ATTO PRIMO
Scèna Prima
(Un campo di Venezia.
A destra dello spettatore è una spezieria
all'insegna delle «due scimie», addobbata
per fare la teriaca. Vari Facchini di fuori
pestano, altri stan setacciando le droghe;
una bottega da caffè. Di fronte una
trattoria con mostra. A sinistra, avanti, la
piccola casa di Crispino, più indietro il
portone. All'alzar del sipario, Crispino
sta al suo panchetto lavorando fuori della
propria casa. Il Contino è seduto al caffè,
leggendo una gazzetta; alcuni Serventi ne
stanno a qualche distanza; i Facchini dello
speziale pestano ne' mortai; i Servi della
trattoria son sulla porta)
CORO
Batti, batti, pesta, pesta,
la teriaca qui si fa.
Più d'un morbo che molesta
per tal farmaco se n' va.
Scèna Seconda
(Detti e don Asdrubale, che dal palazzo
va al caffè. I Facchini lasciano di pestare,
e attendono ad altre incombenze)
ASDRUBALE
Ehi bottega?...
giovanotti presto venga un buon caffè;
venga un paio di biscotti,
ma... badate... son per me.
CORO
Uh! l'avaro maledetto,
che non possa mai crepar?
ASDRUBALE
Acqua, zucchero perfetto...
vi saprò poi regalar.
CONTINO
(leggendo da sé)
Nella Cina s'è trovato
nuovo tempio degli indù.
CORO
(ad Asdrubale portandogli il caffè)
È servito...
CONTINO
(accorgendosi di Asdrubale)
Ah sciagurato!
infelice mi fai tu!
(alzandosi)
Bella siccome un angelo ti vidi e t' adorai,
e più frequente il palpito
di questo cor provai;
ma se il destin contendere
vuol la tua mano a me,
io tutto saprò vincere,
Lisetta mia, per te.
(torna a sedere)
CORO
Batti, batti, pesta, pesta,
la teriaca qui si fa.
ASDRUBALE
Ehi bottega? ancor la cesta.
CORO
È servito.
ASDRUBALE
Presto.
CORO
Qua.
CRISPINO
Una volta un ciabattino
diventato è gran signor.
TUTTI
Eh! sta zitto là, Crispino,
col tuo canto seccator.
CRISPINO
Perché zitto?
CORO
Sei noioso.
ASDRUBALE
Pensa i debiti a pagar.
CRISPINO
Lo spiantato bisognoso
si conforta col cantar.
Una volta un ciabattino
gran signore diventò; una
fata del meschino
pazzamente innamorò.
Ciabatte e lesine ~ forme e stivalli,
panchetto, setole ~ poté gettar.
Allor da splendido ~ cocchi e cavalli,
pranzi lautissimi ~ poté gustar.
Ahi ahi, povero Crispino,
fame e sete son per te.
Poco pane, senza vino
la fortuna sol ti diè.
Batti, batti, tira e pesta,
sei dannato a lavorar.
Tira, tira, batti e pesta,
e almen sfogati a cantar.
ANNETTA
(dall' interno)
Istorie belle a leggere
da me chi vuol comprar?
CRISPINO
(Fra sè)
Oggi perché mia moglie
sollecita a tornar!
TUTTI
Anche la vendi-storie
ci viene a tormentar!
Scèna Terza
(Detti ed Annetta con un canestro pieno
di storielle e canzonette. Mirabolano
si vedrà in farmacia)
ANNETTA
Istorie belle a lèggere
da me chi vuol comprar?
Ho qui di caldi palpiti
leggende lagrimose,
racconti per le nubili,
esempi per le spose;
ho la secura regola
per scandagliar il core,
per ispirar nell'anima
di chi si vuole amore.
Diletto insieme ed utile
io vengo a dispensar.
Istorie belle a leggere
da me chi vuol comprar?
(Fra sé)
Ah che il gridare è inutile,
non c' è da guadagnar!
CRISPINO
(alzandosi)
Annetta, ebben!...
ANNETTA
Miseria.
CRISPINO
Dimmi quant'hai toccato?
ANNETTA
Niente.
CRISPINO
Parola orribile! Io pur son disperato.
ANNETTA, CRISPINO
Vedi che bella coppia!
cosa potrem mangiar?
ANNETTA
E i figli?
ANNETTA, CRISPINO
Oh che miseria!
CRISPINO
Ritorna un po' a girar.
ANNETTA
Vano mi fu il percorrere Rialto,
poi San Paolo,
nemmeno in piazza vendere
potuto ho un foglio solo...
Prendon le carte, leggono,
le gettano ridendo;
certi talor mi parlano cose
che non comprendo;
altri s'azzardan chiedere
quanto non posso dar.
CRISPINO
Ohe là... dico... m'immagino...
ANNETTA
Potresti dubitar?
ANNETTA, CRISPINO
Ah! vita tanto misera
fa proprio delirar.
CRISPINO
Tenta, se mai volessero...
per caso quei signori...
(torna a sedere)
ANNETTA
(a Mirabolano che sarà
sulla porta della farmacia)
Qui la perfetta regola
per leggere nei cori.
MIRABOLANO
Eh non seccarmi, vattene.
ANNETTA
(ai Contino)
D'appassionati amanti
a voi la bella istoria...
CONTINO
Togliti a me davanti.
ANNETTA
(a Asdrúbal)
Quest'è il sicuro metodo
d'accrescere i tesor
ASDRUBALE
(prendendole la mano)
Carina, ascolta...
donami un poco del tuo amor.
CRISPINO
Olà, signor Asdrubale,
che gioco qui giochiamo?
ASDRUBALE
Bada al lavoro, stolido,
Io so quello che bramo.
CRISPINO
(alzandosi)
Io non l'intendo...
ASDRUBALE
Pagami
di casa la pigione;
pagami dunque, e subito.
CORO
Sta bene, egli ha ragione.
ASDRUBALE
Paga, o ti scaccio, e i mobili
di casa asporterò!
ANNETTA
Pietà, signor Asdrubale...
ASDRUBALE
(accarezzandola)
Che vuoi?... tutto farò.
Tu ben lo sai, contentami.
ANNETTA
In che?
ASDRUBALE
Lo sai...
ANNETTA
No...
CRISPINO
(allontanando con forza Annetta)
No.
CRISPINO
Signore, questo mobile
che tocchisi non vo'.
MIRABOLANO,
ASDRUBALE, CORO
(stringendosegli attorno)
Paga i tuoi debiti,
brutto gradasso.
Paga, ora è inutile
tanto fracasso;
se non la termini
andrai prigione.
Sciocco bestione,
va' via di qua.
ANNETTA
Via compatitelo
se avete un core.
Credete, è inutile
tanto rigore;
siam troppo miseri
siam sventurati,
co' disperati
ci vuol pietà.
CONTINO
Via compatitelo,
se avete un core.
Credete, è inutile
tanto rigore;
son troppo miseri,
son sventurati;
co' disperati
ci vuol pietà.
CRISPINO
(Fra sè)
Di qua la moglie
co' suoi clamori,
di là m'incalzano
i creditori;
Crispino misero,
non puoi sperare;
un laccio o il mare
t'aiuterà.
(fugge disperato. Annetta vorrebbe
seguirlo, ma è trattenuta da don
Asdrubale; il Contino s'avvia da altra
parte;
Mirabolano entra in farmacia)
Scèna Quarta
(Annetta e don Asdrubale. I Facchini
della spezieria sgombreranno la Scèna)
ANNETTA
Vedi, vedi per te, brutto vecchiaccio,
il povero Crispino è andato in bestia.
Chi sa che vorrà fare?
Io vo' seguirlo.
ASDRUBALE
No, no, senti Annetta,
parliam di quella storia...
ANNETTA
Dì cosa vuoi parlar, crudo avaraccio?
Io solo avrei per te di corda un laccio.
(corre dietro Crispino)
Scèna Quinta
(Don Asdrubale, ed il dottor
Fabrizio, ch'esce dal palazzo)
ASDRUBALE
Ebben, caro dottore,
che notizie mi dai della malata?
FABRIZIO
A dir vero, mi par bella e spacciata.
ASDRUBALE
Soccomba pur, soccomba, non importa,
se non vuol esser mia,
sta meglio morta.
FABRIZIO
Ma perché ciò?
ASDRUBALE
Vorrebbe
che, mentre io l'amo disperatamente...
FABRIZIO
(Fra sè)
Me ne accorgo!
ASDRUBALE
La dessi a un disperato,
a un tal quale contin di primo pelo,
che la ricca sua dote
le sciuperia in un anno.
Ma io no... non son matto...
non m'inganno.
FABRIZIO
(Fra sè)
Ah! ah!
ASDRUBALE
S'ammali, crepi a suo talento,
io far non voglio il mio rival contento.
(entra in palazzo)
Scèna Sesta
DOTTOR FABRIZIO.
Dice d'amarla disperatamente!
Avaraccio briccone, io ti conosco...
la sua vistosa dote ti sta in core:
ed ella intanto morirà d' amore!
Io sono un po' filosofo,
attento scrutatore;
al par dell'arte medica
studio alla donna il core.
Conosco quanto il fisico
soggetto sia al morale;
di vedove, di giovani
spesso indovino il male.
In loro mi fan ridere
languori, parossismi,
le convulsioni, i palpiti,
i soliti isterismi;
per esse ho uno specifico
securo, portentoso,
lor dico: «Statim recipe»
qual più ti piace a sposo.
Donnine amabili, ~ già c'intendiamo,
troppo vi piacciono ~ quei detti: Io t'amo.
Siate pur vedove, ~ siate zitelle,
e brutte e belle ~ volete amor.
Somigliantissime ~ siete alle viti,
cui abbisognano ~ olmi mariti,
che, poi di pampini ~ incoronati,
fanno beati ~ gli agricoltor,
(entra in farmacia)
Scèna Settima
(Luogo remoto con un pozzo nel mezzo.
Crispino, rabbuffato e trafelato, giunge
correndo)
CRISPINO
Dove vado, ove corro, ove fuggo...
insultato, inseguito mi struggo.
Ah Crispino, più rimedio non c'è!
Ora il mondo è finito per te!
Chi m'insegna una morte dolce dolce,
che pian piano m'uccida?
O voi compagni miei,
amici, debitori disperati,
che siete al par di me perseguitati,
consiglio a voi domando,
impiccarmi degg'io? deggio affogarmi?
(gira disperato)
Ma, che veggo! È qui un pozzo!
Oh a tempo ben trovato!
Porta per me sarai dell'altro mondo!
Moglie, mia moglie, addio,
da tanti affanni or m'esco,
e vo' a morire, tombolando, in fresco.
(corre per precipitarsi a capo in giù nel
pozzo; quando una donna in bruno
ammanto ne esce improvvisamente
dal profondo, e vi resta immobile)
Scèna Ottava
(Crispino e la Comare)
COMARE
Fermo là, che cosa fai?
CRISPINO
Dentro in pozzo una signora?
Illustrissima, chi è mai?
COMARE
Di spiegarlo non è l'ora,
a suo tempo lo saprai.
Obbedir sol dèi per ora.
CRISPINO
Ma sei femmina? sei dèa?
Sei tu fata?
che fai qua?
COMARE
(esce dal pozzo e si avanza
verso il proscenio)
Non son femmina, né dèa,
ma resister niun mi sa.
CRISPINO
Come dunque t'ho a chiamare?
COMARE
Donna Giusta, tua Comare.
CRISPINO
Ah! un compare disgraziato
presto adunque soccorrete.
Quanto sono disperato,
ascoltate e apprenderete.
COMARE
Parla pur, già tutto io so.
CRISPINO
Si?... più franco parlerò.
Dapprima, figuratevi,
ho fatto il servitore,
passato poscia guattero
dal cuoco d'un trattore,
mi vollero promuovere,
divenni cantiniere;
dovetti presto smettere
pel gusto del bicchiere;
di caramelli e fosfori
ho fatto il negoziante;
ho fatto il pescivendolo,
ho fatto il battellante;
m'innamorai qual asino,
mi fecero sposar;
ma con me sol non coniuga
mia moglie il verbo amar.
COMARE
Mi narri il ver, ma sbrigati,
m'è noia l'ascoltar.
CRISPINO
Ora professo il nobile
mestier di ciabattino;
ma sudo invano e tribolo,
son più di pria meschino.
Nuoto in un mar di debiti,
naufrago quasi morto;
i creditor m'incalzano,
com'onda senza porto.
Venni cercando il termine
di tanti affanni miei... ~
Or che la triste istoria
tutta narrar potei,
comare potentissima,
io son disperatissimo,
a compassion movetevi,
(cade in ginocchio davanti la Comare)
movetevi a pietà.
COMARE
Crispino, sorgi, io vo' giovarti.
CRISPINO
(alzandosi)
Sì, davvero?
COMARE
Lo vedrai.
Un gran medico vo' farti.
CRISPINO
Siete pazza!... come mai!
Se un fior d'asino io sono.
COMARE
Sarai pari a cento e cento.
CRISPINO
(esitando)
Ma, Comare!...
COMARE
T'abbandono,
se ricusi...
CRISPINO
No, acconsento.
Ma saper vorrei... sì tenera
verso me cosa vi fa?
COMARE
Vo' punir di certi medici
la superba asinità.
CRISPINO
Tempo è alfin!... come farò?
COMARE
Fissa ben quel che dirò.
Quando un infermo visiti,
se me o il mio capo vedi
vicino a lui, morrà;
se non ci son, vivrà.
CRISPINO
Che sento!
COMARE
Con tal metodo,
securo se procedi,
sarai un gran dottor.
Ti pioveran tesor.
(lo saluta d'un gesto e rientra nel pozzo)
CRISPINO
Comare, mia bell'anima
né a me più tornerai?
COMARE
Sì, ma a te sol visibile.
CRISPINO
Comare, ma i miei guai,
quei maledetti debiti,
per ora...
COMARE
(gli getta un sacchetto di monete)
Pagherai.
Questo è dell'oro, prendilo;
ben più di questo avrai...
(solenne)
Il mondo m' è soggetto,
Crispino è il mio protetto.
CRISPINO
(corre per abbracciarla)
Comare mia!... cor mio!...
COMARE
Tu m'intendesti... Addio.
(si sprofonda)
CRISPINO
(guardando nel pozzo)
Ma... senti... ascolta... andò!
Più testa ormai non ho!
Scèna Nona
CRISPINO
(Solo.Si slancia sul sacco e lo fa cantare)
Ho sognato? o sono desto?
Sogno no... dell'oro è questo!
Ah compare avventurato,
qual Comare hai ritrovato!
Scèna Decima
(Crispino, indi Annetta)
ANNETTA
(di dentro)
Crispino, dove sei?
Crispino.
CRISPINO
(andandole incontro)
Son qua, Annetta.
Allegramente sai?
ANNETTA
Ah! ti ritrovo alfine!
Sei fuggito così tutto arrabbiato,
ed io n'ebbi tal pena,
che dietro ti son corsa,
e ti raggiunsi a stento e domandando.
CRISPINO
Quello che è stato è stato.
ANNETTA
Ma di nuovo che c'è?... ti se' ubriacato?
CRISPINO
Altro che piomba!...
meglio, meglio assai!
ANNETTA
Ma che cosa?... ti spiega?
CRISPINO
Or lo saprai.
Vedi, o cara, tal sacchetto?
ANNETTA
È uno scherzo, ci scommetto.
CRISPINO
Senti, Annetta, questo suono?
ANNETTA
Quanto è bello!... sì lo sento!
CRISPINO
Disperato più non sono,
qui ci stan oro ed argento.
ANNETTA
Propriamente?
CRISPINO
Propriamente.
Guarda, guarda.
ANNETTA
Oh! veramente!
Ma di chi? di chi sarà?
CRISPINO
Mia assoluta proprietà.
ANNETTA
Che mai sento! il core in petto
già incomincia a saltellar?
CRISPINO
Del danaro il solo aspetto
fa le femmine esultar!
ANNETTA
Dove mai l'hai ritrovato?
CRISPINO
Mi fu adesso regalato.
ANNETTA
Ma da chi?
CRISPINO
No 'l puoi pensare.
ANNETTA
Chi te 'l diede?
CRISPINO
Una comare.
ANNETTA
Levatrice?
CRISPINO
Non ne han tanti.
ANNETTA
Che comare?
CRISPINO
Una signora...
ANNETTA
Che a sacchetti dà i contanti?...
Troppo so, basta per ora.
(inquietata)
Se trovasti una comare,
io trovar saprò un compare;
la vedremo, signor mio.
Ingegnarmi saprò anch'io;
già più d'un mi fa il galante,
vo' ascoltarlo a tuo dispetto;
con un guardo, un sorrisetto,
so ben io quel che farò.
Va pur là; brutto birbante,
che ben ben t'acconcerò.
CRISPINO
Bada, Annetta, ciò non dire,
o ch'io posso imbestialire.
Già pur troppo, poveretto,
non vo' privo di sospetto.
Te lo dico colle buone,
non mi far, già c' intendiamo;
che tra noi, se la rompiamo,
quel di prima non sarò.
Il sorriso col bastone,
l'occhiatina ti darò.
ANNETTA
Dal velen crepar mi sento...
CRISPINO
Pensa all'oro ed all'argento.
ANNETTA
(gli stende la mano)
Pace dunque...
CRISPINO
(rifiutandosi)
Ah birichina.
ANNETTA
Eh via, dunque, pace, pace.
CRISPINO
E il sorriso?... e l'occhiatina?
ANNETTA
(accarezzandolo)
Via, scherzai, sono incapace.
CRISPINO
(le dà la mano)
Bene ben... ti proverò.
ANNETTA
(fa lo stesso)
Chi son io ti mostrerò.
Ah sì, sì, marito mio,
s'è finito di penare.
Benedetta la comare
che godere ne farà!
Addio storie, fame addio;
(si mette a ballare)
là, larà, larà, là, là.
CRISPINO
Addio forme, panco addio,
vo' cantare, vo' ballare;
pensa a tutto la Comare,
via ballando andiam di qua.
Canta, salta, idolo mio.
Là, larà, larà, là, là.
(partono ballando)
ATTO SECONDO
Scèna Prima
(Un campo come nella Scèna prima dell'atto
primo.Crispino ed Annetta vengono allegri
ed a braccetto)
CRISPINO
Eccomi alfine, casa...
ecco il panchetto!
al diavol ora vattene,
brutta memoria dello scarpinello;
(lo rinversa d'un calcio)
dottore eccellentissimus or siamo.
ANNETTA
Hai fitto in capo d'esser un dottore!...
Se quell'oro non fosse
davver ti crederei solenne pazzo.
CRISPINO
Annetta, per istrada
tu non vedesti quella gran signora,
che pian piano all'orecchio m'ha parlato?
ANNETTA
Io? no.
CRISPINO
Già! lo sapeva;
io sol la vedo.
ANNETTA
Ebbene?
CRISPINO
(trae di saccoccia un gran cartello)
Mi diè questo cartello
da metter sulla porta;
più, mi disse che in casa avrei trovato
un vestiario completo da dottore.
(raccoglie di terra un chiodo, il martello,
e appende sopra la porla il cartello)
ANNETTA
(Fra sè)
Sempre più si fa grande il mio stupore!
(A Crispino)
Sarà meglio che vada un po' a dormire.
CRISPINO
(tornando a lei)
A dormire? scioccona!
Vedrai, vedrai cosa farò a momenti.
Di dottore a indossar vo i finimenti.
(entra in casa)
Scèna Seconda
ANNETTA
(sola)
Ora inver non so più cosa pensare;
essere chi mai può questa Comare?
A legger proverò, sono curiosa;
legger non sa Crispino, io qualche cosa.
(legge a stento compitando)
«Crispino Tacchetto quondam Ciabattino,
che medico divenne sopraffino.»
Sarà dunque una fata,
un benefico genio che il protegge!...
Quel sacchetto, quell' oro ne son prova...
Oh sì, è certo... poi crederlo mi giova.
(s'aggiusta e pavoneggia)
Io non sono più l'Annetta
vendistorie, ciabattina;
dottoressa, e più bellina
di me inver non ci sarà.
Ah il piacere che m'aspetta
col pensier pregusto già!
(passeggia pomposa)
Gran velluti, cappellini,
piume, guanti sopraffini,
scialli turchi, scialli inglesi,
rococò, mode francesi.
Una casa da signora,
un palchetto a ogni teatro;
in campagna un tiro a quattro;
la mia gondola in città.
Sempre aperta la mia mensa,
sempre piena la dispensa;
a dozzine gli eleganti
mi faran da spasimanti!
Quel che luce il mondo adora;
senza soldi una contessa
è assai men che dottoressa,
e tesori Annetta avrà.
Ah il piacere che m' aspetta
col pensier pregusto già.
(entra in casa)
Scèna Terza
(Mirabolano, poi don Fabrizio dalla
farmacia, don Asdrubale dalla casa, i
Giovani dalle botteghe e Popolo.
La Comare comparisce a tempo)
MIRABOLANO
Cosa ha scritto mai quel pazzo
sul porton del suo palazzo!
(torna a leggere)
Ah! ah! bella in verità!
Ehi dottor, leggete qua.
FABRIZIO
Crispino Tacchetto quondam Ciabattino
che medico divenne sopraffino!
MIRABOLANO, FABRIZIO
Oh che pazzo! oh che buffone!
Egli è proprio da legar.
(giovani e popolo vanno a leggere)
CORO I
Sopraffino!
COROII
Sopraffino!
TUTTI
Per le risa è da crepar!
Scèna Quarta
(Detti e Crispino, ch'esce
dalla sua casa in abito nero)
CRISPINO
Alto là, di che ridete?
TUTTI
Eh buffone!
CRISPINO
Non sapete,
asinoni, ch'io mi sia?
TUTTI
Ah! ah! ah! ah! ah! ah! ah!
CRISPINO
Son dottore.
TUTTI
È una follia.
CRISPINO
Dottorissimo.
TUTTI
Ah! ah!
CRISPINO
Sì signori, son dottore
che guarisce ogni malore;
se vi piglia un accidente,
febbre fredda o febbre ardente,
un colpetto nella testa,
o una tisi vi molesta,
per mia cura, sì signori,
chi non crepa, può campar.
TUTTI
Bel dottore! i creditori
faria meglio di pagar.
CRISPINO
(passeggiando alteramente cava di tasca
pugni di monete d' oro, e, gettandole in
faccia agli astanti, lor dice:)
Oro è questo monetato,
un mio pari può pagar.
Io dottor son diventato,
saprò tutti soddisfar.
(Fra sè)
Ah Comare, in tal momento
sto per farmi bastonar!
FABRIZIO
(a Crispino)
Tanta somma in un momento
dove andasti a ritrovar?
MIRABOLANO
Certo fosti in tal momento
qualche cassa a visitar.
ASDRUBALE
Un scommetto contro cento
ch'ora stato se' a rubar.
CORO
Arricchito in un momento!
Certo andato se' a rubar.
CRISPINO
(Fra sè)
Ah Comare, in tal momento
so per farmi bastonar!
COMARE
(sorge improvvisamente di
terra a fianco di Crispino)
La Comare in tal momento
a te sol, Crispino, appar.
Non temere... l'ardimento
puoi securo raddoppiar.
(torna a sprofondarsi)
CRISPINO
Mille grazie, ora mi sento
il coraggio raddoppiar.
Scèna Quinta
(Detti, il Contino frettoloso, Annetta
dalla casa, poi Bortolo muratore,
seguìto da molto Popolo)
CONTINO
Ah signori, signori, accorrete.
Se v'è tempo salvarlo potete.
Da un altissimo tetto è caduto
un artiere, e qui il portan svenuto.
TUTTI
Dove fu? presto andiamo...
CONTINO
Egli è qua.
ANNETTA
Poveretto! morendo già sta!
(quattro uomini, seguiti da gran
moltitudine, portano Bortolo svenuto
sopra una sedia che depongono nel
centro del proscenio)
CORO
Ah gli è Bortolo! egli è muratore.
(stringendosegli attorno)
Cinque figli e la moglie, s'ei muore,
non sapranno più come campar.
CRISPINO
(guardando per ogni lato,fra sè)
Né Comare, né testa qui appar!
(Mirabolano e Fabrizio sono presso
Bortolo esaminandolo)
MIRABOLANO
Non c'è caso, gli è perduto.
FABRIZIO
Ma fratture non ci sono...
MIRABOLANO
Lo sfacelo è succeduto,
in extremis egli è già.
CRISPINO
(sempre osservando,fra sè)
La Comare non ci sta.
TUTTI
Infelice! ei muore qua.
CRISPINO
Via di qua tutti, bestioni,
non sapete affatto niente;
questo morto qui presente,
io vi dico, non morrà.
TUTTI
Taci, sciocco!
CRISPINO
Somaroni!
FABRIZIO
(a Mirabolano)
Un salasso almen si provi,
potrà darsi che gli giovi...
MIRABOLANO
Factus algidus è già.
CRISPINO
A ogni costo voglio anch' io
il mio recipe provar.
MIRABOLANO
Ciarlatanus, va' con dio.
Via, non starci più a seccar.
FABRIZIO
S'è già morto, è parer mio
di lasciarlo pur provar.
TUTTI
(a Crispino)
Prova pur, ma bada, il fio
se la sbagli hai da pagar.
ANNETTA
(a Crispino)
Bada ben, marito mio,
di non farti bastonar.
CRISPINO
(Ad Annetta)
Certo son del fatto mio,
la Comare non appar.
(si appressa con molta gravità al malato)
Attenti dunque uditemi
quanti qui intorno state,
e quel che chiedo, subito
innanzi a me portate.
(tutti accennano di sì, e portano
a tempo quanto è domandalo)
CRISPINO
(Modifica le parole per
farle sembrare latine)
Recipe panam candidam
cum stortibus perfettis,
panem, salamen, ostricas,
e quattro broccolettis.
Del vinum poi portamini,
ma debet esser bellus,
come talora bibunt
dall'oste del Cappellus...
tutto all'infermo or applico,
e presto guarirà.
TUTTI
Oh come son ridicole
tante bestialità!
CRISPINO
(applica alla testa di Bortolo qualche
parte degli indicati cibi, qualche parte ne
mangia, poi prende un bicchiere, e,
fattosi versare del vino, dice:)
Il vino è uno specifico
rallegrator de' cuori,
col solo odore suscita
i morti bevitori...
(beve)
buono, ma non buonissimo...
proviamone l'effetto,
(soffia nel volto a Bortolo)
Bortolo, dico, Bortolo,
destati, Bortoletto.
(egli muove un braccio)
TUTTI
Si muove!... già resuscita!...
CRISPINO
Ohe Bortolino?...
BORTOLO
Ohimè!
TUTTI
Parlò!
BORTOLO
(apre gli occhi ed alza la testa)
Ritorno a vivere!
Per chi?
CRISPINO
Solo per me.
TUTTI
A stento si può credere,
sì, da impazzir qui c'è!
CRISPINO
(Fra sè)
Quanti baci vorrei dare
a te, o cara mia Comare!
Comaretta non t'inganno,
cicisbeo per te sarò.
I dottori in fumo andranno,
io riccone diverrò!
ANNETTA
(a Crispino)
Ah Crispino colla Comare
hai pur fatto un bello affare,
tutti a gara ti vorranno,
gran riccone ti vedrò.
I dottori creperanno,
io, per essi riderò!
MIRABOLANO
(Fra sè)
Chi saprebbe indovinare
come sia cotesto affare!
Quanti al mondo grideranno
che un miracolo operò!
Al mio credito gran danno
da tal caso derivò!
FABRIZIO, CONTINO, ASDRUBALE
(Fra sè)
Io non so cosa pensare;
è curioso un tale affare!
Quando i medici sapranno
che quest'uomo risanò,
quante frottole diranno!
Ma negarlo non si può!
CORO
(fra loro)
Se il voleano abbandonare
e il poté Crispino salvare,
l'arte medica è un inganno.
Più stimarla non si può.
Ah i dottori poco sanno,
la indovinano sì e no.
CRISPINO
(con gravità agli uomini
che portarono Bortolo)
Sul mio letto quest'uomo portate,
per un'ora dormir lo lasciate,
poi del brodo e del vino berrà...
Al lavoro doman tornerà.
(gli uomini, preceduti da Annetta e
seguiti dal Contino, eseguiscono)
Scèna Sesta
(Detti, meno Annetta,
Bortolo ed il Contino)
CRISPINO
(passeggia alteramente la Scèna, poi,
fissando Fabrizio e Mirabolano prorompe:)
Asinorum, bestiorum, doctorum,
(Medici, asini, bestie)
abbasso tutti, or ci son io;
voi farmacopole, voi pure, addio,
potete chiudere e a spasso andar.
Ricettorum, novorum, nostrorum
(Dalle nostre nuove recipi)
adesso i recipe han da trionfar.
FABRIZIO, ASDRUBALE
MIRABOLANO
Come parli? creanza, buffone!
CORO
No, signori, egli ha bene parlato;
egli Bortolo ha solo salvato...
FABRIZIO, ASDRUBALE
MIRABOLANO
Ma per questo non deve insultar.
CORO
Eh via basta, egli ha troppa ragione... Zitti là.
FABRIZIO, ASDRUBALE
MIRABOLANO
Ma si dée rispettar.
CRISPINO
Oh doctores, andate, partite,
chiaro parlant e vos non capite?
CORO
Sì, via... questo gli è il solo dottore.
Qual si merta facciamogli onore.
Scèna Settima
(Detti, Annetta ed il Contino dalla casa.
Quelli del popolo prendono il panchetto
da lavoro di Crispino, a forza ve lo fanno
seder sopra, e, portandoloquasi in trionfo,
cantano:)
CORO
Viva il povero Crispino,
diventato gran dottore!
Viva il rozzo ciabattino,
che la morte debellò!
La sua fama giri il mondo,
quant'è largo, quanto è tondo!
È provato il suo valore,
il trionfo meritò!
CRISPINO
(schermendosi impaurito)
Grazie! grazie!... mille grazie!
Grazie, dico, ma badate...
non mi occorron più disgrazie...
fate piano... o cascherò!...
vi son grato di tal festa...
Ma le gambe... ma la testa...
Fate pian... se m'accoppate,
più curarvi non potrò.
ANNETTA
(Fra sè)
Qual fortuna!... il mio Crispino
diventato è in ver dottore!
Sebben rozzo ciabattino,
ei la morte debellò.
La sua fama andrà pel mondo,
quant'è largo, quanto è tondo!
Ah Comare, ben di core
sempre amica ti sarò.
ASDRUBALE, MIRABOLANO
FABRIZIO, CONTINO
(tra loro)
Quel briccone di Crispino
passerà per gran dottore!
Si dirà che un ciabattino
qui la morte debellò!
Anche questa avrem veduto!
Chi l'avrebbe preveduto!
Alla scienza molto onore
questo caso far non può!
(mentre continua il trionfo
di Crispino cala la tela)
ATTO TERZO
Scèna Prima
(Campo come nella prima Scèna dell'atto
primo, colla sola differenza,che la casa
di Crispino vi si vedrà grandiosamente
rifabbricata. Vi saràun poggiuolo
praticabile. Dottor Fabrizio ed il Contino)
FABRIZIO
Vediam se in farmacia ci sono inviti.
CONTINO
Ehi dottore?
FABRIZIO
Carissimo contino.
CONTINO
Già in vedermi, scommetto, indovinate
qual cosa a voi mi guida...
FABRIZIO
Vi spiegate.
CONTINO
Voi siete un uom di spirito
e franco vo' parlar.
FABRIZIO
Come vi piace.
CONTINO
Io dell'avaro Asdrubale
perdutamente adoro la pupilla;
egli avversa il mio amor, ella è malata...
il suo dottor voi siete...
FABRIZIO
Ebben?...
CONTINO
Per ciò vorrei
palesar del mio cor l'affanno a lei.
(gli presenta un biglietto)
FABRIZIO
Ehi contin, come parlate?
CONTINO
Via, dottor, non v'inquietate.
FABRIZIO
È una burla?
CONTINO
No, davvero.
FABRIZIO
Non vi credo.
CONTINO
È verità.
FABRIZIO
(Fra sè)
Un biglietto ad un dottore,
perché il porti a una malata!
e d'amore in ambasciata
me si ardisce di mandar!
Oh guardate il bel signore
a cui vengono tai fumi!
Oh che tempi, oh che costumi!
oh che modo di trattar!
CONTINO
(al dottore)
In cor giovane è l'amore
un tiranno onnipossente,
che lo domina, e sovente
a sua voglia fa impazzar.
Non fu mio dunque l'errore,
fu d' amor, vedete bene,
a un filosofo conviene
tali colpe perdonar.
FABRIZIO
Per Galeno!... che eloquenza!
mi sembrate un Cicerone!
CONTINO
Eloquente è la passione
che il mio labbro fa parlar.
Or sentite in confidenza,
sono ricco, indipendente,
e al tutore, se acconsente,
vo' la dote regalar.
FABRIZIO
Ben l'affare cangia aspetto,
di parlarne vi prometto.
CONTINO
E fia vero! dal contento
già rinascere mi sento!
FABRIZIO
Non vi state a lusingare;
è una bestia singolare...
CONTINO
Temereste?
FABRIZIO
Non lo so.
CONTINO
Ma tentate.
FABRIZIO
Tenterò.
CONTINO
Presto presto, amico all'opra;
pria che notte il cielo copra
definite un tale affare
e felice appien sarò.
Tocca a voi capacitare
quell'avaro maledetto;
colle buone o per dispetto
la ragazza sposerò.
Don Fabrizio, a voi m'affido;
altra speme ornai non ho.
FABRIZIO
Presto presto volo all'opra;
pria che notte il cielo copra
definito fia l'affare
e contento vi vedrò.
Spero alfin capacitare
quell'avaro maledetto;
senza dote, ci scommetto,
men severo il troverò.
Di provarvi mi confido
che Fabrizio perdonò.
(entra in casa di Asdrubale,
il Contino al caffè)
Scèna Seconda
(Interno della spezieria alle «due scimie»)
MIRABOLANO
(solo sta passeggiando)
Dacché questo malnato ciabattino
di medico è salito in tanto grido,
noi dottori davver matricolati,
e gli speziali ancora,
siamo lì per andar tutti in malora.
Eccolo qua che viene.
Scèna Terza
(Detto e Crispino che
entra con caricata gravità)
CRISPINO
Dottor Mirabolan di conio antico,
sta bene attento, e scrivi quel che dico.
(Mirabolano siede e scrive)
CRISPINO
(detta passeggiando e
gravemente ponderando)
Recipe una bottigliam
d'acqua putèi...
MIRABOLANO
Cioè pùtei.
CRISPINO
(pensa)
Fa lo stesso...
uno scrupulus poscia di lichene...
(pensa)
tre guttae d'aquas rosas distillatam...
(pensa)
del che... fatto un misciamini...
divide in tres fiaschetti,
e manda il tutto al conte Pandoletti.
MIRABOLANO
Pandoletti!... chi è?
CRISPINO
Quel forestier che sta di là dall'acqua.
MIRABOLANO
Pandolfetti, vuoi dir.
CRISPINO
Già m'hai capito.
MIRABOLANO
(alzandosi infuriato)
Sì, sì, ho capito che tu se' un briccone.
CRISPINO
Come sarebbe a dire?
MIRABOLANO
Che rubi li clienti...
CRISPINO
Ehi, dico, tien la lingua
dentro ai denti.
MIRABOLANO
Da un anno io l'ho curato.
CRISPINO
Io l'ho con una visita sanato.
Le pillole, i decotti, l'assafetida,
il copaibe,
che tu pria gli ordinasti,
ho fatto gittar tutto nel canale,
e una cura adottai più naturale.
MIRABOLANO
Va' pur là, che sei sempre un gran villano...
CRISPINO
Collega mio, dottor Mirabolano,
così la cosa sta,
e voi altri tutti,
vogliate, o non vogliate,
piegar v'è d'uopo,
giovani e provetti,
al dottore Crispino de Tacchetti.
MIRABOLANO
Ah! ah! anche il «de»!
CRISPINO
Si, per l'appunto, il «de».
MIRABOLANO
Da ridere mi fai.
CRISPINO
No, da crepare
per la bile e l'invidia.
MIRABOLANO
Via, ciarlatano.
CRISPINO
Crepa.
MIRABOLANO
Ciabattino!
CRISPINO
Crepa.
MIRABOLANO
Somaro.
CRISPINO
Crepa.
MIRABOLANO
Via, buffone.
Scèna Quarta
(Detti ed il dottor Fabrizio)
FABRIZIO
Ma, signori, perché tanta questione?
MIRABOLANO
Di Pandolfetti medico
era da circa un anno;
ben le mie cure andavano...
CRISPINO
Ah no, qui sta l'inganno...
MIRABOLANO
Quando l'inevitabile
dottore ciabattino
presso di lui s' insinua,
e in modo il più asinino,
bandito ogni mio recipe,
lo getta nel canale,
la cura assume e medica
all'uso suo bestiale:
or d'inquietarmi, ditemi,
ho io ragion sì o no?
Parlatemi pur candido,
mio giudice vi fo.
(Fra sè)
Quel buffone, animalone
neghi il fatto, se lo può.
CRISPINO
(Fra sè)
Con due sillabe il buffone
or confondere saprò.
FABRIZIO
(Fra sè)
Più ridicola questione
ritrovare non si può.
CRISPINO
Per un segreto incomodo
giacea da sei mesetti
lungo e disteso in lectulo
il conte Pandolfetti;
quando gli nacque un dubbio,
che qui il signor dottore
fosse, per caso, un asino;
m'invita oggi, a tre ore.
Vado, lo vedo, interrogo,
la cura disapprovo;
nuovi rimedi, e semplici,
io d' ordinargli trovo.
Vengo a spedirgli il recipe,
sapete egli che fa?
Va in bestia,
e qual quadrupede
infuria e calci dà.
(Fra sè)
Quel buffone, animalone
che rispondere non sa.
MIRABOLANO
(Fra sè)
Quant'è ardito quel bestione
niun pensare mai potrà.
FABRIZIO
Or m'udite, e colle buone
la question si comporrà.
(siedono)
FABRIZIO
Non fu, ned è tra i medici
bandita la creanza;
abbiam le nostre regole,
seguir dobbiam l'usanza.
Quando i malati il chiedono,
franchi parlar dobbiamo,
e suggerir que' farmachi
che adatti più crediamo.
(a Mirabolano)
Non dée per questo in collera
andar chi curò prima;
(a Crispino)
non déesi però togliere
ad altri mai la stima.
Amici miei, quietatevi,
dobbiamo in pace star.
Contrari son tai scandali
all'arte salutar.
Zitti dunque, e in conclusione
non se n'abbia più a parlar.
MIRABOLANO
(a Fabrizio)
Ah voi pure, quel buffone
vi mettete a secondar!
CRISPINO
Con quel brutto animalone
io non voglio più che far.
FABRIZIO
Dunque basti...
terminiamo;
consultare or or dobbiamo.
CRISPINO, MIRABOLANO
Consultar! con quello là?
Impossibil mi sarà.
FABRIZIO
Quante volte ho da ridire?
io la voglio qui finire.
MIRABOLANO
No, giammai la finirò.
CRISPINO
Sempre un asino il dirò.
MIRABOLANO
Puoi tornare al tuo panchetto,
sempre sei Crispino Tacchetto.
No, cangiarti non potrai,
sempre un zotico sarai.
Quanti fumi hai per la testa
forse un dì svanir vedrò.
Ancor batti, tira, pesta
a cantar ti sentirò.
CRISPINO
Canta pure di panchetti,
ma io sono il de Tacchetti,
trionfante mi vedrai,
e per bile creperai;
come fosse eterna festa
passeggiare ti vedrò.
La teriaca pesta, pesta,
più cantar non sentirò.
FABRIZIO
(Fra sè)
Oh che pazzi! ci scommetto
che non v' è un egual duetto!
Ed io pure perché mai
fra costoro capitai!
(Forte)
Per pietà, non ho più testa,
la finite sì o no?
Or si lasci il tira e pesta.
Che torniate amici io vo'.
(entrano tutti nel laboratorio)
Scèna Quinta
(Salotto in casa di don Asdrubale.
Asdrubale, e vari Dottori ch'entrano
gravemente, vestiti delle lor toghe e
coperti del magistrale berretto)
CORO
Misteri impenetrabili
a noi dischiuse Igea;
ne manda la gran dèa
chi soffre a consolar.
Seguaci siam d'Ippocrate,
nepoti di Galeno;
possiam pur col veleno
salute ridonar.
ASDRUBALE
Grazie, davver, se credono,
si ponno accomodar.
Scèna Sesta
(Detti, Crispino, Fabrizio,
Mirabolano, Contino, tutti
in toga, poi Lisetta a tempo)
CRISPINO
Son tutti medici? Qui cosa fanno?
Poveri diavoli, sfigureranno!
Quand'io ci sono, io solo basto.
FABRIZIO, CONTINO
Via, contenetevi...
CRISPINO
Non c'è contrasto.
MIRABOLANO, CORO
Fra tanti fisici questo impostore!
Sarebbe scandalo, saria rossore
imperdonabile, più qui restar.
CRISPINO
(che frattanto sarà andato
ovunque osservando,fra sè)
(No, la Comare qui non appar!)
CRISPINO, CORO
Ma dov'è poi la malata?
ASDRUBALE
S'è di letto a stento alzata.
(entra con Mirabolano in una stanza)
FABRIZIO
Il suo male è di languore,
è un patema, un crepacuore.
(Asdrubale e Mirabolano ritornano
sorreggendo Lisetta, che Fabrizio
adagia sopra una sedia)
CONTINO
(Fra sè)
Qual ti veggo, o mia Lisetta!
CORO
È agli estremi, poveretta!
CONTINO
(con trasporto)
Oh gran dio, morir mi sento!
ASDRUBALE
Qui il contino!... Al tradimento!...
FABRIZIO
Via, da bravo; ora tacete,
far tai scene non dovete.
(i dottori avranno esaminato la malata,
e Crispino andrà sempre spiando intorno
se vedesse mai la Comare)
CORO
Non ha un'ora o due di vita...
noi la diamo per spedita.
CRISPINO
(tastandole gravemente il polso)
(La Comare non ci sta!)
(Fra sè)
Questa giovine vivrà.
MIRABOLANO, CORO
(a Crispino)
Via, finiscila, impostore,
(ad Asdrubale)
discacciatelo di qua.
CONTINO
(Fra sè)
Giusto ciel di me pietà!
(in questo punto il busto della Comare
comparisce improvvisamente ai piedi
di don Asdrubale, Crispino se ne
accorge ed esclama con gioia:)
CRISPINO
(Fra sè)
La Comare!... a tempo è qua!
(Forte)
Volete ch'or vi schiccheri
il mio pensiero schietto?
Questa spedita giovane,
sposa del suo diletto,
malgrado ogni prognostico,
prima di notte andrà!
(cava una scatola, ne toglie un confetto,
e lo mette in bocca a Lisetta)
Recipe questa pilulam,
salutem ti darà.
MIRABOLANO, CORO
(ad Asdrubale)
Eh basta, vanne al diavolo;
cacciatelo di qua.
CRISPINO
Uno di voi al diavolo
tosto per me anderà.
(Fra sè)
Ah la Comare è là!
ASDRUBALE
(a Crispino prendendolo per un braccio)
Buffone, via di qua.
CRISPINO
Appunto voi, Asdrubale,
io vedo assai malato;
da repentina sincope
or siete minacciato...
A letto, presto a letto,
o creperete qua.
ASDRUBALE
Il ver... pur troppo ha detto!
Mancar... mi sento... già.
(Mirabolano lo accompagna in una
stanza; il busto della Comare lo segue)
Scèna Settima
(Detti, meno Mirabolano
ed Asdrubale)
TUTTI
In vero tal fenomeno
ci fa trasecolar!
CONTINO, LISETTA
Ci volle il ciel proteggere,
ci volle consolar.
CRISPINO
(ai dottori)
Asini, allocchi, bufali!
Tornatemi a insultar.
Scèna Ottava
(Detti, e Mirabolano che torna)
CORO
Ebben, che fa?
MIRABOLANO
La sincope
lo fece già spirar.
CORO
Vediamo... soccorriamolo...
MIRABOLANO
Resuscitar non può.
CRISPINO
Per fallo alfin quest'asino
la prima indovinò.
(Mirabolano al sommo inquietato fa a
Crispino un gesto minaccioso e parte)
CRISPINO
Contin, dunque sposatela.
(ai dottori)
Voi siate almeno buoni
di far da testimoni;
compare io qui sarò:
quest'è un anel... servitevi...
(dà un suo anello al Contino,
che lo pone in dito a Lisetta)
CONTINO
Sii mia.
LISETTA
Sii mio.
CRISPINO
(compiacendosi)
Così.
CONTINO, LISETTA
FABRIZIO, CRISPINO
Un più opportuno recipe
nessun dottor spedì!
(Contino e Fabrizio
conducono via Lisetta)
Scèna Nona
(Crispino ed i Dottori)
CORO
Ora possiamo andarcene,
ch'è inutile star qui.
CRISPINO
Andate pure al diavolo,
andate quanti siete;
quei bardamenti nobili,
somari, deponete.
Andate, e rammentatevi
Crispino, e questo dì.
(entra in istanza di Lisetta)
CORO
Andiamo... presto andiamcene,
il nostro inferno è qui.
Scèna Decima
(Salotto in casa di Crispino.
Annetta e vari Parenti ed Amici suoi.
I Servi apparecchiano un desco
con frittelle, bottiglie ed altro)
ANNETTA
Entrate pure, francamente entrate;
oggi il dottore fu chiamato a Padova
e por si deve in barca,
dopo un consulto fatto qui vicino.
CORO
Quanto guadagna mai questo Crispino!
ANNETTA
Molto!... ma cosa serve?
Egli è un miscuglio di contraddizioni.
CORO
Dite davvero?
ANNETTA
Per esempio, gioca,
spreca di fuori,
e in casa fa l'avaro.
Bisbetico, irascibile,
talvolta allunga ancor troppo le mani.
CORO
Chi detto mai l'avria?
Farà per gelosia.
ANNETTA
(ridendo)
No, no, non n'ha ragione...
Ma a noi ora veniamo;
e, poiché l'orso anderà un po' lontano,
e siamo in carnovale,
per passar un'oretta in allegria
frittelle ho apparecchiato e malvasia.
CORO
Oh cara quell'Annetta!
ANNETTA
Qui, senza cerimonie, or via sediamo.
TUTTI
E all'innocente gioia il core apriamo,
(siedono, mangiano, versano, poi
alzando le tazze, dicono)
CORO
Viva l'Annetta!
ANNETTA
Vivano sempre i parenti e amici!
TUTTI
E giorni a noi felici
sempre conceda il ciel. Viva!
ANNETTA
Viva!... Di frittole a proposito
sentite qual capriccio
mi passa per la testa:
voglio cantarvi quella canzonetta,
che, quando vendea storie, era in gran voga.
CORO
Sì, sì, brava davvero, canta, canta.
ANNETTA
Già sapete, è un amante
che canta al suo tesoro...
CORO
Sì, sì, il sappiamo
e ti faremo il coro.
ANNETTA
Piero mio, go qua una fritola,
te la vogio regalar;
sasto, caro, quanti zoveni
la voleva sgnocolar?
Marameo, go dito subito,
voi salvarla a chi voi mi;
al mio vecio vogio dargliela,
e quel vecio ti xe ti.
Varda ben, prima intendemose,
per aver de sto boccon,
de arar drito sempre zurime,
e resterme fedelon.
Ma mi za te lezo l'anema;
te capisso, no zurar...
Piero mio, ze toa sta fritola,
ciapa, tiò, vienla a magnar.
CORO
Cori, Piero; quella fritola,
no incantarte, va' a magnar.
Scèna Undicesima
(Detti e Crispino, che comparisce
sulla porta improvviso)
CRISPINO
(con ira, contraffacendo l'altrui canto)
Xe qua Piero, e quella fritola
el ve vien a far magnar.
TUTTI
(alzandosi tutti spaventati e
correndo dalla parte opposta)
Ah Crispino!
CRISPINO
Bricconi, birbanti,
qui si trinca, si sta allegramente!
Cosa sono in mia casa tai canti,
qui raccolta che fa tanta gente?
(rovescia tutto l'apparecchio)
ANNETTA
Ah marito!
CORO
Dottore, perdono.
CRISPINO
Anco a tempo qui giunto pur sono.
ANNETTA
Via, ti calma.
CRISPINO
Non voglio risposte...
Fuori tutti
o vi rompo le coste.
(prende una sedia ed inveisce)
TUTTI
Salva, salva!
(corrono a chiudersi nelle
varie stanze)
CRISPINO
(alla porta ov' è entrata forzandola)
E per prima tu, Annetta,
esci fuora... briccona... fraschetta...
Esci, dico, ti voglio ammazzar...
Scèna Dodicesima
(Crispino, riuscito ad aprire la porta, è
colpito dall'apparizione dellaComare,
che se gli presenta sulla porta)
CRISPINO
Tu!... Comare!... non starmi a seccar.
COMARE
Perché mai tanto rigore?
CRISPINO
Vanne al diavolo pur tu.
COMARE
Così abusi il mio favore?
CRISPINO
Io bisogno non ne ho più.
COMARE
Vero ingrato!
CRISPINO
(minacciandola)
Strega! Via!...
COMARE
A me?
CRISPINO
Sì. Non mi seccar.
COMARE
Né paventi l'ira mia?
CRISPINO
No, no.
COMARE
No? l'hai da pagar.
(gli batte sopra una spalla. Crispino
cade su d'una sedia svenuto e si
sprofonda, e seco lui la Comare)
Scèna Tredicesima
(Sotterraneo. Avanti sono due grandi
colossi di pietra bianca sopra nere basi;
quello a destra dello spettatore
rappresenta il Tempo quello a sinistra
ilGiudizio. Nel mezzo è uno specchio. La
Comare e Crispino, che la segue tremante)
COMARE
Eccoci giunti.
CRISPINO
(guardando intorno)
Dove?
COMARE
Nel mio soggiorno.
CRISPINO
Non mi piace affatto.
COMARE
Giammai ho inteso che ad alcun piacesse.
CRISPINO
Vedete se ho ragion?...
ma qui, a quattr'occhi,
ditemi un poco, sono vivo, morto,
oppur resuscitato?
COMARE
Perché vuoi tu esser morto?
CRISPINO
Per quella brutta tombola
che insieme fatto abbiam, cara Comare.
COMARE
Fu una burla, fu scherzo.
CRISPINO
Ah! scherzo la chiamate?...
Intendiamoci ben...
non vo' più scherzi.
Non voglio confidenze.
COMARE
E a me così tu parli?
CRISPINO
Che ho da fare?
Ho da stare? ho da andare?
lo non capisco niente.
COMARE
Rimanerti.
CRISPINO
E per quanto?
COMARE
Eternamente,
quando il voglia colui che mi comanda.
CRISPINO
Misericordia!... dite, son prigione?
Quale paura io provo in tale stanza!
I visceri mi fan la contraddanza...
Quel muso torto chi è
che sta guardando?
COMARE
È il Tempo che mi guida inesorando.
CRISPINO
Ahimè che brutto tempo!... è un temporale!...
E l'altro là chi è?...
COMARE
Il Giudizio che vien dopo di me.
CRISPINO
Oh che brutti inquilini,
Comare, avete in questo appartamento!
COMARE
Ciò non è tutto ancora.
Osserva attento.
(si scoprono gran quantità di urnette di
cristallo, entro ognuna delle quali arde
una fiammella, più o meno vivace;
una starà spegnendosi)
CRISPINO
Che cosa fate?... la illuminazione?...
COMARE
Son questi i miei registri.
CRISPINO
Che razza di scrittura!
COMARE
In ogni ampolla
arde la face d'una vita umana.
CRISPINO
(Fra sè)
È una strega!... pignatte!... pignattelle!
COMARE
D'un adultero
è quella che si spegne.
CRISPINO
Meno mal ch'io fui sempre fedelone.
COMARE
Viene appresso un poeta teatrale.
CRISPINO
Smoccolate, non fa né ben, né male.
COMARE
Lo segue un usuraio.
CRISPINO
Ah maledetto!
Spegnetelo, e con lui tutta la razza.
COMARE
Un cantante che fa pur l'impresario...
CRISPINO
Olio, olio per lui, cara Comare.
E l'altro?
COMARE
È di tua moglie.
CRISPINO
Ah com' è bello!... e il mio?
COMARE
È questo.
CRISPINO
Ahi ahi, ahi ahi,
sta per finire!
COMARE
Hanno i vizi affrettato il tuo morire.
CRISPINO
Prendiamo di mia moglie un poco d'olio;
mi par che n' abbia troppo...
(va per eseguire)
COMARE
Un empio sei!
(i lumi scompariscono)
CRISPINO
(s'avvia)
Felicissima notte!...
posso andare...
COMARE
No, di restar t'impongo...
CRISPINO
Ma Comare...
COMARE
E non sai tu chi sono?
Che a me non si resiste?
CRISPINO
Io so che voglio uscir da queste porte...
COMARE
Mi riconosci e trema...
io son la morte...
(il suo volto s'inscheletrisce)
CRISPINO
Misericordia!... Aiuto!
(cade boccone ai suoi piedi)
COMARE
Alzatevi, compare...
(il suo volto riprende la prima forma)
CRISPINO
(sempre nella stessa posizione)
Brutta vecchiaccia... via...
COMARE
Alzatevi.
CRISPINO
Non posso,
ho perduto le gambe.
COMARE
Or io v'aiuto.
CRISPINO
No, no, non mi toccate,
indietro, indietro!
(saltando in piedi e correndo per la
Scèna finché s' incontra faccia a faccia
collaComare)
Ah! ah! ah! siete voi!...
e l'altra ov'è?
(mostrando i denti)
COMARE
Ad altri non badar,
sol pensa a te.
Per morire tu stai;
questo è il momento,
in cui vo' che qui faccia testamento.
CRISPINO
Testamento! niente meno?...
Ma il notaro dove sia?
COMARE
Egli c'è.
CRISPINO
Si mostri almeno.
COMARE
II notaro eccolo là.
(la statua abbasserà il capo)
CRISPINO
Il Giudizio!... Padron mio riverito.
COMARE
Egli è venuto.
CRISPINO
(Fra sè)
Buona notte, son perduto,
poco o nulla ho da sperar!
COMARE
Senti ben quanto vogl'io:
de' tesori accumulati
déi lasciar tanti legati.
CRISPINO
Dite pur quel che vi par.
COMARE
Cento doppie a dieci vedove...
CRISPINO
Troveran nuovo marito
per tornarlo a far crepar.
COMARE
Quand'io voglio non c' è replica...
CRISPINO
(al Giudizio, che ogni volta s'inchinerà
in segno d'adesione) Eh pur troppo ho già capito.
Scriva pur, signor notar.
COMARE
Cento mila bei fiorini
di Venezia ai ciabattini...
CRISPINO
Ma signori se diventano
le ciabatte
poi chi accomoda?
COMARE
Taci, ho detto, non parlar...
CRISPINO
Scriva pur, signor notar.
(la statua come sopra)
COMARE
Ad ognun de' tuoi parenti
darai doppie cento e venti...
CRISPINO
E il milion che avanza poi?
COMARE
Alla moglie, ai figli tuoi.
CRISPINO
Ben, di questo son contento.
Scriva pur, signor notar.
(la statua come sopra)
COMARE
Or compito è il testamento.
CRISPINO
Meno male, potrò andare;
buona notte, addio, Comare,
voi notaro...
(va per partire)
COMARE
Déi restar.
CRISPINO
Non vi basta?
COMARE
Vieni meco
nell'immensa eternità.
CRISPINO
No, verrò più tardi teco.
COMARE
Vieni.
CRISPINO
Aspetta.
COMARE
No.
CRISPINO
(commosso)
Pietà.
Poco cerco, o mia Comare;
io non vo' che mezz'oretta,
per vedere la mia Annetta,
i miei figli per baciar.
Vedi, alfin ti son compare,
mi par giusto quanto chiedo;
né cattiva sì ti credo
da negarmi tal piacer.
COMARE
Quanto cerchi ti concedo,
quello specchio mostra il ver.
(lo specchio del fondo è improvvisamente
illuminato, e per entro vi si vede la
famiglia di Crispino che prega in coro)
CORO
Nume benefico,
salva Crispino,
sano ridonalo
al nostro amor.
(finito il canto lo specchio
nuovamente si oscura)
CRISPINO
Ma la cosa come sta?
Son io qua, oppur son là?
COMARE
Qui tu sei per illusione,
il tuo corpo colà muor.
CRISPINO
Abbi un po' di compassione,
sii pietosa al tuo protetto,
tornerò, te lo prometto,
buon marito e genitor.
COMARE
Lo prometti?
CRISPINO
Sì.
COMARE
L'accorda
d'ogni bene il donator.
Scèna Ultima
(Crispino cade svenuto sopra la sedia,
e la Scèna si trasforma in unastanza della
sua casa, dov' egli si trova attorniato dai
Figli, da Annetta,da Fabrizio, Mirabolano,
il Contino, vari Amici e Parenti)
TUTTI
Ah Crispino, ritorna in te stesso.
CRISPINO
(svegliandosi)
Dove son?
ANNETTA
Nelle braccia de' tuoi.
CRISPINO
(s'alza)
Ho sognato!... sto dunque tra voi?
(ad Annetta)
Quanto vidi a te poi narrerò.
FABRIZIO
Fu di bile soverchia un accesso,
che ti fece per poco svenire.
TUTTI
Sol concordi si pensi a gioire,
s'ora il nembo in seren si cangiò.
ANNETTA
(a Crispino)
Non ha gioia in tal momento,
che somigli al mio contento;
quanto prova l'alma mia
non può il labbro palesar...
(abbracciandolo)
Ridonato alfin mi sei!
Questo cor più non desia;
ben maggiore non potrei
sulla terra domandar.
CRISPINO
Ti prometto, Annetta mia,
in appresso di cangiar.
TUTTI
Piena gioia intorno sia.
T'ha voluto il ciel salvar!

|
ACTO PRIMERO
Escena Primera
(Una plaza en Venecia.
A la derecha del espectador, una botica bajo
el nombre de «Los dos monos», dispuesta
para hacer la melaza. Unos empleados en el
exterior golpean, otros están revisando las
drogas. Una cafetería; al frente un restaurante
con un mostrador. A la izquierda, adelante, la
casita de Crispino, más atrás la puerta
principal. Cuando se levanta el telón, Crispino
está en el exterior trabajando en su banco
de zapatero. El Condesito está sentado en el
café, leyendo un periódico; algunos criados
están a cierta distancia de él; los empleados
de la botica golpean en los morteros; los
criados del restaurante están en la puerta)
CORO
¡Golpea, golpea, bate, bate!
Con la pócima que estamos haciendo,
más de una molesta enfermedad
con esta medicina se curará.
Escena segunda
(Los anteriores y Don Asdrúbal, que va
del palacio al café. Los empleados dejan
de golpear y se ocupan de otras tareas)
ASDRÚBAL
¡Eh, mozos!...
Quiero tomar un buen café
y un par de galletas,
pero... tened en cuenta... que son para mí.
CORO
Este maldito avaro,
¿es que nunca acaba de morirse?
ASDRÚBAL
Agua y azúcar de la buena...
Ya sabré cómo premiaros luego.
EL CONDESITO
(leyendo para sí mismo)
En China han encontrado
un nuevo templo de los hindúes.
CORO
(a Don Asdrúbal, llevándole el café)
Está servido...
EL CONDESITO
(observando a Don Asdrúbal, para sí)
¡Ah, desgraciado!
Qué infeliz soy por tu culpa.
(levantándose)
Tan bella como un ángel,
te vi y te adoré.
Al instante, noté cómo mi corazón
palpitaba con fuerza.
Mas si el destino me disputa tu mano,
todo obstáculo sabré superar,
Lisetta mía, por ti.
(vuelve a su asiento)
CORO
¡Golpea, golpea, bate, bate,
esta poción sólo se hace aquí!
ASDRÚBAL
¡Eh, mozo!... ¿Y lo mío?
CORO
¡En seguida!
ASDRÚBAL
¡Rápido!
CORO
¡Aquí!
CRISPINO
Una vez un zapatero
se convirtió en un gran señor.
TODOS
¡Eh, cállate Crispino,
tu canto nos molesta!
CRISPINO
¿Y por qué he de callarme?
CORO
¡Eres molesto!
ASDRÚBAL
Piensa en las deudas que tienes que pagar.
CRISPINO
El hombre necesitado y sin dinero
se reconforta cantando.
Había una vez un zapatero
que se convirtió en un gran señor.
Un hada, locamente enamorada
del pobre hombre, le dijo qué
zapatos, punzones, hormas, botas,
taburetes y cepillos debía utilizar.
Entonces, espléndidos carruajes y caballos,
y almuerzos lujosos pudo disfrutar.
¡Ay, ay, pobre Crispino,
el hambre y la sed son para ti!
El destino sólo te ha deparado
un poco de pan y nada de vino.
¡Golpear, golpear, tirar y golpear!
Estás condenado a trabajar.
¡Corta, tira, pega, golpea!
Pero, al menos, desahógate con tu canto.
ANNETTA
(fuera de escena)
¡Hermosas historias para leer!
¿Quién quiere comprarlas?
CRISPINO
(Para sí)
¡Hoy mi esposa vuelve
a vender historias. como siempre!
TODOS
¡Incluso la vendedora de historias
nos viene a atormentar!
Escena Tercera
(Los anteriores y Annetta con una cesta
llena de cuentos y canciones. Se puede ver
a Mirabolano en la farmacia)
ANNETTA
¡Historias bonitas para leer!
¿Quién me las compra?
¡Las tengo de amores ardientes,
leyendas tristes,
cuentos para solteros
y ejemplos para esposas!
¡Tengo un método seguro
para sondear el corazón
e inspirar el alma
de los que quieren amor!
¡Preciadas y útiles
vengo a dispensar
hermosas historias para leer!
¿Quién quiere comprármelas?
(Para sí)
¡Ah, los gritos son inútiles,
no logro ganar ni una moneda!
CRISPINO
(levantándose)
Annetta... ¿y bien?
ANNETTA
Una miseria.
CRISPINO
Dime ¿cuánto has logrado?
ANNETTA
Nada.
CRISPINO
¡Palabra horrible! Estoy desesperado.
ANNETTA, CRISPINO
¡Qué hermosa pareja!
¿Y qué vamos a comer?
ANNETTA
¿Y los niños?
ANNETTA, CRISPINO
¡Oh, cuánta miseria!
CRISPINO
Vuelve a intentar vender algo...
ANNETTA
Fue en vano que cruzara Rialto
y luego San Paolo,
ni siquiera en la plaza pude vender
una sola hoja de papel...
Toman las hojas, las leen
y las arrojan riendo.
A veces me dicen cosas
que no comprendo;
como mucho algunos se aventuran a preguntar
cuanto cuesta.
CRISPINO
¡Ah!... eso dices... puedo imaginármelo...
ANNETTA
¿Acaso lo dudas?
ANNETTA, CRISPINO
¡Ah, una vida tan miserable
le hace a uno delirar!
CRISPINO
Intenta de nuevo,
tal vez ese señor quiere...
(Vuelve a su asiento)
ANNETTA
(a Mirabolano que está
en la puerta de la farmacia)
Esta es la regla perfecta
para leer en los coros.
MIRABOLANO
¡Eh,
no me fastidies, vete!
ANNETTA
(al Condesito)
Para amantes apasionados,
una hermosa historia justo para usted...
EL CONDESITO
¡Desaparece de mi vista!
ANNETTA
(a Asdrúbal)
¡Aquí está el método
para aumentar las riquezas!
ASDRÚBAL
(tomando su mano)
Querida, escucha...
dame un poco de amor.
CRISPINO
¡Vaya, señor Asdrúbal!
¿A qué juego estamos jugando aquí?
ASDRÚBAL
Ocúpate de tu trabajo, tonto,
sé lo que deseo.
CRISPINO
(levantándose)
No lo entiendo...
ASDRÚBAL
Págame
el alquiler de la casa.
¡Págame ahora mismo!
CORO
Pues tiene razón.
ASDRÚBAL
¡Paga, o te echaré de aquí
y me apropiaré de los muebles de la casa!
ANNETTA
¡Piedad, señor Asdrúbal!...
ASDRÚBAL
(acariciándola)
¿Qué deseas?... Haré todo lo que quieras.
Lo sabes bien, conténtame.
ANNETTA
¿En qué?
ASDRÚBAL
Ya sabes...
ANNETTA
No...
CRISPINO
(empujando con fuerza a Annetta)
¡No!
CRISPINO
Señor, este mueble
no quiero que lo toque.
MIRABOLANO, ASDRÚBAL, CORO
(rodeándolo)
Paga tus deudas
gran fanfarrón. Paga.
Es inútil que hagas
todo este alboroto.
Si no lo haces
irás a la cárcel.
Bestia tonta,
sal de aquí.
ANNETTA
¡Compadézcase de él
si tiene corazón!
Créame,
es inútil tanto rigor.
Somos demasiado humildes,
somos muy desafortunados,
estamos desesperados
y necesitamos piedad.
EL CONDESITO
¡Compadézcase de él,
si tiene corazón!
Créame,
es inútil tanto rigor
Son demasiado humildes,
son muy desdichados,
con la gente desesperada
hay que tener piedad.
CRISPINO
(Para sí)
De un lado mi esposa
con sus reclamos,
y por el otro lado
me presionan los acreedores...
Crispino, eres muy desdichado
y no te quedan esperanzas.
Quizás un pozo o el mar
te ayudarían.
(Sale desesperado. Annetta quiere seguirlo,
pero es retenida por Don Asdrúbal. El
Condesito se marcha en otra dirección.
Mirabolano entra en la farmacia)
Escena Cuarta
(Annetta y don Asdrúbal. Los empleados
de la farmacia despejan la escena)
ANNETTA
¡Mire, compruébelo usted mismo, viejo feo!
El pobre Crispino ha montado en cólera.
¿Quién sabe lo que hará?
Voy tras él.
ASDRÚBAL
No, no, escucha Annetta,
hablemos de otro asunto...
ANNETTA
¿De qué quiere hablar, avaro cruel?
Sólo deseo una horca para usted.
(Corre detrás de Crispino)
Escena Quinta
(Don Asdrúbal y el doctor
Fabrizio, saliendo del palacio)
ASDRÚBAL
Bueno, querido doctor,
¿qué noticias hay de la enferma?
FABRIZIO
Es hermosa... y parece desahuciada.
ASDRÚBAL
¡Que muera, que muera, no importa!
Si no va a ser mía,
es mejor que esté muerta.
FABRIZIO
Pero, ¿por qué?
ASDRÚBAL
No quisiera que,
aunque la amo desesperadamente...
FABRIZIO
(Para sí)
¡Comprendo!
ASDRÚBAL
... fuera a caer en manos
de un cualquiera,
que derrocharía su rica dote en...
¿en menos de un año?
Pero no... no estoy loco...
no me engaño.
FABRIZIO
(Para sí)
¡Ah! ¡Ah!
ASDRÚBAL
Que se enferme, que se muera como quiera,
no quiero ver feliz a mi rival.
(entra en el palacio)
Escena Sexta
FABRIZIO.
¡Dices que la amas desesperadamente!
Bribón, bribón, te conozco...
Su atractiva dote está en tu corazón:
¡y mientras tanto ella muere de amor!
Soy un poco filósofo
y un agudo observador.
También como médico
conozco el corazón de las mujeres.
Sé lo mucho que el cuerpo
está sujeto a la moral.
De las viudas o de las jóvenes,
a menudo adivino su enfermedad.
En ellas me hacen reír
la languidez, el paroxismo,
las convulsiones, las palpitaciones
y la histeria habitual.
Para todo eso tengo un remedio
seguro y portentoso.
Les digo: "Receta Statim"
... ¿cuál te gusta más como esposo?
Mujeres encantadoras, ya lo sabemos...
Mucho os gustan las palabras: te amo.
Seáis viudas, seáis solteronas,
feas o bellas, todas queréis amor.
Os asemejáis a las vides
que necesitan olmos por maridos,
y que luego, al ser coronados con sarmientos,
hacen felices a los agricultores,
(entra en la farmacia)
Escena Séptima
(Un lugar remoto con un pozo de agua
en el
centro. Crispino, desesperado,
entra corriendo)
CRISPINO
¿Dónde voy, a dónde corro, a dónde huyo?...
Insultado y perseguido me debato.
¡Ah Crispino, ya no hay remedio!
¡Se acabó el mundo para ti!
¿Quién me indicará una dulce muerte
que me mate poco a poco?
¡Oh vosotros, compañeros míos, amigos,
deudores desesperados que como yo,
estáis perseguidos!
Os pido consejo,
¿debo ahorcarme? ¿debo ahogarme?
(se desespera aún más)
¿Qué veo? ¡Aquí hay un pozo de agua!
¡Oh, a tiempo lo he encontrado!
¡Será mi puerta al otro mundo!
¡Esposa, esposa mía, adiós!
Dejaré atrás todos mis problemas y moriré,
temblando, en un lugar frío.
(corre a lanzarse de cabeza al pozo,
cuando una mujer, con una capa marrón,
emerge de repente de las profundidades
y permanece inmóvil)
Escena Octava
(Crispino y la Comadre)
COMADRE
¡Detente! ¿Qué vas a hacer?
CRISPINO
¡Una mujer en el pozo!
Ilustrísima ¿quién eres?
COMADRE
Ahora no es el momento de explicártelo,
a su debido tiempo lo sabrás.
Por hora, sólo debes obedecer.
CRISPINO
¿Eres una mujer? ¿Una diosa?
¿Eres un hada?
¿Qué haces aquí?
COMADRE
(Sale del pozo y avanza hacia
la parte anterior de la escena)
No soy ni una mujer ni una diosa,
pero nadie se me puede resistir.
CRISPINO
¿Cómo debo llamarte, entonces?
COMADRE
Doña Justa, tu Comadre.
CRISPINO
¡Ah, soy un compadre desdichado
a quien debes ayudar pronto!
Estoy desesperado,
escucha y lo sabrás.
COMADRE
Adelante, habla, pero yo lo sé todo.
CRISPINO
¿Sí? Hablaré con franqueza.
Al principio, imagínate,
hice de sirviente,
después pasé a ser ayudante
del cocinero de una posada.
Quería progresar
y me convertí en cantinero.
Pronto tuve que dejar ese oficio
por mi apego a las copas,
a los caramelos y a los fósforos.
Me convertí en comerciante;
me convertí en pescadero;
me convertí en barquero;
me enamoré como un asno
y me hicieron casar.
Pero resulta que mi mujer no conjuga
solamente conmigo el verbo amar.
COMADRE
Dime toda la verdad, pero apresúrate,
me aburre estar escuchando.
CRISPINO
Ahora ejerzo la noble profesión
de zapatero.
Pero por más que sudo y me esfuerzo,
soy más miserable que antes.
Nado en un mar de deudas.
Náufrago y casi muerto,
los acreedores me presionan
como una ola contra el puerto.
Vine aquí a buscar el final
de tantas aflicciones...
Y ahora, que toda la triste historia
he podido contarte,
poderosa comadre,
espero desesperado
que tengas piedad de mí.
(cae de rodillas ante la Comadre)
¡Muévete a compasión!
COMADRE
¡Crispino, levántate, voy a ayudarte!
CRISPINO
(levantándose)
¿Sí, de veras?
COMADRE
Ya lo verás.
¡Te transformaré en un gran médico!
CRISPINO
¿Estás loca?...
¿Cómo podrá ser eso si soy un asno?
COMADRE
Serás un médico al ciento por ciento.
CRISPINO
(dudando)
¡Pero, Comadre...
COMADRE
Si te niegas,
te abandonaré...
CRISPINO
No, lo acepto.
Pero me gustaría saber...
¿a qué se debe tanta ternura hacia mí?
COMADRE
Deseo castigar a ciertos médicos
por su soberbia e ignorancia.
CRISPINO
¡Ya era hora!... ¿Y cómo lo haré?
COMADRE
Escucha bien lo que voy a decirte.
Cuando visites a un enfermo,
si me ves a mí o a mi cabeza junto a él,
eso significará que él morirá.
Si yo no aparezco, él vivirá.
CRISPINO
¿De verdad?
COMADRE
Si sigues este método
sin vacilar,
serás un gran médico
y te lloverán las riquezas.
(Lo saluda con un gesto y vuelve al pozo)
CRISPINO
Comadre, alma bella,
¿no regresarás a verme?
COMADRE
Sí, pero sólo para ti seré visible.
CRISPINO
Comadre, pero mis problemas,
esas malditas deudas,
por ahora...
COMADRE
(le lanza una bolsa de monedas)
¡Sáldalas!
Toma este oro,
tendrás mucho más...
(solemnemente)
¡El mundo me está sometido,
Crispino es mi protegido!
CRISPINO
(corre a abrazarla)
¡Comadre mía!... ¡Corazón mío!...
COMADRE
Me has entendido... ¡Adiós!
(se sumerge en el pozo)
CRISPINO
(mirando dentro del pozo)
Pero... espera... escucha... ¡se fue!
¿Habré perdido la cabeza?
Escena Novena
CRISPINO
(Se lanza sobre la bolsa y la hace tintinear)
¿Lo he soñado o estoy despierto?
No, no lo he soñado... ¡Esto es oro!
¡Ah, eres afortunado compadre!
¡Qué buena comadre te has encontrado!
Escena Décima
(Crispino, luego Annetta)
ANNETTA
(desde el interior)
¡Crispino! ¿Dónde estás?
¡Crispino!
CRISPINO
(yendo a su encuentro)
¡Aquí estoy, Annetta!
Y muy contento, ¿sabes?
ANNETTA
¡Ah, por fin te encuentro!
Te fuiste muy enfadado
y sentí tanta pena,
que corrí detrás de ti...
Apenas pude encontrarte, preguntando.
CRISPINO
Lo que ha pasado ya pasó.
ANNETTA
Pero, ¿qué te pasa?... ¿Estás borracho?
CRISPINO
¡Más que borracho!...
¡mejor, mucho mejor!
ANNETTA
Pero, ¿qué sucede?... ¡explícate!
CRISPINO
Ahora lo sabrás.
¿Ves, querida, semejante bolsa?
ANNETTA
Seguro que es una chanza.
CRISPINO
¿Oyes, Annetta, este sonido?
ANNETTA
¡Qué lindo es!... ¡Sí, lo oigo!
CRISPINO
Ya no estoy desesperado,
pues aquí hay oro y plata.
ANNETTA
¿Estás seguro?
CRISPINO
Segurísimo.
¡Mira,
mira!
ANNETTA
¡Oh! ¡Es verdad!
¿Pero de quién? ¿De quién es?
CRISPINO
Absolutamente todo mío.
ANNETTA
¡Mi corazón en el pecho
ya empieza a palpitar agitado!
CRISPINO
¡La mera presencia del dinero
hace que las mujeres se sientan dichosas!
ANNETTA
¿Dónde lo has encontrado?
CRISPINO
Me lo acaban de regalar.
ANNETTA
¿Quién?
CRISPINO
No lo vas a creer...
ANNETTA
¿Quién te lo ha dado?
CRISPINO
Una comadre.
ANNETTA
¿Una comadrona?
CRISPINO
No, no tiene tantos años.
ANNETTA
¿Qué comadre?
CRISPINO
Una señora...
ANNETTA
¿Quién da dinero en bolsas?...
Esto es demasiado, no lo soporto...
(con inquietud)
Si encontraste una comadre
yo sabré encontrar un compadre.
Ya verás, señor mío,
como yo también sabré ingeniármelas.
Más de uno me ha estado galanteando.
Lo atenderé, a despecho tuyo,
con una mirada y una sonrisa.
Sé muy bien lo que debo hacer.
Márchate, gran bribón,
que bien sabré ponerte en tu lugar.
CRISPINO
Cuidado, Annetta, no digas eso
que me puedo enfadar.
Desde luego que
no me iré sin sospechar.
Te lo digo por las buenas,
no me provoques, ya me conoces,
bien sabes que si nos peleamos,
no seré el mismo de antes.
Tu sonrisa y tus miraditas
haré desaparecer con un palo.
ANNETTA
¡Me
siento morir envenenada!...
CRISPINO
Piensa en el oro y la plata.
ANNETTA
(extiende su mano)
¿Paz entonces?...
CRISPINO
(negándose)
¡Ah, picarona!
ANNETTA
¡Ah, hagamos las paces!
CRISPINO
¿Y la sonrisa? ... ¿Y las miraditas?
ANNETTA
(acariciándolo)
Era una broma, sabes que soy incapaz.
CRISPINO
(le da la mano)
Bueno, bueno... te pondré a prueba.
ANNETTA
(hace lo mismo)
Te demostraré quién soy.
¡Ah sí, sí, maridito mío,
han terminado nuestras penas!
¡Bendita sea la comadre
qué nos hará felices!
¡Adiós novelas, adiós hambre!
(empieza a bailar)
¡La, lará, lará, la, la!
CRISPINO
¡Adiós zapatos, adiós a mi oficio!
Quiero cantar, quiero bailar;
la comadre se ocupará de todo.
Vayámonos de aquí bailando.
¡Canta y salta, ídolo mío!
¡La, lará, lará, la, la!
(ambos salen bailando)
ACTO SEGUNDO
Escena Primera
(Una plaza como en la escena primera del
primer acto. Crispino y Annetta llegan
alegres y tomados del brazo)
CRISPINO
¡Por fin en casa!...
¡Aquí está mi banco de zapatero!
¡Vete al diablo,
feo recuerdo de mi anterior oficio!
(lo hace volar de una patada)
Ahora soy un excelentísimo señor doctor.
ANNETTA
¿Se te ha metido en la cabeza ser médico?...
Si ese oro no fuera de verdad,
te creería un loco de remate.
CRISPINO
Annetta, ¿no has visto
por la calle a esa gran dama
que me habló al oído?
ANNETTA
No.
CRISPINO
¡Sí, lo sabía!
Sólo yo la veo.
ANNETTA
¿Y bien?
CRISPINO
(sacando un gran cartel)
Me dio este cartel
para ponerlo en la puerta.
Además, me dijo que en la casa encontraría
un equipo completo de ropa de médico.
(Coge un clavo y un martillo del suelo
y cuelga el cartel sobre la puerta)
ANNETTA
(Para sí)
Mi asombro es cada vez mayor.
(A Crispino)
Será mejor me que vaya a dormir.
CRISPINO
(volviéndose)
¿A dormir? ¡Necia!
Ya verás, verás lo que voy a hacer ahora.
Me pondré los accesorios de médico.
(entra en la casa)
Escena Segunda
ANNETTA
(a solas)
No sé qué pensar.
¿Quién podrá ser esa Comadre?
Intentaré leer, tengo curiosidad.
Crispín no sabe leer...
(lee con dificultad, deletreando)
"Crispino Tacchetto, conocido zapatero,
se ha convertido en un excelente médico".
Debe ser un hada
o un genio benévolo que lo protege...
Esa bolsa, ese oro es la prueba de ello...
¡Oh sí, es cierto... eso me ayuda a creerlo!...
(se acicala y pavonea)
Ya no soy la Annetta,
la vendedora de historias, la zapatera;
¡Doctora, y más hermosa que yo,
no existe ninguna!
¡Ah, la dicha que me espera
ya me la puedo imaginar!
(se pasea pomposamente)
Grandes terciopelos, pequeños sombreros,
plumas, guantes muy finos,
chales turcos, chales ingleses,
rococó y moda francesa...
Una casa señorial
y un palco en cada teatro.
En la calle un carruaje de cuatro caballos,
mi propia góndola en la ciudad,
una mesa dispuesta siempre para mí
en el restaurante...
¡y docenas de hombres elegantes
que me pretenden!
Todos adoran lo que reluce.
Sin dinero, una condesa
es menos que una doctora...
¡Y Annetta tendrá tesoros!
La dicha que me espera
la estoy presintiendo ya.
(entra en la casa)
Escena Tercera
(Mirabolano, luego Don Fabrizio
desde la farmacia. Don Asdrúbal
desde la casa. Gente en las tiendas.
Luego, la Comadre)
MIRABOLANO
¿Qué ha escrito ese loco
en la puerta de su palacio?
(vuelve a leer)
¡Ja! ¡Ja! ¡Qué maravilla!
¡Eh, doctor, lea esto!
FABRIZIO
¡Crispino Tacchetto, conocido zapatero,
se ha convertido en excelente médico!
MIRABOLANO, FABRIZIO
¡Oh, qué loco! ¡Oh, qué payaso!
¡Es realmente un loco de atar!
(La gente se agolpa para leer)
CORO I
¡Excelente!
CORO II
¡Excelente!
TODOS
¡Es para morirse de risa!
Escena Cuarta
(Crispino sale de su casa
con un traje negro)
CRISPINO
¡Alto ahí! ¿De qué os reís?
TODOS
¡Eh, payaso!
CRISPINO
¿No sabéis asnos,
quién soy yo?
TODOS
¡Ja! ¡Ja! ¡Ja! ¡Ja! ¡Ja! ¡Ja! ¡Ja!
CRISPINO
Soy médico.
TODOS
Eso es una locura.
CRISPINO
¡Un gran doctor!
TODOS
¡Ja! ¡Ja!
CRISPINO
¡Sí, señores, soy un médico
que cura todos los males!
Si os ocurre un accidente,
si tenéis fiebre fría o ardiente,
un golpe en la cabeza,
o si la tisis os molesta;
por mis cuidados, sí señores,
quien no muera podrá vivir.
TODOS
¡Vaya un doctor! Sería mejor
que le pagaras a tus acreedores.
CRISPINO
(mientras se pasea, saca de su bolsillo
unas monedas de oro y, arrojándolas a
la cara de los presentes, les dice:)
Eso son monedas de oro, y con ellas,
alguien como yo puede pagar.
Me he convertido en médico
y podré satisfaceros a todos.
(Para sí)
¡Ah, Comadre, en este momento
estoy a punto de que me muelan a golpes!
FABRIZIO
(a Crispino)
¡Tanto dinero en tan poco tiempo!
¿Dónde lo has encontrado?
MIRABOLANO
Seguro que has ido
a visitar alguna casa.
ASDRÚBAL
¡Apuesto uno contra cien
que ahora te dedicas a robar!
CORO
¡Te hiciste rico de golpe!
Con seguridad que has ido a robar.
CRISPINO
(Para sí)
¡Ah, Comadre, en semejante situación
sé que me van a moler a palos!
COMADRE
(surge de repente del suelo
junto a Crispino)
La Comadre en tal momento
sólo aparece para ti, Crispino.
No tengas miedo...
¡Tu valor puedes duplicar!
(vuelve a meterse bajo tierra)
CRISPINO
Mil gracias, ahora siento
redoblado mi valor.
Escena Quinta
(Los anteriores, el condesito que llega
presuroso, Annetta desde la casa. Luego,
Bortolo el albañil, seguido por mucha gente)
EL CONDESITO
¡Ah, señores, señores, rápido,
aún hay tiempo para salvarlo!
Un artesano se ha caído de un altísimo tejado
y aquí lo traen inconsciente.
TODOS
¿Dónde está? ¡Vamos, rápido!...
EL CONDESITO
¡Está aquí!
ANNETTA
¡Pobrecito, se está muriendo!
(cuatro hombres, seguidos por una gran
multitud, traen a Bortolo, inconsciente,
y lo ponen sobre una silla que colocan
en el centro del escenario)
CORO
¡Ah, es Bortolo, el albañil!
(apretujándose a su alrededor)
¡Cinco hijos y una esposa!
Si muere, no sabrán cómo vivir.
CRISPINO
(mirando a todos lados, para sí)
¡Ni la Comadre, ni su cabeza aparecen!
(Mirabolano y Fabrizio se han acercado
a Bortolo para examinarlo)
MIRABOLANO
No hay nada que hacer, está desahuciado.
FABRIZIO
Pero no hay fracturas...
MIRABOLANO
No hay solución,
está inun caso extremis.
CRISPINO
(siempre observando a su alrededor, para sí)
La Comadre no está.
TODOS
¡Desdichado, se muere!
CRISPINO
¡Fuera de aquí bestias,
no sabéis nada en absoluto!
Este moribundo aquí presente,
os digo que no morirá.
TODOS
¡Cállate, tonto!
CRISPINO
¡Burros!
FABRIZIO
(a Mirabolano)
Al menos intentemos una sangría,
podría ayudarlo...
MIRABOLANO
Factus algidus,
ya está.
CRISPINO
¡A toda costa yo quiero también
probar mi receta!
MIRABOLANO
¡Charlatán, ve con Dios!
¡Vete, no nos molestes más!
FABRIZIO
Si ya está muerto, según mi opinión,
para qué negar que lo intente.
TODOS
(a Crispino)
Inténtalo, pero ten cuidado,
si te equivocas lo pagarás.
ANNETTA
(a Crispino)
Cuídate, marido mío,
no hagas que te apaleen.
CRISPINO
(A Annetta)
Estoy seguro de lo que hago,
la Comadre no aparece.
(Se acerca con solemnidad al enfermo)
¡Escuchad!
Todo lo que yo pida,
vosotros que me circundáis,
debéis traerlo ante mí de inmediato.
(Todos asienten con la cabeza y
traen lo que pide en cada momento)
CRISPINO
(Deforma las palabras
para que parezcan latín)
Receta “panam candidam
cum stortibus perfettis”
pan, jamón, ostras,
y cuatro pequeños brócolis.
Traedme también vino,
pero debe ser del mejor,
a ser posible de la hostería
El Sombrero Negro, de Venecia...
Ahora aplico todo al enfermo
Y pronto se curará.
TODOS
¡Oh, qué ridículas son
tantas idioteces!
CRISPINO
(Aplica un poco de la indicada receta en
la cabeza de Bortolo, come un poco,
luego toma un vaso y, haciéndose servir
un poco de vino, dice:)
El vino es un específico
animador de los corazones.
Sólo con su aroma resucita
a los bebedores muertos...
(bebe)
Bueno, pero no excelente...
Probemos el efecto,
(sopla sobre el rosto del paciente)
¡Bortolo,
Bortolo,
despierta, Bortoletto!
(Bortolo mueve un brazo)
TODOS
¡Se está moviendo! ...
¡Ya resucita! ....
CRISPINO
¿Eh, Bortolino?...
BORTOLO
¡Ay de mí!
TODOS
¡Ha hablado!
BORTOLO
(abre los ojos y levanta la cabeza)
¡Vuelvo a la vida!
¿Gracias a quién?
CRISPINO
Sólo gracias a mí.
TODOS
Apenas se puede creer...
¡sí, esto es para volverse loco!
CRISPINO
(Para sí)
¡Cuántos besos me gustaría darte,
mi querida Comadre!
Comadrecita no te voy a engañar,
seré tu enamorado.
Los médicos se harán humo
y me convertiré en un ricachón.
ANNETTA
(a Crispino)
¡Ah! Crispino, junto con la Comadre,
has hecho un buen negocio,
todo el mundo querrá tu asistencia.
Te veré como un ricachón.
Los médicos desaparecerán,
¡Cómo me voy a reír de ellos!
MIRABOLANO
(Para sí)
¡Quién podría haber adivinado
cómo iba a resultar este asunto!
¡Cuántos en el mundo gritarán
que se ha operado un milagro!
A mi prestigio, un gran daño
este caso le origina.
FABRIZIO, CONDESITO, ASDRÚBAL
(Para sí)
¡No sé qué pensar;
es curioso este asunto!
Cuando los médicos sepan
que este hombre se curó,
cuántos enfados habrá.
Pero no es posible negarlo.
CORO
(entre ellos)
Si lo consideraban desahuciado
y Crispino pudo salvarlo,
el arte médico es un fraude.
No se puede dudar.
Los médicos saben muy poco,
sólo adivinan por sí y por no.
CRISPINO
(con gravedad, a los hombres
que trajeron a Bortolo)
¡Llevad a este hombre a mi cama
y dejadlo dormir una hora!
Que beba un poco de caldo y vino...
Mañana volverá al trabajo.
(los hombres, precedidos por Annetta y
seguidos por el Condesito, lo hacen)
Escena sexta
(Los anteriores menos Annetta,
Bortolo y el Condesito)
CRISPINO
(se pasea con altivez por la escena, y
luego, mira a Fabrizio y a Mirabolano)
Asinorum, bestiorum, doctorum,
(Doctores, borricos, bestias)
¡Ahora, todos ellos sobran, yo estoy aquí!
Boticarios, vosotros también,
podéis cerrar y marcharos... ¡Adiós!
Ricettorum, novorum, nostrorum
(De nuestro nuevo recetario)
Ahora las recetas serán eficaces.
FABRIZIO, ASDRÚBAL,
MIRABOLANO
¿Así nos hablas? ¡Ten educación, bufón!
CORO
No, señores, él ha hablado bien.
Él ha salvado a Bortolo...
FABRIZIO, ASDRÚBAL
MIRABOLANO
Pero no tiene derecho a insultarnos.
CORO
¡Basta ya, él tiene razón!... ¡Silencio!
FABRIZIO, ASDRÚBAL
MIRABOLANO
Pero debe tener más respeto.
CRISPINO
¡Oh, doctores! Podéis marchaos...
¿Hablo claro? ¿No me entendéis?
CORO
Sí, marchaos, él es el verdadero médico.
Rindámosle el homenaje que se merece.
Escena Séptima
(Los anteriores, Annetta y el Condesito
desde la casa. La gente toma el banco
de zapatero de Crispino, lo obliga a
sentarse en él y, llevándolo casi en triunfo,
cantan:)
CORO
¡Viva el pobre Crispino,
que se ha convertido en un gran médico!
¡Viva el inculto zapatero,
que a la muerte venció!
¡Su fama da la vuelta al mundo,
a lo largo y a lo ancho!
¡Él ha demostrado su valía,
el triunfo lo ha merecido!
CRISPINO
(escudándose temeroso)
¡Gracias! ¡Gracias!... ¡Mil gracias!
Gracias, digo, pero tened cuidado...
No me hacen falta más desgracias...
¡Despacio o me caeré!
Estoy agradecido por esta fiesta...
Pero mis piernas... pero mi cabeza...
¡Despacio!...
Si me matáis, no podré curaros.
ANNETTA
(Para sí)
¡Qué suerte!... ¡Mi Crispino
se ha convertido en un verdadero doctor!
Si bien era un burdo zapatero,
venció a la muerte.
¡Su fama alcanzará
lo ancho y largo de todo el mundo!
¡Ah, comadre, de todo corazón
siempre seré tu amiga!
ASDRÚBAL, MIRABOLANO
FABRIZIO, EL CONDESITO
(entre ellos)
¡Ese bribón de Crispino
pasará por un gran médico!
Dirán que un zapatero
ha vencido a la muerte.
¡También nosotros lo hemos visto!
¿Quién lo habría previsto?
¡A la ciencia mucho honor,
en este caso, no le puede hacer!
(Mientras los festejos a Crispino
continúan, baja el telón)
ACTO TERCERO
Escena Primera
(Una plaza como en la primera escena
del primer acto, pero con la casa de
Crispino completamente remodelada.
Hay un balcón abierto. Doctor Fabrizio
y el Condesito.
FABRIZIO
Veamos si en la farmacia hay algún aviso.
EL CONDESITO
¡Eh, doctor!
FABRIZIO
Querido Condesito.
EL CONDESITO
Apuesto a que adivina
que es lo que me trae aquí...
FABRIZIO
Explíquemelo.
EL CONDESITO
Usted es un hombre inteligente
y quiero hablarle con franqueza.
FABRIZIO
Como guste.
EL CONDESITO
Estoy perdidamente enamorado
de la pupila del avaro Asdrúbal;
él se opone a nuestro amor, ella está enferma...
Usted es su médico...
FABRIZIO
¿Y bien?
EL CONDESITO
Por ello me gustaría revelarle a ella
la angustia de mi corazón.
(le entrega una nota)
FABRIZIO
Condesito, ¿de qué habla?
EL CONDESITO
Vamos, doctor, no se inquiete.
FABRIZIO
¿Es una broma?
EL CONDESITO
No, realmente no lo es.
FABRIZIO
No le creo.
EL CONDESITO
Es cierto.
FABRIZIO
(Para sí)
¡Darle una nota a un médico,
para que se la lleve a una enferma!
¡Se atreve a enviarme
como un embajador del amor!
¡Oh, mirad qué gran señor
me viene con esos humos!
¡Oh, qué tiempos! ¡Oh, qué costumbres!
¡Oh, qué manera de proceder!
EL CONDESITO
(al médico)
El amor es en el corazón juvenil
un tirano omnipresente
que lo domina todo,
y a menudo, lo vuelve loco.
El error no es mío,
es del amor, mírelo bien.
Aun filósofo le conviene
perdonar tales pecados.
FABRIZIO
¡Por Galeno!... ¡Qué elocuencia!
¡Usted parece un Cicerón!
EL CONDESITO
Elocuente es la pasión
que hace hablar a mis labios.
Ahora escuche mi confidencia.
Soy rico, soy independiente,
y al tutor, si lo consiente, quiero regalarle
la dote que corresponde a la muchacha.
FABRIZIO
Pues el asunto cambia de aspecto.
Le prometo que hablaré de ello.
EL CONDESITO
¿Acepta?
¡Ya me siento renacer de felicidad!
FABRIZIO
No se haga ilusiones;
él es una bestia singular...
EL CONDESITO
¿Teme usted?...
FABRIZIO
No lo sé.
EL CONDESITO
Pero inténtelo al menos.
FABRIZIO
Lo intentaré.
EL CONDESITO
¡Rápido, amigo, manos a la obra!
Antes de que la noche cubra el cielo
defina usted este asunto
y yo volveré a ser plenamente feliz.
Le toca a usted convencer
a ese maldito avaro.
Por las buenas o por las malas
me casaré con la muchacha.
Don Fabrizio, me encomiendo a usted;
no me queda otra esperanza.
FABRIZIO
De inmediato pongo manos a la obra.
Antes de que la noche cubra el cielo
el asunto estará definido
y dichoso lo veré a usted.
Espero por fin poder convencer
a ese maldito avaro.
Sin tener que pagar la dote,
apuesto a que se mostrará
menos severo.
Lo intentaré, confíe en Fabrizio.
(Entra en la casa de Asdrúbal,
el Condesito entra a la hospedería)
Escena Segunda
(Interior de la botica "Los dos monos")
MIRABOLANO
(se pasea a solas)
Desde que ese malnacido zapatero
se ha transformado en un famoso médico,
nosotros, los doctores matriculados,
y también los boticarios,
estamos aun paso de la ruina.
Justamente aquí llega él.
Escena Tercera
(Mirabolano y Crispino que
entra con manifiesta gravedad)
CRISPINO
Doctor Mirabolano de antiguo cuño,
ponga atención y escriba lo que le digo.
(Mirabolano se sienta y escribe)
CRISPINO
(dicta mientras camina y
reflexiona seriamente)
Receta: una botella
de agua de putèi...
MIRABOLANO
Es decir, de pùtei.
CRISPINO
(piensa)
Es lo mismo...
Luego, una medida de líquenes...
(piensa)
tres gotas de agua destilada de rosas...
(piensa)
Con todo ello... luego de mezclarlos...
la divide en tres frascos
y se los envía al Conde Pandoletti.
MIRABOLANO
¿Pandoletti?... ¿Quién es?
CRISPINO
El forastero que vive al otro lado del río.
MIRABOLANO
Pandolfetti, querrá decir.
CRISPINO
Usted ya me entendió.
MIRABOLANO
(levantándose furioso)
¡Sí, sí, entiendo que usted es un bribón!
CRISPINO
¿Qué quiere decir con eso?
MIRABOLANO
Que roba mis clientes...
CRISPINO
¡Eh! Más le vale mantener
la lengua guardada en su boca.
MIRABOLANO
¡Lo llevo tratando durante un año!
CRISPINO
Y yo lo he curado con una sola visita.
Las píldoras, los cocimientos, la asafétida,
el bálsamo de copaiba, que usted le recetó,
yo se los hice tirar al canal.
Mi método es más natural.
MIRABOLANO
¡Usted es un gran villano!...
CRISPINO
Colega, doctor Mirabolano,
así están las cosas.
Todos ustedes,
jóvenes y viejos,
lo quieran o no,
deberán someterse
al doctor Crispino de Tacchetti.
MIRABOLANO
¡Ja! ¡Ja! ¡Incluso usa el “de"!
CRISPINO
Sí, exactamente, el "de".
MIRABOLANO
Me hace reír.
CRISPINO
No, le hago morir
de bilis y de envidia.
MIRABOLANO
¡Váyase de aquí, charlatán!
CRISPINO
¡Muérase!
MIRABOLANO
¡Zapatero remendón!
CRISPINO
¡Muérase!
MIRABOLANO
Asno.
CRISPINO
Reviente.
MIRABOLANO
¡Váyase, payaso!
Escena Cuarta
(Los anteriores y el doctor Fabrizio)
FABRIZIO
Pero, señores, ¿por qué toda esta disputa?
MIRABOLANO
Yo era el médico de Pandolfetti
desde hace un año;
y mi tratamiento marchaba bien hasta...
CRISPINO
¡Ah no, ése es el error!...
MIRABOLANO
... hasta que el impertinente
médico zapatero apareció
y de la forma más necia
le insinuó que arrojara al canal
todo lo que yo le había recetado.
Él se hizo cargo del tratamiento
y lo medicó, a su manera bestial.
¿Y ahora dime,
si tengo o no razón
de estar molesto?
Háblame con franqueza,
te pongo de juez.
(Para sí)
Que este bufón, que este animal,
niegue el hecho, si es que se atreve.
CRISPINO
(Para sí)
Con dos palabras, a este payaso,
sabré cómo confundirlo.
FABRIZIO
(Para sí)
Un asunto más ridículo
no se puede encontrar.
CRISPINO
Por una afección desconocida
había permanecido durante
seis largos meses postrado en su lecho
el conde Pandolfetti.
Entonces le surgió la duda
de que el señor Doctor, aquí presente,
acaso fuese un asno inepto.
Me citó hoy a las tres.
Voy, lo veo, lo ausculto,
y el tratamiento médico desapruebo.
Nuevos remedios, sencillos,
le prescribo.
Y cuando aquí he venido para que preparen
la receta, ¿sabe usted qué ha hecho?
Se ha transformado en una bestia salvaje
y como un cuadrúpedo,
se enfurece y pega coces.
(Para sí)
Este bufón, este gran animal,
ya no sabe que responder.
MIRABOLANO
(Para sí)
La audacia de esta bestia
nadie lo podría creer.
FABRIZIO
Escuchadme, y por las buenas
la cuestión se resolverá.
(se sientan)
FABRIZIO
No estuvo, ni está entre los médicos
vedada la buena educación.
Tenemos nuestras reglas
y debemos seguir la tradición.
Cuando los enfermos lo piden,
debemos hablar con franqueza
y sugerir los medicamentos
que consideremos más adecuados.
(a Mirabolano)
El que primero estaba curando al enfermo
no debe por ello encolerizarse.
(a Crispín)
Pero nunca se debe menoscabar
el prestigio de un colega.
Amigos míos, tranquilizaos,
debemos estar en paz.
Estos escándalos son contrarios
al arte de la salud.
Silencio pues y, en conclusión,
que no se hable más del asunto.
MIRABOLANO
(a Fabrizio)
¡Ah, tú también te pones
del lado de este payaso!
CRISPINO
No quiero saber nada
relacionado con esta gran bestia.
FABRIZIO
Ya es suficiente...
Terminemos aquí la disputa.
Ahora mismo vamos a hacer una consulta.
CRISPINO, MIRABOLANO
¡Una consulta! ¿Junto a él?
¡Eso es imposible para mí!
FABRIZIO
¿Cuántas veces tengo que repetirlo?
Quiero terminar con esto.
MIRABOLANO
No, nunca lo terminaré.
CRISPINO
Siempre le diré burro.
MIRABOLANO
Puedes volver a tu banco de zapatero,
sigues siendo Crispín Tacchetto.
No, no podrás cambiar,
siempre serás un patán.
Todos esos humos tienes en la cabeza,
tal vez un día los vea desvanecerse.
Sigue golpeando, arreglando zapatos,
te escucharé cantar.
CRISPINO
Puedo cantar desde el banco de zapatero,
pero yo soy el señor “de” Tacchetti
y me verás triunfar.
Perecerás enfermo de bilis,
y como si fuera una fiesta eterna,
te veré retorcerte y quejarte.
La repetida fórmula: golpea, golpea,
ya no volverás a oírla nunca más.
FABRIZIO
(Para sí)
¡Oh, qué locos!
¡Apuesto a que no hay dúo igual!
¡Y yo también, acaso alguna vez,
fui uno de ellos!
(En voz alta)
Por piedad, me da vueltas la cabeza.
¿Vais a terminar o no?
Dejemos de lado el golpea y golpea.
Quiero que seáis amigos de nuevo.
(Todos entran en el laboratorio)
Escena Quinta
(Un salón en la casa de Don Asdrúbal.
Asdrúbal y varios doctores que entran
con gravedad, vestidos con túnicas
y cubiertos con gorros magistrales)
CORO DE MÉDICOS
¡Misterios impenetrables
Higia nos ha revelado!
La gran diosa nos envía
para consolar a los que sufren.
Seguidores somos de Hipócrates,
y nietos de Galeno;
podemos con el veneno
restablecer la salud.
ASDRÚBAL
¡Gracias, si les parece bien,
se pueden acomodar!
Escena Sexta
(Los anteriores, Crispino, Fabrizio,
Mirabolano, el Condesito, todos con
sus togas, y luego Lisetta)
CRISPINO
¿Son todos médicos? ¿Qué hacen aquí?
¡Pobres diablos, van a desaparecer!
Si yo estoy aquí, es más que suficiente.
FABRIZIO, EL CONDESITO
Vamos, contente...
CRISPINO
No hay problema.
MIRABOLANO, CORO
¡Entre tantos médicos, este impostor!
Sería escandaloso, sería una vergüenza
permanecer aquí por más tiempo.
CRISPINO
(que mientras tanto ha estado
observando en todas partes, para sí)
¡No, la Comadre no aparece!
CRISPINO, CORO
Pero, ¿dónde está la enferma?
ASDRUBALE
Se acaba de levantar de la cama.
(Entra en una habitación con Mirabolano)
FABRIZIO
Está enferma de languidez,
de depresión y de angustia.
(Asdrúbal y Mirabolano vuelven
sosteniendo a Lisetta, a quien
Fabrizio
hace sentar en una silla)
EL CONDESITO
(Para sí)
¡Al fin te veo, mi Lisetta!
CORO DE MÉDICOS
Está in extremis, ¡pobrecita!
EL CONDESITO
(con emoción)
¡Oh, Dios mío, me siento morir!
ASDRUBALE
¡Aquí está el Condesito!... ¡Qué traición!...
FABRIZIO
¡Vamos, por favor, silencio!
No hagan semejante escena.
(Los médicos examinan a la paciente
y Crispino observa atento para
ver si aparece la Comadre)
CORO DE MÉDICOS
No le quedan ni una o dos horas de vida...
La damos por desahuciada.
CRISPINO
(tomándole el pulso. Para sí)
¡La Comadre no está!
(En voz alta)
Esta joven vivirá.
MIRABOLANO, CORO
(a Crispino)
¡Vamos, basta ya, impostor!
(a Asdrúbal)
¡Échalo de aquí!
EL CONDESITO
(Para sí)
¡Que el cielo se apiade de mí!
(En este momento el busto de la Comadre
aparece de repente a los pies de don
Asdrúbal, Crispino la ve y exclama
con alegría:)
CRISPINO
(Para sí)
¡La Comadre!... ¡Llega a tiempo!
(En voz alta)
¿Queréis que ahora os explique
lo que pienso francamente?
¡A pesar de todos los pronósticos,
esta joven desahuciada
será la esposa de su amado,
antes de que caiga la noche!
(Saca de una caja un confite
y lo pone en la boca de Lisetta)
Toma esta píldora,
que restablecerá tu salud.
MIRABOLANO, CORO
(a Asdrúbal)
¡Basta, vete al diablo!
¡Échelo de aquí!
CRISPINO
Sin embargo, será uno de vosotros
el que pronto se vaya al infierno por mí.
(Para sí)
¡Ah, la Comadre está ahí!
ASDRÚBAL
(a Crispino, tomándolo del brazo)
¡Payaso, fuera de aquí!
CRISPINO
Eres tú, Asdrúbal...
Lo siento, pero veo que estás muy enfermo.
En cualquier momento podrás sufrir
un síncope repentino...
¡A la cama, rápido, a la cama
o morirás aquí mismo!
ASDRÚBAL
Verdaderamente... tienes razón...
¡Me siento desfallecer!....
(Mirabolano lo acompaña a una
habitación; la Comadre los sigue)
Escena Séptima
(Los anteriores, menos
Mirabolano y Asdrúbal)
TODOS
¡En verdad un fenómeno como este
nos deja pasmados!
EL CONDESITO, LISETTA
¡Que el cielo quiera
protegernos y consolarnos!
CRISPINO
(a los médicos)
¡Burros, lechuzas, búfalos!
Volved a insultarme.
Escena Octava
(Los anteriores y Mirabolano que regresa).
CORO DE MÉDICOS
¿Cómo se encuentra?
MIRABOLANO
El síncope
ya lo ha hecho expirar.
CORO DE MÉDICOS
¡Vamos a verlo... vamos a socorrerlo!...
MIRABOLANO
No es posible resucitarlo.
CRISPINO
Por fin este asno
ha acertado un diagnóstico.
(Mirabolano hace un gesto
amenazador a Crispino y sale)
CRISPINO
Condesito... ¡cásate con ella!
(a los médicos)
Y vosotros, haced algo útil
y oficiad de testigos.
Yo seré para el caso el padrino.
Tomad este anillo... usadlo...
(da uno de sus anillos a Condesito
que lo pone en el dedo de Lisetta)
EL CONDESITO
Eres mía.
LISETTA
Eres mío.
CRISPINO
(complacido)
Así.
CONDESITO, LISETTA
FABRIZIO, CRISPINO
¡Ningún doctor ha expedido
una receta más oportuna!
(El Condesito y Fabrizio se
marchan junto con Lisetta)
Escena Novena
(Crispino y los médicos)
CORO DE MÉDICOS
Ya podemos irnos,
es inútil quedarnos aquí.
CRISPINO
Idos al diablo,
todos vosotros... ¡fuera!
Nobles burros mal ensillados,
¡marcharos de aquí!
Id, y recordad
a Crispino en este día.
(entra en la habitación de Lisetta)
CORO DE MÉDICOS
¡Vámonos... vayámonos rápido,
nuestro infierno está aquí!
Escena Décima
(Un gran salón en la casa de Crispino.
Annetta con varios familiares y amigos.
Los sirvientes están disponiendo una mesa
con buñuelos, botellas y otras vituallas)
ANNETTA
¡Entrad, entrad!
Hoy el doctor ha tenido que ir
en barco a Padua
para ver a un enfermo.
CORO
¿Cuánto dinero está ganando Crispino?
ANNETTA
¡Mucho!... Pero ¿para qué le sirve?
Él es una mezcla de contradicciones.
CORO
¿Hablas en serio?
ANNETTA
Juega y despilfarra el dinero,
pero es un avaro en casa.
Está malhumorado e irascible,
incluso, a veces,
me levanta la mano.
CORO
¿Quién lo hubiera dicho?
Debe estar celoso.
ANNETTA
(riendo)
No, no, no tiene razón para estarlo...
¡Pero ahora dediquémonos a nosotros!
Como el oso está lejos
y estamos en carnaval,
para pasar una horita alegremente
he preparado buñuelos y uvas.
CORO
¡Oh, querida Annetta!
ANNETTA
¡Vamos, sin ceremonias, sentémonos!
TODOS
¡Y a la alegría inocente abramos el corazón!
(se sientan, comen, se sirven, y luego
levantando sus copas, dicen)
CORO
¡Viva Annetta!
ANNETTA
¡Que vivan por siempre los amigos!
TODOS
Y que el cielo nos conceda
felices días. ¡Viva!
ANNETTA
¡Viva!... A propósito de los buñuelos,
escuchad un capricho
que me ronda por la cabeza.
Quiero cantaros aquella canción
que estaba de moda cuando vendía historias.
CORO
¡Sí, sí, muy bien, canta, canta!
ANNETTA
Ya sabéis que se trata de una amante
que le canta a su enamorado...
CORO
¡Sí, sí, lo sabemos,
y te haremos el coro!
ANNETTA
Piero mío, tengo un buñuelo aquí
que deseo regalártelo;
Querido,
¿sabes cuántos jóvenes lo desean?
Caramba, me dije,
quiero dárselo a quien yo quiera;
quiero dárselo a mi viejo,
y ese viejo eres tú.
Pero antes de juntarnos
para comernos este bocado,
júrame amarme
y serme siempre fiel.
Ten en cuenta, antes de jurar,
que puedo leer en tu alma.
Piero mío, te ofrezco este buñuelo...
¡Tómalo, ven a comerlo!
CORO
¡Vamos, Piero, no te demores,
corre a comerte el buñuelo!
Escena Decimoprimera
(Los anteriores y Crispino, que
aparece de repente en la puerta)
CRISPINO
(con ira, parodiando la canción del coro)
¡Piero está aquí y ese buñuelo
él se lo quiere comer!
TUTTI
(levantándose asustados y
corriendo hacia el lado opuesto)
¡Ah, Crispino!
CRISPINO
¡Pícaros, bribones, así que
estáis comiendo y pasándolo a lo grande!
¿Qué significan esas canciones en mi casa?
¿Qué hace tanta gente reunida aquí?
(tira todo lo que hay en la mesa)
ANNETTA
¡Ah, esposo mío!
CORO
¡Doctor, perdónenos!
CRISPINO
¡He llegado aquí a tiempo!
ANNETTA
¡Vamos, cálmate!
CRISPINO
No quiero réplicas...
¡Salid todos
u os romperé las costillas!
(toma una silla y los amenaza)
TODOS
¡Socorro, auxilio!
(corren a encerrarse en
distintas habitaciones)
CRISPINO
(forzando la puerta por la que ha entrado)
¡Y tú la primera, Annetta!
¡Sal... bribona... veleidosa!...
¡Sal de ahí, te digo, te voy a matar!...
Escena Decimosegunda
(Crispino, tras conseguir abrir la puerta,
se muestra sorprendido por la aparición
de la Comadre, que surge por dicha puerta)
CRISPINO
¿Tú?... ¡Comadre... no me fastidies!
COMADRE
¿Por qué tanto rigor?
CRISPINO
¡Vete al diablo tú también!
COMADRE
¿Así abusas de mi favor?
CRISPINO
Ya no lo necesito.
COMADRE
¡Eres un verdadero ingrato!
CRISPINO
(amenazándola)
¡Bruja! ¡Vete!...
COMADRE
¿A mí me lo dices?
CRISPINO
¡Sí!... ¡No me fastidies más!
COMADRE
¿Acaso no temes mi ira?
CRISPINO
¡No, no!
COMADRE
¿No? Deberás pagar por ello.
(Le da una palmada en el hombro.
Crispino cae inconsciente sobre una silla
y se hunde en la tierra junto a la Comadre)
Escena Decimotercera
(En el subsuelo. Frente a ellos hay dos
gigantes de piedra blanca sobre bases
negras; el de la derecha del espectador
representa al Tiempo, el de la izquierda
el Juicio. En el centro hay un espejo. La
Comadre y Crispino, que la sigue temblando)
COMADRE
¡Ya llegamos!
CRISPINO
(mirando a su alrededor)
¿A dónde?
COMADRE
A mi morada.
CRISPINO
Esto no me gusta nada.
COMADRE
Nunca he oído que a alguien le guste.
CRISPINO
¡Mira si tengo razón!...
Pero ahora, en privado, dime,
¿estoy vivo, muerto,
o acaso resucitado?
COMADRE
¿Por qué piensas que estas muerto?
CRISPINO
Por esa gran tómbola
que hicimos juntos, querida Comadre.
COMADRE
¡Fue una burla, una chanza.!
CRISPINO
¡Ah! ¿Y lo llamas una chanza?...
Entendámonos bien...
No quiero más chanzas.
No quiero ninguna confidencia más.
COMADRE
¿Y así es me hablas a mí?
CRISPINO
¿Qué tengo que hacer?
¿Tengo que quedarme? ¿Tengo que irme?
No entiendo nada.
COMADRE
Tienes que quedarte.
CRISPINO
¿Y por cuánto tiempo?
COMADRE
Eternamente,
hasta cuando el que me manda lo quiera.
CRISPINO
¡Misericordia!... Dime, ¿soy un prisionero?
¡Qué pánico siento en una morada como esta!
Mis vísceras se retuercen...
¿De quién es ese rostro retorcido
que nos está mirando?
COMADRE
Es el Tiempo, que me guía inexorablemente.
CRISPINO
¡Ay, qué mal tiempo!... ¡Es una tormenta!...
¿Y quién es ese otro, allí?...
COMADRE
El Juez que viene después de mí.
CRISPINO
¡Qué inquilinos tan feos tienes,
Comadre, en este apartamento!
COMADRE
Eso no es todo todavía.
Observa con atención.
(Se descubre un gran número de
pequeñas urnas de cristal, en cada una
de las cuales arde una llama, más o
menos brillante. Una de ellas se apagará)
CRISPINO
¿Qué estás haciendo? ¿La iluminación?
COMADRE
Estos son mis registros.
CRISPINO
¡Qué tipo de registros!
COMADRE
En cada urna arde
la llama de una vida humana.
CRISPINO
(Para sí)
¡Es una bruja!... ¡Caracoles!... ¡Caramba!
COMADRE
La de un adúltero es esa
que se acaba de extinguir.
CRISPINO
Menos mal que siempre fui fiel.
COMADRE
La siguiente es la de un poeta teatral.
CRISPINO
Despabílate, no hace ni bien, ni mal.
COMADRE
Le sigue un prestamista.
CRISPINO
¡Ah, maldito!
Apágalo, y con él todos los de su raza
COMADRE
Un cantante que también es empresario...
CRISPINO
¡Aceite, más aceite para él, querida Comadre!
¿Y esa otra?
COMADRE
Esa es la de tu mujer.
CRISPINO
¡Ah, qué bonita es!... ¿Y la mía?
COMADRE
Es esta.
CRISPINO
¡Ay, ay, está a punto de consumirse
todo el aceite!
COMADRE
Los vicios han acelerado tu muerte.
CRISPINO
Tomemos un poco de aceite de mi esposa;
me parece que ella tiene demasiado...
(va a marcharse)
COMADRE
¡Eres un impío!
(las luces desaparecen)
CRISPINO
(se pone en marcha)
¡Que tengas una noche muy feliz!...
¿Puedo irme?...
COMADRE
No, te ordeno que te quedes...
CRISPINO
Pero, Comadre...
COMADRE
¿No sabes quién soy?
¿Que nadie puede resistirse a mí?
CRISPINO
Sólo sé que quiero abandonar este lugar...
COMADRE
Reconóceme y tiembla...
¡Soy la muerte!...
(su rostro se vuelve una calavera)
CRISPINO
¡Misericordia!... ¡Auxilio!
(Cae de bruces a sus pies)
COMADRE
¡Levántate, compadre!...
(su rostro vuelve a ser como antes)
CRISPINO
(siempre de bruces)
Fea, vejestoria...
¡Aléjate!...
COMARE
¡Levántate!
CRISPINO
No puedo,
he perdido mis piernas.
COMADRE
Yo te ayudaré.
CRISPINO
No, no, no me toques,
¡atrás, atrás!
(se levanta de un salto y corre por
el escenario hasta encontrarse cara
a cara con la Comadre)
¡Ah! ¡ah! ¡ah! ¡Eres tú!...
¿Y dónde están los otros?
(mostrando sus dientes)
COMADRE
No te preocupes por los demás,
piensa sólo en ti mismo.
Estás a punto de morir;
este es el momento en debes
hacer testamento.
CRISPINO
¡Testamento! ¿Nada menos?
Pero, ¿dónde está el notario?
COMADRE
Está ahí.
CRISPINO
Que por lo menos se muestre.
COMADRE
El notario está allí.
(La estatua asiente con la cabeza)
CRISPINO
¡El Juez!... Señor mío, venerado.
COMADRE
Ha venido.
CRISPINO
(Para sí)
Buenas noches, estoy perdido,
me quedan pocas esperanzas.
COMADRE
Escucha bien qué es lo que quiero:
De las riquezas que acumulaste
debes dejar muchos legados.
CRISPINO
Di lo que te plazca.
COMADRE
Cien doblones a diez viudas...
CRISPINO
Encontrarán un nuevo marido
para hacerlo morir también a él.
COMADRE
Lo que yo diga no debe ser discutido...
CRISPINO
(al Juez, que encada oportunidad inclina
su cabeza en señal de aprobación)
¡Eh, todo ya lo he entendido!
¡Escríbalo, señor notario!
COMADRE
Cien mil hermosos florines
a los zapateros de Venecia...
CRISPINO
Pero si los zapateros
se convierten en ricos señores
¿quién va a trabajar, entonces?
COMADRE
Cállate, te dije que no hablaras...
CRISPINO
¡Escriba, señor notario!
(la estatua asiente como antes)
COMADRE
A cada uno de tus parientes,
darás ciento veinte monedas de oro...
CRISPINO
¿Y el millón que queda?
COMADRE
A tu esposa e hijos.
CRISPINO
Bueno, soy feliz por eso.
¡Escriba, señor notario!
(la estatua actúa de igual manera)
COMADRE
El testamento está concluido.
CRISPINO
Gracias a Dios, podré irme.
¡Buenas noches, adiós, Comadre!
¡Y a usted, notario!...
(va a salir)
COMADRE
Debes quedarte.
CRISPINO
¿No es suficiente?
COMADRE
Ven conmigo
a la inmensa eternidad.
CRISPINO
¡No!... ya iré contigo más tarde.
COMADRE
Ven.
CRISPINO
Espera.
COMADRE
No.
CRISPINO
(conmovido)
¡Piedad!
No te pido mucho, querida Comadre.
No quiero más que media hora,
para ver a mi Annetta
y besar a mis hijos.
Mira, en definitiva, soy tu compadre.
Creo que es justo lo que pido;
no creo que seas tan malvada
como para negarme tal placer.
COMADRE
Lo que pides te lo concedo,
ese espejo muestra la realidad.
(el espejo del fondo se ilumina de
repente, y en él se ve
a la familia
de Crispino rezando a coro)
CORO
¡Dios benefactor,
salva a Crispín,
devuélvelo ileso
a nuestro amor!
(Cuando termina la canción, el
espejo se vuelve a oscurecer)
CRISPINO
Pero, ¿cómo es esto?
¿Estoy aquí o estoy allá?
COMADRE
Aquí estás por una ilusión,
tu cuerpo moribundo está allí.
CRISPINO
Ten un poco de compasión
y sé misericordiosa con tu protegido.
Volveré, lo prometo,
y seré un buen marido y padre.
COMADRE
¿Lo prometes?
CRISPINO
Sí.
COMADRE
Se concede
al requirente todo lo pedido.
Última Escena
(Crispino cae inconsciente en una silla
y la escena se transforma en una habitación
de su casa, donde está rodeado por sus hijos,
Annetta, Fabrizio, Mirabolano, el Condesito,
varios amigos y familiares)
TODOS
¡Ah, Crispino, vuelve en ti!
CRISPINO
(despertándose)
¿Dónde estoy?
ANNETTA
¡En brazos de los tuyos!
CRISPINO
(levantándose)
¡He soñado!... Entonces ¿estoy entre vosotros?
(a Annetta)
Luego te diré todo lo que he visto.
FABRIZIO
Fue un ataque excesivo de bilis,
que casi te hace desmayar.
TODOS
Sólo pensemos en disfrutar,
ahora que la tormenta se calmó.
ANNETTA
(a Crispino)
No existe una dicha en ese momento
que se asemeje a la mía.
Mis labios no saben expresar
lo que experimenta mi alma...
(abrazándolo)
¡Finalmente, has vuelto a mí!
Mi corazón no desea nada más.
No podría pedir un bien mas grande
en esta tierra.
CRISPINO
Te lo prometo, Annetta mía,
de aquí en adelante voy a cambiar.
TODOS
¡Que la alegría sea plena a tu alrededor!
¡El Cielo te ha querido salvar!
Traducido y Digitalizado por
José Luis López Martínez
José Luis Roviaro 2021.
|