DEMETRIO Y POLIBIO

 

 

 

Personajes

 

DEMETRIO

POLIBIO

LISINGA

SIVENO

                      Rey de Siria bajo el nombre de Eumene  

                                         Rey de Partia

                                        Hija de Polibio


                                     Hijo de Demetrio

                          Tenor

                            Bajo

                      Soprano


                    Contralto 

 

La acción se desarrolla en Partia a mediados del siglo II a.C.

ATTO PRIMO



(Sala di udienza con trono da un lato)

Scena Prima

(Grandi del regno, guardie,

Polibio e Siveno a’ suoi piedi)

POLIBIO
Mio figlio non sei,
pur figlio ti chiamo,
lo merti, lo bramo
chiamarti così!

SIVENO
Son grato al tuo dono:
rammento chi sono,
son figlio infelice,
che vive per te.

POLIBIO
Sostegno sarai
del regno e di me.

SIVENO
Se fido ti amai
lo sai, o mio Re.

POLIBIO
Ti stringo al mio seno.

SIVENO, POLIBIO
Laccio sì caro,
nodo sì forte
la sola morte
scioglier potrà.

POLIBIO
Vanne al tempio, o Siveno,
e là m’attendi!
Sospiro il dolce istante
di darti del mio amor pegno verace.
Oggi vuo’ che Lisinga
d’indissolubil nodo a te si stringa.

SIVENO
Oh gioia! oh dolce dì!
Signor, concedi...

POLIBIO
Alzati, appien m’è nota
l’indole del tuo cor con pari affetto
costante a te sarà questo mio petto.

SIVENO
Pien di contento in seno
men volo al caro oggetto,
per te felice appieno
questo mio cor sarà.
Che gioia, che momento!
Il cor brillar mi sento,
di più bramar non so.

(parte)

Scena Seconda

(Al suono di bellicosa marcia, Eumene si avanza con
doni e seguito; Polibio sale sul trono circondato da’
suoi; un Parto situa il sedile per l’ambasciatore)

EUMENE
Il monarca di Siria al Re de’ Parti
invia salute e pace,
e pegno d’amistade in questi doni.
Da me suo messaggiero
tu non sdegnarli, o Sire,
e fa’ del mio signor pago il desire.

POLIBIO
E perché meco
si generoso il tuo signor? qual merto?...

EUMENE
E a chi noto non è del Re de’ Siri
il magnanimo cor? E a te il dovea
più che ad altri mostrar.

POLIBIO
E perché mai?

EUMENE
Per l’alto tuo valor, per tue virtudi,
perché da te brama tal cosa, o Sire,
che gli sta a cuore assai;
né sorprender ti dei;
ma i doni accogli,

e ascolta i detti miei.

(siede)

POLIBIO
Parla.

EUMENE
Nella tua reggia
dell’estinto Mintèo trovasi il figlio...

POLIBIO
E che perciò?

EUMENE
Quel giovinetto
troppo caro è al mio Re; di quel Mintèo,
che fin che visse fu delizia sua,
Siveno è figlio, e dell’amato vecchio
questa sola memoria a lui rimane,
e a te coi preghi il chiede.

POLIBIO
Egli chiede Siven? vana lusinga;
io troppo l’amo, e del mio amore in pegno
porre lo vuo’ di questo trono a parte,
né sarà mai ch’io veggia
allontanar Siven da questa reggia.

EUMENE
Ma rifletti che neghi al Re di Siria,
che il mio sovran possente
ciò che ottener non può con dolci inchieste
egli avrà colla forza e col suo brando.

POLIBIO
Sia pur possente d’armi
il Re de’ Siri; quel de’ Parti ha petto
che non trema a’ perigli
quando il diritto il mova;
ei crede suo Siven, te ingiusto crede.

EUMENE
E non ebbe Siven forse i natali
del mio Re nella reggia?

POLIBIO
E nudrito, ed istruito
non venne poi nella mio corte?

EUMENE
(alzandosi)
Dunque?

POLIBIO
(alzandosi)
Dunque Siven non cedo;
queste porta al tuo Re libere note,
faccia poi ciò che più gli aggrada e puote.

EUMENE
Pensaci, o Sire, e guarda
che non t’abbia a pentir...

POLIBIO
(scende dal trono)
Ti accheta, audace;
E che? dovrò pentirmi
di mia ragion che si m’assiste e giova?

EUMENE
Non assiste ragion i sensi tuoi,
ma ben chiami ragion ciò che tu vuoi.

POLIBIO
Non cimentar lo sdegno,
che accendi nel mio petto

(Fra sè)

Tutto mi fa sospetto.

(Ad Eumene)

Vanne, ritorna al Re.

EUMENE
Parto per or, ma solo
lungi da questo regno;
il tuo rifiuto indegno
fatale a te sarà.

POLIBIO
Non più, superbo, taci.

EUMENE
Avvampo di furor.

EUMENE, POLIBIO
Già serpe nel mio seno
il più crudel veleno
per tormentarmi il cor.

EUMENE
Ma pensa ben...

POLIBIO
Pensai.

EUMENE
E l’ira sua?

POLIBIO
Nol temo.

EUMENE
Paventerai, lo spero,
il mio deluso Re.

EUMENE, POLIBIO
Odio, furor, dispetto
io provo in tal cimento;
nel rimirarlo sento
tutte le furie in me.

(partono da lati opposti)

Scena Terza

(Magnifico tempio con ara, e trono da un lato.
Siveno, sacerdoti e popolo; indi Polibio seguito

da Grandi del regno, in fine Lisinga)

SIVENO
O di Polibio sudditi fedeli, amati Parti,
la vostra vista oh quanto mi consola!
Voi oggi dunque testimon sarete
delle mie fauste nozze: oh bella sorte!
Lisinga, oh dolce sposa...

POLIBIO
Figlio.

SIVENO
Ah, signore e padre!

POLIBIO
Diletto figlio, vieni a questo seno.

SIVENO
Eccomi, o padre: or son felice appieno.

(Nel mentre che si canta il coro, Polibio sale sul trono)

CORO
Nobil gentil donzella,
in sì ridente giorno
arrida a te d’intorno
pace, riposo, amor.

LISINGA
Deh! fate, amici Dei,
che in tal momento
lieta respiri ogn’alma
di gioia, di piacer e di contento.
Alla pompa già m’appresso
or superba di mia sorte
nel vederti a me consorte
coll’amor del genitor.

POLIBIO
Dell’ara v’appressate, o figli al piede,
eterno qui vi unisca
amore e fede.

LISINGA, SIVENO
(dinanzi all’ara)
Questo cor ti giura amore,
mia speranza, mio tesoro.
Per te sol, che tanto adoro,
sì, fedel ognor sarò.

SIVENO
Caro bene.

LISINGA
Sposo amato...

LISINGA, SIVENO
Questo cor ti giura amore,
mia speranza, mio tesoro.
Per te sol, che tanto adoro,
sì, fedel ognor sarò.

SIVENO
Sì, mia vita, sarai
sempre com’or tu sei
la delizia, il piacer de’ giorni miei.

LISINGA
E se di questo petto
la pura fé, l’affetto
o scemarsi, o cangiar potessi mai
mi detesti il tuo cor quant’io t’amai.

POLIBIO
(scendendo dal trono)
Figli non più: felici in questo giorno
alfin voi siete. Io sento
compita la mia gioia in tal momento.

LISINGA
Se per te liena io sono
deggio vivere a te.

SIVENO
Indivisi gli affetti
con lei serbo, o signor. M’avrai nel regno
genero, figlio, difensor, sostegno.

POLIBIO
Ah cari figli...

LISINGA
Padre, sospiri?...

SIVENO
Forse pentito sei!

POLIBIO
No, v’ingannate.
Altra cagion di duol m’agita il seno.

LISINGA
Parla, che mai t’affanna?

POLIBIO
Demetrio, de’ Siri Re potente,
a me spedì messaggio e ricchi doni,
e mi chiede Siveno...

SIVENO
O ciel!

LISINGA
Lo spera invano...

POLIBIO
E’ questa, o figli, sol del mio dolore
l’aspra cagione che mi strazia il core.

SIVENO
No, non temer, sì vil non è Siveno,
io primo l’armi impugnerò.

LISINGA
Nel campo
formidabil sarò con lui ognora,
dolce mi fia per voi la morte ancora.
Sempre teco ognor contenta
t’amerò mia dolce speme.
Stringe amor le mie catene.
Non temer: avrem vittoria
e la Persia esulterà.

SIVENO
Sì mio ben, quest’alma amante
per voi sol respirerà.

POLIBIO
Più fatale e fiero istante
no, di questo non si dà.

LISINGA
(fra sè)
Qual eccesso di tormento
vo soffrendo, oh Dio! nel core.

(Forte)

Goderemo in sen d’amore
la più gran felicità.

SIVENO
(fra sè)
Non turbar si bell’ardore,
giusto cielo, per pietà.

POLIBIO
(fra sè)
Sono oppresso dal timore,
vacillando il cor mi va.

(Parte Lisinga con i Grandi del regno)

SIVENO
Che pensi, o padre! e non seguiam Lisigna?

POLIBIO
Figlio, non sai quanto il mio cor tormenti
di perderti il timor.

SIVENO
Deh cessa, o padre,
da sì tristi pensier: di questo giorno
non perturbar la gioia.
E’ giusto il ciel, né di sinistro evento
con noi crudel sarà: ch’anzi difesa
vorrà farsi al mio uopo, e assister pronto
al mio benefattor... lo spero...

.POLIBIO
Ascolti
i nostri voti il Cielo,
e per gaudio comune in dolci modi
renda sempre più saldi i vostri nodi.

(Partono)

Scena Quarta

(Gran piazza con veduta del palazzo reale.
Eumene con seguito)

CORO
Andiamo taciti
a lento passo,
regni il silenzio,
lungi il timor.

EUMENE
Amici, omai propizia appieno
mi si mostri la sorte,
e tutto ho già disposto:
servi, custodi, ognuno
mi guadagnai coll’oro,
altro non manca ormai
che unione ed ardire: or ben sentite,
l’opera dividiam; e voi in prima
per questa parte entrate, e voi per quella,
e al limitar delle reali stanze
aspettatemi tutti;
io frattanto co’ miei
attenderò il momento;
il Ciel a noi darà forza e ardimento.
All’alta impresa tutti
andiam con alma forte.
Del vostro Re la sorte da noi dipenderà.

CORO
Del nostro Re la sorte il ciel proteggerà.

EUMENE
Clemente ciel, che ai miseri
sola speranza sei,
seconda i voti miei,
non farmi palpitar.
Da mille affanni oppressa
l’alma mi sento in petto;
Ah! figlio mio diletto
quanto mi fai penar!

CORO
Il suo verace affetto
quanto lo fa penar!

EUMENE
L’ora fatal s’appressa,
compagni non temete;
se fidi a me sarete,
valor trionferà.

CORO
Numi, se giusti siete,
per noi trionferà.

(Partono tutti)

Scena Quinta

(Gabinetto reale con alcova e sofà. Notte. Lisinga
in atto di riposarsi, indi Eumene da una porta laterale

seguito da’ suoi, tutti armati e con faci ardenti)

LISINGA
Mi scende sull’alma
un dolce sopore;
io poso; ma il core
posar più non sa.

EUMENE
Fermatevi.
Io sol m’inoltrerò. Contento io sono;
il ciel mi porge l’opportuna sorte;
ecco Siven nel sonno immerso; vieni,
mia diletta speranza...

LISINGA
E quale ardir! pietà, soccorso, aita...

EUMENE
Ingannato mi son; oh rabbia!
Non sei tu quel che cerco;
ma se non sei Siveno,
vieni meco per lui ostaggio almeno.

LISINGA
Ohimè, crudel, che tenti,
ah vile traditore...

EUMENE
Mi seguì, o il mio furore
tutto su te cadrà.

LISINGA
Mi lascia.

EUMENE
Invan lo speri.

LISINGA
Sposo, tradito sei...

EUMENE
Ardir, amici miei...

(Incendiano da varie parti.)

LISINGA
Padre soccorso, oh Dio!
Salvami per pietà.

SIVENO, POLIBIO
(vedendo il passo impedito dal fuoco)
Stelle, che veggio, o Dei,
oh nero tradimento!

EUMENE
Or più le furie sento
per lor tu trema ancor.

LISINGA
Barbaro, orror mi fai,
mostro di crudeltà.

EUMENE
La pena pagherai
col giusto mio rigor.

SIVENO, POLIBIO, CORO
(crescendo sempre il fuoco)
Ovunque è chiuso il passo,
più scampo a noi non resta.
Numi, che pena è questa,
che notte di terror?

LISINGA, EUMENE
Che fiera angoscia è questa.
mi si divide il cor.

LISINGA
Se voi ancor mi udite,
le voci mie seguite;
il cor mancar mi sento,
io moro... che dolor!

(sviene fra le braccia di Eumene)

EUMENE
Si compia; omai venite,
l’ardire mio seguite;
in si fatal cimento
trionfi il mio valor.

(conducendo via Lisinga)

POLIBIO
Guardie, deh! mi seguite,
da questa parte, udite...
ancor sua voce sento
che lacera il mio cor.

SIVENO
Miei fidi, ohimè! sentite!
Non v’è più tempo, udite...
questo è crudel tormento
che lacera il mio cor.

CORO
Tutto ci fa spavento;
ah salvati, signor.



ATTO SECONDO


(Gabinetto reale)

Scena Prima

(Grandi del regno, indi Polibio, poi Siveno)

CORO
Ah che la doglia amara
si legge nel suo volto,
in qual periglio è avvolto,
misero genitor!

POLIBIO
Ove la cara figlia
involata sarà; per ogni intorno
la cerco, e non la trovo;
dove il perfido, oh Dio,
avrà tratta Lisinga?
O figlia mia, o solo mio diletto,
per te mille tormenti io sento in petto.
Come sperar riposo,
dove trovar la figlia?
Di voi chi mi consiglia;
misero, che farò?
Nel rammentar quel perfido
avvampo di furore,
il vile traditore
per le mie man morrà.

SIVENO
Venite, o fidi miei,
Lisinga a liberar.

POLIBIO
L’indegno, ove s’asconde
da te scoperto fu?

SIVENO
Tutto m’è noto, o padre.

POLIBIO
Oh sorte qual momento!
Tutte le furie io sento
per vendicarmi ancor.

POLIBIO, SIVENO, CORO
Si voli dunque a lei;
a noi rendete, o Dei,
Lisinga per pietà.

(partono)

Scena Seconda

(Luoghi remoti poco lungi dalla città. Eumene,
che conduce Lisinga scortato da’ suoi, indi
Siveno e Polibio con loro seguito)

LISINGA
Dove vuoi trarmi,
perfido traditor?

EUMENE
Alta cagion m’induce
di qui celarti...

LISINGA
Crudel, t’intendo, dal diletto sposo,
dal mio buon genitor strappar mi vuoi,
e trarmi forse...

EUMENE
No, non temer; amo Siveno;
e in te la sposa sua
so rispettar.

LISINGA
A lui dunque mi guida.

EUMENE
Non lo sperar...

LISINGA
Dunque m’uccidi.

SIVENO
(dentro le scene)
Qui s’asconde quell’empio.

POLIBIO
Ov’è l’indegno? mora.

LISINGA
Deh mi salvate...

EUMENE
(a Polibio)
Miralo, nella destra ha il ferro ancora.
Donami omai Siveno
o le trafiggo il petto.

(in atto di uccidere Lisinga)

POLIBIO
(prendendo Siveno per mano)
Gl’immergo il ferro in seno,
pria di donarlo a te.

EUMENE
Dunque la figlia mora...

POLIBIO
T’arresta, o qui lo sveno.

EUMENE
Crudel, che tenti, oh Dei!

POLIBIO
L’ira non so frenar.

LISINGA
Passami pure il core,
ma placa il genitore;
tel chiedo per pietà.

SIVENO
Passami pure il core,
ma placa il suo furore;
tel chiedo per pietà.

EUMENE
(vedendo la medaglia che tiene al collo)
Qual segno, o Dei! mio figlio.

POLIBIO
Come! suo padre sei?

EUMENE
(cambiandosi i figli)
Ecco la figlia tua.
Rendimi il figlio mio.
Giuro amistade e fé.

POLIBIO, EUMENE
(abbracciando Polibio Lisinga ed Eumene Siveno)
Figlio/a qual gioia io provo,
or che tu salvo/a sei...
più viver non potrei,
caro/a senza di te.

LISINGA, SIVENO
Padre, qual gioia provo
or che placato sei!
Più cari i lacci miei
saranno ognor con te.

EUMENE
Figlio?

SIVENO
Oh Dio!

LISINGA
Siveno a noi ritorna.

SIVENO
Lisinga, oh padre amato.

EUMENE
Io solo a te son padre.

LISINGA, SIVENO
Il/mi diede a me/lei in consorte.

POLIBIO
A lui son padre e Re.

EUMENE
Non più, da lui ti scosta.

LISINGA, SIVENO
Deh pensa al tuo periglio.

POLIBIO
Meco vivrai col figlio!

EUMENE
Mai questo non sperar.

POLIBIO, EUMENE
All’armi, o fidi miei.
D’ira s’accende il petto
la mia vendetta affretto
più non mi so frenar.

(Eumene co’ suoi separano Lisinga da Siveno e
partono. Polibio dà delle disposizioni per non essere
sorpreso e Siveno s’abbandona sopra un sasso.)

LISINGA, SIVENO
Tu mi dividi, o Dei!
dal caro amato oggetto.
Squarciar mi sento il petto,
che barbaro penar!

Scena Terza

(Eumene e Siveno)

EUMENE
Vieni, caro, al mio sen.

SIVENO
Ov’è Lisinga?
Dov’è il mio Re? dov’è il mio padre?

EUMENE
Mi abbraccia, io ti son padre,
e se più certo vuoi
essere del vero che ti dico, o figlio,

(accennando le medaglie che tiene al collo)

fissa su questi segni attento il ciglio.

SIVENO
Oh Dio!

EUMENE
Sappi che padre tuo non fu Mintèo,
ed io tuo genitor
a lui ti consegnai nel rio tumulto
quando Trifone di Demetrio il regno
tutto struggere volea.
Per me Mintèo ti trasse di periglio
qual figlio suo;
ma pur di me sei figlio.

SIVENO
Perdon ti chiedo, o padre,
pietà del mio lamento;
per lor morir mi sento
senza poter morir.

EUMENE
Ah! ti consola, o figlio,
e tutto spera in me.

SIVENO
Se leghi i nostri cuori
sollevi le mie pene,
felice col mio bene
ognor sarò per te.

(Partono.)

Scena Quarta

(Sala d’udienza con tavolino e sedie. Grandi del regno,
indi Lisinga che si siede in atto di dolore, poi Polibio)

LISINGA
Io più sposo non ho,
per man d’un empio
egli mi fu rapito;
barbara sorte!
Dammi, o Cielo crudel, dammi la morte.

POLIBIO
Figlia, fa’ cor, di qua non lungi Eumene
attendato fermossi...

LISINGA
Lascia che io l’armi impugni...

POLIBIO
Come! giovane donna?...

LISINGA
Lasciami o padre andar, il Cielo rende
forte colui che la ragion difende.

POLIBIO
Ebben tu mi precedi,
incoraggisci i tuoi; il Cielo aita
conceda a tutti; egli ti renda ardita.

(parte)

LISINGA
Se fidi siete,
se meriti pietà una sventurata
vendicatemi voi; meco vi prega
l’amato padre mio, da mostro infame
sgombrate alfine questo regno; a voi
lo chiede il vostro onore,
il pianto della patria e il mio dolore.
Superbo, ah! tu vedrai
se abbasserai l’orgoglio.
Or vendicar mi voglio,
indegno traditor.

CORO
S’ucciderà...

LISINGA
Lo sposo.

CORO
Ah sì cadrà...

LISINGA
L’altero.
Pietà desti lo sposo,
del mio dolor pietà.

CORO
Per noi non v’è periglio...

LISINGA
Vendetta vi chiedo
son tutta furore;
m’uccide il dolore
mi sento mancar.
Quel mostro, quell’empio
si vada a svenar.

CORO
Si vada, si corra,
si compia lo scempio.
Quel mostro, quell’empio
sapremo svenar.

(Partono.)

Scena Quinta

(Accampamento a vista della città. Guardie accampate,
Eumene dalla sua tenda, indi Siveno e Lisinga seguita
da’ suoi)

EUMENE
Ove andò? che mai feci!
Dunque partì mio figlio:
Ei sol piangeva nel comun contento.
Lascia, diceva, che a Polibio vada;
di ritornar ti giuro con Lisinga,
o mi vedrai morire a’ piedi tuoi.
Sì crudel non sarà con suo periglio
ch’ei stesso voglia privarmi del figlio.
Ah padre incauto! al pianto suo cedesti.
Ingiustissimi Dei, se mel togliete,
voi alle fure mie lo renderete.
Folle che dico?
Che fo, con chi mi sdegno?
il reo son io.
Misero me!... ahi che vacillo, oh Dio.
Lungi dal figlio amato
mi si divide il core,
conforto al mio dolore
di voi chi mi darà?

CORO
Da’ fine al tuo timore,
il figlio tornerà.

EUMENE
Amici, a voi son grato,
pietà del mio tormento,
io solo avrò il contento
s’ei fido a noi verrà.

LISINGA, CORO
(guardando dentro le scene)
Eumene scellerato
trafitto al suol cadrà.

EUMENE
Stelle!
Tradito io sono.
Perfido figlio indegno
tu preverrai lo sdegno
del cieco mio furor.

LISINGA
Si sveni il traditore...

SIVENO
(inginocchiandosi)
Eccoti il petto, il cor.

LISINGA
(le cade il ferro)
Tu stesso mi disarmi?

SIVENO
Difendo il padre mio...

EUMENE
Or vinto alfin son io
dal tuo figliale amor.
Ah figli miei diletti,
venite a questo seno.
Io vostri dolci affetti
io stesso pagherò.

LISINGA, SIVENO
Padre mio, a questi detti
grato il cor ti giura affetto...

EUMENE
A Polibio ognun si affretti
i miei sensi a riportar.

LISINGA, SIVENO
Se con noi lo stringi al petto
il suo cor giubilerà.

EUMENE
Voi sarete, o cari oggetti,
la mia sol felicità.

(parte con Lisinga e Siveno)

CORO
Oh qual gioia, qual diletto
or la Persia/Siria proverà.

Scena Sesta

(Tutti si pongono in ordinanza per marciare cantando il
coro, dopo del quale Eumene, Lisinga e Siveno con essi
s’incamminano verso la città. Rimangono tutti sospesi
incontrandosi con Polibio e di lui seguito)

CORO
Festosi al Re si vada
ad apportar la pace,
s’accenda ormai la face
per così bella union.

POLIBIO
Oh Ciel, che miro! Lisinga la figlia
in amistà col rapitor messaggio!

EUMENE
Non rapitor son io, non son messaggio.
Ma sotto queste spoglie
in tal mentita guisa
il Monarca di Siria omai ravvisa.

(Siveno cogli Assiri s’inginocchiano
formando tutti un quadro generale.)

POLIBIO
Tu il Monarca?

LISINGA
Del mio Siven tu il padre?

SIVENO
Mia Lisinga, qual gioia!

EUMENE
Sì, Demetrio son io: timor m’indusse
spoglie a mentir, per riaver il figlio,
dubitando di lui se nato io fossi;
or tutti cari egualmente mi siete;
e se t’è grado
meco d’unirti in amistade eterna,
ogni passato evento
dimentica, o Polibio, e tutto dona
al mio paterno amor. La nostra fede
con più tenaci nodi ora si stringa;
Siven viva felice con Lisinga.

TUTTI
Quai moti al cor io sento
di gioia e di contento!
Alfin al sen ti stringo,
oggetto del mio amor.

CORI
Più felice e grato istante
no, di questo non si dà.
D’un amore sì costante
la memoria resterà.



ACTO PRIMERO



(Sala de audiencias con trono a un lado)

Escena Primera

(Nobles del reino, guardias, Polibio,
y Siveno a sus pies)


POLIBIO
¡No eres mi hijo,
sin embargo hijo te llamo!
Lo mereces.
Deseo llamarte así.

SIVENO
Estoy agradecido de tu favor:
recuerdo quien soy,
soy un hijo infeliz
que vive gracias a ti.

POLIBIO
Sostén serás
del reino y mío.

SIVENO
Si, siempre te he sido fiel
lo sabes muy bien, ¡oh, mi rey!

POLIBIO
Te estrecho contra mi pecho.

SIVENO, POLIBIO
Lazo tan preciado,
nudo tan fuerte,
sólo la muerte
desatar podrá.

POLIBIO
Ve al templo ¡oh, Siveno!
y allá espérame.
Ansío el dulce instante en que te daré
una real prueba de mi amor.
Hoy deseo que Lisinga
se una a ti con un nudo indisoluble.

SIVENO
¡Qué alegría! ¡Qué dulce día!
Señor, no merezco...

POLIBIO
¡Levántate! Conozco muy bien
lo que siente tu corazón y con idéntico afecto
te estrecharé contra mi pecho.

SIVENO
Con el alma colmada de alegría
corro junto a mi amada;
por ti, completamente feliz,
mi corazón será.
¡Qué alegría, qué momento!
Siento que mi corazón se inflama
y nada más puedo desear.

(sale)

Escena Segunda

(Al son de una marcha militar, Eumene entra
con su séquito trayendo regalos; Polibio sube
al trono y recibe al embajador de Siria)

EUMENE
El monarca de Siria al Rey de Partia
envía sus saludos de paz y,
como prenda de amistad, estos obsequios.
Por mi intermedio, su embajador,
no los desdeñéis ¡oh, señor!
y aceptad los dones de mi soberano.

POLIBIO
¿Y por qué es tan generoso conmigo tu señor?

¿Qué mérito tengo?...

EUMENE
¿Quién no conoce cuán magnánimo corazón
tiene el Rey de Siria?
A ti, más que a nadie, él quiere demostrártelo.

POLIBIO
¿Y por qué?

EUMENE
Por tu gran valor, por tus virtudes,
porque de ti desea una cosa ¡oh, Majestad!
que es muy importante;
y no ha de sorprenderte;
pero antes acepta los regalos
y escucha mis palabras.

(se sienta)

POLIBIO
Habla.

EUMENE
En tu palacio real
se encuentra el hijo del extinto Minteo...

POLIBIO
¿Y?

EUMENE
Ese jovencito
es muy apreciado por mi rey;
a quien Minteo, mientras vivió, hizo muy feliz.
Siveno se llama ese hijo y como
es el único recuerdo que le queda del anciano,
a ti te lo requiere como un favor.

POLIBIO
¿Él me pide a Siveno? Vana ilusión.
Yo lo amo, y en prenda de ese amor,
le tengo reservado mi trono.
¡Nunca he de ver a Siveno
alejarse de este palacio real!

EUMENE
Piensa que te opones al Rey de Siria,
que es mi poderoso señor,
y que lo que él no puede obtener por las buenas
lo obtendrá por fuerza de su espada.

POLIBIO
Aunque sean poderosos los ejércitos sirios,
el pecho de los partos
no tiembla ente el peligro
cuando los asiste el derecho.
Y créeme, es injusto entregar a Siveno.

EUMENE
¿Acaso no nació Siveno
en el palacio de mi rey?

POLIBIO
¿Y criado, y educado,
no ha sido en mi corte?

EUMENE
(levantándose)
¿Entonces?

POLIBIO
(levantándose también)
Entonces no cedo a Siveno;
lleva a tu rey esta respuesta
y que él haga lo que crea más conveniente.

EUMENE
Piénsalo bien ¡oh, señor!
mira que no vayas a tener que arrepentirte...

POLIBIO
(bajando del trono)
¡Cálmate, osado!
¿Qué? ¿Acaso tendré que arrepentirme
del derecho que me asiste y favorece?

EUMENE
No te asiste tal derecho,
más bien llamas derecho a tu deseo.

POLIBIO
No acrecientes la ira
que ya se enciende en mi pecho.

(para sí)

Todo me hace sospechar.

(A Eumene)

Vete, regresa junto a tu rey.

EUMENE
Me marcho
lejos de este reino;
pero sólo a ti,
tu indigno rechazo fatal te será.

POLIBIO
¡Basta, soberbio, cállate!

EUMENE
Ardo de furia.

EUMENE, POLIBIO
Ya serpentea en mi pecho
el más cruel veneno
que atormenta mi corazón .

EUMENE
Pero piénsalo bien...

POLIBIO
Ya lo pensé.

EUMENE
¿Y la ira de mi rey?

POLIBIO
No la temo.

EUMENE
Temerás, así lo espero,
a mí decepcionado rey.

EUMENE, POLIBIO
Odio, furor y despecho
experimento ante esta situación;
sólo de pensarlo
siento todas las furias nacer en mí.

(salen por lados opuestos)

Escena Tercera

(Magnifico templo con altar y trono a un lado.
Siveno, sacerdotes y pueblo; luego Polibio
seguido por los nobles, finalmente Lisinga)

SIVENO
¡Oh, fieles súbditos de Polibio, queridos partos!
¡Oh, cuánto me consuela veros!
Hoy seréis testigos de mi fausta boda.
¡Qué gran suerte!
¡Lisinga, oh dulce prometida!...

POLIBIO
¡Hijo!

SIVENO
¡Ah, señor y padre!

POLIBIO
¡Querido hijo, ven a mis brazos!

SIVENO
¡Aquí estoy, oh padre! Soy totalmente feliz.

(El coro canta y Polibio sube al trono)

CORO
Noble y gentil doncella,
que en tan feliz día
te acompañen
la paz, el sosiego y el amor.

LISINGA
¡Ah, hadas y dioses propicios,
que en este momento
insufláis en cada alma
alegría, placer y felicidad!
A la solemne procesión me acerco hoy,
orgullosa de mi suerte,
al ver que mi prometido
es acogido con amor por mi padre.

POLIBIO
Acercaos al pie del altar ¡oh, hijos!
Que aquí os una eternamente
el amor y la fidelidad.

LISINGA, SIVENO
(ante el altar)
Este corazón te jura amor;
mi esperanza, mi tesoro.
Sólo a ti, a quien tanto adoro,
sí, siempre fiel seré.

SIVENO
¡Amada mía!

LISINGA
¡Esposo amado!...

LISINGA, SIVENO
Este corazón te jura amor;
mi esperanza, mi tesoro.
Sólo a ti, a quien tanto adoro,
sí, siempre fiel seré.

SIVENO
Sí, mi vida, serás siempre
como ahora eres
la delicia y el placer de mis días.

LISINGA
Y si en mi pecho la fidelidad o el cariño
menguasen o cambiaran,
que me deteste tu corazón
tanto como el mío te ama.

POLIBIO
(bajando del trono)
Hijos míos, más felices
no podéis ser en este día.
En este momento la alegría me embarga.

LISINGA
Si lo que soy a ti te lo debo,
debo vivir por ti.

SIVENO
Indivisible amor guardo por ella ¡oh, señor!
En tu reino me tendrás como yerno,
hijo, defensor y sostén.

POLIBIO
¡Ah, queridos hijos!...

LISINGA
Padre, ¿suspiras?...

SIVENO
¿Quizá estás arrepentido?

POLIBIO
No, te engañas.
Otra razón de pena oprime mi corazón.

LISINGA
Habla, ¿qué te angustia?

POLIBIO
Demetrio, el poderoso Rey de Siria,
me envió un mensaje y ricos presentes,
a cambio de que le entregue a Siveno...

SIVENO
¡Oh, cielos!

LISINGA
Lo espera en vano...

POLIBIO
Es ésta ¡oh, hijos! la única y cruel causa
del dolor que tortura mi corazón.

SIVENO
No, no temas, tan vil no es Siveno.
Yo seré el primero en empuñar las armas.

LISINGA
En el campo de batalla
siempre estaré con él,
dulce me sea por ti la muerte.
Siempre contigo, siempre feliz,
te querré, mi dulce esperanza.
¡Aprieta, amor, mis cadenas!
No temas:
venceremos y Partia exultará.

SIVENO
Sí mi bien, mi alma amante
sólo por ti vivirá.

POLIBIO
Un instante más fatal y cruel que éste
no puede haber.

LISINGA
(Para sí)
Que gran tormento
estoy sufriendo ¡oh, Dios! en el corazón.

(en voz alta)

Gozará nuestro pecho por el amor
y la más grande felicidad.

SIVENO
(para sí)
No turbes tan hermosa pasión,
justo cielo, por piedad.

POLIBIO
(para sí)
Me oprime el temor,
mi corazón está vacilando.

(Sale Lisinga con su séquito)

SIVENO
¿Qué piensas? ¿No seguimos a Lisinga?

POLIBIO
Hijo, no sabes cuánto atormenta
mi corazón el temor de perderte.

SIVENO
Deja de lado ¡oh, padre!
esos tristes pensamientos,
no perturbes la alegría de este día.
El cielo es justo y en este momento aciago
no será cruel con nosotros;
incluso estará de mi lado
y me asistirá protector... así lo espero...

POLIBIO
Que el cielo escuche
nuestros votos
y que la alegría general
haga vuestra unión cada vez más fuerte.

(Salen)

Escena Cuarta

(Gran plaza con vista al edificio real.
Eumene con su séquito)

CORO
Vayamos callados
y con paso lento,
que reine el silencio,
y se aleje el temor.

EUMENE
Amigos, hoy la suerte se me presenta propicia
y todo ya lo he preparado.
Sirvientes y guardias,
a todos he sobornado con oro
y ahora no nos falta otra cosa
que unión y osadía.
¡Oídme bien! Dividamos la tarea;
vosotros primero por esta parte entrad
y vosotros por aquella,
cerca de las habitaciones reales
esperadme todos.
Yo, mientras tanto, con mis hombres
esperaré el momento oportuno.
El cielo nos dará fuerza y coraje.
Marchemos todos a cumplir
nuestra importante misión con valentía.
La suerte de vuestro rey de nosotros dependerá.

CORO
La suerte de nuestro rey el cielo protegerá.

EUMENE
Cielo clemente, tú que eres
la única esperanza de los miserables,
secunda mi votos,
no me hagas palpitar.
Siento en mi pecho el alma
oprimida por mil afanes;
¡Ay, hijo querido,
cuánto me haces penar!

CORO
Su sincero afecto
¡cuánto lo hace penar!

EUMENE
La hora fatal se acerca.
Compañeros, no temáis,
si me sois fieles,
el valor triunfará.

CORO
Dios de la victoria, si justo eres,
por nosotros triunfarás.

(Salen todos)

Escena Quinta

(Alcoba real. Es de noche. Lisinga a punto
de acostarse, Eumene entra seguido por sus
hombres armados y con antorchas)

LISINGA
Sobre mi alma
cae un dulce sopor;
descanso, pero mi corazón
no sabe ya descansar.

EUMENE
¡Deteneos, sólo yo entraré!
Estoy contento pues el cielo
me acerca la oportuna suerte.
He ahí a Siveno inmerso en el sueño.
¡Ven, mi querida esperanza!...

LISINGA
¡Qué osadía! ¡Piedad, socorro, auxilio!...

EUMENE
¡Me he equivocado! ¡Rabia!
No eres tú a quien busco;
pero si no eres Siveno,
vendrás conmigo al menos como un rehén.

LISINGA
¡Ay de mí!, Cruel, ¿qué intentas?,
¡Ay, vil traidor!...

EUMENE
¡Sígueme, o toda mi furia
sobre ti caerá!

LISINGA
¡Déjame!

EUMENE
Lo esperas en vano.

LISINGA
¡Esposo mío, has sido traicionado!...

EUMENE
¡Valor, amigos!...

(prenden fuego en varios lugares)

LISINGA
¡Padre, socorro! ¡Oh, Dios!
¡Sálvame por piedad!

SILENO, POLIBIO
(viendo su paso impedido por el fuego)
¡Cielos, qué veo, oh Dios!
¡Qué gran traición!

EUMENE
Ahora aún siento más furia.
¡Tiembla!

LISINGA
¡Cruel, me causas horror!
¡Monstruo de crueldad!

EUMENE
La pena pagarás
con mi justo rigor.

SIVENO, POLIBIO, CORO
(el fuego sigue creciendo)
El paso está cerrado por todos lados,
no hay forma de salvarla.
¿Dioses, qué pena es esta?
¡Qué noche de terror!

LISINGA, EUMENE
¿Qué feroz angustia es ésta?
Se me parte el corazón.

LISINGA
Si podéis oírme,
¡seguid mis gritos!
¡Siento que mi corazón desfallece!
¡Me muero... qué dolor!

(se desmaya en brazos de Eumene)

EUMENE
¡Ya está hecho! ¡Vamos!
Seguidme con osadía;
en tan fatal aventura
triunfará mi valor.

(llevándose a Lisinga)

POLIBIO
¡Guardias, aquí! ¡Seguidme!
¡Por ahí, oíd!...
Todavía siento su voz
que lacera mi corazón.

SIVENO
¡Mis leales hombres, ay de mí! ¡Oíd!
No hay más tiempo, oíd...
éste cruel tormento
lacera mi corazón.

CORO
Todo da espanto;
¡ah, sálvate!..



ACTO SEGUNDO


(Habitaciones reales)

Escena Primera

(Nobles del reino, luego Polibio, después Siveno)

CORO
¡Ay, qué dolor amargo
se lee en su rostro!
En qué peligro está envuelto,
¡pobre padre!

POLIBIO
¿Dónde estará mi querida hija?
Por todos lados la busco
y no la encuentro.
¿Dónde el pérfido, oh Dios,
habrá llevado a Lisinga?
¡Oh, hija mía! ¡Oh, mi único bien!
Por ti, mil tormentos siento en el pecho.
¡Cómo hallar sosiego!
¿Dónde encontraré a mi hija?
¿Quién puede aconsejarme?
¡Pobre de mí! ¿Qué haré?
Al recordar a ese pérfido
el furor me invade.
El vil traidor
por mis manos morirá.

SIVENO
¡Venid aquí, leales soldados!
¡Vayamos a liberar a Lisinga!

POLIBIO
¿Dónde se esconde el indigno?
¿Lograste encontrarlo?

SIVENO
Todo lo he revisado ¡oh, padre!

POLIBIO
¡Ay suerte, qué momento!
Todas las furias siento
que me impulsan a vengarme.

POLIBIO, SILENO, CORO
¡Oh Dios, si es tu voluntad,
devuélvenos a Lisinga,
por piedad!

(salen)

Escena Segunda

(En un lugar remoto algo alejado de la ciudad.
Eumene, que lleva a Lisinga, escoltado por sus

hombres, luego Siveno y Polibio con su séquito)

LISINGA
¿Dónde quieres llevarme,
pérfido traidor?

EUMENE
Una muy buena razón
me induce a esconderte aquí...

LISINGA
Cruel, te entiendo, de mi amado esposo,
de mi buen padre me quieres arrebatar,
y quizás arrastrarme...

EUMENE
¡No, no temas, quiero a Siveno!
Y en ti,
a su esposa sabré respetar.

LISINGA
¡Llévame entonces con él!

EUMENE
Ni lo esperes...

LISINGA
¡Entonces mátame!

SIVENO
(entrando en escena)
¡Aquí se esconde el impío!

POLIBIO
¿Dónde está el indigno? ¡Que muera!

LISINGA
¡Ah, salvadme!...

EUMENE
(a Polibio)
Mira, en mi mano todavía tengo la espada.
¡Entrégame a Siveno
o le traspaso el pecho!

(amenaza con matar a Lisinga)

POLIBIO
(Tomando a Siveno de la mano)
Le clavaré la espada en el pecho
antes de entregártelo a ti.

EUMENE
Entonces, tu hija morirá...

POLIBIO
Detente, o aquí lo mato.

EUMENE
¡Cruel! ¿Qué intentas? ¡Ay Dios!

POLIBIO
¡Mi ira no sé refrenar!

LISINGA
¡Traspásame el corazón,
pero aplaca a mi padre!
Te lo pido por piedad.

SIVENO
¡Traspásame el corazón,
pero aplaca su furor!
Te lo pido por piedad.

EUMENE
(viendo la medalla que Siveno lleva colgada)
¿Esa señal? ¡Oh Dios, mi hijo!

POLIBIO
¡Cómo! ¿Eres su padre?

EUMENE
(intercambian sus hijos)
He aquí tu hija.
Devuélveme a mi hijo.
¡Juro amistad y lealtad!

POLIBIO, EUMENE
(Polibio abraza a Lisinga y Eumene a Siveno)
Hijo/a qué alegría experimento.
Ahora que estás a salvo...
No podría vivir sin ti,
querido/a mío/a.

LISINGA, SIVENO
¡Padre, qué alegría siento
ahora que te has sosegado!
Más amorosos serán
contigo mis vínculos.

EUMENE
¿Hijo?

SIVENO
¡Oh, Dios!

LISINGA
¡Siveno, regresa a nosotros!

SIVENO
¡Lisinga! ¡Oh, padre amado!

EUMENE
Sí, yo soy tu padre.

LISINGA, SIVENO
El / ella me fue dado/a como esposa/o.

POLIBIO
De él soy padre y rey.

EUMENE
¡Basta ya, apártate de él!

LISINGA, SIVENO
¡Vamos, piensa en el peligro que corres!

POLIBIO
¡Conmigo vivirás con un hijo!

EUMENE
¡Nunca esperes algo así!

POLIBIO, EUMENE
¡A las armas, oh mis fieles soldados!
La ira inflama mi pecho
y mi venganza tanto se acrecienta
que no la puedo refrenar.

(Eumene con sus hombres separan a Lisinga de
Siveno y salen. Polibio da disposiciones para no
ser sorprendido y Siveno cae sobre una piedra.)

LISINGA, SIVENO
¡Tú me separas, oh Dios!
De mi adorado/a bienamado/a.
¡Siento mi pecho desgarrado,
por tan cruel pesar!

Escena Tercera

(Eumene y Siveno)

EUMENE
¡Ven, querido hijo, a mis brazos!

SIVENO
¿Dónde está Lisinga?
¿Dónde está mi rey? ¿Dónde está mi padre?

EUMENE
¡Abrázame, pues yo soy tu padre!
Y si quieres una prueba
irrevocable de lo que digo ¡oh, hijo!

(señala la medalla que tiene colgada del cuello)

mira con detenimiento este objeto.

SIVENO
¡Oh, Dios!

EUMENE
Has de saber que tu padre no fue Minteo,
y que yo, tu verdadero padre,
a él te entregué en medio del feroz tumulto
cuando Demetrio buscaba
destruir todo mi reino.
Por mí, Minteo te alejó del peligro
como si fueras su hijo;
pero en verdad tú eres mi hijo.

SIVENO
Perdón te pido ¡oh, padre!
Ten piedad de mi lamento;
por él morir me siento
sin poder morir.

EUMENE
¡Ah! Consuélate ¡oh, hijo!
y confía plenamente en mí.

SIVENO
Si ligas nuestros corazones
aliviarás mis penas,
feliz con mi bienamada
por siempre seré por ti.

(Salen)

Escena Cuarta

(Sala de audiencias. Nobles, luego Lisinga que
se sienta expresando su dolor, después Polibio)

LISINGA
Ya no tengo esposo,
pues por la mano de un impío
me fue arrebatado;
¡Cruel suerte!
¡Dame, oh cielo cruel, dame la muerte!

POLIBIO
Hija, ten valor, pues no lejos de aquí
Eumene detuvo su marcha...

LISINGA
¡Deja que yo empuñe las armas!...

POLIBIO
¡Cómo! ¿Tú?, ¿Una muchacha?...

LISINGA
Déjame ir ¡oh padre!, pues el cielo vuelve fuertes
a los que defienden la razón.

POLIBIO
¡Está bien, tú me precederás!
Ten coraje y que el cielo nos ayude a todos.
Que él te transforme en valiente.

(sale)

LISINGA
Si me sois fieles,
si os merece compasión una desdichada,
¡vengadme!
Os lo ruega mi querido padre.
Arrojad ese monstruo infame del reino.
Os lo requiere vuestro honor,
el llanto de la patria y mi dolor.
Soberbio ¡ah! verás como
tu orgullo es abatido.
Quiero vengarme de ti,
indigno traidor.

CORO
¡Lo mataremos!...

LISINGA
Mi esposo.

CORO
¡Sí, caerá!...

LISINGA
Que el orgulloso de mi esposo
no os despierte piedad.
¡Tened compasión de mi dolor!

CORO
Para nosotros no hay peligro...

LISINGA
Venganza os pido
llena de furor;
me mata el dolor
me siento desfallecer.
A ese monstruo, a ese impío
vayamos a aniquilar.

CORO
¡Vayamos, corramos,
matemos al traidor!
A ese monstruo, a ese impío
sabremos aniquilar.

(Salen)

Escena Quinta

(Campamento a la vista de la ciudad. Guardias
acampados, Eumene en su tienda, luego Siveno y
Lisinga seguida por los suyos)

EUMENE
¿Donde fue? ¿Qué hizo?
Entonces... ¿mi hijo se marchó?
Sólo él lloraba en medio de tanta felicidad.
Deja, me dijo, que vaya con Polibio.
Juro regresar con Lisinga,
o me verás morir a tus pies.
Tan cruel no será con su amenaza
que él mismo quiera privarme de mi hijo.
¡Ah, padre incauto, ante su llanto cediste!
Injustos dioses, si me lo arrebatáis,
entregad a mi enemigo a mi furor.
Loco ¿qué digo?
¿Qué hago, con quién me ofendo?
El único culpable soy yo.
¡Pobre de mí!... ¡Ah vacilo, oh Dios!
Lejos del hijo amado
se parte el corazón.
¿Quién de vosotros le dará
consuelo a mi dolor?

CORO
Da fin a tu temor,
tu hijo volverá.

EUMENE
Amigos, os lo agradezco.
Tened piedad de mi tormento,
pues sólo tendré felicidad
si él regresa finalmente.

LISINGA, CORO
(entrando en escena)
¡El perverso Eumene
caerá atravesado por la espada!

EUMENE
¡Cielos!
He sido traicionado.
Pérfido e indigno hijo
tú recibirás el desdén
de mi ciego furor.

LISINGA
¡Matad al traidor!...

SIVENO
(arrodillándose ante ella)
Aquí tienes mi pecho y mi corazón.

LISINGA
(se le cae la espada)
¿Tú mismo me desarmas?

SIVENO
Defiendo a mi padre...

EUMENE
Finalmente he sido vencido
por tu filial amor.
¡Ay, mis queridos hijos,
venid a mis brazos!
Vuestros dulces afectos
yo mismo compensaré.

LISINGA, SIVENO
Padre mío, por esas palabras
mi agradecido corazón te jura su afecto...

EUMENE
A Polibio todos vayamos
a expresar nuestros sentimientos.

LISINGA, SIVENO
Si con nosotros lo abrazas,
su corazón exultará.

EUMENE
Vosotros seréis ¡oh, queridos!
mi única felicidad.

(sale con Lisinga y Siveno)

CORO
¡Oh! ¡Qué alegría, qué deleite
ahora Persia / Siria obtendrá!

Escena Sexta

(El pueblo inicia la marcha cantando hacia la
ciudad, tras él Eumene, Lisinga y Siveno. Todos
quedan paralizados al encontrarse con Polibio
y su séquito)

CORO
¡Alegres vayamos ante el rey
para aportar la paz!
¡Que se encienda la antorcha
de tan hermosa unión!

POLIBIO
¡Oh, cielos, qué veo!
¡Mi hija Lisinga, junto al mensajero raptor!

EUMENE
No soy un raptor, ni soy un mensajero.
Bajo este disfraz,
vestido con estas ropas,
¿no reconocéis al monarca de Siria?

(Siveno y los asirios se arrodillan formando
un cuadro general.)

POLIBIO
¿Tú, el monarca?

LISINGA
¿El padre de Siveno?

SIVENO
¡Lisinga, qué alegría!

EUMENE
Sí, soy yo, Demetrio.
El temor me indujo a disfrazarme
para recuperar a mi hijo,
pues dudaba que aún viviera.
Todos me sois igualmente apreciados;
y si os agrada uniros a mí en eterna amistad,
todo acontecimiento pasado será olvidado.
¡Oh, Polibio, cede a mi paternal amor!
Nuestra alianza sea ligada
con los más tenaces nudos.
¡Que Siveno viva feliz con Lisinga!

TODOS
¡Qué alboroto siento en mi corazón
de alegría y felicidad!
Al fin te estrecho contra mi pecho,
mi dulcísimo amor.

CORO
Más feliz y agradable instante
que este no puede haber.
De un amor tan constante
la memoria quedará.



Digitalizado y traducido por:
José Luís Roviaro 2012