il dardo. Passi in
qualunque man: basta ch’io mora. CELIA (Fra sè) Barbaro cielo, e non sei
sazio ancora! MELIBEO (Fra sè) Cospetto! In questi due
vedo del mostro prepararsi la
cena. (Forte) Voi dunque,a quel ch’io
scorgo, vi amate alla follia? CELIA (Fra sè) Ecco il periglio. MELIBEO (A Fileno) Ammutolisci. (A Celia) Parla: vi amate voi? AMARANTA Di’! Lo conosci? CELIA Io non lo vedi mai. FILENO Ah barbara, e puoi dirlo? E puoi giurarlo, perfida, innazi a’ dei? Guardami
in volto pur... CELIA Non so
chi sei.
FILENO Oh furie!
Oh smanie! Oh rabbia!
MELIBEO Costui è
matto certo. AMARANTA È matto da legar. FILENO Io matto? Oh dio! Chi martirio provò simile
al mio. Aria Miseri affetti miei, povera fedeltà! Cosi m’inganna, oh dei, l’amato mio tesoro! Ah che d’affanno moro, senza trovar pietà. Ma trema, si, tiranna; barbaro cor, paventa, a vendicarmi intenta l’ira del ciel sarà. Miseri affetti miei, ecc. (Parte disperato)
Recitativo
AMARANTA È partito. LINDORO Buon viaggio. CELIA (Fra sè) Povero mio Fileno! Ed io
tiranna... Ah si raggiunga, e non si lasci in preda
alle sue furie... MELIBEO Dove volgi, Celia, il
cammino? CELIA Dove mi spinge il mio
crudel destino. (Parte seguitando Fileno)
LINDORO Piano... senti... ove vai? (La siegue)
PERRUCCHETTO Ferma, bella Napea... (Via)
AMARANTA Stelle! A me questo
affronto. Vendetta, vendetta io
voglio. Il conte... PERRUCCHETTO (Rientrando) È cosi? Seguitando quel di
pria... AMARANTA Fuggi da gli occhi miei,
schifosa arpia. Aria
Vanne... fuggi... traditore! Ti detesto, ti abborrisco, per te sono un basilisco, una furia son per te. (Fra sè) Ma non trovo in me quel
core, che
correi trovar in me. (Forte) Taci... parti... non
t’ascolto, sei un perfido, un mendace, una furia son per te. (Fra sè) Ah l’ingrato ancor mi piace, son delusa, son tradita; ma d’amore già ferita, più rimedio alfin non v’è. (Parte, e Don
Perrucchetto la siegue)
Scena
Quarta
(Bosco ombroso. Entrano Celia e Melibeo)
Recitativo
MELIBEO Non occorrono pianti: o tu sposi Lindoro, o ch’io ti manderò con
aquel tuo matto in bocca al mostro. Ho decretato. Addio. (Parte)
CELIA Misera me, qual legge! Se mi perde Fileno,
d’affanno ei muore. Ah quale angustia è questa! NERINA (Entrando, fra sé) Ecco qua la rivale. Udiamo un poco che mai dirà. CELIA Ah cara pastorella, di Fileno ricerca. NERINA Del pastor forestiero? CELIA Appunto. Digli, che fugga
pur da queste empie foreste. NERINA Perchè? CELIA Vuol Melibeo, o ch’io sposi il fratello di Amaranta, e con Fileno condannarmi al mostro. NERINA Hai per lui forse quelche
fiamma in seno? CELIA Ah non chieder di più:
salva Fileno. Aria Deh soccorri un infelice, e di più non ricercar. Che spiegarti, oh dio, non
lice la cagion del mio penar. Se pietà ti desta in seno, il mio barbaro dolore, questo afflitto e mesto
core puoi tu sola consolar. Vanne, o cara... ah no,
t’arresta... Ma qual voce intorno sento, che con fiebile lamento vien quest’alma a lacerar? Crudo amor! Destin tiranno! Dalla pena e dall’affanno io comincio a vacillar. (Parte) (Entra Don Perrucchetto)
NERINA (Fra sè) Questa è pazza senz’altro. PERRUCCHETTO Cara ragazza mia, sai, che
mi piaci? NERINA Eh voi scherzate, ed a me preme di parlare a
Fileno. PERRUCCHETTO Io ti prometto, che in
breve lo vedrai. Ma prima di partire è ben
che sappi, che t’amo al par d’Orfeo, bella Euridice; che più felice sei col tuo
campione che Didone non fu ne’
propri amori coll’avanzo di Troja e il
re de’ Mori. NERINA Ah, ah!
Aria
PERRUCCHETTO Coll’amoroso foco tu m’accendesti il core; le fiamme a poco a poco vanno crescendo già. Amabile Euridice, Didone mia vezzosa, pietà d’un infelice, che delirando va. Ah se pietà non senti, ah, de’ miei sospiri
ardenti, d’amore incenerito l’amante tuo cadrà. Amabile Euridice, Didone mia vezzosa... (Accorgendosi di
Amaranta, mentre Nerina fugge via) (Fra sè) Oh diavolo! Che imbroglio! (Forte) Dirò, signora... ascolti... con questa... no... non
voglio... tutto da me
saprà... Ma sei
terribile, madama amabile, sei insoffribile per verità. Il tuo procedere si chiama offendere l’inalterabile mia fedeltà. (Parte)
Recitativo
AMARANTA E si sdegna di più! Ah maledetta tanta mia
debolezza! MELIBEO (Entrando) Bellissima Amaranta... LINDORO (Entrando da altra
parte) Sorella amata... AMARANTA Io che gloriosa vidi
d’amore avvinti, genuflessi al mio pie’
duchi, e sovrani, dovrò vedermi... oh rabbia! Questi torti, questi
affronti non il soffre una mia pari. Mari e monti, monti e mari mi cadranno estinti al
pie’. MELIBEO Ma quel conte che pretende? LINDORO Dimmi almeno che ti ha
fatto? AMARANTA Ah la rabbia già s’accende! MELIBEO Parla dunque? LINDORO Parla a un tratto? AMARANTA Deh las ciatemi in buon’ora, che son tutta four di me. LINDORO, MELIBEO Compatisca la signora. Questa collera perchè? AMARANTA Dov’è Celia? MELIBEO Adesso viene. AMARANTA Le parlasti? MELIBEO Si, mio bene. AMARANTA Si piegò? MELIBEO Si piegherà. LINDORO (Vedendola venire) Zitto, zitto: eccola qua. AMARANTA Venga pure, venga pure. (A Melibeo) Tu va via. (A Lindoro) Io mi celo a far la spia; e tu resta qui, germano, col tuo bene in libertà. (A Melibeo) Se la mano gli dà quella, questa man la tua sarà. MELIBEO (A Lindoro) Se non cede la tua bella, io la scanno in verità. LINDORO Ah scannarla, poverella, pur sarebbe crudeltà. AMARANTA Questi torti, questi
affronti non li posso sopportar. (Amaranta si ritira da
parte, e Melibeo va via. Resta Lindoro, e
soppraviene Celia)
CELIA Ah non tremarmi tanto, povero cor, in seno; cura del mio Fileno il ciel si prenderà. LINDORO Prendi, mio ben, la mano del caro tuo sposino; già il fato... no... il
destino, la sorte vuol cosi. CELIA E tanto ardisci ancora? LINDORO Sposarti di buon’ora pria che tramonti il di. CELIA Anima vil, rispondo: che tu lo speri in vano; per te, brutto villano, (gli dà uno schiaffo) la sorte vuol cosi. (Parte)
LINDORO Amore col suo dardo nel volto mi colpi. (Amaranta s’avanza)
AMARANTA Ah villana elle selve
incallita, sei fuggita? Ah villana! Vendetta,
vendetta farò... MELIBEO (Rientrando) E ben? Celia lo sdegno ha
deposto? Che ha risposto? La destra accettò? AMARANTA Che rispose quel core
vigliacco, mil fratello sol dirtelo
può. (Parte) MELIBEO Ma che
avvenne? Ti spiega, Lindoro! LINDORO La mia bella, il mio dolce
tesoro... Vuoi saperlo? La mia bella: uno schiaffo mi die. MELIBEO Ah che sento! Che donna
sfacciata! Un demonio peggiore non è. PERRUCCHETTO (Inseguendo Nerina) Deh fermate, pupille mie
ladre; occhi belli, pero voi manco
già. NERINA Dammi il passo, importuno,
insolente... PERRUCCHETTO Bella ninfa, graziosa,
avvenente, ceda alfine la tua crudeltà. NERINA (Fra sè) Qui Lindoro? LINDORO (A Melibeo) E Nerina qui viene! MELIBEO (A Lindoro) Statti zitto. NERINA (Fra sè) Fuggirlo conviene. LINDORO, MELIBEO (Fra sè) Già di rabbia fremendo sen’
va.
NERINA, LINDORO,
PERRUCCHETO, MELIBEO Chi non
prova d’amore gli’inganni, i
tormenti d’amore non sa. (Nerina parte. Viene
Amaranta, che tiene par un braccio Celia)
CELIA Lasciami... lasciami... che pretendi da un’anima
meschina? AMARANTA Taci... CELIA Lasciami... AMARANTA Taci, tu già m’intendi. Non replicar, cammina. PERRUCCHETTO (Ad Amaranta) Cara, cara, son tutto
vostro... AMARANTA Fuggi, spietato mostro. MELIBEO (A Celia) Sposa Lindoro adesso. CELIA Libero il core ho in
seno... MELIBEO (Ad un pastore) Olà, venga Fileno. CELIA Libero il core ho in
seno... AMARANTA, MELIBEO In faccia al suo periglio tu non dirai cosi. CELIA (Fra sè) Pietosi dei, consiglio, Fileno, ah no, ah non
fuggi. AMARANTA, MELIBEO In faccia al suo periglio tu non dirai cosi. LINDORO In questo gran scompiglio io me la rido qui. PERRUCCHETTO In questo gran scompiglio io mi ritiro qui. CELIA (Fra sè) Pietosi dei, consiglio, Fileno, ah non fuggi. (Viene Fileno legato
fra’pastori)
FILENO Se non si trova, oh dio, un cor che sia pietoso, la morte almen riposo conceda al mio penar. CELIA Numi, che far degg’io? FILENO Da me voi che bramate? Dite di che son reo? AMARANTA Lo dica Melibeo. MELIBEO Lo dica Celia istessa. CELIA (Fra sè) Il ciel mi vuol oppressa. PERRUCCHETTO E ben, lo dirò io: costei, signore mio, deve costui sposar. FILENO T’intendo, si, spietata: vuoi far sugli occhi miei pompa del tuo rigor. CELIA Barbara sorte ingrata, sazia non sei ancor! AMARANTA, LINDORO, PERRUCCHETTO, MELIBEO La mano: via, fa presto. CELIA, FILENO Che atroce istante è
questo! Che fiera crudeltà! CELIA Che barbara sorte ingrata! FILENO T’intendo, si, apietata! TUTTI Che affano, oh dio, molesto amor provar mi fa. (Entra Nerina, e poi una
truppa di satiri)
NERINA Aiutatemi... son morta... Fui da’ satiri inseguita, che nascosti incerte fratte mi volevano acchiappar. Ah che il
cor mi batte batte; non ho lena di parlar. LINDORO, PERRUCCHETTO Salva, salva, eccoli qua.
PERRUCCHETTO Scappa,
scappa...
MELIBEO Dove? NERINA Come? AMARANTA Conta, caccia la tua spada. PERRUCCHETTO Me la macchia la rugiada... FILENO Deh scioglietemi... CELIA Fileno... FILENO (A Celia) Non t’ascolto... CELIA (A Fileno) Fuggi almeno... AMARANTA, LINDORO Non è tempo di fuggir. MELIBEO Su, pastori, alla difesa. TUTTI Ah di noi
mai sarà! (Siegue contrasto fra’
satiri e pastori, ritirandosi le donne
alle spalle di questi; e dopo qualche
battimento, un satiro raspice Celia, e fugge)
CELIA Ah, pietà... Fileno mio...
Fileno... FILENO Deh scioglietemi... LINDORO Ah briccone! Afferra... TUTTI Oh dio! Ah che giorno! Oh
dio! (Gli altri satiri
sostengono la pugna)
AMARANTA, NERINA Che disgrazia! FILENO Che sciagura! PERRUCCHETTO Che rovina! MELIBEO Che sventura! LINDORO Ahi che giorno! MELIBEO Com’è stato! AMARANTA, NERINA Quando! LINDORO, MELIBEO Come! AMARANTA, NERINA Dove! PERRUCCHETTO Che! TUTTI Ah, che il duolo disperato par che ceda e venga meno; ma poi torna più spietato, e soffribile non è. (Il satiri vengono
finalmente dispersi ed inseguiti da’
pastori. Partono tutti)
ATTO SECONDO
Scena Prima
(Boschetto) Recitativo MELIBEO A me simile affronto! Amarante è pazza di
Perrucchetto! Ah più non sia di Diana il
ministro, se del conte io non fo la
rovina. Si... Basta, ho pensato.
(Entra Nerina)
NERINA E bene, di Fileno novella
avesti ancora? MELIBEO Io lo ritroverò. Ma se Lindoro non ti ama, e se tu stessa lo sprezzi e
lo detesti, ogn’arte usar dovresti acciò di te Fileno
s’innamori, e un di tuo sposo sia. NERINA (Fra sè) Non sa, ch’io l’amo. (Forte) Ma come? S’ei di Celia è innamorato
morto? MELIBEO Celia, ad altri, cred’io, donato ha il core. NERINA (Fra sè) Ah qual sorpresa! Io ti ringrazio, o amore. MELIBEO Devi lasciare alfin questa
fierezza, con cui tratti in amor. Sempre sdegnosa la più rara beltà diventa
odiosa. Aria Sappi, che la bellezza senza la gentilezza è un fonte senza l’onde, è un arbor senza fronde che pregio alcun non ha. E poi, e poi, capiscila: se nel tuo capo nevica, le guance se si aggrinzano, la bocca se si spopola, sarai qual mostro orribile, nessun ti guarderà. Dunque per tempo pensaci, che il merto d’una femmina svanesci coll’età. (Parte)
Recitativo NERINA Venga Fileno pur; vedranno
tutti, se saprò praticare tutta l’arte d’amor per
farmi amare. (Arrivano Fileno, indi
Celia e Lindoro)
FILENO (Si avvede di Celia, fra
sè) Che veggo! L’ingrata Celia. LINDORO (A Celia) Ma senti, che discorsi. FILENO (Fra sè) Che fo! Si... prender voglio una vendetta di quel core infido. CELIA (Fra sè) Di verderlo con lei più non
mi fido. NERINA Che pensi? Hai tu ribrezzo forse del
ghiaccio, onde il tuo core è cinto? FILENO Vincesti, amor: bella
Nerina, hai vinto. No, cara, più non posso
nascondere lo stral, che mi fu
in seno dagli occhi tuoi vibrato. CELIA (Fra sè) Numi, che sento!
LINDORO (A
Celia) Oh
adesso che dirai? FILENO (Fra sè) Freme l’infida. (Forte) De’ pensieri miei tu sei
l’unico oggetto; tu sei della mia fiamma il
bellissimo rogo. CELIA (Fra sè) Ah traditore! Muoio. NERINA Fileno, e non rammenti la
rigidezza mia? Dovrei sdegnarmi alla tua
fiamma stolta, ma saprò risentirmi
un’altra volta. FILENO Per pietà, deh, non sdegnarti, cara, con
me. Se du da’ strali ardenti de’ tuoi begli occhi questo
cor trafitto, non è degli occhi tuoi
forse il delitto? LINDORO (Fra sè) Che birbo. CELIA (Fra sè) Ah che la rabbia mi divora. FILENO (Fra sè) S’io peno, infido cor, pena
tu ancora. Aria
(A Nerina)
Se da’ begli occhi tuoi, nacque l’incendio mio, non ti sdegnar, se poi ardo, ben mio, per te. Allor che tu condanni del foco mio l’eccesso, del tuo potere istesso l’opra condanni in me. (Fra sè) Freme la perfida, si rode il core; provi quell’anima, che sia dolore; morir di spasimo sappia cos’è. (Parte)
Recitativo NERINA Già la fera è ne’ lacci. A Melibeo si voli adesso... LINDORO Evviva, evviva i sposi. NERINA Oh! Voi qui siete... CELIA Nerina, io che ti feci? Perchè, crudel, cosi mi
ucidi? NERINA Prendi il consiglio di
un’amica fedel; fuggi Fileno; scegli nuovo
amator, ch’abbia nel petto per te
un’alma men fiera. Parlo per il tuo bene; io
son sincera. Aria Volgi pure, ad altr’oggetto quel tuo mesto afflitto
core. So, ch’è
grande il tuo dolore, che sei
degna di pietà. Ma che
speri? In ogni petto non è sempre un’alma grata; non è sempre fortunata nell’amore una beltà. (Parte)
Scena Seconda
(Montuosa. Amaranta, Don Perrucchetto,
Melibeo, Lindoro e seguito di cacciatori
e cacciatrici)
CACCIATORI Più la belva nel bosco non
freme, più de’ veltri non s’ode il
latrar. Cosi,
Cintia, ogni core che geme più non s’oda fra noi
sospirar. MELIBEO Ecco, amici, le selve sacre a Diana, ove ciascun di voi in onor della dea deve
pugnar colle più forti belve. AMARANTA Vengo anch’io cacciatrice. PERRUCCHETTO Eh, che tu già, mia cara, facesti la tua caccia. Fu quell’occhio il tuo
pennuto strale, ed io fui, bella, il porco
tuo cinghiale. MELIBEO Qui non si fa all’amore,
padron mio. Al corno via dà fiato. (Si fa sentire il corno
da caccia)
TUTTI Alla caccia, alla caccia;
il segno è dato. (Vanno tutti sul monte,
e al suono di corni da caccia si vedono in
diverse parti contrastare i cacciatori colle belve;
e dopo qualche tempo vien Don Perrucchetto,
scappando da un orso. il quale viene ucciso
da’ cacciatori)
PERRUCCHETTO Misericordia... aiuto... Son vivo, e non lo credo. Amaranta contrasta con un
porco, e se l’è rotto il dardo! Anima mía, amor ti posso
dare, ma il pelliccione mio non
lo sperare. Salva... salva... (Monta su di arbore, ed
Amaranta vien fuggendo da un cignale)
AMARANTA Soccorso... ah chi mi aita? Ecco la fera... Oimè, son
morta. (Sviene)
FILENO (Entrando) In vita questa ti serbi
genrosa mano... Cada la belve esangue... (Uccide la fera) Allor chè oppresso, salvar si deve anche il
nemico istesso. (Si ritira. Vengono
Melibeo e Lindoro col seguito de’ cacciatori,
che portano sopra l’aste le feste, e sopra un
carro i busti delle fere uccise nella caccia)
Recitativo MELIBEO Al tempio, al tempio; e sain le prede esposte della dea sull’altare. LINDORO Un pranzo singolar vogliamo
fare. PERRUCCHETTO (Ad Amaranta) Ma questo poco io del tuo ciglio all’arco in voto appendo, o bella. MELIBEO Ma tu qual dritto hai sulla
morta fera? PERRUCCHETTO Quel che in essa mi diede il mio tremendo braccio. LINDORO Eh... signor conte, quando apparve il cignal, tu pur fuggisti? E sopra di quell’olomo, tu negarlo non puoi, che ti
salvasti. AMARANTA Perrucchetto? PERRUCCHETTO Oh che menzogna! Parlate
voi, montagne; parlate, o boschi; e tu svenata bestia, smentisci di costui
l’impertinenza e di’ la verità, se hai tu
coscienza. Aria
(Parlando col cignate
morto)
Di questo audace ferro al fiero lampo e fosco, di’, non
vedesti il bosco, la selva impallidir? Parla, svenato verro: chi ti mandò nell’Orco? Parla! Ma che birbante porco! Lo sa, né lo vuol dir. (Parlando col arbore, su
di cui si salvò) Tu almen, robusto cerro, parla del mio valore... Parla! Che cerro traditore! Finge di non sentir. Ma basta, il braccio mio si sa, si sa qual’è. L’incatenar leoni, l’ho come un tressette; a strangolar dragoni, io vado in pianellette. Non v’è animale bestiale più di me. (Il cignale si scuote in
terra, e Perrucchetto si
spaventa) Misericordia... aiuto... No, non temer, madama, che il braccio e la mia
lama son pronti qui per te. (Fugge via)
CACCIATORI Più la belva nel bosco non
freme, ecc. (Partono tutti, cantando
e danzando)
Scena Terza
(Orrida grotta.
Fileno solo)
Recitativo Accompagnato FILENO Bastano, bastano i pianti: assai, assai quest’antro risuonó de’ miei sospiri; è tempo di morir. Questo mio dardo l’esilio
sia del mio dolore acerbo. Fillide mi tradi; Fillide ingrata vuol la mia
morte, e l’abbia. (Vuol ferirsi col dardo
e poi si arresta) Ma prima del mio scempio in questo tronco la cagion
s’incida. Onde a’ posteri resti del caso mio qualche
nenoria almeno.
(Scrive nella corteccia
di un albero)
Per...
Fillide... infedel... mori,,,
Fileno.
Aria e Recitativo Accompagnato Recida il ferro istesso questa penosa vita, renda la mano ardita l’eccesso del dolor. Da tanti affanni oppresso, solo a morir m’affretto; di morte il fiero aspetto più non mi fa terror. (S’avvede che se gli è
spezzato il dardo) Ah! Mi si ruppe il dardo. E ben: da eccelsa rupe a
tante mie sventure termine imponga il
precipizio mio. Vado a morir. Barbara Fille, adio. (Va via con forte
disperazione. Entra Celia)
Recitativo CELIA (Vendendo il dardo
rotto, lasciato da Fileno) Eterni dei! Qual dardo è questo? Quai note or ora incise nella corteccia di quel
tronco io veggio! Si legga...
Recitativo Accompagnato Ah come il core mi palpita
nel seno! “Per...
Fillide... infedel... mori...
Fileno.” Onnipotenti numi! Che lessi? Ah mia tiranna inumana
pietà, tu per salvarlo fosti
l’empia cagion della sua morte... Crudelissima legge...
ingrata sorte! Ohimè! Di fosco velo si copre il giorno! Io gelo... il piè vacilla... oh dio! Ombra dell’idol mio, fra i mirti degli Elisi il nostro amor si eternerà
fra poco. Teco sarò... Che sento! Ah tu sdegnosa, dal margine
di Lete mi rispondi, tra sospiri
funesti: fuggi, fuggi, infida, da
me; tu m’uccidesti.
Aria Ombra del caro bene ah non chiamarmi infida. Fida ti amai, e fida verrò fra l’ombre ancor. Tiranna a te mi rese la mia pietà fedele; mi rese a te crudele un infelice amor. (Entra nel fondo della
spelonca. Entrano Melibeo e
Nerina)
Recitativo MELIBEO (Fra sè) Si, Celia e Perrucchetto
distruggere conviene. NERINA Ma tu, che pensi? MELIBEO Penso, che di Fileno tu
sarai, che io di Amaranta sarò... Ma viene il conte... Mandalo in quella grotta, ove ho veduta Celia
poc’anzi entrar. NERINA Ma perchè questo? MELIBEO Fa quel ch’io dico, e non
pensare al resto. (Parte, poi rientra con
seguito di pastori, due de’ quali portano due
canestre con due veste bianche
e due ghirlande di fiori) Olà pastori, custodite l’imbocco di
quell’antro, ne persona vi sia, che
ardisca uscirne. (I pastori si mettono
sulla bocca dell’antro. Viene Amaranta, e poi
Lindoro)
AMARANTA Deh chi dà novella del
conte mio? LINDORO Due pastori m’han detto, che di qua poco lontano stava adesso il contino in compagnia di Celia, e che costoro, dagli altri
separati, facevano all’amor da
disperati. AMARANTA Ah Celia indegna!
Ah conte scellerato! Oh
smanie! Oh affano! Oh pene! Ah
Melibeo... MELIBEO Taci, Amaranta, adesso altre cure ricerca il ministero mio. La dea sdegnata le due vittime chiese. Olà, Lindoro, e voi
pastori, andate ed in candida veste quell’infelice coppia a me
guidate. (Parte de’ pastori con
Lindoro vanno nell’antro, e parte resta
sull’ingresso. Lindoro rivien dall’antro sbigottito e
disperandosi)
LINDORO Oh che caso! Oh che strage! Oh che rovina! Ah sorella... AMARANTA Cos’ hai? LINDORO Ho veduto là dentro... MELIBEO Chi? Parla! AMARANTA Rispondi, maledetto... Chi
ci è là dentro? LINDORO Celia, e Perrucchetto. AMARANTA Il conte e Celia? MELIBEO Oh tradimento enorme! Oh coppia malaccorta! AMARANTA Il conte e Celia! Empio destin! Son morta... (Cade tramortita sopra
un sasso)
MELIBEO (Fra sè) Quel suo dolor principia a
vendicarmi.
Recitativo Accompagnato AMARANTA Barbaro conte... è questa
la mercè, che tu rendi... Ah che l’affano non mi
lascia parlar! ... questa mercede all’amor
mio... Ah che mi cade in seno sciolto in lagrime il cor! ... questa... crudele... Vorrei parlare, oh dio, ne mi lascia parlare il
pianto mio. Aria
Dell’amor mio fedele è questa la mercè! Come potesti, ingrato, cosi mancar di fè? No, non s’intese mai caso del mio peggior... Ah che il dolor mi uccide, mi si divide il cor. Freme quest’alma in petto, di vendicarsi aspira; e pur fra l’odio e l’ira pietà risponde amor. (Parte)
Recitativo NERINA Ah temo, il tuo periglio... MELIBEO Prudenza da te chiedo, e
non consiglio. (Viene Fileno)
FILENO Melibeo, dov’è Celia? MELIBEO Celia... oh dio! Di chi tu
chiedi! Ah poveretta! Addio! (Entra nell’antro)
FILENO Qual risposta! Io tremo
tutto... Nerina, Celia dov’è? NERINA (Fra sè) Che mai dirò? FILENO Rispondi. NERINA (Fra sè) Ah rimorso crudel, tu mi
confondi. FILENO Qual silenzio! Ah qual
funesto Nero preludio di sventure è
questo! Quel silenzio e quelli
pianti! Son quei torbidi sembianti un presagio di future nuove barbare sventure, che mi fanno palpitar. NERINA Son vicina al mio pastore, ne brillar mi sento il
core; ma pensando al tradimento, infelice, in sen mi sento dal rimorso lacerar! LINDORO Son confuso, son stordito, spasimato, intimorito, e non posso più parlar! FILENO Deh favella... NERINA Oh dio, che affano! FILENO Ma rispondi... LINDORO Or mi scanno. NERINA, FILENO, LINDORO Ah qual giorno è questo
mai! Che terrible penar! Empia sorte! Tanti guai chi potrebbe sopportar! (Entra Amaranta
affannata)
AMARANTA Si vada... si soccorra l’amato mio nemico... Ah cara ninfa... ah caro
amico, si salvi il traditor. Io sento ancor nel petto, che chiede Perrucchetto pietà da questo cor.
NERINA Come?
FILENO Che dir
volette? LINDORO Ma pria salvar dovette la cara Celia mia; sarebbe tirannia usar con lei rigor.
FILENO Come?
Che fu? Che hai
detto? AMARANTA Salvate Perrucchetto... LINDORO Oibò, salvate quella... FILENO Io mi confondo, oh dio! Che fu dell’idol mio? Parlate per pietà! NERINA Fu Celia... Ahi duolo atroce! AMARANTA Fu il conte... Ahi non ho voce! FILENO Cieli, che mai sarà! NERINA Già vengono i pastori; le vittime son qua. AMARANTA, NERINA
FILENO, LINDORO Avete, o stelle perfide, più strali in questo di? (Dopo brieve suono di
fiebili istromenti vien Melibeo, che precede
Celia e Perrucchetto vestiti di bianco e
coronati di fiori)
MELIBEO Queste due vittime, casta
Diana, che fide ardevano di
occulto amor, ti offre la misera gente Cumana fra le sue lagrime e il suo
dolor. AMARANTA, NERINA
FILENO, LINDORO Ah qual terribile, funesto
oggetto! Tremante e gelido ho il cor
nel petto! Il sangue arrestasi, d’affanno sentomi, oh dio, mancar. CELIA Perfido cielo ingrato! Empio destin, tiranno! Vittima d’un inganno dunque morir dovrò? PERRUCCHETTO Cospetto! Un titolato, un conte, un signoraccio, vestito da pagliaccio, al mostro si danno? MELIBEO Ma Cintia cosi brama. PERRUCCHETTO Mi scusi questa dama, mi scusi chicchesia: voglio la pelle mia salvare se si può. CELIA Ah mio Fileno... FILENO Taci. PERRUCCHETTO Madama mia... AMARANTA T’accheta. CELIA Sono innocente, oh dio! PERRUCCHETTO Un agnellin son io. AMARANTA, FILENO E pretendete audaci di lusingarci ancor? TUTTI Ah che dal mio tormento sento spezzarmi il cor. MELIBEO Via su, si vada al tempio. NERINA Senti... MELIBEO Più non t’ascolto. LINDORO Messere... MELIBEO Olà, silenzio. NERINA Ma senti... LINDORO Io già mi moro.
MELIBEO Non v’è
più per costoro soccorso né pietà. NERINA, LINDORO Il mio crudel martoro sempre maggior si fa. CELIA Dunque morir degg’io! Pietà, Fileno mio. PERRUCCHETTO Dunque la mia bellezza, che tutto il mondo
apprezza, in fumo sen’andrà? AMARANTA, NERINA, FILENO LINDORO, MELIBEO Delira il meschinello, è pazzo in verità. (I pastori circondano
Celia e Perrucchetto per condurli via)
MELIBEO Via si vada, ché la dea il tributo aspetta già. CELIA, PERRUCCHETTO Empie stelle, chi credea in voi tanta crudeltà! AMARANTA, FILENO Cosi il ciel premiar dovea tanta nera infedeltà. NERINA (Fra sè) Ah ch’io son quell’alma
rea, che punire il ciel dovrà. NERINA, LINDORO (Fra sè) Ah se perdo l’idol mio, mai più il cor avrà. TUTTI Che caso barbaro e
inaspettato! Minaccia fulmini il cielo
irato! Da fieri,
palpiti, da smanie orribili sento
dividersi in petto il cor! I venti
fremono; i tuoni stridono, chi può
resistere a tant’orror?
ATTO
TERZO
Scena Prima
(Atrio) (Celia in veste blanca
tra’ pastori e poi Fileno) Recitativo FILENO Fillide, oh dio! Si eviti teribile
incontro... CELIA Ah ferma, idolo mio,
adorato Fileno... FILENO E ardisci ancora di
macchiar col tuo labbro il nome mio? Che vuoi dirmi, infedel? CELIA Amami, o caro, o lascia pur
ch’io mora. DUETTO
CELIA Ah se tu vuoi, ch’io viva, caro mio dolce amore, rendimi il tuo bel core, o lasciami morir. FILENO Taci, tiranna, e vivi senza sperar affetto; vivi per tuo dispetto, vivi per tuo martir. CELIA Odi... FILENO Non più t’ascoltto... CELIA Ferma...
FILENO Che
affanno, oh dio! CELIA, FILENO Ah cha mancar mi sento; mi uccide già il dolor. Tormento più del mio, pene più disperate, ditemi, o voi che amate, ditemi, che mai provò sinor. (Partono per diversi
strade. Entrano Perrucchetto, in veste
bianca, accompagnato da’ pastori,
e Melibeo)
Recitativo MELIBEO Pastori, in sulla sponda del noto lago si conduca questa vittima
sventurata, ove l’attende con denti
neri a bocca aperta il mostro. PERRUCCHETTO Cattera! A bocca aperta! No, no... torniamo indietro... MELIBEO Non si può, che la dea vuol
la tua morte. Avanti. PERRUCCHETTO Ma la signora Diana, non vuol
fedeli amanti in sagrificio? MELIBEO Appunto. PERRUCCHETTO Ed io fedele colle donne non sono stato mai. Trorniamo indietro... MELIBEO Ah troppo questa tua
ripugnanza offende il nume. Olà, pastori, al tempio si strascini
costui. PERRUCCHETTO Piano... aspettate...
Bell’Amaranta... (Vengono Amaranta, indi
Lindoro)
AMARANTA Amici, olà, fermate. Diana non fu, che il sagrificio chieses
di Perrucchetto. Amore fece mentir costui: la gelosia parlo ne’ labbri
suoi, non già la dea. MELIBEO Oh menzogna, oh calunnia! Oh donna rea! E per salvar l’amante cosi la mia riputazione
oltraggi? (I pastori s’affollano
intorno a Perrucchetto e lo strascinano via)
PERRUCCHETTO Misericordia... AMARANTA, LINDORO
PERRUCCHETTO Ah, Melibeo... MELIBEO Al mostro. Per lui non v’ha
perdono. AMARANTA Ah conte... Ah Melibeo... Perduta io
sono!
(Lo siegue disperata)
Scena Seconda
(Campagna con
lago in prospetto. Amaranta,
Perrucchetto e Celia fra’ pastori, Lindoro e Melibeo. I
pastori conducono verso il lago Celia e
Perrucchetto, ed il cielo s’oscura. Comparisce il mostro
nel lago. Viene Fileno)
FILENO Amici, si sospenda
l’orribil sagrificio. Udite. All’orca se
volontAria
un’alma si presenta, pace Cuma avrà. La dea sdegnata
nell’oracolo suo cosi favella. Or la vittima à pronta; ed
io son quella. (Corre per gittarsi al
mostro, che da un improvviso fulmine colpito, si
trasforma in un vago grottesco, ove siede Diana con un
aureo core in mano, corteggiata da suoi
geni. Trasformasi pure nel medesimo tempo la scena
tutta in magnifico tempio dedicato alla
dea)
Recitativo Accompagnato
MELIBEO Misero me! (Fugge)
TUTTI Che vedo! DIANA Pace, Cumani, pace. L’oracolo è adempito, e questo è il core dalla
ninfa sagrilega già tolto al simulacro mio. A voi lo rendo. La generosa offerta di
Fileno a placarni bastò. Della sua frode punito è
Melibeo: de’ strali miei cadde
trafitto. Ora per voi si cangi in quella d’Imeneo dell’ira
mia la face. Pace, Cumani, pace. Sia del conte Amaranta. (A Celia e Fileno) In voi baleni di nuovo il
primo ardore, onde col suo pastore dell’innocente ninfa si rara fedeltà premiata
sia. Non più tema, o Cumani; l’antica pace in voi faccia
ritorno. TUTTI Oh dea clemente! Oh fortunato giorno! NINFE, PASTORI Quanto più diletta e piace, quanto cara è quella gioia, preceduta dalla noia d’un incomodo dolor. TUTTI Oh dea clemente! Oh fortunato giorno! Ecc.
|
ACTO PRIMERO
Escena Primera
(Bosque sagrado
de Diana. Gran templo con el ara en el centro. En
los laterales, otros pequeños altares
adornados con flores, sobre los que arden los
fuegos sagrados. En uno de los lados, gran pieza de
mármol en la que está escrito el oráculo)
PASTORES
¡Bella diosa
resplandeciente del cielo, casta diosa, no
más rigor! ¡Que nuestra paz te
ofrezca el gozo de nuestro corazón! NERINA, LINDORO, MELIBEO Que tu luz viva y pura nunca se vea oscurecida por
una nube; y que en las fuentes, a las
que tú acudes, no falte nunca el agua fresca. TODOS ¡Bella diosa
resplandeciente del cielo, casta diosa, no
más rigor! Recitativo Acompañado
MELIBEO
¡Callad, callad! Aquí acude Amaranta,
ricamente vestida, que viene a ofrecer sus dones a la diosa triforme. (Entra Amaranta,
noblemente vestida, con dos tórtolas en un
cesto) ¡Ven, ven, bella Amaranta
y añade tus votos a los míos! (Para sí) Y pensar que siempre
serás
tú mi ídolo. AMARANTA ¡Acepta, acepta, oh Diana,
estas bellas e inocentes tórtolas! Son un simple reflejo de mi deseo puro y honesto, de mi sinceridad. Mi corazón a veces se
complace en hacer el amor; la verdad es
que no lo niego, pero lo mío no es malicia,
sino más bien piedad. TODOS Bella diosa, etc. Recitativo
MELIBEO
¡Ya basta!
Ninfas, pastores, los sacrificios han
concluido.
Marchad y preparaos para dedicar a
la diosa vuestra caza anual. (Parten las ninfas y los
pastores)
AMARANTA
Venerable Melibeo, ya es hora que
yo
conozca el motivo de
los males
por los que buscamos
la piedad de la diosa. NERINA ¿Cómo? ¿No sabes nada? AMARANTA Lo ignoro todo. MELIBEO
Lee en aquel
mármol y después contén tu llanto, si es que puedes
contenerlo. AMARANTA (Lee) “Cada año el monstruo
exige una pareja de amantes. Pero, si en
lugar de ellos, un alma se expone voluntariamente
a la muerte,
gozaréis de la paz
y habrán acabado
vuestros lamentos”. ¡Me hiela el horror! Pero ¿de qué monstruo nos
habla? MELIBEO Te lo diré. Ya por diez veces en el
lago vecino ha aparecido una fiera
despiadada exigiendo el
tributo de ninfas y pastores que fueran, entre nosotros,
los más fieles amantes. Y hoy es el día en que,
de acuerdo con su
costumbre, el infame monstruo espera a
sus dos víctimas. AMARANTA ¡Caramba!
El hacer el
amor aquí es una cosa muy seria. MELIBEO No
debes temer, ídolo mío; los ministros del templo están exentos de la
fatal ley. AMARANTA Si es así, respiro. (Para sí) ¡Pero qué bobo es! MELIBEO Entonces, ¿me adoras? AMARANTA ¿Adorarte? Me mataría por ti, querido
Melibeo. MELIBEO ¡Potentísimo amor, te doy
las gracias! AMARANTA (Para sí) Tú quieres chanza y te la estoy sirviendo. NERINA (A Lindoro) ¿Por qué no me hablas? LINDORO Porque no quiero. NERINA
Mas bien dime
ingrato, pérfido y desgraciado, que ardes de amor por Celia
y por eso me desprecias. Pero si llego a saber... LINDORO ¿Qué diablos ocurre? MELIBEO ¿Qué pasa? AMARANTA ¿Qué ha ocurrido? NERINA Bien sabes que he sido
vilmente traicionada por el infiel Lindoro que,
enamorado de Celia, ya no se ocupa de mí.
Pero si tú lo apoyas, si me enciende el desdén, veréis un día que es vano intentar
escapar de mi ira. (Parte)
AMARANTA Melibeo, a pesar
de que es una impertinente, deso que Celia se
case con mi hermano. LINDORO Dices bien, Amaranta. Me gusta y será mi esposa.
Aria
Ya me parece percibir el estruendo de la música. Se acercan alegremente... ¡Oh, qué júbilo!
¡Qué
diversión! Las ninfas y los pastores. Me imagino ver a mi inocente esposa dándome su mano como dulce prenda de
amor. ¡Oh, qué día afortunado! ¡Oh, qué día de contento! Siento en el pecho saltar
el corazón por tanta alegría. (Parte)
Recitativo
MELIBEO A la par que tu hermano también estaré contento de ser cierto que un día
podré casarme contigo. AMARANTA ¿Todavía dudas de mi
fidelidad, de mi amor? MELIBEO De ti me fío, no voy a
desdeñarte. AMARANTA Puedes confiar en mí,
cuenta conmigo. Aria y
Recitativo Acompañado
Por ti enciende
en mi pecho
un dulce fuego el amor. Querido, no debes dudar de mi constante afecto,
de mi constante amor. Querido, no debes dudar. Cual tórtola fiel... ¡Pero qué ruido es ese! ¡Qué voces! MELIBEO ¿Qué será? El corazón tiembla en mi
pecho. (Entra Perrucchetto)
Aria
PERRUCCHETTO ¡Salvación, ayuda! Pero
despacio,
despacio... ¿Qué ocurrió? Lo diré... Aquí me asaltaron los
ladrones... No oigo voces... no oigo
alientos... Me defendieron de ellos... Me ha entrado un temor tal que ni siquiera sé si estoy
vivo. Por piedad, ¿quién me
ayuda? Por piedad, por piedad,
vacilo... Ya me desmayo... ¡Ah! Que en mala hora me
den tinto, blanco, vino de Chipre... vino del
Rin, sea de Canarias o sea, al
menos, una frasca de Burdeos.
Recitativo
MELIBEO Señor, para confortaros puedo ofreceros un sorbo de
agua fresca. PERRUCCHETTO ¡Qué bárbaro país! (Viendo a Amaranta) ¡Pero qué veo! Es un trozo de cielo caído en tierra. ¡Oh,
querida! ¡Oh, hermosa! ¡Oh, amable concha de la marisma eritrea! Démonos la mano... AMARANTA Poco a poco. Dejad primero,
señor mío, que conozca vuestra
condición, con el fin que podamos
tratar tranquilamente un acuerdo
entre ambos. PERRUCCHETTO Yo soy, querida, el conde
Perrucchetto que, poseído de un espíritu
vagabundo, voy de un lado a otro del planeta. AMARANTA (Hace una reverencia) ¡Conde, me abrumáis!
PERRUCCHETTO (Se inclina) Me inclino ante vos. Pero... ¡Ay de mí, ayuda! AMARANTA ¿Qué ocurre? PERRUCCHETTO (Retirándose hacia
atrás, asustado) Huyo de los ladrones para caer en manos de
asesinos. MELIBEO
¿Asesinos? PERRUCCHETTO ¡Asesinos! AMARANTA Pero
¿quiénes son? PERRUCCHETTO ¡Dioses! Mis asesinos son tus ojos. MELIBEO (Para sí) ¡Quién pudiera
despedazarlo! (A Perrucchetto)
Señor mío, han huido los ladrones. Podéis continuar con
vuestro viaje... PERRUCCHETTO ¿Partir de aquí? MELIBEO Pero querido señor, aquí no hay albergue para
vos. PERRUCCHETTO
Probemos en tu casa. MELIBEO (Para sí) ¡Pobre de mí! (A Perrucchetto) Pero en mi casa hay
señoras... PERRUCCHETTO Mejor. AMARANTA Ya verá el conde de lo que
soy capaz. MELIBEO (Para sí) Vamos de mal en peor. Si este va a casa de
Amaranta, me matarán los celos. (En voz alta) El señor conde puede venir
conmigo, ya que no rehúso el
desmedido honor. (Para sí) Maldito sea el que te ha
traído aquí. Aria Dígame, señor mío,
¿ha visto alguna vez en el prado a dos toros enamorados agredirse por celos? Con sus potentes cuernos se atacan por todos lados; y con sus mugidos, hacen resonar los bosques. ¿Comprende, señor mío? ¿Ha cogido mi idea? La herida
de amor... los celos... el empeño... ¡Basta!
Cuando uno odia, sólo el demonio sabe de lo que
es capaz de hacer. Recitativo
PERRUCCHETTO
(Para sí) ¡Por Baco! Este pobre
imbécil está enamorado y, además,
celoso. AMARANTA ¿En qué pensáis, conde? PERRUCCHETTO En ti, querida mía. AMARANTA Demasiada gentileza,
demasiados favores para que yo los pueda
tolerar. PERRUCCHETTO Hermosa mía, vamos a
pasear. AMARANTA Estoy dispuesta:
vayamos
donde os plazca. PERRUCCHETTO ¡Ah, ah! Que este suspiro mío nos
abra el camino. (Don Perrucchetto le da
la mano y parten)
Escena Segunda
(Un
jardín. Fileno,
avanza a paso lento)
Aria
FILENO ¿Dónde, oh dioses, podré
poner mis pies si infeliz y desventurado, me acecha la muerte por
doquier y sólo me conduce por el
mal sendero? ¡Ah! En vano invoco a
aquella que de amor hirió mi pecho. ¡Justos dioses! Si al menos pudiese eliminarla de mi
pensamiento. Recitativo
¿Quién ha sufrido en su
alma un tormento igual al mío? Lejos de Fillide, ¡oh, dioses! no encuentro reposo y a cada instante se acrecienta mi pena, pues cada pena me hace recordar el bien
perdido. (Entra Nerina)
NERINA (Observándolo atentamente,
para sí) ¡Qué joven tan agradable y
agraciado! FILENO (Para sí) ¿Qué ninfa es esta?
¡Cómo me mira! NERINA (Para sí) Y además es gracioso. FILENO Te saludo, bella ninfa
gentil. NERINA Te saludo. Pero si está permitido
preguntarlo, ¿por qué rondas melancólico por este horrendo
paraje? FILENO Busco desesperado una mano piadosa que me
mate. NERINA ¡Qué dices! ¿Desesperado? Dime, al menos, el motivo. FILENO Nací en la Arcadia y en aquellos parajes amante fui de una hermosa
ninfa... NERINA ¿El nombre de la ninfa? FILENO Fillide. Concertadas estaban las
nupcias y sólo faltaba el ritual. ¡Dioses! Una serpiente
venenosa la mordió en una mano, cayó y murió. NERINA También yo sufro de amor,
más de lo que imaginas. FILENO Pero
¿por qué? NERINA Ahora escúchame tú. Yo
estaba enamorada de Lindoro, que me correspondía. Ya habíamos consumado el
matrimonio. Pero, de pronto, se enamoró de
una ninfa llamada Celia, menos hermosa que yo. En un momento dado, inflamado por ella con
nuevo ardor, me abandonó como un
traidor. FILENO Tu caso me enternece tanto que, de poder, desearía
ayudarte. NERINA Puedes hacerlo,
puesto que te muestras
compasivo. FILENO Pero ¿qué puedo hacer por
ti? NERINA Habla con Celia y dile, al menos, que
estoy ofendida. FILENO Así lo haré. NERINA Te lo agradezco de corazón.
Aria
El amor es, por naturaleza,
despiadado y cruel, que suele atormentar al alma más fiel. Mujeres, no os fiéis,
puesto que es mejor la duda. Al igual que yo podéis ser engañadas un
día. ¡Ah, no! Sin amor todo languidece y gime. ¡Ah, no! Queridas mujeres, para nada vale la duda. Suframos sus rigores y no perdamos la esperanza,
puesto que el amor sabe
compensar las penas con los placeres. (Parten)
Escena Tercera
(Bosquecillo. Celia cuidando las ovejas)
Aria
CELIA Plácidos arroyuelos, floridos campos amigos, cerros despejados, valles umbríos y
melancólicos, decidme si visteis alguna
vez un corazón atormentado más desventurado que el
mío. Recitativo ¡Mísera Fillide! ¿Cuándo, cuándo terminarán tus
quejas? Querido Fileno, ¿puedes dejarme entre tanto
dolor? ¡Ven! Pero, ¡oh, dioses! si tú me crees muerta ¿cómo puedo saber si vives
tú, ídolo mío? Pero necesito pedir a mis pobres ojos que dejen de llorar durante
algún tiempo. (Se adormece de
forma que su rostro queda encubierto. Entran
Nerina y Fileno por un lado y, poco después, Lindoro
del opuesto)
NERINA ¡Mirad! ¿Quién duerme?
Es Celia. Avanzad... pero no... Lindoro viene por aquella
parte. ¡Ah, no me engaño! Esto es
una cita. Te dejo, Fileno mío, tú te
encargas. FILENO Puedes irte. Deja que yo me
ocupe. NERINA Estoy segura, Fileno, de la
bondad de tu corazón. (Parte)
LINDORO ¡Qué veo, Celia aquí! Es ella, ciertamente.
Afortunado de mí. ¡Oh, ven querida!... ¡Ven... acude a
mis
brazos!... (Acude emocionado hacia
Celia pero Fileno lo empuja hacia
atrás) (Para sí) Pero
¿qué quiere este?
¡Cómo me mira! ¡Parece un basilisco!
¿Quién será? FILENO ¿Qué quieres? LINDORO ¿Yo? Nada. FILENO Entonces, márchate pronto
de aquí. ¡Vete, rápido! LINDORO Presto estoy para obedecer
a vuestra señoría.
(Parte)
FILENO ¿Y si ahora le hablara? ¿Por qué mi corazón palpita
de tal modo dentro de mi pecho? CELIA (Soñando)
¡Ven, Fileno! FILENO ¡Fileno! ¿Cómo mi nombre brota de sus labios? CELIA (Como antes)
¡Soy tuya! FILENO Despierta, pastorcilla... CELIA ¡Ah! ¿Quién me llama?
¿Quién
es? ¡Qué veo! FILENO ¡Dioses eternos, qué veo! CELIA ¿Fileno? FILENO ¡Fillide mía!
CELIA ¿Sueño? FILENO
¿Deliro? ¡Estás viva! CELIA ¿Y tú? ¿Cómo? FILENO Ahora que te contemplo ya no sé si estoy vivo o si deliro. (Entran Melibeo y
Lindoro y se quedan en un aparte)
LINDORO (A Melibeo, en voz baja) Mira estos bergantes. ¿Qué te parece? MELIBEO (A Lindoro, en voz baja) Escuchemos lo que dicen. FILENO ¡No hables! Dime solamente
si eres mía. CELIA Yo soy... (Advierte la presencia
de Melibeo y Lindoro, que escuchaban
apartados) (Para sí) ¡Ay de mí! ¡Nos están
escuchando! Y si Melibeo se da cuenta de la fidelidad de nuestro
amor, hoy seremos víctimas del
monstruo. FILENO ¡Habla, ídolo mío! Dime, ¿mantuviste fiel tu
corazón? CELIA ¡Ah, calla! No me hables de
amor. FILENO ¡Cómo! ¿Así has cambiado
para mí? CELIA ¡Déjame, por piedad! (Para sí) ¡Qué pena,
oh dioses! FILENO ¡Ah, sí! Comprendo
plenamente que he sido traicionado. CELIA (Para sí) ¡Y no puedo hablar!
¡Númenes, qué pena! FILENO Pero no creas, ingrata, que
llegará a triunfar tu negro delito.
Sabré, con este puñal, arrebatarte el placer de mi
dolor. Mira, cruel, cómo me
traspaso el corazón. (Quiere herirse y Celia lo impide)
CELIA ¡Detente, no te hieras! FILENO ¡Déjame! CELIA ¡Socorro!
¡Acudid, pastores! ¡Ah, Melibeo! (Entran Amaranta y Don
Perrucchetto)
AMARANTA ¿Qué ocurre? ¿Qué son
estas voces? PERRUCCHETTO
¡Atrás todos! O voy a armar
una que se derrumbará un
mausoleo de Egipto. CELIA
¡Dame el puñal! FILENO (Dejando
el puñal a sus pies) Aquí lo tienes. Dáselo a
cualquiera. A mí me basta con morir. CELIA (Para sí)
Cruel cielo, ¿aún no te
has saciado? MELIBEO (Para sí) ¡Caramba! Me parece que
estos dos le están preparando la cena
al monstruo. (En voz alta)
Entonces vosotros, por lo que veo, os amáis hasta la
locura? CELIA (Para sí)
¡Ahí está el peligro! MELIBEO (A Fileno)
¡Cállate! (A Celia) Habla: ¿os queréis? AMARANTA ¡Di! ¿Lo conoces? CELIA No lo había visto en mi
vida. FILENO ¡Ah, cruel! ¿Puedes hablar
así? ¿Podrías jurarlo, pérfida, ante los dioses? Mírame una vez más... CELIA No sé quién es. FILENO ¡Oh, furias! ¡Oh, desvaríos!
¡Oh, rabia! MELIBEO Está totalmente loco. AMARANTA Loco de atar. FILENO ¿Yo loco? ¡Ay, dioses! ¿Quién
experimentó un martirio
igual al mío? Aria
¡Míseros afectos míos! ¡Pobre fidelidad! ¡Así me engaña, dioses, mi tesoro bienamado! ¡Ah! Muero de angustia sin hallar compasión. Pero tiembla, tirana; teme, corazón cruel. La ira del cielo ayudará a vengarme. ¡Míseros afectos míos! etc. (Parte desesperado)
Recitativo
AMARANTA Se ha ido. LINDORO Buen viaje. CELIA (Para sí) ¡Pobre Fileno mío! ¡Y yo,
tirana! ¡Ah! Si reflexionase para no ser presa de su
furia. MELIBEO ¿Por dónde quieres que
vayamos, Celia? CELIA Por donde me conduzca mi
destino cruel. (Parte seguida de
Fileno)
LINDORO Poco a poco...
escuchemos... ¿Dónde írán? (Les sigue)
PERRUCCHETTO ¡Espera, hermosa ninfa! (Parte)
AMARANTA ¡Por todos los cielos!
Hacerme esta afrenta. Quiero venganza. El conde... PERRUCCHETTO (Entrando de nuevo) ¿Qué ocurre? Estaba
siguiendo al de antes... AMARANTA ¡Apártate de mi vista,
inmunda arpía! Aria
Es en vano...
¡márchate...
traidor! Te detesto, te aborrezco, seré para ti un basilisco, una furia seré para ti.
(Para sí)
Pero no encuentro
en mí aquel corazón que desearía
hallar.
(En voz alta)
¡Cállate, vete, no quiero
escucharte! Eres un pérfido, un
mentiroso y yo una furia para ti. (Para sí) ¡Ah! El ingrato todavía me
gusta; me ha burlado, me ha
traicionado pero herida de amor, no veo remedio para mí. (Parte y la sigue el
conde Perrucchetto)
Escena Cuarta
(Bosque umbrío.
Entran Celia y Melibeo)
Recitativo
MELIBEO No quiero llantos: o te casas con Lindoro o te mandaré con
ese
loco tuyo a la boca del monstruo. Así lo ordeno. Adiós. (Parte)
CELIA ¡Desgraciada de mí, qué
leyes! Si Fileno me pierde, morirá de
angustia. ¡Ay, cuánta angustia! NERINA (Entra, para sí) Aquí está
mi rival. Escuchemos un poco lo que
va a decir. CELIA ¡Ah! La querida pastorcilla, busca a Fileno. NERINA ¿El pastor forastero? CELIA Exacto. Hay que decirle que
escape de este bosque cruel. NERINA ¿Por qué? CELIA Melibeo quiere que me case con el hermano de Amaranta o condenarme al monstruo
junto con Fileno. NERINA ¿Sientes por él algo en tu
pecho? CELIA ¡Ah! Sólo te pido una cosa:
salva a Fileno. Aria
¡Dioses! Socorred a una
infeliz para que deje de inquirir. No es lícito poner de
manifiesto el motivo de mi pena. Si queda piedad en tu pecho para mi bárbaro dolor, sólo tú puedes dar consuelo a este afligido y
apesadumbrado corazón. ¡Ve, querida! ¡Ah, no,
detente! Pero, ¿qué voz interior
escucho que con débil lamento viene a lacerar mi alma?
¡Cruel amor! ¡Destino
tirano! De las penas y de los
afanes comienzo a dudar. (Parte) (Entra Don Perrucchetto)
NERINA (Para sí) Está completamente loca. PERRUCCHETTO Querida muchacha, ¿sabes
que me gustas? NERINA Dejaos de bromear, que me apremia hablar con
Fileno. PERRUCCHETTO Te prometo que lo verás muy
pronto. Pero antes de marcharte
conviene que sepas que te amo tal como Orfeo amó a la bella Eurídice; que
serás más feliz
con tu campeón de lo que Dido lo fue con
el jefe de los troyanos y
rey de los moros. NERINA ¡Ja, ja!
Aria
PERRUCCHETTO Con un fuego amoroso encendiste mi corazón y las llamas, poco a poco, van creciendo ya. Amable Eurídice, graciosa Dido, tened piedad de un infeliz que está delirando. Si no
os apiadáis de mis ardientes suspiros, tu amante va a caer incinerado de amor. Amable Eurídice, graciosa Dido... (Dándose cuenta de la
presencia de Amaranta, mientras
Nerina parte) (Para sí) ¡Demonios, vaya lío! (En voz alta) Quiero decir... señora...
escúchame... con esta mujer... no... no
quiero... se lo voy a contar todo... Es algo terrible, amable señora, ciertamente es insufrible. Tu manera de proceder tiene un nombre: ofender mi inalterable fidelidad. (Parte)
Recitativo
AMARANTA ¡Se menosprecia en exceso! ¡Maldita sea mi
debilidad! MELIBEO (Entrando) Bellísima Amaranta... LINDORO (Entrando por el lado
opuesto) Querida hermana... AMARANTA Yo, que gloriosa vi
rendidos de amor arrodillarse ante mis pies
duques y soberanos tengo que verme en tal
estado... ¡qué rabia! Una mujer como yo no puede soportar esta traición,
semejante afrenta. Mares y montes, montes y
mares se derrumbarán a mis pies. MELIBEO Pero, aquel conde,
¿qué
pretende? LINDORO Dime, al menos, lo que te
ha hecho. AMARANTA ¡Ah! Va aumentando mi
cólera. MELIBEO Por fin habla. LINDORO
¿Habla de una vez? AMARANTA
¡Dejadme en buena hora, que estoy fuera de mí! LINDORO, MELIBEO De verdad, la compadezco.
Tanta ira ¿por qué? AMARANTA ¿Dónde está Celia? MELIBEO Enseguida viene. AMARANTA ¿Hablaste con ella? MELIBEO Sí, amor mío. AMARANTA ¿Se humilló? MELIBEO Se humillará. LINDORO (Viéndola acercarse) ¡Callad, callad, aquí está! AMARANTA ¡Que venga, que venga! (A Melibeo) Vete rápido (A Lindoro) Yo me escondo para espiar. Tú quédate aquí, hermano
mío, con tu bien en libertad. (A Melibeo) Si para él logras al mano
de aquella la mía será para ti. MELIBEO (A Lindoro) Si no cede tu preferida de verdad que la degüello. LINDORO
¿Estrangularla? ¡Pobrecilla! Sería una crueldad
excesiva. AMARANTA No puedo soportar
estas traiciones, tanta
afrenta. (Amaranta se retira a un
rincón. Melibeo parte. Queda Lindoro y de
pronto aparece Celia)
CELIA ¡Ah, corazón, no palpites tanto en mi pecho! El cielo se ocupará de cuidar a mi Fileno. LINDORO Coge, amor mío, la mano de tu futuro esposo;
pues el hado... no... el
destino, la suerte lo han querido
así. CELIA ¿Tanto ardor sientes
todavía? LINDORO Seré feliz casándome
contigo antes de que el día
decline. CELIA Te contesto, alma vil: estás esperando en vano. Para ti, feo campesino, (le da una bofetada) la suerte así lo ha
querido. (Parte)
LINDORO Amor, con su dardo me ha herido en el rostro. (Amaranta se acerca)
AMARANTA ¡Ah, campesina! ¿Has huido hacia
el frondoso bosque? ¡Ah, campesina! Me vengaré,
me vengaré... MELIBEO (Entrando de nuevo) ¿Qué ha ocurrido?
¿Se
retractó Celia de su desdén? ¿Qué ha contestado? ¿Aceptó mi mano? AMARANTA Lo que contestó aquel
corazón pusilánime sólo podrá decírtelo mi
hermano. (Parte)
MELIBEO Pero
¿qué ocurre?
¡Explícate Lindoro! LINDORO Mi hermosa, mi dulce
tesoro... ¿Quieres saberlo? Mi
hermosa me dio una bofetada. MELIBEO ¡Qué oigo! ¡Qué
desfachatez! ¡Es peor que un demonio! PERRUCCHETTO (Siguiendo a Nerina) ¡Detente, por favor!
Pupilas ladronas, bellos ojos, que por
ti ya me desplomo. NERINA Cédeme el paso, importuno,
insolente... PERRUCCHETTO Hermosa mía, graciosa,
linda, deja ya de ser cruel. NERINA (Para sí) ¿Aquí
está Lindoro? LINDORO (A Melibeo) ¡Viene Nerina! MELIBEO (A Lindoro) Permanece callado. NERINA (Para sí) Conviene que se vaya. LINDORO, MELIBEO (Para sí) Se va temblando de rabia. NERINA, LINDORO, PERRUCCHETO, MELIBEO Quien no conoce los
desengaños del amor tampoco conoce sus
tormentos. (Nerina parte. Entra
Amaranta, llevando a Celia cogida del
brazo)
CELIA ¡Déjame, déjame! ¿Qué pretendes de mi alma
desdichada? AMARANTA Calla... CELIA Déjame... AMARANTA ¡Cállate! Ya me entiendes. No repliques y sigue
andando. PERRUCCHETTO (A Amaranta) Querida, querida, soy todo
tuyo... AMARANTA ¡Vete, monstruo despiadado! MELIBEO (A Celia) ¡Cásate ya con Lindoro! CELIA Mi corazón
late libre en el
pecho... MELIBEO (A un pastor) ¡Eh, que venga Fileno! CELIA Mi corazón
late libre en el
pecho... AMARANTA, MELIBEO Cuando estés ante el
peligro, no hablarás de igual forma. CELIA (Para sí) ¡Dioses piadosos,
aconsejadme! ¡Fileno, no, no huyas! AMARANTA, MELIBEO Cuando estés ante el
peligro, no hablarás de igual forma. LINDORO En esta gran confusión sólo puedo reír. PERRUCCHETTO En esta gran confusión me retiro de aquí. CELIA (Para sí) ¡Dioses piadosos,
aconsejadme! ¡Fileno! ¡Ah, no, no huyas! (Entra Fileno atado
entre los pastores)
FILENO ¡Oh, dioses! Si no
encuentro un corazón piadoso que al menos la muerte conceda reposo a mi penar. CELIA ¡Númenes! ¿Qué debo hacer? FILENO ¿De qué se me acusa? Decid, ¿de qué soy
culpable? AMARANTA Que lo diga Melibeo. MELIBEO Que lo diga la propia
Celia. CELIA (Para sí) El cielo quiere
acongojarme.
PERRUCCHETTO Pues bien, lo diré yo: usted, muy señor mío, con ella debe casarse. FILENO ¡Ah, ya te entiendo,
despiadada! Quieres mostrar todo tu
rigor ante mis propios ojos. CELIA Suerte cruel e ingrata, ¿aún no te has saciado? AMARANTA, LINDORO, PERRUCCHETTO, MELIBEO La mano: ¡vamos, rápido! CELIA, FILENO ¡Qué instante tan atroz! ¡Qué horrenda crueldad! CELIA ¡Cruel suerte ingrata! FILENO ¡Ya te comprendo,
despiadada! TODOS ¡Ay, dioses, qué extraño
afán me inclina hacia el amor! (Entra Nerina seguida de
cerca de unos sátiros)
NERINA ¡Ayudadme, muerta voy! Me han perseguido los
sátiros que, escondidos entre los
breñales, querían apoderarse de mí. ¡Cómo late mi corazón! No me queda aliento para
hablar. LINDORO, PERRUCCHETTO ¡A
salvo, a salvo, aquí la
tenemos! PERRUCCHETTO ¡Vete, vete! MELIBEO ¿Dónde? NERINA ¿Cómo? AMARANTA
¡Conde, envaina tu espada! PERRUCCHETTO El rocío la ha manchado... FILENO ¡Liberadme, por favor! CELIA Fileno... FILENO (A Celia) No quiero escucharte... CELIA (A Fileno) Huye, al menos... AMARANTA, LINDORO
No es el momento de huir. MELIBEO ¡Eh, pastores, defendednos! TODOS ¡Ay, qué va a ser de
nosotros! (Se sucede un combate
entre los sátiros y los pastores. Las
mujeres se apartan, protegidas por los últimos. Tras
algunas escaramuzas, un sátiro rapta a Celia y
huye)
CELIA ¡Ay, piedad! ¡Fileno mío!...
¡Fileno!... FILENO ¡Ah, desatadme! LINDORO ¡Sigue así, granuja! TODOS ¡Oh
dioses, qué día! ¡Oh,
dioses! (Los otros sátiros
mantienen la lucha)
AMARANTA, NERINA ¡Qué desgracia! FILENO ¡Qué calamidad! PERRUCCHETTO ¡Qué ruina! MELIBEO ¡Qué desventura! LINDORO ¡Ah, qué día! MELIBEO ¿Cómo ha ocurrido todo? AMARANTA, NERINA ¿Cuándo? LINDORO, MELIBEO ¿Cómo? AMARANTA, NERINA ¿Dónde? PERRUCCHETTO
¿Qué? TODOS ¡Ah! Parecía
que la desesperación amainaba, pero
regresa más impía que nunca y ya no se puede soportar. (Los sátiros se
dispersan finalmente perseguidos por los
pastores. Todos parten)
ACTO SEGUNDO
Escena Primera
(Bosque)
Recitativo MELIBEO ¡Que me hagan a mí
semejante afrenta! Amaranta está loca por
Perrucchetto. ¡Ah! no sería ministro de
Diana si no causara la ruina del
conde. Si... ¡Vale! Ya lo he pensado. (Entra Nerina)
NERINA ¡Qué! ¿No habéis tenido
noticias de Fileno? MELIBEO Lo encontraré. Pero si Lindoro no te ama y tú misma lo desprecias y
detestas, deberías usar algún
ardid para que Fileno se enamore
de ti y se convierta en tu
esposo. NERINA (Para sí) No sabe que le quiero. (A Melibeo) Pero
¿cómo? Si está enamorado de Celia
hasta la muerte. MELIBEO Celia, a otro, créeme, ha entregado su corazón. NERINA (Para sí) ¡Ah, qué sorpresa! Amor, te doy las gracias. MELIBEO
Deberías abandonar tu
orgullo, cuando trates de amor. Con tanto desdén, la más primorosa beldad
resulta detestable. Aria
Debes saber que la belleza, si no
va acompañada de la
gentileza, es como una fuente sin
agua, o como un árbol sin hojas que no da fruto alguno. Además, recapacita: cuando ya tengas canas, cuando se hayan arrugado
tus mejillas, cuando se te hayan caído
los dientes, serás un monstruo horrible a quien nadie querrá ver. Por tanto, medita, que las gracias de una
mujer se extinguen con la edad. (Parte)
Recitativo NERINA
¡Que acuda ya Fileno! Todos
podrán ver si sé practicar las artes del amor
para que me amen. (Llega Fileno, a la vez
que Celia y Lindoro)
FILENO (Mirando a Celia, para
sí) ¡Qué veo, la ingrata Celia! LINDORO (A Celia) Escucha qué palabras. FILENO (Para sí) ¡Qué más da! ¡Sí! Quiero tomar venganza de aquel corazón infiel. CELIA (Para sí) No me fío de verles juntos. NERINA ¿En qué piensas? ¿Sientes escalofríos por la
trampa que ha ceñido tu corazón? FILENO ¡Venciste amor! ¡Hermosa
Nerina, has vencido! No, querida, ya no puedo
disimular los estragos que tus ojos han causado en
mi corazón. CELIA (Para sí) ¡Dioses, qué escucho! LINDORO (A Celia) Y ahora
¿qué dirán? FILENO (Para sí) ¡Que tiemble la infiel! (En voz alta) Tú eres el único sujeto de
mi pensamiento; tú eres, de mi llama, el
único fuego. CELIA (Para sí) ¡Ah traidor, muero! NERINA Fileno, ¿no te acuerdas de
mi rigidez? Debería desdeñar tu
estúpida pasión, pero te escucharé de nuevo. FILENO ¡Por piedad! No te portes mal conmigo,
querida. Si el ardor de tus bellos ojos ha destrozado
mi corazón
herido, ¿no es culpa, precisamente,
de tus ojos? LINDORO (Para sí) ¡Qué sinvergüenza! CELIA (Para sí) ¡Ah, me devora la ira! FILENO (Para sí) Si yo peno, corazón infiel,
pena tú también. Aria
(A Nerina)
Si de tus hermosos ojos, nace mi ardor, no me desprecies, bien mío,
puesto que ardo por ti. Cuando tú condenaste el exceso de mi pasión, revestida de tu poder,
a mí mismo me condenaste.
(Para sí)
Tiemble la pérfida y
que se corroa su corazón, Que sepa su alma lo que es el dolor; que sepa lo que es morir de sufrimiento. (Parte)
Recitativo NERINA Ya está la fiera en la
trampa. Si ahora quisiera
Melibeo... LINDORO ¡Vivan, vivan los
prometidos! NERINA ¡Eh! ¿Quién eres tú? CELIA Nerina, ¿Qué te hice yo? ¿Por qué, cruel, así me
matas? NERINA Acepta el consejo de una
amiga fiel: deja a Fileno y escoge un
nuevo amante que albergue en su pecho un
alma menos agresiva. Lo digo por tu bien, te soy
sincera. Aria No pretendo otro objetivo
que aliviar tu melancólico y
afligido corazón. Sé cuán grande es tu
dolor que eres digna de piedad. Pero ¿qué espero? No se
encuentra en todos los pechos un alma
agraciada. No siempre una belleza es
afortunada en el amor. (Parte)
Escena Segunda
(Montes. Amaranta, Don Perrucchetto,
Melibeo, Lindoro seguidos de cazadores
y
cazadoras)
CAZADORES Ya en el bosque no ruge la
fiera, ya no se oyen los ladridos
de los perros. De igual forma, Cintia, ya
no se oyen los lamentos de un corazón. MELIBEO Aquí tenéis, amigos,
el bosque sagrado de Diana. Que cada uno de
vosotros luche en honor de la
diosa con la fiera más fuerte. AMARANTA
¡Acudid aquí, cazadoras! PERRUCCHETTO ¡Eh, querida! ¿Hiciste ya tu caza? Fueron tus ojos tu arma
fatal, y yo, hermosa, tu jabalí. MELIBEO Aquí no se habla de amor,
señor mío. Ya se percibe el sonido del
corno. (Se oye un corno de
caza)
TODOS ¡A cazar, a cazar,
que ya se ha
dado la señal! (Todos se echan al monte
y, al sonido de los cornos, se les ve en
diferentes partes luchar con las fieras; al cabo
de un rato entra Perrucchetto, perseguido
por un oso que ha sido herido mortalmente por los
cazadores)
PERRUCCHETTO ¡Socorro, ayudadme! No puedo creer que siga con
vida. ¡A Amaranta se le ha partido la lanza
luchando con un jabalí! Alma mía, te puedo ofrecer
mi amor, pero no cuentes con mi
pellejo. ¡Socorro, socorro! (Se sube a un árbol
cuando Amaranta aparece escapando de un
jabalí)
AMARANTA ¡Socorro! ¿Quién puede
ayudarme? ¡Ahí viene la fiera!... ¡Ay de
mí, muerta estoy! (Se desmaya)
FILENO (Entrando) Nadie en la vida le tiende
una mano generosa. Que caiga la fiera
desangrada... (Mata
al jabalí) Aunque oprimido, uno tiene que salvar al
enemigo. (Si retira. Entran
Melibeo y Lindoro, seguidos por los
cazadores que llevan sobre un carro las cabezas de
los animales muertos en el transcurso de la
cacería)
Recitativo MELIBEO Acudamos al templo para colocar las presas sobre el altar de la diosa. LINDORO Vamos a hacer un singular
banquete. PERRUCCHETTO (A Amaranta) De la cincha de tu arco cuelgo este jabalí como prenda, hermosa mía. MELIBEO Pero
¿qué derecho tienes
sobre la fiera muerta? PERRUCCHETTO El que me ha concedido la fuerza de mi brazo. LINDORO ¡Eh, señor conde!
¿Acaso no saliste huyendo cuando apareció el jabalí? Y no puedes negar que te
salvaste encaramándote a aquel olmo. AMARANTA ¿Perrucchetto? PERRUCCHETTO ¡Oh, qué mentira!
¡Hablad,
montañas! ¡Hablad bosques! ¡Y tú, desangrado
animal! Desmentid la impertinencia
de este sujeto y decid la verdad, si
tenéis conciencia. Aria (Hablando con el jabalí
muerto) ¿No visteis como mi
refulgente arma como un intrépido rayo hacía empalidecer, bosques y
selvas? ¡Habla, desangrado jabalí! ¿Quién te envió al Orco? ¡Habla! ¡Qué cerdo tan bribón! Lo sabe y no lo quiere
decir. (Habla con el árbol,
gracias al que se salvó) Al menos tú, robusto
tronco, habla de mi valor... ¡Habla! ¡Qué árbol tan traidor! Finge no oírme.
¡Pero basta! Bien se sabe cuál es la fuerza de mi
brazo. Encadenar leones me parece un juego de niños; y estrangular dragones algo
tan fácil como dar puntapiés. No veo ningún animal feroz que pueda conmigo. (El jabalí se estremece
en el suelo y Perrucchetto se
asusta) ¡Misericordia! ¡Socorro! No, no temas, señora que mi brazo y mi espada están dispuestos a
defenderte. (Sale deprisa)
CAZADORES Ya en el bosque no ruge la
fiera, etc. (Salen todos, cantando y
bailando)
Escena Tercera
(Horrible gruta.
Fileno solo)
Recitativo Acompañado FILENO
¡Basta de llantos! Bastante resonó este antro con mis suspiros. Llegó la hora de morir. Que este
puñal me destierre de mi acerbo dolor. La ingrata Fillide me
traicionó y quiere mi muerte: pues la tendrá.
(Intenta herirse con el
arma pero se detiene)
Pero antes de tal estrago vamos a grabar en este
tronco la causa. Que quede para la
posteridad alguna memoria de mi caso. (Escribe en la corteza
del árbol) Por... Fillide... la
infiel... murió... Fileno...
Aria y Recitativo Acompañado Que corte mi arma esta penosa vida; que mi mano osada acabe con este dolor. Oprimido por tantas ansias sólo a morir me atrevo; el fiero aspecto de la
muerte no me causa terror alguno. (Se ve como se le rompe
el arma) ¡Ah! Se me ha roto el
puñal. Pues bien: esta
providencial rotura me desventura tanto que
precipita mi fin. Voy a morir. ¡Adiós Fillide cruel! (Sale desesperado. Entra
Celia)
Recitativo CELIA (Ve el
puñal roto
abandonado por Fileno) ¡Dioses eternos! ¿Qué
puñal es este? Hace poco grabó un mensaje en la corteza de aquel
tronco. ¡Lo veo! Voy a leerlo...
Recitativo Acompañado ¡Ay, cómo el corazón
palpita en mi pecho! “Por... Fillide... la
infiel... murió... Fileno.” ¡Dioses omnipotentes, qué
leo! ¡Ah! Por culpa de mi tirana
e inhumana piedad he sido causa, con el
propósito de salvarlo, de su propia muerte... ¡Ley cruel, suerte ingrata! ¡Ay de mí! Velos oscuros ensombrecen el día. Estoy
yerta... Vacilan mis pasos. ¡Oh,
dioses! Sombra de mi ídolo, entre los mirtos de los
campos elíseos pronto se eternizará
nuestro amor. Estaré contigo. ¿Qué escucho? ¡Ah, desdeñosa! Desde las
riberas del Leteo me contestas con funestos
suspiros. ¡Huye, huye de mí, infiel! ¡Tú me mataste!
Aria Espíritu de mi bien querido, no me llames infiel. Fiel te amé y fiel te
seguiré incluso después de la
muerte. Mi fiel piedad que aparenta tirana; un amor infeliz
que aparenta ser cruel. (Entra en la caverna. Entran Melibeo y Nerina)
Recitativo MELIBEO (Para sí) Sí, conviene eliminar a
Celia y a Perrucchetto. NERINA ¿En qué piensas? MELIBEO Pienso que tú has de ser de
Fileno y yo de Amaranta... Pero se acerca el conde... Haz que vaya hacia aquella
caverna en la que hace poco vi
entrar a Celia. NERINA ¿Para qué? MELIBEO Haz lo que te digo y
no pienses más. (Sale, pero vuelve a
entrar con un séquito de pastores,
que traen dos cestas con vestidos blancos y guirnaldas
de flores) ¡Aquí, pastores! Custodiad la entrada de
aquel antro. Que nadie se atreva a salir
de allí. (Los pastores se sitúan
ante la entrada de la caverna. Aparece Amaranta y luego
Lindoro)
AMARANTA ¿Quién me puede dar
noticias del conde? LINDORO Me han dicho dos pastores que hace poco y no lejos de
aquí estaba el conde en compañía de Celia, y que ambos, retrayéndose
de los otros, hacían el amor
apasionadamente. AMARANTA ¡Ah, Celia indigna! ¡Ah,
conde pérfido! ¡Qué agitación, qué
ansiedad, qué pena! ¡Ah, Melibeo! MELIBEO ¡Calla, Amaranta! Mi ministerio exige otra solución. La diosa desdeñada pide las dos víctimas. Lindoro y vosotros,
pastores, acudid a vestir con albas
vestiduras a la pareja infeliz y
traedla aquí. (Parte de los pastores
entran en la caverna con Lindoro, mientras el
resto sigue en la entrada. Lindoro sale aterrado y
desesperado)
LINDORO ¡Oh, qué caso! ¡Oh, qué
estrago! ¡Qué ruina! ¡Ay, hermana! AMARANTA ¿Qué ha pasado? LINDORO He visto allí dentro... MELIBEO ¡Qué, habla! AMARANTA ¡Contesta, condenado!
¿Quién está allí? LINDORO Celia y Perrucchetto. AMARANTA ¿El conde y Celia? MELIBEO ¡Qué enorme traición! ¡Qué imprudente pareja! AMARANTA ¡El conde y Celia! Suerte impía, muerta
estoy... (Cae sobre una
roca)
MELIBEO (Para sí) Con su dolor
empieza mi venganza.
Recitativo Acompañado AMARANTA ¡Conde cruel! ¿Estos son
los favores que dispensas? ¡Ah! La angustia ni
siquiera me deja hablar. ¿.Me tratas así a cambio
de mi amor?... ¡Ah! Se destroza mi pecho por un corazón inundado de
lágrimas. Cruel... Quisiera hablar ¡oh,
dioses! mas no me deja mi
propio llanto. Aria Esta es la gratitud que
recibe mi fiel amor. ¿Cómo pudiste, ingrato, faltar así a tus
promesas? No, nunca se ha conocido caso peor que el mío. El dolor me mata y se me parte el corazón. Tiembla mi alma en el pecho y aspira a la venganza;
pero a pesar del odio y la
ira la piedad me habla de amor. (Parte)
Recitativo NERINA ¡Ah! Tiemblo por ti... MELIBEO Te pido prudencia y no lo
logro. (Entra Fileno)
FILENO Melibeo, ¿dónde está Celia? MELIBEO ¡Celia, ay dioses! ¡La que
tú solicitas! ¡Ay, pobre, adiós! (Entra en la cueva)
FILENO ¡Vaya respuesta! Estoy
temblando... Nerina, ¿dónde está Celia? NERINA (Para sí) ¿Qué voy a decir? FILENO Contesta. NERINA (Para sí) Me atribulas, cruel
remordimiento. FILENO ¡Cuánto silencio! ¡Ah! ¿Qué
funesto y negro preludio de
desventura es éste? ¡Qué silencio y cuántos
llantos! ¿Son estas imágenes como un presagio del
futuro, una nueva desventura, que me hará palpitar? NERINA Estoy
cerca de mi pastor y el corazón se me ilumina, pero pensando en
lai
traición siento que, infeliz de mí, se
marchita por los
remordimientos. LINDORO Estoy confuso, aturdido, pasmado, atemorizado y ya no puedo hablar. FILENO ¡Habla! NERINA ¡Dios mío, qué ansiedad! FILENO ¡Contéstame! LINDORO Yo me degüello. NERINA, FILENO, LINDORO
¡Día nefasto el de hoy! Qué terrible pesadumbre. Suerte impía. ¿Quién podría
soportar tantas desdichas? (Entra Amaranta
apresurada)
AMARANTA ¡Salvad, socorred a mi querido enemigo! Querida amiga, querido
amigo, que se salve el traidor. Aún siento en mi pecho amor hacia Perrucchetto. Apiadaos de
mi corazón. NERINA ¿Qué pasa? FILENO ¿Qué quieres decir? LINDORO Primero debemos salvar a mi querida Celia;
que seria tiranía usar con ella el rigor. FILENO
¡Cómo! ¿Qué es esto? ¿Qué ha dicho? AMARANTA
¡Salvad a Perrucchetto!... LINDORO ¡No, salvadla a ella! FILENO Yo me confundo, dioses. ¿Qué ha sido de mi ídolo? Habladme, por piedad. NERINA ¡Celia muerta! ¡Dolor atroz! AMARANTA Fue el conde... ¡Oh, no puedo decirlo! FILENO ¡Cielos! ¿Quién ha visto
algo igual? NERINA Ya llegan los pastores acompañados de las
víctimas. AMARANTA, NERINA
FILENO, LINDORO ¿Tenéis, pérfidos astros, más calamidades para el día
de hoy? (Tras un breve sonido de
instrumentos aparece Melibeo, que precede a
Celia y a Perrucchetto. Visten de blanco y van
coronados de flores)
MELIBEO Estas dos víctimas, casta
Diana, que fieles ardían por un
amor oculto, te las ofrece el mísero
pueblo de Cumas, entre lágrimas y
dolor. AMARANTA, NERINA
FILENO, LINDORO ¡Ah! ¡Qué funesto y
terrible objetivo! Mi corazón tiembla y se
hiela en el pecho. Se me paraliza la sangre y
me siento morir, ¡oh, dioses! de angustia. CELIA Cielo ingrato y pérfido. Tirano y despiadado
destino. ¿Acaso he de morir víctima de una falsedad? PERRUCCHETTO ¡Caramba! Un hombre con
título, un conde, un gran señor, ¿tendrá que entregarse al
monstruo vestido de payaso? MELIBEO Algo está diciendo Cintia. PERRUCCHETTO Que me perdone esta dama y todos los demás pero, si puedo, desearía salvar mi piel. CELIA ¡Ah, Fileno mío! FILENO Calla. PERRUCCHETTO Señora mía... AMARANTA Sosiégate. CELIA Soy inocente ¡oh, dioses! PERRUCCHETTO Y
yo soy un corderito. AMARANTA, FILENO ¿Y pretendéis, audaces, embaucarnos todavía? TODOS ¡Ah! Con tanto tormento siento que se me rompe el
corazón. MELIBEO
¡Caminad, hay que ir al templo! NERINA Escucha... MELIBEO Ya no te oigo. LINDORO Señor mío... MELIBEO ¡Silencio! NERINA Escucha... LINDORO Yo muero. MELIBEO No veo para ellos ayuda ni piedad. NERINA, LINDORO Mi cruel martirio se acrecienta
constantemente. CELIA Deseo morir ya.
¡Piedad, Fileno mío! PERRUCCHETTO Así pues, mi belleza, que todo el mundo aprecia,
¿se convertirá en humo? AMARANTA, NERINA, FILENO LINDORO, MELIBEO Delira el desgraciado. Está loco de verdad. (Los pastores rodean a
Celia y a Perrucchetto para que sigan
avanzando)
MELIBEO ¡Seguid
caminando! La diosa espera el tributo. CELIA, PERRUCCHETTO Astros impíos, ¿quién podía imaginar tanta crueldad en
vosotros? AMARANTA, FILENO Así premia el cielo tanta negra infidelidad. NERINA (Para sí) ¡Ah! Yo soy el alma
culpable a la que debe castigar el
cielo. NERINA, LINDORO (Para sí) ¡Ah! Voy a perder a mi
ídolo. Mi corazón nunca encontrará
la paz. TODOS ¡Qué caso
tan cruel y desesperado! Un cielo airado nos amenaza
con sus rayos. Palpitaciones y
horribles agitaciones dividen mi corazón en el
pecho. Corre el viento y los
truenos aterran. ¿Quién puede resistir tanto
horror?
ACTO TERCERO
Escena Primera
(Atrio) (Entra Celia vestida
de blanco, siguiendo a los pastores.
Después Fileno) Recitativo FILENO ¡Fillide, ay dioses! Tengo que evitar el
horrible encuentro... CELIA ¡Escucha, ídolo mío, adorado Fileno! FILENO ¿Todavía te atreves a
manchar tus labios pronunciando mi nombre? ¿Qué pretendes decirme,
infiel? CELIA ¡Ámame, querido, o déjame
morir! DÚO
CELIA ¡Ah! si quieres que viva, querido y dulce amor mío, entrégame tu buen corazón o déjame morir. FILENO ¡Cállate, tirana! Vive
sin esperar mi afecto; vive para tu propio
despecho; vive para tu martirio. CELIA
¡Escúchame!... FILENO No puedo... CELIA ¡Óyeme! FILENO ¡Qué ansiedad, oh dioses! CELIA, FILENO ¡Ah, qué impotente me
siento! Ya me mata el dolor. Tormento igual al mío, pena más desesperada decidme, vosotros que
amáis, decidme, ¿alguien la sufrió
igual? (Salen por sitios
distintos. Entra Perrucchetto, vestido de
blanco acompañado de pastores y
Melibeo)
Recitativo MELIBEO Pastores,
que a esta orilla del conocido lago sean conducidas estas víctimas
desventuradas. Aquí, con negros dientes de
su boca abierta les espera el monstruo. PERRUCCHETTO ¡Caramba! ¿Con la boca
abierta? ¡No, no! Regresemos. MELIBEO No es posible, la diosa
quiere tu muerte. Adelante. PERRUCCHETTO Pero la señora Diana, ¿no exige amantes fieles
para el sacrificio? MELIBEO Exactamente. PERRUCCHETTO Pues yo jamás he sido fiel con las mujeres. ¡Retrocedamos! MELIBEO Tu cobardía está ofendiendo a los
dioses. ¡Eh, pastores! Conducid a estos al templo. PERRUCCHETTO Poco a poco... esperad...
bella Amaranta... (Entra Amaranta, con
Lindoro)
AMARANTA ¡Amigos, deteneos! Diana no quiere que se consume el
sacrificio de Perrucchetto. El amor hizo que ambos
mintieran; los celos hablaron por su
boca y no la diosa. MELIBEO ¡Mentira, calumnia! ¡Mujer maldita! ¿Para salvar a tu amante ultrajas de esta forma mi
reputación? (Los pastores rodean a
Perrucchetto y lo arrastran, camino
adelante)
PERRUCCHETTO ¡Misericordia! AMARANTA, LINDORO
PERRUCCHETTO ¡Ah, Melibeo! MELIBEO ¡Al monstruo! No hay
perdón para él. AMARANTA ¡Ah, conde! ¡Ah, Melibeo! Estoy perdida. (Le sigue desesperada)
Escena Segunda
(Campiña con
un lago en panorámica. Amaranta,
Perrucchetto y Celia entran con los pastores, Lindoro y
Melibeo. Los pastores conducen a Celia y a
Perrucchetto al lago. El cielo se oscurece y aparece el monstruo
en el lago. Acude Fileno)
FILENO
¡Suspended, amigos, el horrible sacrificio! Escuchadme. Aquí voluntariamente se
presenta un alma para que Cumas goce de paz. La diosa, desdeñada en su
oráculo, habla así. Pero la víctima está
preparada... ¡soy yo! (Corre para arrojarse
sobre el monstruo. Éste lanza un rayo
abriendo una cueva, en la que está Diana sentada, con
un corazón de oro en su mano y cortejada por sus
genios. Al mismo tiempo, toda la escena se transforma en
un magnífico templo dedicado a la diosa)
Recitativo Acompañado
MELIBEO ¡Pobre de mí! (Huye)
TODOS ¡Qué veo! DIANA
¡Tranquilos, cumanenses! El oráculo se ha cumplido y este es el corazón de la
ninfa sacrílega con que, recuperándolo, doy
fin a mis exigencias. Os lo devuelvo. El generoso ofrecimiento de
Fileno fue suficiente para
aplacarme. Por sus fraudes será
castigado Melibeo. ¡Que caiga traspasado por
mi arma! Y ahora, para vosotros, que
se mude mi faz por la de Himeneo. Y en vez
de la ira, paz, cumanenses, paz. Que Amaranta sea del conde. (A Celia y Fileno) Que relampaguee en vosotros
el primer ardor para que la fidelidad de
las inocentes ninfas hacia sus pastores sea premiada. ¡No temáis más, cumanenses! La paz antigua ha vuelto a
vosotros. TODOS ¡Diosa clemente! ¡Día afortunado! NINFAS, PASTORES Cuánto más dilecta y
placentera, cuánto más querida es
aquella alegría que se ha visto precedida
de disgustos y dolores. TODOS ¡Diosa clemente! ¡Día afortunado! Etc.
Traducido y digitalizado
por: Francisco Such Ronda 2019
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