ATTO PRIMO
(Luogo
sotterraneo, ove custodisconsi i
prigionieri. È per finire la notte)
Scena Prima
(Sparsi
per la scena, ed in varie meste
attitudini
veggonsi i prigionieri frigi, che
deplorano la loro sventura. Il piccolo
Astianatte, alla custodia del quale vegliano
alcune guardie, giace in grembo al riposo.
Indi
Andromaca scortata da Fenicio, e
seguita da
Attalo e Cefisa)
CORO Troia! qual
fosti un dì! Di te che
resta ancor? Ahi! qual
balen sparì Il prisco
tuo splendor! Ti
oppresse, incenerì L'Argivo
insidiator, E vil
catena... aimè! Preme a'
tuoi figli il piè!
FENICIO
(indicandole Astianatte) Miralo: in
dolce obblìo Il germe
tuo riposa.
ANDROMACA Destati,
figlio mio, e vieni a questo sen.
CORO Che mai ti
guida in questi Luoghi di
eterno orrore?
ANDROMACA Amor,
materno amore... Tutto vi
dissi appien.
CEFISA,
ATTALO
FENICIO, CORO Oh Cielo!
al suo dolore Tregua tu
rendi almen!
ANDROMACA (al
figlio) Mia
delizia! un solo istante Non partir
da questo petto: Ah! ravviso
in quel sembiante Il tuo
prode genitor! Sposo!
Ettore! io ti perdei! Né seguirti
ancor mi è dato? Figlio
amato! ah! sol tu sei, Che mi
reggi in vita ancor.
CEFISA Ti consola,
o sventurata!
FENICIO Abbian
calma le tue pene.
ATTALO Frangerai
le sue catene, Se di un
Re, che ognor ti adora, Premierai
la fedeltà.
ANDROMACA Mi
lasciate... oh Dio! tacete... Perché,
barbari! accrescete Del mio
duol la crudeltà?
CEFISA,
ATTALO
FENICIO, CORO Chi non
pena al suo tormento Sorda ha
l'alma alla pietà.
ANDROMACA Ah! mi
uccide il rio tormento! No, per me
non vi è pietà!
ATTALO All'ombra
del tuo sposo Pianto
donasti assai, tu, illustre esempio Di rara
fedeltà: ma fra gli
estinti Abbia pace
l'eroe. Tempo è che
al figlio Si consacri
il tuo cor. Se appien
felice Farlo
potresti, eppur lo soffri oppresso, Nel figlio
oltraggi il tuo consorte istesso.
ANDROMACA Che far
potrei?
FENICIO (ad
Attalo) De' tuoi
scaltriti accenti Comprendo
il reo disegno: ov'è Fenicio Cerca
infingerti almen. Ah sì, una
fiamma, Che di
novella guerra Il funesto
vessillo Farebbe
sventolar, nudrir tu brami... E amico sei
del Re?
Sei tu, che l'ami?
ATTALO Chi la pace
del Re...
ANDROMACA Ma speri
invano di sedurre il mio cor.
FENICIO L'ora è
trascorsa.
Che a tuoi materni amplessi Pirro
concede, e, mio malgrado,
Io deggio dividerti
dal figlio.
ATTALO (piano a
Cefisa) Mi tronca i detti.
CEFISA
(Piano) È di tacer
consiglio.
ANDROMACA Ah sì
purtroppo, o tenero Astianatte, Lasciar ti
deggio! Oh quanto Per la tua
madre amante, Ogni tempo,
ogn'indugio è un breve istante! Ma di
lacrime inondi le mie gote? Ti affanni
al partir mio? Ah! mi
sento morir!.. che pena! addio!
(Parte
piangendo)
CEFISA Principessa
infelice!
FENICIO
(Fra sè) Vittima è
Pirro di un fatale ardore!
ATTALO
(Fra se) Tanta
fierezza cesserà in quel core.
(La
sieguono) Scena Seconda
(Parte
esterna della reggia, contigua
a deliziosi giardini. E per
sorgere il
giorno. Cleone è
alla testa delle
donzelle spartane, che
armate di arco
e di frecce invitano
ad una caccia
Ermione: indi
Pirro, infine Grandi
epirensi)
DONZELLE
Dall'Oriente L'astro del
giorno Lieto e
ridente Sorgendo
va.
CLEONE Di luce
adorno Il colle,
il prato, Tutto
d'intorno Brilla di
già.
DONZELLE Ti rendi a
noi, Vieni alle
selve, Da' strali
tuoi Cadan le
belve.
CLEONE Così
l'oppresso Tuo core
amante Abbia un
istante D'ilarità.
DONZELLE Ah sì,
l'oppresso Tuo core
amante Abbia un
istante D'ilarità.
ERMIONE A tante
cure, o amiche,
Riconoscente io son; ma offrite indarno Sollievo
all'alma mia, Che
vendetta sol pasce, e gelosia. La mia
sventura a chi non è palese? Chi non
conosce i torti miei, le offese? Osa la
frigia schiava il cor di Pirro
Togliermi... iniqua! e della rotta fede Esulta il
traditor.
PIRRO (non
vedendo Ermione: indi
la ravvisa, e cerca
evitarla) Ma ancor
non riede Andromaca?
e dov'è? quante in me desta Pene la sua
tardanza!...
Oh Ciel!
ERMIONE Molesta
tanto a Pirro son io, Che cerca
di evitar lo sguardo mio?
PIRRO T'inganni,
o principessa: affar non lieve Mi chiama
altrove.
ERMIONE
(ironica) Affar non
lieve, è vero, E il
consolar gli affanni di vedova dolente!
PIRRO E di che
parli?
ERMIONE
(sdegnata) Non
arrossir!
PIRRO Sicuro per
te il mio amor...
ERMIONE
(interrompendolo irata) Amor! taci,
spergiuro! Non
proseguir! comprendo, Ti leggo
appien nel core: Un
pertinace ardore Tutto
divampa in te.
PIRRO Che Pirro
io son rammenta: Onte
soffrir non voglio: Amor, cui
guida è orgoglio, Mai può
sperar mercé.
ERMIONE Trema!
PIRRO Tremar non
soglio.
ERMIONE Vendetta!
PIRRO Ebben
l'affretta.
ERMIONE Di belliche
faville Va il cielo
a balenar.
PIRRO Donna! il
figliuol di Achille È avvezzo a
trionfar.
ERMIONE (Fra sè)
Ah! mi
odia già l'ingrato! Mi sprezza
il traditore! Povero e
mesto core! Sei nato a sospirar!
PIRRO
(Fra sè) Ah! se
divenni ingrato Per te,
crudel Amore, Tu rendi a
me quel core, Che ognor mi fa penar!
GRANDI Sul lido,
di Agamennone Il figlio,
Oreste è giunto!
PIRRO Oreste!
ERMIONE Oreste!
CORO Appunto: De' primi
Re di Grecia Qui venne
ambasciador.
PIRRO
(Fra sè) Perché a
tal nome ho l'anima Ingombra di terror?
ERMIONE
(Frase) Ah venne
alfine... o giubilo! Il mio vendicator!
PIRRO Lieta
Ermion?
ERMIONE La sono:
Tu scenderai dal trono, Fia pago il
mio furor.
PIRRO Al sesso
tuo perdono, Non so che
sia timor.
ERMIONE, PIRRO
(Fra sè) Più
straziata un'alma Dove si
vide ancor? Perché
soave calma Da me tu fuggi ognor? A pena
così barbara E come può
resistere Il mio dolente cor?
GRANDI, DONZELLE
(Sottovoce) Astro
sanguigno ah splende! Di triste e
rie vicende Tu sei cagione o Amor!
PIRRO Venga il
greco orator: nella gran sala Siano di
Epiro i Grandi Tutti
raccolti. Andromaca, Ermione Vi sian
presenti, e a rispettar di Pirro Apprendiamo
il voler. La Grecia,
il mondo Vedrà che
invan si tenta Leggi
dettar del gran Pelìde al figlio: Che la
tromba guerriera Non fia che
questo cor giammai spaventi, E a Greci
il valor mio Troia
rammenti.
(Parte co' Grandi. Le
donzelle vanno
altrove)
ERMIONE Ah! son
perduta! Andromaca trionfa, E di Epiro
sul trono la inalza il mancator: qual
velenosa serpe mi strazia il sen! oh quali,
amica, pene acerbe son queste!
CLEONE Altri per
te le soffre: il fido Oreste, Cui mortal
fiamma accese La tua
beltà, sprezzasti ognor: costante in
Epiro ti segue, e a
rivederti, Non già de'
Greci il proccurato impegno, Ma qui lo
tragge inestinguibil foco: Men
severa...
ERMIONE Deh taci!
in questo istante Non so che
sia per me: furente, oppressa, Odio Pirro,
odio Oreste, odio me stessa!
(Parte)
CLEONE E regge
un'alma ingrata A sì giuste
querele? Ecco le tue
delizie, o Amor crudele!
(La segue) Scena Terza
(Maestosa reggia. ricco e
magnifico trono da un lato. Oreste
si avanza fuori di sé. Pilade
procura calmarlo)
ORESTE Reggia
abborrita! oh quanto L'aspetto
tuo mi affanna!
PILADE Frenati!...
ORESTE Una tiranna
alberga in te...
PILADE Ma taci...
ORESTE Che sorda
al mesto pianto, A' caldi
miei sospiri Sprezzarmi
ha sol per vanto, Esulta a'
miei martiri, Né a tanto
ardor concede Grata
sperar mercé!
PILADE Ma il tuo
trasporto eccede! Degg'io
tremar per te?
ORESTE Ah! come
nascondere La fiamma
vorace, Se in petto
quest'anima Smarrita ha
la pace? Se Amor mi
fa vittima Di un crudo
poter?
PILADE Suoi dritti
la Grecia Or solo a
te affida: Figliuol di
Agamennone! Ragion ti
sia guida; Gli affetti
ormai tacciano, Ti parli il
dover.
ORESTE Quali
smanie funeste! Né spero
pietà?
PILADE Consolati,
Oreste, nel sen di amistà.
ORESTE,
PILADE E il creder
fallace Che rechi
ad un core Di Amore la
face Piacer,
voluttà.
PILADE Che fia di
te, se tal mollezza a Pirro Farà palese
il tuo Impeto
giovanil? qual diverresti A Grecia in
faccia? il genitore istesso, Che a tanto
augusto incarco Nel vederti
prescelto Per
tenerezza inumidì il suo ciglio, Or dovrebbe
arrossir di un debol
figlio?
ORESTE De'
rimproveri tuoi
L'autorevole suon mi scese all'alma. Di me, del
padre mio, se il vuol la sorte, Degno mi
mostrerò: ma di
Ermione Nelle vaghe
sembianze almen concedi Che una sol
volta avido il cor si bei, E poi guida
a tua voglia i passi miei.
PILADE Pago ti
rende il fato: Al fianco
di Ermion Pirro si avanza.
ORESTE (si
slancia a vederla) Dessa!
PILADE Oreste!
E
dov'è la tua costanza! Scena
Quarta
(Pirro è
preceduto da Grandi, guardie e
numeroso
corteggio; lo sieguono Ermione,
Fenicio ed
Attalo. Egli va
sul trono, e seggono al suo cenno sovra ricchi
sgabelli Ermione e Fenicio; Oreste e
Pilade di fronte al trono; indi
Andromaca)
ERMIONE (vedendo
Oreste, fra sè) Mi guarda e impallidisce!
ORESTE
(A Pilade)
Io reggo a stento!
PILADE
(Ad Oreste) Il tuo
spirto rinfranca.
ORESTE
(Fra sè) Oh fier
tormento!
PIRRO (ad
Andromaca, che giunge
e resta infondo alla scena) Andromaca!
e a che resti? Ti assidi e
ascolta.
ANDROMACA Io! Sire...
ERMIONE
(alzandosi) Ed osa
tanto un avanzo di Troia?
PIRRO Illustre
donna rispettabile è sempre.
ANDROMACA Ah lascia,
o Pirro Che
umiliata ognor fra' ceppi miei...
PIRRO Chi fosti
mi rammento, e non chi sei.
Siedi.
(Andromaca ubbidisce)
ERMIONE
(Fra sè) Di sdegno
avvampo.
PIRRO
(Fra sè) Il tuono
scoppierà, fu questo il lampo.
FENICIO
(Fra sè) O patria!
Io già ti veggo in rio
servaggio!
PIRRO Parli
l'ambasciador.
ORESTE (Fra
sè) E avrò
coraggio?
(Forte)
Favellan sul mio labbro Tutti di
Grecia i Re: troppo è palese Che con
falso Astianatte al suo supplizio Seppe il
vero rapir l'empio artifizio; E che di
Ettore il figlio Vive fra'
lacci tuoi. Sì reo virgulto Troncar si
deve. I giorni suoi son gravi Alla
Grecia, a te stesso. In lui tu nudri Fiera serpe
nel sen. Del patrio sangue Vendicator,
forse avverrà che un giorno Ei del
nostro si pasca, E dalle sue
rovine Ilio rinasca.
ANDROMACA (Fra
sè) Oh me dolente!
ERMIONE
(Fra sè) E che
dirà l'ingrato?
ATTALO
(Fra sè) Come ardito
si espresse!
FENICIO
(Fra sè) Oh Ciel! Preveda
preveda o prevedo? L'ire di Pirro, e gelo e
mi confondo!
PIRRO (scende
dal trono) Alla Grecia
ed a te Così rispondo. Balena in
man del figlio L'asta di
Achille ancora, Né sa temer
periglio Di Troia il
vincitor. Delle mie
prede io voglio Disporre a
mio talento: Meco vedrai
sul soglio Forse
Astianatte ancor.
ERMIONE Che parli?
ANDROMACA (Fra
sè) Oh vana speme!
ORESTE Dunque ha
ragion se freme, Se un
figlio a sé ribelle Teme la
Grecia in te.
PIRRO Per lei
sfidai le stelle, Di lauri
ornai sue chiome, Deve di
Grande il nome, Le sue
vittorie a me.
ERMIONE, ANDROMACA
(Fra sè) Dolce
speranza! oh come Quest'alma ti perdé!
PILADE,
ORESTE FENICIO, ATTALO, CORO
(Sottovoce) Quel cor
ti calma oh come Capace più non è!
PIRRO (ad
Andromaca) Deh serena
i mesti rai, Spegni
alfin tanto rigore, E pietosa
accogli un core, Che offre a
te l'amante, il Re.
ERMIONE E resisti o
mio furore? E 'l
soffrite astri tiranni? Ah! quel
sen, nido d'inganni, Ite, o
furie, a lacerar!
PIRRO Non
pavento: quest'alma ti sprezza; Con me
invano si ostenta fierezza: Son già
infrante le nostre catene, Puoi tu a
Sparta tranquilla tornar. Altre tede
mi accende già Imene, Per me
amico va il Cielo a brillar.
ORESTE
(Fra sè) Ah chi sa
se, pentito, il mio bene Tanta asprezza saprà
mitigar?
ERMIONE, ANDROMACA
(Fra sè) Più non
reggo a sì barbare pene! Già va l'alma nel
seno a mancar.
GLI
ALTRI COL CORO
/Sottovoce) Ah! di
Marte la tromba già viene L'ire ultrici ne'
petti a destar!
(Pirro
entra col corteggio. Ermione
ed Oreste si allontanano)
PILADE
(Fra sè) Periglioso
è il restar: sciolgansi al vento Le vele
argive. Oreste Mi seguirà:
vano in quel cor mai scende Della mia voce il
suon.
(Parte)
ANDROMACA Vieni,
Fenicio, Guidami a Pirro; Esca da
inganno: Io mai sarò sua sposa.
FENICIO A dissipar
se giungi il suo folle deliro
Riconoscente avrai Grecia ed Epiro.
(Partono)
Scena Quinta
(Parte
esterna della reggia, come
prima. Ermione,
Cleone, indi Oreste)
CLEONE E Pirro
ancor di tanti oltraggi ad onta Occupa il
tuo pensier?
ERMIONE No, lo
detesto Quanto
l'amai: vendetta io bramo; ultrici Idee sol
volgo in mente.
CLEONE Oreste è
all'uopo, Serva
Oreste al tuo cenno. Il vidi.
ERMIONE
(Fra sè) Oh Dio!
CLEONE Sull'orme
tuo confuso, palpitante, Miralo, ei
già sen viene. La fierezza
deponi.
ERMIONE A tenerezze Sai che
quest'alma è schiva.
CLEONE Vuoi
vendicarti? In lui la speme avviva.
(Parte)
ERMIONE Oh istante!
a quell'aspetto Perché mi
balzi in petto, o core ingrato?
ORESTE Ah mio Nume
adorato! ormai la sorte Quel piacer
mi concede, Che
sospirai ben mille volte e mille: Vagheggio
alfin le amate tue pupille!
ERMIONE Rendi
d'ingiurie invece Soavi
accenti a me? no, generoso Tanto
Oreste non fia: troppo rammento Il mio
rigore, e appien dolente io sono!
ORESTE Amami, o
cara, e al tuo rigor perdono.
ERMIONE Amarti?
ORESTE Ah sì, mio
ben! Amor ti
chieggo... amor!
ERMIONE E come, se
dal sen Mi fu
rapito il cor?
ORESTE E non
poss'io sperar? Mi resta
sol morir?
ERMIONE Me pria
vedrai spirar... Ciò basti
al tuo martir.
ORESTE Ah no...
piuttosto... ingrata! Di' che mi
aborri ognor.
ERMIONE Non son
così spietata, Sol la tua
pace anelo: Fervidi
voti al Cielo Volsi per
te finor.
ORESTE Oh del
destin crudele Vicende a
me funeste! Sol voti
hai per Oreste, Ma sacro a
Pirro è il cor!
ERMIONE, ORESTE Anime
sventurate, Che al par
di me soffrite, Se v'ha
maggior, voi dite, Del fiero
mio dolor! Scena Sesta
(Coro di
Grandi e di donzelle, Pirro con
seguito; indi
Andromaca, Pilade, Fenicio,
Attalo, Cefisa e Cleone in ascolto)
CORO Alfin
l'eroe da forte d'inaugurato affetto Il rio
poter domò. Riede alle
sue ritorte, Torna al
suo ben diletto, Da saggio trionfò.
ERMIONE, ORESTE
(Fra sè) Quai voci?
ah perché in petto Il cor mi palpitò?
PIRRO (ad
Oreste) Dal valor
de' detti tuoi Fu
quest'alma alfin convinta: Se pietà
l'avea già vinta, Al dover si
ridestò. Deggio al
padre, alla mia gloria Quel che a
me la Grecia or chiede; E de'
Teucri il solo erede Or fra'
lacci a te darò.
CLEONE,
PILADE, FENICIO
(Fra sè) Stelle!
ANDROMACA, CEFISA, ATTALO (Fra sè)
Misera!
ERMIONE
(Fra sè) E dò fede
all'ingrato?
ORESTE (Fra sè)
E che farò?
PIRRO Pace regni,
e ne sia pegno
(ad
Ermione)
Questa man, Che a te
tributo.
(Fra sè)
Così paghi
il suo rifiuto L'alma rea che mi sprezzò.
ERMIONE
(Fra sè) Sperar...
PILADE
(Fra sè) Temer
ERMIONE, PILADE
(Fra sè) Poss'io?
ORESTE, PIRRO
(Fra sè) Penar...
ANDROMACA (Fra
sè) Morir...
ANDROMACA, ORESTE, PIRRO
(Fra sè) Dovrò?
CLEONE, CEFISA, ATTALO
(Fra sè) Qual
cangiamento!
FENICIO
(Fra sè) Un Dio forse in
quel cor parlò?
TUTTI
(Sottovoce) Che fiero
stato è il mio! Che far, che dir non so!
PIRRO (ad
Attalo, che parte con poche guardie) A me
Astianatte.
ANDROMACA Ah!
supplice a' piedi tuoi
PIRRO Ti scosta!
ANDROMACA (ad
Ermione) Dal tuo bel
cor...
ERMIONE T'invola! Sposo! al
mio sen deh vola... Più che a
bramar non ho!
ORESTE
(Fra sè) Empia!)
PILADE
(Ad Oreste) Che
fai?
ORESTE (A Pilade)
Mi lascia!
ERMIONE, FENICIO
(Fra sè) Oh
qual piacer!
ANDROMACA, ORESTE, PIRRO (Fra sè)
Che
ambascia! Le pene che
mi straziano Come celar potrò?
(Attalo conduce tra le guardie Astianatte)
PIRRO È questi,
vedilo Di Ettore
il figlio.
(Mentre
è per consegnarsi Astianatte,
Andromaca si frappone, e disperata dice a
Pirro)
ANDROMACA Signor,
concedimi miglior consiglio.
PIRRO
(con gioia) E fia
possibile?
ERMIONE Che dici, o
perfida! Va'! fuggi!
oh smanie! Voi
trascinatelo!
PIRRO Lo sdegno
ah modera! Fermate
olà!
ERMIONE
(prendendolo per mano,
ed in tono
deciso) Pirro, deh
serbami la fé giurata; È ormai
colpevole la tua pietà.
PIRRO Tigre
d'Ircania! – Furia
spietata! Chi mai ti
supera In crudeltà?
Concertante
TUTTI Destino
spietato, dei tuoi tormenti, noi non
possiamo fuggire!
PILADE
(Ad Oreste) Oreste! ah
sieguimi, - Per te pavento...
No, più quell'anima ragion non ha!
ORESTE
(A Pilade) Amico! ah
lasciami Al mio tormento
Morte al mio spasimo termin darà!
ANDROMACA (Fra
se) Ah! pria
di perderti oh figlio amato, Tua madre
esanime restar saprà!
GLI
ALTRI Col CORO
(Fra sè) Quai nuovi
fulmini - Minaccia il fato! Sparì l'amabile
Serenità!
TUTTI Come
resisterti Può il cor straziato, O
inesorabile Avversità!
ATTO SECONDO
(Atrio
della reggia: si vegga il mare
da lungi, e per mezzo di
un intercolunio,
sul quale sia
costruito magnifico loggiato)
Scena
Prima
(Attalo,
che frettoloso incontra Pirro;
Cleone, che
sopraggiunge e resta in
ascolto; indi
Andromaca e Cefisa)
ATTALO Liete
novelle, o Sire!
PIRRO E che mai?
parla.
ATTALO Propizia a'
voti tuoi si arrende alfine La teucra
principessa. '
PIRRO Oh me
felice! Ma donde il sai?
ATTALO Cefisa, Che, mia
mercé, gli affetti tuoi seconda Nel cor di
lei, guari non ha mel disse. A vincerla
bastò l'alto decreto Che a'
Greci in braccio abbandonava il figlio.
PIRRO Ah! del
piacer l'eccesso Mi rapisce a me stesso!
ATTALO Alfin
corona tante mie cure amico il Ciel!
CLEONE
(Fra sè) Che ascolto!
PIRRO Servo
fedel! quanto a te deggio! ah venga La regal
donna a me. Dal suo bel
labbro si pronunzi la mia felicità.
Dell'inatteso annunzio, Che a'
tristi giorni miei Promette
ormai lieta e brillante aurora, Quest'alma
mia pende dubbiosa ancora.
ATTALO Tutto
risponde al tuo desir. Non vedi, Che
volontaria a te si reca...
PIRRO Oh stelle!
Andromaca! e fia ver?
CLEONE
(Fra sè) La tua
sciagura or che da me saprai, Infelice
Ermion! Che far
potrai?
(Parte)
CEFISA
(Fra sè) E ancor
perplessa? Ah! ti rivolgi al figlio,
E se perderlo vuoi, cangia consiglio.
(Parte)
ANDROMACA (Fra
sè) Misera! e che farò?
PIRRO Sperar
poss'io Pietosa al
mio martir colei che adoro? Colei che
il viver mio governa e regge?
ANDROMACA (Fra
sè) Resisti o cor! Reprimendo la sua
ripugnanza
(A Pirro)
Ah! il tuo
voler mi è legge.
PIRRO Oh cari
accenti! ah vola, Attalo, al
tempio: alla festiva pompa Tutto si
affretti, e sia da' ceppi sciolto, Anzi, qual
figlio mio Si rispetti Astianatte.
(Attalo parte)
ANDROMACA (Fra
sè) Oh istante! oh Dio! Ombra del
caro sposo Tu mi
circondi irata? Deh torna
al tuo riposo, Non dubitar
di me. Spero
salvarti un figlio, Ma non mancar di fé.
PIRRO A che quel
mesto ciglio? Incerta
ancor perché? Del greco
nembo ostile Puoi
paventar l'offesa, Se Pirro è
in tua difesa, Se scudo è
al figlio, a te?
ANDROMACA Signor...
sospendi... oh Dio!
PIRRO Ah! non fia
ver, ben mio!
Duo
ANDROMACA Temo di
avversa stella il barbaro rigore.
PIRRO Tutto
cangiò, se Amore Mi rese
alfin mercé. Vieni a
giurar sull'ara, Vieni a
regnar, mia diva: Della tua
sorte avara Cessò la
crudeltà.
ANDROMACA
(Fra sè) Mi avrai,
ma fredda spoglia, E lieta a
dite in seno Fida al
consorte almeno Quest'alma scenderà.
(Pirro parte) Scena Seconda
(Andromaca, indi Ermione
seguita da Cleone e
Fenicio)
ANDROMACA Sia
compiuto il mio fato. Altro io
non veggo Scampo al
periglio estremo Che: al
caro Ettore infida, O spietata
mi rende e matricida. Pria giuri
a' Numi in faccia Pirro
salvezza al tenero Astianatte. E poi mi
vegga...
Oh pena! A' piedi
suoi spirar.
Della mia morte la memoria
saprà
Pel figlio almeno scintilla
di pietà
Serbargli in seno.
ERMIONE Ove, fatal
nemica, Ove drizzi
i tuoi passi? al tempio? al trono? Ma fin
ch'io viva, ah non sperar giammai Che tu
stringa la man dell'infedele.
ANDROMACA Aggiungi a'
mali miei le tue querele?
FENICIO Ma di', non
sparse invano Dunque la
fama, che tra breve a Pirro...
ERMIONE E qual
dubbio, o Fenicio? i vezzi e
l’arti, Che usò la
scaltra a riportar vittoria, Han sepolto
in obblìo promesse e
gloria.
ANDROMACA Arti,
vezzi!
Deh taci, e in me rispetta Chi non
conosci appien... potrei... ma tanto Da te
diversa io sono, Che
generosa all'ire tue perdono.
(Parte)
FENICIO Oh Pirro
incauto!
CLEONE Oh
sventurata amica!
ERMIONE Essa corre
al trionfo!
Ah! dov'è Pirro? Perché pria
che mi lasci ei non mi ascolta, E per
l'ultima volta? ah! se ti muove L'acerbo
affanno mio, Fenicio, ah corri, Vedi per me
l'ingrato... a lui favella... La data fé,
l'amore, i giuramenti... Tutto il
tuo labbro al mancator rammenti. Di' che
vedesti piangere Chi non
conobbe ancor Che volle
dir viltà. E a queste
amare lacrime Conceda il
traditor Se non
amor, pietà.
FENICIO Ah! voglia
il Ciel che a' detti miei si arrenda Quell'alma
pertinace!
(Parte)
CLEONE Eh! non fia
degno Più di
Ermion chi l'alte doti, i pregi Tanto
sprezzò di lei.
ERMIONE Taci, e se
grata Esser mi
vuoi, lusinga i sensi miei, Pingilo
amante, avviva in me la speme, Ch'ei
ritorni pentito, e che il rimorso Abbia quel
cor dal suo fallir già scosso... Ah no...
senza di lui viver non posso! Amata,
l'amai, L'adoro,
sprezzata;
E sento che mai Quest'alma
piagata L'acerba
ferita Potrà
risanar. Mi tolgan
la vita Le atroci
mie pene, Ma in
queste catene Vo' fida
spirar.
(Si
sente da lungi festiva marcia; indi sul
loggiato in prospetto vedesi Pirro, che
conduce per mano Andromaca. Il
numeroso corteggio attraversa la scena,
mentre cantasi il coro)
CLEONE Ma che
ascolto?
ERMIONE Qual lieto
concento?
CLEONE Infelice!
mi segui...
ERMIONE Oh
tormento!
CLEONE Delle nozze
la pompa si avanza
ERMIONE Ah! lo
perdo! non ho più speranza! Mi
abbandona l'usato vigor!
CORO (che
accompagna il corteggio) Premia o
Amore sì bella costanza, Questa
coppia felice tu rendi; In que'
petti propizio deh scendi, E gli
avviva di tenero ardor.
(In
questo frattempo Ermione è quasi priva di
sensi; guarda sull'alto, e non vedendo
più Pirro, languemente esclama)
ERMIONE Un'empia
mel rapì! Egli più
mio non è! Come si può
così mancar di fedeltà? E questa
soffre il Ciel perfidia ed empietà? E ancor per
l'infedel un fulmine non ha? Scena
Terza
(Coro di
donzelle. e di amici
di Ermione, indi Oreste)
CORO Il tuo
dolor ci affretta a consolarti...
ERMIONE Andate! Tutti da me
sgombrate! Vendetta...
ah sì... vendetta Sol pace a
me darà.
CORO L'addita:
una vendetta Chi a te
negar potrà?
ORESTE Che più a
veder si aspetta? Sei tu così
oltraggiata!
ERMIONE Di'... mi
ami ancora?
ORESTE Ingrata!
Puoi dubitarne?
ERMIONE Ah vanne...
Se l'amor mio ti è caro,
(gli
presenta un pugnale)
Immergi
questo acciaro nel sen del traditor. Del sangue
suo fumante Fa' ch'io
lo vegga... E allor...
ORESTE
(inorridito) Che dici
mai!
ERMIONE Tu amante!
Degno di me non sei, O vile! o
debil cor!
ORESTE Incerto...
palpitante... Chi regge i
passi miei? Quanto mi
costi, o Amor!
(Parte confuso)
Concertante
ERMIONE Se a me
nemiche o stelle, Se irate
ancor non siete, La destra
voi reggete del mio vendicator. De' tristi
affetti miei Strano e
fatal conflitto! Attende da
un delitto ristoro il mio dolor! Misero cor
trafitto! Oh sventurato ardor!
(bis)
CLEONE,
CORO Troppo è
quel cor trafitto Da barbaro
dolor!
(Ermione, che parte
furibonda, è seguita da tutti)
Scena Quarta
(Fenicio,
indi Pilade)
FENICIO Ah qual
sovrasta a Pirro Atra
sciagura! invan le usate vie Io tentai
di quel cor: sordo a' miei prieghi, Ei da sé mi
discaccia, E nel nodo
fatale ebbro si allaccia.
PILADE Ov'è
Oreste, o Fenicio?
FENICIO Io non mi
avvenni in lui finor.
PILADE Vero è, che
Pirro...
FENICIO Ah! troppo!
Così non fosse il ver!
PILADE Oh
forsennato! Già
d'immense falangi Veggo alla
guida Agamennon, che fiero Il grave
oltraggio a vendicar si accinge, Ed Epiro di
assedio avvolge e stringe.
FENICIO A così
trista immagine L'alma
dolente geme!
PILADE E di
evitarsi il turbine Come nudrir
più speme?
PILADE e
FENICIO Quanto sei
sempre infausto Mal
consigliato Amor! Voi, Numi,
ah disarmate Il vostro
giusto sdegno: Da' Greci
allontanate La strage ed il terror.
(bis)
(Partono per opposte vie) Scena
Quinta
(Ermione
nella estrema agitazione, indi Oreste)
ERMIONE Che feci?
dove son? m'insegue ovunque
Spaventevole immago! errante il
piede Ove io
volga non so!... dal mio tiranno Mentre
fugge il pensiero, Amor crudele Al pensier
lo ritorna, e quando a morte lo
abbandona il furor che mi divora, se l'amo o
se l'abborro ignoro ancora. Parmi che
ad ogn'istante, De' suoi
rimorsi al grido, Ei si
arresti, a me rieda, E del suo
lungo error perdon mi chieda. Ma de' suoi
giorni al fin, donna
spietata! Or non
corre per te? rapido oh quanto Fu il cenno
tuo!... Ti offuscò il senno, il ciglio La furia
che t'investe... Ah no!...
fermati, Oreste! Chi ti
spinge a seguir mia rabbia stolta? Fermati! Io
perdono un'altra volta... Ah misera!
deliro! all'aura io spargo I miei
lamenti... e in questo punto... io gelo! Santi Numi
del Cielo! Chi a me
s'avanza? Oreste! al fero sguardo. Al passo
incerto, alle scomposte chiome Già
quest'alma agitata prevede il suo destin...
ORESTE
(presentandole il pugnale datogli, intriso
di sangue) Sei
vendicata.
ERMIONE Vendicata!
e di qual sangue... Giusto
Ciel! quel ferro hai tinto?
ORESTE Tu il
chiedesti? e giace estinto Quel crudel
che ti oltraggiò.
ERMIONE Oh barbarie
orrenda! estrema!
(Coprendosi colle mani il volto inorridita)
ORESTE Già di
Andromaca sul crine Risplendea
regal diadema:
Trascorrendo ogni confine, Pirro,
audace, a' Greci in faccia, Preda vil
di molle affetto, Serbar
d'Ilio al pargoletto Vita e
scettro ancor giurò.
ERMIONE Dei! qual
giuro!
ORESTE A tanto
eccesso Chi frenar
può l'ira ascosa, Che gli
argivi petti invade? Già
lampeggian mille spade, A ferir già
ognun si affretta, E di un
grido di vendetta! Tutto il
tempio risuonò.
ERMIONE Quale
orror!
ORESTE Tutto è
sconvolto... Pirro è
cinto... è a lui rivolto Ogni
ferro... ei cade... il vedo Già
trafitto... a te men riedo... E 'l pugnal, che ad
altra mano affidai, ti rendo...
ERMIONE Oh insano! Oh ardir
folle! ah! va'! ti ascondi, O maggior
di ogni altra belva! Va'! tra'
boschi ti rinselva! Cela al
guardo de' viventi Un sicario,
un traditor!
ORESTE Che mai
dici? quali accenti? Non mi
spinse a tal misfatto Il tuo
labbro seduttor?
ERMIONE
T'ingannasti...
Era un'amante Forsennata,
delirante, che parlò.
ORESTE Che
ascolto!
ERMIONE Ah dimmi... Il mio
cor... sì, questo core... Non
smentiva... anima rea! Ciò che il
labbro a te chiedea? Ne' suoi
palpiti frequenti Non
vedesti, non leggesti, Ch'egli
ardea d'immenso amor?
ORESTE Pirro
amavi? e perché o barbara! Lusingar
gli affetti miei? Ah crudel!
tu fosti e sei Fatal
sempre a questo cor!
ERMIONE Fiere
Eumenidi! sorgete! Voi, che
invoco, ah distruggete D'empio
fallo il tristo autor!
ORESTE Sì...
Del
mio rimorso eterno Mille in
sen furie di Averno Già mi
accrescono l'orror! Scena Ultima
(Pilade
con suoi seguaci e detti)
PILADE Ah! ti
rinvenni!
CORO Fuggiam!
fuggiamo!
PILADE Dall'ira
salvati di un popol forte, Che te sol
chiede... che la tua morte Brama in
vendetta del suo signor.
ERMIONE Ah sarò
paga!
ORESTE No... mi
lasciate... A' miei
nemici mi abbandonate.
PILADE Vieni...
CORO Ti
arrendi...
ORESTE Che
osate... o barbari!
PILADE Cedi
all'amico... vieni... ti guido Fra i cari
amplessi del genitor.
ERMIONE
(vacillando) Mostro! tu
fuggi!
CORO Già il
legno è al lido...
ERMIONE Va' pur...
sia... vindice... quel flutto... infido De'...
tuoi... delitti... del... mio... dolor.
(Cade svenuta)
ORESTE Cadete, o
fulmini! morte! io ti sfido! No, più a
quest'anima non dai terror!
PILADE e
CORO Calmate o
stelle tanto furor!
(Pilade
e i suoi seguaci trascinano verso il lido
Oreste quasi privo di sensi.
<
|
ACTO PRIMERO
(Prisión subterránea, donde hay
varios
prisioneros. Al final de la noche)
Escena
Primera
(Esparcidos por la escena,
tristes y sucios,están los prisioneros frigios,
que lamentan su desdicha. El pequeño
Astianacte, custodiado por algunos
guardias, duerme. Luego, entra
Andrómaca escoltada por Fenicio y
seguida de Atalo y Cefisa)
CORO ¡Toya! ¡Cuán grande fuiste un día! De ti,
¿qué queda aún? ¡Ay! ¿Qué rayo hizo desaparecer tu
primitivo esplendor? ¡Te oprimieron, e incendiaron los
argivos insidiosos! ¡Vil cadenas... ay de mí, oprimen los pies de tus hijos!
FENICIO (señalando a
Astianacte) Contémplalo; en dulce sueño tu hijo descansa. ANDRÓMACA Despiértate, hijo mío, y ven a mis
brazos. CORO ¿Qué te trae a estos lugares de eterno horror? ANDRÓMACA El amor, el materno amor...
Ya os lo dije claramente. CEFISA, ATALO
FENICIO, CORO ¡Oh, cielo! ¡Al menos tú, otórgale una tregua a su dolor! ANDRÓMACA (a su hijo) ¡Mi delicia!
Un solo instante no te apartes de mi pecho. ¡Ah, reconozco en tu semblante a tu valiente padre!
¡Mi esposo! ¡Héctor! ¡Te perdí! ¿Aún no me es permitido seguirte? ¡Hijo amado! ¡Ay!
Sólo tú
eres, quien aún me sujeta a la vida. CEFISA ¡Consuélate, oh desdichada! FENICIO Apacigua tus penas.
ATALO Romperás sus cadenas si a un rey, que siempre te ha
adorado, premiarás su fidelidad. ANDRÓMACA ¡Dejadme!...
¡Oh, dioses!... ¡Callad ¿Por qué, crueles, aumentáis
la crueldad de mi dolor? CEFISA,
ATALO FENICIO, CORO Quien no se conmueva de su tormento, sorda tiene el alma a la piedad. ANDRÓMACA ¡Ay, me mata el cruel tormento! ¡No, por mí no tengáis piedad!
ATALO Al espíritu de tu esposo mucho llanto
has derramado ya. Tú, ilustre ejemplo de rara
fidelidad, deja que entre los muertos descanse el
héroe en paz. Ya es tiempo que a tu hijo se consagre tu corazón.
Podrías
hacerlo plenamente feliz, sin embargo,
soportas verlo encadenado. ¡En su hijo, a tu propio
cónyuge ultrajas! ANDRÓMACA ¿Qué puedo hacer? FENICIO (a
Atalo) En tus astutas palabras puedo descubrir
tus malvadas intenciones. No puedes ocultarlas a Fenicio.
¡Ah, sí, deseas avivar la llama de una nueva guerra!
El funesto estandarte harías
flamear, tú deseas alimentar la ira... ¿Y amigo eres del
Rey? ¿Eres tú,
quien lo ama? ATALO Yo deseo la paz del
rey... ANDRÓMACA ¡En vano
intentas seducir mi corazón! FENICIO Se ha agotado el tiempo
que Pirro
te concedió para que abraces a tu hijo, y, a mí pesar, debo separarte de
él. ATALO (en voz baja, a Cefisa)
Me deja con la palabra en la boca. CEFISA
(En voz baja) Es aconsejable callar... ANDRÓMACA ¡Ay, sí, a pesar mío,
oh tierno
Astianacte, debo dejarte! ¡Ay, para tu amante madre, todo el tiempo, todas las horas son un breve instante! Pero
¿de lágrimas inundas mis
mejillas? ¿Gimes ante mi partida? ¡Ay, me siento morir!.. ¡Qué
dolor! ¡Adiós! (Sale llorando) CEFISA ¡Desdichada
princesa! FENICIO
(Para sí) ¡Pirro es víctima de una
fatal pasión! ATALO
(Para sí) Aplastaré el orgullo de su
corazón... (La siguen)
Escena Segunda
(Jardines del palacio real. Amanece. Cleone
precede a las doncellas
espartanas que, armadas de arcos y flechas, invitan a una partida de caza a
Hermíone. Luego
Pirro, finalmente los nobles de Epiro) DONCELLAS Del oriente el astro del día, feliz y alegre, surgiendo va. CLEONE Con su luz adorna la colina, el prado, todo a nuestro alrededor brillando está. DONCELLAS Únete a nosotras, ven a los bosques, ante tus flechas caerán las fieras. CLEONE Y así tu oprimido amante corazón tendrá un instante de felicidad. DONCELLAS
¡Ay sí! Que tu oprimido amante corazón tenga un instante de alegría.
HERMÍONE
De tantos cuidados ¡oh, amigas! os estoy agradecida; pero
EN VANO ofrecéis alivio
a mi alma. Sólo la venganza y los celos ocupan
mi alma. Mi desdicha ¿no es evidente? ¿Quién no conoce mis desventuras? Osa la esclava
frigia robarme el
corazón de Pirro... ¡Inicua!
Y ante sus
votos rotos, exulta el traidor. PIRRO (no viendo a
Hermíone: luego la
reconoce, y busca evitarla) ¿Aún no regresa? ¿Andrómaca? ¿Dónde está?
¡Cómo
duele su tardanza!... ¡Oh,
cielos! HERMÍONE ¿Tanto molesta a Pirro mi presencia que trata de evitar mi mirada? PIRRO
Te engañas ¡oh, princesa! un asunto
muy importante me requiere en otro
sitio. HERMÍONE (irónica)
¿Un asunto importante? ¿Consolar las angustias de
una viuda dolorida? PIRRO ¿De qué hablas?
HERMÍONE (indignada) ¡No te ruborices! PIRRO
Mi amor por ti... HERMÍONE (interrumpiéndolo, airada)
¿Amor? ¡Calla, perjuro! ¡No sigas!
Leo claramente en tu corazón. La pertinaz pasión
por otra mujer, te
devora. PIRRO ¿Qué? Recuerda que
soy Pirro. ¡No consentiré ninguna afrenta! El amor, si es guiado por el
orgullo, no puede esperar recompensa.
HERMÍONE ¡Tiembla! PIRRO No acostumbro a temblar.
HERMÍONE ¡Venganza! PIRRO Pues... que sea rápida.
HERMÍONE Con bélicas centellas se va a iluminar el cielo. PIRRO ¡Mujer,
el hijo de Aquiles está acostumbrado a vencer!
HERMÍONE
(Para sí) ¡Ay, el ingrato me odia! ¡El traidor me desdeña!
¡Pobre y triste corazón, has nacido para sufrir! PIRRO
(Para sí) ¡Ah, si me he convertido en un
ingrato, es por tu causa, Amor! ¡Permite que
alcance ese corazón que me hace penar!
NOBLES ¡A llegado al puerto la nave de
Orestes, el hijo de Agamenón! PIRRO ¡Orestes!
HERMÍONE ¡Orestes! CORO
Así es. Viene como embajador del primer Rey de Grecia.
PIRRO (Para sí) ¿Por qué ante tal nombre
mi alma se paraliza de terror? HERMÍONE
(Para sí) ¡Ah por fin vino!... ¡Qué júbilo!
¡Mi vengador! PIRRO ¿Te alegras,
Hermíone? HERMÍONE Lo estoy,
pues perderás el trono y eso aplacará mi furor. PIRRO
Te perdono por ser mujer, bien sabes que no temo a
nada. HERMÍONE, PIRRO (Para sí) Un alma más atormentada
¿dónde se ha visto? ¿Por qué tú, dulce tranquilidad,
de mí huyes permanentemente? ¿Cómo puede soportar mi dolorido corazón
una pena tan grande? NOBLES, DONCELLAS
(En voz baja) ¡El Dios ardiente resplandece! De tristes y amargos
sucesos tú eres la causa, ¡oh, Amor! PIRRO
¡Llamad al emisario griego! ¡Convocad a todos los nobles de Epiro! Andrómaca
y Hermíone también deberán estar
presentes, así aprenderán a respetar los deseos de Pirro. Grecia y el mundo verán
que son vanos los intentos de imponer leyes al hijo del gran
Aquiles. Nunca los clarines de guerra lograrán que
mi corazón sienta
temor, y que a los griegos, mi valor, los haga acordarse de Troya. (Sale
junto con los nobles. Las doncellas salen por
otro lado) HERMÍONE ¡Ah, estoy perdida! Andrómaca
triunfará, y en el trono de Epiro la sentará
el traidor: ¡Una venenosa serpiente me tortura
el pecho! ¡Ay, amiga, qué amargas son mis
penas! CLEONE Desdeñaste a
Orestes, que por ti sufre, pues una mortal pasión
se encendió en él por tu belleza Para volver
verte hasta Epiro te ha seguido. Y no sólo viene
como
embajador de los griegos, sino por el fuego
inextinguible que por ti siente. Menos severa deberías
mostrarte con él... HERMÍONE ¡Ah, calla! En este instante no sé lo que siento...
Furiosa y
oprimida, odio a Pirro, a Orestes... ¡y a mí misma!
(Sale) CLEONE ¿Puede su
frío corazón desoír los ruegos? Amor cruel, ¿estas
son tus delicias? (La sigue) Escena
Tercera
(Sala real con rico y magnífico trono.
Orestes avanza fuera de sí. Pílades procura calmarlo) ORESTES ¡Palacio aborrecido! ¡Ah cuánto me perturba el verte!
PÍLADES ¡Detente!... ORESTES Una tirana mujer se aloja dentro de
ti... PÍLADES Pero... ¡calla!... ORESTES ¡Qué sorda se muestra a mis
lágrimas y a mis tiernos suspiros! Me desdeña sólo
por orgullo. Se regocija con mis tormentos y a tanta pasión no le concede
ni siquiera una esperanza. PÍLADES Pero...
¡tu arrebato es excesivo! ¿Debo temer por ti? ORESTES ¡Ay! ¿Cómo esconder
esta llama que me devora el pecho, si mi alma ha perdido la paz? ¿Si el Amor me hace víctima de su cruel poder?
PÍLADES Grecia ha confiado la defensa de sus
derechos sólo en ti. ¡Hijo de Agamenón! Que la razón sea tu guía;
que los afectos ahora callen y que sólo hable el deber. ORESTES ¡Qué funestas angustias! ¿No he de esperar piedad?
PÍLADES ¡Consuélate, Orestes, en mi amistad! ORESTES,
PÍLADES Es una falaz ilusión creer que el amor puede traer al corazón placer y felicidad.
PÍLADES ¿Qué será de ti, si Pirro se percata de
tu pueril pasión? ¿Qué les dirías a los
griegos? Tu propio padre lloró de orgullo cuando supo que te habían elegido para tan honorable misión. ¿Habrá de sonrojarse ante la debilidad de su hijo? ORESTES Tus palabras de reproche me llegan al alma. Demostraré, si me ayuda la suerte,
que soy digno hijo de mi padre. Pero deja al
menos que vea a la hermosa Hermíone siquiera una última vez...
Luego, haré lo que
ordenes. PÍLADES La suerte te
favorece... Pirro se aproxima con Hermíone. ORESTES (se sobresalta al verla) ¡Ella!
PÍLADES ¡Orestes! ¿Dónde quedó tu constancia?
Escena Cuarta
(Pirro es precedido por nobles,
guardias y un numeroso cortejo. Tras él marchan
Hermíone,
Fenicio y Atalo. Se sienta en el trono
y a una señal suya se sientan Hermíone y Fenicio en
lujosos sillones. Orestes y Pílades se sitúan
frente al trono. Entra Andrómaca)
HERMÍONE (viendo a Orestes,
para sí) ¡Me mira y palidece! ORESTES
(A Pílades) ¡Apenas me contengo!
PÍLADES (A Orestes) ¡Refrena tus
emociones! ORESTES (Para sí)
¡Oh, feroz tormento! PIRRO (a Andrómaca, que llega y
permanece al fondo del salón) ¡Andrómaca! ¿Por qué te detienes? Siéntate y escucha. ANDRÓMACA ¡Yo! Majestad...
HERMÍONE (levantándose)
¿Cómo? ¡Es una prisionera troyana! PIRRO Una ilustre mujer siempre ha de ser
respetada. ANDRÓMACA Deja ¡oh, Pirro! que siga humillada y encadenada... PIRRO Quien fuiste recuerdo, y no quién
eres. Siéntate. (Andrómaca obedece)
HERMÍONE
(Para sí) Ardo de cólera. PIRRO
(Para sí) El trueno estallará ahora, ese
fue el relámpago que lo precede. FENICIO
(Para sí) ¡Oh, patria! ¡Ya te veo en cruel
servidumbre! PIRRO ¡Que hable el embajador! ORESTES
(Para sí) ¡Valor!
(En voz alta)
Hablan por mi
boca los reyes de Grecia. Creo que está
claro para todos que fue un falso Astianacte quien
murió y que todo fue un impío artificio. El hijo de Héctor vive y está prisionero aquí. Este
vástago infernal debe ser eliminado. Mientras viva,
representa un peligro para Grecia y para ti
mismo. Estás criando una
serpiente en tu seno. Para vengar la sangre derramada de
su patria, un día podría derramar la nuestra, y Troya volvería a levantarse de
entre sus ruinas. ANDRÓMACA
(Para sí) ¡Ay, qué dolor!
HERMÍONE
(Para sí) ¿Que dirá ahora el ingrato Pirro?
ATALO (Para sí) ¡Qué audaces son sus
palabras! FENICIO (Para sí)
¡Oh, cielos! ¿Qué estoy oyendo? Temo la ira de
Pirro y me confundo... PIRRO (baja del trono) A Grecia y a ti, así contesto.
La mano del hijo de
Aquiles empuña de nuevo su lanza. No teme a nada
ni a nadie el conquistador de Troya. De mi botín de guerra
dispongo a mi antojo. Quizás aún veas a Astianacte compartir el trono conmigo..
HERMÍONE ¿Qué dices? ANDRÓMACA
(Para sí) ¡Oh, qué vana esperanza! ORESTES Entonces Grecia tiene razón al temerte, como si fueras un hijo
rebelde. PIRRO Por Grecia desafié a las estrellas, de laureles orné las frentes de sus
reyes, el nombre de Magna y su triunfo me los debe a mí.
HERMÍONE, ANDRÓMACA
(Para sí) ¡Oh, dulce esperanza! ¡Cómo te
pierde mi alma! PÍLADES, ORESTES
FENICIO, ATALO, CORO (En voz baja) ¡Calma tu corazón, como jamás lo has podido hacer! PIRRO (a Andrómaca)
¡Ah, serena tu triste mirada, desecha finalmente tanto rigor, y piadosa, acepta el corazón, que te ofrece tu amante, el
rey! HERMÍONE ¿Podré refrenar mi furor? Astros tiranos,
¿podéis permitirlo? ¡Ah, de ese pecho, nido de
engaños, id, oh furias, a arrancar el
corazón! PIRRO No te temo. Mi alma te desprecia.
Ante mí, en vano puedes ostentar furor. Se han roto
las cadenas que nos unían y puedes regresar a Esparta en
paz. Otra pasión ya enciende Himeneo en mí. ¡Para
mi, volverá a brillar el cielo! ORESTES
(Para sí) ¡Ah! ¿Quién sabe si, arrepentida, mi
bien tanta aspereza sabrá mitigar?
HERMÍONE, ANDRÓMACA
(Para sí) ¡No puedo soportar penas tan crueles!
Mi alma va a escapar de mi pecho. CORO
(En voz baja) ¡Ah, ya suenan las trompeta de
Marte a desatar la ira asesina en los corazones! (Pirro
se marcha con el cortejo. Hermíone y Orestes
se alejan)
PÍLADES (Para sí) Es peligroso quedarse aquí
Los
barcos griegos deben zarpar. Orestes me seguirá, pues
siempre escucha mi voz. (Sale) ANDRÓMACA
Ven, Fenicio, condúceme ante Pirro. Que salga de su
engaño: ¡yo nunca seré su esposa! FENICIO Si logras disipar su loco deliro, tendrás la gratitud de Grecia y
Epiro. (Se marchan) Escena
Quinta
(Exterior del palacio real,
como al principio. Hermíone, Cleone, luego
Orestes) CLEONE ¿Y aún piensas en Pirro, a pesar de
todos los ultrajes e injurias que te ha
hecho? HERMÍONE ¡Ya no, lo detesto
tanto como lo amé! La venganza deseo. En mi mente sólo hay pensamientos
asesinos. CLEONE Orestes está dispuesto a hacer lo
que tú quieras. Allí viene. HERMÍONE
(Para sí) ¡Oh, dioses! CLEONE Sobre sus pasos camina confundido,
palpitante, contémplalo... ya llega. Depón tu orgullo.
HERMÍONE Sabes que mi alma es esquiva a las
ternuras. CLEONE ¿Quieres vengarte? Entonces aviva en él la esperanza. (Sale)
HERMÍONE ¡Oh, que momento!
Ante su
presencia ¿por qué se agita mi corazón? ORESTES ¡Ay, mi adorada diosa!
¡Que placer me concede mi suerte, pues suspiré por
ellas miles de veces, y finalmente contemplo tus amadas
pupilas! HERMÍONE ¿Devuelves mi
rechazo, con dulces palabras de amor?
¡No, tan noble Orestes, no puedes ser!
Te he tratado con rigor... y me
arrepiento. ORESTES ¡Ámame y tu
rigor perdonaré! HERMÍONE ¿Amarte? ORESTES ¡Ah sí, mi bien! ¡Tu amor es lo que pido... tu amor!
HERMÍONE ¿Y como podré hacerlo, si
ha sido robado el corazón de mi
pecho? ORESTES ¿No puedo
alimentar esperanzas? ¿Sólo me queda morir?
HERMÍONE Me verás morir antes a mí
y así cesará tu sufrimiento. ORESTES ¡Ay no... basta ya... ingrata!
Antes di que me aborreces HERMÍONE No soy tan despiadada,
solamente tu paz anhelo. Férvidas oraciones por ti al
cielo elevé hasta ahora. ORESTES ¡Ah, cruel es mi destino! ¡Sólo oraste por Orestes, pero a Pirro consagraste el
corazón! HERMÍONE, ORESTES Almas
desventuradas que sufrís a la par mía, ¿decidme si hay otro tormento
mayor que el mío? Escena Sexta
(Coro de nobles y doncellas,
Pirro con su séquito; luego Andrómaca,
Pílades, Fenicio,
Atalo, Cefisa y Cleone
en espera) CORO ¡Por fin el héroe ha derrotado
a su malhadada pasión! Él renueva sus votos, vuelve al su bien amada, la
prudencia triunfó. HERMÍONE Y ORESTES
(Para sí) ¿Qué están diciendo? ¿Por qué
palpita el corazón en mi pecho? PIRRO (a Orestes) Tus palabras han convencido finalmente
a mi alma. Si hasta ahora me movió la piedad, hoy estoy convencido de cuál es mi
deber. Le debo a mi padre y a mi gloria hacer lo
que Grecia pide. A ti te entrego al único heredero de Troya. CLEONE,
PÍLADES, FENICIO (Para sí) ¡Cielos! ANDRÓMACA, CEFISA, ATALO
(Para sí) ¡Qué desdicha!
HERMÍONE
(Para sí) ¿Deberé creer a ese ingrato? ORESTES
(Para sí) ¿Y qué hacer ahora? PIRRO Que reine la paz,
(a
Hermíone)
y sea prenda de ella esta mano, qué a ti te otorgo.
(Para sí)
Este es el precio que debe pagar
esa alma cruel que me desdeñó. HERMÍONE
(Para sí) ¿Puedo tener esperanzas?...
PÍLADES (Para sí)
Tengo que temer. HERMÍONE, PÍLADES
(Para sí) ¿Será posible? ORESTES, PIRRO
(Para sí) ¿Penar?... ANDRÓMACA
(Para sí) ¿Morir?... ANDRÓMACA, ORESTES, PIRRO
(Para sí) ¿Deberé? CLEONE, CEFISA, ATALO
(Para sí) ¡Qué cambio! FENICIO
(Para sí) Quizás un dios le habló a ese
corazón? TODOS (En voz baja) ¡En qué cruel estado me encuentro!
¡Qué hacer, que decir no sé! PIRRO (a
Atalo, que sale con algunos
guardias) ¡Traeda Astianacte! ANDRÓMACA ¡Ay,
a tus pies suplico! PIRRO ¡Apártate! ANDRÓMACA (a
Hermíone) De tu buen corazón imploro...
HERMÍONE ¡Apártate de mí! ¡Esposo,
ven a mis brazos!... ¡Ya no deseo nada más! ORESTES
(Para sí) ¡Impía!
PÍLADES (A Orestes) ¿Qué haces? ORESTES
(A Pílades) ¡Déjame! HERMÍONE, FENICIO
(Para sí) ¡Ah, qué placer! ANDRÓMACA, ORESTES, PIRRO
(Para sí) ¡Qué angustia! Las penas que me torturan
¿cómo podré ocultar? (Atalo trae entre guardias a
Astianacte) PIRRO Es este, vedlo,
¡el hijo de Héctor! (Mientras está por asir a
Astianacte, Andrómaca se interpone y, desesperada, le dice a Pirro) ANDRÓMACA
¡Señor, déjame que reconsidere!... PIRRO (con alegría) ¿Será posible?
HERMÍONE ¡Qué dices, traidora! ¡Vete!
¡Huye! ¡Oh, qué delirio! ¡Llévate al niño! PIRRO ¡Ah, modera tu desdén! ¡Vamos, detente!
HERMÍONE (Toma a Pirro de la
mano, y en tono decidido) ¡Pirro, mantén tu
promesa! Mostrar piedad ahora, sería un
delito. PIRRO ¡Tigre de Ircania! ¡Furia despiadada! ¿Quién te supera en crueldad? Concertante
TODOS ¡Despiadado destino,
de tus tormentos no podemos
escapar! PÍLADES (A Orestes) ¡Orestes, sígueme! Temo por
ti... ¡Ha perdido la razón! ORESTES
(A Pílades) ¡Amigo, déjame! ¡La muerte
pondrá fin a mi atormentado destino! ANDRÓMACA
(Para sí) ¡Antes de perderte, oh hijo
amado, tu madre morirá por ti! LOS OTROS CON EL CORO
(Para sí) ¿Qué nuevos rayos lanzará el
destino? ¡Ha desaparecido la calma! TODOS ¡Cómo
puede resistir el corazón esta inexorable adversidad!
ACTO SEGUNDO
(Atrio del palacio real. El mar se ve a lo
lejos a través de una hilera de
columnas, bajo las cuales hay una magnífica
galería) Escena Primera
(Atalo, llega apresurado a ver a
Pirro.
Cleone, entra después y se mantiene
expectante; luego Andrómaca y Cefisa)
ATALO ¡Buenas noticias, majestad! PIRRO
¿Cuáles son? ¡Habla!
ATALO Aceptando tus deseos, al fin se rinde la princesa
troyana. PIRRO ¡Qué feliz soy! Pero
¿cómo lo
sabes? ATALO Cefisa, a petición
mía, intercedió por ti y ella ablandó su corazón. La amenaza de entregar su hijo a
los griegos fue lo que convenció a Andrómaca. PIRRO ¡Ah,
un exceso de placer me
invade! ATALO ¡Al fin, el cielo premia mis
esfuerzos! CLEONE (Para sí)
¡Qué escucho! PIRRO ¡Mi fiel sirvo! ¡Cuánto te debo! ¡Ah,
que venga la princesa! Que sus labios anuncien mi
felicidad. El inesperado anuncio, traerá el fin de mis tristes días,
augurándome una feliz y luminosa aurora. Sin embargo, mi alma aún
alberga dudas...
ATALO Todo responde a tus deseos. Voluntariamente
por ahí llega... PIRRO ¡Ay, Cielos! ¡Andrómaca! ¿Es verdad? CLEONE
(Para sí) ¡Infeliz Hermíone! Ahora que tu
desdicha sabrás por mí, ¿qué podrás hacer?
(Sale) CEFISA (A Andrómaca
que llega) ¿Aún estás indecisa? Si
quieres perder a tu hijo, cambia de opinión....
(Parte) ANDRÓMACA (Para
sí) ¡Qué miserable soy! ¿Qué haré? PIRRO ¿Puedo esperar que se haya apiadado de mi sufrimiento aquella a quien
adoro? ¿La que gobierna y rige mi
vida? ANDRÓMACA (Para sí) ¡Resiste,
corazón mío! Reprime tu repugnancia
(A
Pirro)
Tus deseos son órdenes para
mí. PIRRO ¡Oh, amables palabras!
Atalo, corre
al templo y apresura los preparativos de la boda.
Que liberen a Astianacte y tratadlo como a mi propio
hijo. (Atalo sale) ANDRÓMACA
(Para sí) ¿Qué momento! ¡Oh, dioses! Espíritu de mi querido esposo ¿estás aquí, a mi lado, airado? Vamos, descansa en paz, no dudes de mí. Espero poder salvar a tu hijo
sin serte infiel. PIRRO ¡Ah! ¿Por qué están tristes tus
ojos? ¿Por qué dudas? ¿Por qué temer la amenaza del ejército griego, si Pirro está de tu lado, si
soy un escudo para tu hijo y para
ti? ANDRÓMACA ¡Espera, mi señor!...
¡Ay, dioses! PIRRO ¡Ah! ¡Ven, bien mío! Dúo ANDRÓMACA Temo el rigor de una suerte
adversa. PIRRO Todo ha cambiado desde que el Amor se ha apiadado de mí.
¡Ven a jurar tus votos ante el altar! ¡Ven a reinar,
mi diosa! Ya cesó la crueldad de tu suerte avara.
(bis) ANDRÓMACA (Para
sí) Me tendrás, pero fría e inerte. Me complacería decirte que mi alma descenderá al averno
siendo aún fiel a mi esposo
(bis) (Pirro sale)
Escena Segunda
(Andrómaca, luego
Hermíone
seguida
por Cleone y Fenicio) ANDRÓMACA Que se cumpla mi destino. No veo otro camino para escapar de esta situación extrema que: o ser infiel a mi amado Héctor, o ser despiadada y matricida. Primero que Pirro jure ante los
dioses la salvación del pequeño Astianacte. Y luego, que venga a mí... ¡Qué angustia! A sus pies me verá morir. Quizás el
recuerdo de mi muerte hará despertar en él una chispa de compasión por mi
hijo. HERMÍONE ¿A dónde, impía, a dónde
te diriges? ¿Al templo? ¿Al
trono? Mientras yo viva, no
esperes jamás poder estrechar la mano del infiel
Pirro. ANDRÓMACA ¿Añades a mis males tus cuitas? FENICIO Pero di,
¿no son ciertos los rumores que dentro de poco Pirro...
HERMÍONE ¿Y qué duda queda, Fenicio?
Las intrigas y malas artes
que usó la arpía, han dado resultado. Ella ha enterrado en el olvido su promesa y hasta su propio honor. ANDRÓMACA
¿Malas artes, intrigas? ¡Vamos, cállate! En mí respeta a quien no conoces...
Podría haberlas usado... Pero soy
tan distinta a ti que, generosa, tus agravios
perdono. (Sale) FENICIO ¡Oh, qué incauto es Pirro! CLEONE ¡Oh, desdichada amiga!
HERMÍONE ¡Ella marcha al triunfo! ¡Ah!
¿Dónde está Pirro? ¡Antes de abandonarme, me
escuchará! Fenico, si te conmueve mi amargo pesar, corre, ve
a ver al ingrato...
háblale de... la fidelidad prometida, el amor,
los juramentos... ¡Todo, recuérdale a ese ingrato! Dile que viste llorar a quién
aún no conoce, lo que demuestra su maldad. ¡Ojalá, que a estas amargas
lágrimas les infundan al traidor si no amor, por
lo menos piedad! FENICIO ¡Ah, quiera el
cielo que mis
palabras logren convencer su alma
pertinaz! (Sale) CLEONE
¿Acaso es digno de Hermíone quien ha desdeñado sus
virtudes, y tanto la desprecia?
HERMÍONE Calla, y si quieres que te aprecie, halaga mis
sentidos y dime que él aún me ama. Reaviva en mí la esperanza de que
él vuelva arrepentido y que sienta
remordimientos por los errores de su
corazón... ¡Ay no... sin él no puedo vivir! Él me
amó, yo lo amé; lo adoro, aún desdeñada; y siento
que en mi alma lacerada la amarga herida jamás
cerrará. Me arrancan la vida mis amargas penurias, pero encadenada a mi amor quiero morir fiel a él.
(Se oye a lo lejos una festiva marcha. Luego, sobre el fondo en
perspectiva, se ve a Pirro que acompaña a Andrómaca. El numeroso cortejo atraviesa la
escena, mientras canta el coro) CLEONE Pero
¿qué escucho? HERMÍONE ¿Qué es esa música festiva? CLEONE ¡Desdichada!
Sígueme... HERMÍONE ¡Qué tormento! CLEONE Se acerca el cortejo nupcial.
HERMÍONE ¡Ay, lo perdí! ¡No me quedan
esperanzas! ¡Las fuerzas me abandonan! CORO (que
forma el cortejo) Premia, ¡oh, Amor! tan hermosa
constancia. ¡Haz feliz a esta pareja! En sus
pechos desciende propicio y enciéndelos con una viva pasión. (En este ínterin
Hermíone está
casi inconciente; mira a lo alto, y
habiendo perdido de vista a Pirro,
exclama) HERMÍONE ¡Una impía me lo ha robado! ¡Él ya no es mío! ¿Cómo pudo traicionarme así? ¿Tanta perfidia e impiedad tolera
el cielo? Y sobre el infiel... ¿no cae
un rayo?
Escena Tercera
(Coro de doncellas y amigos
de Hermíone, luego Orestes) CORO Tu dolor venimos a consolar...
HERMÍONE ¡Marcharos! ¡Alejaos todos de mí! La venganza... ah sí... sólo la
venganza puede traerme la paz. CORO
¡Indícanos cómo! ¿Quién te la podrá
negar la venganza? ORESTES ¿Qué debemos esperar? ¡Has
sido ultrajada! HERMÍONE Dime... ¿todavía me amas? ORESTES ¡Ingrata! ¿Puedes dudarlo?
HERMÍONE ¡Ah!... Si mi amor valoras,
(le entrega un puñal)
clava este acero en el pecho del
traidor. Haz que yo vea su sangre caliente derramada...
y entonces.. ORESTES (horrorizado) ¡Qué dices!
HERMÍONE ¡No eres un amante digno de mí! ¡Vil! ¡Cobarde! ORESTES Incierto... tembloroso... ¿Quién guiará mis pasos? ¡Cuánto exiges de mi, oh Amor!
(Sale confundido) Concertante
HERMÍONE ¡Oh,
dioses! Si no estáis en mi contra, si no estáis enojados conmigo, guiad la mano de mi vengador. ¡Extraño y fatal conflicto de mis tristes pensamientos! ¡Esperar
que un crimen consuele
mi dolor! ¡Pobre corazón despedazado! ¡Oh,
desdichada pasión!
(bis) CLEONE, CORO ¡Demasiado sufre
tu corazón
destrozado por un cruel dolor! (Hermíone, que
se marcha furibunda,
es seguida por todos sus fieles vasallos)
Escena Cuarta
(Fenicio, luego
Pílades) FENICIO ¡Ah, un terrible destino amenaza a
Pirro! En vano he tratado de convencerlo. Sordo a mis consejos, me expulsó
de su lado y ahora, alegremente, ajusta el nudo
fatal. PÍLADES Fenicio, ¿dónde está Orestes? FENICIO Aún no lo he visto.
PÍLADES ¿Es cierto que Pirro?... FENICIO ¡Ah, demasiado cierto! ¡Ojalá no
lo fuera! PÍLADES ¡Está loco! Ya veo venir las falanges
griegas guiadas por Agamenón, para vengar este
grave ultraje. Epiro será asediada y atacada. FENICIO ¡Ah, tan terrible imagen hace estremecer mi alma!
PÍLADES ¿Y qué esperanza podemos tener de evitar este torbellino?
PÍLADES, FENICIO ¡El insensato Amor siempre trae desventuras!
¡Vosotros, dioses, refrenad vuestro justo desdén!
¡Alejad de nosotros el terror que nos deparan los
griegos! (bis) (Salen por
lados opuestos) Escena Quinta
(Hermíone sumamente agitada, luego
Orestes) HERMÍONE ¿Qué hice? ¿Dónde estoy? ¡Me persigue una
espantosa visión! ¡Errante, no sé a dónde voy!... ¡Cuando
alejo de mi
mente al tirano el amor lo devuelve a mis
pensamientos; y aún cuando la furia que me devora lo condena a muerte, no sé todavía si lo amo o lo
aborrezco! Creo que en cualquier momento escuchará la voz de su conciencia
y arrepentido, vendrá a mí suplicando perdón por su error. Pero
¿acaso no soy yo la causa de su muerte? ¡Qué
rápido di la orden! Se me nubló la vista y mi razón fue cegada por la furia
que me invade... ¡Ah, no!... ¡Detente, Orestes! ¿Por
qué obedeces a mi ira
insensata? ¡Detente! Lo perdono una vez más... ¡Ay, pobre de mí! ¡Deliro! ¡Al aire
esparzo mis lamentos!... ¡Santos dioses del cielo! ¿Quién se acerca?... ¡Orestes! Con
feroz mirada, con paso incierto y cabellos
desordenados... ¡Mi alma prevé lo peor! ORESTES (presentándole el puñal que ella
le diera, empapado de sangre) ¡Estás vengada!
HERMÍONE ¡Vengada! ¿Y con qué sangre... ¡justo
cielo!... este puñal has teñido? ORESTES ¿Tú lo pediste?
Yace muerto el cruel que te ultrajó.
HERMÍONE ¡Qué horrorosa barbarie! ¡Extrema!
(Se cubre el rostro horrorizada) ORESTES Ya sobre la frente de Andrómaca
resplandecía la corona real cuando,
transgrediendo todos los límites, Pirro, audazmente juró ante los
griegos, dominado por sus bajas pasiones, conservar la vida del vástago
troyano y coronarlo rey. HERMÍONE ¡Dioses! ¡Qué juramento! ORESTES ¿Ante tanto exceso, quien podía refrenar la ira que invadía el pecho de los
griegos? ¡Ya relampagueaban mil espadas, dispuestas a herirlo, cuando se oyó un grito de venganza! El eco resonó en todo el templo.
HERMÍONE ¡Qué horror! ORESTES Todo se
precipitó... Fue rodeado
y todas las espadas contra él se
dirigieron. Murió... lo vi atravesado. Hacia ti regreso... y el puñal, que confiaste a mi mano, te
devuelvo... HERMÍONE ¡Ah, insano! ¡Ah, qué loca insensatez! ¡Ay!
¡Vete! ¡Bestia salvaje, peor que
cualquier fiera! ¡Vete, regresa a la selva! ¡Sicario, traidor, ocúltate a la mirada de los
hombres! ORESTES ¿Qué dices? ¿Qué palabras enuncias? ¿No me impulsaron a cometer el
crimen tus seductores labios?
HERMÍONE Te equivocaste...
Era la voz de una
amante enloquecida la que te
habló. ORESTES ¡Qué escucho!
HERMÍONE
¡Ah, dime!... ¿No te percataste que
mi corazón desmentía lo que mis labios te
pedían? ¿En sus latidos frenéticos no viste, no leíste, que ardía
por un inmenso amor? ORESTES ¿A Pirro amabas? ¡Oh,
cruel! ¿Y por qué me hiciste ilusionar? ¡Ah, cruel! ¡Tú siempre fuiste y
eres una mujer fatal para mi corazón!
HERMÍONE ¡Furias vengadoras! ¡Surgid! ¡A vosotras os invoco!
¡Destruid al impío autor de este crimen! ORESTES ¡Sí!...
Un eterno remordimiento
invade mi alma. Mil furias del Averno ya acrecientan mi horror!
Escena Última
(Pílades con sus seguidores y los
antedichos) PÍLADES ¡Ah, por fin te encuentro! CORO ¡Huyamos! ¡Debemos huir!
PÍLADES Escapa de la furia de un pueblo que sólo a ti te busca… que tu
muerte reclama en venganza por la muerte
del rey. HERMÍONE ¡Ah, así estaré recompensada! ORESTES No... me dejéis... abandonado a mis enemigos.
PÍLADES ¡Ven!... CORO ¡Ven con nosotros!... ORESTES
¿Qué pretendéis?... ¡Oh, crueles!
PÍLADES Sigue mi consejo de amigo... vamos...
ve junto a los brazos de tu
padre. HERMÍONE (vacilando) ¡Monstruo! ¡Huyes! CORO
¡Ya los barcos están en el puerto!...
HERMÍONE
¡Vete!... Que sean las
olas las que venguen tu crimen... y
mi... dolor. (Cae desmayada) ORESTES ¡Caed, oh rayos! ¡Muerte, yo te
desafío! ¡No aterroricéis más a esta alma!
PÍLADES, CORO ¡Calmad o dioses tanto furor! (Pílades y sus seguidores
arrastran hacia el puerto a Orestes, casi sin
sentido.
Digitalizado y traducido por:
José Luís Roviaro 2020
|