ATTO PRIMO
(La corte di una fattoria. - Un pozzo nel centro.
A destra, la
casa. A
sinistra, vasto
stanzone
chiuso,
che occupa un
quarto della
scena.
Nel fondo, una
siepe fiorita,
che fiancheggia
la gran porta
carraia.
Montagne e campi
sfumanti in lontananza.
Vicino
alla
casa, una grossa
botte di vino)
Scena Prima
PASTORI, MIETITORI
(da
lontano)
Già spunta rosso
il sol.
Levan gli
uccelli il
vol.
Nel cielo
d'amaranto;
Si spande
allegro il
canto.
CONTADINI
(nella
fattoria)
Ah questo è il
canto dei
pastor!
Come esso lieto
rende il nostro
cor!
Il focolar
perchè
lasciar?
Ascoltiamo il
canto lor.
La rugiada ha
fulgor,
su la montagna
in fior!
Caldo il sole
alle cime,
spande il
raggiar sublime.
Guardate là.
s'avvicinano!
Il lento suon
della squilla
pare un lamento
(Avvicinandosi)
Oh novo dì! oh
puro albor!
Si velan le
stelle; la notte
muor.
RAGAZZI
(guardando
verso la
montagna)
Veh, che salti
che fan le
pecore!
Questo bel
mattin le
sospinge
a sgambettar su
l'erba tenera.
CORO
Dal piano e giù
dal monte,
pastori e
agricoltori,
che mai qui li
richiama?
PASTORI, MIETITORI
(Entrando
in scena. Tutti
si salutano)
Oh, Margot!
Oh Germano!
Toh! la
Bionda!
Oh
Silvano!
(Insieme)
Si risveglia
ogni cor
alla novella
ebbrezza!
Apre il sol ogni
fior,
con l'ardente
carezza!
Scena Seconda
CAMOINE
(allegro
al Coro)
Per quest'oggi,
il padron
impone l'ozio a tutti!
Riposar vi
dovete e goder:
mangiar e ber,
finchè a
ciascuno
piacerà.
Contento io son,
e vo' tutti lieti con me.
Io voglio che
per tutti sia
festa in questo
dì.
CORO
Viva il nostro
padron!
A lui
rendiamo sempre
onor.
Si faccia ciò
che vuole!
ALCUNI
Ma a che venuti
siam?
CAMOINE
Eh! diamine,
miei cari,
la cagion è bella da vero!
Ma mi ci vuol
del vin sincero,
perchè con note ben sonore,
erompa il canto
dell'amore!
(Va verso
la botte e
spilla un
bicchier
di
vino, poi rivolto al coro)
Di questo vin
ricolmiamo i
bicchieri,
e ognor felicità
al Ciel chiediam
pe' futuri
sposi.
CORO
(bevendo)
Ah beviam!
beviam!
beviam!
CAMOINE
(seguitando)
De' quali
annunzio le
imminenti nozze!
CORO
Evviva Amor!
Ma chi dunque si
sposa?
A chi si fanno brindisi? Basta! A
chiunque sia.
Si beva intanto, e dopo. ancor.
si ricominci a
ber!
Ah beviam, beviam, beviamo!
CAMOINE
Or ben: la mia
nipote Amica,
in
sposa al caro
Giorgio, voglio
dar!
(Mette una mano su la spalla a Giorgio)
ALCUNI
(a Giorgio)
Ah, Giorgio,
sei ben
fortunato. –
Di tutti l'invidia sarai.
Una bella
sposa al fianco
avrai. -
Si,
bella e piena di
bontà!
CORO
È vero!
È
ver!
GIORGIO
(al Coro)
Grazie, compagni
miei! Voi dite
bene,
è la più bella e la migliore.
Perchè tanto
favor mi
concesse il
Signore?
Oh s'io potrò
farmi amare da
lei!
Io l'amo già! Io l'amo già!
CORO
Eh mariol,
perchè non
confidar?
GIORGIO
(sempre
più esaltandosi)
Ma pria lo
sapeva io
forse? E poi come tal
sogno
il cor poteva
far? Io passar, tutti
i dì,
la vedeva
innanzi a me sì
gentile,
sì cara; ed ero
là, così presso
a lei.
E i miei occhi
ne' suoi non
ardivo fissar.
E il mio cor
sempre più
si struggeva
d'amor.
Ma avrei voluto
pria morir
che confidar il soave martir.
Ella mia
sposa!
Sogno d'or., vana follia!
Ma un dì mi
parla il
padrone. Ciel!
non sogno fu,
non illusione la
mia!
Ella mia sposa!
Ah certo
immaginar non si
può
qual divino
piacer da tale
speme!
Questo amor
diede a me,
nuova fè, santi ardori.
Io n'ho l'anima
piena, felice
troppo io son.
Purchè mi voglia
bene!
CORO
(a Giorgio)
Beviamo, o
Giorgio, a te!
Beviamo al tuo piacer!
Ancora colmiamo
il bicchier per
te!
Beviam!
(Si sentono di fuori de' trilli di violino
e l'accordo di altri strumenti)
GIOVANI
(alle
donne)
Dei violin già
il frin-frin
festoso
ci
chiama alla
danza, nel
giardin.
Andiam.
giovanette, è
l'ora già,
se a voi in cor
sta il desir di
stringerci
al seno in
cadenza.
Scena Terza
CAMOINE
(a
Maddalena)
Così tu puoi
esser contenta,
Maddalena;
ho fatto ciò che
piacque a te!
Or sarai tu qui l'unica padrona.
Non sentirai mai
più pesar su te
quegli occhi.
Noi voteremo
insieme la
bottiglia.
E ti potrò
abbracciare
quando mi pare e
piace!
MADDALENA
(ironicamente)
Perchè con voi
non era qui la
bella fidanzata?
CAMOINE
Ella nicchia
ancor.
ma la smetterà!
Tu sai che non è
sempre d'umore
conciliante.
MADDALENA
Lo dici proprio
a me?
CAMOINE
Allorchè mio
fratel mi lasciò
quest'orfanella,
un grave peso fu
per me.
Da vere, non
piangerò, se
presto se ne
andrà!
MADDALENA
Ma dove mai
scovasti lo
sposino
che si volea per
lei?
CAMOINE
Tu non lo sai, è
ver,
chè venuta sei
qui da sei mesi
soltanto.
Su la strada,
pietà d'implorar
due fratelli,
un dì, quand'eran essi ancora bambinelli;
Giorgio,
meschino e
sofferente,
e suo fratel gagliardo e bel figliolo,
ma balzano e
ribelle a tutti,
da un anno ho dovuto cacciarlo.
Ma Giorgio ho
trattenuto
ch'è un giovane di cor. Povero Giorgio!
amava suo
fratello, che
par amor gli
aveva.
È impossibil, da
vero,
ridir di
quale affetto
s'adoravano
entrambi.
Ma d'Amica
l'amor Giorgio
consolerà!
MADDALENA
Ti par?
ma se per caso Amica rifiutasse?
CAMOINE
Ah! vorrei ben
vedere ch'ella
non
m'obbedisse.
Allor io la
saprei punir.
la metterei come un cane alla porta!
MADDALENA
Ma da ver?
CAMOINE
Si, da ver!
Va, cara
Maddalena,
fida su me; or te n'ho liberata.
E tu sola
padrona di tutto
sei qua.
(L'abbraccia. Maddalena, contenta,
si lascia
accarezzare.
Giorgio rientra in scena con molti
altri
giovani, che vanno di nuovo alla botte
per
riempire i loro
bicchieri)
CORO
Il ballo ci
assetò.
Riprendiam
dunque lena,
e beviamo agli
sposi. beviam!
(Maddalena esce.
Camoine si
unisce ai
bevitori.
Intanto Giorgio,
che ha un
mazzolino fra le
mani,
si
allontana dal
gruppo e si
avvia verso la
casa.
Entra
molto commosso.
Amica, assorta e
molto
triste,
non lo vede.
Tutti gli altri
escono
confusamente)
Scena Quarta
GIORGIO
Amica!
AMICA
(trasalendo)
Lui!
GIORGIO
Voi qui sola
restate, mentre
intorno tutto
è riso e festa.
in vostro
onor. per noi
due. cara
Amica.
AMICA
(a bassa
voce)
Sì.
GIORGIO
Questo è il bel
dì del nostro
amor.
Il dì che ho sospirato.
ecco, venuto è
alfin!
Tutti
ormai del mio
cor conoscono il
segreto.
Sentiteli
inneggiar con
alte grida a me,
che tanto lieto
son.
lieto son. oh
se foste voi pur
felice, Amica!
(Pausa)
Perchè restar in
silenzio
così?
Fidate in me, nell'amor mio;
fidate pur
nell'avvenir.
Per voi lieto onor lo saprò far.
La forza a canto
a voi mi
tornerà.
più valido sarò nel mio lavoro,
solo se penserò;
è per lei.
Prevenir saprò tutti i vostri pensieri,
i vostri
desideri.
Voi avrete gioielli, il vel, la veste per le feste.
Io vo' che fra
le belle,
voi siate la più bella!
(A queste
parole Amica
abbasso il capo.
Pausa)
Di questi fiori
al meno adornate
il vostro seno.
Agli amici così
vi vo'
mostrar.
andiam!
(Amica non
risponde, e
presi i fiori
dalle
mani
di Giorgio che la segue cogli occhi,
li posa su la
tavola. Giorgio
comincia a
disperarsi)
Ah, se Rinaldo
fosse sempre
qui,
saprebbe supplicar per me!
(Amica
sussulta)
Io no. ahimè!
non so parlar
d'amor!
Ah! voi non
sapete leggermi
nel fondo del
cor!
(Esce
tristissimo,
disperato, e
traversando la
scena sale la
scala,
ed entra in
casa, senza
essere
veduto
dai bevitori; ma
Camoine, che
sopraggiunge col
Coro, lo scorge)
Scena Quinta
CAMOINE
(al coro)
Andate a finir
la giornata
all'osteria del
villaggio.
Tutto è
pagato. e là
pur io verrò.
CORO
(andandosene)
Viva il nostro
padrone!
Andiamo a fargli onor.
(Amica, vedendo vuota la scena, esce
nella corte, senza vedere Camoine, il
quale le si fa
innanzi
bruscamente)
CAMOINE
Ebben, che
intendi far?
AMICA
Non so che
dir.
CAMOINE
(minaccioso)
Ma di'.
AMICA
(supplichevole)
Oh non vogliate
più far strazio
di me!
CAMOINE
Tu cedere non
vuoi?
AMICA
Non posso.
ahimè!
CAMOINE
Pazzie!
non
ti voglio
ascoltar!
AMICA
Oh io ve ne
scongiuro.
M'ascoltate!
Pietà.
Ascoltate, pe'l
Ciel,
la
preghiera d'amor
che su'l mio
labbro muor!
Ascoltate del
cor il grido
disperato:
non posso amare Giorgio.,
è Rinaldo che
adoro!
CAMOINE
(con
grande ira)
Che, quel
dannato vil
che più non volli qua?
AMICA
È l'unico mio
ben, nè scordar
lo potrò!
L'infelice
reietto cui
toglieste ogni
affetto,
nella trista mia
vita risplende
come un sol.
E il fratel di
sposar mi dite
pensate ben;
il fratel l'amor
suo più fervente
e più caro!
Padre!
io vi
chiamai così fin
da bambina,
e vissi qui con voi
di carezze e di
baci. movetevi
a pietà.
altra speme non
ho che di
restare qui
fino all'ultimo dì;
esser
l'abbandonata,
la schiava,
l'umil serva.
Oh voi non
distruggete il
sogno che
m'inebria!
CAMOINE
Oh il folle e
maledetto sogno
che t'ingannò!
AMICA
(supplichevolle)
Di due fratelli
il cor non
spezzate così.
Rinaldo e
Giorgio s'amano,
ed io dovrei dividerli.
È per loro
soltanto che
supplico e
piango.
Grazia,
grazia!
Pietà.
padre. pietà
di me!
CAMOINE
(respingendola)
Va! Mi devi
obbedir;
se no
ti scaccerò!
(Esce)
AMICA
(con gran
disperazione)
Ed or tutto è
finito.
ahimè!
Rinaldo. Rinaldo, perchè non sei venuto
in mio soccorso? Con te dileguò
l'ultima
speranza.
Rinaldo.
Rinaldo, non
vieni più.
Allor tutto è finito, ahimè!
Scena Sesta
AMICA
(dopo una pausa
vedendo Rinaldo)
Gesù!
Alfin è
qui!
RINALDO
(con
sollecitudine)
Tu m'hai scritto
di venir. son
qua.
Che avvenuto è
mai dunque?
AMICA
Mi voglion
maritar!
RINALDO
Maritar te?
Dimmi con chi.
Lo vo' scannar!
AMICA
A che pro dirti
chi è?
RINALDO
(dopo una pausa)
Meglio val ch'io
non lo sappia,
così non
scorrerà del
sangue!
(sarcastico)
è il caro
fattor, dì un
po',
che la faccenda ha combinato?
AMICA
D'accordo con la
Lena.
RINALDO
Già, turbi i
loro
abbracci!
Tu
li annoi.
AMICA
Piansi e pregai,
ma tutto fu
vano.
Se dico di no,
da doman mi
discaccia!
RINALDO
Ma tu, tu
cedergli
vorrai?
Potresti tu
sposar un
altro? Ah, chiunque
sia, maledico
l'uomo
che conquistar tentò la tua fede!
AMICA
Oh se m'ami
così, Rinaldo,
sfiderò l'avverso mio destino.
Vo' che mi
protegga tu
sol.
Al tuo sen dolcemente
avvinta io mi
sento già più
sicura.
Fà di me quel che tu vorrai;
il dolor non mi
coglierà
nell'amplesso,
qui su'l tuo
cor!
Nell'ore grige
di sconforto,
il mio cor anelava a te,
con grande
speranza e con
fè.
Or sei qua.
Già levo la
fronte,
che altera son di tanto amor.
Io mi risovvengo
sol del primo
bacio tuo,
del giuro mio
primiero
che a
te mi avvinse
tenace, per
sempre.
Oh il mio
tormento si
dileguò.
Non
dovrò mai più
trepidar,
vo' che mi
protegga tu sol!
RINALDO
Se tu vuoi
scordar questa
vita, che ti
turba
e che ti
affanna, Amica,
vieni!
Ti vo' portare
là dove il sol
libero splende
senza vel!
Nuovi amori,
forti ebbrezze,
o cara, nella pace selvaggia godrem!
AMICA
Per tutto io
starò ben, fin
che sarò con te!
RINALDO
Più presso al
Ciel, più lontan
dalla terra
su l'aspro suol della roccia,
lassù, ov'erge
al sol l'aquila
il vol,
fiorirà
quest'amor
solitario e
ribelle.
nessuno dal mio
sen a strappar
ti verrà!
AMICA
Si, tua sarò per
sempre, tu sei
la vita mia,
fà di me quel
che tu vuoi
far.
poichè qui ognun
ormai
m'abbandonò,
vo'
che mi protegga
tu sol!
RINALDO
Fuggiam!
Brontola il
tuono
ed il cielo s'annera;
son deserti i
sentier.
Vieni, non indugiar; fuggiamo insieme!
AMICA
Fuggiam!
RINALDO
Profittiam di
quest'ora.
la notte profonda ci nasconde!
(Fuggono)
MADDALENA
(Si
affretta, sotto
la pioggia, a
rincasare.
Si vola verso
il sentiero
preso dai
fuggiaschi,
riconosce Amica e,
accorrendo alla casa, grida:)
Ehi!
Giorgio.
Giorgio!
(L'uragano
infuria, Giorgio
accorre,
e Maddalena co'
gesti lo informa
della
fuga
d'Amica,
e
gl'indica il
cammino.
Giorgio, preso
dalla rabbia e
dal dolore,
si precipita
correndo fuori
dalla scena)
GIORGIO
Ti ucciderò,
vile seduttor.
ATTO
SECONDO
(l Passo Sul Torrento Dell'inferno
Una strada
fra i monti,
sotto la quale
passa
un
torrente.
Montagne
rocciose nel
fondo. La
via è
quasi
impraticabile:
sul principio
del
dentiero,
una gran croce
di legno)
Scena Prima
GIORGIO
(Entra,
correndo,
anelante, e
guardo
qua e là, come
smarrito)
Ho preso il più
breve sentier.
io qui li attenderò.
Ho corso
tanto. mi
sento il cor
mancare.
Che importa?
ho tanta rabbia
in petto,
che ben saprò
schiantargli il
cor!
Per riaver
l'amor mio, il
mio ben
ch'ei m'ha tolto, invincibil mi sento!
Ah ladro
maledetto, qual
tu sia,
lo giuro a Dio,
tu morirai qui
per mia
man.
Ma,
silenzio.
qualcuno
s'avvicina.
Sì, son loro.
Ah! finalmente!
(Entra Amica, stretta a Rinaldo,
che col
lungo mantello
la ricopre)
Scena Seconda
GIORGIO
(irrompendo
minaccioso, a
Rinaldo)
Alto là,
sciagurato!
Di
qua non passerai
me vivo!
RINALDO
(sorpreso)
Giorgio!
AMICA
(atterrita)
Giorgio!
Ah
Gesù mio, che
mai succederà
RINALDO
(a Giorgio)
Che fai tu
dunque qui
fratello?
Tu non
mi riconosci
più?
A che parlar
così?
GIORGIO
(come fra sè)
È Rinaldo!
Rinaldo!
Folle son!
Qual delirio m'assal?
Non è un sogno
il mio?
Rinaldo!
RINALDO
Eh sì, son io.
Che vuoi tu
dire?
GIORGIO
Allora è
distrutto per
sempre il mio
sogno.
Dannato io
son.
Maledizion!
Non gli ho strappato il cor.
AMICA
(a Rinaldo)
Fuggiam. ti
scongiuro,
Rinaldo!
RINALDO
(sempre
più sorpreso) (Ad Amica)
Perchè tremi
così?
(A Giorgio)
Giorgio, parlami
tu! Tutto mi
devi dir!
GIORGIO
(a Rinaldo, prima
con ira,
poi con dolore)
Sei proprio tu
che m'hai rapito il mio tesor?
Che m'ha
strappato la
gioia del cor?
Nella miseria
oscura dei miei
tristi dì,
io vedeva
brillar di speme
un raggio
d'or.
E tu, che fosti
sempre fedel, tu
fratello,
mi rubi l'amore e mi uccidi!
RINALDO
Che intendo?
Qual sospetto
orrendo!
Ma nulla seppi mai!
(Ad Amica)
Ah disgraziata,
che facesti?
AMICA
(supplichevole)
Rinaldo,
perdona!
RINALDO
(con dolore)
Dunque è ver?
GIORGIO
(molto commosso)
Orfani e senza
pan, correvam
per le vie,
supplicando la
carità;
tu vigoroso e
bel, tu vegliavi
su me,
fanciullo
tremante e
leschin.
Contro la
tempesta ed il
gel,
o il folgorar terribile del sol,
tu proteggevi il
mio debole
petto.
La tenerezza tua
giammai non si
stancò.
ne serbo ancora
memoria viva.
RINALDO
Giorgio!
GIORGIO
(seguitando)
Io debbo a te la
vita mia!
Perchè tu non
lasciasti ch'io
morissi allor,
quando senza
pietà voi mi
fate morir?
RINALDO
Giorgio.
Giorgio.
GIORGIO
(indicando Amica)
Amarla fu sol la
mia vita.
Con l'amor costante e fido,
sperai finor
conquistare il
suo affetto,
e godere in
terra
anch'io un po' di felicità!
Ma non pensai.
oh demenza, oh
follia!
che come te non son forte, nè bel!
(Con un sogghigno
doloroso)
È ver, ben, ha
ragion questa
donna di rider
di me,
quasi fossi un
buffon.
Il dolor di Giorgio. che val?
non conta
nulla.
E così compiuta è la farsa tremenda.
e vinto io son!
(Sforzandosi di
ridere)
Ah! Ah! Io
soffro.
(Cade svenuto, affranto dal
dolore,
ai piedi della croce)
RINALDO
(correndo verso
Giorgio)
Ah Giorgio, mio
Giorgio!
Questo dolor più
forte di lui
l'ha fiaccato!
AMICA
(fra sè)
Mi gela il
sangue nelle
vene.
Che dire, che fare,
mio Dio!
RINALDO
(ad Amica, cupo,
quasi violento)
Amica, m'hai
mentito il ver?
AMICA
(vivamente)
No, no.
Per il Ciel che m'ascolta,
questo amore
sempre
disprezzato
l'ho,
e lo sguardo suo
supplicante,
giammai lo sguardo mio scontrò.
RINALDO
Ma so perchè tu
a me tacesti
il nome di quello che ti destinar.
Tu credevi che
l'affetto mio
per Giorgio
fosse più forte
dell'amor mio
per te,
non è ver?
AMICA
Rinaldo!
RINALDO
(con grande
dolore)
Sei tu, sei tu
che l'uccidi!
(Risolutamente)
Ebben. insieme
a lui tu uccidi
il nostro
amor!
Perderti, è per
lui la morte
ed io non
voglio, no, che
muoia!
È ver quel
ch'egli ha
detto:
tutta la vita
sua fu sempre
lacrime e
tormenti.
Ei sempre andò
sotto un cielo
fosco,
vagando per aspro cammin,
e mesto e solo
senza un sogno,
senza una gioia nel cor.
Da me, come
allora,
dev'esser
difeso.
È da me che gli
viene il supremo
dolor.
Che m'hai fatto
fare, Amica?
Noi siamo ormai divisi eternamente!
AMICA
(risoluta)
Perchè?
Colpa
non ho, lo
giuro;
nè sei
colpevol tu!
RINALDO
Ognor
c'inseguirebbe
come ombra dolorosa!
E i baci caldi
di voluttà che
tu daresti a me,
me sembrerebber
rubati al suo
labbro.
AMICA
(dolorosamente)
Tu dunque più
non m'ami.
ma io sempre t'adoro;
del mio cor il
sospir sei tu.
Ah!
se vuoi provar quanto t'amo,
dì ch'io muoia
innanzi ai tuoi
piè.
dì ch'io getti
il mio corpo
nei voraci gorghi.
io non esiteò,
nè tremerò!
RINALDO
(con dolcezza)
Ascolta.
Se tu amasti me, un
istante fu di
tua vita.
Che il tuo cor
non sia chiuso,
mentre prego rivolto a te.
M'intenda
l'anima tua ch'è
buona.
Di Giorgio l'avvenir, sta solo in te.
La tua pietà, l'amor tuo concedi a Giorgio.
Io m'aspetto da
te tal
sacrifizio pio!
AMICA
(atterrita)
Che mi domandi
tu?
RINALDO
(supplichevole,
s'inginocchia)
Sii generosa e
buona. Amica,
son io che per
lui ti parlo in
ginocchio
e t'implora!
Son io, son io
che mi prostro
a' tuoi piè.
Che il tuo
sorriso sia
l'aurora d'un
lieto dì
che per Giorgio
mai non brillò!
AMICA
(rialzandolo,
disperata)
Ma l'amor mio,
Rinaldo, sei tu
solo.
E tu m'ami, tu pur.
Tu mentisci a te
stesso
nell'impormi
di
far l'ultimo
sacrificio
fatal.
per il qual
piangeremo in
eterno!
RINALDO
(si esalta
a poco a poco,
con
grande
sforzo, quasi per illudersi)
No, no!
io
non posso
esitar.
Per mio fratel. debbo andar.
ti lascio. Dio
lo vuol!
Tu non mi vedrai più.
Io ritorno lassù.
più presso al
Ciel, più lontan
dalla terra,
là dove la
stellata pace
notturna
culla tutti i tormenti,
calma tutti i
dolor;
nel gran sonno dei firmamenti.
Oh mistero,
fulgida maestà!
AMICA
(affranta)
Ah! Rinaldo!
RINALDO
(risoluto)
Addio!
(S'avvicina
a Giorgio che
comincia
a riaversi)
Alfin torna in
sè.
(tra se)
Sia grazia al
Signor!
(Mentre Amica si
dispera e cerca
trattenerlo,
a
via brusco,
scende verso il
torrente e
scompare.
Dopo pochi
istanti, avendo
passato il
torrente
sul
tronco d'albero
che unisce le
rive come un
ponte,
ricomparisce
dall'altra
sponda,
e comincia
ad
inerpicarsi su
per le rocce
scoscese e
impraticabili.
Si ha
l'impressione
che solo ad un
agile e pratico
montanaro come
Rinaldo sia
possibile ascendere la
ripida montagna.
Verso
la fine
della salita,
Amica lo vede
allontanarsi.
Intanto Giorgio
riprende i
sensi.
AMICA
(fra sè)
Partito!
GIORGIO
(riaprendo gli
occhi smarrito)
Ma dove son?
Perchè mi trovo
qui?
Io no'l rammento più.
AMICA
(disperata)
Ahimè. tutto è
finito.
Rinaldo m'abbandona!
Ma io l'amo, io
l'amo, e il mio
cor si ribella.
(Con grande
esaltazione)
Vengo a te,
Rinaldo. ti
vuò seguire,
là dove il sol
più vivo splende
e senza vel, nuovi amor,
forti ebbrezze,
o caro,
mi farai goder sul tuo sen!
Più presso al
Ciel, più lontan
dalla terra,
su l'aspro suol
della roccia,
lassù, dove erge al sol l'aquila il vol,
dal tuo core
nessuno strappar
mi potrà.
Io vengo a te.
Mio ben, io ti
seguo là dove
la
stellata pace
notturna
culla tutti i
tormenti,
calma tutti i dolori;
nel gran sonno
dei
firmamenti.
Oh mistero, fulgida maestà!
Vengo a te.
L'amor mio si
ribella
all'addio!
(Si sente lontano
la voce di
Rinaldo)
Mi porta il
vento ancor
della sua voce
il suon!
(Con esultazione
sempre più
forte)
Lo voglio
ritrovar.
dovessi trascinarmi sui ginocchi lassù.
dovessi
insanguinarmi
su i sassi le mani.
dovessi
stritolarmi in
fondo al
precipizio.
lo voglio
raggiungere. o
morir!
(Amica scende verso il torrente,
disperata)
GIORGIO
(ritornato in sè,
alzandosi)
Ah! giusto
Ciel.
tutto mi
risovvien.
(Amica riappare dall'altra parte della riva,
e si sforza
di arrampicarsi
su per la
roccia,
come ha fatto Rinaldo,
ma inciampa e sdrucciola
ad ogni passo. Giorgio la
guarda
trepidando)
GIORGIO
(ansioso)
Amica. è
follia la
tua!
ma tu
vuoi morir.
Ti ferma, ahimè.
l'abisso ti sta
sotto i piè!
Ti ferma,
ahimè.
AMICA
(senza
ascoltarlo)
Rinaldo!
Rinaldo!
Vengo a te!
GIORGIO
(cercando invano
di raggiungerla)
Di salir tenti
invan. ti vo'
salvar.
ti
ferma, ahimè!
AMICA
(forsennata)
No. vo' andar
fin lassù!
GIORGIO
(con grande
angoscia)
Ah che il tuo
piè vacilla e
cede.
oh
Ciel!
AMICA
(fuori di sè)
Rinaldo!
Rinaldo!
(Vacilla)
Oh Dio, perduta
son!
(precipita nel
vuoto)
Ah!
GIORGIO
(singhiozzando)
Disgraziata.
disgraziata
Amica!
Il torrente furioso l'inghiottì!
RINALDO
(comparisce in
alto su la
montagna)
Ella è sparita
per sempre!
Fatale amor!
GIORGIO
(disperatamente)
Fatale amor!
|
ACTO PRIMERO
(Patio de
una granja con un
pozo en el centro.
A derecha, la casa. A la izquierda, vasto galpón
cerrado, que
ocupa un cuarto de
la escena.
En el
fondo, un seto florido que flanquea
la gran puerta
de acceso.
Montañas y campos en lejanía.
Cerca
de la casa, una gran cuba de vino)
Escena Primera
PASTORES, SEGADORES
(desde lejos)
Ya sale rojo el sol.
Levantan los pájaros
su vuelo
y en el cielo de amaranto;
se esparce alegre su canto.
AGRICULTORES
(en la granja)
¡Ah, ése es el canto
de los pastores
que alegra nuestros corazones!
¿Por qué abandonar el hogar?
Escuchemos su canto.
¡El rocío da brillo,
a la montaña en flor!
Cálido, el sol en las cimas,
esparce su sublime resplandor.
¡Mirad allá, se acercan!
El lento sonido de la campana
parece un lamento.
(Acercándose)
¡Oh, nuevo día! ¡Oh, puro albor!
Las estrellas se opacan; la noche muere.
MUCHACHOS
(mirando hacia la montaña)
¡Mirad, qué saltos dan las ovejas!
El hermoso perro las hace retozar
sobre la hierba tierna.
CORO
Desde la llanura y la montaña
llegan los pastores y segadores.
¿Qué los trae acá?
PASTORES, SEGADORES
(Entrando en escena. Todos se saludan)
¡Oh, Margot!
¡Oh, Germano!
¡Oh, la
Rubia!
¡Oh,
Silvano!
(Todos)
¡Los corazones se despiertan
a esta nueva embriaguez!
¡Abre el sol todas las flores,
con su ardiente caricia!
Escena
Segunda
CAMOINE
(alegremente, al coro)
¡Quiero que hoy sea un día de ocio!
Hay que descansar, disfrutar,
comer y beber,
tanto como cada uno
pueda.
Estoy feliz y quiero que todos
compartáis mi felicidad.
¡Quiero que hoy
todo
sea pura fiesta!
CORO
¡Viva nuestro patrón!
¡Por siempre sea
alabado!
¡Hagamos lo que él dice!
ALGUNOS Pero
¿a qué hemos venido?
CAMOINE
¡Eh, queridos míos!
¡La ocasión es en verdad hermosa!
Bebamos buen vino,
para que con notas bien sonoras,
¡entonemos un canto
al amor!
(Va hacia la cuba y se sirve un vaso de
vino,
luego se vuelve hacia el coro)
¡Llenemos los vasos
de vino y pidamos
al cielo
eterna felicidad para los futuros esposos!
CORO
(bebiendo)
¡Ah, bebamos!
¡Bebamos!
¡Bebamos!
CAMOINE
(continuando)
¡Por ello anuncio la inminente boda!
CORO
¡Viva el amor!
¿Pero ¿quién se casa?
¿Por quiénes hacemos el brindis?
¡Da igual, por quienquiera que sea,
bebamos mientras tanto, y después,
de nuevo volvamos a beber!
¡Ah, bebamos! ¡Bebamos! ¡Bebamos!
CAMOINE ¡A mi sobrina Amica,
quiero dar por esposa al querido Jorge!
(Pone una mano en el hombro de Jorge)
ALGUNOS
(a Jorge) ¡Ah, Jorge, eres afortunado!
¡Serás la envidia de
todos!
¡Una hermosa esposa
tendrás a tu lado!
¡Tan bella y bondadosa!
CORO
¡Es verdad!
¡Es verdad!
JORGE
(al Coro)
¡Gracias, compañeros!
¡Decís bien,
es la más hermosa y
la mejor!
¿Por qué tanta gracia me concede el Señor?
¡Oh, si pudiera lograr que ella me amara!
¡Yo la amo ya! ¡Yo la amo ya!
CORO ¡Eh! ¿Por
qué dudas?
JORGE
(cada vez más exaltado) Pero, ¿no es una ilusión?
¡Nunca mi corazón
pudo soñar tal cosa!
Yo la veía pasar
todos los días
tan gentil y tan
adorable.
Yo estaba allí, allí, cerca de ella.
Mis ojos en los suyos no me atrevía a posar.
Y mi corazón cada vez más
se consumía de amor.
Pero habría querido morir
antes que confiarle mí dulce martirio.
¡Ella fuera mi esposa!
¡Era un sueño
dorado! ¡Una locura
vana!
Pero, un día me habla el patrón. ¡Cielos!
¡No era un sueño, no era una ilusión mía!
¡Ella sería mi esposa!
¡Ah, ciertamente no es posible imaginar
qué divina felicidad es tal esperanza!
El amor me dio,
una nueva fe, una santa pasión.
¡Mi alma está rebosante,
soy
demasiado feliz!
CORO
(a Jorge)
¡Bebamos, Jorge, por ti!
¡Bebamos a tu salud!
¡Una vez más levantemos la copa por ti!
¡Bebamos!
(Se oye desde fuera el sonido de un
violín y el acorde de otros instrumentos)
JÓVENES
(a las mujeres) ¡Ya el sonido alegre del violín
nos convoca al baile en el prado!
¡Vamos, muchachas,
ya es la hora!
En nuestros corazones
nace el deseo
de estrecharnos en
la cadencia del
baile!
Escena Tercera
CAMOINE
(a Magdalena)
¡Ya puedes estar contenta Magdalena,
he hecho lo que querías!
¡Ahora serás tú la
única patrona!
Ya no sentirás más pesar sobre en tus ojos.
¡Bebamos juntos de
la botella!
¡Ya podré abrazarte cuando me parezca!
MAGDALENA
(irónicamente)
¿Por qué no está aquí la bella novia?
CAMOINE
¡Ella todavía duda,.
pero aceptará!
Sabes que no siempre está de buen humor.
MAGDALENA
¿A mí me lo dices?
CAMOINE
Cuando mi hermano me dejó a esta huérfana,
fue una carga pesada para mí.
¡Realmente no lo lamentaré si pronto se va!
MAGDALENA Pero
¿dónde encontraste
el candidato
adecuado para ella?
CAMOINE ¿No lo sabes?
Es cierto, tú
has llegado aquí
apenas hace
unos meses.
En la calle,
implorando piedad,
recogí a
dos
hermanos muy
pequeños.
Jorge, miserable y
sufrido;
y su hermano,
gallardo y buen
mozo.
El segundo es un calavera rebelde
al
que hace un año que
no veo.
Pero Jorge, el elegido,
que es un joven
de buen corazón.
¡Pobre Jorge, ella ama a su hermano!
No te sé decir cuanto se
amaban,
pero el amor de
Jorge por Amica
vencerá.
MAGDALENA
¿Tú crees?
¿Y si Amica lo rechazara?
CAMOINE
¡Ah, quisiera ver que ella no me obedeciera!
¡Sabría castigarla!
La pondría, como a un perro,
en la puerta de
calle.
MAGDALENA
¿De verdad?
CAMOINE
¡Sí, de verdad!
Ve, querida
Magdalena,
confía en mí.
Ahora que te he
liberado,
tú serás la única
dueña de todo.
(La abraza. Magdalena, feliz,
se deja
acariciar.
Jorge regresa junto con
otros
jóvenes que van de nuevo a la
cuba para
llenar sus vasos)
CORO
El baile nos dio sed.
¡Recuperemos el aliento
y brindemos
por los novios! ¡Bebamos!
(Magdalena se marcha. Camoine se une a los
bebedores. Jorge,
que
tiene un ramillete
entre
las manos, se
aleja del grupo y se encamina
hacia
la casa. Entra muy conmovido.
Amica,
absorta y muy triste, no lo ve.
Todos los demás
salen confusamente)
Escena Cuarta
JORGE
¡Amica!
AMICA
(sobresaltándose)
¡Él!
JORGE Estás aquí sola, mientras todo en derredor
es alegría y fiesta
en tu honor.
Por nosotros dos, querida Amica.
AMICA
(en voz baja)
Sí.
JORGE
Éste es el hermoso día de nuestro amor.
El día que siempre he ansiado.
¡Aquí está, al fin ha llegado!
Todos ya conocen
el secreto de mi corazón.
Óyelos como gritan mi nombre,
que alegres están. Están felices.
¡Oh si tú también fueras feliz, Amica!
(Pausa)
¿Por
qué te quedas
callada?
Confía en mí, en mi amor;
confía también en el futuro.
Lograré que seas
feliz.
A tu lado,
encontraré fuerzas
para rendir más en
el trabajo.
Sólo pensaré en ti y
me
anticiparé
a tus pensamientos,
a
tus deseos.
Tendrás joyas,
velos, vestidos...
¡Quiero que entre las bellas,
tú seas la más hermosa!
(Amica baja su cabeza. Pausa)
Al menos, con estas flores adorna tu seno.
A los amigos así
quiero mostrarte...
¡Vamos!
(Amica no contesta, y tomando las flores
de las manos de Jorge las mira
y las pone
sobre la mesa. Jorge
empieza a
desesperarse)
¡Ay, si Rinaldo estuviera aquí,
quizás él sabría suplicar por mí!
(Amica se
sobresalta)
¡Yo no, yo no sé hablar de amor!
¡Ay, si leyeras el fondo de mi corazón!
(Sale triste y
desesperado,
cruza la
escena sube la escalera
y entra en la
casa, sin ser visto por
los bebedores.
Camoine, que
llega con el coro,
lo ve)
Escena Quinta
CAMOINE
(al coro)
Id a terminar la
jornada a la
taberna.
Todo está pagado...
más tarde iré yo.
CORO
(alejándose)
¡Viva nuestro patrón!
¡Hagamos honor a sus
palabras!
(Amiga, viendo vacía la escena, sale al
patio, sin ver a Camoine, que se pone
bruscamente frente a ella)
CAMOINE
¿Y bien, qué piensas hacer?
AMICA
¡No sé qué decir!
CAMOINE
(amenazador) ¡Habla!
AMICA
(suplicante)
¡Ay, no me martirices más!
CAMOINE
¿No quieres aceptar?
AMICA
¡No puedo, ay de mí!
CAMOINE
¡Tonterías!
¡No quiero escucharlas!
AMICA
¡Ay, te lo ruego, escúchame!
¡Por piedad!
¡Escucha, por el cielo,
la súplica de amor
que muere en mis labios!
Escucha el grito
desesperado de mi
corazón.
¡No puedo amar a
Jorge,
es a Rinaldo a quien adoro!
CAMOINE
(con gran cólera)
¿Qué? ¿A ese vil condenado
que no quiero ver por aquí?
AMICA
¡Es mi único bien, no lo puedo olvidar!
El infeliz marginado, a quien negaste todo afecto,
en mi
triste vida
resplandece como un
sol.
¿Y me pides que me
case con su hermano?
¡Con su querido hermano!
¡Padre!
Yo te llamé así desde niña,
y viví aquí contigo
con tus caricias y besos.
¡Ten
piedad!
Es la única esperanza
de salir de aquí
de
dejar de ser la
criada, la esclava,
la humilde sirvienta.
¡Ay, no destruyas el sueño que me embriaga!
CAMOINE
¡Ah, ese loco y maldito sueño que te embauca!
AMICA
(suplicante) ¡Despedazar el corazón de dos hermanos!
Rinaldo y Jorge se
quieren,
¡y yo los dividiré!
Es por ellos que suplico y lloro.
¡Gracia,
gracia!
¡Piedad, padre, ten piedad de mí!
CAMOINE
(rechazándola)
¡Vete, debes obedecerme!
¡De
lo contrario, te echaré!
(Sale)
AMICA
(con gran desesperación) ¡Todo está acabado! ¡Ay de mí!
Rinaldo, ¿por qué no has venido
en mi ayuda?
Contigo muere mi última esperanza, Rinaldo.
¡Rinaldo, no vengas, todo ha concluido! ¡Ay de mí!
Escena Sexta
AMICA
(después de una pausa viendo a Rinaldo)
¡Jesús!
¡Al fin está aquí!
RINALDO
(con solicitud)
Me has escrito para que venga y aquí estoy.
¿Qué ocurre?
AMICA
¡Me quieren casar!
RINALDO
¿Casarte tú?
¡Dime con quién y lo
mato!
AMICA
¿De qué sirve que te diga quien es?
RINALDO
(después de una pausa)
Mejor es que no lo sepa,
así no correrá sangre!
(sarcástico)
Dime ¿es el querido patrón,
el que te ha arreglado todo el asunto?
AMICA
En complicidad con Magdalena.
RINALDO
Ya, ¡tú impides sus abrazos!
¡Tú los fastidias!
AMICA
Lloré y rogué, pero todo fue vano.
¡Si digo que no, mañana mismo me echan!
RINALDO
Pero tú, ¿tú podrías aceptar?
¿Te podrías desposar
con otro?
¡Ay, quienquiera que sea, maldigo al hombre
que intentó conquistar tu fidelidad!
AMICA Si me amas así, Rinaldo,
desafiaré mi suerte adversa.
Quiero que solamente tú me protejas.
Apretada dulcemente contra tu pecho
ya me siento más segura.
¡Haz de mí lo que quieras;
el dolor no me atrapará abrazada a ti,
aquí junto a tu corazón!
En las horas grises del desaliento,
mi corazón te esperaba,
con esperanza y fe.
Ahora estás aquí.
Ya levanto la frente,
pues altanera me
siento con tu amor.
Solamente recuerdo
tu primer beso
y mi primer juramento que a ti, tenazmente,
me ató para siempre.
¡Ah, mi tormento se acaba;
ya no deberé temblar,
quiero que sólo tú me protejas!
RINALDO ¡Amica, si quieres olvidar esta vida
que te turba
y martiriza, ven!
¡Te llevaré donde el sol brilla libremente,
sin velos!
Amores renacidos, fuertes ebriedades,
¡oh, querida! en la
paz salvaje
disfrutaremos.
AMICA
¡Todo estará bien, mientras esté contigo!
RINALDO
Más cerca del cielo, más lejos de la tierra,
sobre el áspero
suelo de rocas.
Allá arriba, donde brilla el sol y vuela el águila,
florecerá nuestro amor solitario y rebelde.
¡Nadie podrá arrancarte de mi pecho!
AMICA
Sí, seré tuya para
siempre, eres mi
vida.
Haz de mí lo que
quieras.
¡Puesto que aquí todos me abandonan,
quiero que solamente tú me protejas!
RINALDO
¡Huyamos!
Suenan los truenos
y el cielo se oscurece;
los senderos están solitarios.
¡Ven, no lo dudes; huyamos juntos!
AMICA
¡Huyamos!
RINALDO
¡Aprovechemos este momento.
la noche oscura nos protege!
(Huyen)
MAGDALENA
(Regresa corriendo bajo la lluvia, mira hacia
la senda tomada por los fugitivos, reconoce a
Amica
y, dirigiéndose a la
casa, grita) ¡Eh!
¡Jorge! ¡Jorge!
(La tormenta arrecia. Jorge acude
y Magdalena, con gestos, le informa de la
fuga de Amica, señalándole el camino.
Jorge, furioso y dolorido, se precipita
corriendo fuera de
escena)
JORGE
¡Te mataré, vil
seductor!
ACTO SEGUNDO
(En el Paso sobre el Torrente Del infierno.
Una senda estrecha sobre un río torrentoso.
Montañas rocosas en el fondo. La senda es
casi impracticable:
sobre la pared del
principio,
hay una gran cruz de
madera)
Escena Primera
JORGE
(Entra, corriendo, anhelante, mirando
aquí y allá, como
extraviado)
He tomado el camino más corto.
aquí los esperaré.
He corrido tanto, que me siento desfallecer.
Pero ¿qué
importa?
¡Tengo tanta rabia en el pecho,
que bien sabré
destrozarle el corazón!
¡Para recobrar a mi
amor, al bien
que él me arrebató,
me siento invencible!
¡Ah, ladrón maldito, quienquiera que seas,
juro a Dios que
te mataré aquí mismo,
con mis propias manos!
Pero, silencio... alguien se acerca.
¡Sí, son ellos! ¡Ah, por fin!
(Amica entra, abrazada a Rinaldo,
que la cubre con su
amplia capa)
Escena Segunda
JORGE
(enfrentando amenazador, a Rinaldo)
¡Alto ahí, desdichado!
¡De aquí no pasarás vivo!
RINALDO
(sorprendido)
¡Jorge!
AMICA
(aterrorizada)
¡Jorge!
¡Ay Jesús mío! ¿Qué ocurrirá ahora?
RINALDO
(a Jorge)
¿Qué haces aquí hermano?
¿Ya no me reconoces?
¿Por qué me hablas así?
JORGE
(para si)
¡Es Rinaldo!
¡Rinaldo!
¡Desvarío!
¿Qué delirio me invade?
¿No estoy soñando?
¡Rinaldo!
RINALDO ¡Sí, soy yo! ¿Qué quieres decir?
JORGE
Entonces se ha roto para siempre mi sueño.
¡Condenado estoy, maldición!
No le he arrancado el corazón.
AMICA
(a Rinaldo)
¡Huyamos, te lo ruego, Rinaldo!
RINALDO
(cada vez más sorprendido, a Amica)
¿Por qué tiemblas?
(A Jorge)
¡Jorge, dime,
cuéntame!
JORGE
(a Rinaldo, primero con ira,
luego con dolor)
¿Eres tú
quien me has robado mi tesoro?
¿El que me ha arrancado
la alegría del corazón?
En la oscura miseria de mis tristes días,
yo vi brillar un rayo dorado de esperanza.
¡Y tú, que siempre fuiste leal, tú, mi hermano,
me robas el amor y me matas!
RINALDO ¿Qué escucho?
¡Qué horrible sospecha!
Pero... ¡yo no sabia nada!
(A Amiga)
¡Ah desgraciada! ¿Qué hiciste?
AMICA
(suplicante)
¡Rinaldo, perdóname!
RINALDO
(con dolor) Entonces... ¿es verdad?
JORGE
(muy conmovido)
Huérfanos y sin pan, andábamos por la vida,
suplicando caridad.
Tú, vigoroso y esbelto,
cuidabas de mí
que era un niño temeroso e indefenso.
Contra las tormentas y el frío
o el terrible calor del sol,
tú protegiste mi débil pecho.
Tu ternura jamás se
agotó,
todavía guardo de ella el vivo recuerdo.
RINALDO ¡Jorge!
JORGE
(continuando)
¡Te debo mi vida!
¿Por qué no dejaste que muriera entonces,
cuando ahora sin piedad me matas?
RINALDO
¡Jorge, Jorge!
JORGE
(señalando a Amica) Amarla fue toda mi vida.
Con amor constante y fiel,
esperé hasta hoy
conquistar su cariño
y gozar en la tierra, también yo,
de un poco de felicidad!
Pero no pensé ¡ah, demencia!
¡ah, locura!
que no soy fuerte,
ni esbelto como tú.
(Con risa sarcástica y dolorosa)
Es verdad. Tiene razón esta mujer
al reírse de mí como si fuera un bufón.
El dolor de Jorge ¿de qué vale?
¡No cuenta para nada!
Se acaba esta farsa
terrible,
estoy derrotado.
(Esforzándose por reír)
¡Ah! ¡Ah!
Sufro.
(Cae desmayado, quebrantado
de dolor,
a los pies de la cruz)
RINALDO
(corriendo hacia Jorge)
¡Ah, Jorge, mi Jorge!
¡El dolor lo ha quebrantado!
AMICA
(para si)
¡Se me hiela la sangre en las venas!
¿Qué decir, qué hacer, Dios mío?
RINALDO
(a Amica, grave, casi violentamente)
Amica, ¿me has traicionado?
AMICA
(vivamente)
¡No, no!
Por el cielo que me escucha,
su amor siempre lo he despreciado,
Y su mirada suplicante,
jamás mi mirada encontró.
RINALDO
Pero yo sé por qué me ocultaste
el nombre de a quien estabas destinada.
Pensaste que mi cariño por Jorge
podía ser
más fuerte que mi amor por ti,
¿no es verdad?
AMICA
¡Rinaldo!
RINALDO
(con gran dolor)
¡Eres tú, eres tú quien lo mata!
(Resueltamente)
¡Pues bien, junto con él matas nuestro amor!
¡Piérdete, para él
eres la muerte
y yo no quiero, no quiero que muera!
Es verdad lo que él ha dicho:
toda su vida siempre fue llanto y tormento.
Él siempre estuvo en mala situación,
vagando por ásperos caminos,
triste y sólo, sin un sueño,
sin una alegría en el corazón.
Yo, siempre lo
defendí. Y soy yo quien le produce un supremo dolor.
¿Qué me has hecho hacer, Amica?
¡Nosotros hemos
terminado para siempre!
AMICA
(resuelta)
¿Por qué?
Yo no soy culpable,
lo juro.
¡Ni tampoco lo eres tú!
RINALDO ¡Siempre nos seguiría
como una sombra dolorosa!
Y los ardientes besos de placer que tú me dieras,
me parecerían robados de sus labios.
AMICA
(dolorosamente)
¡Entonces, tú no me
amas.
pero yo siempre te
adoraré!
¡Tú eres la vida de mi corazón, ah!
Si quieres comprobar cuánto te amo,
pide que muera a tus
pies;
dime que arroje mi cuerpo
a los voraces remolinos.
¡No dudaré, ni temblaré al hacerlo!
RINALDO
(con dulzura)
Escucha. Si, tú me amaste,
pero
eso fue sólo un instante en tu vida.
Que tu corazón no se cierre
al ruego que te hago.
Que me entienda tu alma bondadosa.
El futuro de Jorge, sólo depende de ti.
Tu piedad, tu amor, concédeselos a Jorge.
¡Yo espero de ti tal piadoso sacrificio!
AMICA
(aterrorizada)
¿Qué me estás pidiendo?
RINALDO
(suplicante, se arrodilla ante ella) Eres generosa y buena, Amica,
soy yo quien por él te habla de rodillas y te suplica.
Soy yo, soy yo quien me postro a tus pies.
¡Que tu sonrisa sea la aurora de un día feliz
que para Jorge nunca brilló!
AMICA
(levantándose, desesperada)
Pero mi amor, Rinaldo, sólo es por ti.
Si tú me amas, entonces...
¡Te engañas a ti mismo al imponerme el último y fatal sacrificio.
por el que lloraremos eternamente!
RINALDO
(se exalta poco a poco y con gran
esfuerzo, trata de engañarse a sí mismo)
¡No, no!
¡No puedo dudar!
Por mi hermano, debo irme,
te dejo.
¡Dios así lo quiere!
No me verás más.
Regreso a la montaña.
Más cerca del Cielo, más lejos de la tierra,
allá dónde la estrellada paz nocturna
adormece todos los
tormentos
y calma todos los
dolores
en el gran sueño del firmamento.
¡Oh misterio, fúlgida majestad!
AMICA
(quebrantada)
¡Ah, Rinaldo!
RINALDO
(resuelto)
¡Adiós!
(se acerca a Jorge que empieza
a restablecerse)
Al fin vuelve en si.
(para sí)
¡Gracias a Dios!
(Mientras Amica se
desespera y busca
retenerlo,
Rinaldo
baja
hacia el arroyo y
desaparece.
Después de pocos
instantes, habiendo
atravesado
el
arroyo
sobre el tronco de
un árbol que une
ambas
riberas como
un puente, reaparece
en la
otra orilla, y
empieza a trepar
por las rocas
escarpadas e
impracticables.
Se
tiene la impresión
de que sólo
un
ágil y hábil
montañés como
Rinaldo
puede subir
la empinada montaña.
Hacia el fin de
la
subida,
Amica lo ve
alejarse. Mientras
tanto,
Jorge
recobra el
conocimiento)
AMICA
(Para si)
¡Se ha marchado!
JORGE
(reabriendo los ojos, obnubilado)
¿Dónde estoy?
¿Qué hago aquí?
No recuerdo nada.
AMICA
(desesperada)
¡Ay de mí, todo ha terminado!
¡Rinaldo me abandona!
Pero yo lo amo, lo amo, y mi corazón se rebela.
(Con gran exaltación)
¡Voy contigo, Rinaldo! Te seguiré
allá dónde el sol resplandece
y un nuevo amor
renacerá.
¡Oh querido,
me harás gozar sobre tu pecho!
Más cerca del cielo, más lejos de la tierra,
sobre el áspero
suelo de rocas.
Allá arriba, donde brilla el sol y vuela el águila,
florecerá nuestro amor solitario y rebelde.
¡Nadie podrá arrancarte de mi pecho! ¡Voy
contigo!
Mi bien, te seguiré allá
donde la estrellada paz
nocturna
adormece todos los tormentos,
calma todos los
dolores
en el gran sueño del firmamento.
¡Ah misterio, fúlgida majestad!
¡Voy contigo, mi amor se rebela al adiós!
(Se siente lejana la voz de Rinaldo)
¡Todavía el viento me trae el sonido de su voz!
(cada vez con mayor exaltación)
¡Lo encontraré aunque tenga que
arrastrarme hasta
allá arriba de
rodillas;
aunque tenga que
ensangrentarme
las manos sobre las
piedras;
aunque me despedace en el fondo
del precipicio!
¡Quiero alcanzarlo o morir!
(Amiga baja hacia el arroyo,
desesperada)
JORGE
(vuelto en si, levantándose)
¡Ah, justo cielo!
¡Ya lo recuerdo
todo!
(Amica reaparece al otro lado del río
e intenta encaramarse sobre las
rocas,
como lo ha hecho Rinaldo,
pero resbala
a cada paso.
Jorge la mira
temblando)
JORGE
(ansioso)
¡Amica, es una
locura!
¿Quieres morir?
¡Detente! ¡Ay de mí!
¡El abismo está a tus pies!
¡Detente! ¡Ay de mí!
AMICA
(sin escucharlo)
¡Rinaldo!
¡Rinaldo!
¡Voy contigo!
JORGE
(tratando en vano de alcanzarla) ¡Intentas en vano subir! ¡Yo te salvaré!
¡Detente! ¡Ay de mí!
AMICA
(enloquecida)
¡No! ¡Subiré hasta allá arriba!
JORGE
(con gran angustia)
¡Ay, tu pie vacila y cede!
¡Oh, cielos!
AMICA
(fuera de si)
¡Rinaldo!
¡Rinaldo!
(Vacila)
¡Oh Dios, estoy perdida!
(se precipita al vacío)
¡Ah!
JORGE
(sollozando)
¡Desgraciada, desgraciada Amica!
¡El torrente furioso se la tragó!
RINALDO
(reaparece arriba, sobre la montaña)
¡Ha desaparecido para siempre!
¡Amor fatal!
JORGE
(desesperadamente)
¡Amor fatal!
Digitalizado
y traducida por:
José Luis Roviaro
2020
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